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Von Der Leyen a Davos: discutere con gli Usa degli interessi comuni

Roma, 21 gen. (askanews) – La presidente della Commissione Europea intervendo al forum di Davos ha fatto un lungo intervento centrato sui profondi cambiamenti nel nostro mondo nel primo quarto di questo secolo. Un secolo che si era aperto con l’illusione di essere entrati per sempre ‘nell’era dell’iperglobalizzazione’.

Il primo quarto di secolo – ha esordito – è giunto al termine. E ha portato un cambiamento radicale negli affari globali. Questo secolo è iniziato con grandi aspettative. 25 anni fa, l’era dell’iperglobalizzazione stava per raggiungere il suo apice. Con la globalizzazione delle catene di fornitura, centinaia di milioni di persone venivano sollevate dalla povertà, soprattutto in India e Cina.

In America, il boom delle dot-com era al suo apice, a simboleggiare l’ottimismo di un’economia globale connessa in cui la tecnologia era vista come una forza inequivocabile per la prosperità e la pace. Con la Russia che trasformava il G7 nel G8, la democrazia era in ascesa in tutto il mondo, alcuni addirittura dicevano che era la fine della storia per la lotta ideologica. Nell’Unione Europea, la nostra moneta unica, l’euro, stava per avvicinare molto di più i nostri popoli e le nostre economie. L’economia globale ne ha raccolto i dividendi. E qui a Davos, i leader mondiali hanno discusso di come la cooperazione globale e la tecnologia potessero aiutare a combattere la povertà e le malattie. Era la promessa di un mondo più integrato e cooperativo.

25 anni dopo, questa promessa è stata mantenuta? Sì, il mondo oggi è ancora quasi connesso come sempre. Ma ha anche iniziato a frammentarsi lungo nuove linee. Da un lato, dall’anno 2000, il volume del commercio globale è raddoppiato, sebbene il commercio all’interno dei blocchi regionali si stia ora espandendo più rapidamente del commercio tra di essi. È comune che un chip venga progettato negli Stati Uniti, costruito a Taiwan con macchine europee, confezionato nel sud-est asiatico e assemblato in Cina. D’altro canto, solo lo scorso anno le barriere commerciali globali sono triplicate di valore. Le istituzioni commerciali internazionali hanno spesso lottato per affrontare le sfide poste dall’ascesa di economie non di mercato che competono con un diverso insieme di regole. L’innovazione continua a prosperare, con progressi nell’intelligenza artificiale, nell’informatica quantistica e nell’energia pulita pronti a cambiare il nostro modo di vivere e lavorare, ma anche i controlli tecnologici sono quadruplicati negli ultimi decenni. Le nostre dipendenze dalla catena di fornitura sono a volte trasformate in armi, come dimostra il ricatto energetico della Russia, o esposte come fragili quando gli shock globali, come la pandemia, emergono senza preavviso. E gli stessi interconnettori che ci uniscono, come i cavi dati sottomarini, sono diventati obiettivi, dal Mar Baltico allo Stretto di Taiwan.

L’ordine mondiale cooperativo che avevamo immaginato 25 anni fa non si è trasformato in realtà. Invece, siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica. Le principali economie mondiali stanno gareggiando per l’accesso alle materie prime, alle nuove tecnologie e alle rotte commerciali globali. Dall’intelligenza artificiale alla tecnologia pulita, dalla quantistica allo spazio, dall’Artico al Mar Cinese Meridionale, la gara è iniziata. Mentre questa competizione si intensifica, probabilmente continueremo a vedere un uso frequente di strumenti economici, come sanzioni, controlli sulle esportazioni e tariffe, che hanno lo scopo di salvaguardare la sicurezza economica e nazionale. Ma è importante che bilanciamo l’imperativo di salvaguardare la nostra sicurezza con la nostra opportunità di innovare e migliorare la nostra prosperità. In questo spirito, dovremo lavorare insieme per evitare una corsa globale al ribasso. Perché non è nell’interesse di nessuno rompere i legami nell’economia globale. Piuttosto, dobbiamo modernizzare le regole per sostenere la nostra capacità di produrre un guadagno reciproco per i nostri cittadini.

Per noi europei, la gara inizia a casa. L’Europa ha un’economia sociale di mercato unica. Abbiamo la seconda economia più grande e il più grande settore commerciale al mondo. Abbiamo un’aspettativa di vita più lunga, standard sociali e ambientali più elevati e disuguaglianze più basse rispetto a tutti i nostri concorrenti globali. L’Europa ospita anche un immenso talento, insieme alla comprovata capacità di attrarre idee e investimenti da tutto il mondo. La nostra capacità di inventare e creare è sottovalutata: la quota globale di domande di brevetto dell’Europa è alla pari con gli Stati Uniti e la Cina. Ma il mondo sta cambiando. Così dobbiamo cambiare anche noi. Negli ultimi 25 anni, l’Europa ha fatto affidamento sulla crescente ondata del commercio globale per guidare la sua crescita. Ha fatto affidamento sull’energia a basso costo dalla Russia. E l’Europa ha troppo spesso esternalizzato la propria sicurezza. Ma quei giorni sono finiti.

Per sostenere la nostra crescita nel prossimo quarto di secolo, l’Europa deve cambiare marcia. Ecco perché ho chiesto a Mario Draghi di presentare un rapporto sulla competitività europea. E su questa base, la prossima settimana la Commissione europea presenterà la nostra tabella di marcia, che guiderà il nostro lavoro per i prossimi cinque anni. L’attenzione sarà rivolta ad aumentare la produttività colmando il divario di innovazione. Un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività per superare la carenza di competenze e manodopera e ridurre la burocrazia. È una strategia per rendere la crescita più rapida, pulita ed equa, assicurando che tutti gli europei possano beneficiare del cambiamento tecnologico. E lasciatemi approfondire tre fondamenti che sosterranno questa strategia.

Innanzitutto, l’Europa ha bisogno di un’Unione dei mercati dei capitali profonda e liquida. I risparmi delle famiglie europee raggiungono quasi 1,4 trilioni di euro, rispetto a poco più di 800 miliardi di euro negli Stati Uniti. Ma le aziende europee hanno difficoltà ad attingere a questa cifra e ad ottenere i finanziamenti di cui hanno bisogno perché il nostro mercato dei capitali interno è frammentato. E perché ciò spinge i soldi all’estero: 300 miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee vengono investiti all’estero, ogni anno. Questo è un problema chiave che frena la crescita delle nostre start-up tecnologiche e ostacola il nostro innovativo settore delle tecnologie pulite. Non ci manca il capitale. Ci manca un mercato dei capitali efficiente che trasformi i risparmi in investimenti, in particolare per le tecnologie in fase iniziale che hanno un potenziale rivoluzionario. Ecco perché creeremo un’Unione europea del risparmio e degli investimenti con nuovi prodotti di risparmio e investimento europei, nuovi incentivi per il capitale di rischio e una nuova spinta per garantire un flusso continuo di investimenti in tutta la nostra Unione. Mobiliteremo più capitale per far prosperare l’innovazione e l’assunzione di rischi made in Europe.

In secondo luogo, dobbiamo semplificare molto le attività commerciali in tutta Europa. Troppi dei nostri migliori talenti stanno lasciando l’UE perché è più facile far crescere le loro aziende altrove. E troppe aziende stanno frenando gli investimenti in Europa a causa di inutili formalità burocratiche. Dobbiamo agire a tutti i livelli: continentale, nazionale e locale. E vogliamo essere all’avanguardia a livello europeo. Ad esempio, lanceremo una semplificazione di vasta portata delle nostre regole sulla finanza sostenibile e sulla due diligence. E ci assicureremo di creare un ambiente favorevole affinché le nostre PMI possano aumentare la loro capacità di costruire, produrre e innovare in Europa. Ma voglio andare anche oltre. Oggi, il Mercato unico europeo ha ancora troppe barriere nazionali. A volte le aziende hanno a che fare con 27 legislazioni nazionali. Offriremo invece alle aziende innovative di operare in tutta la nostra Unione sotto un unico insieme di regole. Lo chiamiamo il 28° regime. Diritto societario, insolvenza, diritto del lavoro, tassazione: un unico e semplice quadro in tutta la nostra Unione. Ciò contribuirà ad abbattere le barriere più comuni all’espansione in tutta Europa. Perché la scala continentale è la nostra risorsa più grande in un mondo di giganti.

La terza base è l’energia. Prima dell’inizio della guerra di Putin, l’Europa riceveva il 45% del suo approvvigionamento di gas e il 50% delle sue importazioni di carbone dalla Russia. La Russia era anche uno dei nostri maggiori fornitori di petrolio. Questa energia sembrava economica, ma ci esponeva al ricatto. Quindi, quando i carri armati di Putin sono entrati in Ucraina, Putin ci ha tagliato le forniture di gas, e in cambio abbiamo ridotto sostanzialmente la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi in tempi record. Le nostre importazioni di gas dalla Russia sono diminuite di circa il 75%. E ora importiamo dalla Russia solo il 3% del nostro petrolio e niente carbone. Ma la libertà ha avuto un prezzo. Le famiglie e le aziende hanno visto costi energetici alle stelle e le bollette per molti devono ancora scendere. Ora, la nostra competitività dipende dal ritorno a prezzi dell’energia bassi e stabili. L’energia pulita è la risposta a medio termine, perché è economica, crea buoni posti di lavoro in patria e rafforza la nostra indipendenza energetica. Già oggi, l’Europa genera più elettricità da vento e sole che da tutti i combustibili fossili messi insieme. Ma abbiamo ancora del lavoro da fare per trasmettere questi benefici alle aziende e alle persone.

Non solo dobbiamo continuare a diversificare le nostre forniture energetiche ed espandere le fonti di generazione pulite da fonti rinnovabili e, in alcuni paesi, anche dal nucleare. Dovremo investire in tecnologie di energia pulita di prossima generazione, come la fusione, la geotermia potenziata e le batterie allo stato solido. Dobbiamo anche mobilitare più capitale privato per modernizzare le nostre reti elettriche e le infrastrutture di stoccaggio. Dobbiamo rimuovere qualsiasi barriera residua alla nostra Unione energetica. E dobbiamo collegare meglio i nostri sistemi energetici puliti e a basse emissioni di carbonio. Tutto questo farà parte di un nuovo piano che presenteremo a febbraio. È tempo di completare la nostra Unione anche sull’energia, in modo che l’energia pulita possa circolare liberamente nel nostro continente e abbassare i prezzi per tutti gli europei. I prossimi anni saranno vitali ben oltre l’Europa. Tutti i continenti dovranno accelerare la transizione verso zero emissioni nette e affrontare il crescente peso del cambiamento climatico. Il suo impatto è impossibile da ignorare. Ondate di calore in tutta l’Asia. Inondazioni dal Brasile all’Indonesia, dall’Africa all’Europa. Incendi in Canada, Grecia e California. Uragani negli Stati Uniti e nei Caraibi. Il cambiamento climatico è ancora in cima all’agenda globale. Dalla decarbonizzazione alle soluzioni basate sulla natura. Dalla creazione di un’economia circolare allo sviluppo di crediti per la natura. L’accordo di Parigi continua a essere la migliore speranza di tutta l’umanità. Quindi l’Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale. Allo stesso modo, tutti i continenti dovranno cogliere le opportunità dell’intelligenza artificiale e gestirne i rischi. In sfide come queste, non siamo in una corsa l’uno contro l’altro, ma in una corsa contro il tempo. Anche in un momento di dura competizione, dobbiamo unire le forze. E l’Europa continuerà a cercare la cooperazione, non solo con i nostri amici di lunga data che la pensano come noi, ma con qualsiasi paese con cui condividiamo interessi. Il nostro messaggio al mondo è semplice: se ci sono vantaggi reciproci in vista, siamo pronti a impegnarci con voi. Se volete aggiornare le vostre industrie di tecnologie pulite, se volete potenziare la vostra infrastruttura digitale, l’Europa è aperta agli affari.

E mentre la competizione tra grandi potenze si intensifica, vedo un crescente desiderio in tutto il mondo di impegnarsi più da vicino con noi. Solo negli ultimi due mesi, abbiamo concluso nuove partnership con Svizzera, Mercosur e Messico. Ciò significa che 400 milioni di latinoamericani saranno presto impegnati in una partnership privilegiata con l’Europa. Questi accordi sono stati in fase di elaborazione per anni, se non decenni. Quindi, perché stanno accadendo tutti oggi? Non è solo perché l’Europa è un mercato ampio e attraente. Ma perché con l’Europa, quello che vedi è quello che ottieni. Noi rispettiamo le regole. I nostri accordi non hanno vincoli nascosti. E mentre altri sono interessati solo a esportare ed estrarre, noi vogliamo vedere le industrie locali prosperare nei paesi partner. Perché questo è anche nel nostro interesse. È il modo in cui diversifichiamo le nostre catene di fornitura. Ed è per questo che l’offerta dell’Europa è così attraente, in tutto il mondo. Dai nostri vicini in Africa, che stanno lavorando con noi per sviluppare catene del valore locali di tecnologie pulite e combustibili puliti alla vasta regione Asia-Pacifico. Quindi, il primo viaggio della mia nuova Commissione sarà in India. Insieme al Primo Ministro Modi vogliamo potenziare la partnership strategica con il paese e la democrazia più grandi del mondo. Credo che dovremmo anche impegnarci per ottenere vantaggi reciproci nel nostro dialogo con la Cina. Quando la Cina è entrata a far parte dell’OMC 25 anni fa, l’impatto delle crescenti esportazioni cinesi è stato chiamato ‘shock cinese’. Oggi, alcuni parlano di un secondo shock cinese, a causa della sovracapacità sponsorizzata dallo Stato. Ovviamente dobbiamo rispondere a questo. Misure commerciali difensive vengono adottate in tutto il mondo, anche nel Sud del mondo, come risposta alle distorsioni del mercato cinese. Questo è anche il motivo per cui l’Europa ha adottato misure, ad esempio sulle auto elettriche. Allo stesso tempo, ho sempre sottolineato che siamo pronti a continuare le nostre discussioni. E continueremo a ridurre i rischi della nostra economia. Molti credono, anche in Cina, che sarebbe nell’interesse a lungo termine della Cina gestire in modo più responsabile i suoi squilibri economici. Questa è anche la nostra opinione. E credo che dobbiamo impegnarci in modo costruttivo con la Cina, per trovare soluzioni nel nostro reciproco interesse. Il 2025 segna 50 anni di relazioni diplomatiche della nostra Unione con la Cina. Lo vedo come un’opportunità per impegnarci e approfondire il nostro rapporto con la Cina e, ove possibile, anche per espandere i nostri legami commerciali e di investimento. È tempo di perseguire un rapporto più equilibrato con la Cina, in uno spirito di equità e reciprocità.

Questo nuovo impegno con i paesi di tutto il mondo non è solo una necessità economica, ma un messaggio al mondo. È la risposta dell’Europa alla crescente concorrenza globale. Vogliamo una maggiore cooperazione con tutti coloro che sono aperti a questo. E questo ovviamente include i nostri partner più stretti. Penso, ovviamente, agli Stati Uniti d’America. Nessun’altra economia al mondo è integrata come la nostra. Le aziende europee negli Stati Uniti impiegano 3,5 milioni di americani. E un altro milione di posti di lavoro americani dipendono direttamente dal commercio con l’Europa. Intere catene di fornitura si estendono su entrambe le sponde dell’Atlantico. Ad esempio, un aereo americano è costruito con sistemi di controllo e fibre di carbonio provenienti dall’Europa. E i medicinali americani sono realizzati con sostanze chimiche e strumenti di laboratorio che provengono dalla nostra parte dell’Atlantico. Allo stesso tempo, l’Europa importa il doppio dei servizi digitali dagli Stati Uniti rispetto all’intera Asia-Pacifico. Di tutte le attività americane all’estero, due terzi si trovano in Europa. E gli Stati Uniti forniscono oltre il 50% del nostro GNL. Il volume degli scambi tra noi è di 1,5 trilioni di euro, che rappresentano il 30% del commercio globale. C’è molto in gioco per entrambe le parti. Quindi la nostra prima priorità sarà impegnarci in anticipo, discutere interessi comuni.

I Duran Duran in Italia, a giugno Circo Massimo e Ippodromo San Siro

Roma, 21 gen. (askanews) – A 40 anni dalla loro prima storica esibizione in Italia, nel 1985 al Festival di Sanremo con “The Wild Boys”, la leggendaria rock band britannica Duran Duran tornano nel Bel Paese per infiammare il palco del Circo Massimo di Roma domenica 15 e lunedì 16 giugno 2025 per due show indimenticabili. A seguire, il 20 giugno, illumineranno gli I-Days Milano 2025 all’Ippodromo Snai San Siro.

Inseriti nella Rock & Roll Hall of Fame nel 2022, i Duran Duran hanno venduto più di 100 milioni di dischi in tutto il mondo durante una carriera di quattro decenni. Con 18 singoli in classifica negli Stati Uniti, 21 successi nella Top 20 del Regno Unito e ripetuti successi nelle classifiche italiane, tra cui il loro ultimo album in studio, la band si è affermata come uno dei gruppi più influenti e duraturi nella storia della musica. Hanno anche scritto l’unico tema di James Bond che ha raggiunto la prima posizione in tutto il mondo e hanno collaborato con alcune delle menti creative di maggiore spicco in ambito musicale, cinematografico e televisivo, tra cui David Lynch, che ha diretto uno dei loro film concerto di maggior successo. Tra i loro numerosi riconoscimenti figurano otto premi alla carriera e un’ambita stella sulla Hollywood Walk of Fame.

Formatisi a Birmingham nel 1978, i Duran Duran – guidati dal carismatico cantante Simon Le Bon, affiancato dal tastierista Nick Rhodes, dal bassista John Taylor e dal batterista Roger Taylor – dopo decenni di carriera sono ancora all’avanguardia e affascinano il pubblico di tutto il mondo con la loro creatività ed energia senza pari.

Il loro album del 2021, “Future Past”, ha ricevuto un ampio consenso da parte della critica, compresi gli elogi di Rolling Stone. Nel 2023, la band ha pubblicato il suo 16esimo album in studio, Danse Macabre (uscito il 27 ottobre 2023 via BMG e ripubblicato in versione deluxe a ottobre 2024), una raccolta dinamica di nuove canzoni, versioni rivisitate di successi iconici e audaci cover.

In vista dei due show italiani al Circo Massimo di Roma, i fan possono aspettarsi una scaletta ricca di successi leggendari della band, tra cui “Girls on Film”, “The Wild Boys”, “The Reflex”, “Ordinary World”, “Come Undone” e “Rio”.

I biglietti sono disponibili in vendita generale dal 24 gennaio alle 10 su www.vivoconcerti.com, Ticketmaster, Ticketone e Vivaticket e in tutti i punti vendita autorizzati a partire dal 29 gennaio alle 10. Le prevendite esclusive iniziano mercoledì 22 gennaio alle 10 per i membri della community VIP dei Duran Duran. Il 23 gennaio alle 10 su MyLiveNation seguirà la prevendita di Live Nation.

Giovanni Amoroso eletto nuovo presidente della Corte costituzionale

Roma, 21 gen. (askanews) – Giovanni Amoroso è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Amoroso, che prende il posto di Augusto Barbera, il cui mandato è scaduto il 21 dicembre scorso, è stato eletto all’unanimità. Sono stati nominati vice presidenti Francesco Viganò e Luca Antonini.

Amoroso è giudice della Consulta dal 26 ottobre del 2017 e dal 21 dicembre scorso ha ricoperto l’incarico di presidente facente funzioni. Amoroso, 75 anni, nato a Mercato Sanseverino (Salerno) il 30 marzo 1949, è entrato in magistratura nel marzo 1975 (collocato al secondo posto della graduatoria finale); ha svolto le funzioni di pretore penale presso la pretura di Bergamo (1976-1980) e di pretore del lavoro presso la pretura di Roma (1980-1984).

Nel 1984 è stato assegnato all’Ufficio del Massimario della Corte di cassazione, dapprima come magistrato di tribunale (1984-1989) e poi come magistrato d’appello (1996-2000), venendo applicato alla Sezione Lavoro e partecipando ai collegi come relatore e poi estensore delle pronunce adottate.

Nel periodo 1986-1989 è stato altresì applicato al Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione, tenendo anche corsi di apprendimento del sistema Italgiure delle banche dati della Corte.

Dal 1990 al 1996 è stato collocato fuori ruolo della magistratura in quanto assistente di studio a tempo pieno del giudice costituzionale Renato Granata. Successivamente – rientrato in ruolo come magistrato d’appello applicato all’Ufficio del Massimario della Corte di cassazione – ha proseguito dal 1996 al 1999 come assistente di studio a tempo parziale del giudice costituzionale Renato Granata, eletto presidente della Corte.

In seguito, dal 1999 al 2008, rimanendo in ruolo come magistrato della Corte di cassazione, è stato assistente di studio del giudice costituzionale e poi presidente Franco Bile. Nominato consigliere di cassazione nel 2000, è stato dapprima assegnato alla Terza Sezione penale della Corte di cassazione con applicazione alla Sezione Lavoro e successivamente a quest’ultima con applicazione alla Terza Sezione penale, svolgendo sempre contemporaneamente funzioni di legittimità sia nel settore civile che in quello penale.

Conseguita l’idoneità alle funzioni direttive superiori, dal marzo 2006 è stato assegnato anche alle Sezioni Unite civili della Corte di cassazione come consigliere e poi come Presidente di sezione.

Nel febbraio del 2013 è stato nominato direttore aggiunto dell’Ufficio del Massimario della Corte e successivamente direttore dello stesso Ufficio. Nel febbraio del 2015 è stato nominato presidente di sezione della Corte e assegnato alla Sezione Lavoro.

Nel giugno del 2015 è stato destinato anche alle Sezioni Unite civili come presidente di sezione non titolare, venendo altresì designato come coordinatore delle Sezioni Unite civili. Eletto giudice costituzionale dalla Corte di Cassazione il 26 ottobre 2017, ha giurato il 13 novembre 2017.

Canale di Panama: per Trump tassello cruciale nella lotta alla Cina

Roma, 21 gen. (askanews) – Si è molto parlato nelle ultime settimane delle ambizioni territoriali del nuovo presidente Usa Donald Trump rispetto la Groenlandia, il Canada e altrove. Ma, nel giorno stesso del suo insediamento, la dichiarazione più forte, per quanto riguarda le mire espansionistiche, sembra essere quella sul Canale di Panama, che ha una rilevanza strategica diretta e consistente dal punto di vista di Washington, anche alla luce della forte influenza che la Cina è riuscita a creare sui vertici dello stato panamense.

“Siamo stati trattati molto male con questo regalo insensato che non avrebbe mai dovuto essere fatto. La promessa che Panama ci aveva fatto non è stata mantenuta”, ha affermato Trump, sottolineando che le navi americane sono “gravemente sovrattassate”. E soprattutto – ha detto ancora il neopresidente – “la Cina sfrutta il Canale di Panama, e noi non l’abbiamo dato alla Cina, lo abbiamo dato a Panama. E ce lo riprenderemo”.

Il presidente di Panama José Raul Mulino ha immediatamente replicato che “il canale appartiene e continuerà ad appartenere a Panama”.

La vicenda storica del Canale di Panama è particolarmente intricata. Dopo negoziati falliti con la Colombia, gli Stati uniti sostennero l’indipendenza di Panama nel 1903, con il presidente Theodore Roosevelt che utilizzò la “diplomazia delle cannoniere” per dissuadere i colombiani. In cambio del sostegno militare e del riconoscimento degli Stati uniti, il trattato Hay-Bunau-Varilla concesse agli Stati Uniti il controllo perpetuo di una zona larga dieci miglia per dieci milioni di dollari e un canone annuale di 250.000 dollari. Tuttavia, questo accordo politico del 1903 generò un profondo risentimento per le percepite violazioni della sovranità di Panama. Nel 1920 il Canale fu inaugurato.

Nel 1977, il presidente Jimmy Carter, morto questo mese, promosse i trattati Torrijos-Carter per rafforzare i rapporti tra Stati uniti e Panama. Questi prevedevano il trasferimento del canale entro il 2000 e la garanzia della sua neutralità permanente. Panama assunse il controllo del canale il 31 dicembre 1999.

Il Canale di Panama è fondamentale per il commercio globale, perché rappresenta sostanzialmente uno snodo obbligato per gli scambi tra l’Asia e i porti orientali degli Stati uniti e delle Americhe. Parliamo di un cruciale collegamento marittimo tra l’Atlantico e il Pacifico. Le alternative, come il trasporto via terra o la navigazione attraverso Capo Horn, aggiungono distanza, costi e impatti ambientali significativi, mentre le rotte artiche sono stagionali e geopoliticamente complesse. Per questo motivo, il suo controllo rappresenta un atout strategico per gli Stati uniti, come per qualsiasi potenza voglia svolgere un ruolo chiave negli scambi internazionali.

Pechino ha lavorato con intensità e con una notevole profusione di fondi per aumentare la sua influenza su Panama City, promettendo infrastrutture importanti. Il suo sforzo ha avuto successo, tanto che nel 2017 Panama ha tagliato i suoi rapporti con Taiwan, riconoscendo la Cina popolare come unica Cina. E nel 2018 Panama è diventato il primo paese latino-americano a firmare l’Iniziativa Belt and Road, promossa dal presidente Xi Jinping e vista dagli Stati uniti come una minaccia geopolitica alla sua influenza. Inoltre, nel 2018 Xi è stato il primo presidente cinese a recarsi nel paese.

Per quanto riguarda più specificamente il Canale di Panama, è una compagnia cinese – CK Hutchison Holdings con sede a Hong Kong – a gestire i porti alle estremità del canale, sollevando preoccupazioni su infrastrutture a doppio uso e sulle manovre strategiche cinesi, che ha rapporti sempre più stretti con l’America latina, vista dagli Usa da sempre come il “cortile di casa”. Recentemente, inoltre, una società cinese ha ottenuto un contratto da quasi un miliardo e mezzo di dollari per costruire il quarto ponte sul canale. Oggi Panama ha annunciato di aver avviato un audit sulla Panama Ports Company, che è controllata da Hutchinson. “Oggi, i nostri revisori sono arrivati alla Panama Ports Company per avviare un audit completo volto a garantire l’uso efficiente e trasparente delle risorse pubbliche”, ha affermato l’ufficio del Comptroller su X. Potrebbe ripetersi quanto accaduto nel 2021, quando un audit revocò alla società cinese Landbridge un contratto per la costruzione di un gigantesco porto container.

Gli Stati uniti esercitano una significativa leva economica su Panama. Come principale utilizzatore del canale e maggiore investitore diretto estero di Panama, con 3,8 miliardi di dollari annui, Washington può influenzare le decisioni panamensi. Tuttavia, la Cina offre alternative di investimento concorrenziali con gli Stati uniti.

Le tariffe di transito, calcolate con una formula universale, sono aumentate negli ultimi anni, in parte a causa della siccità del 2023 e dell’inizio del 2024, che ha limitato il numero di navi in transito. Le autorità hanno aumentato le tariffe per compensare la perdita di entrate dovute alle restrizioni.

Trump, da questo punto di vista, sembra aver deciso di assumere una posizione molto assertiva con due possibili obiettivi: ricontrattare le tariffe di passaggio o addirittura rimettere direttamente le mani sul Canale. Recentemente ha detto che i trattati sul Canale rappresentano una “parte cattiva” dell’eredità di Carter. Ritiene che Panama stia violando gli accordi sia in termini di tariffe di transito, per quali Panama si era impegnata a mantenere livelli “giusti, ragionevoli, equi e conformi al diritto”; sia in termini di neutralità del canale sul passaggio di navi militari, perché il controllo cinese potrebbe rendere improbabile che questa clausola sia rispettata.

Hamas rilascerà altre 4 donne ostaggio sabato

Roma, 21 gen. (askanews) – L’esponente di Hamas Taher al Nunu ha riferito all’Afp che sabato saranno liberate altre quattro donne israeliane ancora in ostaggio a Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco siglato con Israele.

Nunu ha affermato che Hamas rilascerà “quattro detenute israeliane in cambio” di un secondo gruppo di prigionieri palestinesi. L’esponente di Hamas non ha fornito i nomi.

Ci sono sette ostaggi donne rimanenti dalla lista originale di 33 da rilasciare nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco: Arbel Yehud, 29 anni; Shiri Silberman Bibas, 33 anni; Liri Albag, 19 anni; Karina Ariev, 20 anni; Agam Berger, 21 anni; Danielle Gilboa, 20 anni e Naama Levy, 20.

Panama avvia audit con operatore Ong Kong per il canale

Roma, 21 gen. (askanews) – L’ufficio del Comptroller General di Panama ha dichiarato martedì di aver avviato un audit con una società con sede a Hong Kong che gestisce porti adiacenti al Canale di Panama dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito la sua intenzione di riprendere il controllo del canale che ritiene sia caduto sotto l’influenza cinese.

“Oggi, i nostri revisori sono arrivati alla Panama Ports Company per avviare un audit completo volto a garantire l’uso efficiente e trasparente delle risorse pubbliche”, ha affermato l’ufficio del Comptroller su X.

Il Financial Times ha riferito in precedenza che è in corso un’indagine sulla Hutchison Ports con sede a Hong Kong, che gestisce la Panama Ports Company. La società gestisce 53 porti in 24 paesi, tra cui Regno Unito e Germania, e controlla i porti su entrambe le estremità del Canale di Panama, secondo il rapporto.

Trump ha detto nel suo discorso inaugurale che Washington intendeva riprendere il controllo del Canale di Panama, che ha detto essere stato consegnato a Panama, ma che ora è caduto sotto l’influenza cinese. Ha anche accusato Panama di trattare ingiustamente le navi statunitensi, comprese le navi militari, poiché gli Stati Uniti presumibilmente affrontano tariffe eccessive per l’utilizzo del canale.

Il Canale di Panama è una via d’acqua artificiale a Panama che collega il Mar dei Caraibi con l’Oceano Pacifico. Riduce notevolmente il tempo di viaggio delle navi tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico, fungendo da una delle principali vie d’acqua di trasporto internazionali.

Rutte plaude Rubio dopo la difesa della Nato al Senato Usa: lavorare insieme

Milano, 21 gen. (askanews) – “Congratulazioni sincere a Marco Rubio per la sua conferma a Segretario di Stato! Mentre affrontiamo sfide globali senza precedenti, è essenziale lavorare insieme: sfide condivise significano responsabilità condivise”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, a poche ore dal giuramento di Donald Trump.

“Gli Stati Uniti possono contare sui loro alleati nella NATO per intensificare gli sforzi e fare di più” ha aggiunto.

Il Senato Usa ha votato per confermare Marco Rubio come segretario di Stato del presidente Donald Trump, il primo funzionario di alto livello del gabinetto della nuova amministrazione ad essere approvato dalla Camera.

Il voto di conferma ha avuto luogo solo poche ore dopo che Trump aveva prestato giuramento come presidente. Il voto bipartisan schiacciante è stato di 99 a 0, senza che nessun senatore abbia votato contro la nomina.

La nomina di Rubio è stata accolta calorosamente da molti senatori democratici. Durante la sua udienza di conferma, la senatrice del New Hampshire Jeanne Shaheen, la principale democratica del Senate Foreign Relations Committee, ha definito Rubio “ben qualificato per servire come segretario di Stato”.

Rispondendo alle domande dei senatori, Rubio ha espresso il suo sostegno alla Nato, nonché a una legge bipartisan da lui co-sponsorizzata, che stabilisce che gli Stati Uniti non possono ritirarsi dall’alleanza senza l’approvazione del Senato o un atto del Congresso. Per Rubio, l’organizzazione di sicurezza che ha compiuto 75 anni nel 2024 e che Trump ha ripetutamente criticato, è un'”alleanza molto importante”. Tuttavia Rubio ha appoggiato la visione di Trump secondo cui alcuni alleati europei dovrebbero contribuire di più alla loro difesa collettiva, aggiungendo che gli Stati Uniti devono decidere se vogliono “un ruolo di difesa primario” o essere un “backstop” contro l’aggressione.

Rutte plaude Rubio dopo difesa Nato in Senato Usa: lavorare insieme

Milano, 21 gen. (askanews) – “Congratulazioni sincere a Marco Rubio per la sua conferma a Segretario di Stato! Mentre affrontiamo sfide globali senza precedenti, è essenziale lavorare insieme: sfide condivise significano responsabilità condivise”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, a poche ore dal giuramento di Donald Trump.

“Gli Stati Uniti possono contare sui loro alleati nella NATO per intensificare gli sforzi e fare di più” ha aggiunto.

Il Senato Usa ha votato per confermare Marco Rubio come segretario di Stato del presidente Donald Trump, il primo funzionario di alto livello del gabinetto della nuova amministrazione ad essere approvato dalla Camera.

Il voto di conferma ha avuto luogo solo poche ore dopo che Trump aveva prestato giuramento come presidente. Il voto bipartisan schiacciante è stato di 99 a 0, senza che nessun senatore abbia votato contro la nomina.

La nomina di Rubio è stata accolta calorosamente da molti senatori democratici. Durante la sua udienza di conferma, la senatrice del New Hampshire Jeanne Shaheen, la principale democratica del Senate Foreign Relations Committee, ha definito Rubio “ben qualificato per servire come segretario di Stato”.

Rispondendo alle domande dei senatori, Rubio ha espresso il suo sostegno alla Nato, nonché a una legge bipartisan da lui co-sponsorizzata, che stabilisce che gli Stati Uniti non possono ritirarsi dall’alleanza senza l’approvazione del Senato o un atto del Congresso. Per Rubio, l’organizzazione di sicurezza che ha compiuto 75 anni nel 2024 e che Trump ha ripetutamente criticato, è un'”alleanza molto importante”. Tuttavia Rubio ha appoggiato la visione di Trump secondo cui alcuni alleati europei dovrebbero contribuire di più alla loro difesa collettiva, aggiungendo che gli Stati Uniti devono decidere se vogliono “un ruolo di difesa primario” o essere un “backstop” contro l’aggressione.

Tennis, questa notte Sonego alle 4.30, Sinner domani alle 9.30

Roma, 21 gen. (askanews) – Da mercoledì alle 4.30 la Rod Laver Arena si tingerà d’azzurro per i quarti di finale degli Australian Open. Prima Lorenzo Sonego, poi Jannik Sinner: un doppio impegno con una possibile, storica, semifinale tutta italiana all’orizzonte. Il primo a scendere in campo sarà Sonego che giocherà non prima delle 4.30 italiane con Ben Shelton, n. 21 del seeding. Bilancio in parità nei due precedenti, con l’americano che ha vinto l’unica sfida su cemento a Cincinnati 2022. Sinner, invece, aprirà la sessione serale alle 9.30 contro Alex De Minaur. Jannik insegue la quinta semifinale Slam in carriera e per raggiungerla dovrà battere “demon” per la 10^ volta in altrettanti precedenti. Se entrambi dovessero vincere si ritroverebbero contro in semifinale.

Piogge frequenti e temperature sù: a fine gennaio clima autunnale

Milano, 21 gen. (askanews) – Ultimi 10 giorni di gennaio con frequenti piogge e con temperature sopra la media del periodo: sembrerà di essere in autunno. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma lo scenario dei prossimi giorni riassumendolo in una parola: autunno. Dopo il passaggio del ciclone nordafricano, in risalita dalla Tunisia fino al Piemonte, entreranno in scena le perturbazioni nord atlantiche con un graduale miglioramento del meteo al Sud. Ciò nonostante, nelle prossime ore correnti umide da ovest causeranno ancora qualche pioggia sul versante tirrenico, specie tra Campania e Calabria;ci saranno deboli residue precipitazioni, nevose oltre i 1.000 metri, anche sul Triveneto poi il tempo cambierà in modo più significativo.

Da mercoledì una perturbazione centrata sull’oceanico arcipelago delle Azzorre (ha soppiantato da alcuni giorni il famoso Anticiclone delle Azzorre) raggiungerà l’Italia e porterà piogge al Nord fino a giovedì, con fenomeni in estensione anche a Toscana, Umbria e Alto Lazio; nel contempo, le temperature tenderanno ad aumentare soprattutto al Sud e sulla fascia adriatica con picchi di 18°C al Centro e 21-23°C al meridione.

In sintesi, da metà settimana sembrerà di essere in Autunno: il Nord e parte del Centro risulteranno piovosi (neve sulle Alpi oltre i 1400 metri e solo sulle cime più alte degli Appennini) mentre il Sud si colorerà con toni quasi primaverili; dal punto di vista termico, infatti, i modelli meteo sub stagionali prevedono valori sopramedia fino a fine gennaio con picchi anche di 8-10°C oltre i valori tipici del mese.

E’ in arrivo, dunque, un altro periodo mite e grigio: dimentichiamoci le pungenti, terse, azzurre giornate sottozero al Nord, il frizzante risveglio di un’alba ghiacciata; sempre più spesso in Italia ‘l’Inverno resta Autunno’.In tendenza, non si escludono comunque dei momenti asciutti anche al Centro-Nord: si prevedono due giornate, venerdì e sabato, piuttosto buone e soleggiate anche se, da domenica, un nuovo fronte atlantico dovrebbe raggiungere l’Italia. In tal caso, gli ombrelli tornerebbero ad aprirsi sempre sulle stesse zone, settentrione e medio versante tirrenico come avviene in Autunno e come, sempre più spesso, avviene anche nella ‘stagione bianca’ di una volta.

Tennis, Bolelli-Vavassori in semifinale di doppio all’Open d’Australia

Roma, 21 gen. (askanews) – Simone Bolelli e Andrea Vavassori tornano dopo un anno in semifinale all’Open d’Australia nel doppio. Gli azzurri, n. 3 del seeding, hanno battuto in due set i portoghesi Nuno Borges e Francisco Cabral: 6-4, 7-6(4) il punteggio in un’ora e 39 minuti. Una partita impeccabile al servizio da parte degli azzurri, decisa da un solo break nel terzo gioco del primo set. Poi, nel secondo parziale, Simone e Andrea hanno chiuso al tiebreak, girato con il mini break nel nono punto grazie a un passante di Bolelli. Bolelli e Vavassori torneranno in campo giovedì per la semifinale contro lo svedese Andre Goransson e l’olandese Sem Verbeek che, a sorpresa, hanno eliminato i n. 1 del seeding Arevalo/Pavic in tre set.

Il leader della Siria: Trump porti la pace in Medio Oriente

Roma, 21 gen. (askanews) – Donald Trump sia il leader “in grado di portare pace in Medio Oriente”. Lo ha auspicato il nuovo leader siriano Ahmad al Sharaa (al Jolani) in una nota pubblicata dall’agenzia di stampa ufficiale di Damasco Sana.

“A nome della leadership e del popolo della Repubblica araba siriana, porgo le mie congratulazioni al signor Donald J. Trump per la sua investitura come 47mo Presidente degli Stati uniti d’America. La sua elezione è una testimonianza della fiducia riposta nella sua leadership dal popolo americano”, si legge nella nota. “L’ultimo decennio ha portato immense sofferenze alla Siria, con il conflitto che ha devastato la nostra nazione e destabilizzato la regione. Siamo fiduciosi che egli sia il leader in grado di portare pace in Medio Oriente e di ripristinare la stabilità nella regione”, continua.

“Speriamo – ha proseguito – di migliorare le relazioni tra i nostri due paesi, basandoci sul dialogo e sulla comprensione reciproca. Abbiamo fiducia che, con questa amministrazione, gli Stati Uniti e la Siria coglieranno l’opportunità di formare una partnership che rifletta le aspirazioni di entrambe le nazioni”.

“Il Canale di Panama è nostro”, così Mulino a Trump.

La prima risposta alle controverse dichiarazioni di Donald Trump è arrivata dal presidente di Panama, José Raul Mulino, attraverso il social network X (di proprietà di Elon Musk). Mulino ha respinto con fermezza le parole del neopresidente statunitense, che ha promesso di “riprendere il controllo del Canale di Panama”, sostenendo che la Cina ne avrebbe assunto la gestione.

“A nome della Repubblica di Panama e della sua popolazione, respingo in modo assoluto le dichiarazioni del presidente Donald Trump riguardo a Panama e al suo canale (…) Il canale è e rimarrà di Panama”, ha dichiarato Mulino, ribadendo una posizione chiara e inequivocabile.

Il messaggio su X segue il discorso alla nazione del 22 dicembre scorso, in cui Mulino aveva sottolineato che “il Canale di Panama è e continuerà a essere sotto il controllo panamense, con pieno rispetto per la sua neutralità permanente”.

 

La storia del Canale: una sovranità conquistata

Panama ha ufficialmente recuperato la sovranità sul Canale il 31 dicembre 1999, in base al trattato Torrijos-Carter firmato il 7 settembre 1977 dai presidenti James Carter e Omar Torrijos. Questo storico accordo ha segnato la fine di decenni di controllo statunitense sulla cruciale via marittima che collega l’Atlantico al Pacifico.

Mulino ha ricordato con orgoglio che il canale non è il frutto di una concessione esterna, ma il risultato di “lotte generazionali che si sono concluse con il ritorno della sovranità nel 1999”. Da allora, Panama ha gestito l’infrastruttura con competenza, espandendola e modernizzandola per servire il commercio globale, compresi gli stessi Stati Uniti.

Le accuse di Trump: il Canale sotto influenza cinese?

Nel suo discorso inaugurale alla Rotonda di Capitol Hill, Trump ha dichiarato che “la Cina sta gestendo il Canale di Panama” e ha promesso di riportarlo sotto controllo statunitense. Tuttavia, Mulino ha smentito categoricamente queste affermazioni, precisando che nessuna nazione al mondo interferisce nell’amministrazione del Canale, che rimane sotto il pieno controllo panamense.

“Per 25 anni, il Canale è stato gestito con responsabilità e indipendenza. Non c’è alcuna interferenza straniera, men che meno della Cina”, ha sottolineato Mulino.

Il futuro del Canale di Panama

L’orgoglio nazionale espresso da Mulino si lega a una visione più ampia: la difesa dell’autonomia di Panama e del suo ruolo strategico nel commercio globale. L’espansione del Canale ha rafforzato la posizione del Paese come hub marittimo internazionale, consolidando la neutralità e l’indipendenza che il trattato Torrijos-Carter aveva sancito.

In risposta alle pretese di Trump, il messaggio del presidente panamense è chiaro: la sovranità del Canale di Panama è intoccabile, e il suo futuro resta nelle mani di Panama.

Trump e il nuovo ‘destino manifesto’: cosa resta dell’America unita?

Al centro di una sterminata prateria svetta Columbia, la personificazione femminile degli Stati Uniti d’America. La donna in abito bianco e dai lunghi capelli biondi ha una stella sulla fronte, un libro scolastico in mano, il filo del telegrafo sotto il braccio. Sullo sfondo, verso oriente s’intravede una città portuale circondata da ponti e velieri. In primo piano, al centro, campeggiano invece i coloni americani che, sedotti e trascinati dalla donna imponente, trainano locomotive, guidano carovane, arano la terra. In breve, si spostano verso ovest. Dove i pellerossa fuggono o, nella migliore delle ipotesi, aprono la strada al «far west».

 

Il progresso secondo l’America

Era il 1872 quando il pittore prussiano John Gast decide di rappresentare così il progresso americano, da cui il titolo del quadro «American Progress», e di trasporre in modo allegorico il «destino manifesto», l’idea secondo cui gli Stati Uniti hanno l’eccezionale missione di espandersi, diffondendo libertà e democrazia. Oggi, a poche ore dalla cerimonia di inaugurazione della quarantasettesima presidenza statunitense guidata dal repubblicano Donald Trump, ci si domanda cosa resta del mito fondativo americano. E non per il presidente-eletto in sé o per gli inediti scenari internazionali, quanto per le tante anime di questo Paese emerse negli ultimi anni. Gli statunitensi sanno ancora andare, tutti, proprio come i coloni rappresentati da Gast, nella stessa direzione? E qual è la direzione? Cosa s’intende ora per «American progress»? La vittoria nella competizione tecnologica con la Cina, la corsa allo spazio, la tenuta del fronte interno? È ancora possibile mettere d’accordo un hillbilly dei monti Appalachi e imprenditore californiano, non tanto su economia e politica, ma su cosa dev’essere l’America?

 

Crisi d’identità

«Gli Stati Uniti si trovano davanti a una crisi di identità che ha tanto le sue radici quanto i suoi effetti nella società americana», esordisce Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica “Limes”, parlando ai media vaticani. «Se nella seconda metà del Novecento la classe lavoratrice e la piccola borghesia si consideravano elemento portante del sogno americano, oggi non è più così. Coloro che hanno sempre avuto centralità nella storia americana vivono una forte condizione di disagio sociale, sono spesso incapaci di dialogare e disinteressati ad abitare i classici spazi della vita comunitaria. Accusano notevoli differenze nei livelli di ricchezza con la classe ricca-dominante. Ritengono di essere stati dimenticati a favore delle minoranze, privilegiate dai fanatici del politicamente corretto e da élites tanto snob quanto arroganti, intente a occuparsi solo di giustizia climatica, diritti delle minoranze o pace nel mondo — senza avere molto successo —, dimenticandosi invece delle esigenze sociali. Ecco perché vedono in Donald Trump, ossia in colui che si propone come artefice del cambiamento, la soluzione. Con una particolarità, però. Se nel 2016 Trump aveva vinto principalmente grazie a lavoratori dal colletto bianco o blu, uomini, bianchi, disoccupati e operai, oggi a questi si sono aggiunti ispanici, neri, giovani laureati e donne dei sobborghi. Ciò significa che i trumpiani non sono solo i repubblicani».

 

Un’epidemia di solitudine

Secondo Marco Bardazzi, giornalista e scrittore esperto di Stati Uniti, questo allargamento dell’elettorato sta a significare che «gli americani hanno bocciato tanto l’establishment quanto le scelte dell’amministrazione Biden. Se ci si ferma ai meri dati economici, un cambiamento del genere appare ingiustificabile. L’immigrazione è ai dati più bassi dal 2020 e l’inflazione è stata contenuta. Ma questa non è la percezione degli americani. La maggior parte di loro crede di vivere peggio rispetto al passato, l’ormai decadente classe media vive una vera e propria epidemia di solitudine, che si traduce in un’esplosione di mortalità fuori controllo fatta di violenze, alcol, droga e suicidi. Un tempo, le comunità locali facevano da mediatrici fra il singolo e la collettività, mentre oggi fanno i conti con la scomparsa degli organi di informazione nei piccoli centri e con la profonda crisi delle Chiese protestanti. Il rischio è quindi pensare che le ultime elezioni americane siano state simili alle precedenti. Non è così. E, riprendendo le parole di Papa Francesco, credo che ci troviamo di fronte a “un cambiamento d’epoca”. Lo dimostrano i tanti inediti che non dobbiamo mai dimenticare: è la prima volta in cui un presidente torna alla Casa Bianca — ci fu un precedente, Grover Cleveland, rieletto nel 1893 ma in circostanze diverse —, è la prima volta in cui vince un condannato, in cui un candidato — peraltro un presidente in carica — si ritira, in cui uno dei due candidati viene aggredito con armi da fuoco».

 

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https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-01/usa-elezioni-presidente-trump-insediamento.html

Donne e istituzioni: un cammino tra diritti, sfide e conquiste.

Nel lento e lungo travaglio sul riequilibrio della rappresentanza femminile nelle istituzioni, è stata la Corte Costituzionale ad entrare per prima in contatto con le costruzioni di genere presenti nella società italiana. 

I suoi pronunciamenti hanno consentito l’applicazione di quel principio di eguaglianza sostanziale, sancito nel secondo comma dell’art. 3 della Costituzione, e tracciato un itinerario per il legislatore. 

Negli ultimi trent’anni, su questo tema, la Corte è intervenuta, significativamente, tre volte (le sentenze n. 422/1995, 49/2003 e 4/2010) eh ha indicato le misure necessarie per promuovere il raggiungimento della democrazia paritaria, il cui frutto sta nel bilanciamento tra la valorizzazione del principio di pari opportunità di genere e il non conflitto con gli altri principi costituzionali.

Altri pronunciamenti ci sono stati poi per quanto riguarda l’accesso delle donne alle carriere nella sfera pubblica. Senza possibilità di essere smentiti possiamo dire che la Corte ha colto e compiuto una vera e propria evoluzione della visione della differenza di genere svelando come l’insieme di tutti i suoi pronunciamenti siano stati paradigmatici della trasformazione della società nel suo complesso.

Soffermandoci sulla rappresentanza politica, due sono i provvedimenti di grande significato: la n.3/2001, che ha riscritto il titolo V della Costituzione, che prevede la promozione del principio delle pari opportunità nelle cariche elettive; e la legge n.1/2003, che modifica l’articolo 51 della Costituzione in materia di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive sancendo espressamente la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini. 

Altre norme sono state poi introdotte, volte a promuovere l’equilibrio di genere all’interno delle assemblee elettive a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Ultima fra tutte la legge n.165 del 2017 che prevede, tra l’altro, le cosiddette candidature alternate. Anche i partiti hanno introdotto altre norme per favorire questo tale riequilibrio.

Con le sue disposizioni la Costituzione afferma che non solo la donna è, per legge, uguale, in diritti, all’uomo, ma anche che, è dovere della Repubblica agire affinché questa uguaglianza sia in concreto e nel quotidiano attuata in ogni campo della vita sociale, economica e politica.

Ecco perché a noi donne ci sta a cuore la Costituzione. Ecco perché dobbiamo difendere la Repubblica: unica strada possibile per affermare, tra uguaglianza e differenza, la difficile cittadinanza delle donne.

Qualche dato aiuta… Alle elezioni politiche del 2022 su 6.345 candidati il 47 per cento erano donne. Le elette sono state 199, 70 donne al Senato e 129 alla Camera pari al 33 per cento circa dei parlamentari e per la prima volta negli ultimi vent’anni il numero di donne elette in parlamento si è ridotto sia in termini assoluti che in percentuale. Su questo dato pesa la riduzione dei seggi. 

Anche in Europa si registra una contrazione, il 38,5% dei membri del Parlamento sono donne, contro il 39,8% delle precedenti elezioni di giugno, che però è superiore alla media mondiale dei parlamenti nazionali e anche alla media UE dei singoli parlamenti nazionali. Per l’Italia, alle europee del 2024, sono state elette 29 donne su 76 seggi, pari circa al 38% del totale.

 

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Dibattito | Orvieto e Milano, tutto secondo copione. Adesso conteranno le scelte.

Forse l’unica che si deve preoccupare dopo i convegni organizzati da due correnti del Pd a Milano e a Orvieto è proprio la segretaria del Partito democratico. Quella Elly Schlein che, al di là di qualsiasi valutazione che si voglia dare, ha comunque rialzato il prestigio, il ruolo e soprattutto i consensi del partito. Perché, al di là delle chiacchiere e delle varie ed inevitabili ipocrisie, è di tutta evidenza che l’obiettivo politico delle iniziative delle due correnti cosiddette cattoliche e centriste è quella di mettere in difficoltà la leadership della Schelin ritenuta troppo esposta sul fronte della sinistra. Com’è altrettanto evidente che la vera posta in gioco resta quella di rafforzare il ruolo di queste correnti all’interno del principale partito della sinistra italiana che oggi esprime una chiara, netta e del tutto coerente strategia politica – in perfetta sintonia con il progetto della segreteria nazionale – radicale, massimalista e libertaria. Una doppia iniziativa che, comunque sia, è positiva per garantire la pluralità del Pd. Ma il tutto, comunque sia, avviene all’insegna di un copione noto e persino troppo collaudato per innescare novità significative nel campo della coalizione di sinistra e progressista.

Ma, al di là delle vicende interne al Pd, non possiamo però non ricordare che la presenza dei cattolici nel nostro paese non si esaurisce affatto con la corrente prodiana del Pd. Un’area che è sempre esistita già sin dai tempi della Dc ma che non può essere considerata come l’unica ed esclusiva esperienza dei cattolici impegnati in politica. Anche se, ieri come oggi, persiste la tentazione e il vizio di questa componente di ritenersi l’unica titolata – o meglio, la più titolata in virtù di non si sa quale legittimità politica, culturale e addirittura etica – a rappresentare i cattolici nell’agone poltico. Una componente storicamente molto attenta alle dinamiche del potere – come conferma, del resto, il curriculum e l’esperienza concrete di Romano Prodi – ma che, lo ripeto, non ha mai esaurito la complessità e la varietà dell’arcipelago cattolico italiano. Non è un caso, del

resto, che il cattolicesimo sociale e popolare siano sempre stati distinti e distanti rispetto a ciò che concretamente rappresentava la sinistra cattolica e tecnocratica e più accomodante nei confronti della sinistra comunista e post o ex comunista.

Ora, al di là di queste considerazioni antiche ma sempre attuali, si tratta d’ora in poi di capire come queste due correnti cosiddette cattoliche, centriste e riformiste riusciranno a condizionare e correggere il progetto politico complessivo del Pd a guida Schlein. È abbastanza evidente che, se il tutto non si riduce ad un fatto di organigrammi e di potere – esigenze sempre molto gettonate dalla sinistra cattolica prodiana e dalla sua storica cerchia – le due tendenze entreranno oggettivamente in conflitto. E cioè, se la sterzata a sinistra della Schlein sarà confermata nei programmi e nelle alleanze il centro nel Pd non potrà che essere una semplice appendice. Ben pagata forse nel potere interno ma politicamente irrilevante ed ininfluente. Com’è stato, del resto, sino ad oggi. Oppure, e al contrario, se dovesse prevalere una sterzata centrista del Pd non potrebbe, altrettanto oggettivamente, essere la Schlein l’esponente più indicato e coerente per guidare il nuovo corso.

Ecco perché, per fermarsi alle iniziative delle due correnti che si sono ritrovate a Milano e ad Orvieto, saranno solo i fatti politici concreti a dirci chi prevarrà tra le due opzioni. Al di là, appunto, delle chiacchiere e delle inevitabili ipocrisie che si trascinano dietro.

Trump firma una raffica di provvedimenti: ecco quali sono

Roma, 21 gen. (askanews) – Appena ritornato presidente degli Stati uniti, Donald Trump, come annunciato, ha firmato una serie di provvedimenti che danno forma al suo secondo mandato, stringendo sulle politiche migratorie, sulla protezione delle minoranze e graziando la maggior parte di coloro che sono stati accusati dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.

Ecco di seguito alcuni dei provvedimenti adottati da Trump: – Grazia per la maggior parte di coloro che sono stati accusati in relazione all’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021. Trump ha dichiarato che i suoi provvedimenti di grazia copriranno “circa 1.500 persone per un perdono completo”.

– Ordine esecutivo che ha esteso il termine per consentire alla società madre di TikTok di trovare un nuovo proprietario, altrimenti sarebbe stata vietata negli Stati Uniti.

– Annullamento di 78 ordini esecutivi dell’era Biden, tra cui un ordine esecutivo che obbligava le agenzie federali ad estendere le proibizioni sulla discriminazione sessuale; un ordine che richiedeva ai nominati del ramo esecutivo di firmare un impegno etico; un ordine che consentiva alle persone transgender di servire nell’esercito; e un ordine che vietava il rinnovo dei contratti con le prigioni private.

– Emergenza nazionale al confine meridionale, attivando l’uso di risorse e personale del Pentagono che saranno dispiegati e utilizzati per costruire il muro di confine. La sua amministrazione ha inoltre interrotto l’uso di un’app che consentiva ai migranti di notificare alla US Customs and Border Protection l’intenzione di entrare negli Stati uniti. Trump ha anche firmato un ordine che cerca di ridefinire il diritto di cittadinanza per nascita.

– Annuncio del ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il suo ordine afferma che l’OMS “continua a richiedere pagamenti ingiustamente onerosi” dagli Stati uniti.

– Blocco delle assunzioni dei dipendenti del governo federale attraverso il ramo esecutivo. Inoltre, ha formalmente istituito il nuovo Dipartimento per l’Efficienza del Governo come ente all’interno del governo federale attraverso un’azione esecutiva.

– Ordine esecutivo riguardante i nomi di monumenti e toponimi statunitensi, incluso il rinominare il Denali e il Golfo del Messico, una mossa che, secondo la sua Casa Bianca, “onorerà la grandezza americana.” – Nuovo ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi per la riduzione delle emissioni.

Trump ha firmato l’ordine esecutivo per uscire dall’accordo di Parigi sul clima

Roma, 21 gen. (askanews) – Il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per uscire dall’Accordo di Parigi sul clima del 2015, a cui gli Stati Uniti avevano aderito nuovamente nel 2021 dopo che già durante il suo primo mandato, nel 2017, Trump ne era uscito. Il presidente lo ha definito “ingiusto” e “unilaterale” nel suo discorso alla Capital One Arena di Washington.

Come riportano i media Usa, Trump ha firmato anche una lettera alle Nazioni Unite, in cui spiega i motivi del ritiro.

Auto, Acea: vendite Ue 2024 +0,8% a 10,6 mln, elettriche al 13,6%

Milano, 21 gen. (askanews) – Il mercato europeo dell’auto chiude il 2024 con immatricolazioni in leggero aumento dello 0,8% a circa 10,6 milioni di unità. Fra i mercati principali cresce la Spagna del +7,1%, mentre chiudono in calo Francia (-3,2%), Germania (-1%) e Italia (-0,5%). Nell’Europa allargata (Ue+Efta+UK) le vendite 2024 sono pari a 12,96 milioni di auto (+0,9%). Lo rende noto l’Acea, l’Associazione dei costruttori europei. A dicembre 2024, le immatricolazioni nell’Ue sono aumentate del +5,1%, trainate dalla Spagna (+28,8%), seguita dalla Francia (+1,5%). In calo calo Germania (-7,1%) e Italia (-4,9%).

Fra le alimentazioni, le elettriche (bev) chiudono il 2024 in calo del 5,9% a 1,45 milioni di auto (-10% a dicembre) ma si confermano la terza scelta più popolare con una quota di mercato del 13,6%, superando i diesel che scendono all’11,9% con vendite in calo dell’11,4% a 1,27 milioni di auto. A dicembre la quota di auto diesel è scesa sotto il 10%, al 9,8%. In calo anche le plug-in -6,8% a 759mila auto, pari a una quota 2024 del 7,1%.

Le auto a benzina mantengono il primato con una quota di mercato del 33,3% a fronte di un calo delle vendite del -4,8% a 3,5 milioni di auto. In crescita le ibride elettriche che rafforzano la seconda posizione, con una quota di mercato del 30,9% e vendite in aumento del 21% a 3,29 milioni.

Fra i gruppi auto, Volkswagen chiude il 2024 con vendite in aumento del +3,2% a 2,84 milioni di auto (+5,9% a dicembre) e una quota del 26,7%. Fra i brand male Audi, con vendite in calo del -9,4% a 517mila auto.

Stellantis registra un calo delle vendite 2024 del -7,2% a 1,74 milioni di auto (-7,3% a dicembre) con una quota del 16,4%. Fra i brand stabile Peugeot (-0,3% a 565mila auto), perdite contenute per Jeep (-1% a 119mila) e Citroen (-2,6% a 325mila), seguite da Opel (-5,6% a 330mila). Cali più marcati per Fiat (-20,8% a 285mila auto), Alfa Romeo (-9,8% a 42mila), DS (-20% a 36mila) e Lancia (-27,2% a 32mila).

Renault chiude in terza posizione con vendite in aumento dell’1,9% a 1,2 milioni di auto. Al quarto posto si classifica Toyota con vendite in aumento del 17,5% a 856mila auto e una quota dell’8,1%. A seguire Hyundai (-5,8% a 834mila auto), Bmw (-0,6% a 718mila auto) e Mercedes (-2,6% a 571mila). In calo Ford -13,7% a 309mila auto, Tesla -13,1% a 243mila auto, Jaguar Land Rover (-8,3%) e Mazda (-5,3%). Stabile Nissan (+1,4% a 199mila auto).

In decisa crescita Volvo (+28% a 282mila auto, quota del 2,7%), la cinese Saic con il brand MG (+6,7% a 157mila unità, quota dell’1,5%), e le giapponesi Suzuki (+12%), Mitsubishi (+43%) e Honda (+21,5%).

Crosetto: con Meloni l’Italia in prima fila, ma Trump non far sconti

Roma, 20 gen. (askanews) – Nel giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, Crosetto plaude alla presenza della premier italiana, unica leader europea. “Non l’Italia a essere in prima fila, ma Giorgia Meloni che ha portato l’Italia in prima fila. Non sono abituato a dire una cosa di questo tipo, ma la credibilit che Giorgia Meloni ha acquisito in questi anni nel lavoro della sua vita che l’ha portata a essere in prima fila e quindi a portare oggi l’Italia in prima fila”. Lo ha detto a margine della cerimonia di assunzione di comando del generale Giovanni Maria Iannucci al Covi.

“Ma Trump non ci far sconti – ha aggiunto – non far sconti a quello che l’Italia si impegnata a portare in termini di difesa nelle sedi internazionali soprattutto nella Nato. Noi siamo pronti a farlo. Dobbiamo investire di pi – ha sottolineato – dobbiamo cambiare l’approccio che abbiamo avuto in questi anni, perch purtroppo potremmo non essere chiamati solo a fare missioni di pace nei prossimi anni, ma dovremmo anche raggiungere degli obiettivi misurabili come il 2% (di spese militari del Pil, ndr) fissato anni fa e ormai per quasi tutti i paesi della Nato non pi un punto di arrivo ma un punto di partenza”.

“Almeno al 2% – ha concluso – noi dovremmo arrivarci il prima possibile. Non una discussione politica, un impegno internazionale che hanno sottoscritto tutti i governi”.

Allarme dei commercialisti sul calendario fiscale 2025

Roma, 20 gen. – “I commercialisti italiani lanciano l’allarme per il calendario fiscale 2025. Le norme che entrano a regime sul concordato preventivo biennale con l’invio dell’adesione entro il 31 luglio oltre al nuovo termine per l’invio delle comunicazioni uniche al 31 di marzo per i lavoratori autonomi creeranno forti disagi a contribuenti e professionisti. Chiediamo al governo di rivedere queste scadenze che riteniamo insostenibili”. Queste le parole di Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, nel corso del convegno “L’anno che verr. La manovra finanziaria e la professione” che si svolto all’hotel Quirinale di Roma.

“E’ sicuramente positiva la previsione nel 2025 di una maggiore rateizzazione concessa ai debitori nei confronti dell’Erario per le cartelle esattoriali. Ma occorre mettere in campo – ha aggiunto Cuchel – una rottamazione quinques per far ritornare in bonis milioni di imprese che vogliono mettersi in regola con lo Stato. L’ipotesi di 120 rate uguali consentirebbe di avviare la ripresa economica del nostro tessuto imprenditoriale”.

Proprio Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della Commissione Attivit Produttive alla Camera dei Deputati, intervenendo alla tavola rotonda, ha evidenziato che “la Lega ha presentato la proposta di legge sulla rateizzazione ‘lunga’ di tutto il pregresso che riguarda tasse e contributi, cartelle esattoriali e avvisi bonari per piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti, ma anche dipendenti e pensionati. Prevede 120 rate mensili tutte uguali in dieci anni per sanare il pregresso. Questo permetterebbe non solo di ‘sanare’ il precedente, ma di pagare anche le tasse e i contributi correnti. Lo Stato potrebbe avere dei benefici sull’incasso annuale e soprattutto il sistema delle attivit economiche si tranquillizzerebbe. Non avremmo pi pignoramenti e blocchi dei conti correnti, situazioni che poi mettono in difficolt le imprese. Abbiamo anche inserito una norma per cui se si ritarda il pagamento di una rata non si decade dalla rateizzazione lunga. La manovra di bilancio, ovviamente, deve cercare di trovare l’equilibrio tra la tenuta dei conti pubblici e l’equilibrio dei mercati. Sicuramente questo risultato stato raggiunto perch lo spread tra i pi bassi degli ultimi dieci anni. Grande lavoro del ministro dell’economia Giorgetti che stato dichiarato il miglior ministro dell’economia d’Europa”.

Antonio Misiani, vice presidente della Commissione Bilancio del Senato, ha criticato il governo, sottolineando la necessit di una strategia per rilanciare lo sviluppo industriale, che sta rallentando da 22 mesi, e per affrontare le crescenti disuguaglianze in Italia. Ha inoltre evidenziato il taglio del 75% al fondo per l’automotive, chiedendo il suo ripristino. Un altro tema centrale il sistema sanitario nazionale, che, a suo parere, necessita di un rifinanziamento urgente, dato che milioni di italiani rinunciano alle cure per motivi economici.

Secondo Mario Turco, vicepresidente nazionale del M5s, invece, “la riforma fiscale completamente da riscrivere perch non semplifica gli adempimenti burocratici e non riduce la pressione fiscale in Italia. Oggi la ricchezza da tassare un’altra, la ricchezza da extraprofitti e la ricchezza dell’economia digitale la ricchezza che nei mercati finanziari alimentata dalla speculazione finanziaria. E’ qui che il governo poteva recuperare quei 35 miliardi che servono per fare una riforma fiscale reale con una visione basata sulla digitalizzazione aperta ai cittadini ma soprattutto ai professionisti. Questa la grande rivoluzione, spostare l’oggetto della tassazione. Quello che mancato in questa legge di bilancio – ha evidenziato il senatore pentastellato – il contrasto al carovita, il contrasto ai salari poveri. Abbiamo rilanciato la necessit di aumentare i salari, sta aumentando il costo dell’energia e il costo degli oneri finanziari sul debito delle imprese. L’Italia ai primi posti sull’onerosit dei prestiti abbiamo un margine rispetto agli altri Paesi europei del 15%. Il costo dell’energia e il costo del denaro ancora alto in Italia limiter la competitivit delle nostre imprese”. Dal canto suo il parlamentare di maggioranza, Andrea De Bertoldi, ha sottolineato che “il 2025 non sar un anno semplice a causa delle crisi internazionali. Servono politiche espansive perch l’unica risposta a queste emergenze la crescita del Pil. Occorrono incentivi per la crescita del Paese, utilizzando la leva fiscale per sostenere la produzione”.

Raffaella Romagnoli (presidente dell’Odcec di Latina) ha segnalato che “c’ molta concentrazione sulle aliquote fiscali e poco su un alleggerimento degli adempimenti da svolgere. Sarebbe auspicabile una reale semplificazione”.

I lavori sono stati introdotti da Pasquale Di Falco (presidente ANC Roma); Giovanni Battista Cal (presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma); Luigi Pagliuca, (presidente della Cassa di Previdenza dei Ragionieri e degli Esperti Contabili) e Marco Natali (presidente di Confprofessioni).

In chiusura del focus c’ stata la relazione tecnica sulle principali novit fiscali e previdenziali per il 2025, affidata ai commercialisti Andrea Bongi e Giuliano Mandolesi che hanno approfondito le implicazioni della manovra finanziaria, le modifiche normative che influenzeranno l’attivit professionale di commercialisti ed esperti contabili.

La forma della fotografia, oltre la moda: Hoyningen Huene a Milano

Milano 20 gen. (askanews) – Fotografie che riconosciamo come parte del nostro immaginario visivo, ma che sono state realizzate da un fotografo che ai pi non noto, forse anche per via di un nome difficile. Palazzo Reale a Milano dedica una mostra a George Hoyningen Huene, nato a San Pietroburgo nel 1900 e morto a Los Angeles nel 1968, che attraversa la sua intera carriera, fatta di immagini di moda, di ritratti di celebrit e anche di un grande lavoro per il cinema.

“George Hoyningen Huene – ha detto ad askanews la curatrice Susanna Brown – pianificava le proprie immagini molto scrupolosamente, prima di iniziare il lavoro in studio, talvolta anche disegnando le immagini a mano. Aveva un gran senso della linea grafica, della composizione e della luce, perch aveva studiato pittura a Parigi. sia un artista sia un fotografo e ha messo la sua grande conoscenza dell’arte e della storia dell’arte in tutte le immagini che ha realizzato”.

La mostra, intitolata “Glamour e avanguardia” presenta oltre 100 fotografie in dieci sezioni ed , a suo modo, anche una sorta di lezione di storia della fotografia, perch molte delle suggestioni e delle atmosfere create da Hoyningen Huene sono poi state rielaborate da altri artisti, diventando una sorta di canone o, meglio, di matrice per capire la fotografia del secondo Novecento.

“Possiamo ancora imparare molto da lui – ha aggiunto Brown – perch le sue sono immagini senza tempo di grazia e bellezza e vero amore per l’arte antica. Muovendomi nella mostra ho la sensazione che molte delle fotografie sembrino vere e proprie sculture, ed voluto perch era un grande studioso delle antichit greche e romane. E questa ispirazione passata poi nel suo lavoro”.

Un lavoro che elegante, ma sempre con una nota di sfida in qualche modo, che d senso alla parola “avanguardia” e attenta all’idea di forma, sia essa quella dei corpi oppure quella della composizione vera e propria. E all’anteprima era presente anche l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi. ” una mostra di una modernit sconvolgente – ci ha detto – perch queste immagini ovviamente risalgono ad un tempo oramai passato ma le geometrie, la precisione, la perfezione e anche le dinamiche del costume che hanno accompagnato questi ritratti di Hoyningen Huene sono delle fotografie di grande modernit”.

Una modernit che si nutre della lezione surrealista, cos come del jazz e dei balletti russi, per arrivare alla moda delle rivista patinate e quindi a Hollywood. In qualche modo ci sono le grandi mitologie culturali di massa del Novecento, ma raccontate da un occhio fotografico decisamente fuori dal comune.

Risultati e classifica serie A, Como colpo salvezza

Roma, 20 gen. (askanews) – Questo il programma e i risultati della della serie A dopo Como-Udinese 4-1

21esima giornata Roma-Genoa 3-1, Bologna-Monza 3-1, Juventus-Milan 2-0, Atalanta-Napoli 2-3, Fiorentina-Torino 1-1, Cagliari-Lecce 4-1, Parma-Venezia 1-1, Verona-Lazio 0-3, Inter-Empoli 3-1, Como-Udinese 4-1

Classifica: Napoli 50, Inter* 47, Atalanta 43, Lazio 39, Juventus 37, Bologna, Fiorentina* 33, Milan* 31, Roma 27, Udinese 26, Genoa, Torino 23, Como 22, Cagliari 21, Empoli, Lecce, Parma 20, Verona 19, Venezia 15, Monza 13. * una partita in meno

22esima giornata Venerdì 24/01 ore 20.45 Torino-Cagliari, Sabato 25/01 ore 15.00 Como-Atalanta, ore 18.00 Napoli-Juventus, ore 20.45 Empoli-Bologna, Domenica 26/01 ore 12.30 Milan-Parma, ore 15.00 Udinese-Roma, ore 18.00 Lecce-Inter, ore 20.45 Lazio-Fiorentina, Lunedì 27/01 ore 18.30 Venezia-Hellas Verona, ore 20.45 Genoa-Monza

M5s, via limite mandati per chi si candida a presidente di Regione

Roma, 20 gen. (askanews) – Si avvia a conclusione il percorso di “rifondazione”, o più realisticamente di riorganizzazione del Movimento 5 stelle. Nella riunione odierna del Consiglio nazionale il presidente, Giuseppe Conte, ha illustrato le proposte delle nuove regole interne, approvate dagli iscritti nel voto dell’assemblea costituente ma non tutte applicabili in automatico: su alcuni temi le scelte più votate (non necessariamente contrapposte le une alle altre) vanno tradotte in una sintesi formale per statuto e codice etico.

Da Campo Marzio confermano che il Consiglio nazionale non sarà nuovamente convocato sullo stesso tema e l’ex premier presenterà i testi al Comitato di garanzia, l’organismo interno sopravvissuto (anche se verrà modificata la sua composizione nel nuovo statuto) alla consultazione on line che ha abrogato la figura del garante Beppe Grillo.

Il cuore della discussione, “in un clima di serenità e di confronto”, raccontano le fonti ufficiali, è stato rappresentato dal tema del superamento del limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni: chi c’era racconta di interventi diversificati, con opinioni anche apertamente contrapposte, ma in sostanza alcuni punti fermi sono emersi.

“Conte ha ascoltato tutti, in vista della sintesi che deve fare”, dice uno dei presenti. In sostanza è certo che sarà superato il divieto di candidatura a sindaco o presidente di Regione per chi ha già svolto due mandati in Parlamento: è l’atteso via libera all’ipotesi che l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, o l’ex ministro, Sergio Costa, possano correre come rappresentanti del centrosinistra per la guida della Regione Campania.

Meno definita la questione del “terzo mandato”: il Consiglio nazionale, comunque, concordano diverse fonti interne, ha condiviso il no alla possibilità (peraltro quella che aveva raccolto i minori consensi nel voto degli iscritti) di saltare da una istituzione all’altra, considerando il limite solo per ciascun livello istituzionale.

“Viene confermato il no al carrierismo”, rivendicano dall’entourage di Conte, chi ha fatto due volte il senatore o il deputato non potrà semplicemente spostarsi in un consiglio regionale o comunale (se non, appunto, per cariche monocratiche a elezione diretta come presidente di regione o sindaco, per le quali varranno gli attuali limiti di legge). E non sarà automatico nemmeno il meccanismo del cosiddetto “stop and go”, cioè non basterà aver saltato una legislatura, dopo aver fatto due mandati, per potersi liberamente ricandidare.

Il passaggio successivo è quindi nelle mani di Conte, che dovrà mettere nero su bianco le nuove regole, e, dopo il passaggio dal Comitato di garanzia, l’ultima parola spetterà probabilmente a un nuovo pronunciamento degli iscritti, sempre attraverso il meccanismo del voto on line.

Semplice e veloce, il passaporto si richiede all’ufficio postale

Roma, 20 gen. – Anche in Lombardia accelera il servizio di rilascio e rinnovo del passaporto offerto da Poste Italiane. Nella provincia di Monza e Brianza i 43 uffici postali registrano un vero e proprio boom di prenotazioni, offrendo ai cittadini la possibilit di richiedere in pochi e semplici passi il nuovo documento. Il servizio del TG Poste.

Primo post su X di Trump e Musk commenta: "Il ritorno del re"

Roma, 20 gen. (askanews) – “Il ritorno del Re”: questo il commento su X di Elon Musk all’account Potus di Donald Trump in quanto 47esimo presidente degli Stati Uniti. “L’AMERICA È TORNATA”, è stato il primo post scritto da Trump sul social media posseduto da Musk.

“Ogni singolo giorno combatterò per voi con ogni respiro del mio corpo. Non avrò pace finché non avremo un’America forte, sicura e prospera che i nostri figli meritano e che voi meritate. Questa sarà davvero l’età dell’oro dell’America”, ha aggiunto il presidente, ribadendo quanto detto nel suo discorso di insediamento.

Meloni da Trump: rafforziamo la relazione, Italia per il dialogo Ue-Usa

Roma, 20 gen. (askanews) – Prima alla tradizionale funzione religiosa nella chiesa episcopale di St. John, vicino alla Casa Bianca, poi a Capitol Hill per la cerimonia di giuramento, seduta accando al presidente argentino Javier Milei, infine al pranzo ufficiale, prima di ripartire per Roma. E’ stata una visita lampo quella a Washington della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, unica leader europea presente all’Inauguration Day, invitata personalmente dallo stesso presidente Donald Trump.

La premier è arrivata nella notte nella capitale Usa, con una decisione presa all’ultimo momento (è stata comunicata solo venerdì dopo le 23), probabilmente dopo una lunga valutazione sull’opportunità politica di rispondere alla ‘convocazione’ del tycoon, per lei che punta a proporsi come “ponte” tra la nuova amministrazione e l’Unione europea in un rapporto che non si preannuncia semplice. Questa mattina, Palazzo Chigi ha diffuso un breve video per spiegare il motivo della sua presenza. “Io – dice la presidente del Consiglio – penso che sia molto importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Usa, dare una testimonianza della volontà di continuare e semmai rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse”.

Al termine del giuramento, su X la premier ha fatto gli “auguri di buon lavoro” a Trump, ribadendo la certezza che “l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e USA, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli”. Meloni, nel post, ha voluto mandare anche un messaggio di rassicurazione ai partner europei, preoccupati da un possibile rapporto teso con l’altra sponda dell’oceano e da un tentativo della nuova amministrazione di dividere l’Ue. “L’Italia – garantisce – sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”.

Dopo il pranzo, Meloni è in procinto di ripartire e già domani sarà a Roma, alle prese con i dossier sul tavolo. Il primo riguarda il “caso” di Daniela Santanchè, dopo che il Tribunale di Milano l’ha rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nella gestione di Visibilia Editore. La ministra del Turismo sembra intenzionata a resistere al suo posto, ma mentre dal suo partito, Fdi, sono arrivate poche dichiarazioni di sostegno (e nessuna da Meloni) continua il pressing delle opposizioni per un passo indietro. Proprio oggi il M5s ha presentato una mozione di sfiducia in entrambe le Camere. “Metteremo di nuovo il Governo con le spalle al muro di fronte al Parlamento e agli italiani. Se pensano di far finta di nulla come al solito si sbagliano di grosso”, ha attaccato il leader pentastellato Giuseppe Conte. Probabile che una decisione venga presa dopo un confronto diretto, nelle prossime ore, tra Meloni e Santanchè. In caso di dimissioni, l’obiettivo è procedere – come è stato per Gennaro Sangiuliano – con una sostituzione immediata.

Risolta, invece, la “grana” del referendum sull’autonomia differenziata, dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale: l’eventuale voto sulla riforma Calderoli preoccupava, e non poco, Palazzo Chigi.

Meloni da Trump: rafforziamo relazione, Italia per dialogo Ue-Usa

Roma, 20 gen. (askanews) – Prima alla tradizionale funzione religiosa nella chiesa episcopale di St. John, vicino alla Casa Bianca, poi a Capitol Hill per la cerimonia di giuramento, seduta accando al presidente argentino Javier Milei, infine al pranzo ufficiale, prima di ripartire per Roma. E’ stata una visita lampo quella a Washington della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, unica leader europea presente all’Inauguration Day, invitata personalmente dallo stesso presidente Donald Trump.

La premier è arrivata nella notte nella capitale Usa, con una decisione presa all’ultimo momento (è stata comunicata solo venerdì dopo le 23), probabilmente dopo una lunga valutazione sull’opportunità politica di rispondere alla ‘convocazione’ del tycoon, per lei che punta a proporsi come “ponte” tra la nuova amministrazione e l’Unione europea in un rapporto che non si preannuncia semplice. Questa mattina, Palazzo Chigi ha diffuso un breve video per spiegare il motivo della sua presenza. “Io – dice la presidente del Consiglio – penso che sia molto importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Usa, dare una testimonianza della volontà di continuare e semmai rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse”.

Al termine del giuramento, su X la premier ha fatto gli “auguri di buon lavoro” a Trump, ribadendo la certezza che “l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e USA, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli”. Meloni, nel post, ha voluto mandare anche un messaggio di rassicurazione ai partner europei, preoccupati da un possibile rapporto teso con l’altra sponda dell’oceano e da un tentativo della nuova amministrazione di dividere l’Ue. “L’Italia – garantisce – sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”.

Dopo il pranzo, Meloni è in procinto di ripartire e già domani sarà a Roma, alle prese con i dossier sul tavolo. Il primo riguarda il “caso” di Daniela Santanchè, dopo che il Tribunale di Milano l’ha rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nella gestione di Visibilia Editore. La ministra del Turismo sembra intenzionata a resistere al suo posto, ma mentre dal suo partito, Fdi, sono arrivate poche dichiarazioni di sostegno (e nessuna da Meloni) continua il pressing delle opposizioni per un passo indietro. Proprio oggi il M5s ha presentato una mozione di sfiducia in entrambe le Camere. “Metteremo di nuovo il Governo con le spalle al muro di fronte al Parlamento e agli italiani. Se pensano di far finta di nulla come al solito si sbagliano di grosso”, ha attaccato il leader pentastellato Giuseppe Conte. Probabile che una decisione venga presa dopo un confronto diretto, nelle prossime ore, tra Meloni e Santanchè. In caso di dimissioni, l’obiettivo è procedere – come è stato per Gennaro Sangiuliano – con una sostituzione immediata.

Risolta, invece, la “grana” del referendum sull’autonomia differenziata, dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale: l’eventuale voto sulla riforma Calderoli preoccupava, e non poco, Palazzo Chigi.

Autonomia, la Consulta boccia il referendum. Opposizioni: rimane stop alla riforma

Roma, 20 gen. (askanews) – Semaforo rosso della Corte Costituzionale al quesito referendario sulla legge che prevede l’autonomia differenziata. La Consulta lo ha giudicato inammissibile rilevando “che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”, si legge in una nota dell’ufficio stampa al termine della camera di consiglio degli undici giudici della Corte, aggiungendo che il referendum “verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”. Nello scorso novembre, la Consulta aveva dichiarato illegittimi alcuni punti della legge Calderoli. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Forza Italia, per voce del senatore Maurizio Gasparri, ha parlato di “logica decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sulle autonomie. La Corte ha indicato i punti della legge da correggere e lo faremo in Parlamento. Andiamo avanti con il nostro lavoro di riforme”. Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati. “La sentenza della Consulta conferma quanto avevamo detto: la legge sull’autonomia differenziata è costituzionale e occorre procedere in Parlamento recependo i rilievi della Corte, in particolare intervenendo sui livelli essenziali di prestazione”.

Per le opposizioni, la decisione della Corte sembra aver dato il colpo di grazia alla riforma sull’autonomia differenziata. Per il Pd della “Legge 86 è rimasto solo qualche brandello del tutto inapplicabile. I giudici costituzionali non hanno ritenuto fattibile un referendum abrogativo su un provvedimento sostanzialmente già raso al suolo da una loro precedente pronuncia”. M5s ha sottolineato come “la legge Calderoli sia già stata smantellata nei suoi pilastri portanti e di fatto svuotata dalla stessa Corte Costituzionale poche settimane fa. Ora governo e maggioranza sono obbligati o ad abbandonare del tutto il progetto o a confrontarsi con le opposizioni in Parlamento con una completa riscrittura della disciplina in conformità ai dettami costituzionali”. Mentre per Avs la “legge era già stata demolita” a novembre dalla Consulta, “che ne aveva evidenziato le caratteristiche antidemocratiche e i rischi per la coesione del nostro Paese. Ora la destra si deve rassegnare”. E Italia viva ha ricordato come “quella del Governo sia una vittoria di Pirro” e che “qualunque modifica dovrà passare dal Parlamento. E lì ci troveranno pronti, senza sconti o passi indietro”.

La Corte costituzionale ha ammesso altri 5 referendum: riguardano cittadinanza, jobs act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti. Si svolgeranno in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Sanremo, i brani in gara: tante ballad d’amore, pop, rap e tormentoni

Milano, 20 gen. (askanews) – Tante ballad in gara, amore protagonista della maggior parte dei brani, spazio per il pop con brani che si candidano a diventare tormentoni primaverili con richiami alle sonorità latine, ma ci sono sorprendenti testi di cantautori poetici e intimi, il rap addomesticato in chiave pop, ma non c’è nessun brano rock. E’ questa la prima sensazione dopo gli ascolti riservati alla stampa delle 30 canzoni dei big in gara al settantacinquesimo Festival di Sanremo che si svolgerà al Teatro Ariston di Sanremo dall’11 al 15 febbraio 2025 con Carlo Conti conduttore e direttore artistico.

Chi si aspettava il festival delle polemiche con testi molto duri vista la presenza di numerosi esponenti della scena rap e hip hop resterà deluso. Tony Effe, Fedez ed Emis Killa, pur mantenendo la loro cifra stilistica hanno scelto di partecipare con brani “politicamente corretti” anche se qualche stoccata da “cattivi ragazzi” l’hanno mantenuta. Solo due brani parlano di questioni sociali e politiche, quello del rapper Rocco Hunt e del cantautore Willy Peyote. Una scelta che Carlo Conti ha spiegato così: “Mi sono arrivati soprattutto brani d’amore e intimi, nessuno che parlava di guerra o di migranti, non c’è stata censura, ma forse gli stessi artisti hanno scelto tematiche legate al microcosmo invece che ai grandi temi, come una forma di difesa”.

Poi c’è tanto, troppo, autotune nei brani in concorso, ma Conti ha spiegato che sarà usato come effetto e non come correttivo dell’intonazione perchè “ormai questa è la tendenza della musica, è la modernità”, anche se francamente in alcune delle canzoni in concorso la distorsione sembra essere assolutamente superflua.

I brividi veri li ha fatti venire Giorgia che la sua voce unica e magnetica non ha davvero bisogno di correttivi per emozionare chi ascolta, una vera regina di classe che si impone per la sua bravura. Bisogna riconoscere che Carlo Conti ha dato davvero spazio ai cantautori portando all’Ariston nomi come Brunori Sas, Lucio Corsi e Simone Cristicchi che hanno usato la loro poetica visionaria per raccontare le piccole cose e le grandi realtà dei sentimenti con immagini uniche. Achille Lauro ha un brano molto interessante e anche Olly, che strizza l’occhio al pubblico più giovane, ha attirato l’attenzione della stampa.

Le ragazze in gara sono tante e di talento, a cominciare da Francesca Michielin, passando per Elodie, Sarah Toscano, Gaia, Clara, Noemi, Serena Brancale, Rose Villain tutte fresche e con canzoni dalle sonorità radiofoniche, alcune più scontate altre decisamente interessanti, ma è la veterana Marcella Bella che potrebbe diventare la sorpresa dal Festival con un brano che entra subito in testa dedicato alla forza delle donne.

Poi ci sono Gabbani, The Kolors e i Coma_Cose che sanno sempre portare al Festival canzoni ben fatte che piacciono al pubblico. I Modà, unico gruppo in gara, hanno scelto una ballad, mentre Shablo con Guè, Joshua e Tormento ha puntato su un brano tutto da ballare. Rkomi, Bresh e Irama vanno sul sicuro con brani molto nelle loro corde, così come ha fatto il vero veterano del Festival Massimo Ranieri che si è messo in gioco con una canzone d’amore che piacerà soprattutto ai più grandi.

Insomma c’è un giusto mix di generi diversi con veri outsider della competizione, ma sicuramente c’è tanta attenzione al pubblico giovane, che negli ultimi anni ha segnato la direzione della musica portando al Festival volti nuovi e tante scoperte, ma soprattutto ci sono brani radiofonici e da milioni di stream, perchè in fondo Sanremo è Sanremo soprattutto se fa numeri di record e certificazioni a raffica che fanno bene all’industria musicale italiana. (di Alessandra Velluto)

Inauguration Day, Trump: iniziata oggi l’età dell’oro per l’America

New York, 20 gen. (askanews) – “L’età dell’oro dell’America inizia proprio ora”. Il 47mo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto queste parole per inaugurare la sua amministrazione e il nuovo corso che intende dare al Paese, da oggi.

“Da questo giorno in poi, il nostro paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo”, ha continuato Trump, precisando che metterà “semplicemente l’America al primo posto”, rivedicandone la sovranità, ripristinando la sicurezza e riequilibrando la giustizia.

L’attentato del 13 luglio dello scorso anno in Pennsylvania ha reso chiara a Trump la sua missione di presidente e sin dalle prime battute del discoro inaugurale ha voluto ricordarlo a tutti i presenti, anche ai suoi quattro predecessori.

“Dio ha salvato la mia vita per una sola ragione. Sono stato salvato da Dio per rendere l’America grande di nuovo”, ha detto Trump, precisando che agirà con determinazione e rapidità per riportare speranza, prosperità, sicurezza e pace per i cittadini americani di ogni razza, religione, colore e credo”. Il 47mo presidente ha voluto chiamare il 20 gennaio 2025, “Giorno della Liberazione”, e ricordando che la sua inaugurazione ricorre proprio nel Martin Luther King Day ha ribadito che insieme al suo team “ci impegneremo insieme per far sì che il suo sogno diventi realtà. Faremo sì che il suo sogno diventi realtà”.

Ha poi criticato l’amministrazione uscente che “non riesce a proteggere i nostri magnifici cittadini americani rispettosi della legge, ma fornisce rifugio e protezione a pericolosi criminali, molti provenienti da prigioni e istituti psichiatrici che sono entrati illegalmente nel nostro paese da tutto il mondo”. Per queste ragioni “dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale”, ha detto Trump durante il suo discorso inaugurale, aggiungendo che ripristinerà la politica migratoria “remain in Mexico” e che invierà truppe al confine meridionale per respingere la disastrosa invasione del nostro paese”. Il presidente ha poi fatto un annuncio inatteso: designerà i cartelli della droga “come organizzazioni terroristiche straniere”, al pari di altri gruppi terroristici che vantano agende molto più sovversive.

Trump è poi passato a delineare la sua politica economica che intende privilegiare le trivellazioni petrolifere e le fonti energetiche tradizionali al Green Deal di Biden. La crisi dell’inflazione è stata causata, per il presidente entrante, da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che a partire da oggi è stata dichiarata “un’emergenza energetica nazionale”, a cui si risponde in un solo modo: “Drill, baby, drill”. Trump ha ripetuto un mantra più volte usato in campagna elettorale per spiegare il suo investimento in petrolio e nei combustibili fossili. “L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo”, ha continuato che sotto i piedi dell’America scorre l'”oro liquido” da esportare in tutto il mondo. “Porremo fine al Green New Deal e revocheremo i veicoli elettrici” ha continuato Trump, mentre Biden assisteva imperterrito allo smatellamento delle sue politiche. “Inizierò immediatamente la revisione del nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane. Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri paesi, applicheremo dazi e tasse ai paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini” ha aggiunto Trump, tirando fuori un altro dei suoi cavalli di battaglia economici. Ha poi annunciato la nascita dell’ “External Revenue Service per riscuotere i dazi e le entrate” che arriveranno da “fonti straniere” e quella del “nuovissimo Dipartimento per l’efficienza governativa”, che si occuperà di “ripristinare competenza ed efficacia per il nostro governo federale”. Sulla politica estera Trump ha ribadito ancora una volta che intende cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” e ha ampliato le mire espansionistiche degli Stati Uniti, spostandole dalla Groenlandia e dal Canada a Marte. “Perseguiremo il nostro chiaro destino verso le stelle, lanciando astronauti americani per piantare stelle e strisce sul pianeta Marte”, ha il nuovo presidente, assicurando che “l’ambizione è la linfa vitale di una grande nazione, e in questo momento, la nostra nazione è più ambiziosa di qualsiasi altra”. Nel suo discorso il Presidente ha dichiarato di voler essere un “peacemaker”, e che “misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie che vinceremo, ma dalle guerre a cui metteremo fine e, cosa più importante, dalle guerre a cui non parteciperemo mai”. Si è preso anche il merito della liberazione degli ostaggi israeliani e ha rimarcato che “l’eredità di cui sarà più orgoglioso sarà quella di un peacemaker e unificatore” mentre “costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”. Ha poi chiarito che “Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile”.

Trump ha annunciato ufficialmente un cambiamento alle politiche sul gender e sui vaccini. “Da oggi in poi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: maschile e femminile”, ha detto nel suo discorso inaugurale, spiegando che già questa settimana “porrà fine anche alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere”, forgiando una società “basata sul merito” e non sul colore della pelle. Ha aggiunto che integrerà la tutti i militari “che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo del vaccino COVID”.

In conlusione Trump ha detto: “Il futuro è nostro e la nostra età dell’oro è appena iniziata” e ha predetto che “l’America sarà rispettata di nuovo e ammirata di nuovo”, aggiungendo che “non saremo conquistati, non saremo intimiditi, non saremo spezzati e non falliremo”.

Inauguration Day, Trump: Iniziata oggi l’età dell’oro per America

New York, 20 gen. (askanews) – “L’età dell’oro dell’America inizia proprio ora”. Il 47mo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto queste parole per inaugurare la sua amministrazione e il nuovo corso che intende dare al Paese, da oggi.

“Da questo giorno in poi, il nostro paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo”, ha continuato Trump, precisando che metterà “semplicemente l’America al primo posto”, rivedicandone la sovranità, ripristinando la sicurezza e riequilibrando la giustizia.

L’attentato del 13 luglio dello scorso anno in Pennsylvania ha reso chiara a Trump la sua missione di presidente e sin dalle prime battute del discoro inaugurale ha voluto ricordarlo a tutti i presenti, anche ai suoi quattro predecessori.

“Dio ha salvato la mia vita per una sola ragione. Sono stato salvato da Dio per rendere l’America grande di nuovo”, ha detto Trump, precisando che agirà con determinazione e rapidità per riportare speranza, prosperità, sicurezza e pace per i cittadini americani di ogni razza, religione, colore e credo”. Il 47mo presidente ha voluto chiamare il 20 gennaio 2025, “Giorno della Liberazione”, e ricordando che la sua inaugurazione ricorre proprio nel Martin Luther King Day ha ribadito che insieme al suo team “ci impegneremo insieme per far sì che il suo sogno diventi realtà. Faremo sì che il suo sogno diventi realtà”.

Ha poi criticato l’amministrazione uscente che “non riesce a proteggere i nostri magnifici cittadini americani rispettosi della legge, ma fornisce rifugio e protezione a pericolosi criminali, molti provenienti da prigioni e istituti psichiatrici che sono entrati illegalmente nel nostro paese da tutto il mondo”. Per queste ragioni “dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale”, ha detto Trump durante il suo discorso inaugurale, aggiungendo che ripristinerà la politica migratoria “remain in Mexico” e che invierà truppe al confine meridionale per respingere la disastrosa invasione del nostro paese”. Il presidente ha poi fatto un annuncio inatteso: designerà i cartelli della droga “come organizzazioni terroristiche straniere”, al pari di altri gruppi terroristici che vantano agende molto più sovversive.

Trump è poi passato a delineare la sua politica economica che intende privilegiare le trivellazioni petrolifere e le fonti energetiche tradizionali al Green Deal di Biden. La crisi dell’inflazione è stata causata, per il presidente entrante, da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che a partire da oggi è stata dichiarata “un’emergenza energetica nazionale”, a cui si risponde in un solo modo: “Drill, baby, drill”. Trump ha ripetuto un mantra più volte usato in campagna elettorale per spiegare il suo investimento in petrolio e nei combustibili fossili. “L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo”, ha continuato che sotto i piedi dell’America scorre l'”oro liquido” da esportare in tutto il mondo. “Porremo fine al Green New Deal e revocheremo i veicoli elettrici” ha continuato Trump, mentre Biden assisteva imperterrito allo smatellamento delle sue politiche. “Inizierò immediatamente la revisione del nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane. Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri paesi, applicheremo dazi e tasse ai paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini” ha aggiunto Trump, tirando fuori un altro dei suoi cavalli di battaglia economici. Ha poi annunciato la nascita dell’ “External Revenue Service per riscuotere i dazi e le entrate” che arriveranno da “fonti straniere” e quella del “nuovissimo Dipartimento per l’efficienza governativa”, che si occuperà di “ripristinare competenza ed efficacia per il nostro governo federale”.

Sulla politica estera Trump ha ribadito ancora una volta che intende cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” e ha ampliato le mire espansionistiche degli Stati Uniti, spostandole dalla Groenlandia e dal Canada a Marte. “Perseguiremo il nostro chiaro destino verso le stelle, lanciando astronauti americani per piantare stelle e strisce sul pianeta Marte”, ha il nuovo presidente, assicurando che “l’ambizione è la linfa vitale di una grande nazione, e in questo momento, la nostra nazione è più ambiziosa di qualsiasi altra”. Nel suo discorso il Presidente ha dichiarato di voler essere un “peacemaker”, e che “misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie che vinceremo, ma dalle guerre a cui metteremo fine e, cosa più importante, dalle guerre a cui non parteciperemo mai”. Si è preso anche il merito della liberazione degli ostaggi israeliani e ha rimarcato che “l’eredità di cui sarà più orgoglioso sarà quella di un peacemaker e unificatore” mentre “costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”. Ha poi chiarito che “Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile”.

Trump ha annunciato ufficialmente un cambiamento alle politiche sul gender e sui vaccini. “Da oggi in poi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: maschile e femminile”, ha detto nel suo discorso inaugurale, spiegando che già questa settimana “porrà fine anche alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere”, forgiando una società “basata sul merito” e non sul colore della pelle. Ha aggiunto che integrerà la tutti i militari “che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo del vaccino COVID”.

In conlusione Trump ha detto: “Il futuro è nostro e la nostra età dell’oro è appena iniziata” e ha predetto che “l’America sarà rispettata di nuovo e ammirata di nuovo”, aggiungendo che “non saremo conquistati, non saremo intimiditi, non saremo spezzati e non falliremo”.

Calcio, Thiago Motta: "In Champions per la continuità"

Roma, 20 gen. (askanews) – Juventus alla ricerca della continuità. Il match sul campo del Bruges rappresenta per i bianconeri un ottimo test per confermare i progressi mostrati nel secondo tempo contro il Milan. Thiago Motta è soddisfatto: “Abbiamo avuto difficoltà quasi dall’inizio della stagione – le sue parole – Mancano solo Bremer, Milik e Cabal, tutti gli altri sono disponibili. Domani insieme faremo una grande partita, contro una squadra che sta bene, che sta facendo bene sia in campionato che in Champions”. Un risultato positivo vuol dire avere già la certezza dei playoff: “Il nostro obiettivo è la vittoria. Per arrivarci dobbiamo fare molto bene perché troveremo una squadra che sta bene”. Qui hanno perso l’Aston Villa e lo Sporting: “Anche in trasferta hanno fatto bene, è una squadra giovane, con grande energia, che gioca bene a calcio ed è molto organizzata in fase difensiva. Noi abbiamo preparato la partita e abbiamo la necessità di fare una grande prestazione per arrivare alla vittoria”. E’ il momento migliore della Juve: “L’importante è dare continuità, sia nelle prestazioni dove tante sono state buone, che adesso nel risultato. Nell’ultima partita abbiamo avuto il risultato che abbiamo meritato e domani l’obiettivo è lo stesso”. Torna Vlahovic: “La scelta di tenere sabato Vlahovic fuori dall’inizio era una scelta tecnica, anche se era tornato da un problema al flessore – ha spiegato -. Mbangula? La sua evoluzione è molto buona. Lo scorsa anno giocava nella Next Gen e dobbiamo fare i complimenti al settore giovanile, perchè abbiamo lui, Savona e Yildiz. Anche per necessità hanno dovuto crescere velocemente e Mbangula, quando ha giocato, ha sempre dato il suo contributo”. E sulle probabili scelte di formazione: “Andrà in campo la miglior squadra possibile. Conceiçao è un po’ di tempo che non gioca, vediamo domani”.

Dombrovskis: Trump? "Se sarà necessario difendermo interessi Ue"

Roma, 20 gen. (askanews) – “Se vi fosse la necessità di difendere gli interessi economici europei”, alla Commissione europea “siamo pronti a farlo, come del resto abbiamo fatto nella prima amministrazione Trump, quando ad esempio rispetto ai dazi sull’alluminio abbiamo risposto in maniera proporzionale”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, rispondendo, durante la conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo, a una delle varie domande sul come Bruxelles si muoverà rispetto alle politiche di Donald Trump, che oggi si è insediato alla Casa Bianca.

“È opportuno notare che se si guarda al Commercio, ci sono stati degli studi dell’Fmi secondo cui la frammentazione globale in corso e il commercio concentrato tra blocchi avrebbe un effetto negativo sull’economia fino al 7% del Pil globale: sarebbe come portare le economie di Francia e Germania fuori dall’economia globale. Ci sarebbero costi consistenti per tutti – ha avvertito – anche per gli Usa”.

“Dobbiamo preservare queste relazioni commerciali e questo è il nostro approccio, sia a livello bilaterale sia a livello multilaterale. Ma al tempo stesso dobbiamo lavorare alla resilienza delle nostre economie e – ha concluso Dombrovskis – alla diversificazione delle relazioni commerciali”, come sta avvenendo di recente con Mercosur e Messico.

Fond. OneSight EssilorLuxottica Italia al fianco del Giubileo

Roma, 20 gen. (askanews) – Ha aperto le porte il nuovo Centro oculistico sociale permanente della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia, presso la sede di Roma Tuscolano della Comunit di Sant’Egidio, uno dei principali partner della Fondazione nei progetti filantropici di salute visiva.

Patrocinato dal Dicastero per l’Evangelizzazione – Giubileo 2025, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute, il centro di Piazza dei Consoli offrir visite oculistiche gratuite e la donazione di occhiali da vista a chi non pu permettersi queste cure, garantendo l’accesso alle prestazioni sanitarie fondamentali.

Sar attivo in particolare due pomeriggi alla settimana con visite gratuite effettuate da medici oculisti della Fondazione Bietti. prevista, inoltre l’eventuale presa in carico di secondo livello sempre da parte del personale della Fondazione Bietti, presso l’Ospedale Britannico, per l’approfondimento diagnostico e la cura delle patologie riscontrate.

Questa iniziativa per il Giubileo segna un ulteriore passo avanti nel modello di collaborazione tra la Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia e la Comunit di Sant’Egidio.

“Come condiviso recentemente con il Santo Padre, nella definizione delle iniziative a supporto del Giubileo abbiamo cercato di interpretare al meglio il significato originario dell’evento, cogliendo un’occasione unica di compiere gesti concreti di carit e amore verso il prossimo. – dichiara, Andrea Rendina, Segretario Generale della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia – Abbiamo quindi voluto fare qualcosa in pi, incrementando le iniziative del 2025 con un programma dedicato. Oggi inauguriamo la prima iniziativa: la realizzazione di un nuovo centro oculistico gratuito che costituisce l’elemento di continuit con le diverse cliniche oculistiche che si svolgeranno nel corso dell’anno giubilare. Un dono che nasce con il Giubileo per andare oltre il periodo dello stesso”.

Per questo Fondazione e Sant’Egidio hanno anche avviato un programma di medio termine che prevede la realizzazione di una rete permanente di centri dedicati ai “poveri oculistici” – ovvero coloro che hanno problemi alla vista ma risorse economiche assolutamente insufficienti per provvedere alla loro risoluzione – o il sostegno ai policlinici sociali gi esistenti, integrando l’offerta sanitaria con l’oftalmologia. Un programma iniziato al San Gallicano nel 2023, proseguito alla fine del 2024 presso la Lavanderia del Papa a Napoli e ora con questo di Piazza dei Consoli a Roma.

“Le Case dell’Amicizia- dichiara Stefano Carmenati, Amministratore della Comunit di Sant’Egidio- si inseriscono in una lunga storia di impegno di Sant’Egidio a favore di chi pi fragile e ha bisogno, a Roma e in numerose citt italiane. Sono un complesso di iniziative organizzate per venire incontro alle diverse necessit delle persone in difficolt, che si sono ritrovate pi sole che mai nel mezzo dell’emergenza sanitaria e sociale, causata prima dalla pandemia e poi dalle conseguenze economiche delle guerre. Le attivit si rivolgono ai senza dimora, alle famiglie in difficolt, agli anziani (in particolare quelli che sono soli) e ai migranti, con l’obiettivo di sostenere chi ha bisogno non solo di assistenza e aiuti concreti ma anche di accompagnamento, condivisione e amicizia. Sono luoghi aperti in maniera totalmente gratuita, con diversi servizi. Oggi siamo felici di inaugurare, in questa bella sede, il nuovo servizio di visite oculistiche in favore dei pi poveri”.

All’inaugurazione del centro confermata la volont di fare rete tra istituzioni, privato e terzo settore, con la presenza di Tobia Zevi, Assessore Patrimonio e Politiche abitative Comune di Roma, in rappresentanza del sindaco Gualtieri, di Francesco Laddaga, Presidente Municipio VII Comune di Roma, Massimiliano Maselli, Assessore all’Inclusione sociale e Servizi alla persona della Regione Lazio, Sabrina Alfonsi, assessore all’ambiente del Comune di Roma, del dotto. Domenico Schiano Lomoriello, Responsabile Unit Segmento Anteriore Irccs Fondazione Bietti. Conclusioni affidate alle parole di Monsignor Vincenzo Paglia – Presidente Pontificia Accademia per la Vita.

Nel corso dell’anno giubilare, la Fondazione organizzer altre tre cliniche oculistiche temporanee a Roma, a supporto dei pellegrini e delle persone in difficolt segnalate dalle associazioni locali. L’obiettivo della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia, con questo progetto, di donare oltre 1.500 visite oculistiche e circa 1.300 occhiali da vista, per garantire una visione migliore e, di conseguenza, una vita migliore a chi ne ha pi bisogno.

Meloni: auguri a Trump, Italia impegnata per il dialogo tra Usa e Ue

Roma, 20 gen. (askanews) – “Auguri di buon lavoro al Presidente Donald Trump per l’inizio del suo nuovo mandato alla guida degli Stati Uniti d’America. Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e USA, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli”. Lo scrive su X da Washington la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”, aggiunge.

Meloni: auguri a Trump, impegno Italia per dialogo Usa-Ue

Roma, 20 gen. (askanews) – “Auguri di buon lavoro al Presidente Donald Trump per l’inizio del suo nuovo mandato alla guida degli Stati Uniti d’America. Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e USA, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli”. Lo scrive su X da Washington la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”, aggiunge.

Trump: metteremo fine alle guerre

Roma, 20 gen. (askanews) – Donald Trump ha dichiarato di voler essere un “peacemaker”, affermando nel suo primo discorso da 47esimo presidente degli Stati Uniti che “misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie che vinceremo, ma dalle guerre a cui metteremo fine e, cosa più importante, dalle guerre a cui non parteciperemo mai”. Trump ha rimarcato che “l’eredità di cui sarà più orgoglioso sarà quella di un peacemaker e unificatore” mentre “costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”.

“Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile”, ha aggiunto nel suo discorso.

Autonomia, Consulta: inammissibile il referendum

Roma, 20 gen. (askanews) – La Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario sulla legge che prevede l’autonomia differenziata. Lo comunica l’ufficio comunicazione e stampa della Corte Costituzionale. “La Corte – si legge nella nota – ha rilevato che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. La Corte costituzionale ha deciso oggi in camera di consiglio il giudizio sull`ammissibilità della
richiesta di referendum abrogativo denominata “Legge 26 giugno 2024, n. 86, Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione: abrogazione totale”.

In attesa del deposito della sentenza, l`Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario sulla legge n. 86 del 2024, come risultante dalla sua sentenza n. 192 del 2024. La Corte ha rilevato che l`oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell`elettore. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Il referendum sull’autonomia differenziata, secondo la Consulta  “verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull`autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull`art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”.

Inauguration Day, Trump: ci riprenderemo il Canale di Panama

Roma, 20 gen. (askanews) – Donald Trump ha accusato Panama di aver violato gli accordi sul Canale, annunciando di volerne riprendere il controllo nel suo primo discorso da 47esimo presidente degli Stati Uniti.

Il Canale di Panama “è stato stupidamente dato al paese di Panama dopo che gli Stati Uniti, gli Stati Uniti, pensateci, hanno speso più soldi di quanti ne abbiano mai spesi prima per un progetto e hanno perso 38.000 vite nella costruzione del Canale di Panama”. Poi ha aggiunto: “E soprattutto, la Cina sta gestendo il Canale di Panama. E non l’abbiamo dato alla Cina. L’abbiamo dato a Panama e ce lo riprenderemo”.

Inauguration Day, Zelensky si congratula con Trump

Roma, 20 gen. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è congratulato con Donald Trump dopo il suo insediamento, dicendo di sperare che il nuovo presidente americano riesca a raggiungere una “pace giusta e duratura” nel conflitto in Ucraina.

“Il presidente Trump è ancora decisivo e la politica di pace attraverso la forza da lui annunciata offre l’opportunità di rafforzare la leadership americana e raggiungere una pace giusta e duratura, che è la massima priorità”, ha scritto Zelensky in un messaggio su X.

La Crocifissione bianca di Marc Chagall anche in versione tattile

Roma, 20 gen. (askanews) – La Crocifissione bianca di Marc Chagall – esposta fino al 27 gennaio al Museo del Corso – Polo Museale a Roma – sarà per la prima volta accessibile anche al pubblico con disabilità visive e uditive. Accanto all’originale, è ora presente un’installazione tattile, parlante e in lingua dei segni – frutto di un lavoro interdisciplinare di diversi mesi – pensata per rendere fruibile l’opera a un pubblico sempre più ampio.

Un’iniziativa fortemente voluta da Fondazione Roma, che rinnova e conferma così il suo impegno per l’accessibilità universale e una cultura realmente aperta e fruibile. L’opera è stata presentata con numerosi rappresentanti istituzionali e professionisti del settore in un incontro moderato dalla giornalista Rachele Bombace. Dopo i saluti istituzionali del Presidente Franco Parasassi e la lettera di saluto di Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, sono intervenuti: Don Alessio Geretti, Curatore degli eventi d’arte del Giubileo, Suor Veronica Donatello, Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della CEl e Consultore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Dino Angelaccio e Odette Mbuyi, Progettisti, Gabriella Cetorelli, Accessibilità siti Unesco del Ministero della Cultura, Camilla Capitani, MAC (Movimento Apostolico Ciechi) e Miriam Mandosi dell’ENS (Ente Nazionale Sordi).

“Questo progetto riflette l’impegno di Fondazione Roma nel promuovere l’inclusività anche in ambito artistico, per consentire esperienze culturali adatte a qualsiasi tipo di disabilità fisica o sensoriale – ha sottolineato Parasassi – In quest’ottica, stiamo lavorando per ampliare il numero di opere accessibili per rendere le visite guidate fruibili da tutte le persone”.

Locatelli, con una lettera di saluto, ha elogiato l’iniziativa come un passo importante verso l’integrazione di tutte le persone nelle esperienze culturali.

Don Alessio Geretti, curatore degli eventi d’arte del Giubileo, ha enfatizzato l’importanza di un’arte che parli a tutti, senza barriere, e che contribuisca alla costruzione di una società più equa e solidale.

I progettisti Dino Angelaccio, Odette Mbuyi hanno illustrato le modalità innovative di fruizione dell’opera, che integrano soluzioni multimediali e tecnologie avanzate per garantire l’accesso alla cultura a tutti.

Nato, Rutte: con Trump potenzieremo le spese e la produzione della difesa

Milano, 20 gen. (askanews) – “Con il ritorno del presidente Donald Trump in carica, potenzieremo la spesa e la produzione per la difesa”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, proprio nel momento del giuramento di Donald Trump. “Le mie più sentite congratulazioni a Donald Trump per la sua entrata in carica come 47esimo Presidente degli Stati Uniti, e a J.D. Vance come Vice Presidente. Insieme possiamo raggiungere la pace attraverso la forza, attraverso la NATO!”, ha aggiunto.

Inauguration day, Ue: Von der Leyen si congratula con Trump

Roma, 20 gen. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è congratulata con Donald Trump per il suo insediamento come presidente degli Stati Uniti.

“Auguri, presidente Donald Trump, per il suo mandato di 47esimo presidente degli Stati Uniti. L’Unione europea è ansiosa di lavorare a stretto contatto con lei per affrontare le sfide globali. Insieme, le nostre società possono raggiungere una maggiore prosperità e rafforzare la loro sicurezza comune”, ha scritto Von der Leyen sul suo profilo X.

Inauguration Day, Trump: ci sono solo 2 generi, maschi e femmine

New York, 20 gen. (askanews) – “Da oggi in poi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: maschile e femminile”, ha detto Donald Trump nel suo discorso inaugurale.

“Questa settimana porrò fine anche alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere”, ha detto il 47mo presidente aggiungendo che forgerà una società “basata sul merito” e non sul colore della pelle.

Ha aggiunto che integrerà la tutti i militari “che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo del vaccino COVID”.

Inauguration Day, Trump: Emergenza energetica e quindi perforiamo

New York, 20 gen. (askanews) – La crisi dell’inflazione è stata causata da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che “Oggi dichiarerò anche un’emergenza energetica nazionale. Drill, baby, drill”, ha detto il presidente Usa, Donald Trump alludendo alla possibilità di tornare a perforare il territorio americano per estrarre maggior petrolio.

“L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo”, ha continuato il presidente dicendo che sotto i piedi l’America “oro liquido” e sarà esportato in tutto il mondo. “Porremo fine al Green New Deal e revocheremo i veicoli elettrici” ha continuato Trump.

Nato, Rutte: con Trump potenzieremo spese e produzione difesa

Milano, 20 gen. (askanews) – “Con il ritorno del presidente Donald Trump in carica, potenzieremo la spesa e la produzione per la difesa”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, proprio nel momento del giuramento di Donald Trump. “Le mie più sentite congratulazioni a Donald Trump per la sua entrata in carica come 47esimo Presidente degli Stati Uniti, e a J.D. Vance come Vice Presidente. Insieme possiamo raggiungere la pace attraverso la forza, attraverso la NATO!”, ha aggiunto.

Bce: banche negligenti su rigore stress test rischiano ispezioni

Roma, 20 gen. (askanews) – Le banche europee che dovessero mostrare un negligente eccessivo ottimismo nella nuova tornata di simulazioni sulla loro tenuta a situazioni avverse (stress test) rischiano ispezioni, assieme a una escalation di provvedimenti della vigilanza Bce. Lo afferma la stessa istituzione, che nel comunicato sulle nuove simulazioni avviate oggi assieme all’Eba (Autorità bancaria europea) rileva come nelle passate edizioni degli stress test “alcune banche hanno sottoposto previsioni che erano eccessivamente ottimistiche”, dato che “non riflettevano pienamente l’impatto dello scenario di stress dati i loro specifici profili di rischio”.

E per questo “durante l’esercizio 2025 – afferma l’istituzione -la Bce rafforzerà di conseguenza la sua revisione di documentazioni insufficientemente prudenti. Le banche che dovessero mostrare questo comportamento subiranno ulteriori accertamenti nella fase di valutazione, inclusi potenziali visite in sede. Sulla base dei dati raccolti, alcune banche potrebbero essere soggette a ispezioni dopo la conclusione degli stress, per identificare debolezze strutturali nel loro sistema di valutazione e per migliorare la loro capacità di stress test”.

Inoltre “le banche che ripetutamente dovessero mancare di porre rimedi” a queste lacune “potrebbero subire misure nell’ambito di un processo di escalation nei successivi esercizi”, aggiunge la Bce.

"Io sono la fine del mondo", film con Angelo Duro in cima box office

Roma, 20 gen. (askanews) – “Io sono la fine del mondo”, domina fin dal giorno di uscita, la vetta del box office e registra addirittura il 10% in più di incasso nel suo secondo fine settimana di programmazione e Angelo Duro lancia l’appuntamento a sabato 25 gennaio eccezionalmente a mezzanotte per un evento speciale live streaming dal cinema The Space Parco de Medici di Roma e diffuso a tutti i cinema italiani che aderiranno, a seguire sarà programmato il film.

L’incasso dell’ultimo fine settimana ha superato infatti i 2 milioni e mezzo di euro con oltre 328.000 presenze. Ad oggi l’incasso totale è di 5,8 milioni di euro con olt 755.000 presenze in sala.

“Io sono la fine del mondo”, un film di Gennaro Nunziante, con Angelo Duro. Sceneggiatura di Gennaro Nunziante e Angelo Duro. Nel cast anche Giorgio Colangeli, Matilde Piana, Marilù Pipitone e Evelyn Maria Rita Famà. È prodotto da Indiana Production e Vision Distribution, in collaborazione con Sky, e distribuito da Vision Distribution.

“Un giorno i tuoi genitori non ci saranno più e sarai pieno di rimorsi”, è la frase che nel film convince Angelo a prendersi cura dei suoi anziani genitori ora che non sono più autosufficienti e che la sorella vuole prendersi una vacanza: non vuole infatti perdere l’occasione di vendicarsi dei peggiori nemici della sua adolescenza.

Italia Polo Challenge, trionfo di U.S. Polo Assn. su Apose

Roma, 20 gen. – Oltre 1.800 persone hanno assistito alla quattro giorni di grande Polo internazionale alle pendici del Monte Bianco. Il sindaco Rota: “La Polomania a Courmayeur? Non vediamo l’ora di fare la seconda edizione”. Il segretario generale della FISE Perillo: “La gente mi chiede se il Polo diverr sport olimpico”. Gli organizzatori di The Chukker Company: “Il successo di pubblico ci ripaga del grande lavoro di squadra con sponsor e istituzioni cittadine e sportive”.

La finale vinta da U.S. Polo Assn. 7 a 5 contro Apose altro non stata che lo spot di una notte da ricordare a Courmayeur, dove lo sport altamente spettacolare, la mondanit e la voglia di socializzare si sono alternate nella serata finale di Italia Polo Challenge, il circuito di Arena Polo che chiude la tappa valdostana con la certezza che, s, Courmayeur e il Polo hanno un grande feeling. Una sintonia particolare che si specchia nelle circa 1.800 persone che complessivamente – nella quattro giorni di match – hanno sfidato la temperatura sotto zero per seguire le gesta dei grandi campioni di Polo sulle tribune e nell’elegante hospitality realizzato dal team di The Chukker Company, gli organizzatori di Italia Polo Challenge.

Ha vinto la fortissima squadra griffata U.S. Polo Assn. e costruita a cavallo – il caso di dirlo – di due continenti, Europa e Sudamerica con il messicano Aguilar, il peruviano Guillermo Li e il fortissimo francese Mathieu Delfosse. Il team italo-francese di Apose, con i transalpini Strom e Legoubin e l’italiano Giorgio Cosentino, ha dato spettacolo per tutto il torneo giocando un Polo preciso, tattico e di grande intensit, ma nella finalissima U.S. Polo Assn. partita fortissimo indirizzando subito il match. La forza esplosiva di Apose, messa in mostra durante la quattro giorni di Courmayeur, venuta fuori di prepotenza solo nel finale di partita, quando da un parziale di 2-7 Apose si portata sul 5-7, prima che il cronometro sancisse la fine della sfida.

Grande festa per i vincitori, mentre nella finale all’americana a tre squadre per stabilire le piazze dal terzo al quinto posto – tutti contro tutti e tempi di gioco dimezzati – E. Marinella ha battuto Courmayeur (5-2), quest’ultima ha poi ceduto a Union 1-3 per una classifica finale che incornicia la vittoria di U.S. Polo Assn, il secondo posto di Apose e poi, dal terzo al quinto posto nell’ordine: E. Marinella, Union, Courmayeur. Grande fair play, alla fine, del Ceo di U.S. Polo Assn., main sponsor del circuito e ‘presidente’ della squadra vincitrice Lorenzo Nencini: “Ha vinto il Polo e la maggior soddisfazione e nel fatto di aver visto il grande spettacolo di sport messo in campo dalle cinque squadre e l’altrettanto grande risposta del pubblico qui a Courmayeur”.

La premiazione delle squadre – ogni capitano oltre ai premi tradizionali e degli sponsor ha ricevuto un’opera pittorica a tema Polo dell’artista Leon – scivolata via tra abbracci, sorrisi e il trofeo ai vincitori. Soddisfatto e anche oltre, il sindaco di Courmayeur Roberto Rota. ” stato un successo vero, tangibile. Oggi c’ il pieno di turisti ma i primi giorni c’erano soprattutto i cittadini di Courmayeur che hanno risposto con grande entusiasmo, questo vuol dire che la scelta stata quella giusta e sono molto felice del successo di questa prima edizione. La Polomania a Courmayeur? – sorride il sindaco – il bel tempo ci ha aiutato e non vediamo l’ora di fare la seconda edizione!”.

Accanto al sindaco ecco il segretario generale della FISE Simone Perillo, mentre alle sue spalle si staglia il sogno dei cinque cerchi olimpici: “Con la citt di Courmayeur e le istituzioni si creato un feeling straordinario, naturale. Il Polo sulla neve si conferma altamente spettacolare, con una prospettiva futura che potrebbe essere addirittura esaltante. In che modo? Posso dirvi che la domanda che mi sono sentito porre di pi in questi giorni stata: “Il Polo diventer sport olimpico?”. Io credo che la passione della gente per questo spettacolo di sport, uomini e cavalli, valga pi di ogni altra considerazione”.

Raggianti gli organizzatori Adriano Motta e Pato Rattagan, quest’ultimo anche giocatore di livello, di The Chukker Company: “Abbiamo lavorato con grande energia e sintonia a questo evento, con gli sponsor, le istituzioni cittadine e federali. Il modo in cui si accesa la passione in questi giorni di Italia Polo Challenge la soddisfazione pi grande”. In perfetta sintonia anche Alessandro Giachetti della Divisione Polo FISE: “La cosa che rende pi orgogliosi il modo in cui la Federazione crede nel Polo e lo sostiene. E non un caso che il movimento stia crescendo costantemente, anche a livello giovanile”.