18.2 C
Roma
lunedì, Aprile 28, 2025
Home Blog Pagina 4

La farsa di Putin e l’egoismo di Trump

Dopo aver annunciato una tregua pasquale di 30 ore delle operazioni militari in Ucraina, Putin non ha mantenuto la parola e l’esercito russo ha continuato a bombardare con attacchi aerei, a mezzo di droni e via terra il martoriato Paese. Una promessa senza esito, forse per dimostrare agli USA una disponibilità al dialogo che facesse seguito al massacro di Sumy: in realtà nemmeno un’ora è stata sospesa l’aggressione e l’annuncio di tregua da parte del Cremlino appariva in sé riduttiva, una farsa rispetto ai trenta giorni proposta dagli americani negli incontri bilaterali di Riad. Lo zar ha per l’ennesima volta dimostrato la propria inaffidabile e pervicace intransigenza, continuando a colpire l’Ucraina come era accaduto in occasione del Natale ortodosso il 7 gennaio scorso: solo lo scambio di prigionieri (246 soldati russi e 277 soldati ucraini) parrebbe aver avuto luogo. La strategia di Mosca è saldamente e crudelmente ancorata alla scelta del massacro e dello spargimento di sangue, anche dei civili, delle donne e dei bambini, che continua ininterrottamente dopo Bucha e Kramatorsk, bombardando ospedali e abitazioni senza ripensamenti o remissioni.

Come abbia potuto mentire e poi presentarsi davanti al Patriarca Kirill insieme al sindaco di Mosca Sergey Sobyanin per partecipare alla funzione ortodossa per la Pasqua. nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, con la candela in mano e facendosi più volte il segno della croce, non è dato sapere. Basti pensare che lo stesso Kirill che ha officiato la celebrazione religiosa ha descritto la Pasqua non come redenzione e resurrezione bensì come “vittoria sul male”: è noto infatti che il capo della chiesa ortodossa provenga – come Putin – dalle file del Kgb e come dall’inizio dell’operazione militare speciale sostenga la guerra e i massacri del popolo ucraino come una scelta di civiltà che prevede – anche per i morti russi sul campo di battaglia, anzi soprattutto per loro – che vengano spalancate le porte del paradiso.  Ciò mentre il ministro degli esteri Sergei Lavrov rafforzava il teorema secondo cui l’U.E. vorrebbe “riportare in vita l’ideologia nazista europea”, un mantra ripetuto in più occasioni, falsificando la Storia in modo spudorato. 

Di fronte a questo quadro che rappresenta l’icona di una politica menzognera non si riesce a comprendere come la propaganda filorussa continui ad imperversare in Italia mistificando sistematicamente la realtà. 

Da parte sua Trump dopo il siparietto dell’incontro con Zelensky alla Casa Bianca – rinnovato con pesanti accuse ed espressioni di disistima verso il presidente ucraino – sembra aver adottato una strategia di sotteso o palese disimpegno, minacciando il ritiro da ogni negoziato di pace e di fatto mettendo sullo stesso piano il Paese aggredito e quello aggressore, differenza invece chiaramente e senza retropensieri rimarcata dalla premier Giorgia Meloni proprio nell’incontro recente con il presidente americano.

Una distinzione dirimente che sembra ispirare 26 stati su 27 dell’Unione europea ma che trova diffidenza ed apparente equidistanza oltreoceano, perché a Trump interessa più un cordiale rapporto con Mosca che con Kyiv: il vero nemico degli USA a guida repubblicana è Pechino e la sua forza di penetrazione economica nei mercati. Dalle imposizioni dei dazi commerciali alle successive alterne smentite il capo della Casa Bianca esprime una linea protezionistica e intransigente, nonostante i moniti del presidente della Federal Reserve System Jerome Hayden Powell che l’ha contestata senza attenuanti, ma anche di larga parte dell’opinione pubblica americana, considerate le manifestazioni di dissenso in piazza in ogni stato federale.

Si aggiungano le mire di annessione e/o di conquista del Canada e della Groenlandia – “ci servono e li prenderemo ad ogni costo” – che non assomigliano a una boutade ma esprimono una strategia minacciosa e predatoria inusitata: quanto conti per Trump il principio di autodeterminazione dei popoli assomiglia non poco alle mire imperialiste del Cremlino messe in atto nei confronti dell’Ucraina, che in Europa alimentano preoccupazioni verso successive espansioni. La più grande ed evoluta democrazia del mondo sta diventando di fatto un regime autocratico, al pari di Russia e Cina e ciò prelude a nuovi scenari nella geopolitica in direzione di un ordine mondiale fondato sulle spartizioni e i monopoli.

L’ultima prodezza del titolare della Casa Bianca, ovviamente condivisa dal suo entourage di oligarchi, è certamente l’attacco all’Università di Harvard – asseritamente giustificato come errore materiale per una mail inviata per sbaglio – con tanto di revoca di due miliardi di dollari di fondi federali.  Dall’inizio del suo mandato soprattutto per voce del vice J.D. Vance l’insediata presidenza USA ha messo in atto un attacco senza precedenti verso il mondo della cultura e i pubblici dipendenti: soldi buttati al vento, perché Trump – all’apparir del vero – privilegia una gestione mercantile e privata, egoistica della politica.

Quanto potrà sopravvivere a sé stesso saranno il tempo e i danni provocati a stabilirlo.

La Resistenza sullo schermo: tra memoria, cinema e identità nazionale

Facile, oggi, ripercorrere con la memoria la storia partigiana degli anni 40 del secolo scorso. Spesso e volentieri ci giungono immagini sbiadite di quei volontari che tanto hanno lottato per la libertà. Sembra quasi una ricostruzione degli eventi. Anche se così non è. Le formazioni partigiane storicamente sono state raccontate da testimoni presenti agli eventi.

Sembra di conoscere ogni particolare. Sembra di essere stati tra quelle montagne insieme alle valorose compagnie di uomini che avevano preso la residenza su di esse.

Questo perché il cinema e la letteratura ci hanno dato una chiave per aprire quelle stanze segrete ed hanno ci hanno dato la possibilità di ricostruire gli eventi in maniera chiara.

Una testimonianza su cui è stata costruita l’identità dell’Italia.

E se storicamente conosciamo ogni dettaglio fin della nascita del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), a Roma.

Questi studi diventano più chiari quando vengono raccontati come memoria storica.

Come nel documentario Nascita di una formazione partigiana firmato da Corrado Stajano e Ermanno Olmi nel 1973.

In quei fotogrammi possiamo vedere come nello studio dell’Avvocato Duccio Galimberti a Cuneo ebbe inizio la resistenza piemontese. Per passare a Madonna del Colletto, sopra Valdieri dove questi uomini si riunirono il 12 settembre. 

Un documentario straordinario che rievoca sensazioni e riporta alla luce memorie sbiadite.

Ma se sembrava ormai una narrazione storica nel 1973 perché parlare oggi di tali avvenimenti?

A questa domanda risponde lo stesso Olmi: “Io credo, come dicevo prima, che la storia sia la fonte più utile per poterci intendere sul presente. La cosa importante, però, è riproporre la storia in funzione della necessità attuale; voglio dire che non possiamo pretendere che i giovani partecipino alla conoscenza di questi avvenimenti con il sentimento uguale a coloro che lo hanno vissuto. Solo riproponendo un fatto storico come effetto emblematico da collegare a fatti analoghi attuali, possiamo capire il valore della lettura storica degli avvenimenti”.

Mentre Arrigo Boldrini ne “l’Unità” del 24 aprile 1949 scrive: “La lunga guerriglia di due anni fu epopea di popolo e nel quadro della storia nazionale non può essere considerata se no n come uno dei periodi più luminosi del nostro paese Essa non è un fatto d’arme isolato, non è solo una battaglia con un epilogo vittorioso, ma è un movimento profondo che unì tutti gli italiani degni di questo nome per salvare il salvabile e per gettare le basi di Un nuovo stato democratico, repubblicano, progressivo”.

Una guerra raccontata e una resistenza raccontata da film Italiani, tedeschi, Inglesi, francesi, americani, sovietici. Film con attori e con notizie. Chi non ricorda il famoso Notiziario Luce in Italia, per non parlare dei meno conosciuti, almeno da noi italiani dei Cinealbum sovietici curati da Pudovkin, i Metro News, Paramount News, Unlversal News, e un Pathé News con uno speaker d’eccezione: l’allora maggiore John F. Kennedy.

E da John Huston che con il suo “The battle of San Pietro” girato per il ministero della Guerra produsse un documentario molto interessante perché per la prima volta si documenta la guerra non solo da parte di chi la combatte, come per i soldati americani, ma anche da parte di chi soprattutto è costretto a subirla ovvero da parte dei civili.

Ma chi fu il primo ad occuparsi della resistenza italiana?

Documenti cinematografici reali dell’epoca girati da don Pollarolo, Claudio Borello e Michele Rosboch, con le macchine fotografiche portatili dell’epoca, fanno da contrappunto alla rivisitazione odierna dei ricordi di quel tempo.

Disse Paolo Gobetti : “Gli inizi della guerra partigiana non sono evocati né con retorica né con vuoti propositi festosi. La discussione è incentrata sui problemi e sull’entusiasmo di questi primi tentativi e scava a fondo oltre i ricordi immediati di questi primi giorni e delle prime azioni di combattimento per indagare sui problemi dell'”apprendistato” in questo nuovo tipo di lotta, le incognite della vita quotidiana, le conseguenze talvolta dolorose dell’applicazione della giustizia e la creazione di nuovi ideali concreti“.

E se è vera questa definizione l’artefice più pregnante del periodo dal punto di vista cinematografico è sicuramente don Pollarolo.

Gianni Rondolino racconta che Gobetti, quando si accingeva a girare film come “Le prime bande”, aveva a modello proprio i Momenti di vita e di lotta partigiana del prete alessandrino. “

Scriveva Gobetti “A me pare che questa opera cinematografica di don Pollarolo sia un qualcosa di estremamente interessante, in tutti i suoi aspetti, proprio per il fine primo di cui si parte. È un discorso piuttosto importante e che si è affrontato altre volte a proposito di cinema militante. Qui è un caso sui generis, naturalmente; normalmente noi parliamo di cinema militante al servizio della rivoluzione, definizioni più o meno esatte. Ma la sostanza di questo cinema è che vuole intervenire sulle cose, il presupposto è che il cinema non è inteso come spettacolo, ma veramente come strumento per intervenire in una realtà. In questo senso il discorso si applica anche a questo film di don Pollarolo” (P. Gobetti

Lo stesso don Giuseppe ebbe a dire di sé: «Avevo allora una forza atletica notevole e resistevo alla fatica, mi sentivo proprio un vero facchino, alla scuola di don Orione che di facchini ne ha formati tanti». E nel 1970, durante una lunga conversazione col critico cinematografico e regista Paolo Gobetti raccontò: “Ero sempre in prima linea, mai con un’arma, con il mio libro di preghiere e con la macchina cinematografica: era una Pathè Baby, molto piccola, la tenevo in tasca con estrema facilità”. E continuava: “gli strumenti del mio mestiere sono questi: ecco, io me la sviluppavo su in montagna la pellicola, non potevo mandarla a sviluppare in città, vero? Erano quattro cassette come questa, una tavola di bachelite intorno alla quale si avvolgevano i nove metri del film della macchina da presa e poi si sviluppava, con dei successi che portavano all’entusiasmo i giovani, perché nel giro di un’ora, quando il tempo era asciutto, riuscivamo a vederci la scena girata»

Ma chi era questo prelato coraggioso?

I fascisti scrissero di lui sui muri di Tortona: “meglio un giorno da leoni che 200 giorni da Pollarolo”. Discepolo di Don Luigi Orione, condivise con lui i tempi della nascita della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Ma è durante la dittatura Fascista che il cardinale di Torino sceglie Pollarolo come sacerdote per la pastorale operaia della città. E per tutta la sua vita rimarrà un prete operaio.

Wall Street chiude in rialzo, Dow Jones +1,07%, Nasdaq +2,50%

Roma, 23 apr. (askanews) – Chiusura in netto rialzo a Wall Street, che ha moderato la dinamica rispetto al rally delle contrattazioni mattutine. A fine sessione il Dow Jones segna più 1,07 per cento, l’S&P 500 più 1,67 per cento e il Nasdaq ha chiuso in rialzo del 2,50 per cento.

Ieri il presidente usa Donald Trump ha negato di voler cacciare il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, dopo diversi giorni in cui ne ha duramente criticato la conduzione della politica monetaria. Nel frattempo, secondo diversi indiscrezioni di Stampa, che non trovano conferme ufficiali presso la Casa Bianca, gli Usa potrebbero ridimensionare i dazi commerciali sulle importazioni verso la Cina.

L’oro prosegue nella dinamica di correzione al ribasso, con un meno 3,3% dell’oncia a 3.305 dollari dopo i rialzi delle passate sedute. Prosegue in netto calo anche il petrolio, con il barile di Wti che cala del 2,4% a 62,15 dollari. In continua risalita il dollaro con l’euro che cala a 1,1322 sul biglietto verde. (fonte immagine: The White House).

Calcio, classifica di serie A, La Lazio aggancia la Juventus

Roma, 23 apr. (askanews) – Con i recuperi odierni si è conclusa la 33esima giornata del czmpionato di serie A. Questi i risultati e la classifica:

33esima giornata Lecce-Como 0-3, Monza-Napoli 0-1, Roma-Verona 1-0; Empoli-Venezia 2-2, Bologna-Inter 1-0, Milan-Atalanta 0-1, Torino-Udinese 2-0, Cagliari-Fiorentina 1-2, Genoa-Lazio 0-2, Parma-Juventus 1-0.

Classifica: Inter, Napoli 71, Atalanta 64, Bologna 60, Juventus, Lazio 59, Roma 57, Fiorentina 56, Milan 51, Torino 43, Udinese 40, Genoa, Como 39, Verona 32, Parma 31, Cagliari 30, Lecce 26, Empoli, Venezia 25, Monza 15.

34esima giornata Venerdì 25 aprile ore 20.45 Atalanta-Lecce. Domenica 27 aprile, ore 12.30: Venezia-Milan, Como-Genoa; ore 15 Fiorentina-Empoli, Inter-Roma; ore 18 Juventus-Monza; ore 20.45 Napoli-Torino. Lunedì 28 aprile, ore 18.30 Udinese-Bologna; ore 20.45 Verona-Cagliari, Lazio-Parma.

Dazi, Fed: imprese Usa contano di scaricare rincari su consumatori

Roma, 23 apr. (askanews) – La maggior parte delle imprese negli Stati Uniti prevede di scaricare sui consumatori i maggiori costi derivanti dai dazi commerciali. Lo segnala la Federal Reserve nel suo ultimo Beige Book, rapporto periodico stilato sulla base dei monitoraggi nei diversi dipartimenti territoriali, aggiungendo tuttavia che vi sono anche segnali di “compressione dei margini” da parte di aziende, specialmente quelle maggiormente rivolte al consumo, rispetto agli aumenti dei costi a fronte di livelli di domanda “tiepidi”.

Più in generale, al momento la dinamica inflazionistica appare stabile rispetto al precedente rapporto (vengono pubblicati all’incirca ogni mese e mezzo), ma nella maggior parte dei distretti le aziende si attendono aumenti dei costi di produzione a seguito dei dazi. “Molte aziende – si legge – hanno già ricevuto avvisi dai fornitori su aumenti dei costi”.

Il tutto mentre “l’attività economica ha mostrato scarsi cambiamenti rispetto al rapporto precedente, ma con una pervasiva incertezza a seguito dei dazi”. Sono complessivamente diminuite le spese dei consumatori sui settori non automobilistici, mentre sono aumentate quelle su auto e alcuni beni di consumo non durevoli, incrementi “generalmente attribuiti a una corsa ad acquistare prima dell’effetto dei dazi”.

Secondo il Beige Book anche l’occupazione ha mostrato scarsi cambiamenti nella maggior parte dei distretti, ma complessivamente il quadro si è leggermente deteriorato dato che è leggermente salito il numero di distretti che hanno riportato peggioramenti.

Ucraina, Trump attacca Zelensky: "Può avere la pace o combattere tre anni prima di perdere tutto

New York, 23 apr. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha attaccato su Truth social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendo “molto dannosa per i negoziati di pace” con Mosca una sua dichiarazione riportata in prima pagina dal Wall Street Journal: “L’Ucraina non riconoscerà legalmente l’occupazione della Crimea. Non c’è nulla di cui parlare”.

Secondo Trump, “la Crimea è stata persa anni fa sotto l’amministrazione di Barack Hussein Obama” e “non è nemmeno un punto di discussione”. Ha aggiunto che “nessuno sta chiedendo a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo”. “Se voleva la Crimea, perché non hanno combattuto per essa undici anni fa, quando fu consegnata alla Russia senza che fosse sparato un colpo?”.

Trump ha accusato Zelensky di fare affermazioni “infiammatorie” che “rendono così difficile porre fine a questa guerra”. Ha scritto che il leader ucraino “non ha nulla di cui vantarsi” e che “la situazione per l’Ucraina è disperata”. Poi ha avvertito: “Può avere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese”.

“Non ho nulla a che fare con la Russia”, ha scritto Trump, “ma ho molto a che fare con il voler salvare, in media, 5mila soldati russi e ucraini a settimana, che stanno morendo senza alcuna ragione”. Ha definito la guerra un “campo di sterminio” e ha concluso: “Siamo molto vicini a un accordo, ma l’uomo con ‘nessuna carta da giocare’ dovrebbe ora, finalmente, farlo. Non vedo l’ora di poter aiutare Ucraina e Russia a uscire da questo disastro totale, che non sarebbe mai iniziato se fossi stato presidente”.

La morte di Papa Francesco, "Novendiali" fino al 4 maggio: poi può partire il Conclave

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – La Santa Sede ha reso noto l’elenco e le modalità di svolgimento delle celebrazioni dei Novendiali in suffragio di Papa Francesco.

“Secondo un’antica consuetudine, per nove giorni consecutivi si svolgono particolari celebrazioni dell’Eucaristia in suffragio del Romano Pontefice defunto, a partire dalla Messa esequiale”, spiega l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche: “Tali celebrazioni sono aperte a tutti. Esse, tuttavia, prevedono, ogni giorno, la partecipazione di un gruppo diverso, tenuto conto dei suoi legami con il Romano Pontefice. Questa varietà di assemblee mostra, in un certo modo, sia l’ambito del ministero del supremo Pastore sia l’universalità della Chiesa di Roma”.

Il funerale del Papa, il primo giorno dei Novendiali, avrà luogo sabato 26 aprile alle ore 10.00 sul sagrato della Basilica di San Pietro e nei giorni successivi continueranno le celebrazioni dei Novendiali in suffragio del Papa defunto nel modo seguente: – 2° giorno: domenica 27 aprile, ore 10.30, sul sagrato della Basilica Vaticana: i dipendenti e i fedeli della Città del Vaticano. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Pietro Parolin, già Segretario di Stato. – 3° giorno: lunedì 28 aprile, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: la Chiesa di Roma. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. – 4° giorno: martedì 29 aprile, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: i Capitoli delle Basiliche Papali. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. – 5° giorno: mercoledì 30 aprile, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: la Cappella Papale. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Leonardo Sandri, Vice Decano del Collegio Cardinalizio. – 6° giorno: giovedì 1° maggio, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: la Curia Romana. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa. – 7° giorno: venerdì 2 maggio, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: le Chiese Orientali. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Claudio Gugerotti, già Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali. – 8° giorno: sabato 3 maggio, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: i membri degli Istituti di Vita consacrata e delle Società di Vita apostolica. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Ángel Fernßndez Artime, già Proprefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica. – 9° giorno: domenica 4 maggio, ore 17.00, nella Basilica Vaticana: la Cappella Papale. La concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Dominique Mamberti, Protodiacono del Collegio Cardinalizio.

In seguito, dal 5 maggio dunque, sarà possibile iniziare il conclave per l’elezione del nuovo pontefice.

La riunione della congregazione dei cardinali di oggi è cominciata alle ore 17 ed erano presenti 103 cardinali. Si è discussa, votata ed approvata la nota sulle messe dei Novendiali. La riunione si è conclusa alle ore 18.30 e la prossima sarà domani alle ore 9. Lo ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede.

La riunione di oggi è iniziata con una preghiera particolare in suffragio di Papa Francesco. Dei 103 cardinali presenti, non è stato reso noto quanti erano elettori.

A Genova inaugurata Euroflora: 154 giardini da tutto il mondo

Genova, 23 apr. (askanews) – Un inno alla bellezza e alla sostenibilit con 154 giardini da tutto il mondo estesi su 85 mila metri quadrati espositivi indoor e outdoor affacciati sul mare di Genova. E’ lo spettacolo di Euroflora 2025, la mostra internazionale di fiori e piante organizzata da Porto Antico di Genova e inaugurata oggi, tra gli altri, dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci e dal vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi.

Al pontefice stata dedicata una speciale composizione floreale, denominata “Panorama Bianco”, ideata e realizzata da Aster con il Comune di Genova.

Durante la manifestazione, che si svolge nel nuovo Waterfront di Levante di Genova firmato da Renzo Piano, saranno in mostra le eccellenze di oltre 400 florovivaisti italiani ed esteri, progetti innovativi di architettura del paesaggio legati alla sostenibilit ambientale, proposte turistiche “green” e tecnologie all’avanguardia direttamente dal mondo della ricerca, con la presenza della serra spaziale di Space V con l’astronauta Franco Malerba, la dimostrazione delle tecnologie pi avanzate in campo agro-floricolo da parte dell’Istituto Italiano di Tecnologia e la biosfera sottomarina di Nemos Garden.

I visitatori si immergeranno in un itinerario coinvolgente, colorato e fronte mare, lungo 4 chilometri e punteggiato da origami alti 10 metri ispirati all’immagine delle vele spiegate.

Il percorso espositivo parte dal nascente parco urbano di piazzale Kennedy, entra nell’arena centrale del nuovo Palasport e prosegue negli spazi del Piazzale Mare e sull’area galleggiante in Marina, per approdare poi sui due piani del padiglione Jean Nouvel. Quattro arene ospitano spettacoli, concerti, esibizioni di floral designer, e incontri con importanti divulgatori scientifici come Stefano Mancuso e Mario Tozzi e personaggi conosciuti al grande pubblico come il maestro d’orchestra Peppe Vessicchio e il giornalista conduttore Federico Quaranta.

I funerali di Papa Francesco, il prefetto di Roma: al lavoro per contenere oltre 200mila persone

Roma, 23 apr. (askanews) – In vista dei funerali di Papa Francesco si cercherà di “garantire degli spazi per contenere numeri anche più alti di 200mila persone. Per questo stiamo attrezzando oltre a piazza Risorgimento e piazza Pia e se i numeri delle presenze continuano a salire allestiremo maxi schermi anche a piazza Cavour”. Lo ha detto il prefetto di Roma, Lamberto Giannini al termine della riunione di oggi del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che ha avuto come oggetto i servizi relativi alle esequie di Papa Francesco ed alle manifestazioni del 25 aprile.

“Oggi – ha spiegato inoltre il prefetto – c’è stato un afflusso molto consistente di persone, però abbiamo visto che il sistema messo in campo riesce a gestirlo in maniera assolutamente serena e ordinata. Quello che in particolare si è constatato è stata una massiccia presenza a Santa Maria Maggiore: all’ora di pranzo c’erano oltre diecimila persone”. “Con la notizia della futura tumulazione del Pontefice – ha continuato – la basilica assume un particolare interesse. Quindi sono stati predisposti servizi molto attenti anche per la fase della traslazione che prevederanno numeri importanti e la presenza di schermi in piazza Santa Maria Maggiore e sul retro in piazza dell’Esquilino”.

Per quanto riguarda la sicurezza, in particolare “sono in corso attività anche per sapere con esattezza gli arrivi delle delegazioni estere. Sarà garantita la massima sicurezza. Per quello che riguarda le celebrazioni del 25 aprile, che sono diverse, noi speriamo che si svolgano senza turbative. E su questo ci sarà la massima attenzione. Sarà una giornata impegnativa”. Per i funerali di Papa Francesco si sta lavorando a “piani di sicurezza che includono l’impegno di migliaia di operatori di tutte le forze dell’ordine ma anche di forze sussidiarie come i volontari. Poi ci sono dei focus particolarmente rilevanti come l’arrivo di alcune personalità ad altissimo livello di attenzione o il momento storico della traslazione delle spoglie di papa Francesco dal Vaticano a Santa
Maria Maggiore che sicuramente rimarranno nella storia e come tali verranno attenzionate ai massimi livelli. Però tutti i piani si stanno analizzando dettagliatamente con una logica di squadra
quindi andiamo avanti in maniera serena”. Così ha detto il Questore di Roma, Roberto Massucci, al termine del Comitato provinciale per l`Ordine e la Sicurezza che si è tenuto in Prefettura a Roma.

Borse Europa chiudono positive in scia a Wall St, Francoforte +3,17%

Roma, 23 apr. (askanews) – Finale tutto positivo per le Borse in Europa, in scia al rimbalzo di Wall Street. A fine contrattazioni Francoforte segna un più 3,17%, Londra più 0,96%, Parigi più 2,13%. A Milano l’indice Ftse-Mib ha chiuso in rialzo dell’1,42%, con i maggiori guadagni su Stmicroelectronics (+6,03%), Prysmian (+5,42%), Nexi (+4,48%) e Banca Monte Paschi Siena (+4,30%). I cali più netti hanno invece riguardato Terna (-2,02%), Leonardo (-1,77%), Italgas (-1,76%) e Snam (-1,31%).

Ieri il presidente usa Donald Trump ha negato di voler cacciare il presidente della Federal Reserve, giro Powell, dopo diversi giorni in cui ne ha duramente criticato la conduzione della politica monetaria. Nel frattempo, secondo diversi indiscrezioni di Stampa, che non trovano conferme ufficiali presso la Casa Bianca gli USA potrebbero ridimensionare i dazi commerciali sulle importazioni verso la Cina.

A Wall Street i rimbalzi si smorzano con il Dow Jones che guadagna l’1,23% nel pomeriggio e il Nasdaq che risale del 2,60%. L’oro prosegue nella dinamica di correzione al ribasso, con un meno 3,73% dell’oncia a 3.291 dollari dopo i rialzi delle passate sedute. Prosegue in netto calo anche il petrolio con il barile di Wti che cala del 2,58% a 62 e e il Brent in calo del 2,28% a 65,90 dollari. In risalita il dollaro con l’euro che cala a 1,1354 sul biglietto verde.

Papa, Meloni: mi disse di non perdere mai senso dell’umorismo

Roma, 23 apr. (askanews) – “Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli. Tra i quali – è stato ricordato – il più assiduo era: ‘non perda mai il senso dell’umorismo’. È stata anche l’ultima cosa che mi ha detto. C’era un senso profondo anche in questo, ovviamente. La sua allegria contagiosa, fino all’ultimo, era un insegnamento sull’amore per la vita, e su come si assolvono alcune missioni. Disse ai pellegrini ‘è triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito’. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo nell’aula di Montecitorio per la commemorazione di papa Francesco.

Papa, Meloni: grande politica pensa al bene comune a lungo termine

Roma, 23 apr. (askanews) – Nel corso del summit del G7 in Puglia “il Santo Padre ha detto che ‘la politica serve’ e che ‘di fronte a tante forme di politica meschine, tese all’interesse immediato, la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine'”. Lo ha ricordato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo nell’aula di Montecitorio per la commemorazione, in corso a Camere riunite, di papa Francesco.

“Come Pontefice – ha proseguito Meloni – ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d’epoca. E qui, guardate, l’uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso: il cambio di un’epoca investe ogni livello della vita dell’uomo, quello religioso, quella sociale, quella politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili, senza poter ricorrere a esperienze sperimentate, e quindi rassicuranti. Cambio di epoca, per chi ha ruoli di guida, vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Papa Francesco si è caricato di queste responsabilità e ci ha indicato alcune cose essenziali a cui dobbiamo restare agganciati: il valore infinito della persona, il principio di realtà, il coraggio”.

“Tentare di essere all’altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci”, ha conlsuo Meloni.

La morte di Francesco, papabili e presunti tali: tanti nomi e nessuna certezza

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – Un vecchio adagio ecclesiale recita l’ormai famoso motto: “Al conclave si entra Papi e si esce cardinali” e forse mai come questa volta fotografa una realtà. Anche se è vero che quasi due terzi dei votanti sono stati nominati dal pontefice argentino, quindi ritenuti tra i veri e presunti “bergogliani”, in verità non sembra esserci una figura davvero emergente o indicata anche indirettamente da Francesco. E d’altronde questo non avrebbe rappresentato il suo stile di fare Chiesa.

Quindi, tra i tanti nomi usciti sui media in questi giorni nella lista più o meno lunga dei “papabili”, è difficile fare nomi credibili. Almeno allo stato delle cose, con molti porporati che stanno giungendo a Roma da ogni parte del mondo e alcuni dei quali ancora non si conoscono. Certamente i gruppi nazionali e continentali saranno, almeno all’inizio, tra le piste da seguire. Così come tra i temi che sempre emergono c’è quello dei cosiddetti “riformatori” e dei “conservatori”. Un aspetto questo che con Francesco si è addirittura, se possibile, potenziato. Certamente Bergoglio ha trovato una chiave di lettura nuova e a suo modo rivoluzionare per affrontare in modo diverso una questione altrimenti difficilmente districabile: quello dello stile “sinodale”, un modo di governo della Chiesa basato sull’ascolto e il dialogo e soprattutto non sulle contrapposizioni e le polarizzazioni. Questo sarà uno dei temi – molto probabilmente – al centro del discernimento dei cardinali che dovranno scegliere il nuovo pontefice, vagliando tra quanti hanno abbracciato lo “stile sinodale” e quanti no. E questo già nelle Congregazioni generali pre-Conclave con i primi cardinali, circa una ottantina, già a Roma.

Comunque i nomi più gettonati sembrano quelli già diffusi, che vedono tra i favoriti almeno tre “italiani”: l’ex segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, diplomatico di lungo corso fine tessitore; il più “popolare” cardinale arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, che dalla sua parte ha anche la lunga militanza nella Comunità di Sant’Egidio, realtà radicata in molti paesi del mondo dove opera per il dialogo e la solidarietà; e infine il Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, salito suo malgrado agli onori della cronaca per l’instancabile lavoro a favore delle popolazioni (in primis quella palestinese) colpite dalla guerra in Medio Oriente.

Tra i cosiddetti “bergogliani” spiccano anche nomi esteri, come l’arcivescovo di Rabat, il cardinale spagnolo Cristóbal López Romero; quello di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, molto impegnato sui temisociae e dell’immigrazione; quello di Barcellona, Juan José Omella anche se ormai non più giovanissimo; e tra gli altri nomi altri porporati di Curia – e quindi conoscitori della “macchina” romana – come il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, oppure fautori della sinodalità, come il cardinale Jean-Claude Hollerich, lussemburghese gesuita, relatore del Sinodo sulla sinodalità.

Papa, Meloni: ho avuto con lui rapporto personale e sincero

Roma, 23 apr. (askanews) – “Io ho avuto il privilegio di un rapporto personale, sincero, con il Pontefice, che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo nell’aula di Montecitorio per la commemorazione, in corso a Camere riunite, di papa Francesco.

“Papa Francesco – ha proseguito la premier – era un uomo che sicuramente sapeva essere determinato, però quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava distanza con il suo interlocutore. Con lui eri a tuo agio e potevi parlare di tutto, potevi aprirti, potevi raccontarti senza filtri, senza timore di essere giudicato. Così lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo, voleva ascoltarti come se per lui significasse dire io ci sono per te. Lo faceva per tutti, lo faceva con tutti e ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni essere umano che nasce sulla terra”.

Meloni: gli appelli alla pace di Papa Francesco sono per noi un monito alla responsabilità

Roma, 23 apr. (askanews) – “Papa Francesco non ha smesso di invocare la pace, la fine delle guerre, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, e lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole avrebbero potuto essere travisate e strumentalizzate”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando in aula nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. “Ma i suoi molteplici appelli alla pace rappresentano per noi oggi un ulteriore monito alla responsabilità”, ha aggiunto.

“Siamo in quest’Aula oggi – ha aggiunto Meloni – per rendere omaggio a un grande uomo e a un grande pontefice che ha guidato la Chiesa con segni profetici in tempi complessi e certamente imprevedibili. Ricordare Papa Francesco non significa solamente omaggiare un protagonista assoluto della nostra epoca, ma parlare di un uomo che anche per me personalmente ha rappresentato molto di più”. Nel corso del summit del G7 in Puglia “il Santo Padre ha detto che ‘la politica serve’ e che ‘di fronte a tante forme di politica meschine, tese all`interesse immediato,
la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine'”, ha ricordato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo nell’aula di Montecitorio. “Come Pontefice – ha proseguito Meloni – ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d’epoca. E qui, guardate, l`uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso: il cambio di un`epoca investe ogni livello della vita dell`uomo, quello religioso, quella sociale, quella politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili, senza poter ricorrere a esperienze sperimentate, e quindi rassicuranti. Cambio di epoca, per chi ha ruoli di guida, vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Papa Francesco si è caricato di queste responsabilità e ci ha indicato alcune cose essenziali a cui dobbiamo restare
agganciati: il valore infinito della persona, il principio di realtà, il coraggio”. “Tentare di essere all`altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e
Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci”.

“Io – ha proseguito la premier – ho avuto il privilegio di un rapporto personale, sincero, con il Pontefice, che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato”. “Papa Francesco – ha ricordato – era un uomo che sicuramente sapeva essere determinato, però quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava distanza con il suo
interlocutore. Con lui eri a tuo agio e potevi parlare di tutto, potevi aprirti, potevi raccontarti senza filtri, senza timore di essere giudicato. Così lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo, voleva ascoltarti come se per lui significasse dire io ci sono per te. Lo faceva per tutti, lo faceva con tutti e ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni essere umano che nasce sulla terra”. “Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli. Tra i quali – è stato ricordato – il più assiduo era: ‘non perda mai il senso dell’umorismo’. È stata anche l’ultima cosa che mi ha detto. C`era un senso profondo anche in questo, ovviamente. La sua allegria contagiosa, fino all’ultimo, era un insegnamento sull’amore per la vita, e su come si assolvono alcune missioni. Disse ai pellegrini ‘è triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito’. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai”.

Papa, Meloni: grande uomo e pontefice, protagonista assoluto nostra epoca

Roma, 23 apr. (askanews) – “Siamo in quest’Aula oggi per rendere omaggio a un grande uomo e a un grande pontefice che ha guidato la Chiesa con segni profetici in tempi complessi e certamente imprevedibili. Ricordare Papa Francesco non significa solamente omaggiare un protagonista assoluto della nostra epoca, ma parlare di un uomo che anche per me personalmente ha rappresentato molto di più”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo nell’aula di Montecitorio per la commemorazione, in corso a Camere riunite, di papa Francesco.

Schlein: Papa Francesco non merita l’ipocrisia di chi deporta i migranti

Roma, 23 apr. (askanews) – Papa Francesco “merita tutto il nostro cordoglio, quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli quando era in vita e oggi cerca di seppellire nella retorica anche il suo potente messaggio”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein, parlando alla Camera durante la commemorazione del pontefice scomparso. La leader democratica ha polemizzato con l’ipocrisia “di chi deporta migranti, toglie aiuti ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”.

Ha aggiunto la Schlein: “‘Ai politici – scrisse pochi giorni fa – chiedo di non cedere alle logiche della paura e usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi. Oggi ci troviamo nel cuore delle istituzioni della Repubblica democratica laica e antifascista, quindi il modo migliore per commemorare papa Francesco, nel rispetto dei diversi ruoli, è coglierne un esempio di coerenza tra ciò che diceva e ciò che faceva”.

Brusio tra i banchi del centrodestra e del governo durante l’intervento della segretaria del Pd Elly Schlein nel corso della commemorazione di Papa Francesco a camere riunite. A suscitare il disappunto dei parlamentari del centrodestra e dei ministri le parole di Schlein che ha criticato l’ipocrisia di chi non gli ha mai dato ascolto facendo riferimenti neanche troppo impliciti all’attuale esecutivo. “Merita tutto il nostro cordoglio – le parole di Schlein – quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli quando era in vita e oggi cerca di seppellire nella retorica anche il suo potente messaggio, di chi deporta migranti, toglie aiuti ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”. Parole su cui la premier Giorgia Meloni sì è portata le mani al viso mentre i vicepremier Tajani e Salvini hanno scosso la testa.

Tuttavia al termine dell’intervento la presidente del consiglio non ha risparmiato a Schlein un applauso, seppure timido, unico tra gli esponenti di governo e centrodestra.

Papa, minuto di silenzio a Camere riunite

Roma, 23 apr. (askanews) – Le Camere riunite nell’aula di Montecitorio hanno osservato un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso, per commemorare Papa Francesco, morto lunedì 21 aprile.

Dopo gli interventi dei presidenti delle camere Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa prenderà la parola un rappresentante per ogni gruppo politico e infine la premier Giorgia Meloni in rappresentanza del governo.

Gremiti i banchi del governo. Accanto a Meloni i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Poi i ministri Crosetto, Giuli, Schillaci, Piantedosi, Urso, Casellati, Abodi, Bernini, Calderoli, Valditara, Pichetto, Roccella, Santanchè, Ciriani, Foti, Zangrillo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Papa, La Russa: non ha mai smesso di far sentire voce contro le guerre

Testimone di fede vissuta, ha incarnato fondamentali valori di misericordia e solidarietà Roma, 23 apr. (askanews) – “Camera e Senato si ritrovano oggi riunite in quest’aula per rendere omaggio a un Pontefice che abbiamo amato e ammirato per l’instancabile forza ed energia con cui si è battuto per la giustizia, la pace e la fraternità tra i Popoli e le Nazioni. In questi anni di Pontificato, la profondità del Suo messaggio di fede e di speranza ha saputo toccare le corde più profonde dei nostri cuori. E persino in queste ultime settimane, nonostante la malattia lo avesse fortemente debilitato, Papa Francesco mai ha smesso di far sentire la sua voce affinchè i conflitti, le divisioni e le guerre venissero superate”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel corso della commemorazione congiunta di Camera e Senato per papa Francesco in aula a Montecitorio.

“È stato – ha aggiunto – un autentico testimone di fede vissuta, capace di incarnare fondamentali valori di misericordia e solidarietà. La sua attenzione verso gli ultimi, verso i più fragili, e verso gli emarginati, ha superato le diversità religiose e spirituali ed è diventata una continua esortazione ai leader del mondo a lavorare insieme per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona”.

Papa, Fontana: ha sempre chiesto pace, lascia vuoto in comunità internazionale

Roma, 23 apr. (askanews) – “Nei 12 anni del pontificato segnati a livello mondiale da un clima di tensione, conflitti e incertezza, il Santo Padre si è speso senza riserve per infondere fiducia e conforto nei cuori di tutti. Di fronte agli orrori e alle devastazioni delle guerre, non ha mai smesso di lanciare vibranti appelli in favore della pace. La sua instancabile vocazione al dialogo lo ha condotto dove nessun altro Pontefice era mai giunto. Francesco è stato, infatti, il primo Papa a partecipare a un vertice del G7, a incontrare un Patriarca di Mosca, a recarsi in Iraq”. Lo ha detto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, in Aula aprendo la commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.

Fontana ha ricordato “la scelta” del nome Francesco “nome che fece subito comprendere l’attenzione che avrebbe avuto per gli ultimi, per le persone malate e per chi soffre. Ha voluto sempre camminare accanto a tutti, senza escludere nessuno. Il suo Magistero, fondato sulla solidarietà e sulla difesa della dignità umana, è stato un esempio di vicinanza ai fedeli e di impegno a favore anche delle persone anziane e dei più deboli”.

“La sua scomparsa – ha sottolineato Fontana – lascia un vuoto profondo per i Cattolici e per l’intera comunità internazionale. Religiosi e laici, credenti e non credenti si stringono nel ricordo di un uomo che ha svolto la propria missione con spirito di sacrificio e di abnegazione cristiana. Fino all’ultimo istante non ha mai abbandonato chi confidava nel suo sostegno. Anche nelle sue condizioni di salute sempre più fragili, nel giorno di Pasqua ha avuto la forza di impartire la benedizione “Urbi et Orbi” e di abbracciare simbolicamente per l’ultima volta i fedeli presenti in Piazza San Pietro”.

“‘La mia gente è povera e io sono uno di loro’, disse un giorno spiegando la decisione di abitare in un appartamento semplice, al di fuori del Palazzo Apostolico. È stato pastore tra la sua gente, pellegrino di pace e testimone di misericordia. Il suo pontificato è giunto al termine proprio come era iniziato: con i fedeli, con la preghiera e con l’invito a nutrire sempre la speranza”, ha ricordato la terza carica dello Stato.

“Personalmente, non potrò mai dimenticare la sua voce quando mi telefonò in occasione della mia elezione a Presidente della Camera, né quando mi accolse in Vaticano. Papa Francesco ci mancherà”, ha concluso Fontana.

Il Sol Dell’Avvenire è il nuovo singolo di Samuel

Milano, 23 apr. (askanews) – Esce il 25 aprile Il Sol Dell’Avvenire, il nuovo singolo di Samuel (Asian Fake/Sony Music Entertainment Italy), da ora disponibile in pre-save. Il brano sarà presentato live per la prima volta il 25 aprile al Samsara Beach di Riccione in occasione dell’annuale evento Bagni Ralf condotto da Dj Ralf.

“Il Sol Dell’Avvenire è una metafora che racchiude in sé il sogno di cambiamento, di un’evoluzione della società, della libertà, dello stare insieme, un sogno utopico che poi si è in qualche modo rivelato fallace, che non ha portato all’effetto desiderato, però rimane come immagine dell’utopia, della ricerca del benessere sociale, dello stare insieme, dell’uguaglianza. Il club è un luogo in cui si è tutti uguali, in cui ci si spoglia del proprio ceto sociale alla porta e si sta insieme a sporcarsi col proprio sudore. Questa canzone evoca l’amore per la musica, l’amore per il club, l’amore per lo stare insieme in pista davanti a una console.”

Samuel, in attesa di ritornare con un nuovo album con i Subsonica, pubblica un singolo dall’inconfondibile cifra stilistica che si trasforma in un viaggio ipnotico tra melodia e groove, dove la sua penna e voce iconica incontrano le sonorità tech house, co-prodotte da Marco Lys, producer di fama internazionale. Il Sol Dell’Avvenire fonde elettronica e vibrazioni emotive, confermando Samuel come uno dei pionieri del sound italiano. Un inno alla libertà, pronto a conquistare club e amanti del dancefloor fin dal primo ascolto.

Samuel è autore, compositore, co-fondatore e cantante dei Subsonica, con cui ha pubblicato dieci album originali e calcato i palchi più importanti di Italia e Europa. Nel corso della sua carriera ha dato vita ai Motel Connection, firmando anche colonne sonore e fondando due etichette di musica techno. Nel 2017 ha debuttato da solista con l’album “Il codice della bellezza”, seguito da “Brigata Bianca” (2021) e da un’intensa attività live. La sua anima elettronica torna ora a brillare con questo nuovo singolo.

Fmi: sui conti pubblici ogni Paese metta in ordine a casa propria

Roma, 23 apr. (askanews) – Già prima dei recenti deterioramenti delle prospettive economiche, molti paesi stavano in affanno tra margini di bilancio limitati e aumenti degli indebitamenti pubblici. Ora “il quadro si sta ulteriormente complicando” per la gestione dei conti, a causa dell’aumento delle incertezze sulle politiche commerciali e sull’economia in generale, con l’aumento dei tassi in diverse economie chiave e l’allargamento dei differenziali sui tassi per i mercati emergenti, che si combinano con, in particolare in Europa, accresciuti obiettivi di spesa in armamenti e difesa. Lo rileva il Fondo monetario internazionale nel Fiscal Monitor, il rapporto semestrale sui conti pubblici che viene pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington.

“In questo contesto volatile, i Paesi devono innanzitutto mettere ordine a casa loro. Un graduale aggiustamento dei conti con un quadro credibile sul medio termine – afferma il Fmi – è cruciale per la maggior parte dei Paesi allo scopo di ridurre l’indebitamento, ripristinare margini di bilancio per fronteggiare le incertezze, risistemare le priorità di spesa e migliorare le prospettive di crescita sul lungo termine”.

Lo studio ripropone le previsioni sui conti pubblici che erano state aggiornate già ieri in occasione della pubblicazione delle tabelle previsionali del World economic Outlook. Per l’Italia il Fmi prevede che quest’anno il rapporto deficit/Pil cali al 3,3%, dal 3,4% del 2024, e poi che scenda ulteriormente al 2,8% nel 2026, sotto quindi la soglia del 3% stabilita dal Patto di stabilità e di crescita. Per il 2027 è prevista una ulteriore riduzione al 2,6% e per il 2028 al 2,4%, mentre sul 2029 è attesa una risalita al 2,5%, restando a quel valore nel 2030.

Sempre secondo il Fmi, il rapporto tra debito pubblico e Pil dell’Italia salirebbe quest’anno al 137,3%, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,5% nel 2026 al 138,6% nel 2027, per poi tornare a limarsi al 138,1% nel 2028 e al 137,7% nel 2029 137,7% del 2030.

Difesa Ue, M5S Europa: commissione giuridica boccia piano riarmo

Roma, 23 apr. (askanews) – “L’arroganza di Ursula von der Leyen è stata sconfitta. La presidente della Commissione europea pensava di approvare il piano sul riarmo utilizzando un codicillo nei Trattati, ma con un sussulto di dignità il Parlamento europeo l’ha respinta”. Ne dà notizia la delegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo in una nota.

“Il parere del servizio legale prima e il conseguente voto della Commissione giuridica – spiega il comunicato dei 5 stelle – dimostrano che il Movimento 5 stelle aveva ragione nel denunciare l’illegittimità del piano di riarmo. Von der Leyen prenda atto di questo voto, ritiri il suo folle piano e investa sulla pace. Cambiare le basi legali del provvedimento non basterà a placare la nostra ferma opposizione contro questo assurdo piano che nel merito e nel metodo è sbagliato. I cittadini sono dalla nostra parte, lo hanno dimostrato lo scorso 5 aprile quando in 100 mila sono scesi in piazza a Roma per protestare. Non rassegniamoci alle politiche di guerra, la lotta inizia a produrre preziosi frutti”, conclude la nota.

Ai funerali di Papa Francesco il metropolita del dialogo Antonij. Il Cremlino incerto sulla delegazione

Roma, 23 apr. (askanews) – Il Cremlino non ha ancora deciso chi rappresenterà la Federazione Russa ai funerali di Papa Francesco, fermo restando che è stata esclusa la partecipazione del presidente Vladimir Putin. Il Patriarcato ortodosso di Mosca ha invece stabilito di inviare una delegazione guidata dal metropolita Antonij, figura di livello ma soprattutto colui che negli ultimi anni ha incontrato più volte il Pontefice, intrattenendo rapporti costanti e cordiali e un filo diretto sulla guerra in Ucraina.

L’indugio rispetto all’annuncio della rappresentanza dello Stato russa riflette le difficoltà dovute al fatto che la stragrande maggioranza degli alti funzionari russi sono sotto sanzioni internazionali, e l’arrivo sarebbe comunque in territorio italiano. Ma anche la possibilità che a margine delle esequie siano organizzati degli incontri, cosa improbabile nel giorno delle esequie, fanno notare fonti diplomatiche russe, secondo cui non c’è al momento alcun “impegno” previsto. Sul presidente Putin pende da marzo 2003 un mandato di cattura internazionale della Corte Penale Internazionale. Oggi il portavoce del Cremlino Peskov ha confermato che non è stata presa una decisione su chi rappresenterà la Russia ai funerali di Papa Francesco. Rispondendo ai giornalisti, Peskov ha detto: “No, non abbiamo ancora deciso.” Qualunque arrivo da Mosca non può prescindere dalla guerra in Ucraina. Lo stesso Antonij ha avuto un ruolo chiave nel rafforzare il dialogo con la Chiesa romana, soprattutto sul delicatissimo tema del conflitto scoppiato con l’invasione russa di febbraio 2022, trattato da Francesco come guerra a cui porre fine anche mantenendo i contatti con Mosca. Il Papa ha sino all’ultimo invocato la pace per la “martoriata Ucraina”, evitando di prendere parte rispetto alla vittima e all’aggressore.

Un momento importante della funzione di Antonij è stato l’incontro del 15 ottobre 2024 tra il metropolita e il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina. Durante il colloquio, tenutosi a Mosca, sono stati affrontati in particolare temi di carattere umanitario legati al conflitto ucraino, il filo rosso dell’azione della Santa Sede, attiva nell’organizzazione degli scambi di prigionieri e nella questione dei bambini ucraini trasferiti in Russia. All’incontro hanno partecipato anche l’arcivescovo Giovanni d’Aniello, nunzio apostolico in Russia, e rappresentanti del Patriarcato come l’archimandrita Filaret (Bulekov) e il protopresbitero Igor Jakimcuk, che dovrebbero essere nella delegazione inviata ai funerali.

Zuppi era giunto nella capitale russa il giorno prima, dopo una serie di missioni diplomatiche europee, e aveva anche incontrato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. A giugno 2023 una prima visita del cardinale Zuppi era stata letta a Mosca come un passo di natura esplorativa, non ufficialmente parte di una “missione del Vaticano”, ma espressione della diplomazia personale di Papa Francesco. Si notava inoltre come Zuppi avrebbe offuscato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, solitamente responsabile della politica estera. Il Vaticano avrebbe puntato su Zuppi anche grazie alla sua appartenenza alla Comunità di Sant’Egidio, vista come un attore potente nella diplomazia vaticana. Insomma, Zuppi come canale diretto tra Papa Francesco e Mosca. E quel viaggio di Zuppi avveniva dopo una visita in Vaticano proprio del metropolita Antonij.

A seguito della scomparsa del Pontefice, il Patriarca di Mosca Kirill ha inviato un messaggio di cordoglio al cardinale Kevin Farrell, Camerlengo della Chiesa cattolica, sottolineando il valore del pontificato di Francesco per l’intero mondo cristiano e in particolare “in difesa della perseguitata Chiesa ortodossa ucraina.” . Le relazioni tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa russa, mai facili, hanno visto una distensione negli ultimi anni. Il momento più simbolico è stato lo storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill a L’Avana nel 2016, primo nella storia tra i due leader religiosi.

Non è dato per ora sapere se Antonij si tratterà dopo le esequie papali per continuare il confronto sulla guerra, magari con il cardinale Zuppi ora considerato tra i “papabili”.

(Nella foto, l’incontro il 12 febbraio 2016, lo storico incontro tra Kirill patriarca di Mosca e tutte le Russie, capo della Chiesa ortodossa russa e Papa Francesco)

Metalmeccanici, Pd-M5S-AVS: la trattativa riparta al più presto

Roma, 23 apr. (askanews) – “Questa mattina abbiamo incontrato i Segretari generali della Fiom Cgil, della Fim Cisl e della Uilm, Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella”. Lo annunciano in una nota congiunta Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein.

“Nel corso dell’incontro – si legge nel comunicato – abbiamo avuto modo di approfondire le criticità legate alla vertenza per il rinnovo del contratto ferma per il rifiuto dí Federmeccanica e Assistal di sedersi al tavolo sulla base della proposta avanzata dai sindacati e fondata sull’attuale struttura contrattuale. In un momento di particolare difficoltà dell’industria italiana ci pare quantomai urgente e necessario che la trattativa tra le parti riprenda il prima possibile. Ristabilire un quadro di corrette relazioni industriali va nell’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici, delle imprese e del Paese. Per questo vogliamo ribadire la nostra richiesta alla parte datoriale affinché riavvii al più presto la trattativa interrotta”, concludono Bonelli, Conte, Fratoianni e Schlein.

Papa, ai funerali il metropolita del dialogo Antonij, Cremlino indugia

Roma, 23 apr. (askanews) – Il Cremlino non ha ancora deciso chi rappresenterà la Federazione Russa ai funerali di Papa Francesco, fermo restando che è stata esclusa la partecipazione del presidente Vladimir Putin. Il Patriarcato ortodosso di Mosca ha invece stabilito di inviare una delegazione guidata dal metropolita Antonij, figura di livello ma soprattutto colui che negli ultimi anni ha incontrato più volte il Pontefice, intrattenendo rapporti costanti e cordiali e un filo diretto sulla guerra in Ucraina.

L’indugio rispetto all’annuncio della rappresentanza dello Stato russa riflette le difficoltà dovute al fatto che la stragrande maggioranza degli alti funzionari russi sono sotto sanzioni internazionali, e l’arrivo sarebbe comunque in territorio italiano. Ma anche la possibilità che a margine delle esequie siano organizzati degli incontri, cosa improbabile nel giorno delle esequie, fanno notare fonti diplomatiche russe, secondo cui non c’è al momento alcun “impegno” previsto. Sul presidente Putin pende da marzo 2003 un mandato di cattura internazionale della Corte Penale Internazionale. Oggi il portavoce del Cremlino Peskov ha confermato che non è stata presa una decisione su chi rappresenterà la Russia ai funerali di Papa Francesco. Rispondendo ai giornalisti, Peskov ha detto: “No, non abbiamo ancora deciso.”

Qualunque arrivo da Mosca non può prescindere dalla guerra in Ucraina. Lo stesso Antonij ha avuto un ruolo chiave nel rafforzare il dialogo con la Chiesa romana, soprattutto sul delicatissimo tema del conflitto scoppiato con l’invasione russa di febbraio 2022, trattato da Francesco come guerra a cui porre fine anche mantenendo i contatti con Mosca. Il Papa ha sino all’ultimo invocato la pace per la “martoriata Ucraina”, evitando di prendere parte rispetto alla vittima e all’aggressore.

Un momento importante della funzione di Antonij è stato l’incontro del 15 ottobre 2024 tra il metropolita e il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina. Durante il colloquio, tenutosi a Mosca, sono stati affrontati in particolare temi di carattere umanitario legati al conflitto ucraino, il filo rosso dell’azione della Santa Sede, attiva nell’organizzazione degli scambi di prigionieri e nella questione dei bambini ucraini trasferiti in Russia. All’incontro hanno partecipato anche l’arcivescovo Giovanni d’Aniello, nunzio apostolico in Russia, e rappresentanti del Patriarcato come l’archimandrita Filaret (Bulekov) e il protopresbitero Igor Jakimcuk, che dovrebbero essere nella delegazione inviata ai funerali.

Zuppi era giunto nella capitale russa il giorno prima, dopo una serie di missioni diplomatiche europee, e aveva anche incontrato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. A giugno 2023 una prima visita del cardinale Zuppi era stata letta a Mosca come un passo di natura esplorativa, non ufficialmente parte di una “missione del Vaticano”, ma espressione della diplomazia personale di Papa Francesco. Si notava inoltre come Zuppi avrebbe offuscato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, solitamente responsabile della politica estera. Il Vaticano avrebbe puntato su Zuppi anche grazie alla sua appartenenza alla Comunità di Sant’Egidio, vista come un attore potente nella diplomazia vaticana. Insomma, Zuppi come canale diretto tra Papa Francesco e Mosca. E quel viaggio di Zuppi avveniva dopo una visita in Vaticano proprio del metropolita Antonij.

A seguito della scomparsa del Pontefice, il Patriarca di Mosca Kirill ha inviato un messaggio di cordoglio al cardinale Kevin Farrell, Camerlengo della Chiesa cattolica, sottolineando il valore del pontificato di Francesco per l’intero mondo cristiano e in particolare “in difesa della perseguitata Chiesa ortodossa ucraina.”

Le relazioni tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa russa, mai facili, hanno visto una distensione negli ultimi anni. Il momento più simbolico è stato lo storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill a L’Avana nel 2016, primo nella storia tra i due leader religiosi.

Non è dato per ora sapere se Antonij si tratterà dopo le esequie papali per continuare il confronto sulla guerra, magari con il cardinale Zuppi ora considerato tra i “papabili”.

D’Aria (Wmd): Campania polo trainante su stampa 3D

Roma, 23 apr. – “La Campania si affermata come un polo trainante nel settore della stampa 3D, una tecnologia che rappresenta non solo il presente ma anche il futuro dell’aerospazio, della metalmeccanica e della meccanica di precisione. Con il Wmd 2025 siamo orgogliosi di essere giunti alla sesta edizione, una fiera consolidata e riconosciuta a livello nazionale nel panorama industriale. Quest’anno ospiteremo le principali aziende internazionali specializzate nella produzione di macchine utensili: una novit assoluta che si sposa perfettamente con la nostra missione, ovvero rendere accessibili e fruibili tecnologie avanzate alle imprese del nostro territorio”. Lo ha reso noto Alfonso D’Aria, presidente del Wmd presentendo l’evento che si terr alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 22 al 24 maggio 2025. “Nel corso delle precedenti edizioni abbiamo registrato una crescita costante dei visitatori, con un incremento del 30%. Quest’anno – ha sottolineato Erika Capasso, event manager del Wmd – abbiamo gi confermato la partecipazione di oltre 150 aziende, pronte a esporre i propri prodotti tecnologici. Le imprese avranno l’opportunit di vedere da vicino macchine utensili, tecnologie e strumenti di produzione automatizzati e all’avanguardia. Ma non solo: grazie a una piattaforma B2B dedicata, sar possibile avviare importanti relazioni commerciali con le altre realt presenti, fissare incontri e pianificare appuntamenti per lo sviluppo di nuovi progetti”.

(In collaborazione con Wmd)

Pecoraro Scanio: Vittoria! Nasce il Parco Nazionale del Matese

Roma, 23 apr. (askanews) – “Vittoria! Dopo anni di attesa e mobilitazione, finalmente abbiamo un nuovo Parco Nazionale: il Parco del Matese. Ringrazio le migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la mia e altre petizioni, gli appelli rivolti al Ministero dell’Ambiente affinch si procedesse alla delimitazione obbligatoria di quest’area straordinaria”, dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e gi Ministro dell’Ambiente.

“Un ringraziamento particolare va al Ministro Gilberto Pichetto Fratin per aver finalmente firmato il decreto di perimetrazione. Mi auguro che anche coloro che hanno espresso perplessit possano ora riconoscere il valore di questa grande opportunit per decine di Comuni del Molise e della Campania, nelle province di Caserta, Benevento, Campobasso e Isernia. Il Parco uno strumento essenziale per tutelare le bellezze naturali, promuovere un’economia sostenibile e contrastare lo spopolamento dei piccoli centri”, prosegue Pecoraro Scanio.

” fondamentale riconoscere anche il ruolo delle associazioni ambientaliste e il contributo del ricorso vinto da Italia Nostra presso il TAR del Lazio, che ha reso obbligatoria l’emanazione del decreto ministeriale, evitando cos la nomina di un commissario ad acta”, aggiunge.

“Ora per si apre una fase decisiva: non bastano le norme di salvaguardia. Occorre istituire e far funzionare gli organismi del Parco, affinch il Matese diventi un esempio virtuoso, come accaduto per il Parco Nazionale d’Abruzzo e altri parchi dell’Appennino. in questo modo che potremo valorizzare la straordinaria biodiversit italiana, la pi ricca in Europa”, conclude l’ex Ministro, ricordando il proprio impegno passato per la Rete Natura 2000 e per il sistema dei parchi nazionali e regionali. “Viva il nuovo Parco Nazionale del Matese! Difendiamo e valorizziamo le eccellenze ambientali italiane, per il presente e il futuro delle nostre comunit”.

Sabato il feretro del Papa attraverserà 7 km di Stato italiano per la sepoltura a Santa Maria Maggiore

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – Tra le tante novità del pontificato di Papa Francesco c’è anche quella della sua sepoltura che, per sua volontà, avverrà dopo la messa funebre di sabato in piazza San Pietro, nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Uno spostamento che non rappresenta un ‘unicum’ dalla nascita dello Stato unitario ma che comporterà un aggravio di lavoro per l’apparato di sicurezza italiano, già impegnato per l’arrivo di capi di Stato e di Governo e 170 delegazioni di Stati esteri senza contare gli oltre 200mila fedeli previsti in piazza per i funerali di Francesco. Il 10 ottobre del 1958 la salma di Pio XII, morto il giorno prima a Castel Gandolfo, a causa della sua repentina decomposizione fu trasportato di tutta fretta in Vaticano dove oggi riposa nelle Grotte Vaticane.

Il trasporto della salma di Papa Bergoglio, avverrà dallo Stato della Città del Vaticano ad un’altra zona extraterritoriale, come la Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Ma per fare ciò il corteo funebre dovrà percorrere circa 7 chilometri in territorio italiano ma questo, secondo le autorità italiane, non costituirà un problema neppure dal punto di vista diplomatico-legale.

Se da parte vaticana non filtrano per ora notizie sul corteo funebre, da quanto si apprende, diverso sarebbe stato il caso di decesso fuori dello Stato della Città del Vaticano, come sarebbe potuto accedere nei 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma.

Papa Francesco non sarà, comunque, l’unico pontefice seppellito nella Basilica che al suo interno ospita l’icona, da lui tanto amata, della Madonna Salus populi romani.

Altri sette Pontefici sono sepolti, infatti, a Santa Maria Maggiore: Papa Onorio III (pontificato: 1216-1227), Papa Niccolò IV (pontificato: 1288-1292), Papa Pio V (pontificato: 1566-1572), Papa Sisto V (pontificato: 1585-1590), Papa Clemente VIII (pontificato: 1592-1605), Papa Paolo V (pontificato: 1605-1621) e Papa Clemente IX (pontificato: 1667-1669).

Ucraina, il vicepresidente Usa Vance: congelare il conflitto sulle attuali linee territoriali (o vicino)

Roma, 23 apr. (askanews) – Il vicepresidente Usa JD Vance ha chiesto oggi che vengano compiuto “gli ultimi passi” per porre fine ai combattimenti nel conflitto in Ucraina e “congelare le linee territoriali” su posizioni prossime a quelle attuali. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

“E’ giunto il momento, penso, di fare, se non l’ultimo passo, uno degli ultimi passi, che è, a grandi linee, dichiarare che smetteremo di uccidere e congeleremo le linee territoriali a un livello vicino a quello di oggi”, ha detto Vance.

Papa, alle 16 commemorazione a Camere riunite con Meloni e big

Roma, 23 apr. (askanews) – Si terrà alle 16 di oggi nell’aula di Montecitorio la commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. Interverranno i presidenti delle Camera Lorenzo Fontana e del Senato Ignazio La Russa. A seguire, un rappresentante per gruppo e, a nome del governo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Per Fdi interverrà il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, per il Pd prenderà la parola la segretaria Elly Schlein, per M5s il presidente Giuseppe Conte, per Forza Italia il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, per la Lega Simonetta Matone, per Italia Viva il presidente Matteo Renzi, per Avs la capogruppo alla Camera Luana Zanella, per Azione Elena Bonetti, Per Noi Moderati il leader Maurizio Lupi.

La commemorazione sarà trasmessa in diretta Rai, webtv e canale satellitare, con traduzione in Lingua dei segni italiana.

Ue, Meta: Bruxelles cerca di penalizzare aziende Usa di successo

Roma, 23 apr. (askanews) – “La Commissione Europea sta cercando di penalizzare le aziende americane di successo, mentre consente alle imprese cinesi ed europee di operare secondo standard diversi. Non si tratta solo di una multa; il fatto che la Commissione ci costringa a cambiare il nostro modello di business equivale, di fatto, a imporre a Meta una tariffa da miliardi di dollari, obbligandoci a offrire un servizio di livello inferiore. Inoltre, limitando ingiustamente la pubblicità personalizzata, la Commissione Europea sta danneggiando anche le imprese e le economie europee”. Lo scrive in una nota Joel Kaplan, chief global affairs officer di Meta, in risposta alla multa di 200 milioni di euro da parte di Bruxelles per la violazione del DMA.

Papa, Fs: al via potenziamento servizi di trasporto verso Roma

Roma, 23 apr. (askanews) – Il Gruppo FS annuncia di aver avviato il piano straordinario per il potenziamento dei servizi di trasporto verso Roma a seguito della scomparsa del Santo Padre, da oggi fino a domenica, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile che coordina gli interventi di emergenza e logistici necessari per accogliere i fedeli.

Trenitalia ha potenziato la propria offerta: le Frecce e Intercity offriranno in media circa 110mila posti al giorno; mentre Regionale metterà a disposizione più collegamenti verso la stazione di Roma San Pietro da Roma Termini, Ostiense, Tiburtina, Tuscolana e Fiera di Roma, per un totale di 150mila posti al giorno nel Nodo di Roma. Sono inoltre previsti ulteriori treni charter a disposizione dei pellegrini. In tutti i presidi Trenitalia ha previsto 300 persone in più, per garantire maggiore assistenza ai passeggeri e un pronto intervento in caso di necessità.

Inoltre, chi viaggia con Frecce e Intercity da e verso la Capitale – sia individualmente sia in gruppo – da oggi fino al 27 aprile potrà usufruire di uno sconto del 40% rispetto al prezzo base utilizzando il codice “Roma” al momento dell’acquisto del biglietto.

Attraverso Rete Ferroviaria Italiana, FS istituirà presidi straordinari nelle stazioni di Roma Termini, Roma Tiburtina, Roma S. Pietro, Valle Aurelia, Roma Aurelia, Fiumicino Aeroporto, Roma Ostiense, Civitavecchia e Fiera di Roma. L’obiettivo è potenziare alcuni servizi come la manutenzione, la pulizia delle stazioni e il monitoraggio dei flussi dei viaggiatori, con un incremento di circa 500 persone impiegate.

Il servizio gratuito Sala Blu, dedicato all’assistenza delle persone a mobilità ridotta, sarà potenziato in tutte le principali stazioni per offrire un supporto ancora più efficace e puntuale ai passeggeri che ne avranno bisogno.

Infine, anche FS Security – la società del Gruppo FS interamente dedicata a garantire la sicurezza dei treni, delle stazioni, dei dipendenti e dei viaggiatori – sta rafforzando la propria presenza con oltre 100 risorse nelle stazioni romane, anche con presidio 24 ore su 24

Rinviati i colloqui ministeriali tra Ucraina e Paesi europei a Londra: pesa la questione Crimea

Roma, 23 apr. (askanews) – I colloqui a livello di ministri degli Ester tra delegazione ucraina e Paesi europei in agenda oggi a Londra sono stati rinviati, ha annunciato il governo britannico. Si terranno comunque incontri a livello di funzionari: una delegazione ucraina incontrerà l’inviato statunitense Keith Kellogg. Lo riferisce una fonte della presidenza ucraina, come riporta France Presse. L’incontro rientra nel quadro delle consultazioni tra Kiev e Washington sul proseguimento del sostegno politico e militare in un momento cruciale del conflitto con la Russia.

Non sono stati resi noti i motivi ufficiali del rinvio dell’incontro ministeriale né l’agenda precisa del colloquio con Kellogg, ex consigliere per la sicurezza nazionale sotto l’amministrazione Trump, ma da Kiev sono giunte posizioni critiche nei confronti di un piano di pace statunitense che implicherebbe il riconoscimento della Crimea come regione russa.

Dall’altro lato, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato che il processo per arrivare a una soluzione del conflitto in Ucraina è complesso e ricco di sfumature, ma che il lavoro diplomatico per “trovare un terreno comune” continua. “Intorno alla questione ucraina ci sono molti aspetti che devono essere discussi e su cui è necessario trovare un terreno comune. Questo lavoro è in corso”, ha dichiarato Peskov ai giornalisti, chiarendo però che non vi sono ancora dettagli concreti riguardo a una possibile nuova visita in Russia dell’inviato speciale presidenziale Usa Steve Witkoff.

“Se ciò avverrà, vi informeremo. Al momento non posso dire nulla di preciso”, ha detto Peskov ai giornalisti. “La situazione è fluida e tutto cambia rapidamente. Forniremo aggiornamenti quando sarà il momento, per evitare aspettative o interpretazioni errate”. “Noi continuiamo i nostri contatti con gli americani”, ha aggiunto il portavoce.

La sepoltura di Papa Francesco, per la prima volta il feretro di un Papa attraverserà lo Stato italiano

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – Tra le tante novità del pontificato di Papa Francesco c’è anche quella della sua sepoltura che, per sua volontà, avverrà dopo la messa funebre di sabato in piazza San Pietro, nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Uno spostamento che rappresenta un ‘unicum’ dalla nascita dello Stato unitario e che comporterà un aggravio di lavoro anche per l’apparato di sicurezza italiano, già impegnato per l’arrivo di capi di Stato e di governo e 170 delegazioni di Stati esteri senza contare gli oltre 200mila fedeli previsti in piazza per i funerali di Francesco.

Il trasporto della salma di Papa Bergoglio, avverrà dallo Stato della Città del Vaticano ad un’altra zona extraterritoriale, come la Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Ma per fare ciò il corteo funebre dovrà percorrere circa 7 chilometri in territorio italiano ma questo, secondo le autorità italiane, non costituirà un problema neppure dal punto di vista diplomatico-legale.

Se da parte vaticana non filtrano notizie sul corteo funebre, da quanto si apprende, diverso sarebbe stato il caso di decesso fuori dello Stato della Città del Vaticano, come sarebbe potuto accedere nei 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma.

Papa Francesco non sarà, comunque, l’unico pontefice seppellito nella Basilica che al suo interno ospita l’icona, da lui tanto amata, della Madonna Salus populi romani.

Altri sette Pontefici sono sepolti, infatti, a Santa Maria Maggiore: Papa Onorio III (pontificato: 1216-1227), Papa Niccolò IV (pontificato: 1288-1292), Papa Pio V (pontificato: 1566-1572), Papa Sisto V (pontificato: 1585-1590), Papa Clemente VIII (pontificato: 1592-1605), Papa Paolo V (pontificato: 1605-1621) e Papa Clemente IX (pontificato: 1667-1669). Ma erano evidentemente altri tempi quando non esisteva neppure ancora lo Stato unitario italiano.

La salma nella Basilica di San Pietro, migliaia di fedeli in fila per salutare Papa Francesco

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – E’ iniziato l’afflusso dei fedeli nella Basilica di San Pietro per l’ultimo saluto alle spoglie mortali di Papa Francesco. Una lunga fila si è già formata nella navata centrale della basilica per la presenza di quanti vogliono salutare per l’ultima volta il pontefice “del popolo”.

Le persone vengono fatte sostare solo per qualche minuto davanti alla bara ancora aperta con il feretro del pontefice, per una breve pausa di preghiera. Accanto alla bara, posta su una semplice pedana rossa e senza catafalco o altri segni di potere, un cero pasquale acceso, simbolo della risurrezione cristiana.

Sono circa 20 mila le persone, fedeli e singoli cittadini, presenti in piazza San Pietro per assistere alla processione funebre della traslazione del corpo di Papa Francesco dalla sua residenza di casa Santa Marta in Vaticano nella basilica di San Pietro. Il dato è stato fornito dalla Gendarmeria vaticana.

L’Health Lab e il Campus a Dongguan, dove Huawei progetta il futuro

Dongguan (Cina), 23 apr. (askanews) – La pista di atletica con sensori sotto la superficie, una piscina per il nuoto controcorrente e un robot con una racchetta da pingpong. Sembra una innovativa sala giochi sportivi, ma in realt un incredibile laboratorio dell’innovazione l’Health Lab di Huawei a Dongguan, nel Guandong, in Cina. Qui si testano gli smartwatch che finiranno un domani sul mercato.

All’interno dell’Health Lab, ampio spazio dedicato alla fase di simulazione: mentre atleti veri si allenano, grazie ai sensori e alle decine di telecamere posizionate ovunque, si tracciano i loro movimenti nel dettaglio, la resistenza e si analizzano decine di valori della salute. Corsa, nuoto, arrampicata, tiro al bersaglio sono tra i circa 80 sport monitorati con test tecnico professionali.

“Qui sviluppiamo tecnologie e soluzioni innovative per il fitness e la salute – ha spiegato il ricercatore dell’Health Lab Fang Peng – Creiamo gli scenari di allenamento per verificare se possibile aggiungere ulteriori parametri di salute agli smartwatch. Poi, continuiamo a migliorare la precisione delle nostre letture”.

A monte di tutto ci c’ la fase di ricerca e sviluppo che prende vita in un altro luogo incredibile a Dongguan: un’oasi in mezzo ai grattacieli il Campus R&D (Research and Development) che sorge sul lago Songshan: uno spazio di 1,2 milioni di metri quadrati, dove sono impiegate circa 30mila persone, suddiviso in diversi villaggi ispirati alle architetture europee: citt universitarie, come Heidelberg e Oxford, laghi con ninfee o i portici di Bologna e l’arena di Verona. Un trenino elettrico collega i diversi ambienti dove all’interno degli edifici ci sono gli uffici di nanotecnologie, il reparto intelligenza artificiale, il team cloud e cos via. Il tutto immerso in una vegetazione subtropicale che crea un ambiente silenzioso e incantato che favorisce “la concentrazione allontanando la pressione”, ha spiegato la guida di Huawei.

D’altronde, sulla ricerca e sviluppo la tech company ha investito solo nel 2024 circa 23 miliardi di euro con oltre 150mila brevetti all’attivo. L’innovazione ha subito un’accelerazione esponenziale ai tempi del ban nel primo mandato di Trump che cost a Huawei il primato mondiale nella vendita di smartphone appena conquistato: da allora la tech company cinese ha fatto di necessit virt per smarcarsi dalla dipendenza da componenti straniere. Cos sono arrivati i processori Kirin e Kunpeng, il sistema operativo Harmony Os, i software per le auto elettriche a guida autonoma e TruSense, la tecnologia per salute e fitness utilizzata nei dispositivi indossabili.

Un ecosistema autonomo, costruito passo dopo passo in questi laboratori, che potrebbe rappresentare anche una nuova opportunit per l’azienda cinese, pronta ad offrire un’alternativa tecnologica concreta in tempi di dazi e di guerra commerciale globale.

I funerali di Papa Francesco, le misure di sicurezza: controlli in superficie, nel sottosuolo e in volo

Roma, 23 apr. (askanews) – Superficie, sottosuolo e visione aerea: sono i tre pilastri della ‘macchina della sicurezza’ messa in campo dalla Questura di Roma per garantire la sicurezza degli eventi che precedono i funerali del Santo Padre.

In superficie equipaggi, sia piedi che sulle volanti, battono le vie di afflusso dei fedeli in tutte le direttrici che adducono al Vaticano. Nel sottosuolo gli equipaggi dell’Ufficio Prevenzione Generale e soccorso pubblico controllano le stazioni e le banchine della metropolitana. A completare la cornice della sicurezza sono i fronti di nuova generazione in dotazione alla Questura che sono stati schierati, così da garantire una visuale dall’alto che, in un processo integrato, offre supporto agli operatori impegnati in strada.

Le immagini in 3D, remotizzate presso il Centro per la gestione della sicurezza dell’evento, consentono di assicurare una visuale a 360 gradi sulle aree che cingono piazza San Pietro, con una mobilità che supera il limite delle barriere fisiche dell’architettonica edilizia.

Non manca, tra gli ‘elementi’ della sicurezza, quello della polizia fluviale che sin dalle prime ore successive all’annuncio della scomparsa del Santo Padre è impegnata in un costante pattugliamento del tratto del Tevere che taglia le due sponde della città proprio a ridosso di via della Conciliazione.

Musica, a Napoli la Giornata Internazionale del Jazz 28-30 aprile

Roma, 23 apr. (askanews) – Napoli celebra il jazz con la seconda edizione della Giornata Internazionale del Jazz, un evento esclusivo che porta tre concerti sul palco del Maschio Angioino, dal 28 al 30 aprile. Promosso dal Comune di Napoli e organizzato da Arealive, l’evento offre un’occasione unica per vivere il jazz in tutte le sue sfumature, con performance che spaziano dal jazz tradizionale alle più moderne fusioni sonore.

Si inizia il 28 aprile con “Senseless Acts Of Love”, performance della talentuosa Rosa Brunello, bassista e compositrice di fama internazionale, conosciuta per il suo approccio eclettico che mescola il free improv, il rock, il dub e le sonorità della musica sudamericana. Insieme a lei sul palco, gli italiani Enrico Terragnoli e Marco Frattini (C’Mon Tigre) e la londinese Tamar “Collocutor” Osborn, apprezzati musicisti e suoi collaboratori di lungo corso.

La rassegna continua il 29 aprile con uno dei pianisti italiani più apprezzati negli Stati Uniti, Antonio Faraò che con Yuri Golubev e Vladimir Kostadinovi omaggerà la leggenda del jazz McCoy Tyner con il concerto “Thinking of McCoy Tyner”.

La chiusura (il 30 aprile) vibra sulle note dei Blue Lab Beats, vincitori di un Grammy Award nel 2022 per la produzione dell’album “Mother Nature” di Angelique Kidjo. Gli artisti di origine britannica portano sul palco del Maschio Angioino “Blue Eclipse”, una combinazione esplosiva di jazz, hip-hop, afrobeat, soul ed elettronica. La loro esibizione – parte dell'”European Tour 2025″ – sarà un debutto assoluto a Napoli e vedrà la partecipazione di Lox, Isobella Burnham, Grifton Forbes-Amos, Ben Vize e Orla Berry.

I tre concerti sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti. “Sulla scia del successo dell’anno scorso, con il concerto di Gianluca Petrella, quest’anno triplichiamo il programma previsto per la Giornata internazionale del Jazz”, ha affermato Sergio Locoratolo, coordinatore delle Politiche Culturali per il Sindaco Manfredi, “unendo storia ed innovazione, in una mescolanza di sonorità in cui la qualità artistica e il talento rappresentano il comun denominatore. Il Maschio Angioino, oggetto in questo periodo di interventi di valorizzazione che gli restituiranno il prestigio dovuto, si posiziona come la location privilegiata della programmazione culturale guidata dal Sindaco Manfredi ed in questa direzione proseguiremo nei mesi a venire”.

“Una giornata del Jazz all’insegna dell’internazionalizzazione e al contempo della valorizzazione della scena locale attraverso il programma off” ha dichiarato Ferdinando Tozzi, delegato del sindaco di Napoli per l’industria musicale e dell’audiovisivo, “che realizza con concretezza gli obiettivi per fare di Napoli sempre più una Music City. Con Napoli Città della Musica abbiamo investito sul rilancio culturale, sociale ed economico della città, delle sue professionalità e dei suoi talenti per far fruttare le potenzialità del comparto musica, creando e consolidando sinergie tra operatori e professionisti del settore” ha concluso.

La strage in Kashmir: 26 morti, due stranieri tra le vittime. La risposta di Modi

Roma, 23 apr. (askanews) – Il primo ministro indiano Narendra Modi ha tenuto oggi, al suo ritorno dall’Arabia saudita presso l’aeroporto di Nuova Delhi, un incontro di crisi con il consigliere per la Sicurezza Nazionale Ajit Doval e il ministro degli Esteri S. Jaishankar per fare il punto della situazione dopo l’attentato terroristico di Pahalgam, che ha causato 26 vittime, tra le quali due stranieri. Lo riferisce l’agenzia di stampa Press Trust of India (PTI).

Un commando di terroristi ha colpito ieri in una località turistica di primo piano a Pahalgam, nel Kashmir meridionale, uccidendo almeno 26 persone, per lo più turisti, e ferendone diverse altre. Tra i deceduti vi sono due stranieri: uno dagli Emirati arabi uniti e uno dal Nepal.

Le salme delle 26 vittime sono state trasferite al Government Medical College (GMC) di Srinagar e poi portate alla Sala Controllo della Polizia, dove il Ministro dell’Interno Amit Shah ha deposto delle corone di fiori.

Shah, giunto a Srinagar nella notte di martedì, ha assicurato ai sopravvissuti che i responsabili di questo atto vile saranno assicurati alla giustizia, hanno riferito fonti ufficiali. Una squadra dell’Agenzia Nazionale Investigativa (NIA), guidata da un Ispettore Generale, è in viaggio verso Pahalgam per assistere la polizia locale nelle indagini sull’attentato terroristico di martedì, hanno detto fonti.

Il ministro della Difesa pakistano Khwaja Asif ha affermato che il Pakistan non ha niente a che fare con l’attacco. Tra Nuova Delhi e Islamabad c’è una lunga contesa territoriale proprio relativamente alla sovranità sul Kashmir.

I funzionari indiani non sono convinti dalla estraneità del Pakistan, secondo Indian Express, poiché l’indagine iniziale suggerirebbe la presenza di stranieri nel commando di militanti che hanno aperto il fuoco sui civili.

Le campane suonano a lutto in San Pietro per Papa Francesco

Citt del Vaticano, 23 apr. (askanews) – Le campane suonano a lutto in San Pietro per Papa Francesco, in attesa dell’arrivo in Basilica del corpo del Pontefice per la venerazione dei fedeli. Nella piazza sin prime luci del mattino si sta riempiendo di fedeli e pellegrini arrivati partecipare alla traslazione della salma di Papa Francesco da Santa Marta fino alla Basilica vaticana. La piazza stata aperta alle 8.00.

La traslazione della salma di Papa Francesco, i fedeli in piazza San Pietro. Il coro dei giovani: Santo subito

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – E’ iniziata da Casa Santa Marta, l’albergo che ha fatto da residenza per Papa Francesco negli anni del suo pontificato – anche questo gesto di rottura e di novità del suo pontificato – il rito della traslazione del corpo mortale di Jorge Mario Bergoglio verso la Basilica vaticana, dove il corpo sarà esposto per tre giorni al saluto dei fedeli. I rintocchi funebri delle campane della Basilica seguono la processione. Presenti molti cardinali, collaboratori e persone che hanno lavorato in questi anni con il pontefice. Il rito è presieduto dal cardinale camerlengo, Kevin Joseph Farrell. La bara del Papa argentino, in una semplice cassa di legno, come da lui disposto, è stata vegliata dai cardinali nella Cappella di Santa Marta e poi, con una processione, ha attraversato piazza dei Protomartiri cristiani, all’interno del Vaticano, passando per l’Arco delle Campane. La bara contenente le spoglie mortali di Papa Francesco, preceduta da un lungo corteo di cardinali, portata da 12 sediari di sua santità e scortata da un picchetto di otto Guardie Svizzere in alta uniforme ha passato l’Arco delle Campane per fare ingresso nella piazza San Pietro. La bara non è stata ancora chiusa. A seguire il feretro, tra i primi, il suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti che lo ha assistito per anni e anche negli ultimi periodi della
malattia del pontefice.

Ci sono tanti adolescenti e giovani arrivati a a Roma e in Vaticano per partecipare al Giubileo degli adolescenti. E oggi sono in piazza San Pietro per assistere al rito della traslazione della salma di Papa Francesco. Per molti di loro è già santo. “Si, sicuramente. Ha fatto tante cose, per la sua semplicità e umanità è già santo”, dice Fabiola, trent’anni di Monza, che accompagna un gruppo di una trentina di giovani. L’augurio è che “il nuovo Papa continui con lo stesso stile di Francesco. Che abbia la stessa grandezza e amore per la chiesa”.

D’accordo Silvia, 20 anni, di Cantù (provincia di Como). “Questo Papa è un simbolo per i giovani. Ci ha insegnato il sorriso e che nulla è gratis. L’amore è gratis. Con una giornata di sole come oggi, lui è presente qui in piazza”. Santo subito? “Diventerà santo sicuramente – risponde – nel cuore di noi giovani ha già l’aureola sopra la sua testa. Non è facile parlare a noi giovani, lui ci è riuscito ed è arrivato al cuore”.

Elia e Davide, 13 e 14 anni, stavano venendo a Roma per il Giubileo degli Adolescenti. “Abbiamo appreso la notizia in treno, mentre arrivavamo a Roma – raccontano – è stata una perdita importante”. Santo subito? “Sarebbe bello”.

Non solo italiani. In piazza anche tanti stranieri. Gli argentini hanno portato anche magliette di calcio, presenti anche dal Venezuela e dalla Colombia. “Era un santo, un grande, deve essere santo per la sua umiltà”, dice Victor.

Papa, i giovani a San Pietro: Santo subito

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – Ci sono tanti adolescenti e giovani arrivati a a Roma e in Vaticano per partecipare al Giubileo degli adolescenti. E oggi sono in piazza San Pietro per assistere al rito della traslazione della salma di Papa Francesco. Per molti di loro è già santo. “Si, sicuramente. Ha fatto tante cose, per la sua semplicità e umanità è già santo”, dice Fabiola, trent’anni di Monza, che accompagna un gruppo di una trentina di giovani. L’augurio è che “il nuovo Papa continui con lo stesso stile di Francesco. Che abbia la stessa grandezza e amore per la chiesa”.

D’accordo Silvia, 20 anni, di Cantù (provincia di Como). “Questo Papa è un simbolo per i giovani. Ci ha insegnato il sorriso e che nulla è gratis. L’amore è gratis. Con una giornata di sole come oggi, lui è presente qui in piazza”. Santo subito? “Diventerà santo sicuramente – risponde – nel cuore di noi giovani ha già l’aureola sopra la sua testa. Non è facile parlare a noi giovani, lui ci è riuscito ed è arrivato al cuore”.

Elia e Davide, 13 e 14 anni, stavano venendo a Roma per il Giubileo degli Adolescenti. “Abbiamo appreso la notizia in treno, mentre arrivavamo a Roma – raccontano – è stata una perdita importante”. Santo subito? “Sarebbe bello”.

Non solo italiani. In piazza anche tanti stranieri. Gli argentini hanno portato anche magliette di calcio, presenti anche dal Venezuela e dalla Colombia. “Era un santo, un grande, deve essere santo per la sua umiltà”, dice Victor.

Xi Jinping: dazi (di Trump) danneggiano l’ordine economico mondiale

Roma, 23 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha attaccato oggi, ricevendo nella Grande Sala del Popolo a Pechino il presidente azero Ilham Aliyev, la politica aggressiva di dazi del presidente Usa Donald Trump, accusandola di danneggiare “il sistema multilaterale e l’ordine economico mondiale”. Lo affermano i media cinesi.

Nel suo intervento, durante l’incopntro Xi ha “criticato le guerre commerciali e i dazi, affermando che danneggiano il commercio multilaterale, indeboliscono il sistema basato sull’Organizzazione delle nazioni unite e il diritto internazionale, oltre a destabilizzare l’ordine economico mondiale”. Ha inoltre espresso “la ferma determinazione della Cina a tutelare i propri legittimi interessi e, insieme all’Azerbaigian, a difendere l’equità e la giustizia a livello globale”.

Dai resoconti dei media cinesi, Xi pare non aver direttamente citato Trump o gli Stati uniti, mantenendo uno stile di comunicazione che solitamente evita i riferimenti diretti ed espliciti a specifici attori politici internazionali.

Le dichiarazioni del leader cinese vengono dopo che Trump ha dichiarato di voler risolvere la contesa sui dazi con Pechino attraverso il suo rapporto personale con Xi. “Mi aspetto che si raggiunga un accordo sui dazi”, ha dichiarato Trump parlando coi giornalisti a Washington. “Il mio rapporto con il presidente Xi è ottimo. Lo è da tempo. Abbiamo un rapporto molto buono. E penso che faremo un accordo con la Cina”, ha continuato. “Se non dovessimo raggiungere un accordo, fisseremo noi i dazi. Semplicemente stabiliremo il livello”.

In memoria di Francesco: la messa di suffragio nel Duomo di Milano.

Il Duomo di Milano ha ospitato ieri una toccante Messa di suffragio per Papa Francesco, presieduta dall’Arcivescovo mons. Mario Delpini. Durante la celebrazione è stato utilizzato il calice che il Pontefice aveva donato alla Diocesi in occasione della sua visita nella città, avvenuta il 25 marzo 2017.

La voce dell’Arcivescovo

Aprendo la celebrazione, mons. Delpini ha voluto esprimere i profondi sentimenti suscitati dalla scomparsa di Papa Francesco, sottolineando: “L`impatto emotivo della morte di Papa Francesco ha suscitato molti discorsi, molte analisi, molte confidenze di esperienze. In questi giorni sono pervenuti a tutti noi parole, immagini e riflessioni. Questa sera – ha continuato l`Arcivescovo – noi non siamo qui per una commemorazione, per una rievocazione della figura e del pontificato di Papa Francesco. Noi siamo qui questa sera a pregare per Papa Francesco, a chiedere alle scritture che verranno proclamate di imparare ad ascoltare, a vivere e a celebrare la Pasqua che Papa Francesco ha celebrato domenica e ha compiuto lunedì”.

Tre nodi di vivere la Pasqua

Ispirato dalle letture del giorno, l’Arcivescovo ha delineato tre modalità attraverso cui i cristiani possono vivere la Pasqua. In primis, ha affermato: “Un cristiano che ha fatto Pasqua è abitato da gioia e da timore: conosce il timore dell`esperienza indicibile di Dio e dell`inadeguatezza delle parole. Dovrebbe darne notizia e si domanda se ne sarà capace”.

In secondo luogo, mons. Delpini ha chiarito che “il cristiano che ha fatto Pasqua insiste, è tenace fino all`ostinazione, si affatica senza risparmio, si consuma fino all`esaurimento delle energie per sostenere nei fratelli e nelle sorelle la speranza che non delude”. Infine, ha notato, “un cristiano che ha fatto Pasqua è fastidioso perché porta un messaggio sconcertante e mette in discussione le consuetudini pigre, la prepotenza dei potenti. Tocca il cuore di quelli che hanno ascoltato la Parola e credono, ma suscita l`ostilità di coloro che non vogliono più sentir parlare di Gesù”.

L’eredità di Papa Francesco

Queste modalità di vivere e annunciare la Pasqua, secondo mons. Delpini, rispecchiano anche il cammino di vita di Papa Francesco: “Che cosa possiamo dire di Papa Francesco? In questi giorni si dice molto, si analizzano gli aspetti complessi del suo ministero da Vescovo di Roma, come servo dei servi nella Chiesa universale, come un uomo che si è fatto voce di coloro che non hanno voce, come un profeta che ha invocato ostinatamente (e a quanto pare inutilmente) la pace. Si può dire molto di Papa Francesco, questa sera però io credo che si possa dire semplicemente così: Papa Francesco è un cristiano che ha fatto Pasqua. Ha sperimentato il timore e la gioia grande e si è dedicato a sostenere la fede e la perseveranza dei fratelli. Ed è stato fastidioso, irritante per la sua parola che, in nome del Vangelo, ha proposto uno stile di vita, una attenzione ai più poveri, un doveroso cammino di conversione. È stato fastidioso, però così sono i cristiani che fanno Pasqua: lieti, timorosi, zelanti e irritanti”.

Le indicazioni per questi giorni di lutto

Al termine della Messa, mons. Delpini ha fornito indicazioni importanti per le parrocchie della Diocesi durante questi giorni di lutto per la perdita del Pontefice. Sul portale della Diocesi sono state pubblicate alcune disposizioni, tra cui l’invito a celebrare, in tutte le chiese e Santuari ambrosiani, una solenne Messa di suffragio per il Pontefice defunto in uno dei giorni dell’Ottava di Pasqua, secondo le modalità ritenute più adeguate da ciascuna comunità. Inoltre, a mezzogiorno di sabato 26 aprile, giorno dei funerali del Papa, le campane di tutte le chiese della Diocesi suoneranno a lutto.

Sfiducia e speranza: l’Italia tra antiparlamentarismo e democrazia

In Italia, la sfiducia verso le istituzioni rappresentative non è un fenomeno recente, né un’incrinatura passeggera: è una costante che affonda le sue radici nel cuore stesso del processo di costruzione nazionale. Tra storia, letteratura e società, l’antiparlamentarismo ha accompagnato l’evoluzione del Paese come un’ombra persistente, ricomparendo in nuove forme nei momenti di crisi, di trasformazione, o semplicemente di disillusione collettiva.

L’Italia unita nacque con una frattura. Mentre a livello istituzionale si celebrava il compimento del sogno risorgimentale, in ampie aree delle province meridionali il nuovo Stato veniva vissuto come una forza estranea, imposta da élite settentrionali distanti. Un fenomeno complesso come il brigantaggio, in questo scenario, fu interpretato anche come un’espressione di ribellione popolare: resistenza sociale, come suggeriva Molfese, o “rivoluzione mancata”, secondo Gramsci. È in questo contesto che si delinea una prima e profonda sfiducia nei confronti dello Stato centrale, un senso di estraneità che si sedimenterà nel tempo, alimentando una percezione delle istituzioni come entità distanti, quando non ostili.

A cavallo tra Otto e Novecento, il mondo politico italiano finisce sotto la lente acuminata della narrativa. Il cosiddetto “romanzo parlamentare” mette in scena un Parlamento lontano dall’ideale mazziniano: luogo di trasformismo, di corruzione, di ambizioni personali. “I moribondi di Palazzo Carignano” di Petruccelli Della Gattina, “La conquista di Roma” di Matilde Serao, “L’Imperio” di Federico De Roberto, solo per citare alcuni titoli, raccontano una politica opaca, autoreferenziale, incapace di rappresentare i bisogni della collettività. Tutto ciò si consuma in particolare dopo l’approvazione della nuova legge elettorale del 1882, con l’allargamento del suffragio elettorale, con tutte una serie di conseguenze che ne derivano. Questa satira letteraria, pur nell’intento artistico, assume il ruolo di una critica sociale tagliente, contribuendo a formare un immaginario diffuso in cui l’istituzione parlamentare appare inefficace, se non addirittura farsesca, dove emergono i valori del Risorgimento tradito e l’opportunismo della borghesia. “Rosso e nero a Montecitorio: il romanzo parlamentare della nuova Italia (1861-1901)” è un testo curato Carlo A. Madrignani (1980) che rivisita la produzione letteraria di questi intellettuali che, appunto, nei primi decenni dello Stato unitario avevano assunto come terreno di sperimentazione la descrizione dei costumi e delle istituzioni.

Eppure, vi fu un momento nella storia italiana in cui la politica seppe riconquistare autorevolezza. Nel secondo dopoguerra, i partiti non furono soltanto strumenti di potere, ma anche “scuole di democrazia”. La Costituente rappresentò un modello di confronto civile tra culture diverse, mentre le formazioni politiche – dalla DC al PCI – ebbero un ruolo fondamentale nella costruzione di una cittadinanza attiva. Era la politica come “pedagogia pubblica”, in cui la rappresentanza si nutriva del radicamento sociale e del coinvolgimento diffuso.

Ma la diffidenza non scomparve mai del tutto: il movimento dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini diede voce a un sentimento di estraneità nei confronti della “casta” e delle nuove istituzioni repubblicane. Un linguaggio diretto, populista, capace di parlare a un’Italia smarrita e alle prese con cambiamenti radicali. Quel malcontento, solo momentaneamente sopito, avrebbe trovato nuova linfa nei decenni successivi.

Nel XXI secolo, il populismo e il sovranismo hanno rispolverato – con strumenti nuovi – l’antica sfiducia nei confronti delle élite. Il Parlamento torna ad essere rappresentato come il teatro di un potere debole, mentre i leader populisti si pongono come interpreti diretti della volontà del “popolo puro”, contrapposto a una classe dirigente inadeguata. Il sovranismo, a sua volta, rilancia la retorica dell’autodeterminazione contro l’ingerenza delle istituzioni sovranazionali. Ma a cambiare davvero è il terreno comunicativo.

Con l’avvento dei social media, la partecipazione politica ha conosciuto una rivoluzione tanto potente quanto ambigua. Se la televisione del Novecento offriva una comunicazione relativamente centralizzata e moderata – un flusso selezionato, spesso pedagogico – la rete, oggi, ha abbattuto barriere, offrendo a tutti la possibilità di esprimersi. L’infosfera digitale ha accelerato una trasformazione del dibattito pubblico che spesso premia l’emozione sulla riflessione, la polarizzazione sul confronto. Gli algoritmi valorizzano contenuti virali, non necessariamente veritieri o equilibrati. In questo nuovo ecosistema, l’antiparlamentarismo si diffonde con facilità: una narrazione che trova terreno fertile in un pubblico disilluso, frammentato, iperconnesso ma spesso isolato.

L’Italia, nel suo percorso storico, ha conosciuto momenti di crisi ma anche fasi di rinascita democratica. L’attuale sfiducia richiede uno sforzo collettivo: recuperare la dignità del discorso pubblico, investire in educazione civica, riconnettere la politica alla realtà delle persone. Le istituzioni, per tornare a essere credibili, devono farsi prossime: capaci di ascoltare, di spiegare, di decidere. E i cittadini, a loro volta, devono riconoscersi non solo come destinatari ma anche come protagonisti del patto democratico.

In fondo, la storia italiana ci insegna che tra disincanto e ricostruzione, tra frattura e speranza, la democrazia è sempre stata – e può ancora essere – un’opera collettiva.

Sudan, una tragedia colossale ignorata da tutti

È davvero triste constatare come quella che viene definita “comunità internazionale” rimanga sostanzialmente insensibile di fronte a quanto sta accadendo, ormai da due anni, in Sudan.

Non solo l’occidente, tutto concentrato sui due conflitti principali che maggiormente lo coinvolgono e interessano, pure essi lontani da una sospensione anche solo minima, figurarsi da una conclusione. Anzi, con la chiusura della struttura USAid voluta dall’incommentabile Amministrazione Trump è venuta meno la principale fonte di aiuti alla disperata popolazione locale, i cui bambini sono ora privati dei già insufficienti programmi di assistenza alimentare e vaccinale.

Pure l’oriente in senso lato appare distante, e ciò solleva qualche interrogativo, dati gli investimenti – come sempre, interessati – che la Cina sta facendo da anni nel continente africano.

Così, gli unici stati coinvolti nella guerra civile sudanese sono gli Emirati Arabi, l’Egitto, l’Arabia, ma non certo per favorire una tregua. E infatti non hanno firmato la dichiarazione unificata che era stata predisposta dagli organizzatori (Regno Unito, Unione Europea e Unione Africana) della Conferenza di Londra, tenuta lo scorso 15 aprile, che avrebbe voluto aprire uno spiraglio di pacificazione e che invece è sostanzialmente fallita.

Gli Emirati, nonostante le smentite, stanno sostenendo (dietro pagamento in oro, di cui è ricca la regione del Darfur) le RSF, ovvero le Rapid Support Forces del generale Dagalo detto Hemetti, con droni e armamenti vari. Corrono voci inoltre circa un più consistente aiuto militare fornito da Egitto e Arabia all’altro protagonista negativo di questa faida, il generale al-Burhan, comandante l’esercito nazionale ufficiale (Sudanese Armed Forces – SAF).

Come già raccontato anche su questo giornale, la guerra è iniziata due anni fa quando Hemetti non ha acconsentito a inquadrare i suoi paramilitari presso la struttura dell’esercito nazionale. I due generali avevano collaborato alla caduta, nel 2019, del dittatore al-Bashir e poi, nel 2021 con un colpo di stato avevano troncato la difficile transizione verso un governo civile legittimato da libere elezioni, mai tenute. Nessuno dei due pare in grado di sconfiggere l’altro. Per riuscirci, stanno dando luogo a una carneficina fra le più sanguinose, subìta da una popolazione inerme e sopravvivente in condizioni sempre più miserevoli. Fra le varie atrocità, merita segnalare l’accusa (di provenienza USA) alle RSF di genocidio nei confronti della popolazione non araba del Darfur.

Negli ultimi due mesi le vittorie della SAF sui campi di battaglia a Omdurman e Wed Madam nella regione di Khartoum e soprattutto la riconquista della capitale parevano aver dato una svolta al conflitto. Anche in risposta all’annunciata alleanza fra RSF e un altro movimento di guerriglia denominato Splm-N comandato da un certo Abdelaziz al-Hila operante in una regione periferica intorno ai monti Nuba sinora rimasta estranea al conflitto.

Ma le ultime notizie arrivate raccontano di uno scontro assai pesante nella regione occidentale del martoriato paese vinto dalle RSF. La situazione rimane dunque in stallo, sui campi di battaglia.

Tragica, assolutamente tragica invece nelle città e ormai anche nelle campagne: la carestia – che secondo l’ONU colpisce quasi un milione di persone (che si aggiungono a milioni di sfollati e qualche decina di migliaia di morti, una contabilità peraltro difficile da tenere nelle condizioni date) – rischia ora di peggiorare ulteriormente con l’arrivo della siccità estiva, quando la gente comincia ad esaurire le scorte alimentari accumulate con gli ultimi raccolti. Ma al mondo – non solo occidentale – tutto ciò pare proprio non interessare più di tanto.

Mentre la guerra potrebbe estendersi ulteriormente a tutto il territorio sudanese, anche verso est, per il momento risparmiato in quanto controllato più saldamente dalle forze governative, e comincia a far sentire i propri effetti in Sud Sudan, la regione resasi indipendente e fattasi nazione nel 2011. Pochi anni fa, e quindi molto a rischio d’essere risucchiata nel vortice che attanaglia il suo settentrione.

Come ammonì Papa Francesco, che di quella povera terra africana non si era mai dimenticato, all’Angelus di domenica 26 gennaio scorso: “Il conflitto in corso in Sudan, iniziato nell’aprile 2023, sta causando la più grave crisi umanitaria nel mondo, con conseguenze drammatiche anche nel Sud Sudan. Sono vicino alle popolazioni di entrambi i Paesi e le invito alla fraternità, alla solidarietà, ad evitare ogni sorta di violenza e a non lasciarsi strumentalizzare. Rinnovo l’appello alle parti in guerra in Sudan affinché cessino le ostilità e accettino di sedere a un tavolo di negoziati”.

Un tavolo che, per il momento, nessuno vuole predisporre.

Tesla in difficoltà: utili e fatturato in calo nel primo trimestre

Il primo trimestre del 2023 si rivela un periodo difficile per Tesla, con un fatturato di 19,3 miliardi di dollari, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La flessione si accompagna a un crollo degli utili, che sono scesi del 71% a 409 milioni di dollari. Questi risultati evidenziano preoccupanti tendenze nelle vendite dei veicoli elettrici, influenzate da vari fattori, tra cui una gamma di prodotti considerata debole e la crescente reazione dei consumatori nei confronti del coinvolgimento di Elon Musk nella politica statunitense.

Un’analisi delle vendite

Il calo delle vendite è stato significativo: secondo i dati forniti dalla stessa azienda, le consegne sono diminuite del 13% nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo scorso anno, segnando così il peggior trimestre dal 2022. Oltre a ciò, Tesla ha perso il primato di maggiore produttore mondiale di veicoli elettrici a favore del rivale cinese BYD. Le vendite, già sotto pressione, riflettono le sfide che l’azienda deve affrontare in un mercato sempre più competitivo e affollato.

Le aspettative non rispettate

Gli utili netti rettificati hanno mostrato una caduta del 39%, attestandosi a 934 milioni di dollari, ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che avevano preventivato un risultato di circa 1,5 miliardi di dollari. Le notizie non si fermano qui: la rapida discesa del valore delle azioni Tesla sta destando preoccupazione nel settore. Dopo aver toccato il picco a metà dicembre, il prezzo delle azioni si è dimezzato, segnando un significativo cambiamento di direzione.

Fattori di mercato e reazioni

Molti analisti collegano questo declino ai recenti sviluppi politici e ai contraccolpi che hanno avuto ripercussioni sulla reputazione del brand. Il coinvolgimento di Musk nella politica di Donald Trump ha certamente innescato una reazione mista tra i consumatori, con alcuni che hanno rivalutato le loro scelte d’acquisto.

Futuro incerto

La situazione attuale pone interrogativi sul futuro di Tesla in un panorama automobilistico in evoluzione. La strategia dell’azienda dovrà adattarsi per affrontare le sfide emergenti e recuperare la fiducia dei consumatori. Con un mercato altamente competitivo e una base di clienti in mutamento, l’innovazione e l’attenzione alla qualità rimangono fondamentali per il rilancio del marchio e dei suoi prodotti.

Israele costringe i suoi ambasciatori a cancellare i post di condoglianze per Papa Francesco

Roma, 22 apr. (askanews) – Il ministero degli Esteri israeliano ha dato istruzione alle sue ambasciate in tutto il mondo di cancellare dei post di condoglianze pubblicati per la morte di Papa Francesco suscitando una rara indignazione tra gli ambasciatori israeliani, in particolare nei Paesi cattolici. Lo riporta il quotidiano israeliano Ynet.

I tweet, apparsi sugli account ufficiali della piattaforma X di diverse missioni israeliane in tutto il mondo, riportavano diverse varianti del messaggio: “Riposa in pace, Papa Francesco. Che il suo ricordo sia una benedizione”. Nel giro di poche ore, sono stati rimossi.

Il ministero, secondo Ynet, ha emesso una direttiva che intimava a tutte le missioni diplomatiche israeliane di cancellare qualsiasi post relativo alla morte del Papa, senza fornire alcuna spiegazione. Agli ambasciatori è stato successivamente anche intimato di non firmare libri di condoglianze presso le ambasciate vaticane in tutto il mondo.

Alcuni ambasciatori, che hanno espresso la loro frustrazione nei gruppi WhatsApp interni al ministero degli Esteri, hanno avvertito che la decisione potrebbe danneggiare gravemente l’immagine di Israele, in particolare tra le centinaia di milioni di fedeli cattolici in tutto il mondo.

Non è escluso che una tale decisione sia stata dettata dal fatto che Papa Francesco era stato particolarmente esplicito nel criticare le azioni di Israele a Gaza negli ultimi mesi. Anche i media ebraici hanno sottolineato la cancellazione del post del ministero degli Esteri, descrivendo la decisione come dura e sconcertante. Il primo ministro israeliano Nethanyahu non ha espresso una parola di cordoglio per la morte di Papa Francesco, mentre il presidente israeliano Isaac Herzog ha espresso le proprie condoglianza ai cristiani “per la perdita del loro grande padre spirituale, Sua Santità Papa Francesco”, definito “un uomo di profonda fede e sconfinata compassione”, sottolineando che “aveva giustamente riconosciuto grande importanza nel promuovere forti legami con il mondo ebraico e nel promuovere il dialogo interreligioso come via verso una maggiore comprensione e rispetto reciproco. Spero davvero che le sue preghiere per la pace in Medio Oriente e per il ritorno sano e salvo degli ostaggi trovino presto risposta che la sua memoria continui a ispirare atti di gentilezza, unità e speranza”.

Previste oltre 200mila persone per i funerali di Papa Francesco a San Pietro. Le delegazioni estere 170

Roma, 23 apr. (askanews) – Oltre 200mila persone sono attese per i funerali di Papa Francesco in programma sabato a San Pietro. E’ la stima emersa nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, presieduto ieri dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

I funerali si terranno alle ore 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa
Messa esequiale del Romano Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell`Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.

Sono previste in arrivo 170 delegazioni di stati esteri per le esequie di Papa Francesco sabato a Roma. Le forze di sicurezza e dell’ordine si stanno “calibrando” sulla base di quanto avvenuto in occasione dei funerali di Papa Giovanni Paolo II.  La maggior parte delle autorità dovrebbero arrivare a Roma sabato e ripartire nel giorno stesso.

“Abbiamo dato avvio a questo grande lavoro per i profili di sicurezza pubblica di questo evento molto impegnativo perché vede la concomitanza dei funerali del Papa, delle celebrazioni del 25 aprile e degli eventi del Giubileo già calendarizzati che prevedono l’arrivo di decine di migliaia di persone – ha detto il responsabile del Viminale – E’ importante che ci sia uno stretto raccordo tra le forze in campo”. “Ci stiamo calibrando in base a quanto avvenuto in passato, per 170 delegazioni tra capi di Stato e di governo, ci siamo attenuti a questa cornice di massima”. “Per il 25 aprile – ha aggiunto Piantedosi – ci sono manifestazioni che erano già previste e sono state confermate. Non ci sono motivi per preoccuparsi per la cosa in sé, certo è che aggiungono un impegno in più che affronteremo”.

Anche il mondo dell’informazione ha iniziato a confluire da tutto il mondo a Roma per le solenni esequie funebri dopo la morte improvvisa di Papa Francesco, che si concluderanno con la messa funebre di sabato in piazza San Pietro, e per il Conclave che si riunirà poco dopo per l’elezione del nuovo romano pontefice. Hanno già chiesto di potersi accreditare agli eventi oltre 1.500 giornalisti di diverse testate provenienti da tutto il mondo.