La destra c’è, la sinistra pure, il populismo anche. E il Centro?

Mancano pochi mesi alle elezioni europee. Sarebbe francamente ridicolo, nonchè grottesco, che movimenti e partiti che si riconoscono nel medesimo gruppo europeo si presentassero con liste diverse alla competizione elettorale nazionale.

La destra c’è, la sinistra pure, il populismo anche. E il Centro?

Le elezioni europee si avvicinano e le varie caselle politiche si vanno definendo. Anche l’ultima conferenza stampa della Premier Giorgia Meloni non solo ha confermato – cosa ormai nota e collaudata – la sua indubbia ed oggettiva leadership politica ma, al contempo, ha individuato e riconosciuto attraverso la varie risposte ai giornalisti presenti le leadership altrui. O perconvenienza o per convinzione.

Ma, comunque sia, è abbastanza evidente che la destra ha un leader. Oserei dire, un vero leader politico e con un progetto politico altrettanto chiaro e definito. Che poi si articola in una coalizione, come ovvio. Ma la leadership “maggioritaria” ha un volto e un nome definiti. Stesso metro per quanto riguarda la sinistra. Certo, si tratta di una leadership diversa, molto meno autorevole e molto meno carismatica. Ma, al di là dei giudizi e delle singole opinioni, è indubbio che oggi la sinistra radicale, massimalista e libertaria ha il volto della segretaria del Partito democratico. E, in ultimo, anche il populismo anti politico, demagogico e qualunquista ha il suo progetto. Si fa per dire, ma il suo programma – con la conseguente e strutturale deriva trasformistica – è chiaro, netto e pare che continui a registrare anche massicci consensi, almeno così dicono i sondaggi. Poi vedremo cosa capita alle europee….

Ora, all’interno di questo quadro è altrettanto evidente che manca all’appello quel luogo politico, quel progetto politico e quello spazio politico che nel nostro paese ha sempre avuto un ruolo determinante se non addirittura decisivo nei vari tornanti politici e storici. Ovvero quello che comunemente viene definito come Centro. È persin inutile ricordare le ultime tappe che hanno scandito lo scontro all’interno di quest’area politica. La deflagrazione dell’ex terzo polo ha rappresentato un elemento profondamente negativo per dare voce e consistenza a questo progetto politico. Eppure, malgrado ciò che è concretamente capitato, non possiamo non registrare – come dice la stessa Ghisleri, a capo di uno degli istituti più autorevoli nel campo

demoscopico italiano – che il campo politico cosiddetto centrista continua ad essere gettonato da quasi il 20% dell’elettorato del nostro paese. Un risultato che spiega anche e soprattutto come le tendenze storiche della politica italiana non vengono archiviate così facilmente.

Certo, se poi manca una concreta offerta politica capace di rappresentare quest’area politica, sociale e culturale, l’elettorato di riferimento o si rifugia nell’astensionismo o sceglie, per inerzia e svogliatezza, altre offerte politiche. Ecco perchè, se vogliamo raccogliere sino in fondo l’invito formulato nelle settimane scorse da ‘Tempi Nuovi’, l’area cattolico popolare e sociale che punta alla ricomposizione della vasta e composita area popolare del nostro paese, è arrivato il momento per dimostrarlo concretamente. Ovvero, lavorare per la presentazione di una sola lista centrista alle ormai prossime elezioni europee.

Sarebbe francamente ridicolo, nonchè grottesco, che movimenti e partiti che si riconoscono nel medesimo gruppo europeo si presentassero con liste diverse alla competizione elettorale nazionale. Il tutto perchè prevalgono le pregiudiziali personali, le vendette trasversali e i veti dogmatici sui singoli. Categorie, queste, che appartengono ad una fase adolescenziale della politica ma che, se vengono proiettate anche nella fase adulta, forse c’è da preoccuparsi seriamente per la stabilità psicologica di chi assume simili comportamenti. Per questo è giunto il momento della responsabilità e della coerenza. Altre cianfrusaglie e altre motivazioni non hanno più alcuna importanza. È il momento di dare priorità alla politica o, al

contrario, far vincere l’anti politica con atteggiamenti semplicemente impolitici.