Popolari, finalmente parte la ricomposizione politica.

Parte la “ricomposizione” politica ed organizzativa dell’area Popolare. Un processo che punta a ridare autorevolezza e prestigio ad una cultura politica da troppo tempo marginale.

Con l’iniziativa di “Tempi nuovi-Popolari uniti” parte finalmente il progresso di ricomposizione politica ed organizzativa dell’area popolare e cattolico sociale nel nostro paese. Un processo che langue da troppo tempo e che adesso necessita di un vero salto di qualità. Anche, e soprattutto, alla luce delle novità politiche e culturali che stanno caratterizzando il panorama pubblico del nostro paese. Perché se è vero, com’è vero, che ci troviamo di fronte ad una ricomposizione del campo delle sinistre – quella radicale e massimalista della Schlein, quella populista e “per caso” di Conte e di Grillo e quella ideologica ed estremista di Fratoianni e Bonelli – è pur vero che anche nel campo della destra registriamo una forte novità rispetto al passato. E cioè, rispetto alla geografia politica della destra prima del voto del 25 settembre scorso.

Ora, è di tutta evidenza che di fronte alla persistente difficoltà di riorganizzare un’area centrale e centrista nel nostro paese dopo il fallimento dell’ex terzo polo, la spinta che può arrivare da un filone di pensiero e da una cultura che storicamente hanno giocato un ruolo imprentante e decisivo nelle dinamiche politiche del nostro paese, non può che essere un fatto positivo ed incoraggiante. E questo per la semplice ragione che la presenza dei cattolici democratici e popolari nei partiti e nei rispettivi schieramenti è oggi del tutto pleonastica per non dire ornamentale. Cioè politicamente e culturalmente sterile ed improduttiva. E una cultura come quella del cattolicesimo popolare e sociale, per la storia concreta della nostra vicenda democratica, non può ridursi ad avere un ruolo ancillare. Una sorta, cioè, di presenza testimoniale e del tutto personale nel campo della destra e una banale riedizione dei “cattolici indipendenti” nel campo della sinistra. Ruoli che, come ovvio, sono del tutto estranei ed esterni alla grande, nobile e qualificata storia dei cattolici impegnati in politica.

Ma, pur senza assecondare alcuna regressione nostalgica, è indubbio che la ricomposizione politica ed organizzativa dell’area Popolare, seppur nel rigoroso rispetto del pluralismo che attraversa anche questo mondo, può rappresentare un sussulto di maggior responsabilità e di protagonismo di una cultura che ormai da troppi anni è sostanzialmente ai margini della politica italiana.

E l’iniziativa di venerdì 14 luglio a Roma promossa dall’Associazione “Tempi Nuovi-Popolari Uniti” e coordinata da Beppe Fioroni può rappresentare un primo passo per ridare slancio, vigore e vivacità ad un pensiero politico che, malgrado tutto, ha conservato una straordinaria modernità ed attualità nella cittadella politica italiana. Una iniziativa aperta a tutti, come ovvio, per la semplice ragione che inizia un processo costituente per favorire una libera e disinteressata ricomposizione di un’area culturale oggi pericolosamente ai margini – se non del tutto assente – di qualsiasi partito o schieramento politico.

Una iniziativa che non può più essere rinviata o sospesa. Pena diventare complici della nostra irrilevanza politica, culturale ed organizzativa.