Bce, inflazione attesa dai consumatori ai minimi da 2 anni (3,1%)

Roma, 2 apr. (askanews) – Le aspettative di inflazione tra i consumatori dell’area euro si sono ulteriormente attenuate, ai minimi da oltre 2 anni, mentre quelle sulla crescita economica sono rimaste stabili a valori negativi. E’ la fotografia scattata dall’ultima indagine mensile effettuata dalla Banca centrale europea.

Il tasso mediano di inflazione percepito dall’insieme dei consumatori dei Paesi che aderiscono all’euro sugli ultimi 12 mesi è calato al 5,5% a febbraio, dal 6% rilevato a gennaio. L’aspettativa mediana di inflazione per il prossimi 12 mesi si è attenuata al 3,1%, dal precedente 3,3% e, precisa la Bce con un comunicato, si attesta così ai minimi dal febbraio del 2022 (l’inizio della guerra in Ucraina).

Le aspettative di inflazione sull’orizzonte più lungo, 3 anni, sono rimaste invariate al 2,5%. Secondo l’indagine restano invariati anche i livelli di incertezza che i consumatori assegnano a queste aspettative di inflazione.

Passando a redditi e consumi, le aspettative sulla crescita dei redditi si sono leggermente rafforzate all’1,4%, dall’1,2% di gennaio. La percezione sulla crescita delle spese sui precedenti 12 mesi si è invece attenuata al 6,4%, dal 6,6% di un mese prima. Le aspettative sulla crescita delle spese per i prossimi 12 mesi sono rimaste invariate al 3,7%.

Sempre secondo l’indagine della Bce, le aspettative di crescita economica per i prossimi 12 mesi sono rimaste invariate a un livello negativo pari al meno 1,1%. Le aspettative di disoccupazione sono a loro volta rimaste stabili al 10,9%. In generale i consumatori dell’eurozona continuano ad attendersi che il tasso di disoccupazione risulti leggermente più elevato dell’attuale livello percepito (10,5%).

Infine, l’indagine guarda anche a immobiliare residenziale e a accesso al credito: i consumatori prevedono un aumento del 2,4% sui prezzi delle case sui prossimi 12 mesi, un tasso leggermente superiore al 2,2% registrato un mese fa. Le aspettative sui tassi dei mutui sono rimaste invariati al 5,1%; la quota di famiglie che riporta un inasprimento dei criteri di accesso al credito e quelle che si attendono ulteriori inasprimenti, sono entrambe diminuite, e anche in questo caso ai valori più contenuti da inizio 2022.