18.2 C
Roma
lunedì, 3 Novembre, 2025
Home Blog Pagina 21

Gaza, il Papa: proseguire con coraggio verso pace giusta e duratura

Roma, 12 ott. (askanews) – “Incoraggio le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso tracciato verso una pace giusta, duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese”: così Papa Leone nell’Angelus. “Due anni di conflitto hanno lasciato ovunque morte e macerie, soprattutto nel cuore di chi ha perso brutalmente i figli, i genitori, gli amici, ogni cosa. Con tutta la chiesa sono vicino al vostro immenso dolore”, ha detto il Pontefice.

“Oggi soprattutto a voi è rivolta la carezza del Signore, la certezza che anche nel buio più nero egli resta sempre con noi. A Dio, unica pace dell’umanità, chiediamo di guarire tutte le ferite e di aiutare con la sua grazia a compiere ciò che umanamente ora sembra impossibile: riscoprire che l’altro non è un nemico, ma un fratello a cui guardare, perdonare, offrire la speranza della riconciliazione”, ha concluso il Papa.

Mezzosangue live con Viscerale tour dal 24 ottobre nei club

Milano, ott. (askanews) – Con Viscerale (Columbia Records / Sony Music Italia), Mezzosangue torna con un lavoro crudo e necessario. Sul palco i brani cambiano pelle e respirano con il pubblico. Dopo la vibrazione del Red Bull 64 Bars Live a Roma, il tour diventa rito condiviso: la confessione privata si fa voce comune.

24 ottobre – Roma, orion 25 ottobre – Roma, orion 3 novembre – Milano, alcatraz 4 novembre – Torino, hiroshima mon amour 5 novembre – Firenze, teatro cartiere carrara 7 novembre – Perugia urban 8 novembre – Senigallia (an), mamamia 14 novembre – Padova, hall 21 novembre – Napoli, casa della musica 22 novembre – Bologna, estragon 28 novembre – Molfetta (ba), eremo club

Acquista biglietti: https://www.vivaticket.com/it/tour/mezzosangue/414

Viscerale, uscito il 4 aprile, è un disco che non concede tregua: dodici tracce che attraversano le contraddizioni del presente e le ombre più intime, oscillando tra fragilità e resistenza. È il racconto di un autore che sceglie di guardarsi dentro, trasformando dubbi e paure in una lingua tagliente, capace di farsi confessione.

È da qui che prende vita il “Viscerale Tour”: dal coraggio di un album che non ha paura di esporsi, dall’energia già respirata nei grandi eventi, dalla volontà di rendere ogni concerto unico e irripetibile. Non un calendario di date, ma un rito condiviso, in cui la confessione privata diventa voce comune.

Torna Lecornu, ancora senza maggioranza: un equilibrio incerto può spezzarsi

Il ritorno di Sébastien Lecornu a Matignon segna una mossa audace ma rischiosa di Emmanuel Macron. In un contesto politico frammentato, il Presidente sceglie la continuità e affida a un uomo di disciplina e mediazione il compito più arduo: restituire un minimo di stabilità alla Quinta Repubblica.

Il tentativo è chiaro: dare vita a un governo “libero”, capace di superare la logica delle appartenenze e dei veti incrociati. Ma la realtà politica francese resta una macchina complessa, ingolfata da rivalità e calcoli di sopravvivenza.

I Repubblicani si chiamano fuori

La destra moderata, anziché rispondere alla chiamata dell’Eliseo, ha preferito restare sulla soglia. I Républicains, divisi tra chi teme di scomparire e chi auspica una nuova identità d’opposizione, hanno scelto la formula del “sostegno senza partecipazione”.

È un modo elegante per non dire né sì né no, ma soprattutto per non compromettersi. La posizione di Bruno Retailleau e del presidente del Senato Gérard Larcher è stata netta: nessun ingresso al governo, almeno finché non si vedranno segnali concreti di discontinuità e rigore.

La prudenza si traveste da coerenza, ma il risultato politico

è un isolamento che rischia di favorire le forze più estreme.

Lecornu, monaco soldato” del macronismo

Lecornu incarna perfettamente la linea del Presidente: pragmatismo, senso delle istituzioni e una certa freddezza tecnocratica. Si definisce “un uomo libero”, ma la sua libertà è quella di chi deve navigare tra gli scogli.

Vuole un governo “senza partiti”, eppure dovrà chiedere i voti di quei partiti per ogni singolo provvedimento. Dovrà negoziare il bilancio entro pochi giorni, senza una maggioranza certa e sotto la minaccia costante delle mozioni di censura che arrivano tanto da destra quanto da sinistra.

Un equilibrio precario che ricorda il destino dei governi di minoranza, spesso nati per necessità più che per progetto.

Macron cerca la stabilità, ma la Francia resta inquieta

Dietro la facciata istituzionale si avverte la fatica di un sistema politico esausto. Macron tenta di mantenersi al centro, ma ogni suo gesto viene letto come arroganza o disperato esercizio di potere.

I partiti tradizionali, logorati e incapaci di offrire alternative credibili, oscillano tra l’attendismo e la resa. Intanto Marine Le Pen e Jordan Bardella consolidano la loro forza nelle periferie sociali e culturali del Paese.

Lecornu non ha colpe per questa deriva, ma il suo compito è titanico: ricucire una Francia che non crede più nella propria classe dirigente. Per farlo dovrà mostrare più coraggio politico che virtù amministrativa.

Una partita che riguarda anche lEuropa

La crisi francese non è solo interna. Da Parigi dipende la tenuta dell’asse europeo, in un momento in cui Berlino appare indebolita e Roma incerta.

Un Macron isolato e un Lecornu prigioniero dei numeri parlamentari rischiano di indebolire la voce dell’Europa nel mondo. È qui che la partita francese diventa europea: nella capacità – o nell’incapacità – di costruire un governo che ridia forza alla democrazia rappresentativa e senso all’idea stessa del riformismo.

Notturno Imperiale, al via le visite alle Terme di Caracalla by night

Roma, 12 ott. (askanews) – Scoprire le Terme di Caracalla, uno dei più maestosi complessi archeologici di Roma, in una suggestiva atmosfera notturna: sarà possibile grazie a nove appuntamenti straordinari, tra stasera e il 2 novembre, in cui questo patrimonio unico della “Città eterna” aprirà eccezionalmente le sue porte in orario serale per un ciclo di visite guidate “by night”. In ciascuna delle serate, i visitatori potranno partecipare a tour guidati della durata di 40 minuti, con gruppi composti da un massimo di 40 persone. Le visite si svolgeranno in italiano e inglese (con possibilità di altre lingue su richiesta).

“Le aperture serali alle Terme di Caracalla rappresentano un’occasione unica per vivere uno dei luoghi simbolo dell’antica Roma in una dimensione nuova e immersiva”, ha spiegato Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “Offriamo ai visitatori non solo la possibilità di ammirare l’imponenza architettonica delle terme e di scoprire i sotterranei e il mitreo, ma anche di vivere un’esperienza sensoriale grazie agli effetti scenici presso lo specchio d’acqua, per un viaggio tra storia e contemporaneità”.

Saranno accessibili anche i luoghi segreti delle Terme di Caracalla: come gli ambienti sotterranei, normalmente non aperti al pubblico e che accolgono l’antiquarium del complesso con reperti di eccezionale importanza, tra gli altri i due raffinatissimi capitelli in stile misto di età severiana. Questi spazi ipogei, che si estendono sotto tutta la superficie delle terme, e anche oltre, raccontano un’altra dimensione della vita quotidiana del complesso. Qui si trovavano gli ambienti di servizio, le caldaie, i magazzini e le gallerie: una vera e propria enorme “sala macchine” che faceva funzionare l’impianto termale e dove lavoravano centinaia di persone. Strutture che, avvolte nel silenzio e nell’ombra, svelano un ingegnoso sistema idraulico e termico, ancora in parte visibile.

La visita comprende anche un’eccezionale discesa al più grande mitreo ritrovato a Roma e che rappresenta un unicum per la sua posizione all’interno di un impianto di terme imperiali. L’ambiente, ricco di simbolismi, conserva parte dell’altare e delle decorazioni che un tempo arricchivano le cerimonie dedicate al culto del dio Mitra. Il percorso di visita è arricchito dallo Specchio d’Acqua che con le sue scenografiche installazioni tra luci, giochi di vapore e getti d’acqua, crea un’atmosfera evocativa dell’ambiente degli impianti delle terme imperiali a Roma. Oltre a quella odierna le serate in programma si svolgeranno il 16, 17, 18, 24, 25, 30 ottobre e del primo e 2 novembre. I posti sono limitati e su prenotazione. (Photo credit: Fabio Caricchia)

Giappone, a rischio la formazione del nuovo governo dell’ultraconservatrice Takaichi

A meno di una settimana dalla sua elezione a leader del Partito liberaldemocratico (LDP), la conservatrice Sanae Takaichi vede già vacillare la prospettiva di diventare la prima donna premier del Giappone. La crisi è esplosa ieri 10 ottobre, quando il partito Komeito ha annunciato la fine della coalizione di governo, che è rimasta in piedi quasi ininterrottamente dal 1999. La decisione ha aperto una nuova fase di incertezza politica e messo in discussione la stabilità dell’esecutivo, aprendo la possibilità per l’opposizione di capitalizzare il momento.

La rottura è stata giustificata dal leader del Komeito, Tetsuo Saito, con la necessità di “porre fine alla commistione tra politica e denaro”. Il riferimento è allo scandalo dei fondi che lo scorso anno aveva travolto l’LDP portando allo scoperto una serie di pagamenti illeciti giustifcati come raccolte fondi. Lo scandalo aveva già costretto alle dimissioni l’ex premier Fumio Kishida e portato a un crollo della fiducia nei confronti dell’LDP.

L’elezione di Takaichi, nota per le sue posizioni ultraconservatrici, avrebbe dovuto rappresentare un tentativo di rilancio. Ma la scelta di nominare Koichi Hagiuda, coinvolto nello scandalo, a un ruolo di vertice nel partito ha suscitato indignazione tra gli alleati. Il Komeito, nato negli anni ‘50 come braccio politico dell’organizzazione buddhista Soka Gakkai, si fonda su principi di moderazione e trasparenza. Molti membri hanno espresso inquietudine per la figura di Takaichi, legata alla destra nazionalista e alle visite ripetute al santuario di Yasukuni, dove sono onorati anche criminali di guerra. L’ultima visita di un premier in carica risale al 2013, quando l’allora primo ministro Shinzo Abe (mentore della stessa Takaichi) scatenò le proteste di Cina e Corea del Sud.

Il principale partito di opposizione, il Partito costituzionale democratico del Giappone (CDP) guidato da Yoshihiko Noda, ha colto l’occasione per proporre una candidatura contro Takaichi. “È un’occasione che capita una volta ogni dieci anni per un cambio di governo”, ha dichiarato Noda, auspicando un’alleanza con il Partito democratico per il popolo (DPFP) di Yuichiro Tamaki.

Il CDP dispone di 148 seggi nella Camera bassa, l’LDP di 196 e il Komeito di 24. Anche un’eventuale intesa tra LDP e DPFP non basterebbe a raggiungere la maggioranza di 233 seggi necessari per l’elezione del premier. Se i tre principali partiti d’opposizione – CDP, DPFP e il Partito dell’innovazione – riuscissero a convergere su un candidato unico, avrebbero 210 voti, sufficienti a impedire a Takaichi di essere eletta. Restano, tuttavia, divergenze profonde su temi come la sicurezza, l’energia nucleare ed eventuali revisioni costituzionali volute dall’estrema destra.

Sul piano economico, l’elezione di Takaichi alla guida del LDP ha già avuto effetti immediati sui mercati finanziari. I rendimenti dei titoli di Stato a lunghissimo termine (JGB) sono saliti ai massimi dal 2008, superando il 3,3% sui trentennali, segno che gli investitori si attendono una politica fiscale espansiva sotto la sua leadership.

Con la Banca del Giappone impegnata a ridurre gli acquisti di obbligazioni e le banche nazionali limitate da regole più rigide sul rischio, il governo si trova ora a dover cercare nuovi acquirenti per il proprio debito. Gli investitori stranieri hanno comprato oltre 9,4 trilioni di yen in titoli a lungo termine nei primi otto mesi dell’anno, quasi triplicando il record precedente.

Ma questa dipendenza dai capitali esteri rende la stabilità politica ancora più importante per il Giappone. Al momento Takaichi resta la favorita per la prima votazione parlamentare. Il Komeito, che intende votare per il proprio leader al primo turno, non ha ancora chiarito quale posizione assumerà in un eventuale ballottaggio. Tuttavia se l’opposizione riuscisse a convergere su un unico nome, il Paese potrebbe assistere a un importante cambio di governo.

👉 Per leggere il testo originale clicca qui

Cosa resta dopo l’estremismo?

Dalla piazza al governo: due linguaggi diversi

Resta una domanda inevasa, anche e soprattutto alla luce delle vicende legate allo storico “accordo di pace” sul futuro del Medio Oriente, su ciò che è capitato — e che sicuramente capiterà ancora — nel nostro Paese. E cioè: cosa resta dopo la predica e la pratica politica quotidiana dell’estremismo, del massimalismo e del radicalismo?

Perché un conto è salutare positivamente e convintamente la discesa in piazza di centinaia di migliaia di persone per manifestazioni pacifiche e democratiche. Altra cosa, tutt’altra cosa, è cavalcare sistematicamente e fare propri gli slogan più violenti, più radicali e più estremisti che proprio quelle piazze hanno anche sprigionato.

La prova della politica estera

Un partito, o una coalizione, che hanno l’obiettivo di governare un Paese e quindi, di conseguenza, di cercare di declinare una vera e credibile cultura di governo, sono francamente incompatibili con atteggiamenti e comportamenti che accarezzano gli estremismi della piazza e che poi, d’incanto, fingono di essere governisti in sede istituzionale.

Ora, per essere chiari e senza equivoci, è indubbio che quando si parla di politica estera, di assetto geopolitico, di alleanze internazionali e di scelte concrete, l’estremismo e il radicalismo cedono il passo di fronte al realismo della politica e alla maturità della cultura di governo.

Due coalizioni a confronto

Se dobbiamo valutare concretamente il comportamento delle due coalizioni maggioritarie oggi in campo, non possiamo non avanzare una riflessione ben precisa. E cioè: nella coalizione di governo questa pratica decisiva — cioè la politica estera — è decisa, pianificata e progettata dalla Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri, mentre il populismo e l’antieuropeismo della Lega di Salvini non condizionano affatto la strategia politica complessiva.

Sul versante opposto, invece — quello dell’alleanza di sinistra — la politica estera oltre a dividere profondamente i partiti che fanno parte della coalizione è elemento anche di spaccatura all’interno stesso dei partiti. Un elemento, questo, che non può passare inosservato perché proprio sulla politica estera si misura la credibilità, l’affidabilità e la maturità di una coalizione politica.

Gli slogan come identità e limite

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, il massimalismo e l’estremismo restano incompatibili con qualsiasi cultura di governo. Anche perché quando si cavalcano o si accarezzano o, peggio ancora, si condividono gli slogan estremisti e radicali, proprio quelle parole d’ordine rischiano di diventare parte dell’identità e del profilo stesso di quei partiti e di quella coalizione.

E quando c’è qualche ripensamento su quella piattaforma estremista, o si perdono settori consistenti dell’elettorato oppure, al contrario, diventa di fatto impossibile tradurre quegli slogan in un programma di governo.

La politica tra leaderismo e responsabilità

Ecco perché, anche in una stagione politica dove i partiti sono diventati il semplice prolungamento dei rispettivi capi o grigi ed aridi cartelli elettorali, gli slogan non possono diventare i tasselli fondamentali di un progetto politico.

Prima o poi i nodi vengono semplicemente al pettine: e se la politica è debole ed incerta non si ha la titolarità per guidare un Paese e per determinarne gli indirizzi programmatici. Soprattutto nel campo sempre più delicato e complesso della politica estera.

Padre Riggio e la “flottiglia della speranza”

Nel suo ultimo editoriale per Aggiornamenti Sociali, padre Giuseppe Riggio S.I., direttore della rivista dei gesuiti di Milano, prende spunto da un passo delle Città invisibili di Calvino per invitare a “riconoscere ciò che, in mezzo all’inferno, non è inferno” e a dargli spazio.

L’inferno evocato dallo scrittore è quello delle guerre, delle sopraffazioni e delle ingiustizie che segnano il nostro tempo. Ma — scrive Riggio — proprio in questi momenti si misura la capacità di resistere alla logica della violenza e di alimentare una speranza concreta, fondata sul coraggio e sulla fraternità.

Una flotta anomala nel Mediterraneo

L’editoriale si concentra sull’esperienza della Global Sumud Flotilla, una quarantina di imbarcazioni a vela partite da vari porti del Mediterraneo — Genova, Catania, Barcellona, Tunisi — per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese di Gaza.

A bordo, seicento persone provenienti da quarantaquattro Paesi: marinai, attivisti, parlamentari, uniti dal principio della nonviolenza e dal rispetto del diritto internazionale.

Pur consapevoli dei rischi, gli equipaggi hanno scelto di trasformare il Mediterraneo da frontiera a luogo di solidarietà, affermando la possibilità di un impegno comune al di là dei confini politici e religiosi.

Davide contro Golia

Riggio interpreta la Flotilla come un simbolo di resistenza morale, richiamando la sproporzione tra Davide e Golia. La sfida non è nella forza, ma nella logica: da una parte la prepotenza che alimenta la guerra, dall’altra la fiducia nella giustizia e nella dignità dell’uomo.

Anche quando le istituzioni tacciono, scrive il gesuita, l’iniziativa civile diventa un “accelerante etico della legalità”, un modo per ricordare che la pace non è solo il frutto di accordi, ma il riflesso di un dovere morale da rinnovare ogni giorno.

Lo spreco” della speranza

Affidarsi al vento, esporsi al rischio, testimoniare con la propria presenza: nella Flotilla Riggio riconosce uno “spreco fecondo”, un gesto di fede nella vita che non si misura sull’efficacia immediata ma sulla capacità di resistere.

Questa scelta, apparentemente anacronistica, diventa un atto di umanità condivisa.

Uscire dall’inferno della violenza — conclude Riggio — significa scegliere di far durare ciò che non è inferno, rendendo visibile, in mezzo alla distruzione, il volto ancora possibile della pace.

Calcio, l’Italia vince in Estonia, Gattuso: "Ora Israele"

Roma, 12 ott. (askanews) – Tallinn, missione compiuta. L’Italia di Gennaro Gattuso espugna la Le Coq Arena battendo 3-1 l’Estonia e consolida il secondo posto nel gruppo I delle qualificazioni mondiali. Una vittoria solida, non priva di sbavature, ma costruita con personalità e con quell’intensità che il nuovo ct azzurro pretende da ogni suo giocatore. Chiamata a rispondere al successo rotondo della Norvegia contro Israele, l’Italia ha indirizzato subito la partita con un avvio furioso e un gol al 5′ di Kean, salvo poi dover gestire la prevedibile fase di sofferenza e un finale meno brillante, macchiato solo dal pasticcio Donnarumma-Sappinen.

L’Italia parte con un 4-4-2 molto più liquido di quanto dica la lavagna tattica. Orsolini e Raspadori si muovono come esterni d’attacco più che da centrocampisti, dando all’impianto di Gattuso l’aspetto di un 4-2-4 a trazione anteriore. Il segnale è chiaro: cercare subito il vantaggio, e magari una “pioggia di reti”, come aveva chiesto alla vigilia il ct. E così succede: dopo appena cinque minuti, Dimarco innesca Kean, che rientra sul destro e batte Hein. È l’inizio ideale, ma anche la fine precoce del suo match: l’attaccante della Fiorentina è costretto a uscire al 15′ per una distorsione alla caviglia.

Nonostante l’imprevisto, l’Italia continua a spingere. Retegui si guadagna un rigore al 30′, ma Hein lo ipnotizza, aiutato dal palo. L’attaccante non si abbatte e poco dopo, al 38′, firma il raddoppio su assist di Orsolini: un’azione costruita con geometrie e aggressività, marchio di fabbrica della gestione Gattuso.

All’intervallo il 2-0 fotografa bene la supremazia azzurra. Ma la ripresa mostra un volto diverso: meno lucidità, più gestione. “L’importante è creare, poi ci sta che si possano sbagliare gol o rigori”, dirà poi Gattuso. Parole che raccontano la filosofia del nuovo corso: meno ansia da prestazione, più fiducia nei propri mezzi.

Raspadori sfiora il tris, ma Hein si supera ancora. Poi è Spinazzola, entrato nella ripresa, a confezionare l’assist per il 3-0 di Pio Esposito al 74′. Il giovane interista conferma l’impressione lasciata al debutto: intensità feroce, zero paura. “Pio si merita tutto – ha detto Gattuso – quando vedi un ragazzo di quest’età andare su ogni pallone come se fosse quello della vita, capisci che è speciale. Ha educazione, rispetto e una testa che non perde mai lucidità. Ora sta a noi aiutarlo a crescere”.

Milano Premier Padel P1, nel femminile Sanchez-Josemaria in finale

Roma, 11 ott. (askanews) – Semifinaliste nel 2023, assenti lo scorso anno. Domenica, dalle 16.30, Paula Josemaria e Ari Sanchez vivranno – all’Allianz Cloud – la loro prima finale del Milano Premier Padel P1.

Le spagnole, a lungo dominatrici del Qatar Airways Premier Padel Tour, non vincono un torneo da Valladolid, e – si legge in una nota – avranno l’occasione di tornare ad alzare un trofeo. Dall’altra parte della rete non ci saranno Delfi Brea e Gemma Triay, dominatrici del circuito: Gemma è stata infatti costretta al ritiro per un problema fisico, con conseguente qualificazione alla finale di Claudia Fernandez (campionessa in carica, proprio con Triay) e Bea Gonzalez, che invece a Milano ha vinto nel 2023 con Delfi Brea e sempre con Delfi è stata finalista lo scorso anno. Sanchez e Josemaria si sono guadagnate la finale grazie al 6-3 6-1 su Andrea Ustero e Sofia Araujo, nel match che aveva aperto la giornata.

Se la finale femminile vedrà in campo le teste di serie numero 1 e 3, quella maschile sarà la stessa dello scorso anno e che spesso assegna titoli in tutto il mondo. Da una parte Arturo Coello e Agustin Tapia, dall’altra Fede Chingotto e Ale Galan. Appuntamento non prima delle 18 sul centrale dell’Allianz Cloud, dove in campo ci saranno tre giocatori su quattro già vincitori del P1 di Milano: nel 2022 e nel 2023 toccò a Galan, in coppia con Juan Lebron, mentre nel 2024 i numeri 1 del ranking FIP si sono imposti con il punteggio di 6-4 7-5. Nella prima delle due semifinali, Coello e Tapia hanno battuto 6-4 6-3 proprio Lebron e Franco Stupaczuk; in serata, invece, è stato il turno di Fede Chingotto e Galan con il 7-6 6-4 a Martin Di Nenno e Leo Augsburger (6). Il conto dei precedenti vede Coello e Tapia avanti 17-7 nei testa a testa; decimo duello nel 2025, con un parziale di 7-2.

Teatro, a Sala Umberto "Non si fa così" con Lante della Rovere e Iannace

Roma, 11 ott. (askanews) – Va in scena alla Sala Umberto di Roma, dal 16 al 19 ottobre, “Non si fa così”, con Lucrezia Lante Della Rovere e Arcangelo Iannace (testo di Audrey Schebat, traduzione di Virginia Acqua), per la regia di Francesco Zecca.

Francesca e Giulio, in apparenza, sembrano una coppia stabile e solida fino a quando Francesca, pianista di fama mondiale, tornata inaspettatamente da un viaggio di lavoro, scopre e impedisce che Giulio, un riconosciuto psicoanalista, commetta l’irreparabile. Per lei il comportamento di Giulio appare inspiegabile, non c’era stata alcuna avvisaglia. Perché allora?

La commedia prende il via proprio dall’iniziale shock di Francesca e dalla necessità di comprendere il gesto che il compagno stava per compiere: abbandonare tutto, andare via per sempre, attaccato al lampadario della loro casa, sul tavolo della loro cucina. Una lettera di commiato le avrebbe permesso di comprendere le sue ragioni ma lui non l’ha scritta.

Seguirà una notte durante la quale la coppia è costretta a fare il punto sulle loro vite, sulle scelte e sulle non scelte, sull’inconciliabilità di alcuni pensieri e azioni e, inevitabilmente, sulla loro relazione. In discussione la coppia e la sua longevità, il desiderio, l’inadeguatezza, gli interrogatori permanenti in grado di sfidare il tempo. Ci nascondiamo ogni giorno dietro le nostre routine, aggrappati ai nostri lavori più o meno soddisfacenti, alla ricerca di quei successi tanto agognati ma che, da motore delle nostre esistenze, sono diventati trappole per le nostre anime. Davanti a un grande dolore ci sono due possibilità: o si soccombe o si ritrova la motivazione per riaccendere lo sguardo, smascherando le nostre anime e rimettono in luce i nascondigli dei nostri cuori. Una sola notte per lasciarsi o amarsi di nuovo. Una sola notte per reinventare il proprio destino. Un testo, quello di Audrey Schebat che, alternando rabbia e umorismo, con una forza insolita, scuote i suoi personaggi, divertendo ed emozionando il pubblico.

A Disneyland Paris torna il Festival di Halloween Disney

Roma, 11 ott. (askanews) – Il Festival di Halloween Disney è tornato a Disneyland Paris e continuerà fino al 2 novembre 2025. Sarà l’occasione per i visitatori di scoprire un programma che mescola brividi, risate e sorprese grazie agli incontri con i Cattivi Disney, gli straordinari spettacoli e le attrazioni da brivido.

A Frontierland, il ristorante The Lucky Nugget Saloon si trasformerà in The Unlucky Nugget Saloon, ispirato all’universo di Phantom Manor, una delle attrazioni cult del Parco Disneyland. Non mancheranno leccornie a tema che includono gustosi dolcetti, tra cui tre éclair alla vaniglia, un omaggio ai celebri abitanti di questa casa stregata. Inoltre, per rendere tutto ancora più sinistro, al calar della sera Main Street, U.S.A si illuminerà di proiezioni spettrali.

Halloween: i Personaggi Disney scendono in campo! All’ingresso del Parco Disneyland, gli ospiti saranno accolti da zucche sorridenti e adorabili fantasmi. In questa atmosfera terribilmente esilarante, grandi e piccini si troveranno faccia a faccia con la spaventosa banda dei Cattivi Disney, tra cui Crudelia De Mon, Malefica, Jafar, la Regina di Cuori e tanti altri. Inoltre, potranno incontrare Jack Skellington e Sally, dall’opera di Tim Burton Nightmare Before Christmas, e anche Miguel, il giovane eroe del film Coco dei Pixar Animation Studios, pronti a scattare foto ricordo e firmare autografi.

Per tutta la durata de Il Festival di Halloween Disney, la parata Mickey’s Halloween Celebration vedrà sfilare la banda dei Simpatici Malandrini – Pippo, Cip e Ciop e i loro amici, Paperina, Clarabella e Orazio. Al calar della sera, gli ospiti potranno assistere per la prima volta a proiezioni a tema Halloween nel cuore di Main Street U.S.A., per vivere un’atmosfera più spaventosa che mai.

Irresistibili leccornie e gadget dedicati al Festival di Halloween Disney! Lo spirito di Halloween invaderà anche i menu e i negozi di Disneyland Paris. I visitatori potranno gustare nuovi piatti deliziosi ispirati ai Simpatici Malandrini, ai Cattivi Disney e agli Ospiti Misteriosi. Al Boardwalk Candy Palace troveranno una selezione di pasticcini stregati, creati appositamente per la stagione. Al Last Chance Cafe, invece, li attendono tre nuovi éclair alla vaniglia, un omaggio ai celebri spiriti di Phantom Manor. In aggiunta, una grande e inedita caccia al tesoro, organizzata da M&M’s®, partner ufficiale di Disneyland Paris, rallegrerà la giornata di grandi e piccini. Con una mappa creata appositamente per l’occasione e consegnata da alcuni Cast Members (impiegati Disney), i partecipanti partiranno alla ricerca di porte misteriose sparse per tutto il Parco Disneyland che riveleranno indizi colorati. Una volta completata la missione, appuntamento al Boardwalk Candy Palace per gustare deliziosi dolcetti di Halloween.

Per la prima volta, durante Il Festival di Halloween Disney, il ristorante The Lucky Nugget Saloon si trasformerà nel The Unlucky Nugget Saloon. Questa esperienza inedita, ispirata alla celebre attrazione Phantom Manor, invita gli ospiti a rivivere il luogo in cui si sarebbe dovuta tenere la festa di matrimonio di Melanie Ravenswood. L’atmosfera sarà unica, grazie a una scenografia che unisce decorazioni, musica, giochi di luce ed effetti speciali. Il risultato? Un’esperienza intrigante nel cuore di Frontierland.

In diverse boutique dei Parchi Disney non mancheranno i peluche di Topolino, Minnie e Stitch con i loro costumi halloweeniani, mentre Bob, dal film d’animazione Pixar Monsters & Co., travestito da un’adorabile zucca, fa il suo ingresso nella collezione dei mini-peluche magnetici da spalla. Per quanto riguarda le decorazioni, imperdibile un runner da tavola con i Personaggi Disney nei loro abiti di Halloween, perfetto per merende mostruosamente golose.

Attrazioni da brivido per tutti i gusti Per gli ospiti a caccia di emozioni forti, Disneyland Paris è il luogo perfetto – con le sue 53 attrazioni per grandi e piccini! I più coraggiosi potranno addentrarsi a Phantom Manor per un’avventura da bridivi, racchiusa in un’atmosfera misteriosa. Fantasmi fosforescenti banchettano e danzano nella grande sala da pranzo, incuranti dei curiosi. I più intrepidi metteranno alla prova il loro coraggio nell’attrazione The Twilight Zone Tower of Terror situata nel Parco Walt Disney Studios, immergendosi nelle storie tormentate di spiriti e precipitando da un edificio di 13 piani, mentre vengono proiettati nella quarta dimensione!

Disneyland Paris, il 31 ottobre il travestimento è per tutti, grandi e piccini! Il 31 ottobre 2025, il Parco Disneyland prolungherà il divertimento di Halloween fino alle 23.00. Streghe, pirati, chi più ne ha più ne metta… Gli ospiti di tutte le età potranno sfoggiare una sconfinata creatività per competere con gli abiti dei Cattivi Disney – e mimetizzarsi al meglio nello scenario da brividi. Al momento della chiusura, prima dello spettacolo serale Disney Tales of Magic, ci sarà A Nightfall with Disney Villains, uno spettacolo che illuminerà il Castello della Bella Addormentata nel Bosco.

"La Giuditta", l’Oratorio di Scarlatti si incontra con la musica

Roma, 11 ott. (askanews) – Si conclude martedì 14 ottobre – repliche alle 17.00 ed alle 20.00 con la nuova produzione presentata in prima assoluta “La Giuditta” : l’Oratorio di Scarlatti si incontra con la musica dei nostri tempi il progetto ‘Le radici dell’antico e nuove scritture per la Musica Sacra’, realizzato nell’ambito del Festival di Musica Sacra 2025 della Regione Lazio ed anche la programmazione estiva del festival I Concerti nel Parco, Estate 2025, entrambi realizzati sotto direzione artistica di Teresa Azzaro. Le celebrazioni in occasione del tricentenario della morte di Alessandro Scarlatti saranno l’occasione, il 14 ottobre in Villa Medici, per una nuova esecuzione dell’Oratorio La Giuditta detta “di Cambridge” a cura della Cappella Musicale di Villa Medici e delle tre voci soliste, nei ruoli principali di Giuditta, Nutrice e Oloferne, rispettivamente Susanna Coppotelli, Marta Pacifici, Roberto Manuel Zangari. Il capolavoro Scarlattiano, da un libretto di grande intensità drammatica scritto dal “Prencipe Antonio Ottoboni” nel 1690, si intreccerà con azioni coreografiche di tre danzatori curate da Aurelio Gatti, che amplificheranno nello spazio visivo il dramma , e la musica interpretata dal Coro della Cappella Musicale di Villa Medici e dai solisti, che alternerà ai brani dall’Oratorio di Scarlatti anche le opere contemporanee di Giacinto Scelsi e di Severine Balloon, vincitrice del Prix de Rome 2024, queste ultime si sovrapporranno infatti alla trama dell’Oratorio con la funzione di rendere universale e attuale il dramma di Giuditta, divenuta nel tempo personaggio simbolico del coraggio femminile contro l’oppressore e della ribellione contro il potere maschile. L’ideazione del progetto è di Riccardo Martinini, quest’anno artista in residenza a Villa Medici, che conclude così il ciclo annuale delle ‘Stagioni Barocche ideate in collaborazione con l’Accademia di Francia in Roma Villa Medici ed I Concerti nel Parco.

La prima replica delle ore 17.00 sarà preceduta da una introduzione all’ascolto di Luca Della Libera, uno dei maggiori studiosi contemporanei dell’opera di Alessandro Scarlatti.

I concerti sono realizzati con il contributo del MiC Ministero della Cultura Direzione Generale Spettacolo; dalla Regione Lazio Direzione Generale Cultura e Lazio Creativo e Lazio Crea. L’iniziativa inoltre è promossa e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura di Roma con il supporto di Zètema Progetto Culturaed è realizzata in collaborazione con l’Accademia di Francia in Roma Villa Medici.

Tv, Rete 4: microchip day Leidaa a "Dalla parte degli animali"

Roma, 11 ott. (askanews) – Il microchip day della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente per fornire il microchip a tantissimi cani e gatti vittime del randagismo e della riproduzione incontrollata; Lillo, vittima di un furto d’auto ritrovato dalle forze dell’ordine e alcuni simpatici ricci rimasti senza mamma, allattatati al Cras “Stella del Nord” della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. Sono questi alcuni dei temi della prossima puntata di Dalla Parte degli Animali, in onda domani, alle 10.05, su Rete 4: il programma ideato e condotto, con i piccoli Stella e Leo, dall’on. Brambilla, che viene riproposto in replica domenica alle 16.30 su La5 e il martedì in seconda serata sempre su Rete 4.

L’obbligo di identificare i propri animali è, con la sterilizzazione, uno degli strumenti più efficaci nella lotta contro il randagismo. Perciò la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente organizza vari “microchip day” (il primo si è svolto a Palermo), in cui l’inoculazione è offerta gratuitamente e, grazie alla legge Brambilla, senza sanzioni per i proprietari o i detentori finora inadempienti. Per mettersi in regola, infatti, proprietari finora inadempienti possono avvalersi dell’importante agevolazione introdotta dall’art. 11 della legge Brambilla: far microchippare il proprio cane senza dover pagare la sanzione amministrativa prevista, da 150 a 900 euro per ciascun animale. Il proprietario o il detentore non vi sarà soggetto se adempie volontariamente all’obbligo di identificazione, purché la violazione non sia già stata constatata. A Palermo, in poche ore, sono stati inoculati a cani e gatti decine e decine di microchip.

Come storia a lieto fine vedremo quella di Lillo, un chihuahua rubato insieme all’automobile del suo proprietario, Alfio: l’uomo ci racconterà la sua terribile esperienza e come la polizia è riuscita a ritrovare il suo bene a quattro ruote e – soprattutto – il suo affetto a quattro zampe. Al Cras “Stella del Nord” di LEIDAA vedremo la storia di alcuni bei riccetti: rimasti senza mamma sono stati recuperati e ora vengono allattati, senza sosta, dalle balie che hanno fatto sì che potessero crescere sani e forti. Un impegno a dir poco costante: nei primi giorni di vita un baby riccio deve essere allattato ogni due o tre ore, ventiquattro ore su ventiquattro. Un impegno che i volontari della LEIDAA hanno messo per salvare Gioia, cagnolina recuperata a bordo strada nei pressi di Carlentini: un cacciatore le aveva probabilmente sparato per errore, tranciandole una zampa di netto, scambiandola per un animale selvatico. Subito recuperata e portata dal veterinario è stata curata: il suo percorso di riabilitazione sarà lungo ma si farà di tutto perché si riprenda completamente e trovi un’adozione del cuore.

Tra i servizi più leggeri, conosceremo Sara, anche lei balia, ma non dei ricci bensì dei micetti, entreremo nella casa del conduttore e attore Corrado Tedeschi, grande amante degli animali e prepareremo una innovativa ricetta veg: la tataki di batata, uno strano nome per definire una patata dolce e gustosissima originaria delle isole del Pacifico. E poi, ovviamente, conosceremo i tantissimi cani, gatti e altri animali in cerca di una casa dove vivere amati per sempre.

Dalla Parte degli Animali è un programma Mediaset, regia di Fabio Villoresi e a cura di Carlo Gorla.

Flautissimo, il Festival diffuso tra musica, teatro, letteratura

Roma, 11 ott. (askanews) – Il 19 ottobre prende il via la 27ª edizione di Flautissimo, il festival diretto da Stefano Cioffi e organizzato dall’Accademia Italiana del Flauto. Nato come rassegna dedicata alla musica classica da camera, Flautissimo negli anni ha ampliato i propri confini fino a diventare un festival diffuso che intreccia musica, teatro, letteratura e arti performative. Anche quest’anno gli appuntamenti si svolgeranno al Teatro Palladium, Teatro India, Teatro Torlonia e alla Biblioteca Vaccheria Nardi e Biblioteca Europea di via Savoia.

– Flautissimo Parole, Teatro & Musica. Sarà la prima assoluta de La casa del mago con Massimo Popolizio ed Emanuele Trevi a inaugurare l’edizione dal sottotitolo “Tutto quello che avrei voluto dirti… o quasi”, domenica 19 ottobre alle ore 18 al Teatro Palladium. La produzione, firmata Flautissimo/Stefano Cioffi e Compagnia Umberto Orsini, racconta di una porta che si apre su una casa piena di libri e silenzi. Un padre che sfugge, un figlio che insegue ombre. Un luogo dove restano sospese le parole che non sono mai state dette. La voce di Massimo Popolizio ci guida in un viaggio in cui la memoria diventa vertigine, e ogni spettatore è chiamato a riconoscere le proprie stanze segrete. Perché, come scrive Trevi, “la casa del mago è il luogo in cui si conserva ciò che ci ha resi ciò che siamo”.

Il 4 novembre alle ore 21, sempre al Teatro Palladium sarà la volta di Il fuoco che ti porti dentro, dal romanzo di Antonio Franchini, con Peppe Servillo e Cristiano Califano alla chitarra. La storia di Angela, madre fuori dagli schemi, e del figlio che cerca di decifrarla, prende vita tra ironia, tragedia e musica, in un ritratto vibrante e intenso che intreccia parola e canto. Il 2 e 3 dicembre al Teatro Torlonia, alle ore 20.30, andrà in scena Stare meglio di Giacomo Ciarrapico, con Carlo De Ruggieri e le musiche originali di Giuliano Taviani e Carmelo Travia. Una riflessione ironica e amara, tra comicità e malinconia, che trasforma la vicenda di un corpo fragile in un affresco pungente della società contemporanea.

L’8 dicembre alle ore 18 al Teatro India debutta a Roma Piccolo almanacco dell’attore di e con Fabrizio Bentivoglio. Un racconto umile e diretto, che intreccia vita e teatro, memoria e presente, restituendo l’essenza del mestiere dell’attore come un continuo ricominciare.

Il 10 e 11 dicembre al Teatro Torlonia, alle ore 20.30, in prima assoluta Teresa la notte di Paola Galassi, con la regia di Giampiero Solari, letta da Lucia Mascino con le musiche originali di Stefano Fresi. Un monologo serrato, che racconta la caduta di una donna comune nel buco nero della rete, dove identità segrete e minacce invisibili trasformano la quotidianità in incubo.

– Flautissimo Musica da Camera. Come ogni anno, al Teatro Palladium tornano le due intense giornate dedicate alla musica da camera: il 22 e 23 novembre i più autorevoli flautisti del panorama internazionale saranno protagonisti di recital e masterclass aperte al pubblico. Elisaveta Ivanova e Marianna Zolnacz, Mario Caroli e Riccardo Cellacchi, Juliette Hurel e Adriana Ferreira, Paolo Taballione e Denis Bouriakov, Silvia Careddu e Sebastian Jacot, Violeta Gil Garcia e Riccardo Ghiani saranno accompagnati da Sara Matteo, Francesca Carta, Isolda Crespi, Irene Veneziano e Gesualdo Coggi al pianoforte e Isabelle Moretti all’arpa. In programma musiche di Dutilleux, Andersen, Fauré, Cajkovskij, Debussy, de Grandval, Cras, Taktakishvili, Reinecke, J.S.Bach, Rachmaninoff, Mendelssohn, Mozart, Schubert, Roussel, Gaubert, Prokof’ev, Boehm, Strauss. In parallelo, la mostra di strumenti presso l’Hub culturale Moby Dick (22 e 23 novembre, ingresso libero) con i più importanti produttori e artigiani del settore.

– Le Letture di Flautissimo. Rinnovata la collaborazione con le Biblioteche di Roma, che accoglieranno otto letture a ingresso gratuito con Serena Sansoni: Quando basta una parola dai romanzi di Natalia Ginzburg (Biblioteca Vaccheria Nardi, dal 11 novembre al 15 dicembre) e Quello che manca da Orgoglio e pregiudizio (Biblioteca Europea, 2, 9 e 16 dicembre).

“Tutto quello che avrei voluto dirti… o quasi” è il filo sottile che attraversa musica, teatro e letture della 27ª edizione di Flautissimo: linguaggi diversi che trasformano il silenzio in arte e relazione. Le parole ricordano, curano, uniscono, sono loro che ci avvicinano ai nostri affetti, che raccontano il lutto, il desiderio, il silenzio. E così ogni spettacolo, ogni concerto, ogni lettura diventa occasione per colmare distanze, per ritrovare il senso del confronto, per restituire bellezza e profondità alla relazione con l’altro. Flautissimo non è un calendario di eventi: è un tempo diverso, intimo e collettivo al tempo stesso. È un festival ancora capace di sorprendere, di unire generazioni e di restituire alla città la possibilità di fermarsi ad ascoltare. Perché ciò che resta non detto può diventare musica, racconto, emozione. E finalmente trovare la sua voce. Stefano Cioffi Direttore Artistico Flautissimo

IL FESTIVAL. Il festival diretto da Stefano Cioffi è una manifestazione che affonda le sue radici nella musica classica e che negli anni ha vissuto tante stagioni di aperture ai nuovi linguaggi dello spettacolo contemporaneo. E così oggi Flautissimo è anche teatro, altre musiche, performance cross-disciplinari. Tra i tanti grandi nomi ospitati ricordiamo Emma Dante, Ennio Fantastichini, Galatea Ranzi, Elena Radonicich, Roberto Herlitzka, Massimo Wertmuller, Manuela Mandracchia, Francesco Piccolo, Giancarlo De Cataldo, Francesca Reggiani, Moni Ovadia, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Javier Girotto, Gabriele Coen, Emmanuel Pahud, Silvia Careddu, Avion Travel, Stefano Saletti & Banda Ikona, Klezroym, Giorgio Tirabassi, Max Paiella, Paola Minaccioni, Valerio Aprea.

La ventisettesima edizione di “Flautissimo Festival. Tutto quello che avrei voluto dirti… o quasi” è promossa e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura di Roma in collaborazione con l’Accademia Italiana del Flauto e con il supporto di Zètema Progetto Cultura. La manifestazione, sotto la direzione artistica di Stefano Cioffi, è realizzata, inoltre, con il contributo della Regione Lazio e in collaborazione con Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e il Teatro di Roma.

Tre Chiavi Michelin a Bottura per Casa Maria Luigia a Modena

Cervia (Ravenna), 11 ott. (askanews) – “Cosa vi dicevo all’inizio dell’anno? Aspettate, c’ il trentennale, Miseria e nobilt, parliamo dell’Italia, parliamo della cucina povera, la eleviamo a Tre Stelle Michelin… vedrete che soddisfazioni a fine anno. Ieri ero a Parigi e la Michelin ci ha premiato con altre tre stelle, cio mica male”. Un riconoscimento prestigioso quello ritirato da Massimo Bottura gioved 9 ottobre durante una cerimonia al Louvre di Parigi. Alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron, la Guida Michelin ha assegnato le Tre Chiavi al suo hotel Casa Maria Luigia di Modena. Il massimo riconoscimento per l’ospitalit di lusso.

“Alla fine viaggi per il mondo, tutti ti trattano come una star, ma la cosa pi importante portare il mondo da me – dice Bottura -. Questa la cosa pi bella: vedere che tutti vengono, si divertono, stanno bene e capiscono che cos’ l’Emilia-Romagna. tanta roba”.

Lo chef pluripremiato ha parlato del riconoscimento a Cervia, dove ha ricevuto il Premio Fantini Club: i protagonisti d’impresa nel mondo, dedicato agli italiani che portano innovazione e visione sui mercati internazionali. “E’ una grande emozione, un grande successo. Avere il numero uno del mondo qui al Fantini per questo premio veramente un successo” commenta Claudio Fantini, fondatore e amministratore delegato del Fantini Club.

La cucina italiana ai massimi livelli nel mondo. Ma il “made in Italy” pu insegnare anche un modo di fare impresa? “Sai cosa possiamo insegnare? Il senso del bello, la passione – risponde Bottura -. E per noi emiliano-romagnoli questo nel nostro Dna. Questo sicuramente io ho visto, perlomeno in tutto quello che faccio, che quando tu hai passione perch sei andato in profondit nei tuoi interessi e dopo diventano parte della tua vita quotidiana. E quindi io dico sempre: nelle mie vene scorre dell’aceto balsamico, i muscoli sono fatti di Parmigiano Reggiano, ma nel mio cervello viaggiano i 12 cilindri. Perch esprimo il mio territorio, esprimo dove sono nato, in una terra straordinaria che l’Emilia-Romagna. E quando mi chiedono ‘ma che terra , come la descrivi?’, una terra di gente che si alza un’ora prima la mattina, va a letto un’ora dopo la sera, e nel frattempo ha anche deciso di farlo con passione. questo che fa la differenza nella vita, soprattutto oggi”.

Ucraina, Zelensky a colloquio con il presidente Usa Trump

Roma, 11 ott. (askanews) – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky a colloquio con il suo omologo degli Stati Uniti, Donald Trump. Lo ha annunciato su Telegram il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, Andriy Yermak.

La conversazione avviene il giorno dopo uno degli attacchi russi più importanti contro la rete energetica ucraina. Durante una conferenza stampa ieri a Kiev, Zelensky ha invitato Trump a “esercitare pressioni” su Vladimir Putin affinché fermi gli attacchi aerei contro l’Ucraina.

"S.PER.AN.ZE. – Un futuro a 5G", corto dedicato al Papa e ai Papaboys

Roma, 11 ott. (askanews) – Dopo i progetti “Karol – Và nel mondo con amore, fa sentire la tua voce”, dedicato a S. Giovanni Paolo II per la sua canonizzazione, “Francesco – Una rete per la fede”, per il Giubileo Straordinario della Misericordia e “Mi passi un po’ di pace?”, alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina, Saint Production srl in collaborazione con MPM Management Productions srl hanno ideato, in occasione del Giubileo Ordinario del 2025 “Pellegrini di speranza”, un nuovo cortometraggio: “S. PER AN. ZE. – Un futuro a 5G”.

Prodotto da Maria Paola Migliassi, il corto è stato pensato come sprone specie per i giovani ad avere fiducia, speranza per gli scoraggiati, mano che si porge e rialza chi è caduto. I cortometraggi, maggiormente in questo periodo, servono per arrivare in tutti i mezzi di comunicazione, per seminare e annunciare il Signore nel cuore di tanti.

Il commento finale è tratto dal testo di Papa Francesco “Spes Non Confundit – Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025”. Il corto ha vinto 6 premi nell’ambito delle rassegne statunitensi Best Shorts Competition, IndieFest Film Awards, Global Shorts e nella rassegna italiana Bracciano Film & Arts Festival. E’ attualmente in concorso al David di Donatello 2026.

Le storie di quattro ragazzi, Stefano, Perla, Anna e Zeno, si incrociano nella città di Fiuggi, nel Lazio. I giovani espongono nel loro linguaggio codice le perplessità sul proprio futuro e quello della società dove vivono. I loro smartphone, che hanno generato i loro problemi, si trasformeranno in mezzi di riunione, riconciliazione e cammino verso una viva speranza delle loro vite. Un enigmatico titolo che parla di speranze, tecnologia e connessioni, non solo digitali, ma anche umane. Una ricerca profonda, un viaggio verso un futuro in cui il 5G non rappresenta solo innovazione tecnologica, ma un nuovo modo di vedere il mondo, di comunicare e di vivere. Il cortometraggio esplora temi contemporanei, lasciando spazio per riflessioni sulla speranza in un’era di cambiamenti rapidi e connessioni sempre più strette. Con il Patrocinio del Comune di Fiuggi questa produzione esclusiva è stata realizzata da Saint Production e MPM Management Productions, con il supporto dell’Ucsi – Unione Cattolica Stampa Italiana, Associazione Nazionale Papaboys, Unitre – Associazione Nazionale Università della Terza Età – Fiuggi, Pro Loco Fiuggi, DMO Alta Ciociaria ETS e la concessione della LEV – Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione. La regia è di Giancarlo Mici e il soggetto originale dello stesso Giancarlo e di Elena Tasso, I 4 giovani attori protagonisti: Stefano (Alessandro Marzia): promessa del calcio, fidanzato dolce e determinato. Perla (Noemi Petrangeli): attrice in erba con un sogno nel cuore. Anna (Valentina Giagnacovo): ballerina caparbia pronta a volare sul palco. Zeno (Federico Sardi de Letto): enigmatico e riflessivo, il filo conduttore di un mistero. Le voci degli SMS misteriosi sono interpretate da leggende come Paola Pitagora e Giuseppe Pambieri.

‘S. PER. AN. ZE. – Un futuro a 5G’ è dedicato a Papa Francesco e a Daniele Venturi, fondatore della rivista ‘Pensiero Settimanale’, ponte tra laici e non credenti, tra giovani e altre generazioni, punto di unione e accoglienza e anche fondatore e presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys, prematuramente scomparso il 13 marzo 2025. È stato presentato al Nuovo Cinema Aquila – Roma, il 9 aprile 2025 mentre il 18 giugno scorso è stato presentato e consegnato al Santo Padre Papa Leone XIV. E’ stato inoltre presentato al Ecc.mo Pro-Prefetto S.E. Mons. Rino Fisichella, e successivamente al Vicario Generale per la Diocesi di Roma S.Em. Card. Baldassare Reina. Il 15 ottobre 2025 esce in streaming sul canale di Giancarlo Mici su YouTube. Il sito del cortometraggio: https://www.speranzeunfuturoa5g.it/

I palestinesi sfollati tornano a Gaza ma in molti non hanno più la casa, distrutta dai raid

Roma, 11 ott. (askanews) – Migliaia di palestinesi sfollati continuano a rientrare in una Gaza City devastata, nel secondo giorno di cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas: oggi ne sono arrivati 50mila, secondo la protezione civile. Molti sconvolti dalla distruzione, altri tirano invece un sospiro di sollievo nel trovare le proprie case ancora in piedi.

Approfittando del cessate il fuoco, Raja Salmi è tornata a piedi alla sua casa a Gaza City, dove settimane di bombardamenti israeliani e operazioni di terra hanno colpito aree ritenute rifugi di migliaia di combattenti di Hamas.

“Abbiamo camminato per ore, e ogni passo era pieno di paura e ansia per la mia casa”, ha raccontato Salmi alla France Presse. Quando è arrivata nel quartiere di Al-Rimal, ha trovato la sua casa distrutta. “Non esiste più. È solo un cumulo di macerie”, ha detto, “Sono rimasta lì davanti e ho pianto. Tutti quei ricordi ora sono solo polvere”. Il flusso di persone di ritorno continua, con il dato odierno diffuso dall’agenzia della protezione civile, un servizio di soccorso che opera sotto l’autorità di Hamas.

“Questo porta il numero totale dei rientri a Gaza da ieri a circa 250mila finora”, ha affermato Mohammed Al-Mughayyir, un funzionario dell’agenzia.

Piantedosi: nei cortei Pro Pal ricomparsi vecchi nostalgici della lotta armata

Roma, 11 ott. (askanews) – “Tutto quello che sta dietro ad alcune scene e elementi” avvenute nelle manifestazioni pro Gaza degli ultimi giorni “sono al vaglio degli inquirenti, per capire se dietro ad alcune azioni apparentemente coordinate c’è una strategia unitaria o si è trattato di una costellazione di attivismo ed episodi non legati da un importante filo comune. Segnalo però che i nostri specialisti investigatori, da tempo, già dalle prime manifestazioni”, hanno appurato “la ricomparsa sullo scenario di alcuni vecchi nostalgici fautori della lotta armata, con nome e cognome, volti ben definiti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla festa del Foglio.

Per il titolare del Viminale “non significa che ora c’è il ritorno della lotta armata, ma testimonia che sul substrato delle grandi conflittualità, che storicamente si ripropongono, qualcuno vive la suggestione di impiantare la ricorrente passione per la lotta armata. E non ne fanno neanche mistero: ci sono stati documenti di alcuni gruppi”.

“Molto spesso non prendere subito nettamente le distanze, pur di non avere un comportamento concordato o di posizionamento analogo di quello di chi sta al governo, poi determina che di registrano gli effetti della sottovalutazione quando è troppo tardi. Facciamo in modo che non succeda come in quegli anni” e “non facciamo sottovalutazioni”, ha concluso il ministro.

Francia, Lecornu: nominerò un governo libero, senza figure prigioniere dei partiti

Roma, 11 ott. (askanews) – Sebastien Lecornu ha indicato di voler nominare “un governo libero”, composto da personalità “con sensibilità politiche, ma non prigioniere dei partiti”. Lo ha dichiarato lo stesso primo ministro francese, che ieri sera ha ottenuto il reincarico dal presidente Emmanuel Macron dopo le sue dimissioni.

Durante la sua visita al commissariato di L’Hay-les-Roses, comune francese situato nel dipartimento della Valle della Marna nella regione dell’Ile-de-France, Lecornu ha ribadito di non avere per se stesso “alcuna agenda” né “altra ambizione se non quella di uscire da questo momento”, che ha definito “abbastanza difficile per tutti”. “Farò il mio dovere e non sarò un problema”, ha ripetuto, ricordando di non essere “qui per fare la morale”, ma di non avere “l’impressione che ci siano molti candidati” disposti a prendere il posto a Matignon.

Affermando di “rispettare” la decisione del leader di Les Republicains, Bruno Retailleau, di non partecipare più al governo, ha promesso che “tutti i dibattiti sono possibili” riguardo alla riforma delle pensioni, di cui il Partito Socialista chiede la sospensione “completa e immediata”.

Giustizia, Amoroso: processo mediatico è una barbarie

Firenze, 11 ott. (askanews) – “Il processo mediatico è una barbarie e viola in concreto il principio di non colpevolezza”. Lo ha detto Giovanni Amoroso, presidente della Corte Costituzionale, intervistato alla festa del Foglio a Firenze. “E’ un appello” quello contro il processo mediatico che “possiamo fare oggi, a una festa dell’ottimismo (così si chiama la festa del Foglio, ndr), tutti insieme”, ha aggiunto Amoroso.

Parlando poi della riforma con la separazione delle carriere, il presidente della Consulta ha detto che “la distinzione tra l’attività del pm e quella del giudice si vede innanzitutto nel processo, soprattutto penale, il passaggio importante si è avuto nel nuovo processo e lì c’è stata una frizione tra Corte Costituzionale e Parlamento” che “si risolse con il nuovo articolo 111”.

Per Amoroso “c’è una separazione di carriere e non separazione di poteri, c’è la separazione del Csm che è destinato a raddoppiare”, “anche nella sua sezione disciplinare”.

“La democrazia si fonda sul principio della separazione dei poteri, quando l’equilibrio dei poteri comincia ad alterarsi allora c’è da preoccuparsi perché si può scivolare su forme che hanno tassi di democrazia inferiore. Attualmente non vedo questo spostamento dell’equilibrio dei poteri, che per essere allarmante dovrebbe essere verso l’Esecutivo. Non vedo questo scivolamento”, ha spiegato.

“Consideriamo anche che il nostro ordinamento, ed è un unicum nel mondo, prevede comunque la separazione dei poteri e un controllo giudiziario perché c’è la giustiziabilità dei conflitti tra poteri”, ha concluso.

Dazi, Fitto: non ci piacciono, ma definito miglior accordo possibile

Firenze, 11 ott. (askanews) – “La Commissione europea ha trattato sui dazi, rispetto ai quali bisogna avere un approccio molto concreto. Se la domanda se ci piacciono o meno i dazi, la risposta che non ci piacciono. In questa situazione la Commissione europea ha definito il miglior accordo possibile ed anche questo verificabile nel confronto con tutti gli altri accordi: va implementato ulteriormente e migliorato e mi sembra che su questa strada si stia facendo un buon lavoro”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, parlando con i giornalisti a margine della festa del Foglio in corso a Firenze.

Sulle dichiarazioni di Donald Trump relative ad eventuali prossimi dazi alla Cina, “mi consentirete di non esprimermi, diventa un po pi complesso farlo” ha concluso Fitto.

Tennis, clamoroso a Shanghai: Vacherot batte Djokovic ed è finale



Roma, 11 ott. (askanews) – Clamoroso a Shanghai, dove Valentin Vacherot, numero 204 del mondo e partito come alternate delle qualificazioni, vola in finale. E lo fa battendo il 24 volte campione Slam Novak Djokovic, quattro volte vincitore del Masters 1000 cinese e all’80^ semifinale in un Masters della carriera. 6-3, 6-4 i parziali per il 24enne monegasco, che ha sfruttato anche i tanti problemi fisici del serbo, non ultimo un guaio muscolare al gluteo. Vacherot, 204 del ranking, monegasco di passaporto, è il giocatore con la classifica più bassa a raggiungere la finale in un 1000. Domenica sfiderà uno tra Daniil Medvedev e… il cugino Arthur Rinderknech, 54 del mondo.

Toscana, sfida Giani-Tomasi tra incognita affluenza e echi nazionali

Firenze, 11 ott. (askanews) – Per il governatore uscente “non basta vincere, bisogna vincere bene”, per il sindaco outsider “il risultato non è già scritto e nessuna sfida è impossibile”. Con questi due viatici, pronunciati alla vigilia del voto rispettivamente dal presidente del Pd Stefano Bonaccini e dalla premier Giorgia Meloni all’indirizzo dei loro candidati, Eugenio Giani per il centrosinistra allargato al Movimento Cinquestelle e Alessandro Tomasi per il centrodestra si presentano agli oltre 3 milioni di elettori chiamati domani e lunedì a scegliere il nuovo presidente della Regione Toscana. In corsa c’è una terza candidata, Antonella Bundu, già consigliera comunale, per la lista di sinistra Toscana Rossa (che mette insieme Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile).

Il primo ostacolo che i candidati dovranno superare per compiere la loro missione – che sia vincere bene oppure vincere per la prima volta in una regione in cui la sinistra ha governato ininterrottamente dal 1970 – è l’astensione, la piaga della bassa affluenza al voto. Non a caso, l’ultimo appello sia a destra che a sinistra, è perché la gente vada a votare, non resti a casa.

“Io ho dato tutto, ho fatto il possibile, ora tocca a voi fare la rivoluzione” e non fidatevi “di sondaggi vecchi che fanno girare ora per scoraggiarvi”, avverte Tomasi dal palco di piazza San Lorenzo, dove Giorgia Meloni quasi lo rivendica come cosa sua (“lo conosco da tanti anni”). Dal teatro Cartiere Carrara, dove chiude la manifestazione con Elly Schlein, ma non ci sarà né una piazza né una foto unitaria con i leader del campo largo (tanto “la foto porta male”, osserva), Giani ne fa un fatto di orgoglio: “Bisogna portare la gente a votare domenica prossima. Dobbiamo avere l’orgoglio di essere la Toscana, terra di libertà e di democrazia. Io voglio una Toscana che sta in vetta come partecipazione al voto”.

Le urne saranno aperte domani dalle ore 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15: lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi e proseguirà in serata. In “palio” ci sono, oltre alla poltrona di governatore, dai 23 ai 26 seggi per la maggioranza in Consiglio Regionale toscano e almeno 14 per l’opposizione. Assieme al presidente della Regione, i toscani eleggeranno anche i consiglieri che andranno a comporre la futura assemblea regionale: quaranta in tutto (quarantuno con il presidente della giunta che ne fa parte integrante), lo stesso numero del 2015 e 2020, quindici in meno rispetto al 2010 e ben venticinque in meno rispetto al 2005. Per la coalizione vincente è previsto un premio di maggioranza, variabile: su quaranta seggi, non potrà averne meno di 23 (ma non più di 26).

La sfida toscana ha, infine, il sapore agrodolce del terzo round, nella partita delle regionali d’autunno, che sulla carta dovrebbe confortare il campo largo dopo le due sconfitte consecutive nelle Marche e in Calabria. La proiezione di questa disputa elettorale sullo scacchiere nazionale è inevitabile: la Toscana è l’ennesima regione in cui il campo progressista si presenta unito – e in generale non è andata benissimo, al momento dieci a tre per il centrodestra che potrebbe diventare undici a sei a fine novembre -, ma con un rapporto complesso con i Cinquestelle, che hanno deciso di appoggiare Giani dopo una votazione della base degli iscritti, che, tuttavia, non ha sedato alcuni malumori e distinguo. Ma alla vigilia del voto – e nella popolare cornice della fiera di Scandicci – è trionfata l’armonia tra Giani e Giuseppe Conte che ha detto sicuro: “Vincere è d’obbligo”.

Qualche distinguo non è mancato nemmeno nel centrodestra per alcune frizioni tra Tomasi e il generale Vannacci della Lega. Matteo Salvini però ha minimizzato: nel centrodestra ci sono forze diverse, ma si sa stare insieme e governare insieme. Certo per la prima volta il centrodestra sembra crederci davvero nella possibilità di espugnare la Regione anche perché, come ha sottilmente osservato Meloni ieri, “il problema delle roccaforti è che poi non devi più dare risposte, gestisci il potere” e la gente “non è stupida”, “capisce molto di più di quello che la sinistra pensa”.

Tod’s, Della Valle: caporalato stupidaggine, fiducia in magistratura

Capri (Napoli), 11 ott. (askanews) – Grande fiducia nella magistratura, ma “dire che c’ del caporalato in mondi come i nostri una grossa stupidaggine”. Lo ha ribadito il patron di Tod’s, Diego Della Valle, intervenendo al 40esimo convegno dei Giovani di Confindustria a Capri, in relazione alla richiesta di amministrazione giudiziaria dell’azienda per sfruttamento colposo del caporalato avanzata dalla Procura di Milano.

“Quello che ribadisco – ha aggiunto – che non possiamo trattare con leggerezza temi che riguardano la dignit e la reputazione delle aziende, e non possiamo pensare che sia indolore qualsiasi cosa si dica, che si possa additare, nel mio caso a livello mondiale. Il mio invito ragionare e riflettere: abbiamo bisogno di una normativa che pur controllando qualsiasi cosa, capisca come questo mondo”.

“Venite a vedere le nostre aziende, organizziamo delle visite, guardate le aziende – ha proseguito Della Valle -. Le nostre aziende non sfruttano nessuno, il caporalato riguarda altri mondi non noi, offensivo. Io conosco tanti magistrati, gente in gamba, anche loro devono fare in modo che non scappino sulle fasce laterali dei ragazzi che si credono padroni del mondo. Io ho grande fiducia nella magistratura, e se qualcuno a volte esagera lo fa in buona fede”.

In Toscana sfida Giani-Tomasi tra l’incognita affluenza ed echi nazionali

Roma, 11 ott. (askanews) – Per il governatore uscente “non basta vincere, bisogna vincere bene”, per il sindaco outsider “il risultato non è già scritto e nessuna sfida è impossibile”. Con questi due viatici, pronunciati alla vigilia del voto rispettivamente dal presidente del Pd Stefano Bonaccini e dalla premier Giorgia Meloni all’indirizzo dei loro candidati, Eugenio Giani per il centrosinistra allargato al Movimento Cinquestelle e Alessandro Tomasi per il centrodestra si presentano agli oltre 3 milioni di elettori chiamati domani e lunedì a scegliere il nuovo presidente della Regione Toscana. In corsa c’è una terza candidata, Antonella Bundu, già consigliera comunale, per la lista di sinistra Toscana Rossa (che mette insieme Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile).

Il primo ostacolo che i candidati dovranno superare per compiere la loro missione – che sia vincere bene oppure vincere per la prima volta in una regione in cui la sinistra ha governato ininterrottamente dal 1970 – è l’astensione, la piaga della bassa affluenza al voto. Non a caso, l’ultimo appello sia a destra che a sinistra, è perché la gente vada a votare, non resti a casa. “Io ho dato tutto, ho fatto il possibile, ora tocca a voi fare la rivoluzione” e non fidatevi “di sondaggi vecchi che fanno girare ora per scoraggiarvi”, avverte Tomasi dal palco di piazza San Lorenzo, dove Giorgia Meloni quasi lo rivendica come cosa sua (“lo conosco da tanti anni”). Dal teatro Cartiere Carrara, dove chiude la manifestazione con Elly Schlein, ma non ci sarà né una piazza né una foto unitaria con i leader del campo largo (tanto “la foto porta male”, osserva), Giani ne fa un fatto di orgoglio: “Bisogna portare la gente a votare domenica prossima. Dobbiamo avere l’orgoglio di essere la Toscana, terra di libertà e di democrazia. Io voglio una Toscana che sta in vetta come partecipazione al voto”.

Le urne saranno aperte domani dalle ore 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15: lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi e proseguirà in serata. In “palio” ci sono, oltre alla poltrona di governatore, dai 23 ai 26 seggi per la maggioranza in Consiglio Regionale toscano e almeno 14 per l’opposizione. Assieme al presidente della Regione, i toscani eleggeranno anche i consiglieri che andranno a comporre la futura assemblea regionale: quaranta in tutto (quarantuno con il presidente della giunta che ne fa parte integrante), lo stesso numero del 2015 e 2020, quindici in meno rispetto al 2010 e ben venticinque in meno rispetto al 2005. Per la coalizione vincente è previsto un premio di maggioranza, variabile: su quaranta seggi, non potrà averne meno di 23 (ma non più di 26).

La sfida toscana ha, infine, il sapore agrodolce del terzo round, nella partita delle regionali d’autunno, che sulla carta dovrebbe confortare il campo largo dopo le due sconfitte consecutive nelle Marche e in Calabria. La proiezione di questa disputa elettorale sullo scacchiere nazionale è inevitabile: la Toscana è l’ennesima regione in cui il campo progressista si presenta unito – e in generale non è andata benissimo, al momento dieci a tre per il centrodestra che potrebbe diventare undici a sei a fine novembre -, ma con un rapporto complesso con i Cinquestelle, che hanno deciso di appoggiare Giani dopo una votazione della base degli iscritti, che, tuttavia, non ha sedato alcuni malumori e distinguo. Ma alla vigilia del voto – e nella popolare cornice della fiera di Scandicci – è trionfata l’armonia tra Giani e Giuseppe Conte che ha detto sicuro: “Vincere è d’obbligo”.

Qualche distinguo non è mancato nemmeno nel centrodestra per alcune frizioni tra Tomasi e il generale Vannacci della Lega. Matteo Salvini però ha minimizzato: nel centrodestra ci sono forze diverse, ma si sa stare insieme e governare insieme. Certo per la prima volta il centrodestra sembra crederci davvero nella possibilità di espugnare la Regione anche perché, come ha sottilmente osservato Meloni ieri, “il problema delle roccaforti è che poi non devi più dare risposte, gestisci il potere” e la gente “non è stupida”, “capisce molto di più di quello che la sinistra pensa”.

Premio alla Divulgazione Musicale "Ezio Bosso", è boom d’iscritti

Roma, 11 ott. (askanews) – Entra nel vivo la prima edizione del Premio alla Divulgazione Musicale Ezio Bosso – 2025: ben 144 progetti da tutt’Italia con Associazioni, Scuole Statali, editori, Arci e Conservatori che hanno aderito da ben 63 province diverse. Una risposta di proporzioni inattese, giunta da tutto il territorio all’appello di Associazione Ezio Bosso, in collaborazione con Regione Puglia, per premiare ed incentivare la voglia di musica colta in Italia.

E l’Associazione ha rilanciato la sfida aggiungendo un quarto premio ai primi tre già finanziati da Regione Puglia.

Grandi e prestigiose associazioni concertistiche con decenni di esperienza alle spalle, piccole realtà giovani, città metropolitane, borghi, paesi, da Gorizia fino all’ultimo lembo di Sicilia: la prima edizione del Premio alla Divulgazione Musicale Ezio Bosso sta rivelando un’Italia inattesa e trasversale a qualsiasi classificazione, che considera la musica classica o “libera”, come imprescindibile strumento di conoscenza, benessere, crescita personale e sociale per bambini, anziani, malati, giovani, categorie fragili, famiglie, detenuti, extracomunitari in difficoltà; ma anche persone qualunque alla ricerca di dialogo, ascolto e sviluppo culturale attraverso l’unico mezzo che, come diceva Ezio, “connette cuore, cervello e pancia” in un batter d’ali.

Le regioni che hanno presentato più progetti sono: Lombardia, guidata da Milano; Lazio, trainato da Roma; Piemonte, Puglia e Emilia-Romagna, quindi Toscana e Veneto, ma stupisce soprattutto il gran numero di progetti provenienti dalle piccole province e dai borghi di campagna, a dimostrazione che l’Italia tutta e non solo i grandi centri, sente il bisogno di una capillare attività culturale musicale come alternativa ad un pericoloso e disgregante isolamento sociale, ancora più rischioso in epoca digitale.

E per premiare questa sorprendente voglia di musica intelligente, Associazione Ezio Bosso ha aggiunto un quarto premio di 2.000 euro ai tre già finanziati da Regione Puglia per un ammontare complessivo di 22.000 euro: il quarto riconoscimento, affidato al pubblico, verrà assegnato tramite voto diretto online sul sito dell’Associazione, dove si potrà scegliere tra i venti progetti finalisti stabiliti dal voto del Comitato Scientifico presieduto da Michele dall’Ongaro. Le votazioni verranno aperte il giorno 7 novembre e si chiuderanno il giorno 14 novembre. Tutte le fasi di voto, sia del comitato scientifico sia del pubblico, verranno certificate da notaio e i risultati saranno resi noti a dicembre 2025 contestualmente alla consegna dei premi in denaro.

Il Premio alla Divulgazione Musicale Ezio Bosso nasce per iniziativa dell’Associazione Ezio Bosso in collaborazione con Regione Puglia e Puglia Culture, dopo che il marchio Buxus degli eredi Bosso ha completato il percorso di pubblicazione dei suoi testi inediti, musicali e non. Il Premio è inteso dall’Associazione come strumento attivo per rendere sempre più vivo e socialmente incisivo il pensiero del grande musicista torinese quale lascito collettivo al suo paese.

Grande soddisfazione per l’iniziativa ha espresso Michele dall’Ongaro, Presidente del Comitato Scientifico del Premio: “Se c’è una cosa che Ezio Bosso ci ha insegnato è che la musica parla a tutti e tutti hanno diritto di godere della bellezza e della forza che ne scaturiscono. Il Premio ha lo scopo di dare una mano a chi lavora perché queste energie siano condivise e diffuse nel modo più capillare nel nostro Paese così come Bosso ha fatto con slancio incessante e passione contagiosa”.

Ue, Mattarella: auguro veloce ingresso Macedonia Nord e Moldova

Venezia, 11 ott. (askanews) – “Mi auguro un veloce ingresso della Macedonia del Nord e della Moldova nell’Unione europea. L’Italia è pienamente di questo avviso e il nostro Governo è su questa linea”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 35esimo anniversario della Commissione di Venezia.

All’evento sono presenti anche la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, e la presidente della Repubblica di Macedonia del Nord, Gordana Siljanovska-Davkova.

“Non faccio che ripetere che il tempo è pienamente maturo per questo ingresso” ha concluso Mattarella.

Decine di migliaia di palestinesi sulla strada costiera della Striscia di Gaza per tornare a acasa

Roma, 11 ott. (askanews) – L’annuncio dell’entrata in vigore del cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas ha spinto migliaia di palestinesi a riversarsi sulla strada costiera della Striscia di Gaza, a piedi, in bicicletta, in camion o in carretto, diretti a nord, mentre altri sono tornati alle rovine delle loro case a Khan Younis, nel sud dell’enclave palestinese. Secondo la protezione civile locale, citata dall’agenzia di stampa France Presse (Afp), venerdì “circa 200mila persone” sono tornate alle loro case nella Striscia di Gaza settentrionale.

“Torniamo a casa nonostante la distruzione, l’assedio e il dolore. Siamo felici anche se torniamo alle rovine”, ha raccontato Amir Abu Iyadeh, 32 anni, alla France Presse prima di tornare dall’enclave. Ma per molti di coloro che sono già tornati, la dura realtà della situazione è diventata subito evidente. “I danni sono immensi e indescrivibili; quasi tutto è in rovina e inabitabile”, ha detto all’agenzia di stampa Reuters Muhannad al Shawaf, un residente di Khan Younis, sottolineando che prima gli ci volevano tre minuti per raggiungere una strada vicina. Ora gli ci vuole più di un’ora per farsi strada tra le macerie. “Le risate sono scomparse e le lacrime si sono asciugate. La gente di Gaza è persa, come morti viventi in cerca di un futuro lontano”, ha detto Mustafa Ibrahim, un difensore dei diritti umani di Gaza City che ha trovato rifugio a Deir al Balah.

Quasi tutti i 2,2 milioni di abitanti di Gaza sono stati sfollati durante due anni di guerra che hanno ucciso decine di migliaia di persone e ridotto vaste aree in rovina. In tutta la Striscia di Gaza, i soccorritori hanno approfittato del cessate il fuoco di venerdì per cercare tra le macerie. “Soltanto a Gaza City, 63 corpi sono stati recuperati e trasportati in ospedale”, ha detto Mahmoud Bassal, portavoce della Protezione Civile.

Incendio nella notte in un appartamento nel Milanese: tre morti

Roma, 11 ott. (askanews) – Tre persone – padre, madre e figlio, rispettivamente 88, 85 e 45 anni – sono morte per un incendio divampato la scorsa notte in un appartamento a Cornaredo (Milano), in via Cairoli.

Sul posto i vigili del fuoco, che hanno evacuato dallo stabile 40 residenti.Otto persone risultano ferite non gravi e trasportate dal 118 in ospedale, come sono rimasti leggermente feriti anche tre vigili del fuoco. In corso gli accertamenti di carabinieri e Procura per determinare le cause del rogo.

Truppe Usa arrivano in Israele per supervisionare il cessate-il-fuoco a Gaza

Roma, 11 ott. (askanews) – Le truppe statunitensi hanno iniziato ad arrivare in Israele durante la notte, nell’ambito di una forza che contribuirà a supervisionare il cessate-il-fuoco a Gaza. Lo ha riportato ABC News.

L’emittente, che cita due funzionari, ha affermato che la squadra di 200 uomini arriverà nel fine settimana, in aereo dagli Stati Uniti e da altre basi in Medio Oriente.

L’ammiraglio Brad Cooper, capo del Comando Centrale (Centcom) delle forze armate statunitensi, è arrivato ieri in Israele. I funzionari hanno affermato che il personale statunitense avrebbe dovuto contribuire alla creazione di un centro di controllo congiunto e poi integrare tutte le altre forze di sicurezza che entreranno a Gaza, contribuendo a mantenere i contatti con le Idf (Forze di Difesa israeliane).

Alcuni funzionari militari egiziani, qatarioti, turchi e probabilmente emiratini saranno integrati nella squadra, che dovrebbe essere di stanza in Egitto. I funzionari hanno affermato che non è previsto l’ingresso di truppe statunitensi a Gaza.

Le ceramiche di Lucio Fontana, la manualit dell’avanguardia

Venezia, 11 ott. (askanews) – Un Lucio Fontana diverso, meno concettuale e pi legato alla materia, ma sempre capace di creare opere intense e affascinanti, che forse non sono state mai abbastanza considerate. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dedica una mostra alle opere in ceramica dell’artista italo-argentino, significativamente intitolata “Mani-Fattura”.

“Noi conosciamo Fontana di solito per i suoi tagli, per quel gesto autoritario, maschile, molto sicuro di s – ha spiegato ad askanews Sharon Hecker, curatrice dell’esposizione -. Questa mostra vuole far vedere un altro Fontana, un Fontana pi intimo, pi in relazione con la creta, con il materiale, con le tecniche, pi in sintonia con gli artigiani di Albisola dove lavorava e grande sperimentatore”.

La sperimentazione, appunto, forse l’elemento che si coglie maggiormente nei lavori esposti, insieme a una vocazione sempre evidente per l’avanguardia. Un aspetto, questo, che alimenta il dialogo con la collezione del museo veneziano. “Questa mostra – ha aggiunto la direttrice della Peggy Guggenheim, Karole P.B. Vail – rientra nel programma che abbiamo ormai da un po’ di anni di organizzare mostre su artisti italiani del dopoguerra, come per esempio Tancredi, Edmondo Bacci, pi recentemente Marina Apollonio. Per bisogna anche ricordarsi che anni fa avevamo fatto una mostra di Lucio Fontana intorno alle sue opere di New York e Venezia e quindi ci sembrava anche doveroso approfondire un aspetto praticamente sconosciuto, appunto le ceramiche di Fontana”.

Esposte circa settanta opere, alcune delle quali mai viste prima, provenienti da collezioni pubbliche e private, che mettono in risalto la visione scultorea di Fontana attraverso un materiale come la creta. E la sua lezione resta di grande attualit. “Abbiamo tanti sperimentatori in ceramica nell’arte contemporanea – ha detto ancora Sharon Hecker – che ci permettono di tornare indietro e rivalutare il livello di sperimentazione che c’ in queste ceramiche, anche a livello di superficie, lo vedrete in mostra, ogni opera un’opera diversa”.

Tra un meraviglioso coccodrillo e dei concetti spaziali che sono dei piccoli capolavori, l’esposizione racconta una storia tremendamente affascinante, che ci riporta anche alla dimensione concreta dell’arte. “Un’altra cosa importante che bisogna ricordare che tanti artisti amano molto lavorare con le mani – ha concluso Karole Vail – e questa mostra proprio dedicata alla manualit, al fare, allo sporcarsi le mani”.

In mostra anche presentato un cortometraggio inedito, “Le ceramiche di Lucio Fontana a Milano,” appositamente commissionato e realizzato dal regista argentino Felipe Sanguinetti. Concepito come parte integrante del percorso espositivo, il film conduce il pubblico in un viaggio cinematografico attraverso diversi luoghi della citt lombarda.

Fabrizio Moro torna in tour nel 2026 con brani dalle origini a oggi

Milano, 1 ott. (askanews) – Fabrizio Moro torna in tour nel 2026 con Non ho paura di niente live 2026! Il tour prenderà il via con un’anteprima il 2 maggio 2026 al Palazzo dello Sport di Roma e proseguirà poi da ottobre 2026 nei principali club italiani.

In scaletta non mancheranno le canzoni che, dagli esordi fino ad oggi, hanno segnato il suo percorso artistico e, per la prima volta, i brani che saranno contenuti nel suo nuovo album di inediti “Non ho paura di niente” (BMG), in uscita il 14 novembre. Questo il calendario con le date del tour Non ho paura di niente live 2026, prodotto e organizzato da Friends&Partners: 2 maggio 2026 – Roma – Palazzo dello Sport 23 ottobre 2026 – Padova – Hall 24 ottobre 2026 – Senigallia (Ancona) – Mamamia 28 ottobre 2026 – Milano – Fabrique 31 ottobre 2026 – Venaria Reale (Torino) – Concordia 6 novembre 2026 – Firenze – Cartiere Carrara 7 novembre 2026 – Bologna – Estragon 12 novembre 2026 – Napoli – Casa della Musica 13 novembre 2026 – Molfetta (Bari) – Eremo Club 15 novembre 2026 – Catania – Land

I biglietti già disponibili su Ticketone e punti vendita abituali.

Anticipato da “In un mondo di stronzi” e dalla titletrack, “Non ho paura di niente” è il 10° album in studio della carriera di Fabrizio Moro, con 9 nuovi brani caratterizzati da testi introspettivi e attuali, in cui la dimensione intima si intreccia con una visione collettiva.

L’album sarà disponibile solo in formato fisico, in CD, in vinile, in vinile deluxe green purple edizione limitata e numerata e in musicassetta.

Sold-out il Bundle contenente la musicassetta del nuovo album, una shopper e un poster, in pre-order in esclusiva sullo store ufficiale BMG.

Chi ha acquistato il Bundle potrà partecipare al pre-ascolto esclusivo dell’album che si terrà il 25 ottobre a Roma.

La shopper e il poster verranno consegnate durante l’evento. La musicassetta, invece, verrà spedita a partire dal 14 novembre, data di uscita dell’album.

Tajani: Italia e Usa lavorano insieme per attuazione piano Trump

Roma, 11 ott. (askanews) – Italia e Stati Uniti lavorano “insieme per una rapida attuazione del piano di pace del presidente (Donald) Trump” in Medio Oriente. Lo ha sottolineato su X il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che nel suo post ha annunciato di aver avuto un colloquio telefonico con l’omologo americano Marco Rubio.

“Ho avuto una lunga telefonata con il Segretario di Stato americano Rubio”, ha scritto il ministro degli Esteri italiano sul social network, “Un confronto sul cessate il fuoco a Gaza. Lavoriamo insieme per una rapida attuazione del Piano di Pace del presidente Trump, che prevede anche un pronto ritorno a casa degli ostaggi. Mi sono congratulato per l’efficacia dell’azione americana, un grande successo politico e diplomatico”.

“L’Italia”, ha assicurato il vice presidente del Consiglio, “continuerà nel suo impegno umanitario per assistere la popolazione palestinese e lavorerà per garantire la sicurezza di Israele. Il governo italiano sarà pienamente impegnato al fianco degli Stati Uniti e degli altri partner europei e regionali per contribuire a creare le giuste condizioni di stabilità. Siamo pronti a partecipare con i nostri militari ad una missione di pace e sicurezza, con le nostre imprese a ricostruire Gaza partendo da scuole e ospedali”.

Emma annuncia il suo ritorno live con due grandi concerti

Milano, 11 ott. (askanews) – Dopo l’uscita del nuovo singolo “Brutta Storia”, Emma annuncia il suo ritorno alla dimensione live con due grandi concerti previsti in estate 2026 nelle città di Roma e Milano, che segnano una nuova ed emozionante tappa della sua carriera.

Per la prima volta Emma si esibirà sul palco dell’Ippodromo: 2 luglio 2026 – Ippodromo delle Capannelle – Roma (Rock in Roma) 9 settembre 2026 – Ippodromo Snai San Siro – Milano (Milano Summer Festival)

I biglietti per entrambe le date saranno disponibili su TicketOne e nei circuiti di vendita e prevendita abituali a partire dalle ore 18:00 di domani, venerdì 10 ottobre.

Due show esclusivi, due notti di musica, energia e connessione pura con il suo pubblico. Un’occasione irripetibile per vivere l’intensità di Emma in una veste inedita. Con questi appuntamenti speciali, Emma inaugura una nuova fase della sua attività live, portando sul palco tutta la sua grinta, il nuovo sound e la potenza del suo repertorio, per un’esperienza unica.

È attualmente in radio il nuovo singolo “Brutta Storia”, prodotto da Juli. La canzone, dal sound pop contemporaneo con sfumature cantautorali, arriva in modo immediato e mette ancora una volta in risalto la nuova vocalità dell’artista, che ha saputo rinnovarsi senza mai perdere la sua autenticità.

Il brano porta la firma di Emma, Federico Olivieri e Paolo Antonacci, con la produzione di Juli (Julien Boverod), che ne ha curato anche la composizione insieme a Federico Olivieri e Paolo Antonacci.

Disponibile anche il video del brano, diretto da Bogdan “Chilldays” Plakov e prodotto da Borotalco.tv.

La prima vittima a morire in guerra è la verità. Parola di Eschilo

UnEuropa disunita davanti alla guerra

Sono trascorsi oltre 1300 giorni dall’invasione armata dell’Ucraina da parte della Russia e – a parte le 19 sanzioni comminate dall’U.E. all’aggressore (peraltro mai illustrate nei dettagli e negli auspicati esiti) e il progressivo disimpegno di Trump dal massacro in atto con tutti gli impliciti e le evidenze del caso – le istituzioni politiche del mondo occidentale hanno reagito con sostegni militari non risolutivi del conflitto e ora i Paesi dell’U.E. stanno prendendo atto delle vere intenzioni di Putin che provoca e minaccia con presìdi dei territori e dei confini, con sorvoli aerei e incursioni di droni.

Le prese di posizione, nonostante una pletora di incontri mai drasticamente risolutivi (nemmeno nella considerazione dell’ipotesi di sospendere le acquisizioni dalla Russia di gas e petrolio, una scelta che avrebbe sferrato un duro colpo all’economia di Mosca), sono state una polifonia stonata per intensità differenti, indisponibilità ad azioni unitarie, dissonanti prese di posizione: in estrema sintesi un bailamme ben descritto da Mario Draghi come “evaporazione ed evanescenza” di una visione sostanzialmente acefala.

Indifferenza e disinformazione

Di converso è cresciuta nella pubblica opinione una sorta di indifferenza mista a insofferenza per il protrarsi del conflitto che – in misure diverse – ha sottratto risorse ed energie alle economie nazionali. Se la guerra in Ucraina durerà a lungo – perché la premessa dirimente è l’indisponibilità di Putin ad un accordo di pace – i soldati di un esercito europeo che un domani dovesse fronteggiare un’avanzata russa in Europa (che non è fantascienza) probabilmente non hanno ancora prestato il servizio militare nel proprio Paese.

Di converso cresce in modo allarmante l’infiltrazione filoputiniana in Europa e in Italia in particolare: ne scriveva un anno fa Alessandro Barbano sul Riformista citando la sistematica falsificazione della Storia nei libri di testo: Putin voleva liberare Kyiv dai nazisti, cacciare Zelensky e mettere al suo posto “gente per bene”, riprendersi i territori asseritamente russofoni e difendersi dalle provocazioni della NATO.

Ne scrive in questi giorni Angelo Allegri su Il Giornale, illustrando la sistematica mistificazione dei fatti e della loro storia nella sola narrativa ammessa dal Cremlino nell’unico libro di testo in uso nelle scuole russe: “Stalin grande leader, Ucraina nazista, Gorbaciov ingenuo, a Kyiv criminali di guerra e bande neonaziste che si sono impadronite del potere per dotare l’Ucraina di armi nucleari. Sarebbe stata la fine della civiltà e non era possibile permetterlo”, conclude il libro. “Da qui la necessità dell’operazione speciale avviata da Putin”.

Linedita convergenza tra opposti populismi

Non stupisce più di tanto il proselitismo di cui ha fatto incetta la dottrina rascista – con ogni mezzo di propaganda e campagna acquisti – nelle forze politiche di estrema destra e di estrema sinistra europee, fomentando e sovvenzionando la falsificazione della realtà. Sorprende invece questa strana convergenza tra opposti populismi che si riscontra nelle invettive politiche e nella mistificazione di certo giornalismo.

Ancor di più emergono sentimenti di dubbio, negazionismo, disimpegno etico e culturale in larga parte dell’immaginario collettivo che sta bilanciando colpe e responsabilità in parti quasi uguali tra aggressori ed aggrediti: una distinzione che non vale più, offuscata dalla nebbia del qualunquismo e vanificata dalla lunghezza irrisolta del conflitto di cui non si vedono esiti positivi.

Due guerre, due misure

Nessuno è sceso in piazza a manifestare – a parte qualche mesto sventolio di bandiere della comunità ucraina in Italia – non ci sono stati cortei, devastazioni, atti di teppismo, scontri con le forze dell’ordine, non sono state bruciate bandiere o foto di leader politici, imbrattati muri, distrutti manufatti, invase le stazioni ferroviarie, lanciate bombe carta, messe in atto aggressioni fisiche.

Nessuna Flottilla è partita via terra o via mare per testimoniare vicinanza alla popolazione ucraina massacrata ogni giorno dai bombardamenti, privata della luce elettrica e dell’acqua; nessuna comprensione è stata espressa verso i bambini uccisi o rapiti e portati in Siberia, nessuna pietà per le famiglie distrutte e rimaste senza casa, per gli ospedali messi a ferro e fuoco, i centri commerciali ridotti a carneficina, le centrali nucleari prese di mira con pericoli catastrofici, in un contesto che ricorda l’olocausto dell’Holodomor.

Se lo chiede Ezio Mauro in uno splendido articolo su Repubblica: “Perché il blocco di opinione che prende nettamente posizione su Gaza e condanna il governo di Netanyahu, non sente il dovere di compattarsi nella denuncia dell’aggressione russa all’Ucraina?” […] “Come può la coscienza pubblica risvegliarsi in Medio Oriente con una chiara attribuzione di responsabilità a Israele (che però deve accompagnarsi alla richiesta di liberazione degli ostaggi da parte di Hamas) e confondersi a Kyiv, arenandosi nel Donbass?”.

Verità negate e lezioni dimenticate

L’iniziativa umanitaria è comprensibile, ma anche ad essa va applicato il criterio della proporzionalità delle azioni, specie se alimenta rigurgiti antisemiti, odio per gli ebrei e non condanna il comportamento criminale di Hamas ma finisce per giustificarlo o ignorarlo.

Il timore è che la risposta nasconda verità inconfessabili, dettate da deliberate manipolazioni nei disegni politici e suscettibili di previsioni ancor più miserabili e catastrofiche che ci ricordano che la Storia del ’900 non l’abbiamo imparata abbastanza.

Una tregua che sa di pace o una pace che sa di tregua?

La vera domanda che oggi tutto il mondo si pone è una sola. E cioè, il 9 ottobre 2025 sarà ricordato come una data storica? Da ricordare nei libri di testo? Da incorniciare nella millenaria disputa del Medio Oriente? Oppure, e dopo l’ufficialità di un accordo di pace che resta, comunque sia, di straordinaria importanza — è sufficiente registrare l’euforia dei due popoli direttamente interessati e coinvolti per rendersene conto — si riduce ad essere poco più di una tregua?

 

Il ruolo decisivo degli Stati Uniti

Ad oggi possiamo solo ipotizzare alcuni elementi oggettivi che non possono e non debbono, però, essere sottaciuti. Per onestà intellettuale, innanzitutto.

In primo luogo, il ruolo decisivo, determinante e centrale dell’Amministrazione americana guidata dall’attuale Presidente Trump. E questo al di là e al di fuori del profilo, dello stile e della stessa estemporaneità od approssimazione del progetto politico dell’attuale leadership statunitense.

Il coinvolgimento del mondo arabo

In secondo luogo, il coinvolgimento dei principali paesi arabi nell’operazione di pace. Con l’eccezione dell’Iran che, non a caso, è un paese radicalmente dispotico, illiberale, dittatoriale e storicamente finanziatore del terrorismo internazionale — a cominciare dai terroristi di Hamas.

Inoltre, guardando al futuro politico di quello Stato, va segnalato il progressivo indebolimento della destra più reazionaria, antidemocratica, illiberale e integralista del governo israeliano.

Un accordo di pace che potrebbe mettere definitivamente in un angolo quei settori della destra israeliana che sono stati decisivi nel massacro compiuto in Palestina in questi ultimi mesi dopo l’atto terroristico di Hamas — disumano, disastroso e incommentabile — del 7 ottobre.

Il silenzio dellEuropa e la sfida della stabilità

Infine, e purtroppo non possiamo non sottolinearlo, l’assenza — almeno sino ad oggi — di un’iniziativa politica forte e incisiva dell’Europa.

Un’assenza che purtroppo ha pesato in questi ultimi tempi, ma che può d’ora in poi dare un contributo altrettanto decisivo per una stabilità politica nell’area mediterranea e per una pace duratura ed efficace nella regione medio-orientale.

Ecco perché l’accordo che si prospetta attorno ai venti punti stilati dall’Amministrazione americana e condivisi con il resto del mondo arabo, insieme ai paesi che partecipano a quella operazione democratica e di riassetto globale di un’intera area al centro di violenze disumane, scontri tra etnie, guerre di religione e atavici conflitti, va incoraggiato e assecondato.

E speriamo che anche nel nostro Paese, senza piegare il tutto ad una polemica politica violenta e del tutto strumentale, d’ora in poi prevalgano il buonsenso, la razionalità, la cultura di governo e una forte e seria maturità democratica da parte delle varie forze politiche.

Speriamo — anche se, purtroppo, le avvisaglie che arrivano non sono così promettenti. Ma questi, se non altro e per fortuna, appartengono solo alla meschinità della politica, e non alle grandi pagine storiche che auspichiamo si aprano, finalmente, anche nel Medio Oriente.

Il Concilio Vaticano II, un seme che continua a germogliare

L’11 ottobre 1962 san Giovanni XXIII apriva il Concilio Vaticano II. Non fu soltanto l’inizio di un’assemblea, ma l’irrompere di un tempo nuovo: la Chiesa si scopriva chiamata a ritornare alle sorgenti del Vangelo per rispondere con fedeltà e coraggio alle domande degli uomini e delle donne del suo tempo.

Da quell’assise scaturirono parole che ancora oggi guidano il cammino: la liturgia che torna ad essere respiro del Popolo di Dio (Sacrosanctum Concilium); la Chiesa che si riconosce mistero di comunione e Popolo di Dio (Lumen Gentium); la Scrittura restituita al cuore della vita cristiana (Dei Verbum); il dialogo aperto con il mondo contemporaneo, con le sue luci e le sue ferite (Gaudium et Spes). Sono costituzioni che non appartengono al passato, ma al presente: luci che continuano a orientare il cammino della comunità credente.

E tuttavia il Concilio non fu soltanto dottrina. Fu soprattutto un respiro dello Spirito che dilatava gli orizzonti: cercare l’unità con gli altri cristiani, aprirsi al dialogo con le religioni, incontrare ogni uomo e ogni donna nella dignità che li abita. Unitatis Redintegratio e Nostra Aetate segnarono la strada di una Chiesa che non teme di uscire da sé stessa, per camminare accanto a tutta l’umanità.

Il Concilio resta così seme che germoglia: ci ricorda che ogni battezzato è chiamato alla santità, che la comunità vive di corresponsabilità e di missione, che la Parola di Dio è lampada e luce per ogni tempo. Sono orizzonti ancora aperti, che attendono di essere percorsi con coraggio e fiducia.

Quest’anno l’anniversario si illumina di un segno speciale: papa Leone XIV invita a recitare ogni giorno di ottobre il Rosario per la pace, con un momento particolare proprio l’11 ottobre, in Piazza San Pietro. La memoria del Concilio si unisce così alla preghiera mariana, perché la Chiesa, che nel Concilio ha scelto di aprirsi al mondo, oggi impari da Maria a guardare il mondo con gli occhi di Cristo.

Il Rosario, grano dopo grano, diventa pellegrinaggio interiore: ci educa a contemplare i misteri della vita del Signore, a lasciarci guidare dalla fede umile di Maria, a invocare la pace in un tempo segnato da troppi conflitti. È una preghiera semplice e insieme profonda, che porta nei cuori lo stesso desiderio che animò i Padri conciliari: costruire unità, seminare speranza, aprire cammini di riconciliazione.

Così, l’11 ottobre — memoria di san Giovanni XXIII e anniversario dell’apertura del Concilio — non è soltanto un ricordo. È un invito a rinnovare il nostro “sì” allo Spirito che continua a guidare la Chiesa, a lasciarci sorprendere dalla forza del Vangelo, a camminare come popolo di Dio in un mondo che attende segni di fraternità e di pace.

Crisi delle democrazie e populismi europei: l’analisi di Camille Chenaux

L’ascesa dei populismi riflette un profondo cambiamento nel panorama politico, influenzato da fattori economici, sociali e culturali. Come sappiamo, i leader populisti riescono a capitalizzare la rabbia e il malcontento degli elettori, promettendo di difendere gli interessi nazionali contro le influenze esterne. La loro crescita impetuosa rappresenta una sfida significativa per le democrazie occidentali, richiedendo una riflessione critica sulle cause (remote e prossime) e sulle possibili risposte a questo fenomeno.


Il populismo come sintomo della crisi dello Stato-nazione

Un’occasione è offerta dal volume della giovane politologa Camille Chenaux (“Crisi dello Stato-nazione e populismi europei”, Carocci editore), che illustra come il populismo abbia ridisegnato, in pochi anni, la grammatica e la sintassi politica del continente europeo.

Il partito o movimento di stampo populista è presente nello scenario politico europeo almeno dalla metà del Novecento: basti pensare al Fronte dell’Uomo Qualunque in Italia (fondato da Guglielmo Giannini nel 1946) o alla Unione Democratica di Centro, tuttora attiva in Svizzera.

Il volume di Chenaux delinea l’ascesa dei populismi in Europa partendo da quattro fratture — politica, culturale, economica e sociale — sulle quali si reggono oggi i sistemi politici, dimostrando come alla base del populismo vi sia, anzitutto, una crisi dello Stato-nazione.

I casi emblematici di Italia e Germania

I movimenti e i partiti populisti, infatti, contraddicono i principi dello Stato-nazione: accusano le istituzioni democratiche di “usurpare” il potere, ignorano le garanzie costituzionali e i check and balances, ossia i meccanismi politico-istituzionali che limitano reciprocamente i poteri dello Stato.

In Italia, le elezioni politiche del 2018 hanno rappresentato un vero “laboratorio populista”, con la formazione del governo “giallo-verde” guidato da Giuseppe Conte, poi trasformatosi in “giallo-rosso”.

In Germania, invece, la lunga stagione di Angela Merkel (2005–2021) ha consolidato il modello economico nazionale ma anche acuito fratture tra Est e Ovest, alimentando il risentimento che ha favorito l’ascesa di Alternative für Deutschland (AfD), oggi primo partito nei sondaggi davanti a SPD e CDU-CSU del cancelliere Friedrich Merz.

Come uscire dalla morsa populista

Un possibile antidoto per ridurre l’influenza dei movimenti populisti è il rafforzamento delle istituzioni, la promozione della trasparenza e la partecipazione attiva dei cittadini al voto.

Considerando che circa il 50% degli aventi diritto non si reca più alle urne, chiunque venga eletto è ormai espressione di una minoranza.

Per saperne di più

Camille Chenaux, politologa italo-svizzera, ha conseguito il dottorato di ricerca in Relazioni internazionali all’Università di Roma Tre (2022) e insegna Contemporary Italian Politics e Italy and EU presso lo IES Abroad di Roma.

Sul profilo Instagram dell’autrice (@thesportymind) sono disponibili le video-interviste con Paolo Mieli dedicate ai temi del volume.

Trump contro la Cina: i dazi aumentano del 100 per cento da novembre

Roma, 10 ott. (askanews) – Si riaccende la guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Il presidente Usa Donald Trump, in un durissimo post su Truth, annuncia un aumento del 100 per cento dei dazi applicati finora nei confronti delle importazioni da Pechiono. “Si è appena appreso – scrive l’inquilino della Casa Bianca – che la Cina ha assunto una posizione straordinariamente aggressiva in materia di commercio, inviando una lettera estremamente ostile al mondo, in cui afferma che, a partire dal 1° novembre 2025, imporrà controlli sulle esportazioni su larga scala praticamente su tutti i prodotti che produce, e su alcuni nemmeno fabbricati da loro. Ciò riguarda TUTTI i Paesi, senza eccezioni, ed è stato ovviamente un piano da loro ideato anni fa. È assolutamente inaudito nel commercio internazionale e una vergogna morale nei rapporti con altre nazioni”.

“In base al fatto che la Cina ha assunto questa posizione senza precedenti, e parlando solo a nome degli Stati Uniti e non di altre nazioni che sono state minacciate in modo simile, a partire dal 1° novembre 2025 (o prima, a seconda di eventuali ulteriori azioni o cambiamenti intrapresi dalla Cina), gli Stati Uniti d’America – annuncia Trump – imporranno alla Cina una tariffa del 100%, in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente applicata. Sempre il 1° novembre, imporremo controlli sulle esportazioni su tutti i software critici”.

“Era impossibile credere che la Cina avrebbe preso una simile decisione, ma l’ha fatto, e il resto è storia. Grazie per l’attenzione!”, conclude il post del presidente statunitense sul suo social Truth.

Dazi, Trump: da novembre aumento del 100 per 100 tariffe alla Cina

Roma, 10 ott. (askanews) – Si riaccende la guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Il presidente Usa Donald Trump, in un durissimo post su Truth, annuncia un aumento del 100 per cento dei dazi applicati finora nei confronti delle importazioni da Pechiono. “Si è appena appreso – scrive l’inquilino della Casa Bianca – che la Cina ha assunto una posizione straordinariamente aggressiva in materia di commercio, inviando una lettera estremamente ostile al mondo, in cui afferma che, a partire dal 1° novembre 2025, imporrà controlli sulle esportazioni su larga scala praticamente su tutti i prodotti che produce, e su alcuni nemmeno fabbricati da loro. Ciò riguarda TUTTI i Paesi, senza eccezioni, ed è stato ovviamente un piano da loro ideato anni fa. È assolutamente inaudito nel commercio internazionale e una vergogna morale nei rapporti con altre nazioni”.

“In base al fatto che la Cina ha assunto questa posizione senza precedenti, e parlando solo a nome degli Stati Uniti e non di altre nazioni che sono state minacciate in modo simile, a partire dal 1° novembre 2025 (o prima, a seconda di eventuali ulteriori azioni o cambiamenti intrapresi dalla Cina), gli Stati Uniti d’America – annuncia Trump – imporranno alla Cina una tariffa del 100%, in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente applicata. Sempre il 1° novembre, imporremo controlli sulle esportazioni su tutti i software critici”.

“Era impossibile credere che la Cina avrebbe preso una simile decisione, ma l’ha fatto, e il resto è storia. Grazie per l’attenzione!”, conclude il post del presidente statunitense sul suo social Truth.

Italia incassa conferma del rating S&P a BBB+, con outlook stabile

Roma, 10 ott. (askanews) – L’agenzia S&P ha confermato sull’Italia il rating BBB+ e, come riporta un aggiornamento sul suo portale web delle valutazioni sulla Penisola, ha mantenuto anche l’outlook stabile, come aveva deciso lo scorso 11 aprile.

La decisione giunge dopo che lo scorso 19 settembre l’Italia era stata promossa da un’altra agenzia, Fitch anche in questo caso al rating BBB+.

Ora l’ultimo “ostacolo” per le valutazioni di affidabilità creditizia da parte delle maggiori agenzie internazionali sarà l’appuntamento con Moody’s, calendarizzato per il 21 novembre.

In questo caso il rating assegnato alla Penisola è più basso: Baa3, l’ultimo livello al di sotto del quale si finisce nella categoria dei titoli ritenuti “speculativi”, quelli meno affidabili (junk bond, in gergo). Tuttavia qui potrebbe verificarsi un nuovo progresso positivo per l’Italia, dato che Moody’s aveva messo l’outlook positivo sulla sua valutazione.

E dall’ultimo aggiornamento che aveva effettuato, il 23 maggio, il quadro delle finanze pubbliche tricolore appare migliorato, dato che ora il governo prevede il ritorno del deficit del bilancio alla soglia limite del 3% del Pil – quella prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Unione europea – già da quest’anno. Questo consentirebbe al Belpaese di uscire con un anno di anticipo anche dalla procedura per deficit eccessivo della Commissione europea. (fonte immagine: MEF).

Italia incassa conferma rating S&P a BBB+ con outlook stabile

Roma, 10 ott. (askanews) – L’agenzia S&P ha confermato sull’Italia il rating BBB+ e, come riporta un aggiornamento sul suo portale web delle valutazioni sulla Penisola, ha mantenuto anche l’outlook stabile, come aveva deciso lo scorso 11 aprile.

La decisione giunge dopo che lo scorso 19 settembre l’Italia era stata promossa da un’altra agenzia, Fitch anche in questo caso al rating BBB+.

Ora l’ultimo “ostacolo” per le valutazioni di affidabilità creditizia da parte delle maggiori agenzie internazionali sarà l’appuntamento con Moody’s, calendarizzato per il 21 novembre.

In questo caso il rating assegnato alla Penisola è più basso: Baa3, l’ultimo livello al di sotto del quale si finisce nella categoria dei titoli ritenuti “speculativi”, quelli meno affidabili (junk bond, in gergo). Tuttavia qui potrebbe verificarsi un nuovo progresso positivo per l’Italia, dato che Moody’s aveva messo l’outlook positivo sulla sua valutazione.

E dall’ultimo aggiornamento che aveva effettuato, il 23 maggio, il quadro delle finanze pubbliche tricolore appare migliorato, dato che ora il governo prevede il ritorno del deficit del bilancio alla soglia limite del 3% del Pil – quella prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Unione europea – già da quest’anno. Questo consentirebbe al Belpaese di uscire con un anno di anticipo anche dalla procedura per deficit eccessivo della Commissione europea. (fonte immagine: MEF).

Francia, Macron reincarica Lecornu primo ministro

Roma, 10 ott. (askanews) – Il primo ministro dimissionario Sébastien Lecornu è stato riconfermato primo ministro dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Lo ha annunciato l’Eliseo, secondpo quanto riferisce il sito del quotidiano d’Oltralpe Le Figaro.

Pochi secondi dopo l’annuncio della sua ricandidatura, Lecornu ha reagito in un post su X. “Accetto – per dovere – la missione affidatami dal presidente della Repubblica di fare tutto il possibile per fornire alla Francia un bilancio di fine anno e di affrontare i problemi quotidiani dei nostri compatrioti”, ha scritto. “Dobbiamo porre fine – ha aggiunto – a questa crisi politica che sta esasperando il popolo francese e a questa instabilità che nuoce all’immagine della Francia e ai suoi interessi”.

“Tutte le questioni sollevate durante le consultazioni condotte in questi giorni saranno oggetto di dibattito parlamentare”, ha garantito il primo ministro riconfermato, sottolineando che “il risanamento delle nostre finanze pubbliche rimane una priorità per il nostro futuro e la nostra sovranità” e che “chi entra a far parte del governo deve impegnarsi a disimpegnarsi dalle ambizioni presidenziali per il 2027”.

Francia, Macron reincarica Lecornu primo ministro

Roma, 10 ott. (askanews) – Il primo ministro dimissionario Sébastien Lecornu è stato riconfermato primo ministro dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Lo ha annunciato l’Eliseo, secondpo quanto riferisce il sito del quotidiano d’Oltralpe Le Figaro.

Pochi secondi dopo l’annuncio della sua ricandidatura, Lecornu ha reagito in un post su X. “Accetto – per dovere – la missione affidatami dal presidente della Repubblica di fare tutto il possibile per fornire alla Francia un bilancio di fine anno e di affrontare i problemi quotidiani dei nostri compatrioti”, ha scritto. “Dobbiamo porre fine – ha aggiunto – a questa crisi politica che sta esasperando il popolo francese e a questa instabilità che nuoce all’immagine della Francia e ai suoi interessi”.

“Tutte le questioni sollevate durante le consultazioni condotte in questi giorni saranno oggetto di dibattito parlamentare”, ha garantito il primo ministro riconfermato, sottolineando che “il risanamento delle nostre finanze pubbliche rimane una priorità per il nostro futuro e la nostra sovranità” e che “chi entra a far parte del governo deve impegnarsi a disimpegnarsi dalle ambizioni presidenziali per il 2027”.

Wall Street chiude con peggior calo da aprile, DJ -1,9%, Nasdaq -3,56%

Roma, 10 ott. (askanews) – Chiusura in pesante ribasso a Wall Street, una caduta innescata dalla minaccia del presidente Usa Donald Trump di imporre dazi “massicci” sulla Cina, in risposta alla stretta di Pechino sulle esportazioni di terre rare, cruciali per tutta una serie di prodotti tecnologici. A fine contrattazioni il Dow Jones segna un meno 1,90%, l’S&P 500 lascia sul terreno il 2,71% mentre il Nasdaq ha accusato un tonfo del 3,56%. In lieve calo il dollaro, con l’euro che risale a 1,1612 sul biglietto verde.

M.O., Meloni: da Landini problemi a lavoratori invece di difenderli

Roma, 10 ott. (askanews) – “Ora che ci siamo noi, nei mille giorni in cui noi abbiamo creato un milione di posti di lavoro, hanno già convocato quattro scioperi generali, credo il quinto adesso, che è particolarmente bizzarro, sulla manovra finanziaria: hanno già convocato lo sciopero generale, solo che non l’ho ancora scritta. Però siccome poi sono un po’ a corto di argomenti sul fronte economico e sociale, che sarebbe quello che dovrebbero fare i sindacati, allora ci convocano gli scioperi generali sulle materie di politica estera”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando a Firenze al comizio di chiusura della campagna elettorale di Alessandro Tomasi candidato del centrodestra alla Regione.

“Ora, secondo voi, quando Landini convoca lo sciopero generale della Cgil – ha ironizzato – che succede? Che Hamas dice ‘fermi tutti, Landini ha convocato al sciopero generale, ragazzi bisogna rilasciare gli ostaggi’. Allora, purtroppo succede che in Palestina non cambia niente, ma in Italia gli italiani hanno un sacco di problemi e particolarmente ce l’hanno i lavoratori che il sindacato dovrebbe difendere. Senza contare il corollario di devastazioni, città bloccate, striscioni, antisemiti, violenze contro gli uomini e le donne in divisa. Il punto è che anche qui gli italiani capiscono bene, sono dei pretesti”.

Meloni: Italia non fa ruota scorta a nessuno, a sinistra non va giù

Roma, 10 ott. (askanews) – “L’Italia con noi è tornata l’Italia, seria e credibile. Non abbiamo fatto dei miracoli, il merito è dei nostri cittadini, delle nostre imprese” e alla sinistra “non gli va giù che siamo rispettati e richiesti, non gli va giù che siamo rispettati perché difendiamo gli interessi della nazione”, perchè loro pensavano che “il massimo a cui l’Italia poteva ambire era fare il junior partner di Francia e Germania, la ruota di scorta. Noi governiamo una nazione di primo piano e una nazione di primo piano non fa la ruota di scorta. Non gli va giù che stiamo dimostrando che si poteva fare in un altro modo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando a Firenze al comizio di chiusura della campagna elettorale di Alessandro Tomasi candidato del centrodestra alla Regione.

Toscana, Meloni: gente non è stupida come pensa la sinistra



Firenze, 10 ott. (askanews) – “La gente non è stupida, non è stupida come la pensa la sinistra, valuta i risultati, c’è gente che capisce molto di più di quello che si crede, bisogna parlare con questa gente, continuare a lavorare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando a Firenze al comizio di chiusura della campagna elettorale di Alessandro Tomasi candidato del centrodestra alla Regione.

“Il problema delle roccaforti è che a un certo punto non hai più bisogno di dare risposte, devi solo amministrare il potere” ha aggiunto. “Tomasi è una candidato di bandiera, la bandiera del cambiamento”, ha concluso.

M.O., Salvini: pace merito di Trump e Netanyahu, non di Flotilla o Albanese

Milano, 10 ott. (askanews) – “Aver portato la pace in Medio Oriente non si deve ai viaggiatori del Mediterraneo, alle Flotille o all’Albanese ma alla forza di Trump, al coraggio di papa Leone, al governo italiano che non si è accodato ai pecoroni alla Macron a riconoscere lo Stato di Palestinese e fare un favore ad Hamas”. Lo ha detto il vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, nel comizio di chiusura della campagna elettorale del centrodestra per la Regione TOscana. E la tregua, ha proseguito Salvini, “si deve anche a chi ha guidato Israele in un sentiero difficile, ha sgominato i terroristi islamici di cui era circondato, e ora può portare i bambini israeliani e palestinesi a vivere insieme: si deve a Bibi Netanyahu”.