Ritratto di Laura Bianchini e della la modernità del suo pensiero

Ha incarnato la testimonianza di una donna capace di vincere tante difficoltà, per riaffermare pari dignità e ruolo nell’impegno civile e politico. A novembre le è stato dedicato un convegno.

Il 29 novembre scorso la Camera dei deputati ha ospitato il convegno “Laura Bianchini 1903-1983. L’attualità del pensiero e dell’opera di una Madre Costituente” organizzato dall’Associazione Dieci Giornate di Brescia e dalle Fiamme Verdi di Brescia. Impegnata nel coordinamento della stampa clandestina delle formazioni antifasciste cattoliche, si era so- prattutto dedicata alla composizione e alla diffusione del foglio Il Ribelle. Negli anni in cui l’Italia cercava, con forza e determinazione, di scrollarsi di dosso le macerie materiali e morali della Seconda Guerra mondiale, Laura Bianchini si è distinta per il suo impegno forte e determinato.

Pensiero moderno 

È stata una donna dal pensiero estremamente moderno. Come moderna era stata, per lei che con fatica aveva portato avanti gli studi in campo filosofico e pedagogico all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’idea di una scuola “aperta” e capace di preparare cittadini tesi a formare una società solidale e “giusta”, rispetto alla ribellione, prima culturale, poi attiva, contro il fascismo e ogni altra forma di negazione della libertà.

Testimonianza 

Laura Bianchini ha incarnato con la sua vita la testimonianza di una donna capace di vincere tante difficoltà per riaffermare pari dignità e ruolo nell’impegno civile e politico, difficoltà, purtroppo, spesso anche oggi ancora presenti. Chi si è alternato al tavolo dei relatori non ha fatto altro che sottolineare, ogni volta con maggiore intensità, la “vita buona” di Laura Bianchini, nata a Castenedolo nell’agosto di 120 anni fa, che già nella Resistenza si ritagliò il ruolo di pensatrice con l’obiettivo di costruire un progetto politico volto alla ricostruzione morale ed etica, oltre che materiale, del Paese.

Alfabetizzazione 

Era necessaria una nuova alfabetizzazione al vivere civile, una formazione al senso sociale e alla solidarietà, un’educazione alla pace e alla democrazia. Laura Bianchini si occupò in prima persona, come ha ricordato Roberto Tagliani, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà nel corso del convegno, dei temi della formazione e dell’eguaglianza, esprimendo la sua determinazione nell’impegno culturale, educativo e pedagogico volto alla ricostruzione sociale del Paese.

Rivolta

La sua fu una modalità nella quale la Resistenza era una doverosa rivolta morale contro l’ingiustizia, rivolta non teorica, ma unita ad atti concreti, in quell’essere “ribelli per amore” che rappresenta la sintesi dell’esperienza resistenziale cristianamente intesa. Dopo la brusca conclusione della sua esperienza parlamentare, nel 1953 tornò all’insegnamento a Roma, dove contribuì a formare generazioni di studenti ai valori cristiani ed etico-civili che avevano guidato la sua esistenza.

Madre costituente

Nella sua azione di “madre costituente”, Laura Bianchini si impegnò nella costruzione di un ordinamento che garantisse diritti e doveri per tutti i cittadini. Determinante il suo apporto alla scrittura degli articoli 33 e 34 della Costituzione, così come lo fu l’azione di Tina Anselmi per l’emancipazione delle donne. Merita non solo un doveroso ricordo, ma una riflessiva rilettura sia del pensiero sia della testimonianza di vita. Una vita che, come è avvenuto nel convegno che le ha dedicato la Camera dei Deputati, non bisogna esitare a definire “buona”.

 

Fonte: Il testo è tratto da “La vita buona”, supplemento a “La Voce del Popolo” (21 dicembre 2023). Titolo originale: “Laura Bianchini. La modernità del pensiero”.