Popolari e Pd, tornano gli indipendenti di sinistra inventati dal Pci?

La corrente popolare del Pd ripropone la formula della cooptazione di personalità esterne - alcune di matrice cattolica - operata dai comunisti. Con l’aggravante che un tempo, oltre al Pci, c’era anche la Dc.

I “cattolici indipendenti del Pci” hanno rappresentato una esperienza importante e significativa nella storia democratica del nostro paese. Una pagina che, tuttavia, non ha mai messo in discussione il ruolo, la funzione e il peso dei cattolici popolari e sociali nel nostro paese perchè esisteva un partito di massa, popolare, riformista e di ispirazione cristiana che si chiamava Democrazia Cristiana e in cui si riconosceva la stragrande maggioranza dei cattolici italiani, anche se non tutti come ovvio e scontato. Tuttavia, c’era una quota di cattolici che scommise sul progetto del Pci e che accettò di militare in quel partito. Una militanza che veniva ricompensata con una manciata di candidature blindate all’interno del Pci e che, attraverso questa prassi, si trasmetteva il messaggio che anche il Pci era un partito culturalmente e politicamente plurale. Vabbè….

Ora, per venire all’oggi, si ripete forse la medesima situazione seppur dando per scontato il profondo mutamento politico, storico, culturale e sociale. A livello nazionale come a livello internazionale. Ma alcune costanti, come sempre capita nella storia di un paese, sono destinate a riemergere come un fiume carsico attraverso dinamiche diverse ma pur sempre molto simili al passato. È il caso, nello specifico, dei cattolici popolari all’interno dell’attuale Pd, cioè del principale partito della sinistra italiana. Un partito che, sotto la guida di Elly Schlein, coerentemente con il progetto che l’ha portata a vincere le primarie di inizio anno, ha trasformato quel campo in una forza politica con una chiara e netta identità politica e culturale. E cioè, il partito della sinistra radicale, libertaria e massimalista del nostro paese. Di qui, altrettanto coerentemente, la comune visione – culturale e politica – con la ‘sinistra per caso’, cioè con i  populisti dei 5 stelle, gli estremisti dell’ambientalismo di Bonelli e Fratoianni e tutti i gruppi legati al movimentismo ideologico della sinistra ex e post comunista.

È abbastanza naturale, di fronte ad un quadro del genere, oggettivo e non forzato, chiedersi cosa centri il cattolicesimo popolare e sociale con quell’universo valoriale e poltico. Ed è altrettanto abbastanza evidente dedurre che una presenza del genere può avere un ruolo molto simile, appunto, a quello che ebbero gli “indipendenti di sinistra” (alcuni cattolici) all’interno del glorioso Partito Comunista Italiano. Perchè, forse, è persin inutile ricordare che la cultura, la storia e la tradizione del cattolicesimo popolare e sociale hanno un ruolo ed un significato politico e culturale o quando si misurano con la sinistra con un partito organizzato e autonomo – è il caso del Ppi con i Ds nell’ambito del progetto dell’Ulivo – oppure  quando competono con la sinistra senza esserne inglobati. Nell’un caso come nell’altro respingendo alla radice la tesi della banale e passiva confluenza nel contenitore della sinistra. Soprattutto, come nel caso del nuovo corso del Pd della Schelin, quando si tratta di un partito a forte caratterizzazione ideologica e con una marcata specificità culturale. Che, è bene non dimenticarlo, si tratta purtuttavia di un universo politico e valoriale distinto e distante, se non addirittura alternativo, rispetto alla storia secolare del popolarismo di ispirazione cristiana.

Ecco perchè la corrente popolare di Delrio e di Castagnetti all’interno del Pd della Schlein ripropone, mutatis mutandis, l’esperienza dei “cattolici indipendenti di sinistra” del Pci. Con l’aggravante che un tempo oltre al Pci c’era anche e soprattutto la Dc. Oggi, con quella esperienza e con quella prassi, si contribuisce semplicemente a liquidare la cultura e la tradizione del popolarismo riducendola ad una appendice del tutto insignificante ed irrilevante nel campo della sinistra radicale, massimalista e libertaria.

Ed è per queste semplici motivazioni che ci sono anche i Popolari e i cattolici sociali che perseguono un obiettivo opposto rispetto alla coppia Delrio/Castagnetti. E cioè, cercare umilmente di ridare fiato alla cultura e alla tradizione popolare attraverso la ricostruzione di un Centro politico e soprattutto la riscoperta di una “politica di centro” con una soggettività politica autonoma. All’interno di un luogo politico indubbiamente plurale che non coltiva, però, una prospettiva politica addirittura alternativa rispetto alla tradizione secolare dei cattolici impegnati nella vita pubblica italiana.