Formiche | Il lascito politico di Forlani secondo l’analisi di Fioroni

Non credeva alla immortalità della Dc. La sua visione politica contemplava la centralità del rapporto tra cattolici e socialisti. Di seguito un ampio stralcio dell’articolo pubblicato ieri su formiche.net.

[…] Difficile dire se prevalesse nel suo animo una dose di rassegnazione o di autocontrollo, magari l’una nasceva dall’altro e viceversa. Certo, non credeva alla immortalità della Dc. Con il solito glamour all’inglese, fece osservare in un Consiglio nazionale che millenni prima era finito anche l’impero degli Ittiti — figuriamoci, perciò, se non poteva finire il potere dei democristiani.

Sarebbe interessante capire quale nesso abbia congiunto la formazione giovanile, debitrice dell’ansia riformatrice del dossettismo, alla postura moderata del Forlani della maturità. Il suo percorso, a ben vedere, si snoda lungo il binomio di “conservazione e superamento” che caratterizzerà l’azione di Fanfani rispetto alla lezione di Dossetti. Eppure, anche rispetto all’attivismo di Fanfani l’usuale posatezza di Forlani appare fuori quadro. Ciò nondimeno, in contrasto con l’accusa di vaporosità rivolta al forlanismo, sta la costanza di un pensiero molto netto che ha colto nella dinamica storica della politica italiana la novità del centro-sinistra come esito del confronto tra cattolici e socialisti. Qui sta, a mio avviso, la continuità della politica forlaniana e qui anche il messaggio che lascia per il presente e per il futuro, giacché si tratta, in effetti, della continuità che nel variare delle scelte, sempre oggetto del conflitto che pervade e qualifica la democrazia, ha segnato il concetto di progresso e stabilità – tutt’e due i fattori insieme – nello svolgimento della politica del leader marchigiano.

Alla fine, se oggi volessimo interrogarci seriamente sul lascito politico di Forlani avremmo da compiere un salto all’indietro per farne due in avanti, nella sostanza cercando di capire come la cultura cattolico popolare e democratica, da un lato, e la cultura socialista dall’altro possano reincarnarsi in una nuova progettualità politica, con le necessarie condizioni di sostenibilità organizzativa. Da questo nucleo teorico, se definito con rigore e lungimiranza, può irradiare la complessa ideazione di una nuova politica di centro. È una sfida in cui possiamo ritrovare il gusto di Forlani per un avanzamento, ancorché prudente, sulla via del progresso civile del Paese.

 

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