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domenica, 3 Agosto, 2025
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Rivoluzione digitale sanit: Asl Caserta protagonista cambiamento

Napoli, 25 lug. (askanews) – Garantire maggiore efficienza ai servizi e una migliore allocazione delle risorse. l’obiettivo dell’insieme di attivit innovative messe in campo dall”ASL di Caserta, che si occupa dei bisogni di salute di circa 910mila assistiti, che ha dato inizio ad un percorso di adeguamento dei propri sistemi informativi. Le iniziative, progettualit e processi della trasformazione digitale in atto, sono state illustrate attraverso le testimonianze dei protagonisti presso l’Ospedale di Marcianise. L’ASL di Caserta ha posto enfasi alla digitalizzazione dei servizi al cittadino, alla sicurezza dei dati sensibili e alla connettivit dell’infrastruttura. Anche realizzando una piattaforma di interfaccia unica per tutti i cittadini attraverso la quale possono accedere ai propri percorsi sanitari ospedalieri e territoriali. Cos Amedeo Blasotti, Direttore Generale dell’Asl di Caserta: “Noi iniziamo un processo di cambiamento che non solo tecnico ma anche culturale. L’idea che la digitalizzazione entri nel sistema sanitario, ma pi che altro entra nel sistema del rapporto tra sanit e cittadino, qualcosa di innovativo. Ecco, noi questa sfida non la dobbiamo perdere. Stiamo andando avanti, avremo una rivoluzione in termini di dati, in termini di assistenza con i cittadini, ci vorr un po’ di tempo ma la prima fase chiusa, oggi noi chiudiamo una fase importante. Il progetto durer fino al 2028, saremo sempre pi connessi tra il territorio e l’ospedale: questa la cosa importante, non bisogna essere pi separati, cio prendere in carico un paziente significa prenderlo in carico non solo per le patologie ma prenderlo in carico anche da un punto di vista digitale, da un punto di vista di notizie, da un punto di vista di prevenzione, ecco questo il nostro obiettivo”.

Di pari passo con l’avanzamento del progetto (digitalizzazione dei sistemi, dei processi e raccolta dati) viene formato il personale. “Un progetto del genere non poteva avvenire senza una formazione – continua Blasotti – bisogna essere una azienda che sia work in progress, con la possibilit di essere formati, di essere ascoltati, questo importante. Questo processo sta andando in giro per ogni distretto, va all’interno degli ospedali, si parla con gli operatori ospedali, quindi la formazione una formazione specifica ma una formazione aperta, una formazione che forma ma che ascolta pure, ecco questo il cambiamento”. Anche la regione Campania, in parte, ha sostenuto economicamente questo progetto. Massimo Bisogno, direttore generale della transizione di Regione Campania: “La Regione Campania ormai da anni ha fatto investimenti sulla sanit digitale. In termini di digitalizzazione siamo ormai all’avanguardia. Sono circa cinque anni che ormai l’amministrazione regionale ha investito in questo segmento sia a livello regionale che a livello di aziende sanitarie e aziende ospedaliere”.

La fase 1 del progetto di digitalizzazione dell’ASL, fortemente incentrata sui servizi amministrativi e sul potenziamento dell’infrastruttura quasi terminata mentre la per quanto concerne la fase 2, che vede lo sviluppo della Cartella Clinica territoriale dell’Assistito e del sistema di interoperabilit degli applicativi in avanzato corso di realizzazione e completer tutti gli interventi entro fine anno raggiungendo un livello “6” di digitalizzazione dei processi misurati con il modello EMRAM L’Asl partita dal livello 1 nel 2023 ed il massimo livello previsto EMRAM 7, che dovrebbe essere raggiunto con il completamento della Fase 3, appena avviata e che vedr la realizzazione del sistema di accesso unico, del sistema di gestione documentale e del bilancio di sostenibilit dell’Azienda che si concluder nel dicembre del 2027.

Il Garante dell’infanzia della Calabria scrive a Netanyahu: a Gaza uno sterminio

Milano, 25 lug. (askanews) – Iniziativa del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che stamane ha inviato una lettera al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu: “Il mio incarico istituzionale non è apicale – scrive – non fa parte dei ‘potentati’, è piuttosto di servizio ai più piccoli, anzi spesso con le stesse istituzioni si scontra per la mancata applicazione dei diritti di tutti i bambini, ma forse è più rappresentativo e avvertito dall’opinione pubblica, proprio perché rappresenta le esigenze della gente comune, dal basso”.

“Chi riveste il mio ruolo – continua il Garante – ogni giorno lavora per impedire che anche solo un bambino possa morire per qualsivoglia disfunzione dei servizi. A Gaza, invece, i bambini arrivano sani e muoiono di fame o colpiti da armi da fuoco. Questa non è guerra, è sterminio!”.

“Nel mio Paese, l’Italia – sottolinea Marziale – conformi all’iniziativa dell’UNESCO, celebriamo ogni anno la “Giornata della Memoria”, dedicata alle vittime innocenti dell’olocausto nazista: perché proprio il popolo che ha patito l’ingiustizia di una barbarie, oggi, è insensibile verso gli innocenti della Palestina? Perché non colpisce soltanto l’organizzazione terroristica di Hamas e lascia morire, invece, ignari bambini?”.

Il Garante così conclude: “Sono domande semplici, tuttavia mi piacerebbe poterne parlare con Lei. Le chiedo, Signor Primo Ministro, di volermi ricevere. Quando si riveste un ruolo come il mio, non si è tutori soltanto dei diritti dei bambini del proprio territorio, ma ci si deve occupare di tutti, anche perché la Dichiarazione Onu li riconosce cittadini del mondo”.

La lettera del Garante Marziale è stata inviata per conoscenza anche al ministro degli esteri, Antonio Tajani, all’ambasciatore d’Israele in Italia Jonathan Peled ed all’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari.

Usa: sconsiderata la decisione di Macron di riconoscere la Palestina

Roma, 25 lug. (askanews) – Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha condannato la decisione “sconsiderata” del presidente francese Emmanuel Macron di riconoscere lo Stato palestinese.

“Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano di Emmanuel Macron di riconoscere uno Stato palestinese all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e nuoce alla pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”, ha scritto Rubio sul suo profilo di X.

Separazione carriere, Tajani: vittoria epocale, no attacco a toghe

Roma, 25 lug. (askanews) – Applauso del Consiglio nazionale di Forza Italia in ricordo di Silvio Berlusconi, quando il segretario Antonio Tajani ha parlato del via libera del Senato alla separazione delle carriere.

Questa riunione – ha spiegato – per noi “è una festa, questa settima per noi ha rappresentato un momento storico, il coronamento di una battaglia politica durata dal ’94 fino a oggi. Il voto del Senato rappresenta una vittoria epocale. E questo applauso lo dedichiamo a Silvio Berlusconi” perché “questa è una vittoria politica e morale”.

“Nessuno vuole attaccare la magistratura, lo spirito è completamente diverso stiamo portando al termine questa riforma al servizi del cittadino”.

La Nato ha ripreso la seconda fase di Neptune Strike 2025

Milano, 25 lug. (askanews) – Il 24 luglio 2025 ha segnato la ripresa di Neptune Strike 25-2, la seconda iterazione dell’attività di vigilanza potenziata (eVA) della NATO.

Il Gerald R. Ford Carrier Strike Group, sotto il comando della NATO, opera con navi e aerei di sette nazioni per dimostrare la sua elevata capacità in mare durante la seconda metà dell’attività Neptune Strike 25-2. Questo, dopo la partecipazione della Spagna a fine giugno con il suo Expeditionary Combat Group.

Il Gerald R. Ford Carrier Strike Group, comandato dalla portaerei USS Gerald R. Ford (CVN 78), con le sue capacità aeronavali, è in grado di schierarsi ovunque per lunghi periodi di tempo, dimostrando le sue enormi potenzialità (long-range strikes) e la sua capacità (comprehensive warfare capability).

Ad accompagnare la portaerei USS Gerald R. Ford ci sono i cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke: USS Bainbridge (DOG 96), USS Mahan (DOG 72) e USS Winston S. Churchill (DOG 81), che completano la flotta di potenza proiettata. A supportare le capacità a lungo raggio del CSG è l’ampia gamma di mezzi aerei, composta da: FIA-18E/F Super Hornet, EA-18G Growlers, E-2D Advanced Hawkeyes, elicotteri MH-60 Seahawk e C-2A Greyhound.

Mentre il Carrier Strike Group statunitense opererà prevalentemente nel Mar Mediterraneo, questa seconda metà di Neptune Strike 25-2 vedrà il Carrier Strike Group e le nazioni alleate di supporto, condurre missioni a lungo raggio nelle aree di operazioni della NATO, tra cui la regione del Mar Baltico e del Mar Nero.

Questi sforzi sosterranno l’addestramento dinamico con le forze marittime della NATO e degli alleati al fine di creare capacità di alto livello, abilitare capacità di difesa collettiva e fornire alla NATO la capacità strategica e operativa necessaria per garantire i nostri alleati e partner.

Alla fine di giugno, il Gruppo di Combattimento di Spedizione Spagnolo, composto dall’ammiraglia della Marina spagnola, la piattaforma di atterraggio per elicotteri (LHD) Juan Carlos I, ha guidato la prima metà dell’operazione Neptune Strike 25-2, che ha condotto attacchi a lungo raggio dal Mar Mediterraneo centrale su poligoni di addestramento in Croazia, Slovacchia e Romania.

In totale, Neptune Strike 25-2 vede la partecipazione di 13 nazioni alleate, tra cui: Croazia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna, Slovacchia, Regno Unito e Stati Uniti. La serie Neptune Strike è un’attività di vigilanza pianificata a lungo termine, deliberatamente pianificata ed eseguita dinamicamente a supporto degli obiettivi di deterrenza della NATO, guidata e diretta dal Quartier Generale Supremo Alleato in Europa (SHAPE) della NATO.

Le attività Neptune Strike sono condotte nel rispetto del diritto e degli standard internazionali e sono di natura difensiva.

Vacanze, Confesercenti: in ultimo weekend luglio occupate 8 camere su 10

Roma, 25 lug. (askanews) – L’ultimo weekend di luglio segna l’inizio della partenza verso le vacanze, con oltre 6,4 milioni di presenze attese nelle strutture ricettive italiane tra il 25 e il 27 luglio. Le prenotazioni raccolte sulle principali piattaforme online indicano un tasso di saturazione medio del 79%, quasi otto camere occupate su dieci. “Un dato positivo, ma leggermente inferiore al 2024, quando nello stesso periodo era stato rilevato l’82%. In termini assoluti, la differenza corrisponde a circa 150mila pernottamenti”. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di un’indagine condotta da Cst – Centro studi turistici di Firenze analizzando la disponibilità ricettiva sui principali portali delle Olta (online travel agencies) per il periodo 25-27 luglio 2025 (2 notti).

L’analisi conferma la forte attrattività delle località dei laghi e marine, che registrano rispettivamente l’89% e l’88% di occupazione. Restano indietro le città d’arte, al 72%, in frenata rispetto allo scorso anno, mentre le località termali si fermano al 71%. Le destinazioni montane segnano un 76% di saturazione e quelle rurali e collinari il 75%.

Anche per le macroaree geografiche la tendenza è differenziata. Il Nord Ovest guida la classifica con un tasso di occupazione dell’81%, trainato dalle buone performance della Liguria. Segue il Nord Est, con il 79%, soprattutto grazie alla buona performance delle strutture del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia. Sotto la media, invece, il Centro (76%) e il Sud con le Isole (75%), nonostante i buoni risultati di Sardegna e Puglia.

“Dopo un avvio di stagione più lento del previsto, tra le imprese c’è attesa per l’accelerazione d’agosto”, dichiara Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti. “Finora è stata un’estate anomala, con andamenti altalenanti e un ritorno del turismo ‘mordi e fuggi’ del weekend. Cresce la componente straniera, mentre la domanda interna procede con maggiore cautela. L’ultimo weekend di luglio rappresenta il primo vero banco di prova per il clou dell’estate, che soprattutto per il comparto balneare coincide con agosto: confidiamo che possa dare slancio alla stagione”.

Luiss School of Government: giovani diplomatici africani a Roma

Roma, 24 lug. (askanews) – Quarta edizione per il Master in Global Public Diplomacy and Sustainable Development, promosso congiuntamente dalla School of Government dell’Universit Luiss Guido Carli e dall’Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca (UNITAR), con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il programma ha coinvolto 28 giovani diplomatici under 40 provenienti da 22 Paesi africani, selezionati tra i pi promettenti membri delle diplomazie nazionali e delle principali organizzazioni internazionali del continente, tra cui African Union, ECOWAS e IGAD.

Dopo una prima parte online avviata a marzo 2025 e conclusasi a giugno, a Roma si svolto il modulo in presenza presso il campus della Luiss. L’obiettivo fornire strumenti teorici e pratici per affrontare le sfide contemporanee della diplomazia internazionale e dello sviluppo sostenibile, anche attraverso visite presso i partner istituzionali e testimonianze in aula di esperti. Tra i temi affrontati nel corso: la diplomazia digitale, le politiche energetiche, la sicurezza alimentare, le relazioni commerciali europee e globali.

Jihane Chreif, Guinea, African Union:

“Penso che tra le conversazioni pi opportune che abbiamo avuto rientra certamente la nuova strategia italiana verso l’Africa, il cosiddetto Piano Mattei. Che solleva diverse questioni interessanti. Riconoscendo che una nuova diplomazia nata in una prospettiva di condivisione degli obiettivi e in particolare con una consultazione franca tra Africa e Unione Europea”.

Kevin Elrige Tchatcho Tchetda, Camerun, African Union3

“Di particolare interesse sono stati i temi relativi alla diplomazia economica, molto importanti e strategici, perch l’Africa deve essere capace di avere pi opportunit in materia di commercio, e non con accordi non convenienti, ovviamente con differenti approcci rispetto all’Unione europea o alla Cina. Cos come di interesse stato il tema Cyber Security, qualcosa che molto critico e su cui dobbiamo ancora lavorare e investire, insieme, sul trasferimento tecnologico dall’occidente, sulla capacity building e sulla costruzione di reti a supporto”.

Josephine Njambi Wambugu, Kenya, Ministero degli Affari Esteri:

“E’ stata una meravigliosa esperienza essere parte di questo Master, aprendoci alle prospettive dell’Unione europea ma guardando al punto di convergenza, o di divergenza, per trovare la via per lavorare insieme tra continenti e paesi”.

La Luiss School of Government conferma dunque il proprio impegno a favore della formazione di una nuova generazione di leader diplomatici globali. Un ponte tra le istituzioni del continente africano e l’Europa, capace di favorire il dialogo multilaterale, costruito grazie a questo programma che per l’universit rappresenta un vero valore aggiunto.

Gaetano Quagliariello, Dean Luiss School of Government:

“Innanzitutto si rafforza il profilo internazionale della Scuola. In secondo luogo crea una solidariet tra giovani diplomatici italiani e africani, solidariet che si prolunga nel tempo. Tutto questo riguarda poi una zona del mondo che cruciale per l’Europa e per l’Italia, mettendo appunto in collegamento il continente europeo e l’Africa. E’ stata una intuizione giusta il Piano Mattei e noi lavoriamo all’interno di quel solco”.

Terrazza Martini in tour, tappe anche a Noto e Forte dei Marmi

Milano, 25 lug. – Non solo Milano e la vista sul Duomo e la citt: Terrazza Martini per l’estate 2025 ha lanciato un tour europeo tra rooftop bar e piazze di tante localit, tra esse anche due tappe italiane, a Forte dei Marmi in Versilia e a Noto in Sicilia. Si tratta di “Terrazza Martini on tour”, l’iniziativa aperta al pubblico pensata per accompagnare l’estate, con il punto forte del rito dell’aperitivo al tramonto, tra musica, incontri e paesaggio. A Noto la Terrazza Martini sar al Gagliardi Boutique Hotel fino a novembre, a Forte dei Marmi invece al Caff Giardino fino a settembre.

Il tour anche l’occasione per lanciare nuovi drink, come il Martini Bianco Spritz, che unisce il vermouth bianco a una bollicina e rappresenta la proposta per questa stagione estiva 2025. Momento che segna anche l’annuncio di un nuovo “Martini Man”, l’attore britannico Jonathan Bailey, chiamato a impersonare la voglia di scelte “Off script”, ossia fuori dal comune, all’insegna del gioco, della scoperta e della spontaneit.

Cronache milanesi… un palazzo a tre piani

Le cronache milanesi di questi giorni somigliano a una torta a tre strati. O meglio, a un palazzo a tre piani. C’è la giustizia, c’è la società, c’è la politica. Sulla giustizia sarà doveroso attendere l’esito delle cose. Magari evitando gli eccessi delle opposte tifoserie, che vedono in ogni gesto della magistratura, di volta in volta, o la salvezza morale del Paese o la condanna pregiudiziale della politica.

 

Un modello a doppia velocità

Sulla società, e cioè sul modello di città, ci sarebbe da dire qualcosa in più. La scommessa della Milano che conta era rivolta a un’élite cosmopolita la cui presenza è considerata vitale per lo sviluppo della metropoli. In parte, questa scommessa è sembrata giusta. Ma il prezzo che sta comportando è la progressiva scomparsa del ceto medio. Come a voler dividere la città tra una parte che ha successo e fa fortuna (ed è bene che la faccia) e un’altra parte che sopravvive ai suoi margini (e sarebbe bene che godesse di qualche opportunità in più).

Si ripete il paradosso della Prima Repubblica

È un modello che di questi tempi va per la maggiore, non solo all’ombra del Duomo. Ma è un modello che denuncia più di una criticità – e non solo in termini di giustizia sociale.

Sulla politica, infine, si ripete il paradosso della Prima Repubblica. Che sceglieva la gran parte dei suoi leader al di sotto della linea gotica, come a dividere in due la geografia del palazzo. A sud i maestri del consenso, al nord i campioni dell’economia. Con una eccezione, quella di Bettino Craxi.

Ora, è piuttosto ovvio che una capitale “morale” del Paese che appare priva di buoni condottieri politici difficilmente vada lontano. E infatti parte della crisi sta proprio qui.

Fonte: La Voce del Popolo – 24 luglio 2025

[Articolo qui riproposto per gentile concessione dell’autore e del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]

Giovani, merito, lavoro: o si riparte o si declina

L’Italia è un Paese esausto, seduto su una sedia a dondolo, che ondeggia tra nostalgia e rassegnazione. Troppi anziani, pochi giovani, e un’idea tossica: che tutto debba restare com’è. Invece tutto sta franando. La demografia non perdona. Se non si nasce, se non si lavora, se non si produce, si decade. E l’Italia sta già declinando, lentamente, ma inesorabilmente.

Il problema non è che ci sono troppi anziani. Il problema è che il sistema è inchiodato al passato, costruito per difendere rendite acquisite, paralizzato da un welfare che premia l’inerzia e ignora il merito. Gli anziani sono diventati una massa critica elettorale che detta l’agenda politica. Ma non è con i voti della nostalgia che si costruisce il futuro. Il lavoro è la chiave. E l’Italia, invece di valorizzare chi lavora e produce, ha smesso di credere nel lavoro come motore di dignità e crescita.

Nel Paese che invecchia, i giovani fuggono. Non solo fisicamente, emigrando all’estero. Fuggono anche mentalmente: dalla politica, dalla partecipazione, dalla fiducia. E hanno ragione. In un mercato dove le competenze non contano, dove chi vale viene umiliato, dove le carriere sono inchiodate da gerarchie stanche e intoccabili, il merito è diventato un ospite sgradito.

Il lavoro va liberato. Bisogna ripensare tutto: premiare il merito, smascherare le rendite, sgretolare gli automatismi. Gli anziani attivi — che vogliono e possono contribuire — vanno coinvolti, non parcheggiati. Hanno competenze, esperienza, lucidità: ma devono uscire dalla logica del “diritto garantito” e rientrare in quella della responsabilità condivisa. Chi può e vuole restare produttivo, va incentivato anche per rafforzare la propria pensione— non punito con penalizzazioni astratte.

I giovani, invece, vanno messi al centro. Non con mance o bonus estemporanei, ma con un progetto serio. Formazione tecnica di qualità, accesso rapido e meritocratico al lavoro, salario dignitoso, progressione chiara e legata alla competenza, non all’anzianità. L’idea che tutti valgano allo stesso modo, a prescindere dall’impegno, è veleno puro. Una società che non riconosce e premia il merito è destinata al collasso.

Nel mondo globale, i Paesi giovani, ambiziosi e aggressivi — India, Indonesia, Turchia, Egitto — stanno affilando le armi. Producono, investono, invadono mercati. Noi invece difendiamo status, privilegi, impieghi protetti. Un Paese con una demografia ferma e una società bloccata è un bersaglio perfetto. Non servono bombe per conquistarlo: basta aspettare che si spenga da solo.

Entro il 2030, l’Italia avrà bisogno di oltre 4 milioni di nuovi lavoratori qualificati. Ma se non si cambia subito, non li troverà. Né tra i giovani fuggiti, né tra gli immigrati respinti, né tra gli anziani esclusi. Il lavoro è l’ultima frontiera della dignità nazionale. Serve un patto tra generazioni: i vecchi diano spazio e trasmettano saperi, i giovani portino energia e innovazione, lo Stato garantisca un sistema che premi chi si spende davvero.

Altrimenti resterà solo il silenzio di un Paese che invecchia, mormorando di un passato glorioso che non riesce più nemmeno a ricordare.

Vergogna a Gaza: Macron apre alla Palestina, l’Occidente non può più tacere

La situazione umanitaria a Gaza ha superato ogni limite di decenza. Fame, bombardamenti mirati sui civili, ospedali distrutti, bambini massacrati mentre attendono un pugno di riso: è la fotografia quotidiana di una crisi che l’Occidente continua a osservare con inaccettabile passività. Israele colpisce scuole, chiese, giornalisti, delegazioni internazionali. Il suo è un progetto sistematico di espulsione, uno sradicamento violento del popolo palestinese dalla propria terra.

In questa tragedia, la comunità internazionale resta paralizzata da parole vuote. Appelli alla pace che si dissolvono nel rumore delle bombe. Troppo spesso si finge di non vedere, come già accadde in altri momenti oscuri del Novecento. E proprio da Israele, che fu vittima della persecuzione nazista, ci si aspettava una memoria operante, non una replica tragica dell’ingiustizia.

La svolta di Macron

Adesso qualcosa si muove. Per la prima volta, un grande Paese europeo rompe il muro della neutralità. “Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Ne farò l’annuncio solenne all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il prossimo settembre”, ha scritto Emmanuel Macron. Una dichiarazione che, nel definire “possibile” la pace, segna un punto di non ritorno.

Anche il Regno Unito e altri governi stanno valutando di seguire Parigi. È un segnale forte che isola la politica aggressiva di Netanyahu e ne denuncia apertamente le responsabilità. Il premier israeliano, con le sue scelte, ha compromesso il dialogo interreligioso e riacceso pericolosi sentimenti di ostilità contro le comunità ebraiche nel mondo. La memoria del 7 ottobre — strage efferata di Hamas — è stata offuscata da una reazione sproporzionata e distruttiva.

Oltre la follia

Le parole servono a poco, ormai. A Gaza si vive e si muore in modo disumano. Il “civile Occidente” ha il dovere morale di agire, anche valutando l’invio di una forza di interposizione per fermare la mattanza. Non ci si può più rifugiare nella retorica delle equidistanze o nelle dissertazioni sulla definizione di genocidio.

Chi ha ancora coscienza non può che unirsi al grido del cardinale Augusto Paolo Lojudice: “C’è chi si è stracciato le vesti leggendo la parola genocidio usata da Francesco in un libro, ma a Gaza siamo oltre la follia; è all’opera il male più sfrenato e senza logica. L’uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio. Nessuna violenza può strumentalizzare il nome di Dio. A Gerusalemme ho sentito frange fondamentaliste farsi scudo delle Scritture per calpestare i diritti umani. In realtà non c’è più modo di tentare una spiegazione”.

Mercato & Mercati: il modello Milano si trasferisce a Roma?

Il Partito Democratico s’intesta pubblicamente il progetto di riqualificazione degli ex Mercati Generali, presentandolo attraverso la capogruppo in Campidoglio, Valeria Baglio.

«In Assemblea Capitolina abbiamo approvato la delibera di interesse pubblico che dà il via a un progetto atteso da oltre 25 anni», ha dichiarato. «La riqualificazione dell’area, nel cuore dell’VIII Municipio, restituirà alla città uno spazio urbano abbandonato, trasformandolo in un luogo vivo e aperto. Non si tratta solo di un intervento urbanistico, ma di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, coerente con gli obiettivi di una capitale europea moderna. Il progetto prevede piazze pubbliche, spazi verdi, laboratori, parcheggi, servizi per studenti e residenti, e un campus universitario. Un ambiente pensato per la partecipazione e l’incontro».

Baglio ha insistito sull’importanza del momento: «È ora, prima della definizione del progetto esecutivo, che dobbiamo ascoltare i bisogni reali dei cittadini e correggere la rotta dove necessario. Per questo abbiamo accompagnato la delibera con una serie di ordini del giorno che pongono l’accento su servizi, inclusione sociale, sostenibilità e interesse pubblico. Chiediamo un aumento dei posti letto per gli studenti e formule agevolate, attraverso bandi pubblici, per chi ha redditi bassi, in collaborazione con Disco Lazio e le associazioni studentesche».

Quanto ai vincoli esistenti, la consigliera precisa: «Tutto ciò che resta dei vecchi Mercati Generali non sarà abbattuto, ma valorizzato e integrato nel nuovo disegno urbano, in un dialogo tra memoria e futuro. Nessun centro commerciale, nessun consumo indiscriminato di suolo: ci saranno spazi per cultura, formazione, servizi, una mediateca, un centro anziani e una quota significativa di alloggi a prezzo calmierato. Oltre il 26% dei posti letto sarà riservato a studenti con minori possibilità economiche: più di 500 unità. Ma vogliamo fare ancora di più».

Un progetto strategico o una mega operazione edilizia?

A parole, tutto appare virtuoso. Ma la realtà racconta un’operazione scollegata da un disegno coerente di ricucitura urbana. Si tratta, di fatto, di un intervento edilizio su area pubblica, dove il 60% della superficie sarà destinato a edilizia privata. I servizi previsti rientrano negli oneri concessori: nulla più, nulla meno.

Sembra che a realizzare l’intervento sarà il Gruppo Toti, come riportano le cronache. Ma con quali procedure? Nella comunicazione pubblica, per ora, non emerge alcuna risposta precisa. Bisogna essere chiari: che le parti vincolate dei Mercati non vengano toccate è ovvio — si tratta di un obbligo, non di un merito della Giunta.

 

Domande senza risposta

Colpisce che il Pd rivendichi con orgoglio, nei propri ordini del giorno, una serie di migliorie e potenziamenti nei servizi. Ma chi li finanzia? In genere, queste richieste comportano un aumento delle cubature. Basti ricordare la vicenda, mai giunta a conclusione, dello stadio della Roma a Tor di Valle, con annesso centro direzionale. Si sta ripetendo lo stesso schema che allora paralizzò la giunta Marino? E se no, come si è ovviato — o si intende ovviare — a questo rischio?

In termini più generali, colpisce l’assenza di una visione urbanistica complessiva. Rispetto al grande piano dello SDO, il Sistema Direzionale Orientale previsto dal PRG del 1962–65, ci si muove ancora una volta a pezzi, senza un disegno strategico. Interventi frammentati, scollegati, occasionali.

Ad occhio e croce, non è (per ora) una bella pagina per Roma.

Porto Cervo, l’Italia Polo Challenge incanta la Costa Smeralda

Roma, 24 lug. – Nel cuore scintillante della Costa Smeralda, tra eleganza, tradizione e sport, si conclusa con successo la quinta edizione dell’Italia Polo Challenge – Porto Cervo, tappa di rilievo del circuito promosso dalla Federazione Italiana Sport Equestri (FISE).

L’evento ha unito adrenalina e cultura equestre, consolidando il ruolo del polo come disciplina in crescita sul panorama sportivo nazionale. Grande protagonista stato il formato “Arena Polo”, adottato in tutte le tappe del circuito: una formula dinamica e spettacolare, con partite tre contro tre disputate su campi d’erba o sabbia, pensata per rendere il polo pi accessibile e coinvolgente. Il campo ridotto e l’intensit del gioco permettono agli spettatori di vivere ogni azione da vicino, favorendo la comprensione e la passione per questo sport tradizionalmente considerato d’lite. Elemento chiave della strategia di sviluppo promossa da FISE anche il nuovo “Circuito di Crescita”, un progetto dedicato alla formazione delle nuove generazioni di giocatori. Attraverso un percorso strutturato che include anche il polo pony, i giovani vengono introdotti alla disciplina con un approccio educativo, progressivo e orientato alla valorizzazione del binomio cavallo-cavaliere. Il progetto ha l’obiettivo di costruire un vivaio di talenti, rafforzando al tempo stesso la base culturale e tecnica del polo italiano.

Sul piano sportivo, la tappa di Porto Cervo ha confermato il dominio del team U.S. Polo Assn., che ha bissato il successo della scorsa stagione conquistando nuovamente il primo posto. Brillante anche la performance del team Union/Ecoservice, che si imposto nella finale per il terzo posto con una prestazione sorprendente, regalando entusiasmo e orgoglio ai tifosi locali. Con la sua miscela di tradizione, spettacolo e innovazione, l’Italia Polo Challenge si conferma la piattaforma ideale per far crescere il polo in Italia. Un progetto che guarda al futuro e coinvolge sempre pi giovani e appassionati, grazie al dinamismo dell’Arena Polo e alla visione inclusiva del Circuito di Crescita.

NewPrinces compra Carrefour Italia: 1 miliardo per 1.200 supermercati

Milano, 24 lug. (askanews) – NewPrinces ha sottoscritto un accordo vincolante con Carrefour per l’acquisizione del 100% della rete italiana di punti vendita, sulla base di una enterprise value pari a circa un miliardo di euro. E’ quanto annuncia a sorpresa in una nota la società presieduta da Angelo Mastrolia. Il gruppo della gdo francese da tempo aveva manifestato l’intenzione di uscire dal nostro mercato che aveva definito “complesso”, in occasione della presentazione del piano di riorganizzazione della sede centrale a Milano, tre settimane fa, “all’interno del quale – scriveva – il settore della gdo si contraddistingue per una competizione intensa e frammentata, a fronte di un potere d’acquisto in diminuzione e una costante pressione sui margini, determinata da costi energetici, di logistica e aumento dei tassi di interesse”. Ora l’annuncio a sorpresa della cessione a NewPrinces che negli ultimi mesi ha messo a segno diverse acquisizioni, dallo stabilimento dell’inglese Diageo in Piemonte, alla Plasmon dagli americani di Kraft Heinz, senza contare oltre un anno fa l’acquisizione della rivale britannica Princes per 700 milioni di sterline.

Il closing dell’operazione con Carrefour è atteso entro la fine del terzo trimestre del 2025, subordinatamente alle approvazioni regolamentari e al verificarsi delle condizioni sospensive previste dal contratto.

Per NewPrinces, ex Newlat, l’operazione “si inserisce nel più ampio piano strategico di crescita e integrazione verticale di NewPrinces group, con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza nel mercato italiano e di accelerare la convergenza tra canale industriale e rete distributiva”. Con l’acquisizione di Carrefour Italia, NewPrinces, spiega la nota, diventa “il secondo gruppo italiano nel food per fatturato e il primo operatore food in termini occupazionali con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne”.

NewPrinces con l’acquisizione di Carrefour Italia rileva una rete di 1.188 punti vendita (tra cui 41 ipermercati, 315 supermercati, 820 convenience store e 12 cash & carry), di cui 900 in franchising, distribuita capillarmente in regioni a elevata densità demografica come Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, costituendo “un’infrastruttura commerciale di valore strategico e un canale ideale per l’estensione dell’offerta e la fidelizzazione dei consumatori”, spiega l’azienda che conta tra i propri marchi Polenghi e Del Verde tra gli altri.

Nell’ambito della operazione è previsto un piano di investimenti complessivo che ammonta a 437,5 milioni di euro finalizzati alla valorizzazione al rilancio della rete e al rafforzamento della competitività sul mercato. Nel dettaglio il gruppo della gdo transalpino reinvestirà quale contributo una tantum 237,5 milioni di euro nella rete italiana a sostegno del rilancio industriale e della continuità operativa mentre NewPrinces si impegna a investire al closing 200 milioni, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand.

Il piano di investimenti prevede, tra l’altro la modernizzazione progressiva dei punti vendita; il rilancio del marchio GS in Italia con un rinnovato posizionamento valoriale e commerciale; l’integrazione operativa con la piattaforma logistica di NewPrinces – che include oltre 600 mezzi refrigerati per la distribuzione di prodotti freschi – e il rafforzamento dei canali home delivery e horeca.

“L’acquisizione di Carrefour Italia rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo. È il risultato di una strategia costruita con rigore, visione industriale e un impegno costante nel tempo. Con questa operazione, compiamo un passo decisivo verso l’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, rafforzando la nostra capacità di generare valore lungo l’intera filiera”, ha commentato Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces group. “Abbiamo scelto di investire con determinazione in un asset strategico per l’Italia, con l’obiettivo di rilanciare una rete capillare e di valorizzare al massimo le sinergie tra retail e industria. La nostra volontà è chiara: costruire un modello sostenibile, solido e orientato al lungo termine, in grado di offrire benefici concreti a clienti, dipendenti, fornitori e azionisti – ha aggiunto – Siamo pronti a inaugurare una nuova fase di sviluppo per NewPrinces group”.

A seguito del completamento dell’acquisizione di Carrefour Italia, il fatturato consolidato combined di NewPrinces group raggiungerà circa 6,9 miliardi di euro, confermando la sua posizione tra i principali operatori europei nel settore food & retail integrato. Il management di NewPrinces prevede che la società supererà un fatturato di 7 miliardi di euro a fine 2026, incrementando la propria flessibilità finanziaria e rafforzando il proprio profilo di crescita.

NewPrinces compra Carrefour Italia: 1 miliardo per 1.200 supermercati

Milano, 24 lug. (askanews) – NewPrinces ha sottoscritto un accordo vincolante con Carrefour per l’acquisizione del 100% della rete italiana di punti vendita, sulla base di una enterprise value pari a circa un miliardo di euro. E’ quanto annuncia a sorpresa in una nota la società presieduta da Angelo Mastrolia. Il gruppo della gdo francese da tempo aveva manifestato l’intenzione di uscire dal nostro mercato che aveva definito “complesso”, in occasione della presentazione del piano di riorganizzazione della sede centrale a Milano, tre settimane fa, “all’interno del quale – scriveva – il settore della gdo si contraddistingue per una competizione intensa e frammentata, a fronte di un potere d’acquisto in diminuzione e una costante pressione sui margini, determinata da costi energetici, di logistica e aumento dei tassi di interesse”. Ora l’annuncio a sorpresa della cessione a NewPrinces che negli ultimi mesi ha messo a segno diverse acquisizioni, dallo stabilimento dell’inglese Diageo in Piemonte, alla Plasmon dagli americani di Kraft Heinz, senza contare oltre un anno fa l’acquisizione della rivale britannica Princes per 700 milioni di sterline.

Il closing dell’operazione con Carrefour è atteso entro la fine del terzo trimestre del 2025, subordinatamente alle approvazioni regolamentari e al verificarsi delle condizioni sospensive previste dal contratto.

Per NewPrinces, ex Newlat, l’operazione “si inserisce nel più ampio piano strategico di crescita e integrazione verticale di NewPrinces group, con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza nel mercato italiano e di accelerare la convergenza tra canale industriale e rete distributiva”. Con l’acquisizione di Carrefour Italia, NewPrinces, spiega la nota, diventa “il secondo gruppo italiano nel food per fatturato e il primo operatore food in termini occupazionali con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne”.

NewPrinces con l’acquisizione di Carrefour Italia rileva una rete di 1.188 punti vendita (tra cui 41 ipermercati, 315 supermercati, 820 convenience store e 12 cash & carry), di cui 900 in franchising, distribuita capillarmente in regioni a elevata densità demografica come Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, costituendo “un’infrastruttura commerciale di valore strategico e un canale ideale per l’estensione dell’offerta e la fidelizzazione dei consumatori”, spiega l’azienda che conta tra i propri marchi Polenghi e Del Verde tra gli altri.

Nell’ambito della operazione è previsto un piano di investimenti complessivo che ammonta a 437,5 milioni di euro finalizzati alla valorizzazione al rilancio della rete e al rafforzamento della competitività sul mercato. Nel dettaglio il gruppo della gdo transalpino reinvestirà quale contributo una tantum 237,5 milioni di euro nella rete italiana a sostegno del rilancio industriale e della continuità operativa mentre NewPrinces si impegna a investire al closing 200 milioni, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand.

Il piano di investimenti prevede, tra l’altro la modernizzazione progressiva dei punti vendita; il rilancio del marchio GS in Italia con un rinnovato posizionamento valoriale e commerciale; l’integrazione operativa con la piattaforma logistica di NewPrinces – che include oltre 600 mezzi refrigerati per la distribuzione di prodotti freschi – e il rafforzamento dei canali home delivery e horeca.

“L’acquisizione di Carrefour Italia rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo. È il risultato di una strategia costruita con rigore, visione industriale e un impegno costante nel tempo. Con questa operazione, compiamo un passo decisivo verso l’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, rafforzando la nostra capacità di generare valore lungo l’intera filiera”, ha commentato Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces group. “Abbiamo scelto di investire con determinazione in un asset strategico per l’Italia, con l’obiettivo di rilanciare una rete capillare e di valorizzare al massimo le sinergie tra retail e industria. La nostra volontà è chiara: costruire un modello sostenibile, solido e orientato al lungo termine, in grado di offrire benefici concreti a clienti, dipendenti, fornitori e azionisti – ha aggiunto – Siamo pronti a inaugurare una nuova fase di sviluppo per NewPrinces group”.

A seguito del completamento dell’acquisizione di Carrefour Italia, il fatturato consolidato combined di NewPrinces group raggiungerà circa 6,9 miliardi di euro, confermando la sua posizione tra i principali operatori europei nel settore food & retail integrato. Il management di NewPrinces prevede che la società supererà un fatturato di 7 miliardi di euro a fine 2026, incrementando la propria flessibilità finanziaria e rafforzando il proprio profilo di crescita.

Cina-Ue, difficile summit a Pechino: esile accordo su terre rare

Roma, 24 lug. (askanews) – Non è stato un summit facile, quello tra Cina e Unione europea che si è tenuto oggi a Pechino. Non lo è stato nella sua organizzazione – dapprima previsto in Europa e spostato in Cina, dapprima su due giorni poi dimezzati a uno – e neanche nei contenuti. Lo si evince dalle dichiarazioni dei vertici europei – il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyan – ma anche dalla relativa esilità dei risultati.

Le preoccupazioni geopolitiche e commerciali dell’Europa non sono state soddisfatte, dal punto di vista di Bruxelles, mentre la Cina non ha trovato nell’Ue quella sponda di fronte alla pressione Usa della presidenza di Donald Trump che solo qualche mese fa apparentemente sperava di ottenere. Almeno per il momento, le questioni restano quasi tutte aperte e solo su una questione importante – l’export cinese di terre rare – si è concordata una soluzione parziale che, però, non è quella strutturale che l’Ue sperava di ottenere.

Pechino e Bruxelles hanno insomma concordato un meccanismo per agevolare l’esportazione di terre rare e magneti. “Abbiamo concordato – e questa è una novità – di avere un meccanismo potenziato di approvvigionamento per l’esportazione. In altre parole, se si presentano colli di bottiglia, questo meccanismo di supporto alla catena di approvvigionamento può immediatamente verificare e risolvere il problema o la questione emersa”, ha spiegato von der Leyen nella conferenza stampa.

Il primato della Cina nelle esportazioni di terre rare è diventato uno dei principali nodi nei rapporti Ue-Cina ed è stato in cima all’agenda di Bruxelles mentre i suoi leader incontravano con il presidente Xi Jinping e il premier Li Qiang in sessioni separate. La tensione nasce dalla decisione della Cina, ad aprile, di imporre requisiti di licenza per l’esportazione di terre rare e magneti. La misura è stata una risposta ai dazi americani, ma le imprese europee ne sono rimaste coinvolte, con alcune linee di produzione messe in pausa. Von der Leyen ha riconosciuto gli sforzi della Cina “per accelerare il rilascio delle licenze per le materie prime critiche” e ha affermato che il progresso è vitale per ricostruire “la fiducia nel nostro rapporto commerciale”.

L’Ue ha “bisogno – ha detto ancora – di un approvvigionamento affidabile e sicuro di materie prime critiche dalla Cina. Essere considerati un fornitore e un partner affidabile è chiaramente in linea con gli interessi economici e strategici a lungo termine della Cina”.

Non è chiaro come il meccanismo opererà nella pratica, ma non è la “soluzione strutturale” che gli europei auspicavano. Tuttavia, ha dichiarato von der Leyen, “il vertice ha dimostrato che possiamo trovare soluzioni pratiche”.

Quella delle terre rare, tuttavia, pare essere la sola grande tematica su cui i due estremi dell’Eurasia hanno fatto progressi sensibili. Von der Leyen ha chiarito che il tema di fondo dello squilibrio commerciale tra Cina e Ue rischia di diventare insopportabile. “Ciò è dovuto principalmente al crescente numero di distorsioni commerciali e barriere all’accesso al mercato. Ma a differenza di altri grandi mercati, l’Europa mantiene il suo mercato aperto ai prodotti cinesi”, ha sottolineato la presidente. Ribadendo che “ciò riflette il nostro impegno di lunga data nei confronti di un commercio basato su regole”. In particolare, “in settori cruciali, come ad esempio acciaio, pannelli solari, veicoli elettrici, batterie e altri, la produzione sovvenzionata non corrisponde alla domanda interna in Cina, e pertanto la sovracapacità prodotta qui viene destinata ad altri mercati”, ha spiegato von der Leyen.

La presidente della Commissione Ue ha dato atto a pechino di vi aver “espresso volontà di sostenere di più il consumo e meno la produzione” e questo “è importante: dobbiamo vedere progressi su questo fronte, perché senza progressi sarebbe molto difficile per l’Unione europea mantenere l’attuale livello di apertura”.

La vertice di oggi stato il 25mo tra le due parti ed è stato tenuto a Pechino per celebrare i 50 anni di relazioni diplomatiche. Le due parti si sono altresì impegnate a collaborare su questioni globali come la lotta al cambiamento climatico e la tutela della biodiversità, firmando una dichiarazione congiunta sul clima in vista del summit Cop30 in Brasile entro la fine dell’anno. “Questo invia un messaggio importante sul nostro lavoro congiunto, e incoraggiamo la Cina a presentare a sua volta un contributo nazionale ambizioso per la Cop30. La Cina dovrebbe dare l’esempio, in linea con il suo ruolo globale di primo piano”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa dopo il vertice.

Invece sui temi più pressanti della scena politica globale, le posizioni sono apparse lontane. In particolar,e la vicinanza di Pechino a Mosca avvelena i rapporti. Von der Leyen ha chiesto a Pechino di influenzare la Russia verso la pace. “La Cina ha influenza sulla Russia, come l’Unione europea ha influenza sull’Ucraina” ha detto la von der Leyen, aggiungendo che l’Ue si aspetta un ruolo attivo della Cina per portare Mosca a negoziare la fine della guerra. “Il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin – ha detto la numero uno dell’esecutivo europeo – sarà un fattore determinante per i nostri rapporti futuri”.

Nei commenti introduttivi alla sessione mattutina, Xi dal canto suo si è concentrato sugli elementi di partenariato, affermando che “Cina ed Europa sono due grandi protagonisti sulla scena internazionale” e devono “rafforzare la comunicazione, accrescere la fiducia reciproca e approfondire la cooperazione” in un momento di “cambiamenti e caos”. In un indiretto riferimento agli Stati uniti, Xi ha detto agli europei che “le sfide che l’Europa affronta attualmente non provengono dalla Cina”.

È morto Hulk Hogan: la leggenda del wrestling, aveva 71 anni

Roma, 24 lug. (askanews) – E’ morto, all’età di 71 anni Terry Gene Bollea, meglio conosciuto come Hulk Hogan, leggenda del wrestling professionale americano. Nato il 11 agosto 1953 ad Augusta, in Georgia, Hogan ha dominato il mondo del wrestling negli anni ’80 e ’90, trasformando lo sport in un fenomeno culturale globale. Secondo quanto riferito da TMZ Sports, la leggenda del wrestling, 71 anni, è mancato nella sua casa a a Clearwater, in Florida a causa di un arresto cardiaco.

Con la sua stazza imponente, i suoi muscoli definiti, i baffi a manubrio e il suo iconico bandito giallo e rosso, Hogan ha catturato l’immaginazione di milioni di fan. Il suo carisma inimitabile e le sue frasi celebri come “Whatcha gonna do, brother?” e “Say your prayers, take your vitamins” lo hanno reso un idolo per intere generazioni.

Hogan ha raggiunto l’apice della sua carriera nella World Wrestling Federation (WWF, ora WWE), dove ha conquistato numerosi campionati mondiali e ha affrontato rivali storici come André the Giant, Randy “Macho Man” Savage e The Ultimate Warrior. Il suo impatto sulla WWF è stato tale da essere considerato l’artefice principale dell’era “Hulkamania”, un periodo di enorme crescita e popolarità per la federazione.

Negli anni ’90, Hogan ha scioccato il mondo del wrestling con il suo passaggio alla World Championship Wrestling (WCW) e la formazione della New World Order (nWo), un’alleanza ribelle che ha rivoluzionato il panorama del wrestling. Il suo “turn heel” (passaggio al ruolo di cattivo) ha dimostrato la sua versatilità e la sua capacità di rimanere rilevante in un’industria in continua evoluzione.

Al di fuori del ring, Hogan ha intrapreso una carriera di successo nel cinema e nella televisione, recitando in film come “Senza esclusioni di colpi” e comparendo in numerosi programmi televisivi, incluso il reality show “Hogan Knows Best”.

Nonostante alcune controversie personali, l’eredità di Hulk Hogan nel wrestling è innegabile. Ha ridefinito il ruolo del “supereroe” nel wrestling, ispirando una generazione di lottatori e contribuendo a rendere il wrestling un’industria da miliardi di dollari. La sua figura rimane un simbolo indelebile della potenza e dello spettacolo del wrestling americano.

Formula1, Hamilton: "Ho indicato dove intervenire per il 2026″

Roma, 24 lug. (askanews) – “Ho partecipato a riunioni, anche con Elkann, Vasseur e i responsabili dei vari dipartimenti. Abbiamo parlato del motore 2026, delle problematiche avute e le mie indicazioni per il prossimo anno con un documento in cui ho indicato dove intervenire”. E’ iniziato il girone di ritorno del Mondiale, ma la testa di molti team e piloti è al 2026. A cominciare da Hamilton. Il pilota della Ferrari, che non si aspetta grandi cambiamenti dopo le recenti prove della nuova sospensione al Mugello (Lewis ha sottolineato che si è trattato di un filming day), in conferenza ha parlato del suo lavoro in fabbrica nei giorni scorsi e di un documento in cui ha fornito precise indicazioni: “Un documento relativo alle aree dove migliorare, gli sviluppi della macchina 2026 e tutti gli aspetti per il prossimo Mondiale. E stiamo spingendo in tal senso, forse anche troppo…”

NewPrinces compra il 100% di Carrefour Italia: valore operazione 1 mld

Milano, 24 lug. (askanews) – NewPrinces ha sottoscritto un accordo vincolante con Carrefour per l’acquisizione del 100% di Carrefour Italia sulla base di una enterprise value pari a circa un miliardo di euro. E’ quanto riporta una nota della società presieduta da Angelo Mastrolia, annunciando a sorpresa l’acquisizione della rete italiana del gruppo della gdo francese, intenzionato a uscire dal nostro mercato.

Il closing dell’operazione è atteso entro la fine del terzo trimestre del 2025, subordinatamente alle approvazioni regolamentari e al verificarsi delle condizioni sospensive previste dal contratto.

Bce tiene i tassi al 2% e rivendica: l’inflazione è al nostro target

Roma, 24 lug. (askanews) – Come ampiamente atteso, la Banca centrale europea ha interrotto la manovra di riduzione dei tassi di interesse che proseguiva da circa un anno. Il principale riferimento sul costo del denaro nell’area euro, il tasso sui depositi, resta quindi al 2%, mentre il comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo rivendica che l’inflazione media nell’area valutaria “è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine”.

Lo stesso Consiglio non si sbilancia sulle mosse future, ribadendo che verranno decise volta per volta sulla base dei dati – è stato però aggiunto un riferimento alla necessità di valutare i rischi che circondano le prospettive di inflazione – e che il direttorio non intende vincolarsi ad alcun percorso predeterminato sui tassi. Nella conferenza stampa esplicativa, la presidente Christine Lagarde è sembrata usare una sfumatura leggermente più netta.

“Siamo in una buona posizione ora per aspettare e guardare” come i rischi sulle prospettive di inflazione e crescita “si svilupperano nei prossimi pochi mesi. Avremo nuove previsioni economiche a settembre e, più avanti, rivaluteremo a ogni incontro monetario (il quadro) e continueremo a farlo a settembre, a ottobre, a dicembre e avanti. Sulla base su questo lavoro il Consiglio direttivo deciderà quale sia la linea monetaria appropriata”, ha affermato. Nel pomeriggio si è visto un leggero altalenare dell’euro sul mercato dei cambi, in serata è poco mosso a 1,1763 sul dollaro. In ordine sparso con movimenti limitati le Borse Ue (Milano -0,15%).

Lagarde è stata interpellata sulle ipotesi di mercato di un altro taglio prima di fine anno ai tassi di interesse. L’insistenza con cui ha ripetuto il concetto di essere “in una buona posizione per attendere” potrebbe segnalare nuovamente, come accaduto a giugno, un generico orientamento a non modificare i tassi al prossimo Consiglio, calendarizzato l’11 settembre. I commenti degli analisti ora mostrano una crescente cautela sull’ipotesi di un taglio in quella occasione, già in precedenza non dato per certo.

Il quadro resta caratterizzato da una elevata incertezza, a cominciare dalla partita sui dazi commerciali con gli Stati Uniti su cui pure, negli ultimi giorni, secondo indiscrezioni di stampa sembrano essersi avvicinate le posizioni su un’ipotesi di livellamento al 15% delle tariffe Usa sulle importazioni dalla Ue. Altra incognita è sui cambi dell’euro, su cui Lagarde si è limitata a ribadire la posizione formale dell’istituzione: “sui tassi di cambio non abbiamo alcun livello obiettivo. Monitorando i tassi di cambio perché sono rilevanti per le nostre previsioni di inflazione”, ha detto.

Secondo Lagarde “prima si risolve l’incertezza”, sui dazi commerciali e meglio sarà “per tutti gli attori economici, noi inclusi”. La decisione di oggi è stata presa dal Consiglio Bce all’unanimità. E per la strategia futura è “ampiamente condiviso – ha aggiunto – che dobbiamo lavorare sulla base dei dati che dobbiamo decidere volta per volta senza predeterminare le future decisioni “.

“Non vi posso dire più di questo. I mercati fanno quello che devono fare e noi facciamo quello che dobbiamo fare”. Alcuni vorrebbero indicazioni più esplicite “lo capisco. Ma no: non è possibile nelle circostanze attuali – ha affermato Lagarde – come ho detto, siamo ben posizionati per aspettare e vedere”.

Per quanto riguarda le grandi banche centrali, ora l’attenzione si sposta oltre Atlantico, dove in un quadro politico molto più teso la Federal Reserve vedrà riunirsi il suo direttorio (il Fomc) martedì e mercoledì prossimi.

Già stasera sarà oggetto di una inconsueta visita a sorpresa – quasi un blitz – del presidente Usa Donald Trump, che all’improvviso ha fatto sapere che intende partecipare a un tour precedentemente organizzato per i funzionari della Casa Bianca alla sede che l’istituzione monetaria sta ristrutturando.

Da mesi Trump bersaglia la Fed – e in particolare il suo presidente, Jerome Powell – di durissime critiche, lamentando l’assenza di taglia e i tassi di interesse. Per parte sua l’istituzione monetaria ha motivato l’immobilismo con l’incertezza legata ai dazi commerciali, mentre Powell si è rifiutato di commentare gli epiteti di cui è stato oggetto. (di Roberto Vozzi).

Gaza, Schlein: Italia riconosca Palestina, embarghi armi e sospenda accordi con Israele

Roma, 24 lug. (askanews) – “Ormai è chiaro anche a parole, oltre che nei fatti: l’obiettivo del governo Netanyahu è eliminare fisicamente l’intera popolazione di Gaza per occupare la Palestina e dare pieno seguito al loro piano coloniale e criminale. Fanno gelare il sangue le parole d’odio del ministro Eliyahu, che parla apertamente di spazzare via Gaza e la sua popolazione. Ormai ogni giorno i palestinesi, compresi i bambini, muoiono di fame, mentre continua la mattanza con le bombe israeliane e gli spari sulla folla che cerca del cibo. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: il governo italiano passi dalle parole ai fatti, non basta ripetere come un disco rotto che quanto accade è inaccettabile, servono azioni concrete. Come il riconoscimento dello Stato di Palestina, l’embargo totale sul commercio di armi con Israele e la sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele e del memorandum di collaborazione militare con l’Italia. L’Italia non deve essere in alcun modo complice di questi crimini.” Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein

Stop al caldo africano: in arrivo temporali e crollo delle temperature al Sud

Milano, 24 lug. (askanews) – “La circolazione depressionaria in approfondimento tra la Francia e il Nord Italia si muoverà nel weekend verso i Balcani, determinando un peggioramento del tempo soprattutto al Centro-Nord, con temporali sparsi, localmente anche intensi, e, tra sabato pomeriggio e domenica, anche su parte del basso versante tirrenico, Lucania e medio-alta Puglia. Il passaggio della depressione favorirà l’ingresso di correnti decisamente più fresche da Nord che faranno crollare le temperature anche di 10/15 gradi. Il calo si farà sentire già sabato su tutto il Centro e sul basso versante tirrenico (massime comprese tra 28 e 33 gradi), mentre da lunedì si tornerà a ‘respirare’ anche al Sud, con massime sotto i 30 gradi lungo le coste e non oltre i 32/35 gradi nelle aree interne. Merito anche di una vivace ventilazione, che nel fine settimana si rinforzerà di Maestrale-Tramontana su buona parte del Centro Sud, risultando a tratti tesa. Al Nord, invece, si assisterà a un lieve rialzo tra domenica e lunedì ma con massime che non si spingeranno oltre i 30/32 gradi”. Questa la previsione di Manuel Mazzoleni di 3bmeteo.com.

“La rinfrescata e l’instabilità previste nel weekend – continua Mazzoleni – potrebbero aprire la strada a nuove perturbazioni in arrivo la prossima settimana. Secondo le attuali proiezioni (da confermare nei prossimi aggiornamenti), una nuova circolazione depressionaria potrebbe raggiungere l’Italia già domenica, determinando un parziale peggioramento al Nord, in estensione poi anche al Centro-Sud nei giorni a seguire, con rischio di fenomeni localmente anche intensi. Il tutto sarà accompagnato da temperature a tratti anche sotto le medie stagionali: massime inferiori ai 30 gradi al Centro-Nord, salvo locali picchi superiori nelle aree interne tirreniche, mentre al Sud difficilmente si supereranno i 32/33 gradi”

Nuoto, Ruggiero-Piccoli d’argento nel duo free ai Mondiali

Roma, 24 lug. (askanews) – Le regine d’Europa salgono anche sul podio mondiale. Lucrezia Ruggiero e Enrica Piccoli con la loro “Ipnosi” si prendono uno scintillante argento con 278.7137 punti (152.2637 per gli elementi, 126.450 per l’impressione artistica), superate solamente dalle spagnole Lilou Lluis Valette ed Iris Thio Casas con 282.6087. Alle spalle delle azzurre, nella terz’ultima finale dei campionati mondiali di nuoto artistico alla World Aquatics Arena di Singapore, finiscono le russe sotto bandiera neutrale Maila Doroshko e Tataina Gayday con 277.1117 punti e un DD maggiore (60.0500 per le rappresentanti di NAB e 58.6000 per le italiane).

“Sono molto felice per un risultato assolutamente inaspettato. Abbiamo unito queste due atlete solo nel mese di marzo – racconta commossa il direttore tecnico Patrizia Giallombardo – Non pensavamo di arrivare già a questi livelli. Sono contenta per Lucri (Ruggiero, ndr) che ha passato un paio d’anni non facili: l’hanno scorso non ha potuto esibirsi nel mixed con Minisini a Doha e successivamente ha dovuto rinunciare alle Olimpiadi con Linda (Cerruti, ndr) e in tutti e due i casi per problemi fisici. Abbiamo recuperato Enrica che alla fine della passata stagione voleva addirittura smettere. Vedere il loro entusiasmo, la loro grinta durante gli allenamenti e in gara è il massimo per un allenatore. Le ragazze sono state perfette questa sera, migliorando molto la parte artistica su cui abbiamo lavorato tantissimo in questo periodo: il risultato si è visto. Grazie anche alla nostra coreografa Simona Ricotta che ha creato una routine fenomenale”. Foto di Andrea Staccioli / DBM – Inside

Bce, Lagarde: "Siamo in una buona posizione per aspettare e vedere"

Roma, 24 lug. (askanews) – Alla Bce “siamo in una buona posizione ora per aspettare e guardare” come i rischi sulle prospettive di inflazione e crescita “si svilupperano nei prossimi pochi mesi. Avremo nuove previsioni economiche a settembre e, più avanti, rivaluteremo a ogni incontro monetario (il quadro) e continueremo a farlo a settembre, a ottobre, a dicembre e avanti. E’ sulla base su questo lavoro che il Consiglio direttivo deciderà quale sia la linea monetaria appropriata”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.

Lagarde rispondeva ad una domanda sulle ipotesi di mercato di un altro taglio prima di fine anno ai tassi di interesse. L’insistenza con cui ha ripetuto il concetto di essere “in una buona posizione per attendere” sembra segnalare nuovamente, come accaduto a giugno, l’orientamento a non modificare i tassi al prossimo Consiglio, calendarizzato l’11 settembre. Ma l’istituzione, nel comunicato di oggi, ribadisce che sulle mosse future il direttorio non si vincola ad alcun percorso predeterminato dei tassi.

“Non vi posso dire più di questo. I mercati fanno quello che devono fare e noi facciamo quello che dobbiamo fare”. Alcuni vorrebbero indicazioni più esplicite “lo capisco. Ma no, non è possibile nelle circostanze attuali – ha affermato Lagarde – Come ho detto, siamo ben posizionati per aspettare e vedere”.

Bce conferma i tassi di riferimento dell’area euro, depositi al 2%

Roma, 24 lug. (askanews) – La Banca centrale europea ha confermato i livelli dei tassi di interesse di riferimento per l’area euro. La decisione, ampiamente attesa dai mercati, anche perché segnalata abbastanza esplicitamente dall’istituzione in precedenza, giunge dopo 8 tagli operati a partire dal giugno dello scorso anno dal Consiglio direttivo.

Il principale riferimento sul costo del danaro nell’area valutaria, il tasso sui depositi, resta quindi al 2%. “L’inflazione è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine”, recita un comunicato diffuso al termine del direttorio. “Le pressioni interne sui prezzi hanno continuato ad attenuarsi, a fronte di un rallentamento dei salari. L’economia ha mostrato nel complesso buona capacità di tenuta in un difficile contesto mondiale. Al tempo stesso, il panorama resta eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle controversie commerciali”.

Sulle mosse future l’istituzione non si sbilancia: “il Consiglio direttivo seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, è la formula che viene ribadita. Il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento resta al 2,15%, mentre quello sulle operazioni marginali resta al 2,40%. Archiviate come da attese le decisioni, ora l’attenzione passa alla conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde.

Tutto questo mentre oggi le ultime indagini sull’attività delle imprese hanno riportato un miglioramento del quadro su giugno. Intanto resta aperta la partita negoziale sui dazi commerciali con Washington, ma nelle ultime ore sembrano essersi avvicinate le posizioni su una ipotesi di livellamento al 15% dei dazi per le esportazioni Ue verso gli Usa, in linea con quanto appena concordato dall’amministrazione Trump con il Giappone.

Giustizia, la Magistratura: Nordio da pm contrario alla separazione

Roma, 24 lug. (askanews) – Contrario alle separazione delle carriere dei magistrati, quando era pubblico ministero, e favorevole adesso che è ministro della giustizia. A sottolineare questo cambio di rotta del guardasigilli Carlo Nordio è la rivista dell’Associazione nazionale magistrati, La Magistratura, in un articolo pubblicato stamane sul proprio sito internet riporta anche la foto dell’appello in cui compare la firma dall’allora magistrato a Venezia. “Era il 3 maggio 1994”.

“I sottoscritti Magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia aderiscono al comunicato dell’Associazione Nazionale Magistrati in quanto contrari alla divisione delle carriere dei Magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti”, si legge.

Il documento – si aggiunge – fu inviato via fax alla sede romana dell’Anm. I firmatari aderivano all’appello di pubblici ministeri, pubblicato sulla rivista La Magistratura nell’aprile 94, che raccolse in totale oltre 1500 adesioni e che elencava una serie di argomentazioni contrarie alla separazione tra magistratura requirente e e giudicante.

Al primo punto – si sottolinea – c’era scritto: “Nella storia dell’Italia repubblicana l’indipendenza del Pm rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura ha rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela del principi di eguaglianza dinanzi alla legge”.

Bankitalia, Scotti: finanza digitale richiede una risposta sistemica

Roma, 24 lug. (askanews) – Nel mondo della finanza la trasformazione digitale non può essere governata “unicamente attraverso divieti o nei vincoli normativi. Serve una risposta sistemica, lungimirante e in grado di offrire strumenti di pagamento digitali sicuri, efficienti e accessibili, senza compromettere il ruolo centrale della moneta pubblica di rette”. Lo ha affermato Chiara Scotti, vicedirettrice generale della Banca d’Italia, che nel suo intervento introduttivo ad una audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo al Senato è tornata sul tema del progetto Ue per la creazione dell’euro digitale.

“Rappresenta l’evoluzione delle banconote in chiave digitale: affiancherebbe il contante senza sostituirlo, offrendo a cittadini e imprese uno strumento di pagamento gratuito nelle funzioni di base e utilizzabile in tutta l’area dell’euronota. Si tratta di un progetto strategico per l’Europa – ha detto – perché riguarda un bene primario nel sistema finanziario: la valuta”.

Secondo Scotti “l’innovazione nei sistemi finanziari e nei pagamenti è un processo inarrestabile, destinato a incidere sempre più profondamente sulle modalità con cui cittadini, imprese e istituzioni gestiscono il denaro, effettuano pagamenti e partecipano all’economia. Per le Autorità, questo scenario comporta un duplice impegno: da un lato, la promozione di un rapporto diretto con il mercato, per monitorarne e comprenderne le direttrici di sviluppo, favorendo le evoluzioni meritevoli; dall’altro, un presidio attento, una capacità di adattamento continuo e un impegno concreto a indirizzare il cambiamento verso obiettivi di sicurezza, inclusione ed efficienza”.

“In questo contesto, l’azione della Banca d’Italia persegue alcune priorità strategiche. Operiamo al fine di agevolare un’innovazione capace di produrre benefici per operatori e clientela – ha spiegato – scoraggiando l’assunzione eccessiva di rischi in assenza di adeguati presidi. Alcuni progetti in corso sono fondamentali per garantire la sostenibilità attuale e prospettica del sistema finanziario e degli operatori che con esso interagiscono. Sono cruciali anche per salvaguardare la nostra autonomia strategica e operativa, in un contesto mutevole e caratterizzato da incertezza”.

“In quest’ottica, la sola leva regolamentare non basta. Non possiamo pensare di governare la trasformazione digitale unicamente attraverso divieti o vincoli normativi. Serve una risposta sistemica, lungimirante e in grado di offrire strumenti di pagamento digitali sicuri, efficienti e accessibili, senza compromettere il ruolo centrale della moneta pubblica. Il progetto dell’euro digitale nasce esattamente da questa esigenza. Parallelamente, è essenziale rafforzare le competenze finanziarie e digitali dei cittadini, affinché siano in grado di muoversi con consapevolezza nel nuovo ecosistema, cogliendo le opportunità dell’innovazione e comprendendone i rischi. A tal fine – ha proseguito – la Banca d’Italia è attivamente impegnata nel sostenere un ecosistema di pagamento solido, inclusivo e resiliente e nel promuovere l’educazione finanziaria come strumento di tutela e partecipazione”.

“In questo percorso, la collaborazione tra Autorità nazionali e internazionali, il dialogo continuo col mercato e lo sviluppo di sinergie tra pubblico e privato rappresentano ingredienti imprescindibili. Solo così – ha concluso Scotti – potremo assicurare al nostro sistema la resilienza e la competitività necessarie a operare in un contesto sempre più sfidante”. (fonte immagine: Senato TV).

Italbasket, via al raduno con una videochiamata a Polonara

Roma, 24 lug. (askanews) – È iniziato con una videochiamata Achille Polonara il Training Camp 2025 della Nazionale di basket di coach Gianmarco Pozzecco, in vista degli Europei di basket che vedranno l’Italia esordire a Limassol il 28 agosto contro la Grecia alle 20.30 (21.30 locali). Dame Sarr è stato autorizzato a non aggregarsi alla squadra. Sarr è atteso a una stagione importantissima per il suo futuro facendo il debutto in NCAA, dove giocherà per la prestigiosa università di Duke con una concreta possibilità di diventare una scelta al primo giro del Draft del 2026. Così il CT: “Dame è un ragazzo su cui contiamo molto per il presente e per il futuro. Ho deciso che per garantirgli il percorso migliore questa estate non sarà con noi. Lo ritroveremo senza dubbio in altre occasioni. Oggi intanto iniziamo un percorso affascinante verso l’Europeo con fiducia e voglia di stare insieme”. Sono dunque 14 gli atleti a disposizione dello staff tecnico a Folgaria. Simone Fontecchio e Donte Di Vincenzo (invitato dalla FIP ad aggregarsi al gruppo e prendere parte agli allenamenti) raggiungeranno il gruppo il 30 luglio mentre Danilo Gallinari sarà a disposizione una volta terminati i suoi impegni con il club.

Gli Azzurri, che a Folgaria alloggeranno al Golf Hotel, sosterranno sei amichevoli prima del trasferimento a Limassol (Cipro), sede del Gruppo C di EuroBasket 2025. Nell’ambito della Trentino Basket Cup, l’Italia affronterà l’Islanda sabato 2 agosto alle ore 20.00. Il giorno seguente, domenica 3 agosto, sfida a una tra Polonia e Senegal alle ore 19.00. Entrambe le gare si disputeranno alla “T Quotidiano Arena” di Trento e saranno trasmesse live su Sky Sport Basket. La preparazione proseguirà a Trieste, dove Nik Melli e compagni giocheranno contro la Lettonia di coach Luca Banchi sabato 9 agosto alle ore 20.00 (live Sky Sport Basket). Chiusura in Italia giovedì 14 agosto al PalaDozza di Bologna contro l’Argentina alle 20.00 (live Sky Sport Basket) per una sfida che non va in scena dall’agosto 2004, giorno della Finale Olimpica ad Atene. La preparazione terminerà con la partecipazione all’ormai tradizionale Torneo dell’Acropoli di Atene: giovedì 21 agosto di nuovo contro la Lettonia e venerdì 22 agosto contro i padroni di casa della Grecia. (Foto federbasket)

Voli, Ue si appresta ad attenuare le restizioni sui liquidi a bordo

Roma, 24 lug. (askanews) – Le autorità europee si apprestano ad alleggerire le restrizioni sui liquidi a bordo degli aeromobili, ma unicamente per gli aeroporti dispongono di scanner di ultima generazione. Lo ha riferito una portavoce della commissione Ue, Anna-Kaisa Itkonen durante il briefing di metà giornata con la stampa.

In particolare, una volta giunto il via libera dagli organismi tecnici, verrebbe meno la limitazione a portare contenitori non superiori ai 100 millilitri a bordo. La portavoce ha precisato che una volta completata la procedura tecnica, la rimodulazione delle restrizioni potrebbe avvenire in tempi brevi.

Secondo la portavoce della Commissione, il compito di informare i passeggeri sul sé vi siano questi scanner di ultima generazione o meno per i loro voli spetta agli stessi aeroporti.

Il ritratto come umanesimo, la fotografia al Museo del Risorgimento

Torino, 24 lug. (askanews) – una lunga galleria del Museo nazionale del Risorgimento di Torino, ma quello che ospita una piccola storia della fotografia moderna, che tocca i tanti modi in cui s pensato e usato questo medium per raccontare le persone. SI tratta della mostra “Ritratti”, curata da Tiziana Bonomo. “Il discorso curatoriale – ha spiegato ad askanews – che tutto nasce dalla collezione Florence e Damien Bachelot, una collezione molto costruita sull’ultimo secolo, quindi una collezione sulla fotografia umanista, francese, americana e poi contemporanea. stato molto difficile scegliere le immagini, ma essendo umanista stato pi facile parlare di ritratti”.

In mostra alcune immagini famosissime, come quelle di Josef Koudelka sui gitani, oppure una stampa Cibachrome di Nan Goldin, o ancora un ragazzo di Paul Strand, fino ad arrivare a uno straordinario panorama urbano “invisibile” di Paul Graham oppure a due scatti misteriosi e intimi di Saul Leiter. Si tratta, quasi sempre, di stampe vintage, ma in alcuni casi ci sono supporti anche pi rari, come nel ritratto del compositore Igor Stravinskij. “Arnold Newman – ha aggiunto la curatrice – merita veramente due parole perch una foto cos difficilissima da vedere sia perch vintage, ma anche su un supporto ligneo che molto raro da trovare e se uno guarda quell’immagine dove tre quarti sono il pianoforte e non sono Stravinskij, ma poi guarda Stravinskij vede che lui vivo e questa una mostra da vivere non solo da guardare”.

La mostra ospitata nel Museo del Risorgimento e, necessariamente, dialoga anche con il luogo, sempre attraverso la fotografia. “Il loro DNA – ha concluso Tiziana Bonomo – sui ritratti del Risorgimento e quindi abbiamo voluto citare, mettere in mostra i famosi protagonisti: Mazzini, Garibaldi, c’ la contessa di Castiglione che fa parte della storia, della fotografia, ma poi non era possibile aggiungere molto di pi, allora abbiamo pensato a un video che raccogliesse almeno una minima parte delle 17mila immagini che loro hanno in archivio”.

L’esposizione, tutta costruita su opere della collezione Bachelot, articolata su quattro sezioni: Miti, Emozioni, Societ e Attualit. Insieme costruiscono, in modi tra loro assai variegati, una sorta di ritratto collettivo dell’idea di umano, oltre che un racconto sulle possibilit, mai esaurite, della fotografia.

Times: giovani ucraini rapiti costretti a combattere per Mosca

Roma, 24 lug. (askanews) – Molti dei giovani ucraini rapiti dall’esercito russo sarebbero costretti a combattere nelle fila di Mosca al compimento del loro 18esimo compleanno, secondo quanto riporta il quotidiano britannico Times.

Nathaniel Raymond, dell’Università di Yale, ha confermato al Times che il suo team sta indagando su decine di resoconti di ex bambini rapiti e coinvolti nella guerra. “Non si tratta di casi isolati. Stiamo affrontando il più grande rapimento di minori dalla Seconda guerra mondiale”, ha detto Raymond. “Questa non è rieducazione. Questa è mobilitazione”, ha aggiunto.

Dazi, ok Stati Ue a schiacciante maggioranza a contromisure su Usa

Roma, 24 lug. (askanews) – I paesi dell’Unione europea hanno approvato “con una schiacciante maggioranza” le contromisure che la Commissione propone per l’ipotesi di un mancato accordo sui dazi commerciali con gli Usa. Lo ha riferito un portavoce della Commissione, Olof Gill puntualizzando che al momento “l’Ue continua a impegnarsi intensamente con gli Usa a livello tecnico e politico sul negoziato su cui ci siamo focalizzati”.

Una lista di contromisure “è stata proposta dalla Commissione e votata dai nostri Stati membri con una maggioranza schiacciante. Sarà adottata oggi. Non posso dire se questa lista verrà usata o no, posso ripetere che il nostro focus è negoziare con gli Usa”.

“Queste contromisure entreranno automaticamente in vigore il 7 agosto, se l’esito del negoziato non accadrà prima di allora. Ovviamente – ha precisato – siamo pronti a sospenderle se necessario. Al momento l’Ue è focalizzata sui negoziati per trovare un accordo con gli Usa”, ha ribadito.

Calcio, Juve, Douglas Luiz non si presenta in ritiro

Roma, 24 lug. (askanews) – Il centrocampista della Juventus, Douglas Luiz, non si è presentato al raduno della squadra di Igor Tudor alla Continassa. Il giocatore brasiliano è assente ingiustificato e per il club è possibile l’ipotesi di prendere provvedimenti nei suoi confronti. Pagato circa 60 milioni di euro nell’estate 2024 per strapparlo all’Aston Villa, nella prima stagione in Italia Douglas Luiz ha vestito la maglia della Juventus in 27 presenze considerando tutte le competizioni, ma per un totale solamente di 877 minuti in campo, nessun gol e nessun assist.

Il ritratto come umanesimo, la fotografia al Museo del Risorgimento

Torino, 24 lug. (askanews) – È una lunga galleria del Museo nazionale del Risorgimento di Torino, ma quello che ospita è una piccola storia della fotografia moderna, che tocca i tanti modi in cui sì è pensato e usato questo medium per raccontare le persone. SI tratta della mostra “Ritratti”, curata da Tiziana Bonomo. “Il discorso curatoriale – ha spiegato ad askanews – è che tutto nasce dalla collezione Florence e Damien Bachelot, è una collezione molto costruita sull’ultimo secolo, quindi una collezione sulla fotografia umanista, francese, americana e poi contemporanea. È stato molto difficile scegliere le immagini, ma essendo umanista è stato più facile parlare di ritratti”.

In mostra alcune immagini famosissime, come quelle di Josef Koudelka sui gitani, oppure una stampa Cibachrome di Nan Goldin, o ancora un ragazzo di Paul Strand, fino ad arrivare a uno straordinario panorama urbano “invisibile” di Paul Graham oppure a due scatti misteriosi e intimi di Saul Leiter. Si tratta, quasi sempre, di stampe vintage, ma in alcuni casi ci sono supporti anche più rari, come nel ritratto del compositore Igor Stravinskij. “Arnold Newman – ha aggiunto la curatrice – merita veramente due parole perché una foto così è difficilissima da vedere sia perché è vintage, ma anche su un supporto ligneo che è molto raro da trovare e se uno guarda quell’immagine dove tre quarti sono il pianoforte e non sono Stravinskij, ma poi guarda Stravinskij vede che lui è vivo e questa è una mostra da vivere non solo da guardare”.

La mostra è ospitata nel Museo del Risorgimento e, necessariamente, dialoga anche con il luogo, sempre attraverso la fotografia. “Il loro DNA – ha concluso Tiziana Bonomo – è sui ritratti del Risorgimento e quindi abbiamo voluto citare, mettere in mostra i famosi protagonisti: Mazzini, Garibaldi, c’è la contessa di Castiglione che fa parte della storia, della fotografia, ma poi non era possibile aggiungere molto di più, allora abbiamo pensato a un video che raccogliesse almeno una minima parte delle 17mila immagini che loro hanno in archivio”.

L’esposizione, tutta costruita su opere della collezione Bachelot, è articolata su quattro sezioni: Miti, Emozioni, Società e Attualità. Insieme costruiscono, in modi tra loro assai variegati, una sorta di ritratto collettivo dell’idea di umano, oltre che un racconto sulle possibilità, mai esaurite, della fotografia.

Calcio, le Azzurre da Mattarella: "Abbiamo sentito Italia vicina"

Roma, 24 lug. (askanews) – Dopo l’eliminazione nella semifinale degli Europei 2025, la Nazionale femminile è stata ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Insieme alle Azzurre, che sono tornate nelle scorse ore dalla Svizzera, presente lo staff tecnico guidato dal Ct Andrea Soncin. Nella Sala degli Specchi del Quirinale presenti anche Gravina (presidente FIGC), Buonfiglio (presidente Coni) e Abodi (ministro per lo Sport e i giovani). Le ragazze hanno portato in dono a Mattarella una maglia numero 10 con le firme di tutta la squadra e la scritta “al nostro Presidente”. Inoltre al Capo dello Stato è stata donata anche un’opera di un orafo di Pescocostanzo (Abruzzo) con la dedica: “Il calcio è valori e passione, rafforza l’essenza stessa del nostro essere Comunità”. Il discorso del CT Soncin: “Sono emozionato e grato per essere qui. C’è grande soddisfazione per quanto fatto e la delusione per quanto accaduto, la stiamo superando pensando al nostro percorso. Abbiamo sentito l’Italia stringersi a noi, è stata una vittoria culturale. Sono convinto che dopo aver visto le partite tanti genitori permetteranno alle loro figlie di seguire le loro passioni. Il movimento sta crescendo, quando si crede in ciò che si fa si scrive una pagina della storia. La nostra è solo all’inizio”. Cristiana Girelli, capitana della Nazionale, si è commossa durante il suo discorso: “Eravamo a un minuto dalla finale, ma quel minuto non ci definisce. Ci definisce il cammino, la fatica condivisa, le lacrime sincere, la voglia feroce di dimostrare che meritiamo rispetto, visibilità e futuro. Il calcio femminile in Italia ha fatto passi enormi, ma ha ancora fame”. Anche Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha preso la parola: “Come federazione siamo orgogliosi di questa nazionale e di tutto il movimento. Non è solo una squadra ma un modello vero, che è capace di ispirare le nuove generazioni. Lo spirito di queste ragazze ha fatto breccia nel cuore delle italiane e degli italiani, con i loro sorrisi e i loro pianti”.

Migranti, Actioaid: costo Cpr Albania 114mila euro al giorno

Milano, 24 lug. (askanews) – L’operazione Albania è il più costoso, inumano e inutile strumento nella storia delle politiche migratorie italiane. È il giudizio di ActionAid e UniBari che hanno ricostruito quanti milioni sono stati effettivamente impegnati per l’allestimento fino a marzo 2025, nonostante i centri non siano stati completati: i dati sono ora pubblici sulla piattaforma “Trattenuti”. Si tratta anzitutto di 570mila euro, cioè i pagamenti fatti dalla Prefettura di Roma all’ente gestore Medihospes per 5 giorni di reale operatività: 114mila euro al giorno per detenere 20 persone, tra metà ottobre e fine dicembre 2024, liberate poi tutte in poche ore.

A Gjader, a fine marzo 2025, erano stati realizzati 400 posti: per la sola costruzione (compresa la struttura non alloggiativa di Shengjin) sono stati sottoscritti contratti, con un uso generalizzato dell’affidamento diretto, per 74,2 milioni. L’allestimento di un posto effettivamente disponibile in Albania è costato oltre 153mila euro. Il confronto con i costi per realizzare analoghe strutture in Italia è impietoso: nel 2024 il Ctra di Porto Empedocle (AG) è costato 1 milione di euro per realizzare 50 posti effettivi (poco più di 21.000 euro a posto).

I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) esistenti alla fine del 2024 erano 11, per una capienza ufficiale del sistema detentivo per stranieri pari a 1522 posti. A ciò si devono aggiungere i 1033 posti ufficialmente realizzati presso i 3 Centri di trattenimento per richiedenti asilo (Ctra) che portano il totale dei posti a 2555. Ma a causa dei ritardi negli allestimenti, delle ripetute proteste e dei continui danneggiamenti subiti dalle strutture, il sistema funziona al 46% della capienza ufficiale a fine 2024. “Alla luce di ben 263 posti vuoti sul totale di 1164 disponibili – spiega Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid – il tentativo di utilizzare il Cpr di Gjader per detenere la popolazione straniera irregolare presente in Italia appare del tutto irrazionale e illogico.” La giustificazione principale per l’esistenza dei Cpr è che rendano più efficace la politica di rimpatrio. Ma il ricorso alla detenzione aumenta solo i costi economici ed umani dei rimpatri e, pur prevedendo tempi più lunghi (fino a 18 mesi, dal settembre 2023), non incide sul numero di rimpatri effettuati. Nel 2024 si registra il minimo storico dal 2014: solo il 41,8% (2.576) delle persone in ingresso in un centro di detenzione, su un totale di 6.164, è stato rimpatriato. Nonostante le sempre maggiori risorse dirottate sulla detenzione amministrativa, anche nel 2024, dai Cpr italiani sono stati rimpatriate solo il 10,4% delle persone che hanno ricevuto un provvedimento di allontanamento. Nel sistema detentivo i richiedenti asilo sono cresciuti negli ultimi anni, arrivando a essere oltre il 45% delle persone trattenute nel 2024. Il 21% di questi non aveva ancora ricevuto un provvedimento di allontanamento, ma erano trattenuti solo in quanto richiedenti asilo. “L’utilizzo della detenzione come strumento della politica d’asilo segna un cambio di paradigma epocale, che pone gravi interrogativi circa gli obiettivi di uno strumento così impattante sui diritti fondamentali delle persone” continua Giuseppe Campesi, dell’Università di Bari. “Interrogativi che hanno trovato un riflesso diretto nella crescita significativa delle uscite per mancata convalida o proroga del provvedimento di trattenimento da parte dell’autorità giudiziaria”. Le “liberazioni” da parte dei giudici passano dal 9% del 2021 al 29% del 2024. Negli ultimi due anni sono 186 le persone detenute nonostante avessero diritto all’accoglienza e che sono state liberate: si tratta dell’89% dei 208 richiedenti asilo che hanno fatto ingresso in uno dei nuovi Ctra.

Nel 2024 il costo del sistema detentivo è stato di quasi 96 milioni, più del totale speso nei 6 anni precedenti (poco meno di 93 milioni). In aggiunta tra i vari costi non conteggiati un esempio emblematico dello spreco di risorse: in Albania per ospitalità e ristorazione del solo personale della polizia si sono spesi 528mila euro nel 2024 per 5 giorni di operatività dei Centri.

Continua senza sosta quindi l’investimento che dal 2017 si realizza sul sistema detentivo, nonostante sia nei fatti ingovernabile e strutturalmente violento, lesivo dei diritti fondamentali e patogeno. Un sistema che tra 2024 e primi mesi del 2025 ha prodotto tre morti che si aggiungono agli oltre 30 decessi della storia della detenzione amministrativa in Italia. Per questo ActionAid e il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari hanno deciso di riportare nella piattaforma, tra gli indicatori relativi alle singole strutture, anche il resoconto dei principali eventi critici (rivolte, incidenti, atti autolesionistici, etc.) che vi si verificano, per mostrare, oltre i dati, il costo umano del sistema e considerare gli effetti delle più oscure politiche migratorie sulle persone costrette a subirle.

Migranti, Actioaid: costo Cpr Albania 114mila euro al giorno

Milano, 24 lug. (askanews) – L’operazione Albania è il più costoso, inumano e inutile strumento nella storia delle politiche migratorie italiane. È il giudizio di ActionAid e UniBari che hanno ricostruito quanti milioni sono stati effettivamente impegnati per l’allestimento fino a marzo 2025, nonostante i centri non siano stati completati: i dati sono ora pubblici sulla piattaforma “Trattenuti”. Si tratta anzitutto di 570mila euro, cioè i pagamenti fatti dalla Prefettura di Roma all’ente gestore Medihospes per 5 giorni di reale operatività: 114mila euro al giorno per detenere 20 persone, tra metà ottobre e fine dicembre 2024, liberate poi tutte in poche ore.

A Gjader, a fine marzo 2025, erano stati realizzati 400 posti: per la sola costruzione (compresa la struttura non alloggiativa di Shengjin) sono stati sottoscritti contratti, con un uso generalizzato dell’affidamento diretto, per 74,2 milioni. L’allestimento di un posto effettivamente disponibile in Albania è costato oltre 153mila euro. Il confronto con i costi per realizzare analoghe strutture in Italia è impietoso: nel 2024 il Ctra di Porto Empedocle (AG) è costato 1 milione di euro per realizzare 50 posti effettivi (poco più di 21.000 euro a posto).

I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) esistenti alla fine del 2024 erano 11, per una capienza ufficiale del sistema detentivo per stranieri pari a 1522 posti. A ciò si devono aggiungere i 1033 posti ufficialmente realizzati presso i 3 Centri di trattenimento per richiedenti asilo (Ctra) che portano il totale dei posti a 2555. Ma a causa dei ritardi negli allestimenti, delle ripetute proteste e dei continui danneggiamenti subiti dalle strutture, il sistema funziona al 46% della capienza ufficiale a fine 2024. “Alla luce di ben 263 posti vuoti sul totale di 1164 disponibili – spiega Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid – il tentativo di utilizzare il Cpr di Gjader per detenere la popolazione straniera irregolare presente in Italia appare del tutto irrazionale e illogico.” La giustificazione principale per l’esistenza dei Cpr è che rendano più efficace la politica di rimpatrio. Ma il ricorso alla detenzione aumenta solo i costi economici ed umani dei rimpatri e, pur prevedendo tempi più lunghi (fino a 18 mesi, dal settembre 2023), non incide sul numero di rimpatri effettuati. Nel 2024 si registra il minimo storico dal 2014: solo il 41,8% (2.576) delle persone in ingresso in un centro di detenzione, su un totale di 6.164, è stato rimpatriato. Nonostante le sempre maggiori risorse dirottate sulla detenzione amministrativa, anche nel 2024, dai Cpr italiani sono stati rimpatriate solo il 10,4% delle persone che hanno ricevuto un provvedimento di allontanamento. Nel sistema detentivo i richiedenti asilo sono cresciuti negli ultimi anni, arrivando a essere oltre il 45% delle persone trattenute nel 2024. Il 21% di questi non aveva ancora ricevuto un provvedimento di allontanamento, ma erano trattenuti solo in quanto richiedenti asilo. “L’utilizzo della detenzione come strumento della politica d’asilo segna un cambio di paradigma epocale, che pone gravi interrogativi circa gli obiettivi di uno strumento così impattante sui diritti fondamentali delle persone” continua Giuseppe Campesi, dell’Università di Bari. “Interrogativi che hanno trovato un riflesso diretto nella crescita significativa delle uscite per mancata convalida o proroga del provvedimento di trattenimento da parte dell’autorità giudiziaria”. Le “liberazioni” da parte dei giudici passano dal 9% del 2021 al 29% del 2024. Negli ultimi due anni sono 186 le persone detenute nonostante avessero diritto all’accoglienza e che sono state liberate: si tratta dell’89% dei 208 richiedenti asilo che hanno fatto ingresso in uno dei nuovi Ctra.

Nel 2024 il costo del sistema detentivo è stato di quasi 96 milioni, più del totale speso nei 6 anni precedenti (poco meno di 93 milioni). In aggiunta tra i vari costi non conteggiati un esempio emblematico dello spreco di risorse: in Albania per ospitalità e ristorazione del solo personale della polizia si sono spesi 528mila euro nel 2024 per 5 giorni di operatività dei Centri.

Continua senza sosta quindi l’investimento che dal 2017 si realizza sul sistema detentivo, nonostante sia nei fatti ingovernabile e strutturalmente violento, lesivo dei diritti fondamentali e patogeno. Un sistema che tra 2024 e primi mesi del 2025 ha prodotto tre morti che si aggiungono agli oltre 30 decessi della storia della detenzione amministrativa in Italia. Per questo ActionAid e il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari hanno deciso di riportare nella piattaforma, tra gli indicatori relativi alle singole strutture, anche il resoconto dei principali eventi critici (rivolte, incidenti, atti autolesionistici, etc.) che vi si verificano, per mostrare, oltre i dati, il costo umano del sistema e considerare gli effetti delle più oscure politiche migratorie sulle persone costrette a subirle.

Migranti, Schlein: Meloni chieda scusa a italiani per costi cpr Albania

Milano, 24 lug. (askanews) – “Giorgia Meloni deve chiedere scusa agli italiani, perché i numeri relativi ai costi della sua illegale operazione Albania sono un insulto anche a quei milioni di persone che oggi si trovano in difficoltà”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein, commentando il rapporto dell’Università di Bari e ActionAid. Il progetto Albania, accusa Schlein, “non solo viola i diritti fondamentali dei migranti, tanto che quelle prigioni sono rimaste vuote. Ma dopo aver passato anni a blaterare contro i famosi 35 euro al giorno per l’accoglienza, oggi un rapporto redatto dall’Università di Bari e ActionAid conferma come sia stata sperperata la cifra astronomica di 114mila euro al giorno a persona migrante detenuta nei centri in Albania. Quasi 5 volte tanto quello che è il reddito medio di un italiano. Non solo, per la realizzazione di ogni singolo posto in Albania i contribuenti hanno sborsato 153mila euro, a fronte dei 21mila in Italia”.

Ricorda Schlein: “Abbiamo denunciato da subito i costi folli di questo progetto illegale ed inumano, pura propaganda sulla pelle dei più fragili ma pagato dalle tasche degli italiani. Lo scorso dicembre Meloni urlava “FUNZIONERANNO”. A 8 mesi di distanza resta solo un silenzio imbarazzato. Ma con che faccia Meloni continua a governare il Paese senza fare un mea culpa su questo disastro? Il governo si fermi – conclude Schlein – chieda scusa e torni indietro”.

Giornata dell’amicizia, iniziativa “La Posta del Mulino”

Roma, 24 lug. – In occasione della Giornata Mondiale dell’Amicizia, Mulino Bianco ha invitato i bambini a riscoprire il valore dell’amicizia attraverso un gesto semplice ma potentissimo: scrivere una lettera al proprio amico o amica del cuore.

Un’attivit che unisce emozione, spontaneit e creativit e che, nel giorno della consegna delle letterine, culmina in un momento di condivisione autentico. L’iniziativa ha coinvolto 100 centri estivi in 19 citt italiane, tra cui Roma e Milano, con l’organizzazione di laboratori creativi e la presenza di speciali cassette postali dove i bambini hanno potuto imbucare le loro lettere.

Rowena Leardini, Marketing Director Minicakes & Cakes Mulino Bianco:

“Quest’anno Mulino Bianco ha festeggiato i cinquant’anni e abbiamo pensato proprio di valorizzare l’amicizia, quindi una giornata come questa ricopre una importanza fondamentale per noi. Abbiamo cos deciso di andare nei centri estivi, quale miglior luogo per celebrare l’amicizia”.

Sono state donate 20mila kit di Sorpresine Animabili (la collezione di Sorpresine del 2024) insieme ad una selezione della nuova edizione delle Sorpresine, le carte da gioco realizzate in collaborazione con Clementoni.

L’intento quello, in un’epoca in cui il digitale sempre pi forte e ormai si comunica attraverso messaggi vocali e chat, di proporre la scrittura e i giochi a mano come forma autentica di espressione creativa e affettiva.

Per l’occasione stato realizzato anche un sondaggio demoscopico sul rapporto tra i bambini l’amicizia:

“Dall’indagine che abbiamo condotto, alcuni dati ci hanno stupito. Chiedendo ai bambini cosa significhi l’amicizia, le risposte hanno rivelato una comprensione profonda a dispetto della giovanissima et come “avere qualcuno che mi accetti cos come sono” e “avere qualcuno che mi fa ridere anche quando sono triste” o la possibilit di confidarsi e il sostegno in situazioni di difficolt. La volont di condividere con l’amico del cuore spazia dai sogni ai segreti passando per i giocattoli preferiti e la merenda. Il momento della merenda un’occasione sociale per raccontarsi storie buffe e ridere insieme. La condivisione, anche della merenda stessa, un aspetto centrale”.

Insieme ai kit Animabili, ogni centro estivo ha ricevuto anche uno speciale messaggio di amicizia dal Piccolo Mugnaio Bianco, uno dei personaggi pi conosciuti di Mulino Bianco, che ha avuto il ruolo nell’iniziativa, come testimonial d’eccezione della campagna “50 anni di ricordi buoni”, di inviare ad ogni bambino che ha partecipato al laboratorio un messaggio sull’amicizia, un legame speciale da coltivare e proteggere, firmato proprio dal Piccolo Mugnaio Bianco.

M.O., incontro in Sardegna Witkoff-Dermer-al Thani su accordo Gaza

Roma, 24 lug. (askanews) – L’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, incontrerà oggi in Sardegna, non più a Roma, il ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Dermer, e il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, per discutere la risposta di Hamas all’ultima proposta di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani. Lo riporta il sito Axios, che aveva riferito ieri dell’incontro a Roma.

Ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha solo confermato il viaggio “in Europa” di Witkoff per discutere dell’accordo di cessate il fuoco.

Oggi l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere in una nota che “i mediatori hanno consegnato la risposta di Hamas al team negoziale israeliano, che al momento la sta esaminando”.

Secondo quanto anticipato ieri ad Haaretz da una fonte palestinese, la risposta è stata “positiva”, sebbene Hamas abbia espresso riserve, in particolare riguardo alla presenza israeliana in alcune aree della Striscia di Gaza. Secondo la fonte, Israele vorrebbe mantenere il controllo sul 24-28% del territorio palestinese. Secondo un funzionario israeliano citato da Axios, “c’è stato un miglioramento” nella risposta consegnata ieri, rispetto a quella di martedì scorso, che era stata respinta dai mediatori senza trasmetterla a Israele. “Ora c’è qualcosa su cui lavorare”, ha detto il funzionario.

Secondo Axios, qualora l’esito dei colloqui in Sardegna dovesse essere positivo, Witkoff andrà a Doha per chiudere definitivamente l’accordo.

Cremlino: incontro Putin-Zelensky solo se possibili risultati concreti

Roma, 24 lug. (askanews) – La Russia ribadisce che un eventuale vertice tra i leader di Mosca e Kiev potrà essere preso in considerazione solo dopo che saranno compiuti progressi tangibili sul piano negoziale.

Serve “un’agenda costruttiva, concreta e orientata a un lavoro sostanziale, che possa portare a risultati specifici. Solo in seguito si potrà parlare dell’organizzazione dell’incontro al vertice, di cui ora parla la parte ucraina”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ai giornalisti, rispondendo a domande sulla possibilità che sia organizzato il vertice Putin-Zelensky proposto da parte ucraina. Il portavoce ha detto che “prima di tutto occorre svolgere l’intero volume di lavoro necessario”.

Ieri sera è svolto a Istanbul il terzo round di colloqui tra delegazioni di Russia e Ucraina, durato in tutto circa un’ora, a conferma della distanza tra le posizioni russa e ucraina.

Thailandia e Cambogia, tensioni mai sopite e difficoltà interne

Roma, 24 lug. (askanews) – Gli scontri con colpi di artiglieria lungo il confine tra la Cambogia e la Thailandia rappresentano una nuova escalation di tensioni mai sopite, incentrate su una disputa di confine e intrecciate a motivi di ordine interno ai due Paesi.

La controversia di confine tra Thailandia e Cambogia affonda le sue radici nella delimitazione di epoca coloniale della frontiera, ai tempi dell’Indocina cinese. Il confine, lungo oltre 800 chilometri, resta in larga parte mal delimitato, soprattutto nelle zone montuose e di foreste che separano le province thailandesi di Surin e Sisaket da quelle cambogiane di Oddar Meanchey e Preah Vihear.

Al centro della controversia vi sono diversi templi di epoca khmer, tra cui il celebre Preah Vihear (che è inserito nella lista dei siti patrimonio Unesco) e il meno noto ma importante Prasat Ta Muen Thom: entrambi si trovano su aree rivendicate sia da Cambogia che da Thailandia. Nonostante la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 1962, che assegnò il tempio di Preah Vihear alla Cambogia, le aree circostanti restano oggetto di forti rivendicazioni territoriali e scontri a fuoco ricorrenti, culminati tra il 2008 e il 2011 con almeno 28 morti e migliaia di sfollati.

Questa rivalità di lungo corso è stata pochi giorni fa nuovamente innescata dallo scoppio di una mina antiuomo nella zona contesa, che ha gravemente ferito un soldato thailandese. Secondo l’esercito di Bangkok, si tratterebbe di mine recentemente collocate dalle forze cambogiane, accusa smentita da Phnom Penh.

In risposta all’incidente, il governo thailandese ha chiuso diversi valichi di frontiera, ha espulso l’ambasciatore cambogiano e ha richiamato il proprio ambasciatore da Phnom Penh. La Cambogia ha reagito in modo speculare, abbassando le relazioni con la Thailandia “al livello più basso”.

Le tensioni politiche sono quindi sfociate nello scontro armato. Secondo l’esercito thailandese, le forze cambogiane hanno aperto il fuoco nei pressi del tempio Prasat Ta Muen Thom, nell’area da anni sorvegliata da contingenti militari di entrambe le parti. Phnom Penh accusa invece la Thailandia di aver condotto un attacco armato contro postazioni cambogiane, invocando il diritto all’autodifesa ai sensi del diritto internazionale. Le tensioni sono in realtà aumentate in modo costante negli ultimi due mesi. E ci sono anche fattori politici interni da tenere in considerazione. Il nuovo primo ministro cambogiano Hun Manet, figlio dell’ex leader Hun Sen, ha recentemente annunciato che nel 2026 entrerà in vigore il servizio militare obbligatorio, una decisione giustificata pubblicamente proprio con l'”aggravarsi delle minacce provenienti dalla Thailandia”. Contestualmente, Phnom Penh ha interrotto le importazioni di carburante e frutta dalla Thailandia, un gesto che ha avuto l’effetto di raffreddare ulteriormente i rapporti.

La disputa deragliata in scontri di artiglieria accresce l’instabilità nel Sud-est asiatico, dove si registrano diversi punti di crisi – dal Myanmar al Mar Cinese Meridionale – e l’apertura di un nuovo fronte, anche se circoscritto, rischia di destabilizzare ulteriormente l’area. L’Asean, l’associazione delle nazioni del Sud-est asiatico, ha finora mantenuto una posizione prudente, ma cresce la pressione affinché venga attivata una mediazione diplomatica.

Entrambi i governi dichiarano pubblicamente di non voler un conflitto su larga scala, ma la retorica bellica e le misure di ritorsione adottate da entrambe le parti vanno in altra direzione. Permane la memoria degli scontri di oltre un decennio fa e con la crescente militarizzazione delle aree di confine, il rischio che la crisi sfugga di mano è concreto.

La disputa frontaliera nutre pulsioni nazionalistiche e le difficoltà interne ai due Paesi complicano il quadro. In Cambogia, l’economia ha seri problemi e il premier Hun Manet (figlio dell’ex uomo forte Hun Sen) non ha ancora consolidato la propria autorità. Nel frattempo, Hun Sen continua a influenzare la politica nazionale e sembra intenzionato a strumentalizzare il conflitto per rafforzare la propria posizione sfruttando argomenti di matrice nazionalista.

In Thailandia, il governo è fragile e basato su una coalizione instabile. Thaksin Shinawatra, ex premier e figura influente dietro le quinte, si è detto furioso con Hun Sen, dopo che quest’ultimo avrebbe fatto trapelare una conversazione privata, portando alla sospensione della figlia di Thaksin, Paetongtarn, dall’incarico di Primo Ministro da parte della Corte Costituzionale thailandese.

Sono stati imposti blocchi commerciali: la Cambogia ha vietato l’importazione di frutta, verdura, energia e servizi internet dalla Thailandia. Entrambe le nazioni hanno intensificato la presenza militare nella zona di frontiera.

Xi Jinping: spero che UE non utilizzi strumenti "restrittivi"

Roma, 24 lug. (askanews) – La Cina auspica che l’Unione europea si “astenga dall’utilizzare strumenti economici e commerciali restrittivi e crei un ambiente imprenditoriale favorevole per le aziende cinesi”, ha dichiarato il presidente cinese Xi Jinping al 25° Vertice UE-Cina a Pechino.

“Speriamo che l’UE si astenga dall’utilizzare strumenti economici e commerciali restrittivi e crei un ambiente imprenditoriale favorevole per le aziende cinesi che desiderano investire e fare affari in Europa”, ha dichiarato Xi. Secondo il leader cinese, per mantenere alto il livello della competività è necessario che Pechino e Bruxelles mantengano relazioni commerciali aperte, in quanto l’aumento della competitività non può basarsi sulla “costruzione di muri e barriere” e la “rottura dei legami” può solo portare all’autoisolamento.

Calcio, Mattarella alla nazionale femminile: scritta una bellissima pagina di sport

Roma, 24 lug. (askanews) – “Avevo predisposto tutto per raggiungervi a Basilea ma dobbiamo evitare di restare progionieri di questa successione di eventi sfortunati che ha impedito di arrivare alla finale, non dovete farvi catturare da questo aspetto perchè il vostro trofeo lo avete conquistato, le vostre medaglie le avete ottenute perchè avete scritto una bellissima pagina di sport con prestazioni di alto livello e soprattutto avete mandato un messaggio alla società del nostro paese”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto alla nazionale femminile di calcio ricevuta al Quirinale dopo il campionato Europeo.

“Lo sport con i valori che esprime rafforza e consolida la vita sociale, con queste giornate dell’Europeo avete consolidato il vostro sport e dato un contributo importante alla vita del paese per renderlo più giusto e più consapevole”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Abbracci di solidariet a Roma, “Una milonga per Gaza”

Roma, 24 lug. (askanews) – Abbracci di solidariet e di speranza. Tanti i tangheri che si sono ritrovati ieri sera sotto i portici di piazza della Repubblica a Roma per “Una milonga per Gaza” promossa dall’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) con Emergency e a cui hanno aderito numerosi maestri e organizzatori di tango argentino.

Molti i turisti e i romani di passaggio che incuriositi si sono fermati ad ammirare il colpo d’occhio di met piazza che si muoveva composta sulle note di Osvaldo Pugliese, Carlos Di Sarli e Juan D’Arienzo, tra una milonga e un tango vals.

L’abbraccio del tango a simboleggiare quello con la popolazione palestinese, con donne, bambini e uomini stremati dal conflitto, dalla fame e dai bombardamenti israeliani che vanno avanti da quasi due anni. Presente anche il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, che ha dichiarato: “In memoria di 10, 20, 30, 40, 50, forse 60, 70, 80mila morti, persone che sono state uccise a Gaza, noi diciamo solo tre parole: “Basta, Basta Basta”.

Povera Europa? Dalla pace alla paralisi

L’Europa, dopo due guerre mondiali, ha saputo trovare la strada per vivere ottant’anni di pace. Purtroppo poi ha smarrito quella strada. C’è voluto lo sconquasso attivato da un solo uomo al mondo per far capire quanto si è perso nel non continuare l’opera di costruzione dell’Europa federale e, ancora di più, nel non aver realizzato un sistema di difesa comune: la Ced (Comunità Europea di Difesa), il sogno di De Gasperi.

Sovranismi e bugie

Dal tempo dei Padri fondatori si è imposta una visione economica e burocratica dell’integrazione tra i popoli europei, sollecitando egoismi nazionali che, a seconda degli interessi in gioco, hanno promosso un’idea di Europa “matrigna”. Con l’impegno malcelato dei partiti sovranisti, si è preferito valorizzare il singolo Paese invece che l’insieme. Ma quale sarebbe, da sola, la forza – sia pure della Germania – nei confronti degli Stati Uniti (bell’«alleato!), della Russia, della Cina o dei Brics?

Il dibattito attuale sul “re-arm” è surreale: strattonato da slogan diversi e mendaci, serve più a fare campagna elettorale che a spiegare ai cittadini europei una scelta strategica. La propaganda insinua che preparare una difesa comune significhi togliere risorse alla sanità. È falso. Finora non si è molto finanziata né l’una né l’altra. E nel bilancio dello Stato si trovano fondi per entrambi gli impegni.

Soprattutto: perché il nostro governo non si batte per acquisti unitari, come si fece per i vaccini, in solidarietà con le industrie dei Paesi membri?

Politica cieca, eserciti pronti

Non si può dire che non sia pensabile integrare, con manovre inclusive, i diversi eserciti. I militari sono spesso più rapidi dei governi. In questo momento, un generale italiano comanda un contingente UNIFIL che coinvolge soldati di 42 nazioni. Quanti sono i teatri internazionali in cui i vertici degli eserciti europei si alternano alla guida delle missioni? Si può sempre fare ciò che la volontà politica decide di fare.

Siamo in ritardo e ci comportiamo in modo irrazionale. I cittadini europei meriterebbero uomini e donne di governo coraggiosi, lungimiranti, capaci di visione: veri statisti.

Valori dimenticati, responsabilità negate

Nel frattempo si sono indeboliti – se non del tutto dimenticati – i valori fondativi dell’Europa: faro di civiltà, culla del diritto, fautrice di pace. Quel monumento all’umanità che è il Diritto internazionale umanitario (DIU) è stato stracciato nelle guerre in corso, e l’Europa assiste impotente. I leader attuali si stanno dimostrando inadeguati eredi di De Gasperi, Adenauer, Schuman. Macron, Meloni, Merz si ispirino a quei Grandi, mantengano una salda amicizia tra di loro: che senso hanno le scaramucce, a fronte di un futuro impressionante da costruire?

Può un problema economico – i dazi di Trump – spingere verso l’unità? Che sia un’opportunità? Volesse il cielo.

LEuropa non è una poltrona

La storia ha decretato una comune radice culturale, sociale, politica e spirituale. Le giovani generazioni, soprattutto quelle dell’Erasmus, non percepiscono più le differenze tra i loro Paesi di origine. I partiti politici e il Parlamento favoriscano il processo verso gli Stati Uniti d’Europa. Soprattutto, si mandino a Bruxelles i migliori politici nazionali. Non devono considerare l’Europa come un “contentino”, per poi scappare appena possibile verso una poltroncina da presidente di Regione, sindaco o parlamentare nazionale.

Personalmente non voterò mai chi, eletto, usa l’istituzione come una porta girevole. È evidente che pensa solo a sé stesso e non sa coltivare utopie a favore dei cittadini. E i cittadini capiscono, eccome: infatti non vanno più a votare.

Di chi sarà la colpa? Ma non lo ammetteranno mai.

[Il testo fa parte dell’ultima newsletter inviata dall’autrice]

Dibattito | Cattolici, nessuno ne ha l’esclusiva politica

E ci risiamo. Mino Martinazzoli li chiamava, negli anni ’90, i “cattolici professionisti”. Anni prima, negli ’80, Carlo Donat-Cattin, ancora più sarcasticamente, li bollava come “sepolcri imbiancati”. In entrambi i casi parliamo di esponenti che, periodicamente, si sentono i depositari esclusivi della presenza dei cattolici nella vita democratica del nostro Paese.

Si tratta di personaggi che, in virtù di una presunta coerenza e di una ineffabile capacità politica, si sentono gli interpreti più accreditati e quasi esclusivi nel farsi carico di tutto ciò che attiene alla cultura, alla tradizione, ai valori, alle domande e alle istanze che provengono dal vasto, articolato e composito mondo cattolico italiano. Una sorta, cioè, di “cattolici doc”. Ovvero cattolici di denominazione di origine controllata e forse anche garantita, come avviene per i migliori prodotti della natura.

Ora, credo sia giunto il momento di ribadire con forza e convinzione la necessità e l’importanza di riavere una presenza politica autorevole e qualificata nella vita pubblica italiana. Come, d’altro canto, si rende sempre più necessario riscoprire una cultura politica che in questi ultimi tempi si è pericolosamente inabissata. Ma il tutto, però, non può non tenere conto di due elementi di fondo a cui non si può rinunciare se si vuole essere credibili e anche coerenti con la storia del cattolicesimo politico italiano nella sua declinazione democratica, popolare e sociale.

In primo luogo, va riconosciuto sino in fondo, e senza alcun equivoco o tentennamento, il pluralismo politico ed elettorale dei cattolici italiani. Non esiste un tribunale della coerenza dei cattolici in politica. Questa vecchia ed atavica tentazione “catto-comunista” di sentirsi i migliori e, di conseguenza, gli interpreti più coerenti e più credibili nel tradurre la cultura dei cattolici nella cittadella politica italiana va archiviata definitivamente ed irreversibilmente.

E questo non solo perché si tratta di una minoranza settaria, faziosa e culturalmente altezzosa e arrogante che non rappresenta affatto la stragrande maggioranza dei cattolici italiani, ma per la semplice ragione che proprio questa deriva è all’origine della crisi della presenza di questa cultura nella vita politica contemporanea.

In secondo luogo, nessun leader – o statista – democratico cristiano, o popolare, o cattolico sociale del passato ha mai pensato di rappresentare le istanze esclusive dei cattolici in politica. E questo non solo perché la laicità dell’azione politica è un caposaldo essenziale di una democrazia matura e adulta, ma per la semplice ragione che è persino ridicolo intestarsi questa qualifica.

Lo era già ai tempi della cosiddetta unità politica dei cattolici nella Democrazia Cristiana. Anche se, come tutti sappiamo, l’unità politica dei cattolici non è mai esistita perché non è mai stata un dogma, ma sempre e solo una scelta politica concreta e coerente con la stagione storica in cui si viveva.

Ecco perché è ridicola, per non dire grottesca, la tentazione dei soliti noti che periodicamente fanno capolino nella politica italiana a nome e per conto dei cattolici italiani. Più che ascoltati, vanno semplicemente compatiti.

Nel respiro caldo dell’estate: ascoltare il creato che geme

Fa caldo. Lo sappiamo. Lo percepiamo. Ma questo caldo ha smesso da tempo di essere soltanto una stagione. È un caldo diverso, che punge la pelle e interroga l’anima.

Non è più il sole amico dell’infanzia, quello che maturava i grappoli e asciugava i panni al vento. È un calore che inquieta, che si fa domanda, che accende allarmi prima ancora del cielo. Sui notiziari scorrono le immagini consuete: gente che si disseta  a una fontanella, anziani all’ombra, ventilatori accesi come ceri votivi.

E, dopo i segnali di allerta, poi i soliti consigli, recitati come un rosario estivo: bere molta acqua, evitare l’alcol, mangiare leggero. Utile, certo. Necessario. Ma forse insufficiente.

Il caldo di oggi è un messaggio

Perché il caldo, oggi, non è più solo temperatura. È diventato linguaggio del creato. Un linguaggio che chiede di essere ascoltato, non solo misurato.

Sì, il caldo c’è sempre stato. Ma non questo caldo. Non questa frequenza di ondate, non questa stanchezza che pare cosmica, come se anche la Terra sudasse, sfiancata. Non questa natura smarrita, come un organismo ferito, come una creatura che geme nel travaglio.

Una crisi che riguarda il cuore

Papa Francesco, con la delicatezza profetica che gli apparteneva, ci ha lasciato parole che risuonano con forza nel nostro tempo: “Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti” (Laudato si’, n. 23). E poi: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (Laudato si’, n. 139).

Il caldo di quest’estate – e di quelle che verranno – non è un castigo. È una richiesta di attenzione. Un appello a tornare alla custodia, alla misura, alla comunione.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2030 il cambiamento climatico potrebbe causare almeno 250.000 morti in più ogni anno, per fame, malaria, eventi estremi e stress da calore.

Non è solo una crisi ecologica: è una questione di vita, di giustizia, di responsabilità condivisa. Perché la Terra non è solo un luogo da abitare. È sorella da ascoltare, dono da proteggere. E questo caldo non ci sta solo facendo sudare: ci sta chiedendo conversione.

Respirare il creato con gratitudine

Forse allora, accanto alla bottiglia d’acqua e al cappello in testa, dovremmo portarci dietro anche una domanda più grande: Qual è il mio posto in questo mondo che arde? Come vivo? Come cammino? L’estate può essere tempo propizio. Tempo per rallentare, per ascoltare non solo le cicale, ma il battito ferito del creato.

Per riprendere fiato, sì, ma anche per riconoscere, in ogni respiro, il soffio del Dio della vita. C’è un modo di vivere il caldo che insegna lentezza e ascolto. Anche nell’estate che brucia, può nascere un’offerta, umile come un respiro: un modo di abitare la Terra che somiglia a una benedizione silenziosa, ripetuta ogni giorno.

E allora, anche quest’estate – la più calda, dicono, ma forse solo la più eloquente – può diventare una parabola. Un’occasione per vegliare, come sentinelle del mattino. Per custodire la speranza sotto il sole.

Per tornare a chiamare la Terra con il suo nome più autentico: Madre. Sorella. Casa.

Roma, tutti pazzi per la Metro D? Gualtieri accelera, Meloni frena

Che succede in Campidoglio? Gualtieri sembra vittima di un attivismo un po’ disordinato. L’annuncio di un accordo bipartisan sulla futura linea D della metropolitana non regge alla verifica delle 24 ore successive. A sfilarsi sono gli esponenti di Fratelli d’Italia. La colpa, per semplificare, è dell’assessore Patané, il quale ieri, nel quadro di un servizio su due pagine, nell’intervista al Messaggero aveva girato al governo il conto (10 miliardi) dell’operazione.

È molto probabile che la Meloni non abbia gradito. In un momento così delicato, con il Pnrr alle ultime battute e la pressione sul bilancio per il “re-arm” europeo, trovare i soldi per opere assai impegnative non è facile. Per giunta, ammesso che si riesca a farlo, i benefici in termini d’immagine politica ricadrebbero solo sul sindaco e la coalizione che lo sostiene.

Roma deve rafforzare la sua rete di trasporto. Tuttavia, non bisogna perdere la bussola con interventi discutibili. Il tracciato della linea D che interessa il quadrante dell’Eur fa pensare che non sia indispensabile la soluzione della metropolitana, quando sarebbe più razionale e notevolmente più economico intervenire – anche con una certa urgenza – sul trasporto locale di superfice (bus e tram) per garantire una maggiore fruibilità dell’attuale Metro B (in via di ristrutturazione).

Intanto, anche se permangono dubbi sulla coerenza di alcune scelte, Patané dichiara la volontà di procedere con la progettazione. In questo caso, pronto cassa, servono 300 milioni: una cifra comunque ragguardevole. Al riguardo, dopo i fatti di Milano, c’è  da credere che l’amministrazione capitolina osserverà criteri di massima trasparenza. Ma resta la perplessità rispetto a tale improvvisa accelerazione.

In questo scenario, il Pd romano si perde nel particolarismo. La linea politica si dissolve nelle voci dei singoli circoli territoriali, per i quali, comprensibilmente, conta di più sapere dove passerà la metro e quali saranno le stazioni che non la coerenza generale di una operazione tanto ambiziosa.

In mancanza del giusto respiro politico, anche l’istituto neo-podestarile, emergente dalla investitura popolare del Primo cittadino, mostra i suoi limiti. A Roma tutto s’ingigantisce, anche la debolezza. Basti notare come il sindaco sia quasi costretto a rincorrere i suoi assessori. Può essere solo una sensazione, ma da un po’ di tempo a questa parte sono tornate le oche in Campidoglio e il loro guardiano fatica a starvi appresso.