Formiche | Gargani, con la lanterna di Diogene alla ricerca  del centro.

Tornano le identità politiche: a destra con la Meloni, a sinistra con la Schlein. Giuseppe Gargani spiega a formiche.net (qui uno stralcio dell’intervista) che ora spetta al centro riorganizzarsi.

Simona Sotgiu

[] Professore, il centro tutti lo cercano e nessuno lo trova o nessuno ha capito davvero dove sta?

È da oltre 30 anni, dagli anni 90, che ciascuno di noi va con la lanterna di Diogene alla ricerca del centro, e naturalmente è sparito soprattutto per una ragione fondamentale: la crescita dei partiti personali. Il personalismo ha affogato le ideologie e siamo andati avanti con partiti che non hanno identità, che non hanno avuto riferimenti culturali, la possibilità di realizzare quello che la costituzione ritiene allarticolo 49, cioè partiti democratici. E la responsabilità di questa situazione si può individuare, io credo, negli anni 90.

Cosa intende?

Quello degli anni 90 è stato un periodo di transizione perché i movimenti e i partiti non sono stati democratici, e quindi non ci sono stati né il centro, né la destra, né la sinistra essenziali per la dialettica democratica. Nelle elezioni del 25 settembre è venuta fuori una identità e se non teniamo conto di questo non facciamo una valutazione politica adeguata: la destra di Meloni. Quindi è finito il periodo di transizione anodina dellindistinto ed è venuta fuori una identità, la destra, che naturalmente ha compresso il centro, per cui non c’è più il centrodestra.

Vale lo stesso con la sinistra?

Certo. Dopo le elezioni, con lelezione di Schlein, è emersa una sinistra sia pure radicale, sia pure forse un povelleitaria, ma pur sempre sinistra. E allora io sono fiducioso che dopo 30 anni, sempre andando alla ricerca della lanterna di Diogene che cercava una cosa che non poteva trovare, io credo che questa identità a destra e questa pseudo sinistra possano determinare quello che è la dialettica normale che c’è anche negli altri Paesi: destra, sinistra, centro.

Come legge i tentativi di un centro unitario delle varie forze politiche italiane, da Italia Viva a Azione?

Avevo apprezzato il tentativo che Renzi e Calenda avevano fatto prima delle elezioni, con tutte le riserve sui due personaggi che immaginavo, avendo avuto un buon consenso elettorale, fossero proiettati rispetto a una posizione centrale alternativa alla destra e alla sinistra. Questo hanno capito gli elettori quando li hanno votati, con una percentuale significativa dell8,3%. Ecco, un tale risultato doveva portare ad un processo politico che aggregava le varie opposizioni, vecchi democristiani, democratici, liberali, riformisti, se non che la diaspora pesa anche su di loro e si sono divisi. Ora Renzi pare convertito verso il centro mentre Calenda sembra un azionista anticattolico, privo di ispirazioni religiose, giobertiano, mazziniano, non so bene, anche se invoca i popolari forse in modo un postrumentale.

Quindi Italia Viva ha forse trovato il centro?

Renzi sembra faccia sul serio, e la sua tradizione democratico cristiana mi auguro si ponga, seppure senza Calenda, in una posizione centrale alternativa alla destra e alla sinistra. Insieme ai popolari uniti si può creare una forza determinante, che pure esiste nel Paese, e vorrebbe vedere un riferimento forte e credibile sul piano centrale. Gli italiani per decenni hanno votato per il centro, per i partiti di governo, e non per gli estremi. Vuol dire quindi che c’è un popolo che crede in una politica illuminata e nella cultura di governo.

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Per leggere il testo integrale dellintervista (Titolo originale: Tra Meloni e Schlein c’è lo spazio per il centro. Parla Gargani)

https://formiche.net/2023/10/meloni-destra-centro-partiti-gargani/