Tutti al centro

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Grande è il movimento al centro e, soprattutto, nella nostra area politica di riferimento. Si è mosso per primo il movimento raccolto attorno al “Manifesto  Zamagni” che il 4 ottobre, si è costituito in partito, assumendo il nome di INSIEME, corrispondente a quanto, da socio fondatore, suggerii al gruppo guidato da Tarolli, “Costruire Insieme”, ricordando l’associazione politico culturale veneta, INSIEME, nata nel 2008 a Venezia, il cui sito: www.insiemeweb.net è da me diretto. Ho augurato un sincero benvenuto a questo partito, considerato che: “tutto ciò che va nella direzione della ricomposizione dell’area politica cattolico democratica e cristiano sociale va salutato positivamente”.

Oggi il convegno di St Vincent (9-10-11 Ottobre) dove Gianfranco Rotondi, commentando l’avvio di INSIEME, ha dichiarato:” Cercheremo di dialogare, ma il nostro progetto a Saint Vincent,  si darà un orizzonte più ampio del segmento neo dc che fin qui abbiamo rappresentato. Serve una nuova iniziativa politica capace di dare compimento alle domande che il Santo Padre pone a laici e cattolici“. Quello che partirà da Saint Vincent “è un percorso che inizia e non si propone di dar vita a un partito, piuttosto a un’area trasversale capace di contendere coi sovranisti e la sinistra alle prossime elezioni politiche – prosegue Rotondi – Se il tentativo nascerà’ e crescerà, naturalmente Zamagni sarà un interlocutore ma allo stato non sappiamo che accoglienza avranno le nostre ipotesi“.

La preoccupazione espressa dall’amico Lucio D’Ubaldo su Il Domani d’Italia (www.ildomaniditalia.eu – “ Il Centro, tra Conte e Zamagni”)  per l’annunciata partecipazione a St Vincent del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, foriera “dell’ennesima invenzione di un partito personale” espressione del peggior trasformismo politico rispetto a quello stesso depretisiano avviato nel 1861, mi sembra eccessiva. Considero da qualche tempo Conte una risorsa e non una criticità e tanto più emergerà il collegamento della sua formazione culturale e sensibilità politica alla nostra, ogni passo compiuto nel segno della collaborazione io credo sarà positivo.

Il 20 Ottobre, terzo tassello, è convocata l’assemblea generale della Federazione Popolare dei DC, coordinata dall’On Giuseppe Gargani, per decidere la sua trasformazione in partito, nel quale confluiranno i soci delle oltre quaranta associazioni, movimenti e gruppi che hanno condiviso il patto federativo.

All’interno di Rete Bianca (una delle parti raccolte attorno al manifesto Zamagni), poi,va ricordata l’esperienza di “Base Italia”, evocatrice di quella che fu per decenni la corrente di sinistra politica della DC, mentre continua, dopo quasi dieci anni, l’impegno dei “DC non pentiti”, sotto la guida di Renato Grassi nel tentativo di ricostruzione politica della DC (www.democraziacristiana.cloud), partito “mai sciolto giuridicamente”. Un percorso ricco di passione e, ahimè, lastricato di infelici e sciagurate controversie giudiziarie che hanno attraversato tutta la lunga stagione della diaspora DC, da me ampiamente analizzata nel recente libro: DEMODISSEA.

Giustamente Giorgio Merlo, nel suo ultimo editoriale su “ Il Domani d’Italia” (“ Cattolici, serve un federatore”) (www.ildomaniditalia.eu), scrivendo che finalmente qualcosa si muove nell’area politica cattolica, auspica l’avvento di un “federatore”, capace di condurre all’unità questo vasto fermento presente al centro. Ovviamente la conditio sine qua non perché il progetto possa avanzare è l’adozione per le prossime elezioni politiche di una legge elettorale proporzionale, senza la quale, permanendo il “rosatellum” o un’altra legge maggioritaria, nessuna unione al centro sarebbe possibile. Va, in ogni caso, tenuto presente il ruolo frenante, se non distruttivo, di quella stupida italica regola aurea per la quale: tutti vogliono coordinare, ma nessuno vuol essere coordinato. Personalmente, democristiano da sempre e che resterà tale sino alla fine, vedo con molto interesse il progetto di una più vasta unione al centro ipotizzata da Rotondi, e mi auguro che, dopo St Vincent, si possa avviare un dialogo per federare le diverse iniziative e, soprattutto, che qualcosa di nuovo si muova anche a livello parlamentare dove, come ha scritto anche la sen. Paola Binetti è in atto “ un grande fermento”. Si tratta di concorrere tutti insieme a ricomporre in un grande mosaico i diversi tasselli che si stanno organizzando in quest’autunno ricco di interessanti cantieri politico culturali. E’ importante rammentare che la nuova leadership cattolico democratica e cristiano sociale del soggetto politico nuovo di centro in costruzione, non si potrà decidere dall’alto (metodo top down), ma seguendo un corretta procedura bottom up, dal basso verso l’alto; dopo che, anche grazie alla spinta di un gruppo parlamentare coeso in fieri, partendo dalle realtà territoriali locali, si potrà organizzare una grande assemblea costituente di un vasto movimento ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano capace di rappresentare, come nella migliore storia della DC, e con una rinnovata classe dirigente, gli interessi del terzo stato produttivo e delle classi popolari, oggi prive di una rappresentanza politica e largamente rifugiatesi nell’astensionismo e nel rifiuto dei riti del tristissimo teatrino di questa ormai esausta terza repubblica.

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