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mercoledì, 23 Luglio, 2025
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Dazi, Meloni: per incontro Ue-Trump tempi non sono ancora maturi

Roma, 29 apr. (askanews) – I tempi non sono ancora “maturi” per un incontro sui dazi tra Donald Trump e i vertici dell’Unione europea. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

“Penso – spiega – che man mano che si lavora a livello tecnico per capire i margini di un possibile accordo, si avvicini anche la possibilità di un incontro politico. Non abbiamo mai dato una data. Oggi i tempi non sono ancora maturi. Se Roma può essere la sede giusta perché il nostro Paese viene visto come amico credo che sarà un grande riconoscimento. Ma anche se fosse altrove, a Bruxelles o ovunque, questo sì me lo concedo, qualche merito penso di poter dire che lo avrò avuto comunque”.

Canada, Carney: Trump sta cercando di spezzarci perché vuole la nostra terra, non accadrà mai

Roma, 29 apr. (askanews) – “Il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti, basato su un’integrazione in costante crescita, è finito”. Così il leader del Partito liberale canadese, primo ministro uscente e in pectore Mark Carney, ai suoi sostenitori a Ottawa, nel discorso della vittoria alle elezioni parlamentari di ieri.

“Abbiamo superato lo shock del tradimento americano, ma non dobbiamo mai dimenticare la lezione. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi e prenderci cura gli uni degli altri”, ha spiegato il premier. “Quando mi siederò con Trump, lo farò con la piena consapevolezza di avere molte altre opzioni per costruire la prosperità per tutti i canadesi”.

A questo proposito, Carney ha accennato al rafforzamento delle relazioni con Europa e Asia. “Umiltà significa anche riconoscere che una delle responsabilità del governo è prepararsi al peggio”, ha detto alla folla, ricordando di avere avvertito per mesi sulle intenzioni degli Stati Uniti: l’America “vuole la nostra terra, le nostre risorse, il nostro Paese”.

“Il presidente Trump sta cercando di spezzarci per far sì che l’America possa possederci, questo non accadrà mai”, ha precisato.

Meloni: riavvicinare Ue e Usa, conviene a entrambi

Roma, 29 apr. (askanews) – “L’ho detto a Trump e ai leader: è necessario rinsaldare l’Alleanza atlantica non solo militarmente, è giusto che l’Europa contribuisca in maniera più marcata alla propria sicurezza. E penso che serva riavvicinare Usa e Ue, anche perché nel frattempo altre potenze si stanno facendo avanti per prevalere negli equilibri mondiali, e non credo convenga né all’Europa né agli Usa che accada”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

Con Trump, aggiunge, “non c’è dubbio che i nostri rapporti personali siano molto buoni. Siamo due leader che si rispettano e si capiscono, anche quando non sono completamente d’accordo. Penso che sia nella vocazione dell’Italia lavorare per avvicinare il più possibile le due sponde dell’Atlantico per rafforzare l’Occidente, inteso come civiltà e non come semplice spazio geografico o insieme di interessi. Non sarà facile, perché ci sono punti di vista differenti su alcune questioni, ma nel concreto penso che si possano fare importanti passi in avanti. Sono convinta che un punto di incontro è possibile e necessario”.

Lufthansa migliora conti I trim, perdita operativa scende a 722 mln

Roma, 29 apr. (askanews) – Lufthansa migliora i conti nei primi tre mesi dell’anno, con la perdita operativa che scede da 849 milioni a 722 milioni di euro. Bene i ricavi che aumentano del 10% a 8,1 miliardi di euro.

Sale invece la perdita netta che passa da 734 milioni a 885 milioni di euro. I costi unitari, escluse le spese per carburante ed emissioni, sono aumentati del 3,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente a causa di aumenti generali. I principali fattori di costo sono stati gli aumenti tariffari presso i partner di sistema, come il controllo del traffico aereo (+19%) e gli aeroporti, nonché l’elevato aumento dei costi per i servizi di manutenzione.

Inoltre, spiega la compagnia, la stagione turistica pasquale, solitamente molto favorevole, nel 2024 si è conclusa nel primo trimestre e ha avuto un impatto sull’andamento degli utili. Senza questa stagionalità, le compagnie aeree passeggeri avrebbero migliorato significativamente i propri utili rispetto all’anno precedente.

Il grande blackout, in Spagna oltre il 92% dell’elettricità ripristinata

Roma, 29 apr. (askanews) – La luce è tornata gradualmente nella Penisola Iberica durante la notte, dopo la massiccia interruzione di corrente di ieri. Oltre il 92% della fornitura elettrica nazionale è stata ripristinata nella Spagna continentale entro le 5 del mattino di oggi, ha assicurato l’operatore di rete REE. In Portogallo, secondo il gestore della rete elettrica, circa 6,2 milioni di abitazioni su un totale di 6,5 milioni hanno avuto la corrente elettrica nel cuore della notte.

L’interruzione di corrente, “eccezionale” e di origine sconosciuta, ha causato il caos in tutta la penisola iberica. Metropolitane e treni si sono improvvisamente fermati, gli uffici sono rimasti al buio e i negozi sono stati costretti a chiudere i battenti perché non potevano più ricevere clienti. Anche le comunicazioni sono state ampiamente interrotte per tutta la giornata.

Nelle strade di vari quartieri di Madrid, il ritorno della corrente elettrica è stato spesso accompagnato, la sera, da applausi e grida di gioia da parte dei residenti, dopo una lunga giornata senza elettricità, ma anche, il più delle volte, senza Internet e senza uso di telefoni cellulari.

Canada, i liberali di Carney (l’anti-Trump) vincono le elezioni

Roma, 29 apr. (askanews) – Il Partito Liberale canadese, guidato dal primo ministro Mark Carney, hanno vinto le elezioni federali del Paese, secondo le proiezioni riportate dai media locali, dopo una campagna elettorale segnata da provocazioni e dalle tensioni sui dazi sulle esportazioni imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Le emittenti CTV e CBC hanno entrambe previsto che i Liberali otterranno un numero di seggi sufficiente a formare un quarto governo consecutivo. Tuttavia, con lo scrutinio ancora in corso, CBC News ha affermato che è troppo presto per dire se si tratterà di un governo di minoranza o di maggioranza, per la quale è necessario aggiudicarsi 172 seggi del Parlamento. Al momento, secondo le proiezioni della Cbc, il Partito Liberale si aggiudicherebbe 164 seggi, mentre i conservatori si fermerebbero a 148.

L’ex banchiere centrale Carney ha guidato un’ondata di sentimento anti-Trump da quando ha vinto a valanga la corsa alla leadership del suo partito dopo le dimissioni dell’ex primo ministro Justin Trudeau il mese scorso. Ha mobilitato l’opinione pubblica contro le minacce del presidente degli Stati Uniti di annettere il Paese come “51esimo Stato” e ha fatto della difesa del Canada un punto centrale del suo programma.

L’opposizione conservatrice, guidata dal parlamentare Pierre Poilievre, era data per favorita quando Trudeau annunciò le sue dimissioni a gennaio. Ma i dazi elevati imposti da Trump sul Canada e le minacce alla sua sovranità hanno trasformato radicalmente la corsa.

Francesco, un pontefice che passerà alla storia

Impressionante e incredibile. È stata stimata in circa 400.000 persone la folla che, lungo le strade di Roma, molte facendo il segno della croce, diverse in ginocchio, molte con fiori in mano e tutte applaudendo, ha voluto attendere il passaggio del feretro di Papa Francesco. Forse un respiro di sollievo per quel cattolicesimo domenicale di chiese vuote, di seminari al lumicino, e con chiesette storiche di borghi storici sbarrate.

Durante le esequie e nella sua omelia, pubblicata da questo giornale (che vale la pena di leggere), il cardinale Re ha ricordato che Bergoglio, una volta convinto che “…la Chiesa è una casa per tutti”, esortava sempre alla costruzione di “…ponti e non di muri”. Una chiave di lettura per questo mio appunto.

Anch’io desideravo ricordarlo. Ho però volutamente atteso alcuni giorni e i suoi funerali. Mi era sembrato inopportuno intervenire a ridosso di teologi, filosofi, storici, noti studiosi, validi editorialisti, capi di Stato e politici, cari amici, e quanti altri hanno scritto su Papa Bergoglio: sul significato del suo papato, della sua testimonianza, sulle novità che ha portato a un cattolicesimo in piena crisi, attaccato da una secolarizzazione che non vogliamo vedere e capire. Un cattolicesimo sulla strada di trasferirsi in un monastero isolato di alta montagna, solo per pochi; di essere privatizzato e forse ripiegato soltanto sulla nostra interiorità, la quale non fa mai male, quando però dopo ci spinge a vivere nel mondo, e non a isolarci dal mondo. E avanza un cattolicesimo casalingo, intimistico e personalizzato, di stampo luterano e calvinista, insomma, col Vangelo da leggere ognuno per conto nostro. Un cattolicesimo di predestinati, in costante attesa di essere selezionati con la grazia di Dio e ricompensati, magari con la ricchezza, come ha sostenuto qualche famoso sociologo.

Questo mio appunto è stato però sollecitato anche da una signora che, intervistata da un TG Rai in Piazza San Pietro, ha definito Bergoglio: “un vicino di casa”!

Un’efficace allusione di vicinanza, di prossimità, che nella sua semplicità serve a farlo sentire uno di noi, che nasconde la stessa naturalezza del linguaggio popolare quotidiano, del pettegolezzo fra persone dirimpettaie, con la voglia di origliarci e ascoltarci l’un l’altro. Alla fine, un buon comunicatore popolano che si interessa di tutto. Proprio per queste particolari caratteristiche, ritengo però che non si possano capire sino in fondo il suo magistero, le sue parole e il suo insegnamento scritto e parlato, se non si ricorda che era ed è sempre rimasto un gesuita: “noi non scegliamo mai o Dio o il mondo, ma sempre Dio nel mondo”.

Se eravamo in attesa di un Dio confuso nella complessità della teologia, della filosofia teologica, o della sola spiritualità interiore e solitaria, ci sbagliavamo dunque di grosso!

Come tutti i gesuiti, un amante della povertà innanzitutto. E di quell’uguaglianza della “Lettera ai Galati” su cui, ritenendo superate le categorie francesi di destra e sinistra, anche il filosofo e politologo Norberto Bobbio, da autentico laico, scommetteva tutto: “non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3.28). Ma anche con il compito ignaziano di educare al cristianesimo con umiltà e castità, guardando sempre al futuro, e non al passato del conservatorismo cattolico e dei fondamentalismi in circolazione. Con sincerità e semplicità. Indossando stracci, e girando in missione per il mondo intero senza scarpe, con una scelta di evangelizzazione di prim’ordine. E ci risulta complicato capirlo se rimuoviamo il fatto che la stessa preferenza del nome Francesco, “Poverello di Assisi”, doveva in anticipo suggerirci molte cose su cosa sarebbe stato il suo pontificato.

Metto anche nel conto che i gesuiti e il gesuitismo, con il compito di adattarsi alla storia, ai tempi, ai luoghi delle missioni, alle varie culture antropologiche e ai diversi stili di vita che si incontravano, non sono stati da sempre ben compresi e amati.

Devo allora, con molta onestà, confessare che in questi suoi 12 anni di papato, ho costantemente amato e stimato molto Papa Francesco. Non solo per la voglia di riformare la sua stessa Chiesa, progetto avviato con la rivisitazione di alcuni responsabili interni al Vaticano, la sua fiducia sul dialogo, paradigma del sinodo con i suoi incontri di base locali e di relazioni, conclusa con l’appoggio pieno alla Settimana Sociale di Trieste e alla sua rete, e con i primi timidi tentativi sul ruolo delle donne dentro la Chiesa, e dentro le parrocchie deserte. Ma soprattutto per la sua capacità di leggere i segni dei nostri tempi dalla parte degli ultimi, e di capire e interpretare, alla luce del Vangelo, la storia che viviamo. Mi sono sempre trascinato dietro soprattutto la sua metafora, profetica, a mio avviso, della sola e unica barca dove siamo senza distinzioni imbarcati. Usata ai tempi del Covid, ma il cui significato esulava dal particolare momento critico sanitario globale, e interpellava la stessa inimicizia guerrafondaia crescente fra “sovrane” nazioni e autonome patrie, fra ri-sognati imperi ottocenteschi, e rinnovati capitalismi in mano a quell’1% di tycoon superricchi del mondo, avendo invece da affrontare crescenti sfide comuni che interessano tutti noi, e non un solo continente, un solo stato, una sola parte, o peggio un solo partito.

Si pensi solo al clima, alle migrazioni, all’IA, alla fame e alla povertà, alla CO2, alla robotica, ai ghiacciai che si sciolgono. Ai nuovi lavoratori sostituiti dai robot.

Una unica e sola barca che, tradotta anche nella democrazia politica dei nostri giorni, liberale e sociale, ci dovrebbe fare capire che, avendo da affrontare sfide comuni che interessano tutti, risulterebbe anche inutile e senza senso la frantumazione partitica con le tante barchette sulla scena dell’offerta elettorale, diverse solo per il nome del leader rematore, e per la crescente voglia di essere isolati capi forti, in grado però di fare della politica uno spettacolo permanente. Scaglie e pezzetti spesso offensivi di un autentico ed irrinunciabile pluralismo politico e democratico, in quanto fotocopie di strutturali valori sociali, e di idee politiche portanti e centrali per tutti. Una unica barca dove conviene salire a più gente possibile, per farla navigare sopra un mare in tempesta da tempo. Sul mare di una società fortemente interconnessa, non solo e non tanto a causa di internet, ma perché tutta insieme ormai appoggiata sulla centralità del mercato, inteso come luogo dove si deve solo contrattare per arricchirsi, magari ricorrendo alle guerre teleguidate. Una società sfidata dalle rivoluzioni epocali e dai cambiamenti che accennavo. Non dimenticando mai la “terza guerra mondiale a pezzi”, e mettendo nel conto anche le mutazioni antropologiche e culturali causate dal Web. Vivendo insomma un “…cambiamento di epoca, non soltanto un’epoca di cambiamenti” con le sue “…metamorfosi”.

La sua capacità di comunicare e di fare capire anche le cose più complicate e serie con una semplicità da “curato di campagna”. Il suo sconfinato amore verso quell’uguaglianza su cui, come ho detto, scommetteva anche Norberto Bobbio, l’interesse dimostrato verso i poveri, i carcerati, i clochard, i transgender e “diversi”, verso gli omosessuali, “…anche loro figli di Dio”; la sua recente comparsa in pantaloni, col poncho argentino e la borsetta, sin dentro la Basilica di San Pietro, la sua passeggiata nel negozio dell’ottico, assieme al suo citare quotidianamente la pace, e alle sue critiche al capitalismo e alla proprietà privata come diritto assoluto, che qualche interessato ha stupidamente definito di matrice cattocomunista o da Teologia della liberazione, hanno poi fatto tutto il resto, diventando i segni più nobili e cristiani del suo pontificato francescano, con gli occhi sempre ben aperti, e le orecchie tese sul creato.

La vista lunga di Bergoglio ha toccato anche la cura della democrazia politica. Assieme alla sua crisi ormai denunciata da più parti: “…la democrazia è un tesoro di civiltà che va custodito…abolendo le frontiere” come specifica mons. Ravasi. E con qualche studioso che, com’è noto, parla addirittura di post-democrazia.

Nel capitolo 5° della sua “Fratelli Tutti”: “La migliore politica” (paragrafi 155, 156, 157), le sue acute riflessioni su questa crisi sono chiarissime. Quelle sul liberalismo e sul totalitarismo. Quelle sull’uso diffuso e improprio dei termini “populismi e liberalismi”. Oppure “popolare e populista”, “populismo e populista”. Punti deboli e chiavi di lettura diffusi quotidianamente nella polemica politica dei nostri giorni, che però – come scrive Bergoglio – il “…tentativo di fare sparire dal linguaggio…la nozione di popolo…potrebbe portare a eliminare la parola stessa democrazia intesa come governo del popolo…”.

Mi fermo, ma ritornerò su Papa Francesco sicuramente, perché è stato un Papa il cui insegnamento non va dimenticato. Anche Mattarella, con il suo ripetere spesso che i nostri sono tempi in cui bisogna darsi da fare per costruire e non per ri-costruire, ricordandolo a Genova il giorno della liberazione e citando la “Fratelli Tutti”, ci ha tenuto a sottolineare il suo costante impegno per la pace nel mondo, e le sue costanti esortazioni a “…superare i conflitti anacronistici”. Roba non da poco!

Referendum, un appello all’unità dei riformisti: anche la Cisl faccia la sua parte

Bisogna guardare con attenzione alla scadenza referendaria dell’8 e 9 giugno. Cinque quesiti saranno sottoposti al giudizio degli elettori: quattro riguardano il lavoro, uno la cittadinanza.

I primi propongono di abrogare il contratto a tutele crescenti, limitare l’uso del lavoro a termine e rendere più difficili i licenziamenti per motivi disciplinari; l’ultimo chiede di ridurre da dieci a cinque anni il tempo di residenza per ottenere la cittadinanza italiana.

L’indicazione è chiara: quattro no e un sì. No all’abrogazione delle riforme del lavoro, che pur perfettibili, hanno rappresentato un passo avanti nella modernizzazione delle politiche occupazionali e nella tutela di chi entra oggi nel mercato del lavoro. Sì invece all’accoglienza dei nuovi italiani, riducendo il tempo per ottenere la cittadinanza: un segnale di apertura e di fiducia nel futuro.

Intanto Matteo Renzi, parlando ieri ad Ortona, si è espresso su questa linea di voto, confermando il no ai quesiti sull’abolizione del Jobs Act e il sì alla riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana. Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha manifestato un analogo orientamento. È un fatto positivo: su un terreno tanto delicato occorre superare vecchi steccati ideologici.

La scelta del 4 no e 1 un sì qualifica l’area popolare e riformista, indisponibile all’alleanza con la destra ma gelosa della sua identità democratica e riformatrice, senza quindi subalternità nei confronti del Pd e del M5S.

In questo quadro si misura anche la responsabilità della Cisl. Si può dimenticare che nel 1984 Pierre Carniti non ebbe remore a sostenere l’abolizione del punto unico di contingenza? È storia di riformismo autentico, ovvero di un impegno volto alla modernizzazione del lavoro e alla crescita del Paese.

Ora la Cisl è chiamata a non smarrire questa tradizione. Non può permettersi di inseguire l’intransigenza massimalista della Cgil. Deve ritrovare la forza di schierarsi con chi, in coerenza con i propri valori, difende le riforme che guardano al futuro e sostiene l’integrazione dei nuovi cittadini. Difendere il lavoro moderno e promuovere l’inclusione sociale non sono battaglie contrapposte: sono due aspetti della stessa sfida.

Il referendum può essere l’occasione per rilanciare un progetto politico e sociale riformista, ancorato ai valori del lavoro, della dignità e della solidarietà. Serve farsi sentire, con la chiarezza e il coraggio che i tempi richiedono.

Correnti dc e crisi dei partiti attuali: una eredità democratica scomoda

C’è poco da fare. Al di là e al di fuori di qualsiasi invenzione – sempre legittima e necessaria – non c’è ancora, a tutt’oggi, una reale alternativa democratica alle correnti organizzate all’interno di un partito. E parlo, nello specifico, della storica esperienza delle correnti del partito della Democrazia Cristiana. Una modalità concreta che faceva sempre emergere tre caratteristiche di fondo. Ovvero un partito con una forte e marcata democrazia interna; un partito che riconosceva plasticamente il pluralismo culturale e, in ultimo, un partito che individuava nelle correnti strumenti capaci di rappresentare pezzi di società che poi si confrontavano – democraticamente – all’interno del partito stesso. Insomma, un modello autenticamente democratico alternativo ai partiti personali, distinto dal centralismo democratico di comunista memoria in salsa contemporanea e realmente capace di esaltare la politica attraverso il confronto tra sensibilità culturali e sociali diverse. Un modello – politico ed organizzativo – riconducibile alla cinquantennale esperienza della Democrazia Cristiana. 

Certo, una esperienza attraversata da alti e bassi ma, comunque sia, ispirata ad un chiaro e trasparente modello democratico, partecipativo e collegiale. E, a tutt’oggi, non esistono partiti che rispondono a quel modello e che, soprattutto, siano in grado di garantire sempre e comunque la democrazia interna. Per due ragioni di fondo. O perchè prevalgono i partiti scientificamente ed organicamente personali e del capo – modello Renzi e Italia Viva per capirci – o perché, e al contrario, sono partiti con gruppi, correnti e cordate al proprio interno che, però, prescindono quasi radicalmente dalla politica. Ovvero, non sono affatto rappresentativi di segmenti della società ma sono il prodotto concreto della vocazione di potere di un gruppo di persone che si distinguono dagli altri gruppi interni o in virtù delle tessere o del numero degli eletti in qualche realtà istituzionale o per altre motivazioni non ben definite e su cui è consigliabile il silenzio. Gruppi, correnti e cordate che, quindi, non hanno nulla a che fare con la rappresentanza politica, culturale e sociale di pezzi di società delle ormai storiche correnti democristiane.

Certo, si potrebbe tranquillamente sostenere che quel sistema politico, quei partiti e anche quel modello organizzativo sono consegnati alla storia politica del nostro paese. Osservazione giusta e sacrosanta. Ma il modello democratico all’interno dei partiti non ha una scadenza temporale né appartiene solo ad una precisa fase storica del nostro paese. Detto con altre parole, la democrazia all’interno di un partito o c’è o non c’è. Tertium non datur. E, come già diceva Carlo Donat-Cattin in tempi non sospetti – cioè alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso in un intervento memorabile al convegno della sinistra sociale di Forze Nuove a Saint-Vincent – “quando vuoi sapere cosa pensa un partito della riforma delle istituzioni è appena sufficiente verificare come quel partito pratica la democrazia al suo interno”. Una osservazione che conserva una straordinaria attualità anche nella stagione politica contemporanea. Anzi, soprattutto nella stagione politica attuale.

Ecco perché quando si parla di democrazia interna ai partiti – tassello, oggi, quantomai raro se non addirittura inesistente – il modello politico ed organizzativo della Democrazia Cristiana, attraverso le sue celebri e storiche correnti, resta quello più gettonato, trasparente e credibile. Al di là dello scorrere inesorabile del tempo, del tramonto dei partiti del passato, di quelle classi dirigenti e delle stesse culture politiche di riferimento. Perché al modello democratico e pluralistico, di norma, non c’è mai un’alternativa altrettanto democratica. Se non quella di un modello che, appunto, la nega alla radice o la nasconde dietro ad una parvenza di falso nuovismo o di grottesca e ridicola modernità.

Myanmar, un mese dopo il sisma: emergenza senza tregua

È trascorso un mese dal terremoto che il 28 marzo ha sconvolto il Myanmar con una scossa di magnitudo 7.7. E almeno 42mila persone su un totale di 200mila sfollati vivono tuttora in rifugi temporanei. È la denuncia dell’organizzazione umanitaria Save the Children, che sottolinea anche come le strutture non siano adatte a far fronte alle forti piogge e al caldo estremo. Un campo profughi vicino a Mandalay, una delle aree più colpite, è già stato allagato.

Nonostante la giunta militare birmana abbia dichiarato 3.700 morti e oltre 5mila feriti, il bilancio delle vittime è con ogni probabilità molto più alto. Le agenzie Onu stimano che circa 17 milioni di persone siano in qualche modo state colpite dagli effetti del terremoto, almeno 65mila edifici risultano crollati, mentre l’88% delle strade restano inagibili e nel 44% delle zone colpite i collegamenti internet e l’elettricità non sono ancora stati ristabiliti.

Circa il 72% delle persone che abitano nelle regione di Sagaing e Mandalay, le più colpite dal sisma, non hanno ancora ricevuto nessun tipo di assistenza, ha comunicato l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Negli ultimi 30 giorni, infatti, sono continuati i combattimenti tra la giunta militare e le forze che compongono la resistenza, nonostante le dichiarazioni di cessate il fuoco da entrambe le parti, e diverse squadre di soccorso hanno denunciato le difficoltà nel portare aiuti a causa delle restrizioni imposte dai militari.

Molti sfollati temono di non riuscire a iniziare la ricostruzione delle proprie abitazioni con l’arrivo imminente della stagione delle piogge, che di solito inizia a maggio. Centinaia di scuole, andate distrutte, potrebbero non essere pronte prima della ripresa delle lezioni scolastiche a giugno.

Parecchie persone, soprattutto nei campi profughi, continuano a non avere accesso all’acqua potabile, correndo il rischio della diffusione di malattie come colera, dengue o infezioni cutanee. Anche la malnutrizione tra i più piccoli sta diventando una preoccupazione crescente per le agenzie internazionali: dalle regioni di Mandalay e del Sagaing, le più colpite, proviene un terzo della produzione cerealicola nazionale e quattro quinti di quella di mais.

La situazione è ulteriormente aggravata da centinaia di scosse di assestamento: finora se ne sono verificate 140, che hanno fatto crollare altre strutture e hanno ulteriormente messo alla prova le capacità psicologiche dei birmani e in particolare dei bambini. “Frequenti forti scosse di assestamento continuano a scuotere il Myanmar centrale quasi quotidianamente, aumentando la paura e l’incertezza”, ha scritto l’Ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) in un comunicato.

Anche a Naypyidaw, la capitale, sebbene più distante dall’epicentro, diversi edifici governativi e strutture pubbliche rimangono strutturalmente compromessi, limitando la funzionalità di servizi pubblici fondamentali, al punto che alcuni dipartimenti governativi stanno valutando la possibilità di trasferirsi temporaneamente a Yangon.

Tutte le dichiarazioni di cessate il fuoco, sia da parte dell’esercito birmano che da parte delle milizie etniche che combattono contro il regime, sono state finora tutte disattese. La giunta militare, approfittando della confusione seguita alla catastrofe naturale, non ha mai smesso di bombardare i villaggi nelle aree colpite dal terremoto: secondo l’Alto commissario delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), nei giorni successivi al sisma sono stati condotti 120 attacchi, mentre l’Institute for Strategy and Policy – Myanmar (ISP-Myanmar) contato 160 bombardamenti e 38 scontri armati fino al 9 aprile, di cui, quasi la metà, avvenuti dopo un annuncio di cessazione delle ostilità diffuso il 2 aprile. Anche durante i giorni del capodanno di Thingyan sono state colpite almeno otto municipalità.

 

Per rispondere all’emergenza umanitaria, la Fondazione Pime ha deciso di lanciare una raccolta fondi per il Myanmar. Gli aiuti servono a portare aiuti a quanti sono colpiti dal terremoto attraverso l’ong New Humanity International, da anni attiva nel Paese che attraverso la sua rete locale si è mobilitata in queste ore per le operazioni di soccorso.

Si può donare con causale “S001 Emergenze – Terremoto in Myanmar e Thailandia”:

  • tramite bonifico bancario intestato a Fondazione Pime Onlus
    IBAN IT89M0623001633000015111283
    (si raccomanda di inviare copia dell’avvenuto bonifico via email a uam@pimemilano.com indicando nome, cognome e indirizzo, luogo e data di nascita, codice fiscale)
  • sul conto corrente postale n. 39208202 intestato a Fondazione Pime Onlus via Monte Rosa, 81 – 20149 Milano

in contanti o con assegno presso il Centro Pime di Milano in via Monte Rosa 81 dal lunedì al venerdì (9.00-12.30 e 13.30-17.30)

Calcio, classifica di serie A: il Bologna manca il sorpasso

Roma, 28 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Verona-Cagliari 0-2, Udinese-Bologna 0-0

Venezia-Milan 0-2, Como-Genoa 1-0; Fiorentina-Empoli 2-1, Inter-Roma 0-1; Juventus-Monza 2-0; Napoli-Torino 2-0, Atalanta-Lecce 1-1, Udinese-Bologna 0-0; Verona-Cagliari 0-2, Lazio-Parma.

Classifica: Napoli 74, Inter 71, Atalanta 65, Juventus, Bologna 63, Roma 60, Lazio, Fiorentina 59, Milan 54, Torino 43, Como, Udinese 42, Genoa 39, Cagliari 33, Verona 32, Parma 31, Lecce 27, Empoli, Venezia 25, Monza 15.

Giornata 35. Venerdì 2 maggio, ore 20.45: Torino-Venezia. Sabato 3 maggio, ore 15 Cagliari-Udinese; ore 18 Lecce-Napoli; ore 20.45 Inter-Verona. Domenica 4 maggio, ore 12.30 Empoli-Lazio; ore 15 Monza-Atalanta; ore 18 Roma-Fiorentina; ore 20.45 Bologna-Juventus. Lunedì 5 maggio, ore 20.45 Genoa-Milan.

Calcio, classifica di serie A: il Bologna manca il sorpasso

Roma, 28 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Udinese-Bologna 0-0

Venezia-Milan 0-2, Como-Genoa 1-0; Fiorentina-Empoli 2-1, Inter-Roma 0-1; Juventus-Monza 2-0; Napoli-Torino 2-0, Atalanta-Lecce 1-1, Udinese-Bologna 0-0; ore 20.45 Verona-Cagliari, Lazio-Parma.

Classifica: Napoli 74, Inter 71, Atalanta 65, Juventus 62, Bologna 61, Roma 60, Lazio, Fiorentina 59, Milan 54, Torino 43, Como 42, Udinese 41, Genoa 39, Verona 32, Parma 31, Cagliari 30, Lecce 27, Empoli, Venezia 25, Monza 15.

Giornata 35. Venerdì 2 maggio, ore 20.45: Torino-Venezia. Sabato 3 maggio, ore 15 Cagliari-Udinese; ore 18 Lecce-Napoli; ore 20.45 Inter-Verona. Domenica 4 maggio, ore 12.30 Empoli-Lazio; ore 15 Monza-Atalanta; ore 18 Roma-Fiorentina; ore 20.45 Bologna-Juventus. Lunedì 5 maggio, ore 20.45 Genoa-Milan.

Meloni: la morte di Sergio Ramelli è un pezzo di storia con cui tutti dobbiamo imparare a fare i conti

Roma, 28 apr. (askanews) – “Un mese e mezzo fa, nell’anniversario dell’aggressione il Governo che mi onoro di guidare, in collaborazione con l’Istituto Poligrafico dello Stato e Poste Italiane, ha voluto dedicare un francobollo alla memoria di Sergio Ramelli. È stato per noi molto più che un gesto simbolico. Significa affermare che la sua vicenda, la sua vita e la sua morte, sono un pezzo di storia d’Italia con cui tutti quanti, a destra e a sinistra, dobbiamo imparare a fare i conti”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Melponi in un videomessaggio inviato all’evento di Milano “Le idee hanno bisogno di coraggio” in ricordo di Sergio Ramelli, studente milanese militante del Fronte della Gioventù, a 50 anni dal suo assassinio.

“Significa ricordare – spiega la premier – che la libertà non è mai scontata. Ai nostri figli dobbiamo raccontare che c’è stato un tempo in cui per le proprie idee si poteva essere costretti a cambiare scuola, quartiere, città. Si poteva essere minacciati, insultati, aggrediti. Si poteva persino perdere la vita, uccisi da carnefici che nemmeno ti conoscevano, in una spirale di odio cieco e violenza che si è trascinata per troppi anni. Dobbiamo raccontarlo, non soltanto per ricordare chi ha pagato il prezzo più alto, ma per imparare a riconoscere subito i germi di quell’odio e di quella violenza, per neutralizzarli subito e impedire loro di generare nuove stagioni di dolore, perché insomma non accada mai più”, sottolinea la presidente del Consiglio.

“Ancora oggi, a cinquant’anni dalla morte di Sergio Ramelli, c’è una minoranza rumorosa che crede che l’odio, la sopraffazione e la violenza siano strumenti legittimi attraverso cui affermare le proprie idee. Ai ragazzi che oggi hanno l’età in cui Sergio morì, che hanno spalancata davanti a sé la strada della propria vita, che vogliono dedicarla a ciò in cui credono, voglio dire: non fatevi ingannare da falsi profeti e da cattivi maestri. Coltivate la vostra libertà, non perdete il vostro sorriso, inseguite la bellezza, difendete le vostre idee con forza ma fatelo sempre e soprattutto con amore. Come faceva Sergio”, ha concluso la premier.

Il misterioso blackout, la penisola iberica in ginocchio

Roma, 28 apr. (askanews) – L’intera penisola iberica al buio nel giro di pochi secondi: quanto accaduto alle 12.30 di oggi non ha precedenti in Spagna o in Portogallo per gravità e portata, e soprattutto non ha ancora spiegazioni, mentre la situazione sta tornando lentamente alla normalità.

Le ipotesi in campo sono sostanzialmente due: un cyberattacco o un guasto tecnico, nessuno dei due particolarmente tranquillizzante in quanto il primo caso significherebbe che una rete elettrica nazionale è una struttura vulnerabile mentre il secondo ne sottolineerebbe l’inaffidabilità di fronte a situazioni “naturali inusuali”, come le ha definite il governo portoghese.Secondo Lisbona peraltro il problema si deve appunto a una “fluttuazione atmosferica indotta” con degli sbalzi di temperatura che avrebbero fatto saltare la rete spagnola e, di riflesso, quella portoghese, fortemente interconessa.

Madrid ha espresso maggiore cautela: il premier Pedro Sanchez ha sottolineato in un breve intervento televisivo come “non si abbiano informazioni sulle cause del blackout”: “Non scartiamo alcuna ipotesi ma è meglio non fare speculazioni”, ha avvertito parlando di una “forte oscillazione nel sistema elettrico europeo che ha portato a un’interruzione del flusso nella penisola iberica e nel sud della Francia”.

L’unica certezza sono i forti disagi, specie per quanto riguarda il traffico ferroviario e automobilistico (sono saltati tutti i semafori e le segnalazioni elettroniche del traffico): ovvero né treni né trasporti pubblici locali, e quindi l’impossibilità di raggiungere il luogo di lavoro o gli aeroporti – che hanno sofferto di meno anche se il traffico aereo è stato diminuito per motivi di sicurezza.

Il sistema sanitario e la sicurezza hanno tenuto bene, ha continuato Sanchez: ma va tenuto conto del fatto che la durata del blackout ha permesso che i generatori di emergenza potessero fornire la copertura necessaria senza troppi patemi; se invece delle dieci ore stimate nei casi peggiori l’interruzione fosse durata di più lo scenario sarebbe stato ben peggiore anche per ospedali e altre installazioni critiche.

Nessun problema invece per il trasposto marittimo e per le centrali nucleari; tre Comunità autonome tuttavia hanno chiesto lo stato di emergenza e dunque sarà il governo centrale ad assumere la responsabilità della protezione civile e dell’ordine pubblico: si tratta dell’Andalucia dell’Extremadura e di Madrid, dove a preoccupare le autorità è la possibilità di disordini notturni.

Nel frattempo l’elettricità è tornata in quasi tutte le comunità autonome settentrionali – anche grazie all’assistenza francese – e in parte di quelle meridionali; il trasporto ferroviario a media e lunga distanza tuttavia rimarrà fermo almeno fino alla giornata di domani e per recuperare la piena normalità ci vorranno alcuni giorni.

Serie A, ecco gli orari anticipi e posticipi della 36a giornata

Roma, 28 apr. (askanews) – Il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli ha ufficializzato gli orari degli anticipi e dei posticipi della 36a giornata del massimo campionato. “Siamo spesso costretti ad aspettare per via delle coppe, capiamo sia un problema per i tifosi. Vorremmo darle con il più ampio anticipo possibile e in futuro potremmo indicare delle X per alcune partite, magari indicando 7-8 su 10. All’inizio sarà più difficile, ma cercheremo di dare le informazioni a tutti il prima possibile”.

Sull’eventuale spareggio scudetto ha detto: “Vorremmo porci il problema della data perché vorrebbe dire Inter in finale di Champions e tutti vogliamo che vada in finale. Ordine pubblico impedirebbe eventuale partita a San Siro? Probabilmente sì. Vedremo se dovesse capitare”. Un eventuale spareggio per lo Scudetto tra Napoli ed Inter si giocherebbe comunque prima della finale di Champions League, anche se ci fossero i nerazzurri protagonisti. L’ultimo atto della Champions è in programma il 31 maggio a Monaco di Baviera e considerato che l’ultima giornata di campionato è in programma il 24-25 maggio, l’unica data disponibile sarebbe tra martedì 27 e mercoledì 28 maggio. Questo perché dal 1 giugno, in base al regolamento Fifa, tutti i calciatori dovranno mettersi a disposizione delle loro nazionali per le partite di qualificazione ai Mondiali

Ecco gli orari ufficiali della 36a giornata di Serie A: Venerdì 9 maggio alle 20:45: Milan-Bologna Sabato 10 maggio alle 15: Como-Cagliari Sabato 10 maggio alle 18: Lazio-Juventus Sabato 10 maggio alle 20:45: Parma-Empoli Domenica 11 maggio alle 12:30: Udinese-Monza Domenica 11 maggio alle 15: Hellas Verona-Lecce Domenica 11 maggio alle 18: Torino-Inter Domenica 11 maggio alle 20:45: Napoli-Genoa Lunedì 12 maggio alle 18:30: Venezia-Fiorentina Lunedì 12 maggio alle 20:45: Atalanta-Roma

Blackout in Spagna, preoccupa il rischio disordini. Sanchez: sulle cause non scartiamo alcuna ipotesi

Roma, 28 apr. (askanews) – “Non abbiano informazioni sulle cause del blackout, non scartiamo alcuna ipotesi ma è meglio non fare speculazioni”: lo ha affermato il premier spagnolo Pedro Sanchez nel corso di un breve intervento televisivo. Il premier ha parlato di una “forte oscillazione nel sistema elettrico europeo che ha portato a un’interruzione del flusso nella penisola iberica e nel sud della Francia”, senza fornire ulteriori dettagli.

Sanchez ha reso noto che tre Comunità autonome (regioni) hanno chiesto lo stato di emergenza e dunque sarà il governo centrale ad assumere la responsabilità della protezione civile e dell’ordine pubblico: si tratta dell’Andalucia (dove la situazione sta tornando lentamente alla normalità), dell’Extremadura e di Madrid, dove a preoccupare è la possibilità di disordini notturni.

Il premier ha sottolineato tuttavia che al momento non si sono registrati problemi di sicurezza e che il sistema sanitario sta funzionando regolarmente, così come i trasporti marittimi e aerei (sia pure ridotti), mentre il trasporto ferroviario a media e lunga distanza rimarrà fermo almeno fino alla giornata di domani.

Bce, De Guindos: svantaggio per stablecoin in euro, rivedere Mica

Roma, 28 apr. (askanews) – Nonostante la sua adozione sia piuttosto recente, l’Unione Europea deve prepararsi a rivedere il suo regolamento sulle cripto attività (MIcA). E nel farlo dovrà valutare attentamente quali siano gli sviluppi su queste materie negli Stati Uniti, perché rischia di crearsi uno “squilibrio” competitivo che potrebbe danneggiare eventuali stablecoin basate sull’euro. Questa è la posizione sulla materia della Bce, illustrata dal vicepresidente, Luis de Guindos, durante una audizione al Parlamento europeo.

In Europa ci sta già un ampio uso di carte di pagamenti Usa, “se adesso si crea una spinta supplementare per l’uso di stablecoin basate sul dollaro, penso che (sui sistemi di pagamento) corriamo rischi in termini di autonomia e indipendenza”, ha detto durante la presentazione del rapporto annuale della Bce.

Le stablecoin sono una tipologia particolare di criptoasset, hanno la peculiarità di essere agganciate ad un altro attivo sottostante, come può essere l’oro o il dollaro, tramite ad esempio titolo pubblici denominati in valuta Usa. In questo modo puntano ad ottenere stabilità sul valore, evitando le marcate fluttuazioni e la volatilità tipiche delle criptovalute e diventando così anche un mezzo di pagamento più fruibile.

“La nostra posizione rispetto all’utilizzabilità delle stablecoin in dollari ma basate in Europa è che dobbiamo essere estremamente cauti. Lo abbiamo detto diverse volte. Ora abbiamo una regolamentazione, che è la MIcA e il parere della Bce è che dobbiamo rivederla – ha affermato – perché ci sono alcuni squilibri in termini di tutele dei consumatori, che mancano in altre giurisdizioni rispetto a quelle dell’Europa”.

“E questo potrebbe dare vita a un qualche tipo di squilibrio che andrebbe a discapito dell’Europa. Questo è il motivo per cui ritengo che dobbiamo seguire molto attentamente le regolamentazioni negli Usa. Penso che la nostra raccomandazione sarebbe di cercare di avere in parallelo regole simili in termini di tutele dei consumatori, perché altrimenti – ha detto – non avremmo un terreno di concorrenza paritetico, ma rischieremmo di avere uno svantaggio per le stablecoin basate sull’euro”.

Più in generale, il vicepresidente della Bce ha ribadito che secondo l’istituzione monetaria lo strumento principale per garantire l’autonomia della Ue sui sistemi di pagamento è l’euro digitale, progetto per il cui lancio effettivo l’istituzione monetaria aspetta che lo stesso Parlamento Ue proceda a varare una specifica normativa.

Si assiste qui ad una delle diverse divergenze di scelte tra Stati Uniti ed Europa, posto che su queste tematiche della digitalizzazione della moneta a volte risulta complesso ricostruire le rispettive posizioni. Ad ogni modo, le istituzioni Ue tendono a puntare sull’euro digitale, che sarebbe una valuta digitale della Banca centrale (Cbdc), mentre guardano con diffidenza a tutto l’universo di cripoasset e stablecoin, che sono iniziative del settore privato e in alcuni casi, come il Bitcoin, disegnate appositamente per sfuggire a sistemi di controllo centralizzati.

Negli Usa avviene praticamente l’opposto. Qui è l’eccesso di controllo pubblico, che potrebbe ora essere rafforzato con le Cbdc, a creare repulsione. Tanto che la nuova amministrazione Trump ha vietato alla Federal Reserve, la Banca centrale Usa, di sviluppare un dollaro digitale e di usare le Cbdc. Washington afferma invece di voler diventare il polo globale dei criptoasset e punta a favorire le stablecoin in dollari, anche per sostenere il ruolo internazionale del biglietto verde.

In tutto, poi, viene accentuato dalle sparate mediatiche su cui è particolarmente propenso il presidente Usa, Donald Trump, che innescano quasi sempre girandole di reazioni da questa sponda dell’Atlantico, a Bruxelles e nelle varie cancellerie Ue. (di Roberto Vozzi). (fonte immagine: European Parliament).

25 aprile, La Russa: divisivo per modalità manifestazioni

Roma, 28 apr. (askanews) – “Possibile sìa così difficile comprendere che quando il centrodestra parla di celebrazioni divisive del 25 aprile non si riferisce al valore e al significato pacificamente condiviso della riconquista della democrazia e delle libertà sancite dalla Costituzione, ma delle modalità con cui questa ricorrenza viene vissuta. Le manifestazioni col passare degli anni risultano infatti sempre meno prive di contrasti e incidenti e sempre più caratterizzate da pretese esclusioni e appropriazioni ingiustificate. E tutto questo nonostante gli sforzi meritevoli della più alta carica dello Stato e non solo, di dare al 25 Aprile il ruolo di festa per tutti”. Lo ha scritto su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Salvini: a fine guerra andr con imprese italiane in Ucraina e Russia

Genova, 28 apr. (askanews) – “A me interessa che grazie al nuovo presidente degli Usa si parli di pace, altri parlano di eserciti europei, missili europei, carri armati europei, io non sono fra questi”. Lo ha detto il vice premier e ministro della Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, a margine della visita ad Euroflora a Genova.

E una volta finita la guerra, ha aggiunto, “Conto che presto ci sia un incontro a tre Trump Zelensky e Putin, si mettano d’accordo e finisca la guerra”, “conto di poter accompagnare tante imprese italiane sia in Ucraina per la ricostruzione che in Russia”, ha aggiunto. “Si sono sentiti pochi minuti fa il ministro degli Esteri russo e il segretario di Stato americano quindi la trattativa sta andando avanti, conto che la guerra finisca e spero che a Parigi o Bruxelles nessuno si metta di traverso perch sarebbe drammatico, tornare ad avere canali diplomatici e buoni rapporti con la Russia a guerra finita sar fondamentale”.

Il vicepremier ha poi definito il riarmo Ue “una follia. Le centinaia di miliardi per comprare armi mi sembrano l’ultima delle cose utili e intelligenti da fare. La Lega a favore di investire in sicurezza nazionale, quindi assunzione di forze dell’ordine, uomini e mezzi per difendere l’Italia e gli italiani. Eserciti europei, riarmi europei, debiti comuni europei per comprare carri armati in Germania sono una follia”.

Verso il Conclave, il cardinale Reina: non è tempo di tattiche o rivalse, e non si può tornare indietro

Città del Vaticano, 28 apr. (askanews) – “Gesù il vero pastore della storia che ha bisogno della sua salvezza, conosce il peso che grava su ognuno di noi nel continuare la sua missione, soprattutto mentre ci troveremo a cercare il primo dei suoi pastori sulla terra. Come al tempo dei primi discepoli, ci sono risultati e anche fallimenti, stanchezza e timore. La portata è immensa, e si insinuano le tentazioni che velano l’unica cosa che conta: desiderare, cercare, operare in attesa di ‘un nuovo cielo e di una nuova terra’. E non può essere, questo, il tempo di equlibrismi, tattiche, prudenze, il tempo che asseconda l’istinto di tornare indietro, o peggio, di rivalse e di alleanze di potere, ma serve una disposizione radicale a entrare nel sogno di Dio affidato alle nostre povere mani”. Lo ha detto il cardinale Baldassare Reina, Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma, nell’omelia pronuncia nel corso della messa in suffragio di Francesco, nel III giorno dei Novendiali, che si celebra nella Basilica Vaticana.

“Cercare un pastore, oggi, significa soprattutto cercare una guida che sappia gestire la paura delle perdite di fronte alle esigenze del Vangelo. Cercare un pastore che abbia lo sguardo di Gesù, epifania dell’umanità di Dio in un mondo che ha tratti disumani. Cercare un pastore – ha proseguito Reina – che confermi che dobbiamo camminare insieme, componendo ministeri e carismi: siamo popolo di Dio costituito per annunciare il Vangelo”.

La Chiesa e i fedeli, ha detto ancora, “domandano di essere guidati e sostenuti nella fatica della vita, tra dubbi e contraddizioni, orfani di una parola che orienti tra canti di sirene che lusingano gli istinti di autoredenzione, che spezzi le solitudini, raccolga gli scarti, che non si arrenda alla prepotenza, e abbia il coraggio di non piegare il Vangelo ai tragici compromessi della paura, alla complicità con logiche mondane, ad alleanze cieche e sorde ai segni dello Spirito Santo”.

“Quel gesto estremo, totale, estenuante, del seminatore – ha concluso il card. Reina riferendosi al Vangelo proclamato – mi ha fatto ripensare al giorno di Pasqua di papa Francesco, a quel riversarsi senza risparmio nella benedizione e nell’abbraccio al suo popolo, il giorno prima di morire. Ultimo atto del suo seminare senza risparmio l’annuncio delle misericordie di Dio. Grazie papa Francesco”.

Mediobanca al contrattacco: Ops su Banca Generali e uscita dal Leone

Milano, 28 apr. (askanews) – Ennesimo colpo di scena nel risiko bancario italiano: Mediobanca spariglia ulteriormente le carte e lancia un’offerta pubblica di scambio da 6,3 miliardi di euro su Banca Generali, di cui Generali detiene poco più del 50%, mettendo sul piatto la propria storica partecipazione nel Leone, pari al 13% circa. La combinazione creerà un leader nel risparmio gestito, secondo in Italia per totali attivi (210 mld di TFA) e rete distributiva (3.700 professionisti), con il wealth management che diverrebbe il business prevalente e prioritario del gruppo Mediobanca.

Piazzetta Cuccia alza così le barricate nei confronti di Mps, che ha lanciato un’Ops sulla banca, rendendo più difficile la sua scalata. Ma l’AD, Alberto Nagel preferisce non parlare di una mossa difensiva. “Semmai offensiva – ha detto -, una manovra di crescita, di sviluppo, non fatta per rendere difficile qualcosa agli altri, ma per rendere Mediobanca più bella”. Una sorta di contro-offerta ai propri soci. “Ai nostri azionisti penso che debbano essere proposte delle alternative e che poi stia a loro decidere – ha spiegato -. All’assemblea di giugno dovranno decidere cosa preferiscono, devono decidere se piace più far parte di una banca che è leader nel wealth management e non ha un rischio tassi in discesa, o se preferiscono far parte di un gruppo di una commercial bank di medie dimensioni”. Anche se non ci fosse stata in campo l’Ops di Mps, ha sottolineato Nagel, “avremmo ugualmente fatto questa operazione” su Banca Generali, “che la guardiamo da almeno cinque anni e oggi ci sono le condizioni”. La tempistica rispetto all’offerta del Monte è quindi solo “una coincidenza”. Nagel non si aspetta particolari difficoltà sul fronte dell’eventuale Golden Power. “Non pensiamo”, ha detto, che il Governo possa mettere paletti sull’operazione, “si crea un leader italiano nella gestione del risparmio e la nostra premier aveva proprio evocato questo”.

L’operazione, approvata dal cda di Mediobanca con l’astensione dei due consiglieri espressione di Delfin (holding della famiglia Del Vecchio), potrebbe ridisegnare gli equilibri della finanza italiana, visto che comporta per Piazzetta Cuccia la cessione della storica partecipazione nel Leone, che risale agli Anni ’50, con l’evoluzione del rapporto tra le due società che da finanziario si trasforma in partnership industriale. “Molti ci hanno accusato di essere troppo dipendenti da Generali in passato e questa operazione, industrialmente e finanziariamente valida, è certamente la soluzione a un tema che era sul tavolo, ossia la nostra presenza in Generali”. Gli analisti nei loro report odierni hanno promosso la struttura dell’operazione, cioè scambiare la quota nel Leone con il controllo di Banca Generali, proprio perché sottrarrebbe finalmente Mediobanca alle battaglie per il controllo di Trieste. Tra l’altro, la partecipazione veniva vista da più parti come il vero obiettivo finale dell’Ops di Mps, in particolare dei suoi principali soci Caltagirone e Delfin.

Entrando nel dettaglio, il rapporto di concambio è stato fissato in 1,7 azioni Generali per ogni azione Banca Generali ex dividendo. L’Ops comporta un prezzo implicito di offerta pari a 54,17 euro per azione con un premio pari all’11,4% rispetto ai prezzi “undisturbed” del 25 aprile. L’offerta, che si prevede sarà completata entro ottobre, è condizionata, tra l’altro, all’approvazione dell’assemblea ordinaria di Mediobanca convocata il 16 giugno, essendo la banca sottoposta a passivity rule per l’Ops del Monte, e all’ottenimento di un minimo di accettazione del 50%+1 azione.

Il 29 aprile si celebra la Giornata internazionale della danza

Roma, 28 apr. (askanews) – Il 29 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Danza, istituita dall’UNESCO per valorizzare una delle forme artistiche più antiche, potenti e universali. In questa occasione, vale la pena soffermarsi non solo sulla bellezza estetica del gesto danzato, ma anche sul suo valore educativo, sociale e trasformativo, in particolare per le nuove generazioni.La danza, infatti, è molto più di una disciplina artistica: è un linguaggio del corpo che permette di esplorare emozioni, di comunicare in profondità e di costruire una relazione autentica con sé stessi e con gli altri. È uno spazio simbolico dove trovano voce anche quei vissuti che spesso non riescono a esprimersi con le parole.

Proprio per questo, la danza può diventare uno strumento potente per affrontare temi sociali complessi, stimolare il dialogo e promuovere consapevolezza. Tra questi, anche la violenza di genere: attraverso il movimento si può dare voce a un problema ancora troppo ignorato, rompere il silenzio è contribuire a un cambiamento culturale. È ciò che ha scelto di fare lo scrittore Alessandro Cardente con la coreografia di danza Violento Mai!, ideata dal coreografo internazionale Joseph Fontano. Numerosi studi internazionali confermano questa funzione. Una ricerca pubblicata sul Journal of Youth and Adolescence evidenzia come le attività artistiche, e in particolare la danza, favoriscano nei giovani la regolazione emotiva, l’empatia e l’autostima. In Italia, secondo recenti dati ISTAT e Save The Children, oltre il 40% degli adolescenti riconosce l’importanza di disporre di spazi creativi per affrontare in modo consapevole tematiche sociali complesse.

Nel nostro contesto attuale, segnato da crisi relazionali, disorientamento emotivo e crescenti segnali di disagio tra i più giovani, la danza può rappresentare una risorsa concreta per l’educazione e l’emancipazione individuale. Promuovere l’arte nelle scuole, nei centri culturali e negli spazi pubblici significa investire in cittadinanza attiva, prevenzione del disagio e costruzione di una cultura basata sul rispetto, sull’ascolto e sulla cura.

La danza può e deve assumere un ruolo attivo nella costruzione di una società più consapevole: “Ogni coreografia può diventare un atto sociale, un gesto che crea connessioni e genera consapevolezza. La danza ha la responsabilità di agire, di raccontare, di scuotere le coscienze. Non è solo espressione estetica: è uno strumento etico e politico, soprattutto se messo al servizio delle nuove generazioni”. ha dichiarato il coreografo di fama internazionale e presidente del World Alliance Dance Europe Joseph Fontano.

Proprio per questo, il 26 e 27 aprile presso la Sala Teatro della WDA Europe, si sono tenute due giornate di spettacolo per celebrare la Giornata Internazionale della Danza, promosse dall’Associazione World Dance Alliance. L’evento ha visto la partecipazione di danzatori, studenti, insegnanti e coreografi provenienti da tutta Italia, uniti nel dare voce – attraverso il linguaggio del corpo – a temi urgenti e condivisi.

In questa occasione, la manifestazione è stata dedicata alla lotta contro ogni forma di violenza, con particolare attenzione alla violenza di genere. In programma, numerose coreografie originali e, tra queste, la replica di Violento Mai!, già presentata lo scorso 11 aprile in occasione della presentazione del libro Oltre il MasKio di Alessandro Cardente (edito da Koiné Nuove Edizioni). Un momento significativo che rinnova l’impegno della danza come spazio di consapevolezza, denuncia e trasformazione sociale.

“La danza è potente perché arriva dove le parole si fermano”, spiega Cardente. “Educare attraverso il movimento significa offrire ai ragazzi uno strumento per esprimersi, per conoscersi e per comprendere gli altri”.

Dl sicurezza, Conte aderisce all’appello per "sicurezza democratica"

Roma, 28 apr. (askanews) – “Aderisco all’appello ‘Per una sicurezza democratica’, contro il ‘decreto-legge sicurezza’, promosso e sottoscritto da oltre 250 giuspubblicisti italiani, che conferma con la massima autorevolezza quanto il M5S aveva già denunciato quando venne affacciata la prima ipotesi di sostituire questo progetto di legge su cui il Parlamento stava discutendo da oltre un anno con un provvedimento urgente del Governo: è un atto di una gravità assoluta, un ulteriore scardinamento del principio di divisione dei poteri e dei valori liberal-democratici stabiliti dalla nostra Costituzione. È un provvedimento che va oltre le varie forzature già compiute dal governo Meloni”. Lo ha scritto su Facebook il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

“Dallo scorso anno ci battiamo in Parlamento e in ogni angolo d’Italia – ha aggiunto l’ex premier – per contrastare queste norme che avranno una spaventosa portata repressiva e liberticida. L’obiettivo del Governo è sfacciato: mentre i cittadini e le imprese si impoveriscono a causa delle politiche regressive e spietate targate Meloni e monta il malcontento, questa destra incapace al potere introduce 14 nuovi reati e aggrava le pene già esistenti per reprimere il dissenso politico e addirittura la resistenza passiva”.

“Scordiamoci – ha proseguito Conte – il ‘moto di simpatia’ che con tono ingannevole Meloni dichiarò – in occasione del suo primo discorso in Parlamento – che avrebbe provato nei riguardi dei giovani che sarebbero scesi per strada a manifestare contro le politiche del suo governo. In quella occasione incitò i giovani a ‘essere liberi’. Dov’è questa libertà con un provvedimento che introduce una pioggia di nuovi reati e di inasprimento di pene? Che fine fanno la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di riunione garantite dalla nostra Costituzione?” Secondo il leader del M5S “adesso la battaglia si fa più dura perché al contenuto inquietante per la democrazia si aggiunge, come scrivono i costituzionalisti nell’appello, una forzatura istituzionale di particolare gravità: il Parlamento è stato scippato all’ultimo, dopo centinaia di riunioni e audizioni, e si ritroverà a convertire in legge un decreto legge al quale sarà apposta la fiducia. È un precedente pericolosissimo: mai successa prima una cosa del genere”.

“Lo dico a tutti i cittadini che hanno confidato nella capacità di questo governo: questo provvedimento – ha affermato ancora Conte – non servirà affatto a punire la peggiore criminalità che infesta il nostro Paese, non garantirà affatto maggiore sicurezza a chi vive in quartieri disagiati, a chi si sente insicuro per le nostre strade dei centri urbani, a chi ha paura di uscire di casa di sera. Questo provvedimento non ha nulla a che vedere con il diritto alla sicurezza che spetta a ogni cittadino, a ogni operatore economico. Questo provvedimento è lo strumento di chi ha lavorato da anni per arrivare al potere e vive ormai distaccato dai problemi quotidiani di chi non arriva a fine mese, non riesce a pagare le bollette, è soffocato dal caro-energia, non sa se riuscirà a riaprire la serranda del negozio il giorno dopo. Questo provvedimento è il frutto della paura di chi quando era giovane andava per strada a gridare contro tutti e adesso che è al potere – ha concluso – è angosciato di doversi confrontare col dissenso dei cittadini che vogliono chiedere il conto delle mille promesse mancate”.

Giornata Sicurezza sul Lavoro: impegno quotidiano Gruppo Sintesi

Roma, 28 apr. – “Era il 2003 quando l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) istitu per la prima volta la Giornata Mondiale della Salute e Sicurezza sul Lavoro. Da allora, il 28 aprile diventato un momento di riflessione e di rinnovato impegno verso un tema che riguarda ogni lavoratore, ogni azienda, ogni famiglia. Negli anni sono stati fatti significativi progressi in materia di prevenzione, consapevolezza e cultura della sicurezza. Tuttavia, il percorso non ancora concluso: gli infortuni, le malattie professionali e i rischi connessi all’attivit lavorativa restano sfide ancora troppo presenti in molti settori. Noi di Gruppo Sintesi siamo orgogliosi di aver contribuito, nel nostro piccolo ma con grande determinazione, alla crescita dell’attenzione pubblica su questi temi. Attraverso campagne di comunicazione mirate, eventi dedicati e giornate di sensibilizzazione rivolte a imprese, lavoratori e famiglie, abbiamo promosso una visione integrata della salute e sicurezza come valore fondante di ogni ambiente di lavoro. Oggi vogliamo lanciare un messaggio chiaro: la salute e la sicurezza non si celebrano solo il 28 aprile, ma si costruiscono ogni giorno, con responsabilit, formazione, ascolto e azione concreta. Celebriamo l’importanza della salute e sicurezza sul lavoro, ma soprattutto impegniamoci ogni giorno dell’anno affinch questi diritti fondamentali siano realmente garantiti”.

Lo dichiara Matteo Gemmiti, Head of Business Development di Sintesi Spa.

Tajani all’opposizione: “Nun ce vonno st”, Italia ruolo centrale

Valencia, 28 apr. (askanews) – “A Roma direbbero ‘nun ce vonno st’, l’opposizione fa l’opposizione i risultati sono talmente evidenti, penso a tutti gli eventi anche la decisione di scegliere Roma come sede di colloqui fra Usa e Iran sul nucleare, una scelta che sembra una scelta di riconoscimento del ruolo dell’Italia, della centralit dell’Italia per quello che rappresenta. Quindi direi che l’Italia sta svolgendo un ruolo importante in politica internazionale, ovunque andiamo, l’Italia viene accolta in maniera positiva e ha un suo ruolo da svolgere”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo alle polemiche sul ruolo dell’Italia a livello internazionale, a margine di un incontro con gli imprenditori italiani a Valencia, dove domani e dopodomani parteciper al congresso del Ppe.

Made in Italy, Battisacco: equilibrio tradizione e innovazione

Roma, 28 apr. – Nel cuore del design di alta gamma, dove tradizione e innovazione si incontrano, New Life, rappresentata da Ondina Battisacco, legale rappresentante di New Life, si sta ritagliando un posto di rilievo nel panorama globale. Nata come un’impresa familiare italiana tra il 2009 e il 2010, questa realt da 20 dipendenti ha trasformato l’artigianalit del Made in Italy in un modello di business scalabile, conquistando mercati da Vienna a Vancouver, da Londra a Dubai. Con un’offerta che spazia dall’hospitality al residenziale di lusso, dal corporate al navale, l’azienda si prepara a un 2025 cruciale: una strategia digitale ambiziosa e la quarta partecipazione consecutiva alla Design Week di Milano segneranno il prossimo capitolo di una crescita che non accenna a rallentare.

Il Giornale dell’Arte si rinnova, la sfida del nuovo direttore

Torino, 28 apr. (askanews) – Una storica rivista culturale italiana che si rinnova e guarda al futuro. Il Giornale dell’Arte, dopo l’acquisizione della casa editrice Allemandi da parte di Intesa Sanpaolo, ha iniziato un nuovo corso. “Il Giornale dell’Arte – ha detto ad askanews Michele Coppola, direttore Arte Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo – è un fiore all’ochiello della storia, del percorso di crescita e di affermazione del ruolo della casa editrice Allemandi. Il Giornale dell’Arte è un luogo conosciuto e riconosciuto, è lo spazio fisico e anche il luogo ideale dove il dibattito e l’approfondimento delle più importanti notizie che riguardano l’arte, riguardano la cultura in Italia e non solo in Italia, trovano spazio e trovano casa. In queste prime settimane di lavoro congiunto abbiamo registrato una grande attenzione e una fortissima disponibilità intorno a questo nuovo percorso, intorno a questo secondo tempo del Giornale dell’Arte”.

Dopo la storica direzione di Umberto Allemandi, ora alla guida della rivista c’è Luca Zuccala, giornalista under 40 esperto di mostre e mercato. “Siamo certificatori di qualità – ha detto Zuccala ad askanews – siamo una rivista storicamente istituzionale dell’editoria culturale italiana e vogliamo sempre più esserlo. In che modo? Occupandoci del patrimonio culturale italiano, di restauro, archeologia, insomma tutte quelle che sono le peculiarità italiane e la forza dell’italianità, ma poi c’è tutto quello che è l’internazionale, le nuove geografie del mondo, dal Sud America all’estremo Oriente, al vicino Oriente, all’Africa e tutto quello che è il mercato dell’arte”.

Il mercato ha un peso importante, ma lo sguardo della rivista è più ampio e articolato. “Vediamo il mercato dell’arte, l’economia dell’arte anche come stimolo e facilitatore di un afflato, di una portata culturale – ha aggiunto il direttore -. Vediamo le grandi gallerie che riescono a compensare tutto quello che per esempio uno Stato non fare e non può dare: penso alle grandi case d’asta Sotheby’s e Christie’s a Londra che in alcune grandi aste hanno fatto conoscere tutto quello che è il Novecento italiano, con grandi opere di Fontana, di Morandi, di Burri e Kounellis e quant’altro”.

La nuova direzione ha anche il mandato di guardare alle nuove tecnologie e alle forme di comunicazione digitale. Ma come intende muoversi in questo senso il direttore? “Potenziare e implementare tutto quello che è la portata digitale dell’istituzione Giornale dell’Arte – ci ha risposto Luca Zuccala – e tutto quello che sono i social media. Si conciliano redazione online e redazione cartacea e si mettono a terra tutti quelli che sono gli strumenti che 43 anni fa, quando nato il Giornale dell’Arte, non esistevano, quindi si sta al passo coi tempi e si cerca di prevedere dove sta andando il mondo dell’informazione culturale”.

La sfida, come si vede è interessante; il mondo della cultura è cambiato profondamente e continua a evolversi, lo stesso sono chiamati a fare coloro i quali lo osservano e lo raccontano.

Il Conclave, come cambia la formula "extra omnes" nell’era digitale

Città del Vaticano, 28 apr. (askanews) – La formula dell’ “Extra omnes”, o del “Fuori tutti” in italiano, segnerà l’inizio ufficiale del prossimo Conclave per elezione del successore di papa Francesco, è sarà pronunciata nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Diego Ravelli. Un’antichissima formula, (tra le più note e conosciute del Conclave fino ad entrare a far parte del gergo comune) che trae la sua origine nel 1270, in occasione dell’elezione di papa Gregorio X a Viterbo. All’epoca, gli abitanti della città laziale, per garantire una elezione libera, rinchiusero i cardinali all’interno del palazzo papale, scoperchiando letteralmente il tetto per assicurarsi che nessuno potesse influenzarli dall’esterno. Ma nel 2025, con i satelliti di magnati e governi che affollano l’orbita geostazionaria della terra e, più prosaicamente, l’evolversi di telefoni cellulari e dispositivi elettronici di vario genere e tra i più sofisticati, l’antica formula assumerà tutto un altro senso e dimensione.

Oggi stesso, nel giorno dell’annuncio nella data di inizio Conclave, la cosa è emersa, spiegando il possibile perché della scelta del 7 maggio, cioè due giorni dopo il termine dei Novendiali.

Gli esperti del settore sottolineano che quelle intraprese in Vaticano per granatire la massima segretezza del Conclave saranno vere e proprie “misure antispionaggio” con l’intero apparato del Vaticano, e in particolare nella Cappella Sistina, chediverrà un vero e proprio “bunker digitale”, nel tentativo di renderlo impenetrabile a qualsiasi intrusione, non solo fisica ma soprattutto elettronica. Riguardo a quest’ultimo aspetto, ad esempio, sono in atto operazioni di bonifica e l’uso di jammer, dispositivi che disturbano le comunicazioni cellulari con l’esterno.

Come già per gli ultimi due Conclave i cellulari e i dispositivi portatili, dovranno essere consegnati dai porporati prima di entrare nella Sistina mentre i luoghi dove risiederanno (certamente Casa Santa Marta e l’attigua Santa Marta vecchia) verranno sigillate e ogni finestra verrà oscurata, impedendo il contatto con il mondo esterno oltre che una vera e propria bonifica ambientale per escludere la presenza di microspie, dispositivi di trasmissione o strumenti di intercettazione di vario genere.

Nato, Rutte: a 70 anni adesione Germania potenza leader in Europa

Milano, 28 apr. (askanews) – Una cerimonia a Bruxelles che ha segnato un traguardo estremamente importante: il 70esimo anniversario dell’adesione della Germania alla NATO. Evidenziando i significativi contributi tedeschi all’Alleanza, il segretario generale della Nato Mark Rutte ha chiamato a riflettere sul ruolo di Berlino e della Germania riunita rispetto alla sicurezza comune, e ha detto: “Oggi la Germania può contare su 31 amici e alleati, e noi possiamo contare sulla Germania”.

La spesa per la difesa della Germania è aumentata al 2% del PIL ed è il più grande contributore europeo agli aiuti militari per l’Ucraina. “Oggi, la Germania è una potenza leader in Europa e una forza trainante nella NATO, contribuendo in modo significativo alla nostra sicurezza condivisa. Con truppe lungo la parte orientale della nostra Alleanza, jet che pattugliano i cieli del Baltico e navi che proteggono le principali linee di rifornimento e le infrastrutture critiche nel Mar Baltico”, ha aggiunto Rutte.

Il presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier ha sottolineato l’urgenza di mantenere la forza della NATO: la Germania ha mobilitato 500 miliardi di euro per i prossimi 12 anni per rafforzare le sue forze armate. E come ha promesso Steinmeier, Berlino continuerà a essere il più forte sostegno dell’Ucraina in Europa, per la sua libertà, la sua sovranità e il suo futuro europeo. Steinmeier ha pure sottolineato l’importanza dei principi della NATO e la necessità di un’Europa e di un Nord America forti per garantire la sicurezza futura. E ha inoltre elogiato il generale italoamericano Chris Cavoli (SACEUR), comandante supremo alleato in Europa e comandante delle forze USA nel vecchio continente, definendolo tra l’altro “una forza trainante”.

E ha annunciato l’intenzione di rendere la Germania con la sua infrastruttura la spina dorsale della difesa convenzionale in Europa: il fatto che il Parlamento tedesco abbia mobilitato, con un ampio consenso super partes, 500 miliardi di euro nei prossimi 12 anni dovrebbe dimostrare la serietà tedesca al riguardo, ha detto. Poi ricordando le origini della Nato, nel Novecento, Steinmeier ha aggiunto: “Nessuno, neppure gli Stati Uniti non sarebbero in grado di creare una tale alleanza di nuovo nel XXI secolo. Ma tutti noi, anche i più forti, avranno bisogno di alleati in questo XXI secolo. Quindi assicuriamoci di ricordare cosa c’è in gioco”.

Teatro, riparte da Forlì la tournée de I Tre Moschettieri-Opera Pop

Roma, 28 apr. (askanews) – Dopo il successo della prima stagione teatrale, con oltre 30.000 bliglietti venduti, riparte da Forlì, l’11 ottobre 2025, la tournée de “I Tre Moschettieri – Opera Pop”, la nuova versione musicale italiana del più celebre romanzo di Alexandre Dumas prodotta da Stefano Francioni e dal Teatro Stabile d’Abruzzo, (di cui è direttore artistico Giorgio Pasotti). Un’occasione per vivere, in un live, una storia senza tempo dove i tre protagonisti portano in scena tutta la potenza del loro legame. Dopo Forlì lo spettacolo arriverà nei più importanti teatri italiani a: Catanzaro, Livorno, Genova, Firenze, Padova, Torino, Pescara, Bari, Roma, Milano. (Dal 28 aprile sarà possibile acquistare i biglietti su TicketOne).

Sempre dal 28 aprile sarà finalmente disponibile negli store digitali e su tutte le piattaforme di streaming “12 Diamanti”, la prima compilation di brani estratti dallo spettacolo.

“Tutti per uno, uno per tutti!”, il motto simbolo di un’amicizia incorruttibile, si rinnova in questo spettacolo in cui musica, prosa e danza si intrecciano in un racconto coinvolgente e emozionante con Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci, Graziano Galatone nei ruoli di Athos, Porthos e Aramis e il tocco innovativo ed elegante di Giuliano Peparini al quale sono affidate la direzione artistica e la regia. Le coreografie sono curate da Veronica Peparini e Andreas Müller con la partecipazione degli allievi della Peparini Academy, la preparazione dei duelli è del maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, i testi sono scritti da Alessandro Di Zio e le musiche composte da Gio’ Di Tonno, gli arrangiamenti sono di Giò Di Tonno e Giancarlo Di Maria che ha curato anche le orchestrazioni.

Lo spettacolo inizia prima dello spettacolo in una fabbrica di scatoloni dove il tempo è scandito dalla monotonia delle azioni da compiere giorno dopo giorno. In questo luogo si intravede un libro dimenticato o forse lasciato lì da qualcuno volontariamente. Un lavoratore lo prende, lo apre e, incuriosito, inizia a leggere appassionandosi subito alla storia e a ciò che questo libro rappresenta, un oggetto sempre più raro in un’epoca dove tutto si smaterializza. La sua voce che legge attira anche gli altri lavoratori che, via via, diventano i personaggi della storia catapultando lo spettatore nella Parigi dell’800.

Giuliano Peparini racconta il suo intento artistico: “Se devo affrontare un argomento storico o mettere in scena la vita di personaggi la cui azione si svolge in un’epoca passata, penso sempre a come farla risuonare nella nostra epoca e a come potrebbe raggiungere il pubblico di oggi. È il caso di Alexandre Dumas, autore e romanziere la cui forza supera il passare del tempo. L’amicizia, le differenze tra classi sociali, l’onore, la vendetta, i segreti e la seduzione sono al centro del romanzo ‘I Tre Moschettieri’ e sono temi ancora attuali nel XXI secolo. Ciò che personalmente mi colpisce dei personaggi di Dumas è il loro modo di crescere ed evolvere continuamente di fronte agli eventi che affrontano. In particolare, un giovane come D’Artagnan che cerca di trovare la sua identità e un posto nel mondo, è di grande attualità per i nostri giovani, una generazione che mette fortemente in discussione i suoi riferimenti e modelli”.

“Considero I Tre Moschettieri l’inizio di una nuova vita artistica che mi vedrà sempre più impegnato come compositore – ha detto Giò Di Tonno – ho messo tutto me stesso in questo progetto che finalmente vede la luce”.

Il trionfo dell’amicizia, ma anche il trionfo del potere e dell’ambizione in questa storia senza tempo dove “buoni” e “cattivi” combattono una lotta quasi archetipica mettendo al centro valori quali onore, fedeltà, onestà, troppo spesso messi in crisi dal mito dell’uomo contemporaneo e che i tre moschettieri portano fieri sulla punta delle loro spade. Accanto all’amicizia trova spazio anche l’amore, motore di ogni azione che qui si sublima nell’incontro tra D’Artagnan e Costanza, un amore che verrà spezzato dalla sete di vendetta dell’altra protagonista femminile, la perfida Milady.

Tennis, Atp Madrid: Arnaldi agli ottavi

Roma, 28 apr. (askanews) – Continua il cammino di Matteo Arnaldi al Masters 1000 di Madrid. Dopo la vittoria su Djokovic, il ligure ha eliminato anche il bosniaco Damir Dzumhur, staccando così il pass per gli ottavi di finale. Una buona prova del n. 44 al mondo che ha chiuso con il punteggio di 6-3, 6-4 in poco meno di due ore di gioco. Alcuni alti e bassi (soprattutto per numero di prime messe in campo), ma grande solidità nei momenti decisivi da parte di Arnaldi che ha indirizzato la partita dal 3-3 del primo set con una serie di cinque giochi consecutivi vinti. Il break decisivo per il parziale e un altro per indirizzare il secondo set. Poi dal 3-2 del secondo parziale il “buio”, a causa di un problema di energia elettrica alla Caja Magica. Un match concluso senza immagini televisive e senza l’ausilio della tecnologia, con il giudice di sedia Lahyani che non ha avuto a disposizione l’occhio di falco nei game finali.

Bce, De Guindos: dati inflazione positivi, frenata proseguirà

Roma, 28 apr. (askanews) – Sull’inflazione, alla Bce “i dati che abbiamo adesso sono positivi e ci attendiamo che il processo disinflazionistico prosegua”. Lo ha affermato il vicepresidente dell’istituzione monetaria, Luis de Guindos durante un’audizione al Parlamento europeo.

De Guindos ha ribadito che in questa fase di elevata incertezza l’istituzione mantiene un approccio decisionale basato sui dati, in cui le scelte vengono compiute “volta per volta” dal Consiglio direttivo, senza vincolarsi a un percorso predeterminato sui tassi.

Spagna, De Guindos: possibili problemi su Atm, Bce valuta ricadute

Roma, 28 apr. (askanews) – La Banca centrale europea sta monitorando la situazione in Spagna per verificare se vi siano problemi sul funzionamento dei terminali automatici per la distribuzione di banconote a seguito del blackout che ha colpito il Pese. Lo ha riferito il vicepresidente dell’istituzione, lo spagnolo Luis de Guindos durante un’audizione al Parlamento europeo.

“Non ho maggiori informazioni da darvi se non il fatto che anche io ho cercato di chiamare a casa e non ci sono riuscito: le reti i mobili non funzionano e non ho potuto collegarmi. Presumo che ci siano problemi anche con gli Atm in Spagna”, ha detto. “Di sicuro valuteremo le potenziali conseguenze del backout, perché dobbiamo imparare delle distorsioni per il futuro”.

Bce, De Guindos: a rischio investimenti imprese e spese consumi

Roma, 28 apr. (askanews) – I dati più recenti “suggeriscono che l’attività economica dell’area euro sia stata modesta nel primo trimestre. Tuttavia i rischi si sono intensificati a seguito di incertezza eccezionale, ampiamente correlata al commercio” e ai dazi. Lo ha afferma il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos nelle sue dichiarazioni iniziali durante un’audizione al Parlamento europeo sul rapporto annuale dell’istituzione.

“Ora gli esportatori dell’area euro fronteggiano nuove barriere, mentre è probabile che le tensioni nei mercati finanziari e geopolitiche pesino sugli investimenti delle imprese. In questo contesto – ha proseguito – i consumatori potrebbero diventare più cauti sul futuro e limitare le spese”. (fonte immagine: ECB 2025).

Su Rai3, Radio2 e RaiPlay il "Concertone" del Primo Maggio

Roma, 28 apr. (askanews) – Appuntamenti istituzionali, ampi spazi informativi e la lunga diretta del tradizionale concerto da Piazza San Giovanni in Laterano a Roma per celebrare la Festa dei Lavoratori con una maratona di musica, impegno e spettacolo. “Uniti per un lavoro sicuro” è lo slogan scelto dai Sindacati per questo 1° Maggio, dedicato al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I segretari generali saranno presenti in tre diverse manifestazioni che si svolgeranno a Roma (intervento del segretario generale CGIL Maurizio Landini), a Casteldaccia in provincia di Palermo (Intervento della segretaria generale CISL Daniela Fumarola) e a Montemurlo in provincia di Prato (intervento del segretario generale UIL Pierpaolo Bombardieri). Le tre diverse località sono state scelte in ricordo dei tragici infortuni verificatisi in alcuni siti di quei territori e divenuti, poi, per certi aspetti, un simbolo del dramma delle morti sul lavoro.

Si comincia su Rai 3 dove, dalle 12 alle 13 sarà trasmessa in diretta, a cura del Tg3, la manifestazione unitaria dei sindacati confederali che si svolgerà rispettivamente e contemporaneamente dalle piazze di Roma, Casteldaccia (PA) e Montemurlo (PO) sui temi del Primo Maggio 2025 con gli interventi dei leader sindacali e le voci del corteo. Anche Rai News darà ampia copertura alle varie iniziative previste su tutto il territorio nazionale. In particolare, seguirà in diretta, con ampie finestre sul canale televisivo, le manifestazioni organizzate dai sindacati: a Roma con il segretario generale della Cgil, a Casteldaccia con il segretario generale della Cisl e a Prato con il segretario generale della Uil. Nel pomeriggio filo diretto con il Concerto di Piazza San Giovanni. Ospiti in studio e inviati animeranno la diretta con spazi dedicati alla musica e alle interviste con gli artisti che si alterneranno sul palco. Il Concerto verrà anche trasmesso integralmente in streaming sul sito web www.rainews.rai.it. Il Giornale Radio Rai seguirà come sempre il Primo Maggio sia nella parte musicale che negli appuntamenti sindacali. A seguire il Concertone con servizi e collegamenti nelle varie edizioni del GR, ma anche nei programmi di Rai Radio1 per tutto l’arco della giornata, ci sarà l’inviata Marcella Sullo. Invece i giornalisti dell’economico seguiranno i leader sindacali nei loro interventi programmati nei luoghi scelti da Cgil, Cisl e Uil.

Sulla piattaforma RaiPlay il Concertone sarà integralmente visibile in diretta. Inoltre, le clip di tutte le esibizioni musicali, dei momenti più emozionanti e delle interviste realizzate nel backstage, saranno pubblicate in tempo reale. Anche le altre testate televisive e radiofoniche proporranno spazi e approfondimenti sui temi del lavoro e sulle manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia. Poi, la lunga diretta dedicata al Concerto del Primo Maggio, promosso da Cgil, Cisl e Uil e giunto alla 35ma edizione, organizzato da iCompany, con la direzione artistica di Massimo Bonelli e la regia di Fabrizio Guttuso Alaimo. Un appuntamento che dal 1990 raduna a Piazza San Giovanni decine di artisti e migliaia di spettatori per uno degli eventi musicali più seguiti dal pubblico. Quasi nove ore di musica ma anche il tema dei diritti, come da tradizione.

Saranno Ermal Meta, Noemi e BigMama a condurre il Concertone, ai quali si affiancherà per una serie di incursioni il professore star dei social Vincenzo Schettini, che sarà trasmesso da Rai 3, RaiPlay, Rai Italia e Rai Radio2 dalle 15 a mezzanotte. Su RaiPlay Sound, oltre alla diretta radiofonica, sarà possibile riascoltare il Concertone on demand. Sulla piattaforma radio, inoltre, saranno presenti tantissimi contenuti Original e documentari a tema.

Su Rai 3 si parte con l’anteprima (dalle 15.15 alle 16.30), poi con la prima parte del concerto (dalle 16.30 alle 19), la seconda parte (dalle 20 alle 21) e si conclude con la terza parte (dalle 21.05 alle 24.15).

La lineup del Primo Maggio di Roma attraversa generazioni e generi diversi che si intrecciano, creando un mosaico sonoro che riflette l’Italia di oggi, uno spaccato autentico e contemporaneo della nuova scena d’autore italiana, in cui convivono anime pop, elettroniche, urban, cantautorali e rock. Sul palco, in ordine alfabetico: Achille Lauro, Alfa, Andrea Cerrato, Anna and Vulkan, Anna Carol, Anna Castiglia, Arisa, Bambole di Pezza, Brunori Sas, Carl Brave, Centomilacarie, Dente, Ele A, Elodie, Eugenio in Via di Gioia, Federica Abbate, Franco126, Fulminacci, Gabry Ponte, Gaia, Gazzelle, Ghali, Giglio, Giorgia, Giorgio Poi, Giulia Mei, i Benvegnù, Il Mago del Gelato, Joan Thiele, Legno & Gio Evan, Leo Gassmann, Luchè, Lucio Corsi, Mimì, Mondo Marcio, Orchestraccia ft. Mundial, Patagarri, Pierdavide Carone, Rocco Hunt, Senhit, Serena Brancale, Shablo con special guests, The Kolors, Tredici Pietro.

Grande black-out elettrico in Spagna e Portogallo

Roma, 28 apr. (askanews) – Un blackout elettrico ha colpito oggi tutta la penisola iberica. Lo ha riferito Red Eléctrica (Ree), l’azienda che gestisce la distribuzione, aggiungendo che l’anomalia coinvolgerebbe anche altri paesi europei.

Sul proprio account X, Ree ha fatto sapere di aver attivato i piani per ripristare la fornitura di energia elettrica, in collaborazione con le aziende del settore, e che “si stanno analizzando le cause e si stanno dedicando tutte le risorse disponibili per risolvere il problema”.

Il blackout ha provocato gravi disagi nelle città spagnole: a Madrid, gli agenti di mobilità sono stati dispiegati per regolare manualmente il traffico, con i semafori fuori servizio. La situazione si sovrappone a una sciopero dei lavoratori della manutenzione semaforica iniziato oggi, che, secondo il delegato municipale Borja Carabante, avrebbe dovuto avere “scarsa ripercussione”. Negli ospedali, le sale operatorie sono alimentate da generatori elettrici. Anche i trasporti pubblici sono fermi. All’aeroporto di Lisbona, in Portogallo, è grande la confusione di migliaia di passeggeri, secondo quanto riportato da El Pais.

Ucraina, la Russia annuncia una tregua da mezzanotte dell’8 fino all’11 maggio

Roma, 28 apr. (askanews) – Il Cremlino ha annunciato che oggi che la Russia osserverà un cessate il fuoco in Ucraina dalla mezzanotte dell’8 maggio alla mezzanotte dell’11 maggio, a cavallo del 9 maggio, quando la Federazione Russa celebra il Giorno della Vittoria, la sconfitta del nazismo e la fine della Seconda guerra mondiale che Mosca chiama la Grande Guerra Patriottica.

“Per decisione del Comandante in Capo Supremo delle Forze Armate russe Vladimir Putin, basata su considerazioni umanitarie, durante i giorni dell’80esimo anniversario della vittoria – dalla mezzanotte dell’8 maggio alla mezzanotte dell’11 maggio – la parte russa dichiara un cessate il fuoco. Tutte le azioni militari sono sospese per questo periodo”, ha dichiarato il Cremlino in una nota.

La Russia ritiene che la parte ucraina debba seguire questo esempio e, in caso di violazioni del cessate il fuoco da parte ucraina, le forze armate russe forniranno una risposta adeguata ed efficace, si legge nella nota.

“La parte russa dichiara ancora una volta la sua disponibilità a colloqui di pace senza precondizioni, volti a eliminare le cause profonde della crisi ucraina e a un’interazione costruttiva con i partner internazionali”, si legge in una nota del Cremlino.

Lucio Corsi, Elodie e Achille Lauro sul palco del Primo maggio

Milano, 28 apr. (askanews) – Lucio Corsi, Elodie e Achille Lauro sono fra gli artisti che saliranno sul palco del Concerto del Primo maggio di Roma, in piazza San Giovanni, promosso da Cgil, Cisl e Uil e organizzato da iCompany con la direzione artistica di Massimo Bonelli e la regia di Fabrizio Guttuso Alaimo.

Una maratona di musica, impegno e spettacolo sotto lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”, per un Primo maggio dedicato al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

A presentare e guidare il lungo spettacolo musicale, al via dalle 13.30 per oltre 10 ore di musica dal vivo, Noemi, Ermal Meta e Bigmama ai quali si affiancherà per una serie di incursioni il professore star dei social Vincenzo Schettini. Il Concertone sarà come sempre a libero accesso e sarà trasmesso in diretta su Rai 3 e Rai Radio2 e in onda su RaiPlay e Rai Italia.

La lineup attraversa gusti di diverse generazioni e sonorità di ogni genere interpretati da oltre 50 artisti e artiste; oltre ai già citati Lauro, Elodie e Corsi, si esibiranno Alfa, Andrea Cerrato, Anna and Vulkan, Anna Carol, Anna Castiglia, Arisa, Bambole di Pezza, Brunori Sas, Carl Brave, Centomilacarie, Dente, Ele A, Eugenio in Via di Gioia, Federica Abbate, Franco126, Fulminacci, Gabry Ponte, Gaia, Gazzelle, Ghali, Giglio, Giorgia, Giorgio Poi, Giulia Mei, i Benvegnù, Il Mago del Gelato, I Patagarri, Joan Thiele, Legno & Gio Evan, Leo Gassmann, Luchè, Mimì, Mondo Marcio, Orchestraccia ft. Mundial, Pierdavide Carone, Rocco Hunt, Senhit, Serena Brancale, Shablo con special guests, The Kolors, Tredici Pietro.

L’opening dalle 13.30 vedrà sul palco Cyrus, Cosmonauti Borghesi, Joao Ratini, SOS – Save Our Souls, Vincenzo Capua e i 3 vincitori del contest 1mnext cordio, Dinìche e Fellow per la sfida finale.

Difesa, Germania chiede clausola nazionale sospensione Patto Ue conti

Roma, 28 apr. (askanews) – La Germania ha inviato alla Commissione europea una richiesta di attivazione della clausola nazionale di sospensione del Patto di stabilità e di crescita per effettuare maggiori spese in difesa e armamenti. Lo ha confermato un portavoce della commissione Ue, Balazs Ujvari. precisando che al momento la Germania è l’unico paese ad aver presentato questo tipo richiesta, ma che “diversi altri Paesi stanno lavorando” in stretto contatto di Bruxelles a ipotesi simili.

La Commissione aveva presentato una proposta in cui auspicava che i Paesi si muovessero in maniera coordinata su questo versante, presentanto richieste sulla clausola nazionale di sospensione nel termine non perentorio di fine aprile. Il portavoce ha ribadito che i Paesi potranno formulare eventuali domande anche successivamente.

“I linea di principio i Paesi possono farlo in qualunque momento”, ha detto. Ma dato che si puntava a una manovra coordinata “noi speriamo, eravamo dell’idea di avere per fine aprile. L’indicazione per ora è che molti stanno lavorando ma se una richiesta arriva qualche giorno dopo non è un problema. Per ora ci sta una richiesta”, ha detto, sempre in riferimento a quella tedesca “ma la situazione potrebbe cambiare nelle prossime ore e giorni”.

Secondo la Commissione “la situazione non è cambiata nell’ultimo mese: stiamo fronteggiando una minaccia esterna senza precedenti. E per questo a marzo abbiamo lanciato l’iniziativa RearmEU, per dare più spazio di bilancio ai Paesi per preparare le spese in difesa. In questo ambito abbiamo proposto di attivare collettivamente le clausole nazionali con un termine ‘soft'”, ha detto ancora il portavoce.

Mattarella: la cultura ha una forza immane, porta al dialogo e alla pace

Roma, 28 apr. (askanews) – “La cultura ha una forza immane. Ci conduce sulla strada della conoscenza, del confronto, del dialogo, della crescita”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale una delegazione del Fondo per l’ambiente italiano (Fai) in occasione del 50esimo anniversario.

La cultura conduce al “rispetto delle identità di ciascuno” e alla “costruzione di identità condivise e comuni. E’ quella che si chiama civiltà, che genera capitale sociale, incontro, pace, sviluppo: unisce la nostra identità europea”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Mattarella ha aggiunto: “Destino dell’uomo e destino dell’ambiente non sono mai stati così strettamente connessi. Voi lo sapete bene perché, in questi decenni di attività, avete preso in carico parti del territorio, le avete risanate e siete riusciti a ricostruire oasi di sostenibilità, vivibilità – ha aggiunto -. Non si tratta di imbalsamare luoghi, bensì di mettere a disposizione della comunità risorse che si rischia di disperdere se non più valorizzate”.

Ue, Conte: governo Meloni ha grave responsabilità storica su riarmo

Roma, 28 apr. (askanews) – “Finita la falsa retorica di pace di questi giorni, si torna alla cruda realtà dei fatti e delle decisioni. Il Governo Meloni si è assunto una gravissima responsabilità storica, mettendo la firma sulla fine dell’Europa di pace costruita in questi anni”. Lo scrive su Facebook il presidente del M5s, Giuseppe Conte.

“Poco fa la Germania ha annunciato l’attivazione della clausola e della relativa richiesta a Bruxelles per andare oltre i vincoli europei di bilancio per armi e nuove spese militari. Pensate: con i sondaggi che accreditano gli estremisti di destra come primo partito, la Germania potrà riarmarsi senza più limiti, stracciando via quel che è stato sin qui il mercato unico europeo, gli equilibri e le simmetrie perseguiti in tutti questi anni- prosegue Conte -. Tutto questo grazie alla furba complicità di Meloni, Tajani e Crosetto, che hanno realizzato un capolavoro: hanno premuto in Europa per far spendere ai singoli Stati di più in armi e hanno esultato quando Bruxelles ha detto sì a questa possibilità. Parliamo della stessa Meloni che due anni fa ha invece firmato l’accordo franco-tedesco per i vincoli europei e i tagli su sanità, scuola, infrastrutture, imprese e lavoro. Un disastro a danno dei cittadini: risponderanno alla storia di questa pericolosa strategia di riarmo a spese dei diritti e delle emergenze economiche e sociali delle persone. Pericolosi e irresponsabili!”.

Engineering: si è dimesso Ceo Ibarra, Bisio al suo posto

Milano, 28 apr. (askanews) – Maximo Ibarra, Ceo di Engineering dal 2021, si è dimesso per motivi personali con effetto a partire da oggi 28 aprile. Il Cda di Engineering ha nominato nuovo Ceo del gruppo Aldo Bisio con decorrenza dallo stesso giorno.

Aldo Bisio, laureato in ingegneria meccanica, ha ricoperto il ruolo di Ad di Vodafone Italia e di group chief commercial officer. In precedenza, è stato Ad e dg del gruppo Ariston e direttore generale di Rcs Quotidiani.

La decisione di Ibarra arriva dopo la presentazione dei risultati finanziari che confermano il percorso di crescita degli ultimi anni, registrando un significativo incremento organico dell’Ebitda e di tutti gli indicatori di performance.

“Nel prendere atto della decisione di Maximo Ibarra, desidero esprimere a nome degli azionisti, Bain Capital e Renaissance Partners, del Consiglio di Amministrazione e mio personale, la più sincera gratitudine per il contributo straordinario che ha offerto alla crescita di Engineering. Auguro a Maximo i migliori successi per il futuro e lo ringrazio per la dedizione, la responsabilità e la collaborazione dimostrate in questi anni. Al contempo, rivolgo un caloroso benvenuto ad Aldo Bisio, certo che saprà guidare Engineering in una nuova fase di sviluppo e innovazione”, ha dichiarato il presidente del Cda Gaetano Miccichè.

“È stato un onore e un privilegio guidare Engineering in questi quattro anni di profonda trasformazione. Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali e avviare una nuova fase della mia carriera. Lascio ora il timone ad Aldo, convinto che rappresenti la scelta migliore per questa nuova fase di Engineering. Da parte mia, come richiesto dall’azienda, ho dato la disponibilità a rimanere nel Gruppo fino al prossimo 1 settembre per garantire un efficace e completo passaggio di consegne. Continuerò, inoltre, ad essere un investitore in Engineering, fiducioso del percorso dei prossimi anni grazie alla solidità delle sue ambizioni e dei suoi valori”, ha detto Maximo Ibarra.

L’omaggio di 110 cardinali alla tomba del Papa a Santa Maria Maggiore

Roma, 28 apr. (askanews) – Pi di 110 i cardinali a Roma hanno reso omaggio alla tomba di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore.

I porporati, presieduti dal cardinale Rolandas Makrickas, sono arrivati nella basilica mariana colma di fedeli passando per la Porta Santa.

Al via alla Corte Onu le udienze sugli obblighi di Israele in Palestina

Roma, 28 apr. (askanews) – La Corte internazionale di giustizia ha aperto oggi i lavori delle udienze pubbliche in programma fino al prossimo 2 maggio sugli obblighi di Israele in relazione alla presenza e alle attività delle Nazioni Unite, di altre organizzazioni internazionali e di Stati terzi nel Territorio Palestinese Occupato. Nel corso dei cinque giorni di udienze, stando al calendario diffuso dalla stessa Corte, interverranno 40 Stati e quattro organizzazioni internazionali.

Le udienze si tengono dopo che l’Assemblea generale Onu ha adottato, lo scorso dicembre, una risoluzione in cui si chiede alla Corte un parere consultivo su quali siano “gli obblighi di Israele, in quanto potenza occupante e membro delle Nazioni Unite, riguardo alla presenza e alle attività delle Nazioni Unite, comprese le sue agenzie e le sue organizzazioni, e di altre organizzazioni internazionali e Stati terzi, nel Territorio Palestinese Occupato”. Risoluzione presentata dalla Norvegia dopo la decisione di Israele di vietare all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) di operare nei territori controllati da Israele.

Canada oggi al voto, è sfida tra liberali e conservatori

Roma, 28 apr. (askanews) – I cittadini del Canada si recheranno oggi alle urne per l’elezione federale anticipata dei nuovi membri del Parlamento che, secondo gli ultimi sondaggi, vedranno il Partito Liberale del primo ministro Mark Joseph Carney e i Conservatori di Pierre Poilievre contendersi la vittoria. I seggi in palio sono 343.

Le prime urne apriranno alle 7:30 locali (le 14:30 in Italia), le altre a distanza di un’ora circa; mentre tutti i seggi saranno chiusi per le 22. I primi risultati saranno pubblicati poco dopo le 19, quando si concluderanno le votazioni nelle quattro province atlantiche, che rappresentano poco meno del 10% dei seggi in gioco. La stragrande maggioranza dei risultati sarà pubblicata alle 21:30 locali, ora in cui si concluderanno le votazioni nella maggior parte del Paese, compresi Ontario e Quebec, dove i seggi sono più numerosi. L’esito delle elezioni potrebbe essere noto poco dopo l’inizio della trasmissione dei risultati.

Il voto arriva in un contesto di forti tensioni politiche e segue le dimissioni dell’ex primo ministro Justin Trudeau all’inizio di quest’anno. I primi sondaggi di gennaio mostravano i Liberali in svantaggio rispetto ai Conservatori di oltre 20 punti, ma da allora la corsa si è inasprita. Un recente sondaggio di Leger Marketing ha collocato i Liberali al 43% dei consensi, di poco avanti ai Conservatori (39%), con Carney in vantaggio di 10 punti come primo ministro preferito. Le restrizioni commerciali sui beni canadesi imposte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la sua controversa proposta di annettere il Canada come 51esimo stato americano hanno contribuito ad aumentare l’incertezza nella corsa.

Il voto anticipato ha registrato una partecipazione record, con 7,3 milioni di canadesi che hanno votato tra il 18 e il 21 aprile, con un aumento del 25% rispetto ai 5,8 milioni di voti anticipati del 2021. Elections Canada ha registrato un’elevata affluenza in tutte le province, a dimostrazione di un elevato coinvolgimento in quella che potrebbe essere una delle elezioni più importanti degli ultimi decenni nel Paese.

Trump ha detto che Zelensky è disposto a cedere la Crimea

Roma, 28 apr. (askanews) – Il presidente americano Donald Trump ha detto di ritenere che il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky sia disposto a cedere la Crimea alla Russia nell’ambito di un accordo di pace. Parlando alla stampa al suo rientro negli Stati Uniti da Roma dove ha incontrato Zelensky in Vaticano, Trump ha risposto “credo di sì” alla domanda se ritenga che il leader ucraino sia disposto a “rinunciare” alla penisola.

Il presidente americano ha quindi aggiunto che l’incontro è “andato bene” e che la questione della Crimea è stata discussa “molto brevemente”.

Spesa militare, Sipri: nel 2024 il più forte aumento da Guerra Fredda

Roma, 28 apr. (askanews) – La spesa militare mondiale ha raggiunto i 2.718 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento del 9,4% in termini reali rispetto al 2023 e il più forte incremento annuo dalla fine della Guerra Fredda. La spesa militare è aumentata in tutte le regioni del mondo, con una crescita particolarmente rapida sia in Europa che in Medio Oriente. I cinque maggiori investitori militari – Stati Uniti, Cina, Russia, Germania e India – hanno rappresentato il 60% del totale globale, con una spesa complessiva di 1.635 miliardi di dollari, secondo i nuovi dati pubblicati oggi dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). La spesa militare italiana è aumentata dell’1,4% a 38 miliardi di dollari.

La spesa complessiva è aumentata nel 2024 del 9,4% rispetto al 2023, registrando il decimo anno consecutivo di aumento. L’Europa, Russia inclusa, è stata la regione che ha speso di più: la spesa militare è aumentata del 17%, arrivando a 693 miliardi di dollari. Nel 2024 la Russia ha speso 149 miliardi di dollari per le sue forze armate, con un aumento del 38% rispetto all’anno precedente e il doppio rispetto al 2015.

Il bilancio militare dell’Ucraina, invasa dalla Russia, è aumentato del 2,9%, raggiungendo i 64,7 miliardi. Sebbene ciò rappresenti solo il 43% dell’equivalente delle risorse russe, Kiev ha registrato il più alto onere militare al mondo, con il 34% del suo Prodotto interno lordo dedicato alla difesa.

Il rapporto sottolinea che in questo ambito si distinguono alcuni Paesi europei. Ad esempio, la spesa militare della Germania è aumentata del 28%, raggiungendo gli 88,5 miliardi di dollari, superando l’India e diventando il quarto maggiore consumatore militare al mondo. “Per la prima volta dalla sua riunificazione, la Germania è diventata il maggiore contributore alla difesa dell’Europa centrale e occidentale”, ha osservato Xiao Liang, ricercatore del programma Spese militari e produzione di armi del SIPRI.

Gli Stati Uniti, il maggiore consumatore mondiale di risorse militari, hanno aumentato il loro budget del 5,7% nel 2024, raggiungendo i 997 miliardi di dollari, pari al 37% della spesa globale e al 66% di quella dei paesi membri della NATO.

I 32 membri dell’Alleanza Atlantica, impegnati in una dinamica di riarmo in vista di un possibile disimpegno americano, hanno tutti considerevolmente aumentato questa voce di spesa. “Entro il 2024, 18 dei 32 Paesi avranno raggiunto l’obiettivo del 2% del PIL” destinato alla spesa militare, un livello senza precedenti dalla fondazione della NATO, secondo il ricercatore del SIPRI. “Nei prossimi anni sono previsti massicci progetti di acquisizione nel settore delle armi”, ha affermato.

La stessa tendenza si riscontra anche in Medio Oriente. Israele continua la sua guerra nella Striscia di Gaza e, nel 2024, la sua spesa militare sarà aumentata del 65%, raggiungendo i 46,5 miliardi di dollari: l’aumento più grande dalla Guerra dei sei giorni del 1967, secondo il SIPRI.

Le spese dell’Iran, d’altro canto, sono diminuite del 10% e ammonteranno a 7,9 miliardi di dollari nel 2024, “nonostante il suo coinvolgimento in conflitti regionali”, sottolinea il SIPRI, perché “l’impatto delle sanzioni ha fortemente limitato la sua capacità di aumentare la spesa”.

Seconda solo agli Stati Uniti, la Cina, che sta investendo nella modernizzazione delle sue forze armate, nell’espansione delle sue capacità di guerra informatica e del suo arsenale nucleare, è ora responsabile della metà della spesa militare in Asia e Oceania. Nel 2024 ha aumentato il suo bilancio militare del 7%, raggiungendo i 314 miliardi di dollari.

“Questo” aumento generale della spesa militare “dimostra davvero le elevate tensioni geopolitiche”, ha affermato Xiao Liang. “È senza precedenti. Si tratta del maggiore aumento dalla fine della Guerra Fredda”. Più di 100 Paesi hanno aumentato i loro bilanci per la difesa lo scorso anno, si legge nel rapporto.

Il pesante incremento avrà anche “un profondo impatto socio-economico e politico”, ha osservato Xiao Liang, perché “i paesi dovranno scendere a compromessi nelle loro scelte di bilancio”. “Abbiamo visto, ad esempio, molti Paesi europei tagliare altre voci di bilancio, come gli aiuti internazionali, per finanziare l’aumento delle risorse destinate all’esercito, (…) o addirittura prendere in considerazione l’aumento delle tasse o l’indebitamento”, ha commentato l’esperto.

Mediobanca lancia un’Offerta pubblica di scambio Generali, uscirà dal Leone

Milano, 28 apr. (askanews) – Mediobanca lancia un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banca Generali, offrendo in cambio l’intera partecipazione che detiene nel Leone di Trieste. L’operazione, si legge in una nota, valorizza Banca Generali per 6,3 miliardi di euro. “L’aggregazione – spiega Piazzetta Cuccia – consente l’evoluzione del rapporto tra Mediobanca e Generali che da finanziario si trasforma in una forte partnership industriale”.

La mossa arriva nel pieno del risiko bancario italiano, con l’istituto di Piazzetta Cuccia sotto scalata da parte del Monte dei Paschi. Non a caso l’istituto guidato da Alberto Nagel ha convocato l’assemblea ordinaria il prossimo 16 giugno per sottoporre agli azionisti l’offerta, che per essere lanciata necessita dell’approvazione dei soci, essendo Mediobanca sottoposta a passivity rule.

Il rapporto di concambio dell’Ops è fissato in 1,7 azioni Generali per ogni azione Banca Generali ex dividendo, in base ai prezzi del 25 aprile 2025. L’offerta comporta un prezzo implicito pari a 54,17 euro per azione con un premio dell’11,4% rispetto ai prezzi undisturbed del 25 aprile 2025; 9,3% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi (Vmap) dell’ultimo mese; 6,5% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi degli ultimi 3 mesi.

Dopo l’assemblea ordinaria del 16 giugno prossimo, a settembre invece è attesa l’approvazione Consob, a valle delle autorizzazioni regolatorie, a cui seguirà il periodo di accettazione nei mesi di settembre e ottobre. La chiusura dell’Ops, subordinata all’accettazione del 50% + 1 azione e alle approvazioni Antitrust, è attesa entro fine ottobre, ha detto l’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, durante la call con gli analisti. Mediobanca, nella nota, spiega che alla data odierna, detiene il 13,02% di Assicurazioni Generali.

Il via libera in cda all’Ops è arrivato con l’astensione dei consiglieri Sandro Panizza e Sabrina Pucci, espressione della lista di Delfin, cassaforte della famiglia Del Vecchio.

L’Ops “imprime una forte accelerazione all’esecuzione del Piano ‘One Brand – One Culture’ trasformando il gruppo Mediobanca in un leader nel Wealth Management per attivi in gestione (210 mld Tfa), ricavi (2 mld), capacità di crescita (oltre 15 mld Nnm annui)”, si legge nella nota. Il wealth management diviene il business prevalente, oltre che prioritario, del gruppo Mediobanca: ricavi raddoppiati a 2 miliardi di euro (45% dei ricavi consolidati) e utile netto quadruplicato a 0,8 mld (50% dell’utile di gruppo).

La combinazione crea “un leader nel mercato Europeo, distintivo per posizionamento, brand, qualità del capitale umano. Il comune Dna di eccellenza e la forte complementarità manageriale e di competenze tra Mediobanca e Banca Generali rafforzano ulteriormente il razionale industriale dell’operazione, rendendo il conseguimento delle sinergie visibile e a basso rischio di esecuzione”. Le sinergie attese sono di 300m, 50% da costi, 28% da ricavi, 22% da funding. Significativa creazione di valore per gli azionisti di Mediobanca con un Rote dal 14% ad oltre il 20%; utile netto consolidato a 1,5 mld, in crescita del 15%; Eps accretive: mid single digit reported Eps, double digit banking EPS2 CET1 al 14%. Confermata la distribuzione cumulata di 4mld del Piano 23-26, coerente con uno yield cumulato del 22% nei prossimi 18 mesi.

“L’unione tra Banca Generali e Mediobanca tramite la riallocazione del capitale detenuto in Assicurazioni Generali completa il percorso di trasformazione del gruppo Mediobanca iniziato oltre dieci anni fa quando, alla progressiva vendita del portafoglio partecipazioni, si è affiancato l’avvio delle attività di Wealth Management ed il forte potenziamento di quelle di Investment Banking e di Credito al Consumo”, ha detto l’Ad di Mediobanca Alberto Nagel. “La creazione di un Gruppo diversificato, focalizzato in business con prospettive di crescita ben superiori al mercato, a basso assorbimento di capitale e capaci di produrre ricavi ed utili visibili e ricorrenti è l’obiettivo ultimo che da sempre guida la nostra strategia. Un Gruppo solido e profittevole, che eccelle per creazione di valore per tutti gli stakeholder. Nasce oggi un leader del Wealth Management, che unendo una comune filosofia di eccellenza e performance, si pone come riferimento nel panorama del sistema finanziario italiano ed europeo”.

Trump: "rivoglio il Columbus Day", Axios: non ha poteri per farlo

Milano, 28 apr. (askanews) – Forse anche ispirato dal recente viaggio a Roma, il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha dichiarato che intende ripristinare il Columbus Day come festività federale, incolpando i democratici per averlo voluto “distruggere”. Immediatamente Axios ha fatto notare che un presidente non può cancellare o dichiarare unilateralmente le festività federali (per una mossa del genere è necessario il Congresso) e il Columbus Day è ancora una festività federale, sebbene l’Indigenous Peoples Day lo abbia sostituito in oltre 200 città e in diversi stati a partire dall’anno scorso.

Il Maine, il Vermont, il New Mexico, Washington DC, Los Angeles e Seattle sono tra gli stati che celebrano l’Indigenous Peoples Day il secondo lunedì di ottobre, la stessa data del Columbus Day. Tre stati, New York, Rhode Island e Nebraska, riconoscono entrambe le festività.

Nell’ottobre 2024, una ricerca condotta da Axios ha scoperto che oltre la metà degli stati Usa non riconosce nessuno dei due giorni come festività nazionale.

“Sto facendo risorgere il Columbus Day dalle sue ceneri. I Democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano così tanto”, ha scritto Trump domenica su Truth.

“Hanno abbattuto le sue statue e non hanno messo altro che ‘WOKE’, o peggio ancora, niente del tutto! Beh, sarete felici di sapere che Christopher (Cristoforo Colombo) farà un grande ritorno”, ha detto. Trump ha aggiunto che avrebbe ripristinato la festività “con le stesse regole, date e luoghi di tutti i decenni precedenti!” Ma i poteri presidenziali per istituire festività federali sono limitati, come l’emissione di un ordine esecutivo per una giornata di lutto nazionale, sottolinea Axios. Il Congresso è tenuto a istituire una festività federale utilizzando lo stesso processo utilizzato per approvare qualsiasi legge. Ogni ordine esecutivo presidenziale avrebbe validità una sola volta e dovrebbe essere rinnovato ogni anno successivo per restare attivo.

Il senatore del New Mexico Martin Heinrich ha presentato un disegno di legge e diversi rappresentanti hanno fatto lo stesso alla Camera nell’autunno del 2023 per far diventare l’Indigenous Peoples Day una festività federale al posto del Columbus Day. Nessuno dei due progetti di legge è stato sottoposto a votazione in aula.

La Giornata dei popoli indigeni è partita negli anni ’90 e da allora ha acquisito sempre più importanza, anche quando il presidente Joe Biden è diventato il primo presidente a riconoscere formalmente la festività con una proclamazione.

L’amministrazione Biden ha continuato a celebrare il Columbus Day e ha pubblicato vari documenti sulla festività durante tutta la sua presidenza. Mentre Cristoforo Colombo è diventato una figura dibattuta negli Usa: molti si oppongono alla celebrazione di una giornata in onore dell’esploratore del XVI secolo, dati i trascorsi di colonizzazione, tortura e genocidio dei popoli indigeni.

Le proteste contro Colombo e la festa a lui dedicata sono culminate nell’estate del 2020, quando diverse statue di Colombo sono state vandalizzate o danneggiate dal movimento Black Lives Matter. Secondo un rapporto della CBS News , nel settembre 2020 almeno 33 statue sono state rimosse o sono in procinto di essere rimosse.

Ma ovviamente oltre a questo c’è il simbolo della scoperta che resta e il rapporto forte degli Stati Uniti d’America con quello che è ancora un punto di riferimento per la comunità italiana.

Mediobanca lancia Ops su Banca Generali, uscirà dal Leone

Milano, 28 apr. (askanews) – Mediobanca lancia un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banca Generali, offrendo in cambio l’intera partecipazione che detiene nel Leone di Trieste. L’operazione, si legge in una nota, valorizza Banca Generali per 6,3 miliardi di euro. “L’aggregazione – spiega Piazzetta Cuccia – consente l’evoluzione del rapporto tra Mediobanca e Generali che da finanziario si trasforma in una forte partnership industriale”.

La mossa arriva nel pieno del risiko bancario italiano, con l’istituto di Piazzetta Cuccia sotto scalata da parte del Monte dei Paschi. Non a caso l’istituto guidato da Alberto Nagel ha convocato l’assemblea ordinaria il prossimo 16 giugno per sottoporre agli azionisti l’offerta, che per essere lanciata necessita dell’approvazione dei soci, essendo Mediobanca sottoposta a passivity rule.

Il rapporto di concambio dell’Ops è fissato in 1,7 azioni Generali per ogni azione Banca Generali ex dividendo, in base ai prezzi del 25 aprile 2025. L’offerta comporta un prezzo implicito pari a 54,17 euro per azione con un premio dell’11,4% rispetto ai prezzi undisturbed del 25 aprile 2025; 9,3% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi (Vmap) dell’ultimo mese; 6,5% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi degli ultimi 3 mesi.

Dopo l’assemblea ordinaria del 16 giugno prossimo, a settembre invece è attesa l’approvazione Consob, a valle delle autorizzazioni regolatorie, a cui seguirà il periodo di accettazione nei mesi di settembre e ottobre. La chiusura dell’Ops, subordinata all’accettazione del 50% + 1 azione e alle approvazioni Antitrust, è attesa entro fine ottobre, ha detto l’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, durante la call con gli analisti. Mediobanca, nella nota, spiega che alla data odierna, detiene il 13,02% di Assicurazioni Generali.

Il via libera in cda all’Ops è arrivato con l’astensione dei consiglieri Sandro Panizza e Sabrina Pucci, espressione della lista di Delfin, cassaforte della famiglia Del Vecchio.

L’Ops “imprime una forte accelerazione all’esecuzione del Piano ‘One Brand – One Culture’ trasformando il gruppo Mediobanca in un leader nel Wealth Management per attivi in gestione (210 mld Tfa), ricavi (2 mld), capacità di crescita (oltre 15 mld Nnm annui)”, si legge nella nota. Il wealth management diviene il business prevalente, oltre che prioritario, del gruppo Mediobanca: ricavi raddoppiati a 2 miliardi di euro (45% dei ricavi consolidati) e utile netto quadruplicato a 0,8 mld (50% dell’utile di gruppo).

La combinazione crea “un leader nel mercato Europeo, distintivo per posizionamento, brand, qualità del capitale umano. Il comune Dna di eccellenza e la forte complementarità manageriale e di competenze tra Mediobanca e Banca Generali rafforzano ulteriormente il razionale industriale dell’operazione, rendendo il conseguimento delle sinergie visibile e a basso rischio di esecuzione”. Le sinergie attese sono di 300m, 50% da costi, 28% da ricavi, 22% da funding. Significativa creazione di valore per gli azionisti di Mediobanca con un Rote dal 14% ad oltre il 20%; utile netto consolidato a 1,5 mld, in crescita del 15%; Eps accretive: mid single digit reported Eps, double digit banking EPS2 CET1 al 14%. Confermata la distribuzione cumulata di 4mld del Piano 23-26, coerente con uno yield cumulato del 22% nei prossimi 18 mesi.

“L’unione tra Banca Generali e Mediobanca tramite la riallocazione del capitale detenuto in Assicurazioni Generali completa il percorso di trasformazione del gruppo Mediobanca iniziato oltre dieci anni fa quando, alla progressiva vendita del portafoglio partecipazioni, si è affiancato l’avvio delle attività di Wealth Management ed il forte potenziamento di quelle di Investment Banking e di Credito al Consumo”, ha detto l’Ad di Mediobanca Alberto Nagel. “La creazione di un Gruppo diversificato, focalizzato in business con prospettive di crescita ben superiori al mercato, a basso assorbimento di capitale e capaci di produrre ricavi ed utili visibili e ricorrenti è l’obiettivo ultimo che da sempre guida la nostra strategia. Un Gruppo solido e profittevole, che eccelle per creazione di valore per tutti gli stakeholder. Nasce oggi un leader del Wealth Management, che unendo una comune filosofia di eccellenza e performance, si pone come riferimento nel panorama del sistema finanziario italiano ed europeo”.