La voce del popolarismo ha bisogno del timbro dei candidati

Sarebbe quantomai curioso se la riproposizione di un progetto centrista a livello europeo non registrasse la presenza attiva e protagonista del filone democratico cristiano. C’è la disponibilità di Marco Follini?

La formazione delle liste è sempre un compito difficile e complesso. Da sempre e a qualsiasi livello istituzionale. Certo, è difficile e complesso quando si tratta di sistemi elettorali dove è richiesta anche e soprattutto la decisione e la scelta attiva da parte dei cittadini. Mentre è meno difficile e complesso quando si tratta di semplici ‘nomine’ come avviene per la composizione della Camera e del Senato. 

Ma, per tornare ad oggi, le liste che saranno consegnate da parte dei partiti in vista del rinnovo del Parlamento Europeo rivestono particolare importanza non solo per misurare i singoli pesi elettorali ma anche, e soprattutto, per disegnare i futuri equilibri politici a livello nazionale. Sotto questo versante c’è un aspetto che non può e non deve essere sottovalutato. Almeno per chi ritiene che il Centro e le forze centriste avranno, ancora una volta, un ruolo politico decisivo nella vita pubblica italiana. 

Ed è proprio partendo da questa considerazione che assume una particolare importanza il profilo politico e culturale dei candidati delle prossime liste centriste. E, al riguardo, la presenza di esponenti di area Popolare e di matrice ex democristiana può indubbiamente rappresentare un significativo “valore aggiunto”. E questo per la semplice ragione che non può esistere nè il Centro e nè una credibile e spendibile “politica di centro” se manca la presenza e il ruolo politico di questa componente culturale nelle liste.

Ora, dato per scontata questa riflessione che riflette anche le dinamiche concrete del nostro sistema politico, è altrettanto evidente che parliamo di candidature espressive di questo storico filone di pensiero. E il nome, per fare un solo esempio concreto, di Marco Follini può essere una prima risposta a questa domanda squisitamente politica e anche culturale. Questo, forse, è l’unico modo per marcare la presenza di un ritrovato Centro nel nostro paese facendolo coincidere anche, e soprattutto, con una elezione del Parlamento Europeo. Cioè all’interno di un contesto dove proprio l’ideale democratico cristiano, cattolico popolare e cattolico sociale sono stati decisivi ai fini della costruzione della comune casa europea. Del resto, sarebbe quantomai curioso, nonchè singolare, se la riproposizione di un progetto centrista a livello europeo non registrasse la presenza attiva e protagonista del filone democratico cristiano.

Una iniziativa, questa, che adesso non può più essere rinviata. E questo sarà anche un termometro per misurare, al di là delle singole auto investiture, chi ambisce realmente a dispiegare un progetto politico centrista, riformista e plurale e chi, invece, si limita ad evocarlo ma poi, di fatto, rinuncia all’apporto e al contributo determinanti della tradizione e del pensiero cattolico popolare e democratico cristiano nelle proprie liste.

Ecco perchè, mai come adesso, la formazione delle liste per il rinnovo del Parlamento Europeo riveste particolare importanza. Infine, tocca anche ai rispettivi leader cosiddetti centristi farsi carico di questa precisa domanda politica che sale da un’area disseminata e radicata in tutto il

paese e che richiede di avere un punto di riferimento politico autorevole e significativo.