Caso Apostolico, le polemiche fanno fare all’Italia un passo indietro.

Pensiero disconosciuto di Max Picard: “Non è possibile rappresentarsi un mondo in cui ci sia soltanto la parola; al contrario è possibile immaginarsi un mondo in cui vi sia soltanto il silenzio”.

Il caso Apostolico è uno di quelli che da un podi tempo mancava dalla cronaca quotidiana. La morte di Berlusconi aveva messo in letargo, forse si credeva per un tempo lungo, il conflitto tra politica e magistratura.

Ci ha pensato una donna che di mestiere fa anche il giudice a rompere la monotonia di unacqua che a star ferma ha laspetto di palude.

La Apostolico porta dunque la toga ma non quella pretestatache al tempo dei Romani spettava ai giovani fino ai 16 anni od ai magistrati di alto grado. Più che pretestata ora c’è aria di protesta della politica contro di lei e non sembra affatto ci sia intenzione di cedere armi alla sua veste autorevole.

Una sua recente decisione in materia di immigrazione ha scatenato un pandemonio e per rivalsa le si è contestato di essere di parte e non imparziale come dovrebbe essere chi provvede allapplicazione ed al rispetto della legge ed estraneo e privo di interessi nel caso che deve decidere.

A controprova della sua faziosità è stata beccata inoltre mentre partecipava ad una manifestazione anni fa in cui chiedeva lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti.

A ricordare una vecchia barzelletta di Gigi Proietti meglio sarebbe stato se si fosse fermata al numero diciotto, cioè a farsi i fatti suoi ma ormai le cose sono andate in questo modo e ne vedremo le conseguenze.

Luciano Violante ricorda che un giudice non solo deve essere imparziale ma deve anche apparirlo, mostrarsi come se lo fosse, facendo giustamente vivere unipocrisia comunque fondamentale e che, pur se tale, aiuta le istituzioni a reggersi in piedi.

A difesa della magistrata tutta lopposizione scalcia muovendo accuse di dossieraggio politico al Governo che avrebbe tirato fuori dal cilindro un video che la ritrae nel corso di una protesta a favore degli emigranti.

Dossier viene da dorso, fa pensare al fatto che in certe circostanze è bene comunque tenere la schiena dritta anche se non si comprende se questo spetti alla politica o alla magistratura o ad entrambi.

Dal suo dorsale è stata tirata fuori una cartellina che si riteneva ormai in uno scaffale impolverato e che ora conosce al contrario nuovo lustro.

Apostolico deve essere conforme al suo nome, essere apostola e quindi rappresentante della sua funzione e delle sue idee. Questa e quella, messe insieme, formano però una miscela esplosiva che riaccende uno scontro condotto in modo da mettere in secondo piano le difficoltà del Governo e la esiguità di chi lo contrasta.

Tutto questo sa di vecchio, come si fosse tornati indietro di anni. Non è soltanto avvilente il motivo della contesa ma la scelta di tornare a confrontarsi su un livello che si sperava caduto nel dimenticatoio.

Due dei poteri della nostra fragile democrazia si combattono da decenni usurandosi continuamente senza riuscire a fare un salto di qualità che porti il confronto a livelli di decenza. Così procedendo si accresce il loro logorio progressivamente privandosi delle energie necessarie per riscattarsi. Tutti in una difesa di posizioni e di idee che, ricordando Manzoni, spesso sono amate più del dovuto proprio perché sono poche.

A rimetterci non è solo il paese ma anche la parte più debole di esso che attende un segnale di fumo e di speranza per non finire arrosto nel forno dei crescenti tassi di interesse sui mutui e lo scarso potere dacquisto dello stipendio medio di un italiano.

Ci va di mezzo anche la solidarietà verso i migranti. Alzandosi il livello dello scontro, portandolo in baruffa, nessuno pagherà in solido per i migranti in cerca di un futuro oltre le onde del mare.

LApostolico avrebbe dovuto rinunciare al suo impeto di testimonianza e restare nelle retrovie di una battaglia dove non stava a lei sparare i colpi.

Ora potrebbe da alcuni essere tacciata di apostasia. Potrebbero rimproverarla di aver rinunciato al suo giuramento di fedeltà al potere a cui appartiene per abbracciare la fede esclusiva dei suoi convincimenti.

I migranti non hanno bisogno di paladini e neppure meritano di essere strumentalizzati per interessi altrui. Così continuando sarà forse il solo modo, semmai ancora ne arrivassero, perché preghino di andar via al più presto dalla terra triste di primo approdo. Come alternativa non resterebbe che lindifferenza verso la guerra condotta sulla loro pelle. Potrebbero citare Jean Jacques Rousseau Tutto è finito per me sulla terra, nessuno può farmi né bene né maletranquillo in fondo allabissoma impassibile al pari di Dio.

Per adesso c’è un gran vociare e così sarà nei prossimi giorni. Il conflitto tra poteri istituzionale ha smentito il pensiero di Max Picard quando nel Mondo del silenzioscrive:Non è possibile rappresentarsi un mondo in cui ci sia soltanto la parola; al contrario è possibile immaginarsi un mondo in cui vi sia soltanto il silenzio. Ciò che è fatto è fatto.