Lettera degli ex dc: «Perché l’ipotesi del premierato non funziona».

No alla riforma costituzionale della destra. A firmare la lettera, pubblicata ieri dal Corriere della Sera, sono stati alcuni ex parlamentari della Dc e del Ppi. Segue il testo integrale.

La grave e generale crisi dei partiti alimenta una sorta di indifferenza o addirittura di stanca adesione al disegno di legge sul premierato presentato dal governo. Il pluridecennale disprezzo di ogni pratica parlamentare in gran parte comprensibile visto il sistema politico sempre più personalizzato e privo di ogni riferimento culturale, legittima il giudizio di una crescente debolezza della nostra democrazia parlamentare.

Quest’ultima, infatti, regge alle sfide crescenti solo se il parlamento è innervato da partiti che abbiano una base culturale e quindi una visione di lungo periodo e che contrastino ogni deriva personalistica. Detto questo, però, la soluzione non può essere l’elezione diretta del premier addirittura accompagnato da un premio di maggioranza tanto da togliere ogni libertà al parlamento cadendo così dalla padella nella brace. 

Non a caso nessuna democrazia al mondo adotta un meccanismo come quello proposto dal governo con il premierato così come nessuna democrazia parlamentare europea adotta il sistema maggioritario visto che le opzioni politiche sono sempre più di due contrariamente al sistema inglese. La storia, inoltre, ci insegna che chi toglie la libertà ai parlamentari prima o poi la toglie al Paese e il disegno di legge governativo ne fa strame di quelle liberta. 

In oltre due secoli la cultura politica e l’esperienza storica hanno dimostrato che l’alternativa ad una democrazia parlamentare è una democrazia presidenziale accompagnata da una elezione di un parlamento libero che funge da secondo sovrano democratico in grado di dare forma e sostanza al potere della rappresentanza ed essere, nel contempo, un equilibrato contropotere per evitare ogni tentazione o deriva autoritaria. 

Il mondo di oggi è disordinato e pieno di conflitti solo perché la politica nel suo ruolo di guida è stata sostituita nelle democrazie occidentali dalla grande ricchezza finanziaria di pochi e dalle loro convenienze mentre nel resto del pianeta governano gli autocrati che limitano libertà e diritti delle popolazioni. L’antidoto per entrambi i modelli è o il cancellierato tedesco o un sistema presidenziale con un parlamento libero come in Francia e negli Stati Uniti. 

Ogni altra scelta sarebbe rovinosa come lo fu nel novecento quando parlamenti democratici dettero pieni poteri a Mussolini e ad Hitler e recentemente il parlamento ungherese ha fatto altrettanto con Orbán. La posta in gioco, dunque, sono le libertà e i diritti di tutti e ogni distrazione è inammissibile.

 

Paolo Cirino Pomicino, Giuseppe Gargani, Maurizio Eufemi, Calogero Mannino, Clemente Mastella, Giorgio Merlo, Angelo Sanza.