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mercoledì, 6 Agosto, 2025
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La forza di un progetto politico resiste a ogni tentativo di delegittimazione

Quando leggo commenti ed opinioni sugli attacchi politici e personali all’attuale governo – cosa del tutto legittima e scontata in un sistema democratico e in qualsiasi fase storica – non possiamo e non dobbiamo dimenticare il “trattamento” che ha subito la Democrazia Cristiana e, con essa, i suoi principali leader e statisti, nella lunga, ricca e feconda esperienza politica e di governo.

Quegli attacchi alla Dc e la diversità rispetto alloggi

Non lo possiamo dimenticare perché la sinistra, che all’epoca individuava nella Dc l’obiettivo politico da abbattere in tutti i modi e con qualsiasi mezzo a disposizione – il Pci, innanzitutto, ma con il Pci tutti i gruppi dell’estremismo della sinistra extraparlamentare – trovava proprio in quel partito una roccaforte democratica e con un progetto politico che non era affatto facile da scalfire.

La sinistra e la prassi della criminalizzazione

Certo, le stagioni politiche scorrono rapidamente e non possiamo tracciare confronti che sarebbero del tutto impropri ed inadeguati. Ma, almeno attorno a un elemento, possiamo indicare un punto fermo. Ieri, come oggi, campeggia nella sinistra l’obiettivo di criminalizzare politicamente l’avversario/nemico politico. È un’antica prassi che rientra a pieno titolo nell’identità della sinistra italiana, seppur nelle sue multiformi e diverse espressioni.

Ma il dato politico, culturale e forse anche etico che separa la violenta contestazione di ieri dai cortei di oggi contro la maggioranza di governo è uno solo, anche se declinabile in più elementi: la Dc era un partito con una spiccata e profonda identità democratica. Aveva una classe dirigente di straordinaria levatura e spessore, al di là della violenta ed aggressiva criminalizzazione che ha dovuto subire dall’intero mondo comunista per quasi 50 anni. È sufficiente citare il “trattamento” riservato a uno su tutti, Carlo Donat-Cattin, per rendersene conto.

 

Un partito radicato, credibile, di governo

La Dc aveva un radicamento sociale e popolare che non poteva essere scalfito dalle parole d’ordine che le venivano scagliate contro in tutte le piazze italiane. Aveva un progetto politico, e di governo, che rifletteva il modo d’essere, le istanze, i bisogni, le attese e le domande di ampi ceti popolari, del ceto medio e di una vasta fascia di “popolo” che la portava ad essere una forza politica popolare, di massa, democratica, interclassista e realmente di governo.

Ed è proprio di fronte a questa considerazione, peraltro oggettiva e facilmente riscontrabile, che si può arrivare alla persin banale conclusione che la contestazione, anche la più violenta, è meno – o per nulla – credibile di fronte alla solidità di un progetto politico. E, ripeto, di governo. La Dc, anche se eravamo in tutt’altra stagione storica, aveva quelle caratteristiche politiche che le impedivano, anche di fronte alle ripetute, reiterate ed insistenti contestazioni politiche – anche e soprattutto violente nelle mille piazze italiane – di essere emarginata, ridicolizzata o sconfitta.

Una lezione che vale per l’oggi

Certo, ci sono stati alti e bassi legati alle singole politiche di quel partito, ma la sua sconfitta non è mai passata attraverso la criminalizzazione politica messa in campo per svariati anni dalla sinistra italiana. Ed ha potuto resistere per quasi 50 anni per questa forza politica intrinseca ed oggettiva.

Ecco perché – e la lezione vale anche per l’oggi e vale, forse, per sempre – quando c’è un partito con una vera e riconosciuta classe dirigente e con un progetto politico credibile e radicato in un segmento di popolo, possibilmente maggioritario, non c’è criminalizzazione politica che possa averla vinta. Ma, morale della favola, quelle caratteristiche politiche occorre averle e possederle e, possibilmente, saperle declinare concretamente e credibilmente.

Genova è pronta a salutare la Vespucci: onore alla Marina Militare

Domani 10 giugno Genova ospiterà, presso Ponte Parodi, la cerimonia per la Giornata della Marina Militare Italiana, ricorrenza che commemora l’impresa di Premuda del 1918, quando i MAS 15 e 21, al comando di Luigi Rizzo, affondarono la corazzata austriaca Santo Stefano. Ma quest’anno la celebrazione avrà un valore aggiunto: coinciderà con l’arrivo e la conclusione del Tour Mondiale 2023-2025 della nave scuola Amerigo Vespucci.

Il ritorno della nave più amata

Dopo due anni di navigazione, 50mila miglia nautiche percorse, il passaggio di Capo Horn (5 aprile 2024) e la visita a 53 porti in 32 Paesi dei cinque continenti, la Vespucci torna in patria. Guidata dal Capitano di Vascello Giuseppe Lai, la nave-simbolo della Marina è stata ambasciatrice dell’Italia nel mondo, portando con sé un messaggio di cultura, bellezza e competenza.

Con le sue linee eleganti e la bandiera tricolore al vento, è riconosciuta ovunque come la nave più bella del mondo, simbolo galleggiante della marineria e dell’identità italiana.

Cerimonia solenne con Mattarella

Alla cerimonia parteciperà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto e da numerose autorità civili e militari. Al suo arrivo, Mattarella riceverà il saluto alla voce e passerà in rassegna lo schieramento navale: saranno presenti le unità Trieste, Vulcano, San Giusto, Morosini, Diciotti, Cavour, Margottini, Chioggia, Tedeschi e il sommergibile Scirè.

Due i momenti spettacolari previsti: il sorvolo delle Frecce Tricolori e quello di una formazione aerea composta da F35B e AV8B dell’Aviazione Navale. Genova sarà dunque il teatro di una giornata di festa, memoria e orgoglio nazionale, in cui la tradizione e il futuro della Marina Militare si daranno idealmente la mano, nel nome dell’Italia e della sua vocazione al mare.

Tennis, Sinner: ho dato tutto, ma non dormirò bene stasera

Roma, 8 giu. (askanews) – “Complimenti a Carlos, un’altra battaglia stupenda e una prestazione eccezionale. Una vittoria meritata. E’ più facile giocare che parlare in questo momento”. Jannik Sinner commenta così, con un sorriso logicamente tirato, la finale persa contro Carlos Alcaraz. “Grazie al mio team di avermi messo nelle condizioni di poter giocare una partita simile, abbiamo dato tutto – continua – Pochi mesi fa avremmo firmato per essere qui, è stato un torneo straordinario, anche se ora è molto difficile questa sconfitta. Grazie a tutti, è un privilegio per noi giocare in questo posto speciale, è comunque un trofeo eccezionale. Non dormirò molto bene stasera, ma va bene così. Ci vediamo nel 2026”

Referendum, alle 19 affluenza è stata al 16,16% (definitivo)

Roma, 8 giu. (askanews) – Alle 19 per i cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza si sono recati alle urne il 16,16% degli aventi diritto, secondo i dati forniti al Viminale dai 61.591 aperti in tutta Italia dalle 7 di stamani. La Regione dove fino alle 19 si è votato di più è stata la Toscana, con un’affluenza al 22,1%. . Quella dove si è votata di meno la Calabria, con una presenza alle urne che si è fermata al 10,1%. I seggi restano aperti stasera fino alle 23. Per riaprire domani dalle 7 alle 15.La consultazione referendaria è annullata se alle urne non partecipa il 50% più uno degli elettori aventi diritto.

Nel dettaglio, l’affluenza registrata alle 19 in 4 quesiti su 5 (reintegro nel posto di lavoro per i licenziati senza giusta causa, limiti alle indennità per i licenziamenti, tutela per contratti a termine e abbreviazione degli anni in Italia per ottenere la cittadinanzai, ha votato il 16,16% degli elettori. Mentre per il quesito sulla responsabilità per gli infortuni sul lavoro l’affluenza è stata leggermente più alta: il 16,17%.

Tor

Sinner ko dopo cinque set e cinque ore, Alcaraz vince anche il Roland Garros

Roma, 8 giu. (askanews) -Sfuma sul più bello il sogno di Jannik Sinner al Roland Garros: in una finale epica trionfa lo spagnolo Carlos Alcaraz, che si impone al super tie-break in rimonta con i parziali di 4-6, 6-7, 6-4, 7-6, 7-6 dopo oltre 5 ore e mezza di spettacolare lotta e annullando anche 3 match point. L’Italia dovrà così attendere per conquistare un titolo Slam che nel singolare maschile manca dal 1976 Una battaglia durata oltre cinque ore e mezza con Sinner che ha avuto anche tre match point sprecati nel quarto. Sinner impeccabile nel primo parziale.

Si decide al decimo gioco: regalo di Carlos che sbaglia una palla agevole per il 15-15, poi gran risposta di Jannik che costringe all’errore il rivale (30-30). Il terzo errore vale set point (30-40): va a segno Sinner. E’ dell’azzurro il 1° set con il punteggio di 6-4 in 63′ di gioco: salito di livello clamorosamente dopo il break subito nel 5° gioco, Jannik ha strappato due volte il servizio allo spagnolo. Nel secondo parziale pazzesco livello di Sinnernel tie-break, vinto 7-4 giocando divinamente. Sale il livello di Sinner nel momento che conta e 2° set vinto dopo oltre un’ora di lotta. Terzo set ad appannaggio di Alcaraz che chiude 6-4. Un dritto fantascientifico di Carlos gli vale tre set point (0-40): subito a segno con la volée lo spagnolo, che torna in partita. Esplode il pubblico, che vuole fortemente una partita. Si gioca da tre ore, Alcaraz ora sembra salito con l’azzurro un po’ in difficoltà dal punto di vista fisico. Sinner potrebbe chiudere al quarto set ma Carlos Alcaraz riapre la partita: vince 7-3 il tie-break per la gioia dello Chatrier giocando un tie-break perfetto (anche 2 ace) e trascina Sinner al quinto dopo avergli annullato anche tre match point consecutivi nel nono game.

Il quinto set è una battaglia con Alcaraz autore di colpi spettacolari e Sinner che si difende anche da un evidente gap fisico. Sinner va sotto di un break al primo gioco. Carlitos sale 0-30. Un errore di stanchezza di Jannik concede due palle break (15-40): alla seconda lo spagnolo va a segno con la palla corta. Forse anche un accenno di crampi per Sinner. Si arriva fino al 5-4 con Alcaraz che serve per il match. L’azzurro sale in cattedra: 0-30.

Il 15-40 vincente con una controsmorzata che ha subito per tutto il match. Dopo 5h4′ tutto pari tra i due combattenti: 5-5 al quinto set. Sinner illude sul 30-0, Alcaraz arriva ai vantaggi ma l’azzurro va 6-5. Alcaraz risponde da par suo: 6-6 e supertiebreak. Alcaraz parte forte: 6-0. Sinner in rottura prolungata fino a cedere il set (10-2 il parziale) e la vittoria

Referendum, alle 19 l’ affluenza media è al 15,6%

Roma, 8 giu. (askanews) – Alle 19 per i cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza si sono recati alle urne il 15,6% degli aventi diritto, secondo i dati forniti dal Viminale relativi a oltre 52 mila seggi su 61.591 aperti in tutta Italia dalle 7. La Regione dove fino alle 19 si è votato di più è stata la Toscana, con un’affluenza di poco superiore al 22%. . Quella dove si è votata di meno la Calabria, con una presenza alle urne che ha lievemente in media superato il 10%. I seggi restano aperti stasera fino alle 23. Per riaprire domani dalle 7 alle 15. La consultazione referendaria è annullata se alle urne non partecipa il 50% più uno degli elettori aventi diritto.

Mediatamente alle 19 per il quesito sul reintegro nel posto di lavoro per i licenzuati senza giusta causa ha votato il 15,7% degli elettori, per i tre quesiti sulla abbreviazione degli anni in Italia per ottenere la cittadinanza, sui limiti alle indennità per i licenziamenti e sulla tutela per contratti a termine il 15,6%, per quello sulla responsabilità sugli infortuni sul lavoro il 15,5%.

Padel, Errani dal Roland Garros al Major di Roma: "Non vedo l’ora"

Roma, 8 giu. (askanews) – Meno di un mese dopo gli Internazionali di tennis, il Foro Italico torna protagonista con il BNL Italy Major Premier Padel, secondo Major stagionale dopo Doha. E alle stelle della ‘pala’ – ricorda una nota – si aggiungerà la due volte campionessa in doppio al Roland Garros Sara Errani, wild card per il main draw femminile. Dopo aver trionfato proprio stamattina in coppia con Jasmine Paolini e aver fatto lo stesso nel misto con Andrea Vavassori, Errani – campionessa anche al Foro Italico con Paolini – giocherà a Roma in coppia con Giulia Dal Pozzo. “Dopo aver conquistato due titoli Slam a Parigi non vedo l’ora di arrivare a Roma, dove proveremo a conquistarne un altro, questa volta nel padel – le sue parole -. Stasera ho il volo e inizierò subito ad allenarmi, cercando di recuperare al meglio le energie”. Le azzurre debutteranno contro Bellver/Rodriguez, con le ex n.1 Sainz e Llaguno potenziali avversarie al secondo turno.

Nel tabellone maschile, al via 48 coppie: Coello/Tapia (n.1) attendono Leygue/Moya o i fratelli Deus; i campioni in carica Chingotto/Galan se la vedranno con i vincitori di Valdes/Collado e una coppia proveniente dalle qualificazioni. Possibile derby italiano tra Cremona/Graziotti e Iacovino/Di Giovanni.

Tra le donne saranno 40 le coppie in gara. Sanchez/Josemaria guidano il seeding e puntano al bis romano dopo il titolo a Buenos Aires. Nella parte bassa, Triay – vincitrice nel 2023 – forma la testa di serie n.2 con Brea. Tra i primi turni, un derby azzurro: Casali/Gallardo contro Marchetti/Las Heras.

Israele minaccia la nave della Freedom Flotilla con gli aiuti (e Greta Thunberg): non arriverete a Gaza

Roma, 8 giu. (askanews) – Il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha minacciato oggi la nave che, con a bordo anche l’attivista Greta Thunberg, sta cercando di raggiungere Gaza, affermando che questa “non raggiungerà” la Striscia. Lo riferisce Haaretz.

“All’antisemita Greta Thunberg e ai suoi amici, io lo dico chiaramente: ‘Tornate indietro, perché voi non raggiungerete Gaza’” ha affermato il ministro israeliano.

La nave “Madleen”, che fa parte della Freedom Flotilla Coalition, è salpata da Catania il primo giugno con un carico di aiuti per rompere il blocco israeliano su Gaza. Katz ha dichiarato di aver dato ordine alle Forze di difesa israeliane d’impedire alla nave di raggiungere la Striscia di Gaza.

Tra i 12 attivisti a bordo si trovano, oltre a Thunberg, l’attivista brasiliano Thiago Avila e Rima Hassan, membro francese-palestinese del Parlamento Europeo.

“Ho ordinato alle IDF d’intervenire affinché la Madleen non arrivi a Gaza”, ha affermato Katz in un comunicato.

“Lo Stato di Israele – ha proseguito – non permetterà a nessuno di violare il blocco navale su Gaza, il cui scopo primario è impedire il trasferimento di armi ad Hamas, un’organizzazione terrorista omicida che detiene i nostri ostaggi e commette crimini di guerra”.

Calcio, Spalletti annuncia: "Gravina mi ha comunicato l’esonero"

Roma, 8 giu. (askanews) – Luciano Spalletti ha annunciato in conferenza stampa alla vigilia di Italia-Moldavia di essere stato esonerato da ct della Nazionale: “Gravina mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico di ct dopo la gara di Reggio Emilia. Risolveremo il contratto. Mi dispiace perché non avevo intenzione di mollare ma mi assumo la responsabilità. Vincere e convincere domani sera sarebbe perfetto per aiutare chi mi sostituirà”. “Ieri sera siamo stati un bel po’ con il presidente. E mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico di ct della Nazionale. Personalmente mi è dispiaciuto, io non avevo nessuna intenzione di mollare. Io sono abituato a fare sempre il mio lavoro, però poi esonero è, per cui devo prenderne atto. Avendo questo buonissimo rapporto con lui, bisogna che prenda atto di tutto, dai risultati alla disponibilità nei miei confronti. Qualche brutto risultato è venuto fuori, io ho provato a servire la patria, senza invidie e gelosie. Cercando di trovare il meglio: fino a domani sera alleno e riscuoto, da dopodomani non più. Certi risultati non sono venuti fuori, io sono convinto di avere a che fare con dei ragazzi forti. Vincere e convincere domani sera sarebbe importante per aprire nel miglior modo possibile il ciclo di chi verrà a sostituirmi. Io ho visto molti calciatori sotto tono, per le loro possibilità”. Prosegue il ct: “Sapevo che c’erano difficoltà e che sarei dovuto diventare un corpo unico con i calciatori ma non ci sono riusciti. L’altra sera siete stati anche troppo gentili per le cose che avete scritto. Potevate dire di peggio. Non sono soddisfatto dei risultati, ho creato problemi al movimento ma ero convinto di poter fare diversamente. Sono deluso di me stesso”.

Tennis, Errani: "Parigi il campo più importante del mondo"

Roma, 8 giu. (askanews) – E’ una Sara Errani visibilmente commossa quella che si rivolge al pubblico di Parigi dopo la vittoria in doppio con Jasmine Paolini al Roland Garros: “Per me è davvero tanto difficile, innanzitutto complimenti alle nostre avversarie – le sue parole – Grazie a tutti per essere qui, per me questo è il campo più importante al mondo, qui ho i miei ricordi più preziosi. Grazie ad Amelie Mauresmo, ci sentiamo sempre a proprio agio nonostante i giorni lontano da casa. Grazie a Jasmine per la sua energia positiva, sono felice di dividere questa gioia con lei. Siamo fortunate ad avere nella nostra vita un team come il nostro. Vincere uno Slam è eccezionale, un grazie anche alla mia famiglia e al tifo che c’è stato qua a Parigi. Vedremo cosa ci proporrà il futuro”. Sara Errani solo qualche giorno fa aveva trionfato a Parigi anche nel doppio misto con Andrea Vavassori.

Tennis, Paolini: "Grazie al pubblico italiano, pazzeschi"

Roma, 8 giu. (askanews) – “Complimenti alle nostre avversarie, hanno giocato un gran torneo. Esprimendosi così faranno altre finali. Un grazie al nostro team, siamo insieme da 20 giorni e ci divertiamo sempre. Grazie ad Amelie Mauresmo e all’organizzazione, giocare qui è stupendo”. Così Jasmine Paolini al termine del match trionfale con il quale ha vinto il torneo di doppio femminile in coppia con Sara Errani. “Grazie al pubblico italiano, siete pazzeschi e grazie per essere qua – continua – Sono felicissima, lo scorso anno avevo perso in finale e stavolta invece ce l’abbiamo fatta. Grazie a Sara, sei una grande campionessa e una persona ancor migliore della giocatrice che sei. Mi hai migliorata, per me sei una leggenda e un’ispirazione”

Colombia, attentato al candidato alla presidenza: Uribe sottoposto a intervento. Arrestato un 15enne

Milano, 8 giu. (askanews) – Miguel Uribe, senatore di 39 anni candidato alle prossime elezioni presidenziali in Colombia, è stato ferito colpi d’arma da fuoco durante in comizio a Bogotà ed è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.

Ieri sera Uribe è stato colpito da colpi d’arma da fuoco durante un comizio a Bogotà. Successivamente, secondo quanto riportato da Bluradio citando fonti vicine alla vicenda, Uribe è stato ricoverato in ospedale in condizioni gravissime. “Ha subito il primo intervento chirurgico. Questi sono momenti e ore cruciali”, ha detto il sindaco di Bogotà, Carlos Fernando Galan ai giornalisti.

Galan ha anche riferito che il presunto autore dell’aggressione è stato arrestato. Il quotidiano Tiempo ha scritto che si tratta di un quindicenne, che si è avvicinato fino a un metro e mezzo dal senatore e ha sparato circa sei volte alla schiena di Uribe. Si stanno cercando anche eventuali complici.

Calcio, Gravina: "Norvegia ko inaccettabile. Spalletti? Non so"

Roma, 8 giu. (askanews) – “Luciano Spalletti è straordinario, un animo nobile che sta cercando in tutti i modi di portare avanti un progetto straordinario: gli attacchi che sta subendo sono immeritati e lo dico con la morte del cuore. E’ la persona più bella che ho incontrato nel calcio. E’ un signore”. Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al festival del calcio a Parma, torna sul crollo azzurro in Norvegia nel primo match di qualificazione mondiale. “. L’ho trovato molto combattivo, ha indossato la sua armatura di chi crede nei valori del calcio, è molto ferito, rappresenta il suo ruolo come un servizio all’Italia. Se lui ha responsabilità, se le ho io non siamo stati bravi a far capire a questi ragazzi l’orgoglio di rappresentare la maglia azzurra. Dobbiamo affrontare i momenti critici alzando la testa e dobbiamo rialzarci subito” continua Gravina. Il presidente federale però non esclude nulla per il futuro: “Con Luciano stiamo parlando e dobbiamo trovare la migliore soluzione per un rilancio che parte da domani sera. Non c’è un appuntamento fissato, c’è un continuo contatto con Luciano, siamo stati insieme fino a tardi, gli scenari sono diversi, lui è molto responsabile e gli faccio i complimenti, rispettiamo il nostro ct, e poi vediamo cosa verrà fuori”. “Lasciare io? Sono convinto e lo sono quasi il 99% degli addetti ai lavori, dei delegati che mi ha dato fiducia solo qualche mese fa: quindi non capisco, non vedo diciamo possibilità di mollare in un momento così delicato” Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina, sempre da Parma. “Alcuni attacchi li ritengo emblema di un immobilismo, sono strumentali e inutili, studiati a mirati” ha aggiunto.

Tennis, Errani-Paolini trionfano al Roland Garros

Roma, 8 giu. (askanews) – Sara Errani e Jasmine Paolini vincono il Roland Garros e conquistano il primo titolo Slam in doppio. 6-4, 2-6, 6-1 il punteggio contro la serba Krunic e la kazaka Danilina. Le azzurre iniziano bene, ma hanno un momento di sbandamento nel secondo set con un doppio break incassato grazie alla potenza dei colpi di Danilina e al gioco a rete di Krunic. Nel momento decisivo però riemergono e dominano l’ultimo parziale. “Complimenti alle nostre avversarie, hanno giocato un gran torneo. Esprimendosi così faranno altre finali. Un grazie al nostro team, siamo insieme da 20 giorni e ci divertiamo sempre. Grazie ad Amelie Mauresmo e all’organizzazione, giocare qui è stupendo”. Così Jasmine Paolini al termine del match trionfale con il quale ha vinto il torneo di doppio femminile in coppia con Sara Errani. “Grazie al pubblico italiano, siete pazzeschi e grazie per essere qua – continua – Sono felicissima, lo scorso anno avevo perso in finale e stavolta invece ce l’abbiamo fatta. Grazie a Sara, sei una grande campionessa e una persona ancor migliore della giocatrice che sei. Mi hai migliorata, per me sei una leggenda e un’ispirazione”. E’ una Sara Errani visibilmente commossa quella che si rivolge al pubblico di Parigi dopo la vittoria in doppio con Jasmine Paolini al Roland Garros: “Per me è davvero tanto difficile, innanzitutto complimenti alle nostre avversarie – le sue parole – Grazie a tutti per essere qui, per me questo è il campo più importante al mondo, qui ho i miei ricordi più preziosi. Grazie ad Amelie Mauresmo, ci sentiamo sempre a proprio agio nonostante i giorni lontano da casa. Grazie a Jasmine per la sua energia positiva, sono felice di dividere questa gioia con lei. Siamo fortunate ad avere nella nostra vita un team come il nostro. Vincere uno Slam è eccezionale, un grazie anche alla mia famiglia e al tifo che c’è stato qua a Parigi. Vedremo cosa ci proporrà il futuro”. Sara Errani solo qualche giorno fa aveva trionfato a Parigi anche nel doppio misto con Andrea Vavassori.

Referendum, alle 12.00 l’affluenza è al 7,3%

Milano, 8 giu. (askanews) – E’ pari al 7,37% l’affluenza al referendum registrata alle 12.00 di domenica 8 giugno. Stando ai dati diffusi sul portale Eligendo del Viminale (con 59.430 sezioni scrutinate su 61.591) le percentuale più alte si sono registrate in Emilia Romagna (10,93%) e Toscana (10,31%), quelle più basse in Sicilia (4,55%) e Calabria (4,41%).

Invece, è pari all”11,88% l’affluenza ai ballottaggi delle elezioni amministrative registrato alle ore
12.00 sul portale Eligendo del Viminale. Una percentuale inferiore rispetto al 14,05% fatto segnare allo stesso orario il 25 maggio scorso in occasione del primo turno.

(foto d’archivio)

Il Papa: aprire vie di conciliazione dovunque c’è guerra

Roma, 8 giu. (askanews) – “Invochiamo dallo Spirito Santo il dono della pace. Anzitutto la pace nei cuori: solo un cuore pacifico può diffondere pace, in famiglia, nella società, nelle relazioni internazionali. Lo Spirito di Cristo risorto apra vie di riconciliazione dovunque c’è guerra; illumini i governanti e dia loro il coraggio di compiere gesti di distensione e di dialogo”. Lo ha detto Papa Leone XIV prima di recitare la preghiera del Regina Caeli al termine della Celebrazione Eucaristica in occasione del Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Nuove Comunità.

Scontri con la polizia a Los Angeles dopo i raid anti-migranti. Trump invia la Guardia nazionale

Roma, 8 giu. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha ordinato a 2.000 membri della Guardia nazionale per sedare le proteste contro la polizia anti-immigrazione (ICE) e il suo raid a Los Angeles. Lo riferisce il New York Times, segnalando che si tratta di un atto raro: il presidente ha aggirato l’autorità del governo dello Stato, il democratico Gavin Newsom, utilizzando una legge solitamente non applicata.

E’ la prima volta dal 1965 che un presidente attiva la Guardia nazionale di uno stato senza una richiesta del governatore di quello stato, secondo Elizabeth Goitein, direttore senior del Liberty and National Security Program presso il Brennan Center for Justice, un’organizzazione indipendente di legge e politica, interpellata dal NYT. L’ultima volta è stata quando il presidente Lyndon B. Johnson inviò truppe in Alabama per proteggere i manifestanti per i diritti civili.

Newsom ha criticato l’azione del presidente. “Questa mossa è volutamente infiammatoria e non farà che aumentare le tensioni”, ha detto Newsom, aggiungendo che “questa è una scelta sbagliata e eroderà la fiducia del pubblico”.

La direttiva di Trump con cui ha mobilitato la Guardia nazionale recita: “La misura in cui le proteste o gli atti di violenza inibiscono direttamente l’esecuzione delle leggi, costituiscono una forma di ribellione contro l’autorità del governo degli Stati Uniti”.

Karoline Leavitt, la portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che Trump ha schierato la Guardia nazionale in risposta alla “folla violenta” che avrebbe attaccato le forze dell’anti-immigrazione.

Venerdì e sabato in California si sono verificate proteste per opporsi alle incursioni dei federali anti-immigrazione sui luoghi di lavoro. Sebbene alcune manifestazioni siano state indisciplinate, le autorità locali della contea di Los Angeles non hanno segnalato di avere bisogno di assistenza federale.

Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha detto in un post su X che il Pentagono sta “mobilitando la Guardia Nazionale IMMEDIATAMENTE”. La direttiva di Trump autorizza inoltre il segretario alla Difesa a “impiegare qualsiasi altro membro delle forze armate regolari, se necessario, per aumentare e sostenere la protezione delle funzioni e delle proprietà federali in qualsiasi numero determinato appropriato a sua discrezione”. Nel post di Hegseth su X, ha detto che i marines in servizio attivo erano “in allerta” a Camp Pendleton, a circa 100 miglia a sud di Los Angeles, e potevano anche essere mobilitati.

Trump oggi, inoltre, ha lodato oggi la Guardia nazionale, che lui ha incaricato di sedare le proteste a Los Angeles contro gli agenti federali anti-immigrazione (ICE), che stanno mettendo in pratica con metodi piuttosto spicci il suo ordine di espulsione di immigrati irregolari. Trump, con un post su Truth Social, ha annunciato che vieterà le maschere nelle proteste.

“Ottimo lavoro della Guardia Nazionale a Los Angeles dopo due giorni di violenza, scontri e disordini. Abbiamo un Governatore incompetente (Newsom) e un Sindaco (Bass) che (…) non sono stati in grado di affrontare il compito” ha scritto Trump. Inoltre, da ora in poi, NON SARÀ PERMESSO INDOSSARE MASCHERINE alle proteste. Cosa avranno da nascondere, e perché??? Di nuovo, grazie alla Guardia Nazionale per il lavoro ben fatto!” ha concluso il presidente.

Gaza, ancora spari sulla folla ai centri di distribuzione del cibo: morti e feriti

Roma, 8 giu. (askanews) – Le autorità palestinesi di Gaza, che è controllata da Hamas, hanno annunciato oggi che cinque palestinesi sono stati uccisi e decine di altri feriti da colpi d’arma da fuoco israeliani nei pressi di siti di distribuzione di aiuti.

Funzionari sanitari hanno riferito che quattro persone sono state uccise e circa 70 ferite da colpi israeliani nei pressi di un centro di aiuti a Rafah, secondo Al Jazeera.

Un’altra fonte medica dell’ospedale Al-Awda ha dichiarato che una persona è stata uccisa e diversi altri feriti da colpi israeliani nei pressi di un centro di distribuzione nel corridoio di Netzarim, nella parte centrale di Gaza.

Ucraina, la Russia allarga il fronte e lancia un’offensiva a Dipropetrovsk

Roma, 8 giu. (askanews) – L’esercito russo ha annunciato oggi di aver lanciato un’offensiva nella regione ucraina di Dnipropetrovsk, confinante con quella di Donetsk. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

“Le unità della 90ma divisione corazzata (à) hanno raggiunto il confine occidentale della Repubblica Popolare di Donetsk e continuano a condurre l’offensiva sul territorio della regione di Dnipropetrovsk”, ha comunicato l’esercito russo su Telegram. Mosca ha inoltre annunciato la conquista di un nuovo piccolo villaggio nella regione di Donetsk, Zarya.

L’avanzata nella regione di Dnipropetrovsk è un fatto inedito e uno smacco per le forze ucraine.

L’attacco avviene mentre Mosca e Kiev si accusano a vicenda di ostacolare uno scambio di prigionieri previsto per questo fine settimana, unico risultato concreto dei colloqui diretti tenuti all’inizio della settimana, a più di tre anni dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022.

Femminicidi, il Papa: è la volontà di dominio che sfocia spesso in violenza

Milano, 8 giu. (askanews) – Lo Spirito Santo “trasforma anche quei pericoli più nascosti che inquinano le nostre relazioni, come i fraintendimenti, i pregiudizi, le strumentalizzazioni. Penso anche – con molto dolore – a quando una relazione viene infestata dalla volontà di dominare sull’altro, un atteggiamento che spesso sfocia nella violenza, come purtroppo dimostrano i numerosi e recenti casi di femminicidio”. Lo ha detto Papa Leone XIV nell’omelia pronunciata in piazza San Pietro nel corso della Messa per la celebrazione della Pentecoste in occasione del Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Comunità.

“Lo Spirito Santo, invece, fa maturare in noi i frutti che ci aiutano a vivere relazioni vere e buone: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé – ha sottolineato ancora il Santo Padre -. In questo modo, lo Spirito allarga le frontiere dei nostri rapporti con gli altri e ci apre alla gioia della fraternità”.

Roma, i corpi una donna e una neonata trovati a Villa Pamphili. Attesa per gli esiti dell’autopsia

Milano, 8 giu. (askanews) – Tragica scoperta a Roma: i cadaveri di una neonata di circa sei mesi e di una donna sono stati ritrovati a Villa Pamphili. Il corpo della piccola era nascosto in un cespuglio, mentre il cadavere della donna era avvolto in un sacco nero.

L’allarme è stato lanciato da alcuni passanti nel tardo pomeriggio di ieri. Sul posto sono intervenuti gli esperti della polizia scientifica, il medico legale e il pm Antonio Verdi, che ha aperto un fascicolo di indagine per far luce sul caso. Sono attesi gli esiti dell’autopsia per accertare le cause della morte e dell’esame del dna per arrivare all’identificazione, mentre si cerca anche tra le perosne scomparse.

Referendum, urne aperte fino a domani alle 15

Roma, 8 giu. (askanews) – Urne aperte da questa mattina alle 7 sino alle 23 e domani dalle ore 7 alle 15. La parola sui referendum, dopo settimane di scontro politico, passa agli elettori. Il voto referendario coincide, dove ci sono, con i ballottaggi delle elezioni amministrative. Al voto possono partecipare i fuori sede per motivi di studio, lavoro o cure mediche, che hanno presentato domanda entro i termini. Gli italiani all’estero hanno già votato per corrispondenza.

Cinque sono i quesiti su cui ci si dovrà esprimere, ‘armati’ di tessera elettorale e documento di identità. I quesiti riguardano ambiti importanti della vita sociale e civile: la disciplina dei licenziamenti illegittimi (scheda verde chiaro), norme sui licenziamenti e relative indennità nelle piccole imprese (arancione), contratti a termine (grigia), sicurezza negli appalti (rosso rubino) e, infine, il quesito sui requisiti per ottenere la cittadinanza (gialla). L’elettore, ricorda il Viminale, potrà esprimere il proprio voto tracciando un segno sul “Si” o sul “No”, accanto al quesito riportato sulla scheda. Chi vota sì chiede di abrogare la norma, chi vota no chiede di mantenerla. Cruciale è il quorum (del 50 per cento più uno degli aventi diritto) senza il raggiungimento del quale l’esito sarà comunque negativo.

Istruzione e povertà culturale: un divario che frena l’Italia

Platone e la centralità del sapere

Nel libro VI delle Leggi (765d-766), Platone affida a un personaggio fittizio, l’Ateniese, una dichiarazione che conserva intatta la sua forza profetica:

«Nel nostro Stato, la carica di gran lunga più importante sarà questa: il ministro dell’istruzione. […] Il primo punto, pertanto, sarà questo: eleggere a quella carica il migliore tra tutti i cittadini».

Un’esortazione che torna d’attualità di fronte ai dati diffusi dall’INVALSI e rielaborati dalla Fondazione Agnelli sui divari di apprendimento presenti nel nostro Paese.

Un sistema diseguale e squilibrato

Secondo la Fondazione Agnelli, il nostro sistema educativo nazionale è tutt’altro che equo. L’Italia è il paese europeo con i più gravi divari territoriali di apprendimento, in particolare nella scuola secondaria di secondo grado.

Nel caso della matematica, il divario tra la macro area Nord-Est e il Sud-Isole raggiunge i 24 punti: come se gli studenti meridionali avessero frequentato due anni di scuola in meno.

Le regioni del Sud mostrano una concentrazione preoccupante di studenti al di sotto del livello 3, soglia minima di competenze adeguate in italiano e matematica.

La Calabria in fondo a tutte le classifiche

Il quadro si fa ancora più grave se si osservano i dati riferiti alla Calabria. Già ultima per reddito pro capite, disoccupazione giovanile, infrastrutture e livelli di assistenza, la Regione è anche fanalino di coda per risultati scolastici.

In italiano, Veneto e Lombardia raggiungono punteggi di 206; la Calabria si ferma a 186. In matematica, il Veneto segna 210, la Calabria solo 181: una distanza di 30 punti che fotografa un’emergenza.

Sul fronte della lettura, il 24% degli adulti calabresi ha letto almeno un libro nell’ultimo anno, contro una media nazionale del 41,4%.

Un paese spaccato sul piano culturale

Il divario tra Nord e Sud non riguarda solo l’economia, ma anche l’accesso alla cultura. Nel Sud e nelle Isole vive circa un terzo della popolazione italiana, ma si vende meno di un quinto dei libri distribuiti nel Paese (19%).

L’indice di povertà culturale si riflette nel basso numero di lettori, nella scarsa diffusione delle biblioteche e in un’offerta formativa penalizzata. È una questione nazionale, non un problema locale.

 

Irto (PD): la cultura come questione politica

In questo scenario, si distingue il richiamo del senatore Nicola Irto, segretario regionale del PD, che ha posto con fermezza il tema della povertà culturale all’attenzione del governo.

Non si tratta di rivendicazioni regionalistiche, ma di assumere l’equità dell’istruzione come condizione essenziale per qualunque seria riforma, inclusa l’autonomia differenziata.

Solo così si potrà onorare davvero l’insegnamento di Platone e restituire all’istruzione la funzione alta di guida della comunità.

 Giappone sotto le 700mila nascite: un allarme che parla anche all’Italia

Nel 2024 il Giappone ha registrato appena 686.061 nascite. È la prima volta, dal 1899, che il numero annuo di nuovi nati scende sotto le 700mila unità. Il calo, pari al 5,7% rispetto al 2023, è arrivato con ben 14 anni d’anticipo rispetto alle previsioni ufficiali. Il National Institute of Population and Social Security Research stimava infatti di toccare questa soglia solo nel 2038.

Non si tratta solo di un dato simbolico: il declino demografico accelera, aggrava la crisi del welfare, svuota le campagne, mette sotto pressione la produttività e alimenta un senso diffuso di incertezza sul futuro.

Meno nascite, più decessi: la popolazione si restringe

A peggiorare il quadro contribuisce il continuo aumento dei decessi. Nel 2024, il Giappone ha contato 1.605.298 morti, il 1,9% in più rispetto all’anno precedente. Il saldo naturale della popolazione, ossia la differenza tra nascite e decessi, ha raggiunto il record negativo di -919.237 unità. Un vuoto demografico che nessun rimbalzo congiunturale può più colmare.

 

Il matrimonio non basta a invertire la rotta

Un lieve segnale positivo è arrivato dal numero dei matrimoni, saliti nel 2024 a 485.063, con un +2,2% sull’anno precedente. Ma anche questo dato, pur in ripresa rispetto alla flessione causata dalla pandemia, resta tra i più bassi del dopoguerra. Per il secondo anno consecutivo i matrimoni sono rimasti sotto quota 500mila.

E lItalia? Un ammonimento da ascoltare

Questi numeri, pur riferiti al Giappone, parlano anche a noi. L’Italia condivide molti tratti con il modello giapponese: un invecchiamento rapido, un calo delle nascite strutturale, un crescente squilibrio tra generazioni. Le politiche annunciate restano timide, frammentate, incapaci di incidere sulle cause profonde del declino demografico.

Serve un cambio di paradigma: non bastano gli incentivi economici, se non si costruisce un contesto favorevole a chi vuole mettere al mondo figli. Le crisi di natalità non si affrontano con spot, ma con scelte lunghe. Prima che anche per noi, come per il Giappone, diventi semplicemente troppo tardi.

Pentecoste, il primo respiro di una Chiesa in cammino

La solennità di Pentecoste, che quest’anno la Chiesa celebra l’8 giugno 2025, rappresenta il culmine del tempo pasquale e la sorgente di ogni rinnovamento cristiano. Sarà anche la prima Pentecoste di Papa Leone XIV, a soli 31 giorni dalla sua elezione.

Una solennità che segna un inizio

Un passaggio che invita a leggere il presente con occhi spirituali. Come se il soffio che inaugurò la missione della Chiesa potesse oggi accompagnare i primi passi di un nuovo ministero petrino.

Pentecoste è un’origine che continua: un invito a lasciarsi sorprendere da ciò che è vivo e in movimento. È la festa di un vento che non si lascia afferrare e di un fuoco che non brucia, ma accende.

Cinquanta giorni dopo la Pasqua ebraica – che ricordava il passaggio del Mar Rosso e la liberazione dalla schiavitù d’Egitto –, Israele celebrava Shavuot, la festa del dono della Legge: dalla liberazione alla rivelazione. Il cristianesimo eredita e trasfigura quella data: a Gerusalemme, cinquanta giorni dopo la Risurrezione, non è più la pietra a custodire l’alleanza, ma il cuore.

La Chiesa nasce nella diversità

Il racconto degli Atti è essenziale ma potente: un fragore, un vento, lingue di fuoco. Uomini impauriti trovano voce. La Chiesa nasce lì, non da un progetto, ma da una presenza. Pietro non parla ai discepoli, ma alla folla. La missione nasce in uscita. Non per uniformare, ma per riconciliare le differenze.

Nel tempo, la Pentecoste ha ispirato simboli: petali rossi caduti dal soffitto, colombe calate dall’alto, tamburi a evocare il vento. Gesti che oggi si sono attenuati, ma che ricordano il desiderio della fede di diventare visibile, concreta, espressa.

Lo stile dello Spirito

Che significato ha questa Pentecoste come prima solennità del pontificato? Non serve caricarla di simbolismi. Ma è naturale, per chi crede, affidare allo Spirito il cammino di chi guida. Non per avere risposte immediate, ma per custodire uno stile: ascolto, verità, apertura.

Non è il Papa a dare senso alla Pentecoste, semmai se ne lascia ispirare. E proprio in questi primi passi, Leone XIV ha indicato la direzione: una “Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”.

Un tempo che può diventare Spirito

Pentecoste non chiude la Pasqua, ma la apre al mondo. È la festa della parola dopo il silenzio, della missione dopo l’attesa. È ciò che rende la Chiesa più di un’istituzione: la fa corpo vivo, in cammino.

In un tempo segnato da incertezze e cambiamenti, Pentecoste invita a non temere ciò che è nuovo, ma a riconoscere che il rinnovamento autentico nasce non dalla rottura, ma dall’ascolto di ciò che unisce.

L’inizio di un pontificato si inserisce in una storia lunga. Può essere l’occasione per rinnovare, senza strappi, la missione di una Chiesa attenta al proprio tempo.

Pentecoste, in fondo, non appartiene solo al calendario liturgico. È ogni stagione in cui qualcosa si apre, si muove, si rigenera. Ogni tempo – se lo si sa leggere – può diventare tempo dello Spirito.

Don Primo Mazzolari, il prete contadino che sfidò il fascismo

«Un prete lungo e tutto ossa, col viso scavato, con gli occhi pallidi sotto la fronte alta a picco come una roccia, senza labbra e senza capelli». Un prete che incanta la gente con i suoi sermoni e che parla come un santo: «Le donne piangono nell’ascoltarlo; gli uomini abbandonano l’osteria per andare in chiesa».

Un ritratto letterario e umano

Questa è la descrizione, sublimata letterariamente, di don Primo Mazzolari che Grazia Deledda tratteggia nel suo romanzo Annalena Bilsini, pubblicato nel 1927 e ambientato a Cicognara, nel Cremonese, paese dove a lungo Mazzolari stesso servì come parroco.

Le parole di Deledda sono ora richiamate dallo storico Giorgio Vecchio nel primo volume di una nuova biografia di Mazzolari (Don Primo Mazzolari. Una biografia, I, 1890-1932, Brescia, Morcelliana, 2025, pagine 288, euro 25), che consente di seguire passo dopo passo i primi quarantadue anni di vita di don Primo: dal 1890, quando nacque a Boschetto, nella campagna padana, da una famiglia contadina, al momento dell’addio alla parrocchia di Cicognara, nel 1932. Quarantadue anni cruciali anche per la storia d’Italia.

 

Gli anni della formazione tra natura, libri e inquietudini

Grazie a una magistrale padronanza degli scritti del prete di Boschetto e del suo imponente lascito archivistico, nonché grazie alla capacità di confrontarsi apertamente con la letteratura critica, Vecchio ci restituisce un ritratto a tutto tondo di Mazzolari, ponendo in evidenza non solo i tratti luminosi della sua figura, ma anche le inquietudini e i tormenti, che lo affannarono fin dalla fanciullezza.

Dall’analisi condotta da Vecchio, Mazzolari appare come un bambino e poi come un giovane uomo serio e riflessivo, incline più alla lettura che ai giochi e ai divertimenti, con un sincero attaccamento alla terra e ai suoi valori. Al rispetto della natura si accompagna in lui il riconoscimento dell’importanza del lavoro e della fatica: «Sono un prete: ma sotto, senza sforzo, potete scorgervi il contadino. Se mi guardate in faccia, mi riconoscete subito per uno dei vostri; se mi stringete la mano, non v’ingannate».

La prima svolta nell’esistenza di Mazzolari avviene con l’ingresso, a partire dal 1902, nel seminario di Cremona. Qui fa incontri che lo segneranno profondamente: il compagno di studi Annibale Carletti, il vescovo Geremia Bonomelli, molto attento alla questione sociale, e il padre barnabita Pietro Gazzola, emarginato a causa delle accuse di modernismo.

Al di là di questi incontri decisivi e illuminanti, sono — quelli del seminario — anni di solitudine e di insofferenza verso le regole, segnati dal dissidio interiore tra il cuore e la ragione.

Dal fronte alla parrocchia: il seme del pacifismo

Dopo l’ordinazione, nell’agosto 1912, Mazzolari viene assegnato alla parrocchia di Spinadesco, un paesino alla confluenza tra l’Adda e il Po; l’anno successivo viene quindi richiamato come insegnante di lettere nel seminario di Cremona.

In questo periodo Mazzolari si lega a Eligio Cacciaguerra, fondatore della Lega democratica cristiana italiana, e, anche grazie alla sua mediazione, riesce a costruire una fitta rete di amicizie, molte delle quali femminili: da Marianna Montale, sorella di Eugenio, a Sofia Rebuschini, da Antonietta Giacomelli a Carla Cadorna, figlia del generale Luigi, fino a Teresa Mattei. Con loro discute di fede e religiosità, ma anche del ruolo delle donne in una società in piena trasformazione.

I venti di guerra, però, soffiano sempre più impetuosi. Dall’iniziale neutralismo, evidentemente influenzato dal giudizio di Benedetto XV sull’«inutile strage», Mazzolari si sposta nel campo dell’interventismo democratico: il conflitto è da lui considerato un dovere patriottico, un passo necessario per il completamento del processo di unificazione; tutte le rivendicazioni nazionalistiche e imperialistiche sono invece rifiutate.

Sulla base di queste convinzioni, che sono il frutto della sua formazione risorgimentale, decide di arruolarsi. Presto, però, subentra il disincanto, su cui incide sia la tragica morte del fratello minore Giuseppe (“Peppino”), durante la quarta battaglia dell’Isonzo, sia l’esacerbarsi del conflitto. Una violenza che don Primo può osservare direttamente, avendo richiesto di essere inviato al fronte, a seguito dell’esercito italiano.

È qui, nelle trincee, dinanzi ai corpi straziati dei soldati rimasti insepolti, che si forma quel pacifismo destinato ad affermarsi come uno dei tratti essenziali del suo pensiero: «Vogliamo che la libertà regni sovrana tra i popoli grandi e piccoli. Vogliamo che nessuno abusi della forza, sia essa d’armi o di ricchezza. Vogliamo l’amore tra i popoli, non l’odio: la pace nella giustizia, non la guerra», proclama in un’omelia del luglio 1918.

Contro la dittatura, fedele alla coscienza

Alla fine della guerra, diviene parroco di Cicognara. In più occasioni invoca una pace giusta, senza atteggiamenti vendicativi verso gli sconfitti. Netta, poi, è la sua condanna della violenza squadristica dei fascisti: parla di «ribollimenti barbarici» e di paganesimo che avanza, nonché di forza del «bastone».

Quando Mussolini prende il potere, arriva a sostenere che, se non fosse cristiano, si farebbe «carbonaro per ridare alla patria la libertà», come scrive in una lettera nel novembre 1922.

Tra i numerosi atti di ostilità verso il regime vi è anche, tre anni più tardi, il rifiuto di intonare il Te Deum, dopo lo sventato attentato a Mussolini da parte di Tito Zaniboni.

Il momento di maggior attrito si verifica, però, nell’agosto 1931, allorché tre colpi di rivoltella vengono sparati da un gruppo di fascisti locali contro don Primo, che dall’attacco esce illeso e nient’affatto fiaccato nello spirito.

Anche in queste circostanze difficili, Mazzolari rimane fedele a due princìpi che gli derivano da un’attenta rimeditazione del concilio tridentino: la centralità della cura delle anime e la rivendicazione del ruolo del prete nella società.

Don Primo Mazzolari — come mostra lo studio di Giorgio Vecchio, di cui attendiamo ora il secondo volume — diviene così un modello esemplare di rettitudine morale e civile di fronte al giogo della dittatura.

Per gli abbonati all’Osservatore Romano

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2025-06/quo-130/vogliamo-che-nessuno-abusi-della-forza-sia-essa-d-armi-o-di-ric.html

La piazza pro-Gaza di Pd-M5S-Avs: siamo 300mila. "E’ l’Italia che non tace"

Roma, 7 giu. (askanews) – “L’Italia che non tace” si è riunita a Roma sotto il ‘cappello’ della manifestazione organizzata da Pd-M5S-Avs per pretendere lo stop del “massacro a Gaza”. “Siamo oltre 300mila, una folla oceanica”, hanno esultato i leader che si sono scagliati contro le “complicità e le ipocrisie del governo Meloni” che, insieme agli “Stati Uniti di Trump”, sostiene i “crimini di Netanyahu”: “come fanno a dormire la notte?”, l’affondo. Dalla segretaria dem Elly Schlein, il presidente Cinque Stelle Giuseppe Conte e Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e sinistra è arrivato, forte, anche un appello all’unità delle opposizioni, accolto dai presenti con il grido: “unità, unità, unità”.

“Noi restiamo testardamente unitari, anche le ultime amministrative hanno dimostrato che uniti si vince”, dirà Schlein. “A noi piace mescolare le bandiere per una giusta causa”, ha esordito Conte. Due le note finali: quella suonata dalla tromba di Paolo Fresu che incanta con ‘Bella ciao’ e poi i quattro leader, abbracciati, che hanno invitato ad andare “tutti” a “votare” ai referendum.

“Come dice l’Onu, è in corso nell’escalation di Gaza una vera e propria pulizia etnica. Non lo dobbiamo accettare, dobbiamo alzare la nostra voce”, ha affermato Schlein elencando le ragioni della protesta (riconoscimento dello Stato di Palestina, cessate il fuoco immediato, liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, aiuti umanitari per la popolazione palestinese, sanzioni al governo di estrema destra di Israele, embargo totale di armi, la fine delle occupazioni illegali e delle violenze dei coloni in Cisgiordania). “Questa è una piazza unita, inclusiva, aperta”, ha aggiunto.

La parola “genocidio” viene pronunciata più volte da Conte, Fratoianni e Bonelli. “Oggi sono in piazza gli italiani che non accettano il balbettio” di un governo che è una “vergogna nazionale “con la sua complicità. Non si chiama antisemitismo si chiama umanità”, ha detto Conte rivendicando la netta condanna del 7 ottobre.

“Io dico a Matteo Salvini che è andato a Tel Aviv a stringere le mani sporche di sangue di Netanyahu: sei la vergogna di Italia”, ha urlato Bonelli commuovendosi al ricordo di un bimbo di sei anni palestinese mutilato di una gamba. E Fratoianni: “Tante volte ho ascoltato qualcuno che diceva che le emozioni non sono categorie della politica. Non sono d’accordo. Le emozioni sono una straordinaria leva che trasforma il mondo. In questa piazza c’è l’emozione dell’indignazione, un’Italia che non si lascia trascinare nella menzogna da un governo codardo e ipocrita, che è incapace in questi 600 giorni di pronunciare una parola di verità. Un’Italia che ha tenuto la schiena dritta, che ha messo una bandiera palestinese alla finestra, questa Italia restituisce dignità”.

Numerose le bandiere dei tre partiti che hanno messo in campo le loro energie con pullman da tutto il Paese, tante quelle della pace e della Palestina. Tante kefiah al collo. Cartelli e slogan: “Fuori i sionisti dal Pd”, “I bambini devono inseguire i propri sogni non scappare dalle bombe” e “Cari giornalisti, non è una guerra ma un genocidio”. Un’immagine ritrae Netanyahu che si bacia con Hitler. Un corteo partecipato, da piazza Vittorio lungo via Emanuele Filiberto con migliaia di persone di tutte le età, diverse associazioni della società civile, l’Anpi, esponenti della comunità palestinese. Folta la pattuglia dei parlamentari dei tre partiti. I dem sono tantissimi (dal governatore De Luca al sindaco di Roma, oltre ai capigruppo Boccia e Braga. Ci sono anche i riformisti, da Lorenzo Guerini a Stefano Bonaccini). Cinquanta i parlamentari M5S più i gruppi territoriali. Schierato quasi al completo Avs.

Sui numeri la Questura di Roma non si è sbilanciata ma ha confermato la partecipazione rilevando la “saturazione degli spazi disponibili” in piazza San Giovanni dove era stato allestito il palco per gli interventi e l’assenza di “criticità sul profilo dell’ordine pubblico”.

Toccanti le testimonianze dal palco del giornalista palestinese Abubaker Abed (“fare il giornalista a Gaza è una sentenza di condanna a morte”, ha detto in un video collegamento raccontando di aver subito minacce dall’esercito israeliano che lo ha accusato di essere un membro di Hamas e costretto a scappare, “benché non abbia mai preso un’arma in mano”) e del giovane israeliano che ha rifiutato il servizio militare Iddo Elam arrivato da Tel Aviv.

Papa: la pace tornerà se non saremo più predatori

Roma, 7 giu. (askanews) – “In un mondo lacerato e senza pace lo Spirito Santo ci educa a camminare insieme. La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini”. Lo ha detto Papa Leone XIV durante la Veglia di Pentecoste in Piazza San Pietro, in occasione del Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Comunità.

“Non più ognuno per sè ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’Enciclica Laudato si'”, ha aggiunto.

Referendum, Malan (FdI): sinistra usa Gaza per propaganda vietata

Roma, 7 giu. (askanews) – “Come avevamo ampiamente sospettato, la manifestazione della sinistra su Gaza era uno strumento per fare campagna sui referendum nel giorno di pausa di riflessione”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.

“L’hanno fatto innanzitutto in modo implicito – dice – attaccando in maniera strumentale e ingiusta il governo italiano, che ha fatto tutto il possibile per giungere a un cessate il fuoco in quella tormentata a terra. L’ha fatto esplicitamente l’ex segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani sfoggiando durante le interviste il cappellino per il Sì, e soprattutto l’hanno fatto i leader al gran completo con l’appello al voto alla fine del comizio”.

“Ciò è innanzitutto palesemente contrario alla legge che vieta nel giorno precedente la consultazione, qualsiasi riunione di propaganda, diretta o indiretta. E rivela la squallida strumentalità di aver scelto proprio la giornata di oggi per manifestare”, conclude Malan.

Pablo Trincia racconta le storie dell’Heritage Lab Italgas

Torino, 7 giu. (askanews) – In occasione di Archivissima, il festival dedicato alla promozione dei patrimoni conservati negli archivi, all’Heritage Lab Italgas di Torino il protagonista Pablo Trincia. Il giornalista e autore televisivo, dopo un’accurata e approfondita ricerca, ha accompagnato il pubblico tra le storie racchiuse nell’Archivio Storico Italgas.

“Il meraviglioso archivio di Italgas nasconde delle vere e proprie piccole perle. Il progetto molto stimolante: si tratta di andare a cercare delle storie dove non penseresti di trovarle: per esempio, in un verbale di un consiglio di amministrazione di centocinquanta anni fa. stato interessante, una bella operazione da cui ho imparato molto”.

Durante il suo intervento, Trincia ha proposto una riflessione sul ruolo degli archivi come strumenti per leggere il presente e come incubatori di futuri possibili.

“Gli archivi sono il mio lavoro: ogni volta che ricostruisco una storia, mi sento un animale da archivio. Sono ci che rendono viva una storia e ti permettono di capire le dinamiche sociali o anche il linguaggio di una determinata epoca. Ma bisogna avere gli occhi per vederli, per guardarli. Non si pu essere superficiali, occorre avere tanta curiosit. Anche perch in un archivio come questo, cos denso di numeri e di dati amministrativi, trovare storie complesso. Ma una bella operazione, molto sfidante”.

Ancora Trincia: “Mi hanno colpito in particolare le storie di due impiegate, una degli anni Trenta e una di fine anni Quaranta, perch ci ho visto umanit, sofferenza, speranza. Sono due storie che ho intercettato in pochissime righe, ma quelle persone mi davvero sembrato di vederle”.

Italgas, societ leader in Europa nella distribuzione del gas, celebra cos il valore di Heritage Lab, luogo di incontro fisico e virtuale e laboratorio di digitalizzazione che permette all’azienda di perpetuare il grande patrimonio storico del suo archivio e di condividerlo con la comunit e il territorio.

Migliaia al corteo per Gaza: qui l’Italia che non tace. Stop massacro

Roma, 7 giu. (askanews) – Migliaia di persone, oltre 300mila secondo gli organizzatori, alla manifestazione per Gaza a Roma promossa da Pd, Avs e M5S. Imponente il piano di sicurezza messo in campo. Un corteo pacifico partito da piazza Vittorio e arrivato in piazza San Giovanni, con gli interventi dei leader delle forze politiche che hanno promosso la mobilitazione, che hanno parlato di una piazza “molto unitaria e inclusiva”, accusando il governo di restare in silenzio davanti all’orrore a Gaza.

Elly Schlein e Giuseppe Conte: “Questa un’altra Italia – ha detto la segretaria del Pd – un’Italia che non tace come fa il governo Meloni, un’Italia che invece vuole la pace”. “Questa la piazza dell’umanit contro uno sterminio sistematico che va avanti da 20 mesi con tanti governi, a partire da quello italiano, che stanno facendo finta di non vedere e ancora oggi balbettano” ha aggiunto Conte.

Fratoianni e Bonelli: “A Roma oggi una enorme manifestazione, un’oceanica risposta di popolo”. “Siamo qui in piazza perch vogliamo trasformare l’Italia in un presidio di umanit contro l’orrore di Gaza”.

In piazza, tra grandi bandiere palestinesi, delle forze politiche organizzatrici del corteo e della pace, slogan come “Palestina libera”, striscioni con scritto “Stop al genocidio di Gaza” e “Basta massacro” e dei finti bambini morti avvolti in lenzuola bianche, anche Klaus Davi con una bandiera arcobaleno con la stella di David e una bandiera israeliana.

M.O., Conte: non antisemitismo ma umanità, Italia dica stop a genocidio

Roma, 7 giu. (askanews) – “Questo governo è una vergogna nazionale con la sua complicità: non si chiama antisemitismo si chiama umanità, che va oltre la politica, ci batteremo insieme perchè l’Italia rialzi la testa e insieme all’Ue dica stop al genocidio, Palestina libera”. Così Giuseppe Conte, leader M5s, conclude il suo intervento dal palco della manifestazione per Gaza a piazza San Giovanni respingendo le accuse di antisemitismo per aver difeso i palestinesi.

“L’attacco terroristico del 7 ottobre è stato orribile, manifestammo subito solidarietà alla comunità ebraica per gli ostaggi trattenuti da Hamas, ma feci un chiarimento: attenzione, il diritto alla reazione c’è, però nessuno può riconoscere al governo israeliano il diritto di calpestare il diritto internazionale umanitario, nessuna licenza di uccidere e da allora ci accusano di antisemitismo accusa che noi respingiamo con forza”, ha concluso.

Nazionale di calcio, lunedì la Moldova poi la decisione su Spalletti

Roma, 7 giu. (askanews) – La delusione del ko contro la Norvegia apre dubbi sul futuro di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale italiana di calcio. Fino al match di lunedì contro la Moldova la concentrazione sarà tutta sulla conquista dei primi 3 punti nel girone di qualificazione al Mondiale. Poi si penserà al futuro. Martedì il presidente della Figc Gabriele Gravina incontrerà Luciano Spalletti. Nel caso in cui ci fosse un cambiamento e una seperazione dal Ct Spalletti, i primi nomi sarebbero quelli di Ranieri e Pioli per il ruolo di allenatore della Nazionale.

M.O., Conte: in piazza italiani che non accettano balbettii Meloni

Milano, 7 giu. (askanews) – “Noi non siamo complici. Siamo e saremo sempre dalla parte giusta. Stop genocidio a Gaza!”. Lo scrive sui social il presidente del M5s Giuseppe Conte, che parlando a margine della manifestazione per Gaza spiega: “È la piazza degli italiani che non accettano sia calpestato il diritto umanitario, e che la convenienza politica non possa spingersi come sta facendo il governo a fornire copertura politica e militare alla condotta criminale del governo Netanyahu. Una piazza che condanna l’ipocrisia di un governo che balbetta, ora che il clima internazionale sta cambiando. Ora che sono 16mila i bambini trucidati, diventano inaccettabili? È il balbettio di un goveno complice, e i cittadini dicono non siamo complici, stop al genocidio”.

Ucraina, la proposta di Lula all’ Onu: costituire un gruppo di Paesi mediatori trovare una soluzione

Roma, 7 giu. (askanews) – Il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva ha lanciato oggi un appello alle Nazioni Unite affinché costituiscano un gruppo di Paesi incaricato di cercare una soluzione al conflitto tra Russia e Ucraina. Lo riferisce riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

L’iniziativa, annunciata da Lula durante una conferenza stampa in occasione di una visita in Francia, segue le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che questa settimana ha affermato che il Brasile ha “un ruolo molto importante da svolgere” nella risoluzione del conflitto.

“Le Nazioni unite possono tornare a essere protagoniste in questa vicenda”, ha affermato Lula, definendo il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “una brava persona”. Secondo Lula, il capo dell’Onu dovrebbe “proporre un gruppo di amici” da presentare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e al leader russo Vladimir Putin, affinché possano “parlare con entrambi, ascoltare le loro rispettive verità e poi costruire un’alternativa”. Cioè, Lula propone “la creazione di una commissione composta da paesi che non sono coinvolti nella guerra per dialogare con Zelensky e con Putin”.

Il leader brasiliano ha fatto notare che nessuna delle parti coinvolte “otterrà tutto ciò che vuole, ma entrambe potranno ottenere ciò che è possibile”.

Russia e Ucraina hanno avviato un processo negoziale a Istanbul, in Turchia, con la mediazione di Ankara e degli Stati uniti. Tuttavia, questo processo al momento ha portato solo ad accordi limitati di scambi di prigionieri, ma non a una tregua, come chiede Kiev, o a una regolazione complessiva del conflitto, come vorrebbe Mosca.

Sostenibilit, Caffi (GBC Italia): normativa leva di innovazione

Roma, 7 giu. – Nel percorso verso un ambiente costruito pi sostenibile, GBC Italia ribadisce l’importanza di mantenere saldi i principi guida che stanno alla base di ogni strategia di conversione ecologica: “Decarbonizzazione, circolarit e benessere sono la bussola che orienta ogni progetto verso un reale cambiamento.” A ricordarlo Marco Caffi, Direttore di GBC Italia, ospite della rubrica Road To Forum promossa da GBC Italia per anticipare le storie, i protagonisti e i temi di sostenibilit che troveranno spazio nell’evento Green Building Forum Italia.

Nel settore delle costruzioni, guardare alla sostenibilit significa abbracciare una prospettiva integrata e lungimirante, in grado di coniugare efficacia normativa e innovazione concreta. Marco Caffi, Direttore di GBC Italia, spiega come i tre pilastri strategici – decarbonizzazione, circolarit e benessere – rappresentino il faro operativo che ogni professionista dovrebbe seguire, soprattutto in un contesto regolatorio sempre pi articolato.

“Per noi di GBC Italia imprescindibile far riferimento costante a tre pilastri strategici: la decarbonizzazione dell’ambiente costruito, la circolarit dei materiali e il benessere degli occupanti, sia all’interno degli spazi chiusi, sia in connessione con l’ambiente esterno.”

La proliferazione di regole e direttive pu infatti facilmente disorientare chi opera nel settore. Avere chiari questi punti di riferimento permette invece di tradurre gli obblighi normativi in strumenti concreti per realizzare interventi all’avanguardia e realmente sostenibili, ottenendo al contempo risultati misurabili che diano un apporto concreto al benessere delle persone.

“Quando progettiamo, costruiamo o gestiamo un edificio, partire da questi tre assi significa trasformare la normativa da vincolo in leva di innovazione: cos ogni decisione – dalla scelta dei materiali alle tecniche esecutive – contribuisce a ridurre le emissioni, a ottimizzare l’uso delle risorse e a migliorare la qualit della vita di chi utilizza lo spazio.”

Decarbonizzare l’edilizia, spiega il Direttore, vuol dire intervenire su processi, impianti e soluzioni tecnologiche per abbattere le emissioni legate a produzione e manutenzione degli edifici. Garantire la circolarit significa invece adottare modelli costruttivi che favoriscano il riciclo e il riuso, riducendo al minimo lo spreco di materie prime. Lo sforzo di progettare ambienti confortevoli non finalizzato solo a creare spazi salubri, ma anche e esoprattutto favorire la salute fisica e mentale degli occupanti.

“Solo integrando decarbonizzazione, economia circolare e focus sul comfort possiamo rispondere in modo efficace alle sfide climatiche e sociali. un approccio olistico che coinvolge l’intera filiera: dai progettisti ai fornitori, fino ai gestori degli edifici.”

La visione del Direttore Caffi sar una delle direttrici principali dell’evento Green Building Forum Italia, in programma il 25 ottobre e che metter al centro l’uomo nella catena di valore dell’ambiente costruito. L’evento porter a Milano a professionisti, imprese e istituzioni, dando loro l’opportunit di confrontarsi su strategie condivise e di avviare collaborazioni finalizzate a rendere sostenibile l’intero ciclo di vita degli edifici.

In collaborazione con GBC Italia

M.O., Schlein: governo Italia agisca, basta parole. Fermare massacro

Roma, 7 giu. (askanews) – “Questa è un’Italia che non tace ma che vuole manifestare per la pace, per i diritti di due popoli e due Stati a vedersi riconosciuti e vivere, convivere pacificamente in sicurezza. Quindi è il successo di una manifestazione che da subito è stata convocata da tre forze politiche su una piattaforma molto chiara e molto sentita nella società italiana. La richiesta forte di un cessate il fuoco, di liberare tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi di Hamas, la richiesta di un riconoscimento dello Stato di Palestina”. Lo ha sottolineato la segretaria dem Elly Schlein a margine della manifestazione di Pd, M5S e Avs a Roma per Gaza e il Medio Oriente.

“Del resto – ha proseguito – l’hanno già fatto la Spagna, l’Irlanda, la Norvegia si appresta a farlo anche la Francia. Questa piazza chiede questo, chiede al governo italiano all’Unione Europea e alla comunità internazionale di agire. Non è il tempo delle parole, ma delle azioni concrete e di riuscire a fermare questo massacro e riuscire a fermare il governo di estrema destra di Netanyahu”.

Corteo per Gaza, Bonelli: stop orrori, fermiamo criminale Netanyahu

Roma, 7 giu. (askanews) – “Siamo qui in piazza perch vogliamo trasformare l’Italia in un presidio di umanit contro l’orrore di Gaza e per dire basta all’ipocrisia del governo Meloni che chiude gli occhi davanti a questi orrori, basta accordi militari ed economici, fermiamo il criminale Netanyahu”.

Cos Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, in piazza a Roma al corteo per Gaza organizzato da Pd, M5s e Avs a cui hanno preso parte migliaia di persone.

M.O., Fratoianni: in piazza chi non vuole essere complice genocidio Gaza

Roma, 7 giu. (askanews) – “È una manifestazione oceanica che travolge tutte le accuse strumentali, quelle più infami, come la presunta ambiguità sull’antisemitismo che abbiamo sentito in questi giorni. Travolge l’infamia di queste accuse in un’enorme emozione e l’emozione è una grande leva della politica”. Lo ha sottolineato il leader di Avs Nicola Fratoianni, a margine della manifestazione per Gaza a Roma.

“Oggi in questa piazza – ha proseguito – c’è l’emozione potente dell’indignazione di chi non si rassegna di chi non è disposto a essere complice di fronte al genocidio allo sterminio, alla pulizia etnica, alle catacombe dell’umanità e del diritto internazionale e della democrazia, anche e soprattutto della nostra. Ecco questo dice questa meravigliosa e straordinaria manifestazione”.

Al via a Roma il corteo Pd-M5s-Avs per Gaza

Roma, 7 giu. (askanews) – Al via poco dopo le 14 da piazza Vittorio a Roma, il corteo della manifestazione indetta da Pd, M5s e Avs per Gaza. Dietro allo striscione di apertura “Stop al massacro. Basta complicit”, i leader dei tre partiti: la segretaria dem Elly Schlein, Giuseppe Conte (M5s), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra.

In piazza, le bandiere dei tre partiti che hanno portato a Roma da tutta Italia i loro militanti. Tante le bandiere della Palestina con la scritta “Free Palestine”. Il corteo percorrer via Emanuele Filiberto per raggiungere piazza San Giovanni, allestita con un palco per gli interventi.

Tra i presenti il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia, gli europarlamentari Nicola Zingaretti e Stefano Bonaccini, i senatori Filippo Sensi e Antonio Misiani, il resposnabile Esteri del partito Beppe Provenzano, i deputati Marco Furfaro, Piero de Luca e anche l’ex parlamentare Emanuele Fiano, che ieri era all’iniziativa a Milano al teatro dei Parenti organizzata da Matteo Renzi e Carlo Calenda (l’altra piazza per Gaza dell’opposizione). Per M5s, presenti tra gli altri Roberto Fico e Paola Taverna. Per Avs Nichi Vendola, il presidente dei senatori Beppe de Cristofaro, i deputati Piccolotti, Grimaldi, Zanella, Magni e Mari.

Corteo per Gaza, Fratoianni: diciamo al governo stop complicit

Roma, 7 giu. (askanews) – “Una enorme manifestazione, un’oceanica risposta di popolo, la risposta dell’indignazione, dell’Italia migliore, di chi chiede al governo di non trascinare il nostro Paese nell’infamia della storia”. Cos Nicola Fratoianni di Alleanza verdi e sinistra alla testa del corteo per Gaza partito da piazza Vittorio a Roma, accanto agli altri leader promotori della manifestazione di Pd e M5S.

“Chiediamo – ha aggiunto – il riconoscimento dello Stato Palestinese, sanzioni e sospensione dell’accordo Ue-Israele, il non rinnovo del protocollo militare, occorrono misure concrete per fermare lo sterminio, l’ecatombe davanti ai nostri occhi a Gaza. L’Italia migliore oggi dice a Meloni: basta complicit, ipocrisia e codardia” ha concluso Fratoianni.

Corteo per Gaza, Schlein: enorme risposta popolare di partecipazione

Roma, 7 giu. (askanews) – “Un’enorme risposta di partecipazione oggi a Roma per dire basta al massacro dei palestinesi, ai crimini del governo di estrema destra di Netanyahu, questa un’Italia che non tace come fa il governo Meloni, un’Italia che invece vuole la pace, il cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi, gli aiuti umanitari e il riconoscimento dello Stato di Palestina, una grande risposta popolare, questa l’Italia che vogliamo”.

Cos la segretaria del Pd Elly Schlein in piazza a Roma al corteo per Gaza promosso da Pd, M5s e Avs, con migliaia di persone, accanto agli altri leader alla testa della manifestazione che arriver a piazza San Giovanni.

Corteo per Gaza, Conte: la piazza dell’umanit contro lo sterminio

Roma, 7 giu. (askanews) – “Questa la piazza dell’umanit contro uno sterminio sistematico che va avanti da 20 mesi con tanti governi, a partire da quello italiano, che stanno facendo finta di non vedere e ancora oggi balbettano. Ci sono misure concrete nella nostra mozione unitaria da cui parte questa iniziativa. La presenza di tantissimi oggi il segno che l’opinione pubblica e gli italiani non ci stanno pi: stop a questo sterminio”.

Cos il leader del M5s Giuseppe Conte a Roma alla manifestazione per Gaza promossa con Pd e Avs.

MotoGP, Marquez vince la sprint ad Aragon

Roma, 7 giu. (askanews) – La MotoGP 2025 resta una questione della famiglia Marquez e della Ducati: Marc (team ufficiale) ha vinto la Sprint di Aragon davanti al fratello Alex (Gresini) allungando ancora in classifica generale: ora l’otto volte iridato ha 27 punti di vantaggio sul fratello. Il poker di Borgo Panigale è stato completato dal podio di Fermin Aldeguer (Gresini) e dal quarto posto di Franco Morbidelli (VR46). Male Pecco Bagnaia, che partito quarto in griglia è andato via via scivolando fino a chiudere dodicesimo, tra scarso feeling con la moto e guida imprecisa.

In Colorado da Dante a Leonardo è boom per la cultura italiana

Denver, 7 giu. (askanews) – (di Cristina Giuliano) In Colorado, noto per i suoi magnifici paesaggi di montagne, fiumi e pianure, esiste un vivace mosaico della cultura e della lingua italiana che askanews ha potuto sperimentare sin dal volo Roma-Denver (da un mese inaugurato da United Airlines) dove a bordo numerosi assistenti di volo parlano italiano essendo discendenti con varie origini che spaziano dalla Sicilia alla Sardegna. E una volta a Denver, iconica metropoli americana la cui fondazione risale all’epoca del Vecchio West, la presenza italiana si sente in maniera significativa.

Molte sono le associazioni e confraternite delle quali il giornale “Andiamo!” ( andiamocolorado.com , mensile e punto di riferimento per la comunità italoamericana locale ) parla e racconta oltre a fornire un utile calendario fittissimo delle attività.

Va detto che un’anima neolatina è già nel nome e nel motto dello stato: “Nil Sine Numine”, in latino, ovvero “Nulla senza la Provvidenza” è la frase che appare sul nastro del sigillo dello Stato, con chiara eco virgiliana. E da Virgilio a Dante il passo è breve: “La Società Dante Alighieri di Denver” è una delle numerose associazioni attive, che promuove corsi di lingua e che domenica 13 luglio terrà “un’anteprima esclusiva del futuro Leonardo da Vinci Museum of North America, la cui apertura è prevista a Pueblo, in Colorado, alla fine del 2025. Questo museo, prima e unica istituzione permanente del suo genere negli Usa, nasce dalla collaborazione con il prestigioso Museo Leonardo da Vinci di Firenze e Artisans of Florence. Esporrà autentiche repliche a grandezza naturale delle invenzioni di Leonardo, meticolosamente realizzate da artigiani italiani con materiali fedeli al Rinascimento” fa sapere la stessa Dante Alighieri della “Mile-High City”.

Del museo esiste attualmente un sito ( davincisteam.org ): “Con una sede già assicurata, stiamo lavorando per aprire alla fine del 2025” si conferma. Servirà tra l’altro per arricchire le opportunità educative, offrendo programmi STEAM all’avanguardia per studenti di tutte le età; stimolare l’economia locale, concentrandosi in particolar modo sul turismo da fuori dallo Stato; oltre ad aumentare il profilo culturale di Pueblo sulla scena nazionale e internazionale.

Secondo “The Pueblo Chieftain”, pubblicazione locale, “il museo potrebbe aprire i battenti entro la fine dell’autunno, lungo lo storico Arkansas Riverwalk. Sarà ospitato all’interno dell’ex Pro Bull Riders Sport Performance Center al 310 di Central Main St., e sono previsti anche altri progetti per un caffè all’aperto di 110 metri quadrati”.

“Penso che contribuirà a far conoscere Pueblo”, ha dichiarato il sindaco Heather Graham in un’intervista al “Colorado Sun”. “Diventeremo una meta turistica. Ed è proprio sul lungofiume. È di enorme importanza per la nostra economia qui a Pueblo”. Sempre secondo la pubblicazione è il presidente del Southern Colorado Science Center “Joe Arrigo, l’uomo che diede inizio a tutto”. Arrigo ha creato l’organizzazione no-profit Pueblo STEAM Works e ha riunito un consiglio di cittadini locali appassionati di scienza. L’organizzazione, creata il 21 febbraio 2023, cambiò nome in Southern Colorado Science Center e ora opera come Leonardo da Vinci Museum of North America, scrive il giornale che documenta fotograficamente anche lo stoccaggio al PuebloPlex – nell’attesa dell’apertura – di alcune opere che verranno esposte. Il PuebloPlex è un ente locale e il nuovo nome dato alle unità costruite dall’esercito americano nel 1942, che in passato avevano destinazione militare.

Quanto al futuro centro espositivo, che porta il nome del genio universale ed esponente del Rinascimento italiano, sta inoltre lavorando – “a stretto contatto con il prestigioso Museo Leonardo da Vinci di Firenze e con Artisans of Florence” – a un Memo of Understanding (MOU) con la Colorado State University Pueblo (CSU Pueblo). “Una volta finalizzato questo accordo – si aggiunge – il museo rafforzerà ulteriormente i suoi legami con la comunità attraverso l’esposizione di una selezione delle macchine di Leonardo da Vinci nel campus della CSU Pueblo, evidenziando questa innovativa collaborazione; oltre ad offrire agli studenti della CSU Pueblo un’esperienza pratica nella gestione del museo e nell’istruzione STEAM e la collaborazione con il Dipartimento di Scienze dello Sport della CSU Pueblo”.

Contemporaneamente prosegue l’attività della Società Dante Alighieri di Denver che promuove la conoscenza della cultura italiana attraverso lo studio della lingua, della letteratura, della storia, della musica e dell’arte italiana, oltre ad offrire utilissimi corsi di cucina italiana. “Dalla sua fondazione nel 1985, la Società ha assegnato oltre 400.000 dollari in borse di studio accademiche e musicali a numerosi studenti universitari americani nell’area metropolitana di Denver e nel Colorado nord-orientale” si legge. A riprova di quanto si stia facendo per rafforzare le radici di questa comunità, a 8 ore di fuso orario dall’Italia, eppure ancora fortemente legata al nostro Paese.

Si ringrazia per il supporto Brand USA (www.visittheusa.com) e Visit Denver (www.visitdenver.com).

M.O., Conte: piazza dell’umanità contro sterminio sistematico a Gaza

Roma, 7 giu. (askanews) – “Questa è la piazza dell’umanità contro lo sterminio sistematico che va avanti da venti mesi con tanti governi a partire da quello italiano che fanno finta di non vedere o balbettano”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader M5s, alla partenza del corteo della manifestazione per Gaza a Roma.

“Ci sono misure concrete e sono tutte nella nostra mozione unitaria da cui parte questa iniziativa – ha aggiunto – E la presenza di tanti cittadini oggi è il segno che l’opinione pubblica, i cittadini italiani non ci stanno più: stop a questo sterminio”.

Manifestazione per Gaza, Orlando: spero cresca mobilitazione e sdegno

Roma, 7 giu. (askanews) – Da questa manifestazione mi aspetto che “cresca la mobilitazione, lo sdegno e la condanna nei confronti dell’attivit criminale del governo Netanyahu che

ha approfittato del silenzio complice del governo italiano, dell’Europa e degli Usa”. Cos l’europarlamentare ed ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in piazza a Roma alla manifestazione per Gaza in partenza da piazza Vittorio.

“La reazione al 7 ottobre non pu essere un genocidio – ha aggiunto – ora basta. Occorre liberare il popolo di Israele da quest’ondata antisemista; il pi grande nemico del popolo israeliano nel mondo Netanyahu che sta infliggendo una serie di stati d’animo e rabbia nei confronti del popolo ebraico”.

M.O., a Roma il corteo Pd-M5s-Avs per Gaza, leader in piazza

Roma, 7 giu. (askanews) – E’ partito intorno alle 14 il corteo della manifestazione per Gaza, indetta da Pd, M5s e Avs, a Roma. Dietro allo striscione di apertura “Stop al massacro. Basta complicità”, i leader dei tre partiti: la segretaria dem Elly Schlein, il presidente Cinque Stelle Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza verdi e sinistra.

In piazza, le bandiere dei tre partiti che hanno portato a Roma da tutta Italia i loro militanti. Tante le bandiere della Palestina con la scritta “Free Palestine”. Secondo i promotori, al corteo, a cui hanno aderito decine di organizzazioni e associazioni, dovrebbero partecipare almeno 50mila persone. Imponente il piano di sicurezza organizzato dalla Questura della Capitale, chiamato a vigilare sui tanti obiettivi sensibili e a prevenire eventuali blitz violenti delle frange più radicali.

Il corteo si è mosso da piazza Vittorio per raggiungere piazza San Giovanni, allestita con un palco per gli interventi. Una manifestazione a tratti silenziosa e a tratti si sente intonare “Bella ciao”, “Free free Palestine”, “Palestina libera”. E anche “maledetti assassini, non si toccano i bambini”. Tante le bandiere della pace.

Brevi flash mob ai lati del corteo. Giovani palestinesi, Fronte comunista e Udap, collettivo militante, stendono uno striscione rosso: “Basta complicità con il genocidio! Italia fuori dalle guerre!”. A leggere un testo al megafono una giovane italo-palestinese: “Contro il siatema coloniale imperialista dell’entità sionista”, spiega commossa e puntualizzando di non aver aderito alla piattaforma Pd-M5s-Avs.

A Roma la manifestazione per Gaza: “Stop al massacro”

Roma, 7 giu. (askanews) – Uno striscione con scritto “Gaza, Stop al massacro” e i cori “Palestina libera”: migliaia di persone in piazza Vittorio a Roma alla manifestazione pro Palestina organizzata da Pd, Avs e M5S.

Tante le bandiere arcobaleno, oltre a quelle delle forze politiche e palestinesi. Ingente il dispositivo di sicurezza. Il corteo arriver in piazza San Giovanni, percorrendo via

Emanuele Filiberto. Attese 50mila persone.

Manifestazione per Gaza, Ricciardi (M5S): qui contro la disumanit

Roma, 7 giu. (askanews) – “Siamo qui per chi vuole manifestare per l’umanit contro la disumanit, quello che sta accadendo oggi a Gaza uno scempio, una vergogna che la nostra epoca si porter dietro per sempre, la risposta di questa piazza molto importante”.

Cos Riccardo Ricciardi (M5S) in piazza Vittorio a Roma prima della partenza del corteo per Gaza.