Presidenziali 2024, ce la farà Biden ad essere rieletto?

[…] Tutti i maggiori giornali dal New York Times allo Washington Post lo vedono iniziare le prossime elezioni come svantaggiato e vedono queste elezioni come straordinariamente delicate e difficili per vari motivi. Tra di essi, in politica interna, per il fatto che il presidente secondo la stampa non è capace, proprio a causa della sua età, di rispondere a certe sfide soprattutto nel campo della comunicazione come dovrebbe, ma anche perché Donald Trump è davvero una minaccia alla democrazia del paese e certamente, come abbiamo visto, non si fa nessuno scrupolo a disattendere la Costituzione. Dunque secondo alcuni sono necessari dei cambiamenti tra cui deleghe più allargate, più ampie dentro al partito, affidate a personaggi nuovi come i senatori Corey Booker o Ralph Warnock o a deputati come Lauren Underwood o Maxwell Frost e una politica più aggressiva nei confronti dei repubblicani e di Trump il quale, dovrebbe essere ripetuto giornalmente da Biden, a dispetto del suo populismo, quando si tratta di governare lascia decidere a Wall Street. Inoltre un’attenzione più calibrata verso certi moderati nel partito democratico che potrebbero attirare figure di repubblicani dissidenti come Mitt Romney o Liz Cheney i quali temono una rielezione di Donald Trump. Infine, recuperare personaggi che sono capaci di una campagna elettorale più aggressiva e competitiva come Rahm Immanuel, ex sindaco di Chicago e capo dello staff di Barack Obama, oggi ambasciatore in Giappone, o Jennifer O’Malley Dillon che sembra essere più aggiornata sulle moderne tattiche elettorali.

In politica estera la situazione di due guerre in corso non aiuta e la difficoltà di Biden, a compiere delle scelte decise e precise neanche. I suoi amletici dubbi, seppur giustificati, sul continuare a inviare armi all’Ucraina o sul cercare di placare l’ira cieca di Israele che nella persona di Netanyahu è pronta a radere al suolo Gaza no matter what, ci mostrano insieme alla sua fragilità una debolezza tutta umana e molto comprensibile, direi quasi da persona saggia, ma che anch’esse non aiutano sul piano politico. Di nuovo qui qualcuno suggerisce di delegare la situazione, specie in medio oriente, ad esempio ai Clinton.

Per quando riguarda la situazione economica, si tratta di un altro punto dolente della strategia comunicativa di Biden che non sembra mordere e arrivare agli elettori come dovrebbe quando il costo della vita aumenta e l’inflazione mangia parte degli stipendi: bisogna compiere dei cambiamenti. Dunque l’essere più simpatetico con i problemi della gente, non tanto il mostrare che hanno torto a lamentarsi, cosa pur vera, ma che il presidente è loro accanto nei momenti cruciali, come quando si è schierato con gli operai durante lo sciopero dei metalmeccanici dell’industria automobilistica a dispetto delle opposizioni che ha dovuto affrontare, invece è molto di aiuto.

Inoltre rivendicare quotidianamente che Trump è responsabile per la nomina di tre giudici della Corte Suprema che hanno abolito la legge sull’aborto (Roe vs Wade) nel paese e che sembra avere ferito molti cittadini americani. Si capisce che Biden non si sente a suo agio nel parlare di questo soggetto, perché cattolico, ma può far parlare la sua vicepresidente e molti governatori donne, perché questo invece sembra essere un soggetto essenziale per la maggioranza degli americani.

Infine il presidente dovrebbe parlare del futuro, di cosa farà nel secondo mandato a cominciare dalla situazione internazionale in medio oriente e in Ucraina, mentre in politica interna suoi soggetti preferiti dovrebbero essere il problema dell’aborto, il prezzo dei farmaci e la situazione dell’immigrazione. Solo cosi il messaggero si potrà riconciliare con un messaggio che sembra essere gradito alla maggioranza del popolo americano.

 

Fonte: succedeoggi.it 

Titolo originale: Che farà Biden

 

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https://www.succedeoggi.it/2023/11/che-fara-biden/