La Voce del Popolo | Rompere la spirale della faziosità

La politica, si dirà, nasconde spesso la sua anima predatoria dietro la cortina fumogena di parole d’ordine più nobili e non del tutto sincere.

Sarebbe quasi apprezzabile la denuncia rivolta da Giorgia Meloni verso l’“amichettismo”, quella diffusa attitudine a scegliere i propri cari per gli incarichi pubblici. Dico quasi perché poi questo governo ha fatto del suo meglio per ripetere e perfezionare quelle stesse pratiche di occupazione del potere che costituiscono a quanto pare un destino inesorabile della nostra vita repubblicana.

S’intende che in questa cattiva abitudine Meloni non è certo la prima e probabilmente non sarà l’ultima. La sinistra che ora l’accusa ha fatto quel che poteva per imitarla anzitempo. E anche noi “democristiani” abbiamo pagato al clientelismo un obolo più che cospicuo. È la natura della politica, si dirà. Che nasconde spesso la sua anima predatoria dietro la cortina fumogena di parole d’ordine più nobili e non del tutto sincere.

Il fatto è che l’unico modo per uscire da questo circolo vizioso consiste nel cercare di rompere la spirale della faziosità. Che invece ci avvolge e ci illude quasi di proteggerci. Una classe dirigente non troppo sicura del fatto suo cerca il più delle volte di puntellarsi premiando i propri “amici” e fustigando i propri avversari. Mentre dovrebbe imparare ad avere abbastanza fiducia in se stessa da governare facendo propri i suggerimenti altrui e coltivando competenze fuori dal proprio orticello.

È la faziosità che ci induce all’errore. Suggerendo di privilegiare sempre i propri cari e finendo così per preferire un mediocre fedele a un talento fuori controllo. Peccato che a furia di preferire i mediocri fedeli si finisca per scoprire che essi si rivelano infine mediocri anche nella fedeltà.

 

Fonte –  La Voce del popolo, 1 febbraio 2024

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]