In ricordo di Marisa Cinciari Rodano, donna di fede e di azione.

Nessuno si è mai preoccupato più di tanto di spiegare quanto nel pensiero e nell’azione di Marisa Cinciari sia di evidente ispirazione cattolica. Eppure, il cattolicesimo è un carattere fermo della vita sua.

 

All’inizio di dicembre 2023 è scomparsa all’età di 102 anni Maria Lisa Cinciari, con all’attivo una più che quarantennale carriera di parlamentare in Italia e in Europa. Con lei se ne è andata l’ultima rappresentante ancora vivente di coloro che erano stati eletti nella prima legislatura repubblicana. Come è noto, è stata la moglie di Franco Rodano, portando nell’attività politica il suo cognome. 

Arrestata sotto il fascismo per la sua attività nella Resistenza romana nelle file del Movimento dei Cattolici Comunisti e nell’attività dei Gruppi di Difesa della Donna, cofondatrice dell’Udi, l’Unione Donne Italiane, di cui è stata anche presidente, iscritta dal 1946 al Partito comunista italiano; ecco, insieme a queste e ad altre storie di alta militanza politica, Marisa Cinciari aggiunge il fatto di essere  ricordata comunemente per la scelta della mimosa come simbolo dell’8 marzo, Festa della Donna.

Vediamo nel dettaglio. Eletta in Parlamento con il Pci nel 1948 per la prima legislatura e confermata fino al 1968 alla Camera, e poi fino al 1972 in Senato, prima donna ad arrivare, dal 1963 al 1968, alla vicepresidenza di un ramo del parlamento, la Camera dei Deputati, consigliere provinciale di Roma dal 1972 al 1979, eletta poi nel 1979 e nel 1984 al Parlamento Europeo (fino al 1989), insignita nel 2015 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella; dunque, l’insieme di questi ruoli, rivela come Marisa Cinciari Rodano sia figura che appare significativa davanti agli interrogativi drammatici di questi nostri giorni circa la condizione femminile nell’Italia del terzo decennio del secolo XXI.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha voluto far mancare la sua parola di ricordo e di cordoglio. “Marisa Cinciari Rodano, partigiana, parlamentare, deputata europea, prima donna ad assumere l’incarico di vicepresidente della Camera, ha dedicato la sua esistenza all’attività politica, battendosi per la libertà e, successivamente, per la parità di genere e per i diritti e la giustizia sociale. La sua figura, lucida e appassionata costituisce un esempio e un riferimento per tutte le italiane e gli italiani che si dedicano all’impegno civile per il bene comune. Alla sua famiglia invio i miei più sentiti sentimenti di cordoglio“.

Grande e stretta amica con suo marito Franco Rodano dell’insigne pensatore cattolico ed economista Sergio Paronetto, è presso la casa di quest’ultimo in via Reno, al Quartiere Coppedé, che la coppia trova un nascondiglio per sottrarsi alla caccia di tedeschi e repubblichini, da cui sono attivamente ricercati. Marisa ricorderà quel periodo come un aggiornamento spirituale e culturale decisivo per lei e Franco.

Maria Lisa Cinciari è una donna ricca e aristocratica la cui famiglia possiede nelle Marche, a Monterado, un bel castello, che sarà il buen retiro preferito della coppia. Uno dei cinque figli della coppia sposerà Luana Angeloni, futura sindaca di Monterado e senatrice. Il padre Francesco fu un capace ed affluente imprenditore che rivestì anche il ruolo di podestà di Civitavecchia. Saranno gli amici, più che gli avversari politici, a motteggiare Franco Rodano spiegando la sua dedizione agli studi e alla filosofia consentita dal benessere economico della moglie. Adriano Ossicini soleva ripetere che Rodano non ha mai avuto un lavoro in vita sua se non nel periodo quando è stato impiegato nel mitico Ufficio Studi della Comit, speditovi da Raffaele Mattioli su input dell’amico Sergio Paronetto. 

Lì Franco Rodano incontra Ugo La Malfa, Raimondo Craveri, Giovanni Malagodi, Carlo Emilio Gadda, le punte di diamante messe in campo da Mattioli, e amplia di molto le sue vedute. Franco Rodano e Sergio Paronetto si rendono parte dirigente nell’affaire dell’originale dei Diari dal Carcere di Antonio Gramsci: mettono in contatto Palmiro Togliatti con Raffaele Mattioli, che, tramite la cognata di Gramsci Tatiana Schucht, è entrato nella disponibilità degli originali dei Diari dal Carcere, depositati nella cassaforte della Banca Commerciale. Mattioli fa dono a Togliatti dei Diari. Ne nasce l’amicizia di una vita. Il quintetto Palmiro Togliatti, Nilde Iotti, Franco Rodano, Marisa Cinciari, Raffaele Mattioli diviene inseparabile. Non si contano, ogni volta che il banchiere è a Roma, le cene a casa Rodano: in esse il livello culturale della conversazione diventa presto materia di mito presso l’intelligentsja romana. Una fucina che trova poi, e a più riprese, i suoi esiti in spunti e articoli che appaiono su Rinascita.

Altre due vicende mostrano i legami tra Marisa Cinciari e Sergio Paronetto. Durante il soggiorno a casa Paronetto, l’economista convince gli amici che il nome di Cattolici Comunisti per la loro formazione politica presenta tante controindicazioni, facendo un po’ il verso ai liberalsocialisti, e che meglio sarebbe invece adottare quello da lui proposto, Sinistra Cristiana. I coniugi, insieme ad Adriano Ossicini, si convincono e ringraziano. Ottimo è anche il rapporto che ci crea tra le due Marise, Marisetta (Maria Luisa) Valier Paronetto, la moglie di Sergio, e Marisa (Maria Lisa) Cinciari Rodano (entrambe di nobili origini e del tutto incuranti della circostanza). 

Oltre ad essere lettori in anteprima delle bozze del Codice di Camaldoli curato dall’amico, Franco Rodano, Marisa Cinciari e Adriano Ossicini rivendicheranno in seguito che, se non fossero stati ricercati dalla polizia politica, all’eremo di Camaldoli per la Settimana dei Laureati Cattolici nella quale nasce il Codice ci sarebbero stati con ogni probabilità anche loro. Dopo l’8 settembre 1943, Franco, Marisa e Adriano sono in prima fila nella Resistenza: Ossicini è uno dei capi combattenti, insieme all’altro grande amico e compagno nei Cattolici Comunisti Felice Balbo di Vinadio, mentre Rodano e soprattutto Marisa Cinciari si rifiutano di impugnare le armi e sparare, stante la loro convinzione cristiana: Marisa farà la staffetta partigiana. 

Paronetto otterrà un’altra cosa per gli amici della Sinistra Cristiana. All’atto della formazione del CLN a Roma, a casa di Stefano Siglienti in via Carlo Poma, il 9 settembre 1943, la richiesta della formazione di Rodano e Ossicini di far parte da subito del Comitato di Liberazione Nazionale viene bocciata. Prontamente interviene Meuccio Ruini, messo sull’avviso da Paronetto, che chiede ai presenti di accordare il permesso che il suo partito, Democrazia del Lavoro, uno dei sei contraenti, possa rappresentare nel CLN il contributo proveniente dalla Sinistra Cristiana (che ancora non si chiama così) portando in tale sede la voce di quest’ultima. Il consenso viene accordato. Si osservi che successivamente viene anche ottenuto di far restare a tutti gli effetti la Sinistra Cristiana componente esplicita, importante e accettata nel CLNAI al nord, parte delle giunte che vengono insediate man mano che i centri urbani vengono liberati. Nel CLNAI sarà “ministro” dell’Assistenza Pubblica per la Sinistra Cristiana Lucia Corti, che farà nascere il nuovo sistema dell’Assistenza Sociale in Italia ad opera dei coniugi Guido Calogero e Maria Comandini Calogero.

Nel 1944, con la Liberazione di Roma, Franco Rodano e Marisa Cinciari si sposano. In quel passaggio storico, emerge il rapporto speciale che unisce il giovane Ossicini con papa Pio XII e con Alcide De Gasperi. I due vertici cercano, ciascuno per suo conto, di convogliare quelli che essi sanno essere cattolici fermissimi verso esiti politici meno aggressivi nella dialettica tra partiti, meno “comunisti” e meno rivoluzionari. Questo essere in qualche modo contesi dalle due polarità che i coniugi Rodano vogliono invece tenere insieme e in dialogo, porta a un periodo assai felice nell’elaborazione filosofica di Rodano in senso costruttivo, cui la moglie contribuisce in misura decisiva. In particolare, Franco e Marisa sono entrati nell’ottica di respingere l’idea di una terza forza intermedia tra comunisti e democristiani quale rischia di essere interpretata la Sinistra Cristiana. Nel 1945, dopo il termine della guerra, nella Sinistra Cristiana prevarranno in effetti le tesi di Franco Rodano sulla opportunità della confluenza del partito dei ‘cattocomunisti’ nel Partito Comunista di Togliatti, malgrado la contrarietà di Adriano Ossicini. (Anche Togliatti avrà i suoi problemi all’interno del partito di fronte all’ipotesi della confluenza).

L’altro momento di assecondamento degli auspici espressi prima di morire nel marzo del 1945 da Sergio Paronetto riguarda la sola persona di Marisa Cinciari, senza il marito: Paronetto non si stanca di predicare a De Gasperi, a Vanoni, a Saraceno, a Gronchi, a Spataro, ai coniugi Rodano, a Ossicini, a La Pira (nascerà lì, tramite Paronetto, la grande e duratura amicizia tra questi due ultimi) la necessità di disporre di una ricerca scientifica rigorosa e attendibile, di levatura internazionale, sui fenomeni della povertà e miseria e della disoccupazione in Italia. (A coniugi Rodano l’amico Sergio insegna a riferirsi costantemente alle statistiche mondiali della Società delle Nazioni prima e delle Nazioni Unite poi per le opportune diagnosi dei fenomeni). Le relative commissioni parlamentari verranno finalmente istituite nel 1951 e in esse figureranno diversi amici e seguaci di Paronetto, come Lodovico Montini, Roberto Tremelloni, Maria Agamben Federici. La parlamentare Marisa Cinciari sarà attivissima partecipante nel ricordo dell’amico e sarà interprete di interventi di notevole incisività, in sintonia con l’ispirazione originaria di cui essa è portatrice. Gli atti delle due commissioni parlamentari stanno lì a dimostrare l’assoluto elevato livello raggiunto: malgrado i settanta anni trascorsi, meriterebbero di trovare una nuova diffusione. Nel periodo successivo, Marisa Cinciari si dedicherà sempre di più ai problemi delle donne, diventando nella materia un’autorità di statura internazionale. Palmiro Togliatti potrà fare sempre  affidamento su di lei. 

Nessuno si è mai preoccupato più di tanto di dare una ponderazione su quanto nel pensiero e nell’azione di Marisa Cinciari sia di evidente ispirazione cattolica. Eppure, il cattolicesimo è un carattere fermo della vita sua e di suo marito: solo che non è stato mai esibito. L’auspicio costante dei due coniugi è stato quello di una non contraddizione radicale e distruttiva sui valori fondativi che animano le grandi forze popolari dei cattolici e dei comunisti e, sulle concrete azioni di governo, tra capitalisti e anti-capitalisti: nel convincimento che, grazie a una adeguata preparazione, le contraddizioni storiche fossero superabili, qualora fosse emersa una sufficiente determinazione politica e culturale e si fosse fatto riferimento alle persone invece che agli -ismi. È giusto quindi che anche chi è di fede cattolica la ricordi oggi come una dello stesso “campo”, sebbene la sua fosse una fede tanto salda quanto appunto mai esibita.