Propongo che dalla scuola dell’infanzia agli atenei Universitari più prestigiosi, gli addetti ai lavori delle istituzioni interessate, a cominciare dai vertici della burocrazia del Ministero dell’Istruzione e del Merito e da quello dell’Università siano obbligati a frequentare ogni anno un corso intensivo di pedagogia comparativa: quel campo di studi e di ricerche che mette a confronto gli asset organizzativi e funzionali dei sistemi di istruzione del mondo. Siamo pregiudizialmente esterofili al punto di voler anglicizzare linguaggi, metodologie, programmi didattici delle nostre scuole e ostinatamente pervicaci nello sfrucugliare in casa nostra cercando tutti i difetti possibili, ma nello stesso tempo distratti rispetto alle tendenze veramente innovative che si realizzano altrove.
L’attuale dibattito sulle Università telematiche, la loro utilità, la serietà degli insegnamenti disciplinari, il reclutamento del corpo docente, i criteri di valutazione e controllo della qualità dei risultati, la validazione dei corsi di studi e dei titoli rilasciati – che dovrebbero essere i temi da approfondire – si riduce a diatribe intorno alle competenze dei Dicasteri senza escludere pregiudiziali di interessi, incompatibilità di ruoli, finanziamenti e primazie gestionali.
Per non saper né leggere né scrivere, da ex ispettore del MIUR sono sempre stato interessato alle tematiche pedagogiche e alla produttività del servizio di istruzione. Se le cose non vanno molto bene o se ci sono sospetti di litigi e di torbidi suggerisco di mettere in moto le macchine dei nostri apparati istituzionali, alla ricerca delle eccellenze che fanno testo e producono conoscenza, formazione e innovazione, in casa e in trasferta. Ad esempio andando a leggersi ciò che si scrive nel sito del Premio “Ydal prize”, considerato il Nobel dell’Istruzione, che quest’anno è stato assegnato a Shai Reshef, fondatore e Rettore dell’University of the People – con sede in California – “per lo sviluppo e la diffusione dell’Istruzione”. Anche i più accaniti opinionisti e autosedicenti depositari delle manovre di Palazzo avrebbero l’opportunità di documentarsi e auspicabilmente convincersi su ciò che conta davvero e produce esiti gratificanti e di livello nel complesso universo culturale delle Università telematiche.
Se ciascuno di noi fa un passo indietro e prende atto della certificazione apicale dell’Ydal prize, si può forse tutti insieme prendere atto e capacitarsi di quali sono gli atout che in questo settore formativo veramente contano e possono fare la differenza. Rinunciando ad essere influencer culturali per indossare i panni dell’attento osservatore.
“A differenza di molte Università online, che sono molto costose e permettono di laurearsi grazie alla presenza costante di tutor anche a persone che hanno poco tempo da dedicare allo studio, questa Università offre una Istruzione inclusiva e a prezzi accessibili per ampliare l’accesso all’istruzione superiore di qualità ed è flessibile, adattiva, creativa e a basso costo. Molto diversa dalle altre università online. La differenza la fa il metodo. Questi principi sono al centro della visione di Shai Reshef per University of the People, la prima università online accreditata con sede negli Stati Uniti. Lo studente non deve pagare tasse universitarie. Paga solo 60 dollari all’iscrizione e poi 120 dollari ad ogni esame sostenuto. Se l’esame non viene passato, deve ripagare di nuovo la fee per quell’esame e ripeterlo studiando daccapo.
A differenza della maggior parte delle università cosiddette “telematiche”, sono inoltre a disposizione borse di studio per quegli studenti che le richiedono: in questo modo, chi merita può superare barriere economiche insormontabili, perché la borsa di studio può essere spesa solo per alleggerire il carico economico richiesto per sostenere gli esami.
Questo è un fattore molto motivante e costruttivo, che rimarca l’intento del Rettore e il proposito del progetto universitario.
Ogni libro o dispensa richiesto è gratuito per lo studente, incluso l’accesso al JStore e alle maggiori librerie online, con decine di migliaia di tomi a disposizione. Videoletture, lezioni video o anche in Pdf, ma anche siti interattivi preparati dai professori del corso dando accesso libero a quelle di prestigiose Università partner come il Massachusetts Institute of Technology (MIT), la Harvard Business School Online, l’Università di Edimburgo e la McGill University, con cui l’Università collabora strettamente. Gli studenti possono ottenere crediti che consentono loro di trasferirsi e studiare di persona presso alcune di queste prestigiose istituzioni.
Ogni settimana allo studente vengono assegnati dei compiti scritti che richiedono studio e preparazione costanti. Viene richiesto di compilare settimanalmente un Learning Journal valutato dal professore sempre con cadenza settimanale, di partecipare ad un forum di discussione con altri studenti anch’esso valutato sia dagli studenti che dal professore, un’assegnazione scritta con la risoluzione d’uno o più problemi, un quiz libero per verificare il proprio livello di preparazione, e ogni tre settimane un quiz con valutazione scritta pesata dal professore, fino all’esame finale. Ogni voto contribuisce al voto finale. La media di tutti i voti è monitorata costantemente e permette allo studente di accedere ad un numero di corsi per termine che va da uno a quattro. Di modo da non appesantire studenti che hanno meno tempo o meno bravi gratificando invece chi ha la media alta, che così può terminare prima il corso di studi.
Ogni passaggio è tenuto strettamente sotto controllo dal sistema e dai professori, con particolare attenzione verso ogni forma di plagio, che è punita severamente anche con l’espulsione dall’Università. Copiare, all’University of the People, è praticamente impossibile. Abusare dell’intervento dei cosiddetti tutor, anche. Viene stimolato il senso critico degli studenti, chiamati settimanalmente a valutare l’operato di alcuni altri studenti, l’utilizzo delle regole dello stile APA per comporre un saggio accademico (che ogni settimana vengono chiamati a preparare per ogni materia).
Essendo completamente in inglese (come scritto, la sede è in California), include anche il progetto ESL (English Second Language), dando la possibilità d’ottenere la preziosa certificazione scritta. Per gli studenti di lingua araba è presente la versione in arabo del sito.
Il voto non può essere rifiutato e incide sulla media pesata finale del voto di laurea. I programmi di Laurea includono sia la Associate (l’equivalente della triennale) che la Bachelor’s (l’equivalente della laurea magistrale). Per chi è già laureato, viene offerto un ampio pacchetto di Master (con prezzi superiori per il singolo esame, ma sempre nelle medesime modalità).
Avendo fondato l’Università senza tasse scolastiche e senza scopo di lucro nel 2009, Shai Reshef è determinato a garantire che ogni studente qualificato delle scuole superiori in tutto il mondo abbia accesso a un’istruzione superiore di qualità.
I corsi dell’University of the People si basano sui punti di forza dell’apprendimento virtuale, adattandosi agli impegni lavorativi e familiari, consentendo agli studenti di progredire al proprio ritmo e mantenendo i costi per gli studenti il più bassi possibile. Il numero d’esami a cui si può partecipare contemporaneamente dipende infatti dalla media dei voti dello studente, valorizzando chi è bravo senza penalizzare o costringere ad estenuanti tour de force chi invece necessita di più tempo. Sotto la guida di Shai, il metodo di studio proposto dall’University of the People mantiene anche alcuni dei vantaggi di un’esperienza universitaria più tradizionale: classi di sole 25 persone, attenzione personalizzata e un consulente dedicato per ogni studente. In meno d’un decennio, il corpo studentesco dell’University of the People è cresciuta fino a raggiungere oltre 137.000 studenti in 200 paesi. Tre quarti dei quali provengono da Paesi in cui i bassi redditi e le risorse limitate rendono i posti universitari relativamente scarsi e fuori dalla portata di molti studenti qualificati. Altri si trovano ad affrontare barriere finanziarie, geografiche, culturali o politiche; 16.500 studenti sono rifugiati.
University of the People continua a concentrarsi sulle competenze trasferibili e rilevanti per il posto di lavoro, con corsi di laurea e master in materie come Amministrazione Aziendale e Ingegneria Informatica, o Scienze della Salute.
Con i fondi del progetto del Premio Yidan, Shai intende continuare a far crescere l’University of the People, fornendo ad un numero sempre maggiore di studenti una soluzione completa ai problemi di accessibilità all’Istruzione”.
Avendo potuto verificare personalmente il grado di soddisfazione di studenti italiani che hanno intrapreso questo tipo di percorso, credo si tratti di una lettura interessante che offre spunti di riflessione importanti: la pedagogia comparativa disdegna chiacchiere e distintivi a favore dei fatti.