Giuseppe Castellano, una vita tra il 25 Luglio e l’8 Settembre.

Il comportamento esemplare di un servitore della Patria che seppe guadagnarsi la stima di Eisenhower. Una pagina di storia che richiede una giusta comprensione, rifuggendo dai giudizi avvelenati dell’epoca, nei giorni concitati del dopoguerra.

Mercoledì 8 Settembre di 80 anni fa 1943 alle 18,30 ora italiana, da Radio Algeri Dwight David Eisenhower, detto Ike, allora Comandante in capo delle Forze Americane in Europa, comunica in inglese che lItalia aveva raggiunto con le Forze Alleate larmistizio (in linguaggio americano: resa incondizionata; come da documenti firmati).

Alle 19,42 Badoglio lo comunica agli italiani dai microfoni dellEIAR. La resa incondizionata era stata firmata il 3 Settembre dal Generale Giuseppe Castellano per lItalia e da Eisenhower per le Forze Alleate. Gli Alleati poi, dopo la firma, trattenneroin Sicilia Castellano, mentre permisero agli altri della delegazione italiana di tornare a casa. Castellano fu poi inviato ad Algeri in una sorta di capo della missione italianapresso il Comando Alleato del Mediterraneo, e gli fu concesso di rientrare in Italia solo a metà Agosto del 1944.

Castellano era stato il promotore dellorganizzazione dellarresto di Mussolini a Villa Savoia la sera del 25 Luglio, con una autoambulanza e cinquanta carabinieri.

Dallorganizzazione dellarresto (il Re era pronto con una pistola nascosta; hai visto mai), alle decisioni di contattare, trattare e risolversi con gli Alleati, la condizione in cui operarono Sovrano, Generali e diplomatici intorno a Badoglio richiederebbe il racconto di un secondo Manzoni e un promessi sposi 2.

Già cera disaccordo nei vertici Alleati; alcuni volevano una capitolazione militare e non concedere nulla allItalia. Ma naturalmente si tratta di una sottolineatura insignificante rispetto al modo rocambolesco in cui gestirono (gestirono? tirarono avanti, ecco) le cose i vertici che si rapportavano ognuno per quel che sapeva e poteva a Badoglio.

Castellano non parlava neanche mezza parola di inglese ma gli fu delegata (dal Consiglio della Corona e da amici in armi, sia veri sia invidiosi) la trattativa con gli Alleati, che iniziò ad Agosto a Lisbona con lAmbasciatore britannico. Lì Castellano aveva anche linterprete, che poi portò con sé a Cassibile.  Ci andò in treno e ci mise tre giorni ad andare e tre a tornare. Il tempo passò anche così… . Visto che poi non si sapeva se stava arrivando o meno a Lisbona , e gli Alleati fremevano, lItalia inviò in successione altri due emissari e così gli Anglo-Americani se ne trovarono tre.

Nelle trattative lItalia chiese un appoggio di rinforzo alleato per la difesa di Roma, appunto per l8 Settembre, temendo reazioni tedesche; in pratica si sarebbero dovuti paracadutare gli americani dell82ma Divisione, gli _All Americans_. Loperazione venne però annullata quando il Generale Maxwell Taylor, che allora era il Vicecomandante della Divisione, inviato in missione a Roma nella notte dal 7 all8 Settembre, si trovò dinnanzi la disorganizzazione italiana. (Il Generale Carboni gli aveva detto c’è tempo, tanto la comunicazione è per il 12 Settembre, e il Capo di Stato Maggiore dellEsercito, il Generale Ambrosio, era irreperibile [era in visita al figlio a Pinerolo].)

Taylor chiese di vedere Badoglio, il quale dopo averlo fatto attendere lungamente in anticamera della sua abitazione personale (Badoglio era restio a farsi svegliare la notte) lo scongiurò di rimandare larmistizio ma soprattutto sintese di ridiscutere lì per lì in vestaglia i luoghi dellaviosbarco.

Era ormai da Agosto che gli Alleati, su questo compatti, avevano accresciuto e di molto le loro iniziali riserve sullaffidabilità italiana nel rappresentare con un margine stabile di serietà la posizione del Paese sull’armistizio (figuriamoci trovare Badoglio a dormire…).

Daltra parte tutta la trattativa di Castellano fu autorizzata in svariato modo, in parte per iscritto in parte con dialoghi di diversi poteri ed altalenanti concordanze, a cui lui dovette porre rimedio mettendoci tutta la sua buona volontà, e prendendosi anche rischiose responsabilità.

Ma Castellano, pratese di origini siciliane, veniva dallarresto di Mussolini dentro la Casa del Re, e quindi alla fine si prese, anche in durevoli rapporti amicali post bellici, tutta la comprensione e la stima (possibile) di Eisenhower.

Per avere presente da dove viene in maniera decisiva il Paese.