Il ruolo di Tempi Nuovi e la saggezza politica dei Popolari

Il Centro vuol essere un luogo politico capace di riscoprire le ragioni culturali dell’europeismo e di avviare un progetto di governo che superi e azzeri la deriva degli “opposti estremismi”.

Il progetto politico è ambizioso e la scommessa elettorale deve essere vinta. Una lista di Centro, popolare e riformista, alle prossime elezioni europee non può fallire. Perché non si tratta della ennesima lista che si presenta in una delle tante elezioni. No, perchè una lista centrista, riformista, plurale e con una spiccata cultura di governo è la giusta risposta ad una forte e precisa domanda politica che richiede, adesso, di mettere fine ad un bipolarismo bislacco che ha indebolito la qualità della nostra democrazia, ridimensionato la credibilità delle nostre istituzioni democratiche e fiaccato la stessa azione di governo. Una lista che, appunto, coltiva l’ambizione di riscoprire e rilanciare quella “politica di centro” che resta non solo una costante del sistema politico italiano ma, al contempo, vuol essere un luogo politico capace di riscoprire le ragioni culturali dell’europeismo e di avviare un progetto di governo che superi e azzeri la deriva degli “opposti estremismi” e della radicalizzazione del conflitto politico.

Ma questo progetto rischia di essere sacrificato sull’altare di singolari ed anacronistiche contrapposizioni personali. Veti e rancori, vendette ed insulti che erano, sono e restano estranei ed incompatibili con la politica, le sue regole, i suoi istituti e le sue dinamiche. Eppure chi pensa di voler presidiare quel campo politico e culturale, programmatico ed ideale, non rinuncia paradossalmente a frammentare e dividere ulteriormente proprio quell’area politica.

E, di fronte ad un quadro del genere, è necessaria una iniziativa politica che sia in grado di attutire queste spigolosità personali e di gruppo e far prevalere, ancora una volta, le ragioni della politica con la P maiuscola. E questo ruolo, ad oggi, lo può svolgere solo un personale politico che affonda le sue radici in una cultura politica e che si caratterizza per un ‘metodo’ che rifugge dai personalismi e che valorizza le categorie storiche della tradizione del cattolicesimo democratico e popolare. Ovvero, la cultura della mediazione, la ricerca della sintesi, la valorizzazione del pluralismo, la pratica del dialogo e del confronto, il rispetto dell’avversario, l’importanza dei corpi intermedi e la valenza della cifra riformista. Il tutto si potrebbe riassumere con 4 parole: il ritorno della politica.

Ecco perchè una realtà come ‘Tempi Nuovi’, il movimento politico e culturale che sta lavorando per ricomporre l’area popolare italiana che non si rassegna a giocare un ruolo ornamentale nella sinistra radicale e massimalista della Schlein o puramente personale e testimoniale nel centro destra, oggi può e deve svolgere un ruolo decisivo ed essenziale nell’azione di ricucitura e di sintesi tra le varie forze che dicono di riconoscersi nel campo centrista ma che poi non accettano di presentarsi sotto la stessa sigla politica ed organizzativa.

Per questo, a volte, solo la saggezza, l’esperienza, lo stile, il metodo e, soprattutto, la cultura politica possono segnare l’avvio di un processo politico. E il ruolo dei Popolari, ancora una volta, può risultare decisivo al riguardo. Per dar vita, questa volta, ad una rinascita e ad una riscoperta del Centro e di una ‘politica di centro’.