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giovedì, 18 Settembre, 2025
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Sull’Ucraina fischi a Schlein a Festa Fatto,interviene Travaglio

Roma, 13 set. (askanews) – Proteste dalla platea della festa del Fatto Quotidiano all’indirizzo di Elly Schlein intervistata nel pomeriggio da Antonio Padellaro e Wanda Marra. Ad alcuni spettatori non piacciono le dichiarazioni della segretaria Pd sull’Ucraina. E in alcuni momenti i fischi hanno preso il posto degli applausi che pure hanno l’accolto Schlein su diversi passaggi come quello su Gaza.

Sull’Ucraina la differenza” tra Pd e M5s “c’è e c’è sempre stata. Noi abbiamo sempre scelto di sostenere con tutte le forme necessarie, quindi anche militari, il popolo ucraino che ha subito un’ invasione criminale”, ha detto Schlein suscitando diverse proteste dal pubblico tanto da rendere necessario l’intervento di Padellaro: “Urla e strilli non servono a nulla. Facciamola parlare per cortesia”, ha richiamato la platea.

Schlein ha insistito: “so che non siamo d’accordo e lo rispetto ma vorrei che l’Enfasi sulle differenze non cancellasse ciò su cui siamo d’accordo. Cioè negoziare una pace giusta per gli ucraini e a quel tavolo non ci siano solo Putin e Trump sulle loro teste ma anche gli Ucraini. Lo so che su questo siamo d’accordo”.

A redarguire chi contestava e’ intervenuto anche Marco Travaglio, direttore del quotidiano: “L’ho invitata per dire quello che pensa lei, non quello che pensiamo noi. Quello che pensiamo noi lo scriviamo tutti i giorni sul giornale. Altrimenti nessuno verrà più”, ha detto Travaglio.

Calcio, risultati e classifica serie A. Cagliari primo squillo

Roma, 13 set. (askanews) – Questi i risultati e la classifica del campionato di serie A dopo Cagliari-Parma 2-0

Terza giornata: Cagliari-Parma 2-0, ore 18 Juventus-Inter, ore 20.45 Fiorentina-Napoli, domenica 14 settembre ore 12.30 Roma-Torino, ore 15 Atalanta-Lecce, Pisa-Udinese, domenica 14 settembre ore 18 Sassuolo-Lazio, ore 20.45 Milan-Bologna lunedì 15 settembre ore 18.30 Verona-Cremonese, ore 20.45 Como-Genoa.

Classifica: Napoli, Juventus, Cremonese, Roma 6, Udinese, Cagliari 4, Inter, Lazio, Milan, Como, Bologna 3, Atalanta, Fiorentina 2, Pisa, Genoa, Lecce, Verona, Torino, Parma 1, Sassuolo 0

Quarta giornata: venerdì 19 settembre ore 20.45 Lecce-Cagliari, sabato 20 settembre ore 15 Bologna-Genoa, ore 18 Verona-Juventus, ore 20.45 Udinese-Milan, domenica 21 settembre ore 12.30 Lazio-Roma,ore 15 Cremonese-Parma, Torino-Atalanta, ore 18 Fiorentina-Como, ore 20.45 Inter-Sassuolo, lunedì 22 settembre ore 20.45 Napoli-Pisa.

Calcio, Cagliari-Parma 2-0: prima vittoria dei rossoblù

Roma, 13 set. (askanews) – Prima vittoria del Cagliari in serie A. Arriva sul Parma alla Sardegna Arena per 2-0 con le reti di Mina al 35′ e Felici al 77′. Il Parma parte forte e al 8′ trova un doppio miracolo di Caprile su Pellegrino e Cutrone. Gli ospiti insistono, con Cutrone vicino al gol in più occasioni e Bernabé pericoloso dalla distanza. Ma al 35′ arriva il vantaggio sardo: corner battuto da Obert, respinta incerta di Suzuki e Mina insacca di testa da pochi passi. Nel secondo tempo il Parma alza i giri: al 51′ Ndiaye impegna Caprile, al 57′ Cutrone colpisce il palo, poco dopo Almqvist chiede invano un rigore. Cagliari però resiste e, dopo la traversa di Oristanio al 71′, colpisce in ripartenza: al 77′ Palestra avvia l’azione, Adopo calcia, Suzuki e il palo salvano una prima volta, ma Felici raccoglie e firma il raddoppio. Il Parma prova a riaprirla con un gol di Cutrone all’83’, annullato per fallo in attacco, ma non basta. Finisce 2-0: il Cagliari capitalizza al meglio le sue occasioni, sorretto da un Caprile decisivo, mentre i ducali pagano errori sotto porta e un pizzico di sfortuna.

Flotilla, Schlein: buon vento, Governi Ue tutelino sua incolumità

Roma, 13 set. (askanews) – “Dobbiamo tutti augurare buon vento alla global sumud flottilla che sta partendo in queste ore dalla Sicilia. È Fondamentale tenere accesi i riflettori presso i governi europei affinché tutelino l’incolumità della flotta” che si è messa in moto “per rompere il blocco illegale imposto dal governo Netanyahu. Loro stanno facendo quello che avrebbe dovuto fare il governo italiano, il governo europeo”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein alla festa del Fatto quotidiano.

MotoGp, a Misano Bezzecchi doma Marc Marquez nella Sprint

Roma, 13 set. (askanews) – Marco Bezzecchi vince la Sprint Race di Misano, precedendo sul podio Alex Marquez e Di Giannantonio. Out Marc Marquez, caduto a 7 giri dalla fine quando era in testa

Per battere Marc Marquez, Marco Bezzecchi ha dovuto dare tutto: coraggio, lucidità e un passo gara martellante. “Sapevo di averlo dietro, ho fatto due errori consecutivi e mi sono deconcentrato. Mi ha passato, ma sapevo che era al limite. Ho spinto subito, e lui è scivolato”, ha raccontato Bezzecchi dopo aver tagliato il traguardo. Il duello è nato fin dalla partenza: Marc Marquez ha bruciato due avversari in poche curve, mettendosi subito all’inseguimento del pilota Aprilia. Bezzecchi ha provato a dettare il ritmo, ma al primo errore lo spagnolo ha visto l’occasione e lo ha infilato con un sorpasso da campione. L’italiano, però, ha reagito senza esitazioni. La pressione reciproca ha alzato i giri fino al limite: un ritmo insostenibile perfino per Marc, che è finito nella ghiaia. Stavolta, però, contro questo Bezzecchi non c’era alternativa. Per Marco è arrivata la vittoria più bella, sulla pista di casa e nel momento migliore della sua carriera in Aprilia. Un trionfo costruito dal venerdì, con prove e qualifiche dominate, e coronato da un successo che sa di consacrazione. A completare la festa azzurra sono arrivati Alex Marquez, spettatore privilegiato del duello iniziale tra il fratello e Bezzecchi, e Fabio Di Giannantonio, che ha avuto la meglio nel derby con il compagno di squadra Franco Morbidelli, quarto al traguardo. Luca Marini ha chiuso settimo e Enea Bastianini decimo. Più difficile la gara di Pecco Bagnaia, solo 13° dopo una qualifica complicata: partiva dall’ottava casella e non è mai riuscito a trovare il passo. Un risultato che interrompe la striscia della Ducati ufficiale, assente dal podio per la prima volta dal GP di Aragon 2024.

Flotilla, Scuderi (Avs): siamo partiti per Gaza, stop ad assedio e genocidio

Roma, 13 set. (askanews) – “Partiamo senza perdere di vista l’obiettivo ultimo di questa missione, cioè portare aiuti umanitari a Gaza, rompere l’assedio e fermare il genocidio e la carestia in atto. Quella della Global Sumud Flotilla è una grande azione collettiva, con un solo filo conduttore: il senso di umanità. È un’iniziativa concreta e dal basso, che la società civile ha preso per sopperire all’inazione dei governi”. Lo afferma l’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi, partendo dalla Sicilia con la Global Sumud Flotilla alla volta di Gaza.

“Nel frattempo – ha detto ancora Scuderi – dalla terraferma e dalle piazze l’onda del supporto continua a crescere ed è ormai inarrestabile. Ringraziamo dal profondo tutte queste persone, questa ‘flotilla di terra’ per il sostegno, la partecipazione e il calore, tutti fattori fondamentali per noi a bordo. Andiamo avanti, insieme stiamo riuscendo davvero a smuovere le coscienze”, conclude.

Atletica, Battocletti d’argento sui 10.000 ai mondiali di Tokyo

Roma, 13 set. (askanews) – Nadia Battocletti è d’argento sui 10.000 ai mondiali in svolgimento a Tokyo. Un finale eccezionale: l’azzurra scatta negli ultimi metri contro Beatriche Chebet, formidabile e oro in 30:37.61. Per Nadia Battocletti 30:38.23 con record nazionale. Terza Tsegay. Per Nadia è la prima medaglia ai Mondiali, si aggiunge all’argento olimpico e ai due ori europei già nel suo palmares. Ancora oro e argento come a Parigi. “Ho capito che atleta che sono – dice tra le lacrime di commozione Nadia – sono incredula per la gara che ho fatto. Ringrazio tutti. Sono incredula”. E’ la seconda medaglia azzurra a Tokyo dopo quella di Palmisano nella marcia. Nadia Battocletti diventa anche la seconda donna nell’atletica italiana in pista a ottenere almeno una medaglia in Giochi Olimpici, Mondiali ed Europei (l’altra Fiona May nel salto in lungo. In più ci sono Antonella Palmisano ed Elisa Rigaudo nella marcia).

Atletica, Marcell Jacobs in semifinale 100 metri ai Mondiali di Tokyo

Roma, 13 set. (askanews) – Dopo la sola apparizione di quest’anno (in Finlandia correndo in 10.30), l’oro olimpico 2021 si prende ai Mondiali di Tokyo di atletica la qualificazione diretta col terzo tempo nella sesta batteria in 10.20 (con season best). Avanti anche Okon e Hughes, quarto e eliminato McCallum. Le parole di Jacobs a RaiSport: “Sono felice del risultato, ho recuperato da un po’ di problemi ma non sono contento della gara, ho sbagliato dal primo all’ultimo passo. Però le sensazioni sono buone, purtroppo ho fatto poche gare e oggi l’importante era passare il turno. Tornare qui dopo l’oro del 2021? Vedere lo stadio pieno mi fa quasi strano”. Semifinale e finale dei 100m sono in programma domani (13.45 e 15.20 italiane).

Ucraina, Trump: pronto a pesanti sanzioni a Mosca, se i Paesi Nato smettono di acquistare petorlio russo

Roma, 13 set. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato una lettera ai Paesi della Nato esortandoli a cessare di acquistare petrolio russo e a imporre sanzioni pesanti alla Russia per porre fine alla sua guerra in Ucraina.

“Sono pronto a imporre sanzioni pesanti alla Russia quando tutti i Paesi della Nato avranno concordato e iniziato a fare lo stesso, e quando tutti i Paesi della Nato cesseranno di acquistare petrolio dalla Russia”, ha scritto in un post su Truth Social. “L’acquisto di petrolio russo da parte di alcuni è scioccante”, ha continuato Trump, convinto che “l’impegno della Nato per la vittoria sia tutt’altro che completo”. “Questo indebolisce significativamente la vostra posizione e il vostro potere contrattuale con la Russia”, ha scritto.

“Se la Nato fa quello che dico, la guerra finirà rapidamente e tutte queste vite saranno salvate! Altrimenti, state solo sprecando il mio tempo, così come il tempo, l’energia e il denaro degli Stati Uniti”, ha concluso il presidente americano.

In precedenza Trump aveva minacciato di sanzioni Mosca e di sanzioni secondarie i Paesi che acquistano il suo petrolio, come i principali acquirenti Cina e India, se non si faranno progressi per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il presidente americano ha imposto un ulteriore dazio del 25% sui prodotti indiani, citando le sue continue importazioni di petrolio russo, ma non ha intrapreso azioni simili contro la Cina.

Ucraina, Trump: pronto a pesanti sanzioni a Mosca, se i Paesi Nato smettono di acquistare petorlio russo

Roma, 13 set. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato una lettera ai Paesi della Nato esortandoli a cessare di acquistare petrolio russo e a imporre sanzioni pesanti alla Russia per porre fine alla sua guerra in Ucraina.

“Sono pronto a imporre sanzioni pesanti alla Russia quando tutti i Paesi della Nato avranno concordato e iniziato a fare lo stesso, e quando tutti i Paesi della Nato cesseranno di acquistare petrolio dalla Russia”, ha scritto in un post su Truth Social. “L’acquisto di petrolio russo da parte di alcuni è scioccante”, ha continuato Trump, convinto che “l’impegno della Nato per la vittoria sia tutt’altro che completo”. “Questo indebolisce significativamente la vostra posizione e il vostro potere contrattuale con la Russia”, ha scritto.

“Se la Nato fa quello che dico, la guerra finirà rapidamente e tutte queste vite saranno salvate! Altrimenti, state solo sprecando il mio tempo, così come il tempo, l’energia e il denaro degli Stati Uniti”, ha concluso il presidente americano.

In precedenza Trump aveva minacciato di sanzioni Mosca e di sanzioni secondarie i Paesi che acquistano il suo petrolio, come i principali acquirenti Cina e India, se non si faranno progressi per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il presidente americano ha imposto un ulteriore dazio del 25% sui prodotti indiani, citando le sue continue importazioni di petrolio russo, ma non ha intrapreso azioni simili contro la Cina.

Atletica, Iapichino fuori dalla finale dei Mondiali: è un incubo

Roma, 13 set. (askanews) – Disco rosso per Larissa Iapichino che ha fallito l’ingresso nella finale dei mondiali di atletica apertisi oggi a Tokyo. L’azzurra partiva 13esima all’ultimo salto con la miglior misura di 6.56, ma all’ultimo stacco non è riuscita a migliorarsi (6.32) mancando quindi il pass tra le prime dodici per la finale. Grande delusione sul suo volto. Per lei quindicesima posizione finale nella classifica generale a 4 centimetri dalla qualificazione. Le sue parole a RaiSport: “Non devo farmi prendere dal momento, uscire di qui e analizzare tutto con lucidità. A caldo posso dire che la gara si commenta da sola. In questo momento sono un po’ sotto shock, è un incubo, non è stato il Mondiale che volevo”.

Kirk, Meloni: sinistra italiana minimizza e continua giustificare violenza

Roma, 13 set. (askanews) – “Credo che sia arrivato il momento di chiedere conto alla sinistra italiana di questo continuo minimizzare o addirittura di questo continuo giustificazionismo della violenza nei confronti di chi non la pensa come loro, perché il clima anche qui in Italia sta diventando insostenibile ed è ora di denunciarlo”. Lo ha affermato la presidente del Consiglio,Giorgia Meloni, alla festa nazionale dell’Udc, a Roma.

“E’ ora di dire chiaramente che queste tesi sono impresentabili, pericolose, irresponsabili e antitetiche a qualsiasi embrione di democrazia”, ha sottolineato.

Manovra, Meloni: abbiamo abbassato tasse, ora attenzione a ceto medio

Roma, 13 set. (askanews) – “Abbiamo smesso di gettare i soldi dei cittadini dalla finestra, nonostante i debiti da pagare che ci hanno lasciato i nostri predecessori. Noi non abbiamo aumentato le tasse, anzi le abbiamo abbassate e vogliamo proseguire in questa direzione nella prossima legge di bilancio concentrandoci sul ceto medio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla festa nazionale dell’Udc.

“Abbiamo difeso il potere d’acquisto dei lavoratori rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale e incentivando le imprese che assumevano, abbiamo previsto stanziamenti record per la sanità, abbiamo messo al primo posto come priorità l’attenzione alla famiglia e alla natalità”, ha aggiunto la premier.

Meloni: ci accusa di diffondere odio chi festeggia l’omicidio di Charlie Kirk

Roma, 13 set. (askanews) – “Io vengo da una comunità politica che spesso è stata accusata ingiustamente di diffondere odio dagli stessi che oggi tacciono, minimizzano o addirittura giustificano o festeggiano l’omicidio premeditato intenzionale a sangue freddo di un ragazzo di 31 anni (Charlie Kirk, ndr) che aveva la colpa di difendere con coraggio le sue idee”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo alla Festa nazionale dell’Udc a Roma. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi da Paestum invita “ad abbassare i toni nel dibattito politico”, mentre il Viminale ha avviato un’attività per verificare le condizioni di sicurezza delle istituzioni e dei loro rappresentanti politici. “Ieri abbiamo assunto un’iniziativa, credo doverosa, alla luce della discussione che è maturata in questi giorni e anche a seguito degli episodi sullo scenario internazionale. Abbiamo registrato che era un po’ il culmine di un inasprimento dei toni che mi sento di invitare ad abbassare, anche nel dibattito politico”, ha detto Piantedosi, intervenendo alla giornata conclusiva di ‘Spazio Sud’, la manifestazione organizzata dai parlamentari di Fratelli d’Italia a Paestum (Salerno).

Rispondendo a una domanda sul potenziamento delle misure di protezione per i rappresentanti politici istituzionali italiani, il titolare del Viminale ha aggiunto: “Ho dato mandato di fare una verifica, un aggiornamento delle condizioni di sicurezza. Sono misure che adotteremo, ma spero siano poi destinate a rimanere inattuate”.

Premierato,Meloni: avanti per archiviare governi tecnici e arcobaleno

Roma, 13 set. (askanews) – “Noi vogliamo archiviare la stagione dei ribaltoni, dei governi tecnici, dei governi arcobaleno che passano sulla testa degli italiani e non hanno alcuna corrispondenza con la volontà popolare degli italiani che chiedono governi scelti dai cittadini stabili e che abbiano il tempo necessario per portare avanti il programma con il quale si presentano al cospetto dei cittadini”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Festa nazionale dell’Udc a Roma.

“Noi vogliamo rispondere a questa richiesta con la riforma del premierato, una riforma necessaria per rafforzare la democrazia”, ha aggiunto.

Israele intensifica gli attacchi, Idf: determinati ad affrontare Hamas a Gaza. Evacuati 250mila palestinesi

Roma, 13 set. (askanews) – Il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf), Avichay Adraee, ha pubblicato oggi un messaggio su X, rivolto ai residenti di Gaza, affermando che oltre 250.000 persone hanno “evacuato” Gaza City per la loro sicurezza.

Adraee ha esortato i civili a utilizzare al Rashid Street per raggiungere le “zone umanitarie” ad al Mawasi e le aree nei campi profughi meridionali, dove, ha affermato, i servizi, inclusa l’assistenza sanitaria, sono “migliori”.

Adraee ha affermato che le Idf sono “determinate ad affrontare Hamas a Gaza City” e che l’esercito sta intensificando il ritmo delle sue operazioni. Ha aggiunto che i tentativi di Hamas di “diffondere menzogne e impedire gli spostamenti” mettono a rischio i civili.

Zero virgola: la stabilità, come scrive Il Foglio, non basta

I dati diffusi ieri dall’Istat sul mercato del lavoro, insieme a quelli di Eurostat sull’occupazione europea, mettono in luce una dinamica fragile: l’Italia sembra restare sospesa, senza capacità di consolidare i passi in avanti e con il rischio di scivolare indietro. È questa l’immagine che emerge dalle statistiche più recenti, un’istantanea che non autorizza trionfalismi.

Occupazione ferma, divario aperto

Nel secondo trimestre 2025, il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni non ha mostrato variazioni di rilievo. In sé, la stabilità potrebbe sembrare rassicurante, ma nel confronto europeo diventa un campanello d’allarme. Eurostat colloca l’Italia al 64,4 per cento nella fascia 20-64 anni, contro una media UE che supera il 76 per cento e un livello tedesco che rimane oltre l’81. È un ritardo cronico che rivela la fatica del nostro sistema a includere in modo pieno donne, giovani e lavoratori maturi, cioè proprio le categorie che altrove contribuiscono a sostenere la crescita.

Il Pil segna il passo

Il quadro non migliora sul fronte della produzione. L’economia italiana, nel secondo trimestre, ha registrato una flessione dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo l’Eurozona, pur frenata, ha segnato un piccolo +0,1. Anche la Germania arretra (-0,3), ma resta più attrezzata per reggere l’urto di un contesto internazionale appesantito dai dazi americani e dal rallentamento del commercio globale. La differenza sta nella base industriale e nella capacità di investimento: più solida per Berlino, più fragile per Roma.

Il Sud oltre il 50 per cento

Il governo ha scelto di presentare come prova di successo il superamento, per la prima volta, della soglia del 50 per cento di occupazione nel Mezzogiorno. È un risultato che merita di essere registrato, perché testimonia progressi reali in un’area tradizionalmente svantaggiata. Tuttavia, non può bastare a cambiare il quadro complessivo. La forbice territoriale resta ampia e il divario tra Nord e Sud continua a essere uno dei principali freni alla crescita nazionale.

Il rischio della normalità dello zero virgola”

La vera domanda è se l’Italia possa davvero permettersi di convivere con una crescita quasi nulla. La stabilità politica, di cui il governo si fa vanto, rischia di trasformarsi in un’arma spuntata se non viene accompagnata da produttività, investimenti e riforme capaci di liberare energie. Celebrando piccoli primati si finisce per perdere di vista la sostanza: senza un cambio di passo, il Paese resterà ai margini della competizione europea.

Come osserva stamattina Il Foglio (“L’Europa cresce piano e l’Italia è ferma”), il vero nodo sta tutto qui: stabilità tanta, crescita poca.

La vedova di Charlie Kirk: il movimento che ha costruito non morirà, sarà il più grande mai visto in Usa

Roma, 13 set. (askanews) – In una commovente dichiarazione trasmessa in diretta nella notte americana, Erika Kirk, vedova di Charlie Kirk, ha parlato per la prima volta dall’assassinio del marito, figura di spicco del movimento conservatore americano, avvenuto mercoledì in un campus dello Utah.

Commossa e determinata, Erika Kirk ha iniziato esprimendo la sua gratitudine alle forze dell’ordine e ai soccorritori che hanno lavorato instancabilmente per arrestare il sospetto. “Non lascerò mai che l’eredità di Charlie muoia”, ha detto tra gli applausi, promettendo di fare di Turning Point USA, l’organizzazione fondata dal marito, “la cosa più grande che questa nazione abbia mai visto”.

Ricordando Charlie, lo ha descritto come “un marito perfetto, un padre amorevole e un patriota appassionato”. Ha ricordato il suo impegno per la famiglia e la fede cristiana, valori che hanno guidato la sua vita e la sua lotta politica. “Charlie amava i suoi figli, amava me, amava l’America”, ha detto con la voce rotta dall’emozione. Erika Kirk ha anche inviato un messaggio ai sostenitori del movimento conservatore. “Il movimento che Charlie ha costruito non morirà”, ha affermato.

Il suo discorso è stato accolto con favore da molti politici, tra cui Donald Trump, che ha reso omaggio a Charlie Kirk, definendo la sua scomparsa una “tremenda perdita per la nazione”.

Navalnaya: Putin non è la Russia, il 75% dei russi vuole i negoziati e la fine della guerra in Ucraina

Ventotene, 13 set. (askanews) – Il 75% del popolo russo è a favore dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina ed esiste in Russia un’opposizione al governo di Vladimir Putin; per questo le sanzioni europee dovrebbero essere rivolte esclusivamente contro Putin e i suoi oligarchi e non in maniera indiscriminata nei confronti di tutti i cittadini russi.

A sostenere questo approccio è Yulia Navalnaya, la moglie dell’oppositore politico Aleksej Navalnyj morto in un carcere siberiano il 16 febbraio 2024, intervistata da Maurizio Molinari ieri sera alla Prima conferenza europea di Ventotene per la libertà e la democrazia, un momento di discussione promosso dal Parlamento europeo.

L’OPPOSIZIONE POLITICA IN RUSSIA OGGI Yulia Navalnaya, presidente della Fondazione Anticorruzione ha illustrato al pubblico accorso al Belvedere Granili di Ventotene, le difficoltà che la popolazione russa è costretta a vivere quotidianamente. Secondo quanto affermato da Navalnaya, è molto complicato per un europeo comprendere quanto sia difficile vivere in luogo in cui puoi essere arrestato senza comprovate motivazioni.

“(I russi, ndr) hanno bisogno del nostro supporto perché loro vivono sotto pressione, loro possono essere reclusi in prigione per nulla”, ha dichiarato Navalnaya, portando come esempio il marito il quale, ha spiegato al pubblico, “è stato imprigionato senza aver fatto nulla” per molti anni.

Questo clima di intimidazione e paura, ha proseguito Navalnaya, genera molta preoccupazione tra i russi, i quali, temendo per la propria vita, cercano di non esporsi troppo. Ciononostante, esistono uomini e donne russi, ha affermato Navalnaya, che non si arrendono al presente e continuano a lottare contro il regime di Putin e contro la sua propaganda. Il suo compito, ha voluto assicurare Navalnaya, è proprio quello di “dare voce a tutti coloro che si oppongono al regime di Putin”.

Una voce discorde rispetto alla vulgata del Cremlino che, ha fatto notare Navalnaya, è promossa dagli organi di propaganda russi, tenendo in pungo l’opinione pubblica moscovita tramite un accurato e minuzioso utilizzo della televisione. “La televisione russa è un utile strumento di propaganda” per il governo di Mosca, ha asserito Navalnaya, precisando che “naturalmente in molti paesi succede questo, ma in Russia funziona molto bene”.

Tutto questo, ha voluto precisare la presidente della Fondazione Anticorruzione, non significa “che io sia seduta qui a dire che nessuno in Russia sostenga Putin, certamente ci sono persone in Russia che supportano Putin”, ma – ha proseguito Navalnaya – “voi vivete in uno stato democratico, voi sapete come funziona, nessuno può ottenere l’80% dei voti in elezioni oneste”.

LA PERCEZIONE DELLA GUERRA IN RUSSIA In Russia non è semplice parlare apertamente delle proprie idee, né è possibile esprimersi liberamente in merito alla guerra in corso. Tuttavia, gli analisti della Fondazione presieduta da Navalnaya, hanno sviluppato un questionario dal quale è risultato che il “75% della popolazione russa è a favore dei negoziati” per porre fine alla guerra con l’Ucraina.

“Chiaramente non abbiamo potuto chiedere ai cittadini direttamente se loro supportano la guerra oppure no, questo non è possibile”, ha esposto Navalnaya, “ma abbiamo chiesto loro un’opinione in merito ai negoziati e dalla nostra ricerca – che reputiamo abbastanza affidabile – è emerso che il 75% della popolazione russa supporta i negoziati”.

Da un’altra ricerca portata avanti dalla Fondazione Anticorruzione, ha argomentato Navalnaya, si è altresì potuto appurare che, a fronte di una domanda nella quale è stato chiesto quale potrebbe essere il modo migliore per allocare risorse extra del budget governativo, la risposta del campione della popolazione presa in esame è stata quella di investire “la maggior parte del denaro in salute, in educazione” e “solo l’8%” ha detto di voler porre il denaro in più nel settore bellico.

ESSERE DENTRO LA TESTA DI PUTIN Comprendere i desideri del leader del Cremlino non è semplice. Neanche in un momento storico in cui Washington si è dimostrata particolarmente sensibile alle rivendicazioni di Mosca, Putin sembra voler retrocedere dalla propria volontà di proseguire la guerra nei confronti dell’Ucraina. Tantopiù che, dopo la violazione dello spazio aereo polacco da parte di diciannove droni russi, in molti ipotizzano che il prossimo passo possa essere quello di aprire un nuovo fronte in Europa.

In merito a queste ipotesi, Navalnaya ha rappresentato alla platea che secondo lei “Putin non vuole andare oltre l’Ucraina”, ma la sua volontà è quella di essere al centro del dibattito internazionale, di dimostrare la propria forza.

“Putin non vuole vincere o perdere, lui vuole solo continuare la sua guerra”, ha affermato Navalnaya, spiegando che il leader del Cremlino non è “speciale”, è un classico “dittatore che è partito con la corruzione, ha poi utilizzato la repressione e ora avvelena i propri avversari politici”. Il suo desiderio principale, ha osservato l’oppositrice, è quello di “mostrare al mondo la sua forza”.

“Nessuno sa cosa ha realmente in mente Putin”, ha detto Navalnaya, “ma quello che so è che lui si gode il momento”, “lui vuole che tutto il mondo parli di lui adesso”.

Proprio per queste ragioni, la stretta di mano in Alaska tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, ha osservato la leader dell’opposizione russa, ha rappresentato per lui un “atto di legittimazione” politica.

IL RUOLO DELL’EUROPA Secondo Navalnaya, l’Unione Europea, per contribuire attivamente al processo di pace nel conflitto che si svolge ai suoi confini orientali, deve continuare a esercitare pressione su Mosca.

Tuttavia, sottolinea che le sanzioni non dovrebbero colpire indiscriminatamente tutti i cittadini russi, ma dovrebbero essere indirizzate in modo mirato esclusivamente contro l'”inner circle” di Putin.

“(L’Unione europea, ndr) deve mettere più pressione personale e politica nei confronti di Putin e penso sia molto importante anche distinguere tra Putin e la Russia, perché ora lui è chiamato presidente della Russia ma non lo sarà per sempre”, ha puntualizzato la leader dell’opposizione.

Proprio su questa distinzione, nei giorni scorsi la Fondazione Anticorruzione ha inviato una lettera indirizzata all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas, esponendo a Bruxelles le proprie perplessità in merito alla possibilità che il 19° pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca potesse contenere un divieto generalizzato al rilascio di visti turistici per i cittadini russi.

Secondo la Fondazione questa soluzione risulterebbe essere “un grave errore”. Le sanzioni infatti, come ribadito anche da Yulia Navalnaya, dovrebbero colpire in modo mirato gli oligarchi, i funzionari della sicurezza, i propagandisti e gli altri complici del regime, non i comuni cittadini.

“Vladimir Putin non è tutta la Russia”, conclude la Fondazione, riaffermando una distinzione che Navalnaya ha espresso con veemenza dal palco di Ventotene.

Navalnaya: il 75% dei russi vuole negoziati. Cosa vuole Putin nessuno lo sa

Ventotene, 13 set. (askanews) – Il 75% del popolo russo è a favore dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina ed esiste in Russia un’opposizione al governo di Vladimir Putin; per questo le sanzioni europee dovrebbero essere rivolte esclusivamente contro Putin e i suoi oligarchi e non in maniera indiscriminata nei confronti di tutti i cittadini russi.

A sostenere questo approccio è la moglie dell’oppositore politico Aleksej Navalnyj morto in un carcere siberiano il 16 febbraio 2024, intervistata da Maurizio Molinari ieri sera alla Prima conferenza europea di Ventotene per la libertà e la democrazia, un momento di discussione promosso dal Parlamento europeo.

L’OPPOSIZIONE POLITICA IN RUSSIA OGGI Yulia Navalnaya, presidente della Fondazione Anticorruzione ha illustrato al pubblico accorso al Belvedere Granili di Ventotene, le difficoltà che la popolazione russa è costretta a vivere quotidianamente. Secondo quanto affermato da Navalnaya, è molto complicato per un europeo comprendere quanto sia difficile vivere in luogo in cui puoi essere arrestato senza comprovate motivazioni.

“(I russi, ndr) hanno bisogno del nostro supporto perché loro vivono sotto pressione, loro possono essere reclusi in prigione per nulla”, ha dichiarato Navalnaya, portando come esempio il marito il quale, ha spiegato al pubblico, “è stato imprigionato senza aver fatto nulla” per molti anni.

Questo clima di intimidazione e paura, ha proseguito Navalnaya, genera molta preoccupazione tra i russi, i quali, temendo per la propria vita, cercano di non esporsi troppo. Ciononostante, esistono uomini e donne russi, ha affermato Navalnaya, che non si arrendono al presente e continuano a lottare contro il regime di Putin e contro la sua propaganda. Il suo compito, ha voluto assicurare Navalnaya, è proprio quello di “dare voce a tutti coloro che si oppongono al regime di Putin”.

Una voce discorde rispetto alla vulgata del Cremlino che, ha fatto notare Navalnaya, è promossa dagli organi di propaganda russi, tenendo in pungo l’opinione pubblica moscovita tramite un accurato e minuzioso utilizzo della televisione. “La televisione russa è un utile strumento di propaganda” per il governo di Mosca, ha asserito Navalnaya, precisando che “naturalmente in molti paesi succede questo, ma in Russia funziona molto bene”.

Tutto questo, ha voluto precisare la presidente della Fondazione Anticorruzione, non significa “che io sia seduta qui a dire che nessuno in Russia sostenga Putin, certamente ci sono persone in Russia che supportano Putin”, ma – ha proseguito Navalnaya – “voi vivete in uno stato democratico, voi sapete come funziona, nessuno può ottenere l’80% dei voti in elezioni oneste”.

LA PERCEZIONE DELLA GUERRA IN RUSSIA In Russia non è semplice parlare apertamente delle proprie idee, né è possibile esprimersi liberamente in merito alla guerra in corso. Tuttavia, gli analisti della Fondazione presieduta da Navalnaya, hanno sviluppato un questionario dal quale è risultato che il “75% della popolazione russa è a favore dei negoziati” per porre fine alla guerra con l’Ucraina.

“Chiaramente non abbiamo potuto chiedere ai cittadini direttamente se loro supportano la guerra oppure no, questo non è possibile”, ha esposto Navalnaya, “ma abbiamo chiesto loro un’opinione in merito ai negoziati e dalla nostra ricerca – che reputiamo abbastanza affidabile – è emerso che il 75% della popolazione russa supporta i negoziati”.

Da un’altra ricerca portata avanti dalla Fondazione Anticorruzione, ha argomentato Navalnaya, si è altresì potuto appurare che, a fronte di una domanda nella quale è stato chiesto quale potrebbe essere il modo migliore per allocare risorse extra del budget governativo, la risposta del campione della popolazione presa in esame è stata quella di investire “la maggior parte del denaro in salute, in educazione” e “solo l’8%” ha detto di voler porre il denaro in più nel settore bellico.

ESSERE DENTRO LA TESTA DI PUTIN Comprendere i desideri del leader del Cremlino non è semplice. Neanche in un momento storico in cui Washington si è dimostrata particolarmente sensibile alle rivendicazioni di Mosca, Putin sembra voler retrocedere dalla propria volontà di proseguire la guerra nei confronti dell’Ucraina. Tantopiù che, dopo la violazione dello spazio aereo polacco da parte di diciannove droni russi, in molti ipotizzano che il prossimo passo possa essere quello di aprire un nuovo fronte in Europa.

In merito a queste ipotesi, Navalnaya ha rappresentato alla platea che secondo lei “Putin non vuole andare oltre l’Ucraina”, ma la sua volontà è quella di essere al centro del dibattito internazionale, di dimostrare la propria forza.

“Putin non vuole vincere o perdere, lui vuole solo continuare la sua guerra”, ha affermato Navalnaya, spiegando che il leader del Cremlino non è “speciale”, è un classico “dittatore che è partito con la corruzione, ha poi utilizzato la repressione e ora avvelena i propri avversari politici”. Il suo desiderio principale, ha osservato l’oppositrice, è quello di “mostrare al mondo la sua forza”.

“Nessuno sa cosa ha realmente in mente Putin”, ha detto Navalnaya, “ma quello che so è che lui si gode il momento”, “lui vuole che tutto il mondo parli di lui adesso”.

Proprio per queste ragioni, la stretta di mano in Alaska tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, ha osservato la leader dell’opposizione russa, ha rappresentato per lui un “atto di legittimazione” politica.

IL RUOLO DELL’EUROPA Secondo Navalnaya, l’Unione Europea, per contribuire attivamente al processo di pace nel conflitto che si svolge ai suoi confini orientali, deve continuare a esercitare pressione su Mosca.

Tuttavia, sottolinea che le sanzioni non dovrebbero colpire indiscriminatamente tutti i cittadini russi, ma dovrebbero essere indirizzate in modo mirato esclusivamente contro l'”inner circle” di Putin.

“(L’Unione europea, ndr) deve mettere più pressione personale e politica nei confronti di Putin e penso sia molto importante anche distinguere tra Putin e la Russia, perché ora lui è chiamato presidente della Russia ma non lo sarà per sempre”, ha puntualizzato la leader dell’opposizione.

Proprio su questa distinzione, nei giorni scorsi la Fondazione Anticorruzione ha inviato una lettera indirizzata all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas, esponendo a Bruxelles le proprie perplessità in merito alla possibilità che il 19° pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca potesse contenere un divieto generalizzato al rilascio di visti turistici per i cittadini russi.

Secondo la Fondazione questa soluzione risulterebbe essere “un grave errore”. Le sanzioni infatti, come ribadito anche da Yulia Navalnaya, dovrebbero colpire in modo mirato gli oligarchi, i funzionari della sicurezza, i propagandisti e gli altri complici del regime, non i comuni cittadini.

“Vladimir Putin non è tutta la Russia”, conclude la Fondazione, riaffermando una distinzione che Navalnaya ha espresso con veemenza dal palco di Ventotene.

Vacanze, Confcommercio: 10 milioni di italiani scelgono settembre

Roma, 13 set. (askanews) – Continuano le vacanze anche nella seconda parte di settembre che si conferma il mese delle ferie consapevoli: sono oltre 10 milioni gli italiani che scelgono questo periodo per concedersi una o più vacanze, con una spesa media di 600 euro a persona, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Lo rileva una analisi condotta da Confcommercio.

Il 35% dei viaggiatori lo preferisce come periodo ideale grazie al minor affollamento delle località e ai prezzi più convenienti, mentre un ulteriore 18% per la ricchezza del calendario di eventi locali, dalle sagre agli spettacoli, fino alle manifestazioni culturali.

La maggioranza, circa 6,4 milioni, opta per brevi soggiorni di massimo due notti; 1,8 milioni scelgono vacanze fino a cinque pernottamenti, mentre le partenze per viaggi più lunghi, di almeno una settimana, raggiungono i 2,2 milioni. Quest’ultima tipologia coinvolge soprattutto chi considera settembre come il momento clou della propria estate.

Gli alberghi sono la soluzione di alloggio per il 23% dei vacanzieri del periodo, seguita dal 19% di preferenze per i b&b. Seguono le seconde case di proprietà e l’ospitalità da amici e parenti, che totalizzano il 17%, e a seguire le altre soluzioni di pernottamento.

Destinazione Italia nel 78% dei casi (il 2% in più dello scorso anno) – con 6 su 10 che si spostano oltre i confini della propria Regione, un raggio di azione decisamente ampio – mentre, del restante 22%, due terzi rimangono in Europa.

Il mare resta in prima posizione, con il 21% delle preferenze, ma città d’arte, col 13%, e grandi città, con il 12%, costituiscono complessivamente un ulteriore quarto delle scelte di viaggio. Lo confermano anche le scelte di destinazione per regione, con – nell’ordine – Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Liguria in testa, seguite dalla Sicilia, il Trentino Alto Adige e un sorprendente Abruzzo, che entra nella abitudini di vacanza “esperienziale” degli italiani.

Vaccini, Schillaci: in Italia l’obbligo non si tocca, Meloni non mi ha sfiduciato

Roma, 13 set. (askanews) – “Io sono tranquillissimo, vedia- mo che succede. Non mi sento sfiduciato dalla premier. In Consiglio dei Ministri altrochè se ci vado: ci vado sempre,, scrivetelo…”. Lo afferma in un colloquio con il Messaggero e il Fatto Quotidiano il ministro della Salute Orazio Schillaci, rompendo il silenzio stampa iniziato all’indomani della pioggia estiva di critiche dalla Lega per aver azzerato la commissione sui vaccini comprendente i due nuovi commissari Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite considerati medici di area no vax. Una “scelta non concordata” con la premier Giorgia Meloni, secondo indiscrezioni mai smentite da palazzo Chigi. Commissione che Schillaci non intende rinnovare: “non è poi così importante…”

Quanto alla possibilità che in Italia il governo possa rivedere l’obbligo di alcune vaccinazioni è categiorico nell’ escluderla assolutamente. “Rivedere l’obbligo non esiste. Non è nel programma del centrodestra. E nessuno me ne ha mai parlato. Ognuno ha le sue idee ed io rispetto le opinioni di tutti. Ma la revisione della legge Lorenzin non c’é: non è all’ordine del giorno”, assicura.

D’altra parte Schillaci rivendica il suo essere un ministro tecnico, scelto per le sue competenze e non per casacca politica. “Io sono un professore universitario Vengo dal mondo scientifico e quel mondo ha le sue regole. Non conosco di persona questi due medici. So solo che di vaccini e vaccinazione devono parlare i medici esperti di questa materia. La salute è un patrimonio da preservare, andrebbe tolta dall’agone.Abbiamo uno straordinario servizio sanitario nazionale, al netto delle tante difficoltà di chi ci lavora ce lo invidiano nel resto del mondo, la salute è il tema che più interessa alle persone. La sanità è di tutti, è anzitutto dei cittadini e non dovrebbe essere politicizzata”

Omicidio Kirk, Trump attacca agli avversari: la replica dei Democratici

La morte violenta di Charlie Kirk, avvenuta nel campus della Utah Valley University, ha scosso gli Stati Uniti e aperto un fronte politico delicatissimo. L’attivista conservatore, fondatore di Turning Point USA e voce influente della destra americana, è stato ucciso in circostanze ancora in parte da chiarire. Eppure, prima che gli inquirenti facessero piena luce su movente e responsabilità, esponenti repubblicani – a cominciare da Donald Trump – hanno attribuito alla “sinistra radicale” un ruolo morale diretto nell’omicidio.

Biden e Obama: condanna senza strumentalizzazioni

Il presidente Joe Biden ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia Kirk, ribadendo che “non c’è posto per una violenza simile in America”. Parole simili da parte di Barack Obama, che ha definito “atroce” l’accaduto. Entrambi hanno però evitato ogni riferimento accusatorio, sottolineando la necessità di mantenere il discorso pubblico al riparo dalle strumentalizzazioni di parte.

I leader Democratici al Congresso

Dal Campidoglio, Chuck Schumer e Hakeem Jeffries hanno chiesto di non cedere alla tentazione di politicizzare la tragedia. “Occorre abbassare i toni”, hanno dichiarato, ricordando che l’incitamento all’odio, da qualunque parte provenga, indebolisce la democrazia. Gavin Newsom, governatore della California, ha parlato di “atto riprovevole e disgustoso”, invitando a non confondere la giusta condanna della violenza con la delegittimazione di un intero campo politico.

La difesa contro accuse inaccettabili”

Alcuni parlamentari Democratici, come la deputata Jasmine Crockett, hanno reagito con fermezza all’accusa rivolta al loro partito. “Non ci sono prove che l’omicidio sia legato a motivazioni politiche di sinistra – ha osservato –. È irresponsabile attribuire colpe senza basi”. Per molti esponenti Democratici, scaricare la responsabilità morale dell’accaduto sulla sinistra equivale a piegare una tragedia umana alle esigenze della campagna elettorale.

Il nodo irrisolto della violenza politica

Le reazioni evidenziano un paradosso: mentre la destra radicalizza il discorso, puntando il dito contro l’avversario, i Democratici tentano di riportare il dibattito su un terreno istituzionale. Nessuno nega che il clima politico americano sia saturo di tensioni e di linguaggi estremi; ma l’idea che l’omicidio di Kirk sia frutto diretto della “retorica progressista” appare a molti come un’accusa priva di fondamento. La linea del Partito Democratico è chiara: condanna senza esitazioni della violenza, ma rifiuto di accettare una responsabilità collettiva che rischia di alimentare nuove divisioni.

Olmert sfida Netanyahu e rilancia la pace con i palestinesi

Ehud Olmert, ex primo ministro di Israele, moderato, ha scelto un palcoscenico inusuale per la politica mediorientale – la Festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia – per lanciare un messaggio forte e coraggioso. “Non sostengo assolutamente il governo di Israele e spero che venga sostituito molto presto”, ha dichiarato Olmert, in aperta rottura con la linea di Benjamin Netanyahu.

Ma non si è fermato qui. Con un’affermazione destinata a far discutere, ha sostenuto che nessun leader europeo possiede la forza politica per imporre a Israele lo stop alla guerra. “Solo Trump ha questo potere – ha detto – e se vuole ricevere il premio Nobel per la pace deve farlo adesso”. Una frase che intreccia realismo politico e provocazione simbolica, capace di spostare l’attenzione internazionale.

La scelta della coerenza

Consapevole del peso delle sue parole, Olmert ha voluto chiarire di non essere solito partecipare all’estero ad attività di partito, né di maggioranza né di opposizione. Eppure, di fronte all’attuale deriva del governo israeliano, ha sentito la responsabilità di agire: “Non ho esitato, ho fatto campagne contro il governo con tutto il potere che mi ritrovo, perché non lo sostengo e voglio che cada presto”.

Il richiamo alla responsabilità personale rivela la tensione interiore di un uomo che non si limita a criticare da lontano, ma scende in campo, assumendosi il rischio politico di parole nette.

Una collaborazione inedita

L’elemento più sorprendente della sua sortita è la collaborazione annunciata con Naser Al Qudwa, ex ministro degli Esteri dell’Autorità palestinese e storico diplomatico vicino a Yasser Arafat. “Siamo gli unici a rappresentare insieme le due parti, palestinesi e israeliani – ha detto Olmert – e stiamo lavorando per lo stesso scopo: superare le ostilità, l’odio, la violenza e terminare quello che avviene a Gaza”.

Il quadro che ne emerge è quello di una politica che prova a ricostruire ponti laddove da anni prevalgono diffidenza e diffidenza reciproca. Non un’utopia, ma un tentativo concreto di rilanciare il dialogo bilaterale.

Lobiettivo dei due Stati

Il cuore del discorso è stato il rilancio della soluzione a due Stati, da anni sepolta sotto le macerie dei conflitti e dei nazionalismi. “Dobbiamo cominciare i negoziati che porteranno a una pace globale tra Israele e Palestina sulla base di due Stati che possano vivere l’uno accanto all’altro, in pace, con rispetto reciproco e soprattutto in sicurezza per entrambi”.

Una prospettiva che l’ex premier non propone come slogan retorico, ma come necessità politica per evitare la dissoluzione della convivenza.

Una voce fuori dal coro

In un contesto segnato dal linguaggio della forza, la voce di Olmert si distingue per realismo e coraggio. Non è un leader della sinistra radicale, né un outsider del sistema politico israeliano: è stato premier, erede di Ariel Sharon, e oggi sceglie di non tacere di fronte a ciò che considera un pericolo per la democrazia e la pace.

Le sue parole, accolte con attenzione in Italia, hanno il sapore di un ammonimento rivolto non solo a Netanyahu, ma anche all’Europa, incapace di esercitare influenza reale. È invece verso Washington che Olmert rivolge lo sguardo, indicando paradossalmente in Donald Trump l’unico in grado di forzare lo stallo. Un messaggio che, pur discutibile, restituisce la misura della disperazione e della urgenza del momento.

La presa di posizione dell’ex premier israeliano potrebbe aprire spiragli nel dibattito internazionale e restituire centralità a una prospettiva di convivenza che sembrava perduta. E proprio per questo la sua sortita coraggiosa merita ascolto, non solo nel suo Paese, ma anche nel cuore dell’Europa.

L’Ucraina avanza, fallisce l’offensiva estiva russa

Bilozerske – Le Forze armate ucraine hanno completato il quarto grande accerchiamento di quelle russe nei pressi del saliente che dalle campagne a Nord-Ovest di Myrnohrad avrebbe permesso loro d’avanzare nel Donbas ucraino, ‘decapitando’ quella figura stilizzata di coniglio che sembrava apparire sulle mappe militari in cui diversi think tank avevano tracciato gli avanzamenti russi. Gli occupanti rimasti vivi in quelle quattro sacche stanno deponendo le armi consegnandosi agli ucraini mentre quelli nelle retrovie battono in ritirata oltre Koptevo, perché anche quest’ultima è sotto il fuoco delle truppe ucraine che convergono lì da Volodymyrovka. Per Mosca è una disfatta storica, che nei primi dieci giorni di settembre riconsegna agli ucraini dieci volte più territorio di quanto i russi ne abbiano espugnato in quell’area in tutto il mese d’agosto.

Loffensiva estiva fallita

Costata alla Federazione Russa oltre 100.000 uomini, la fallita offensiva estiva ha infatti visto concentrare sul fronte di Pokrovsk almeno il 35% degli assalti, con un guadagno territoriale che nell’ultimo mese aveva prodotto tuttavia appena 5 km² di terra bruciata. Chiudendo il nemico dapprima a Kucheriv Yar, poi fra Nykanorivka e Maiak, quest’ultima e Novotoretske e poi ancora ricongiungendosi da lì al contingente che avanzava da Razine, gli ucraini hanno fatto saltare il piano russo d’assedio a Pokrovsk allentando enormemente la pressione anche sulla vicina Myrnohrad.

La crisi del fronte Nord

La situazione sul fronte Nord non è affatto migliore per i russi, che fra le oblast’ di Sumy e Kursk hanno appena perso un’intera brigata d’élite, un posto di comando e il generale che lo guidava. Distrutti i sistemi di lancio BUK e TOR che i russi avevano disposto a protezione delle aree che erano riusciti a espugnare, gli ucraini hanno centrato una dopo l’altra tutte le maggiori roccaforti da cui erano tenuti sotto tiro. Tyotkino, che in un video pubblicato sul canale YouTube e il sito web di questo giornale il sindaco di Bilopillia menzionava indicando ad Alla Perdei e me come proprio da lì i russi massacrassero i suoi concittadini, è quasi del tutto sepolta sotto le macerie. Con ondate di bombe Hammer e J-DAM, l’aviazione ucraina sta capovolgendo anche quel fronte.

Europa e Nato sotto esame

La Russia ritira le sue unità dissanguate dalle aree che aveva aggredito e posiziona i propri sistemi di lancio in zone più arretrate di Kursk, Briansk e Bilhorod perché ad avere il predominio aereo sul fronte Nord è l’Ucraina. Su quello Sud fallisce del tutto un’offensiva bagnata nel sangue di 100mila suoi uomini ma di tutto questo non v’è praticamente traccia su alcun giornale italiano. Due settimane fa titolavano quasi tutti a piena pagina che l’esercito di Putin aveva sfondato il fronte ucraino, perché qualche incursore e sabotatore kamikaze russo lanciatosi in motocicletta era riuscito a occupare alcuni cascinali uccidendo i civili che vi abitavano. Oggi non si scrive d’altro che dell’incursione russa in Polonia, dimenticando nella maggior parte dei casi che anche da lì l’Europa e la NATO dovrebbero trarre importanti conclusioni.

Come ha sottolineato Nona Mikhelidze ieri su “Il Foglio”, con ogni probabilità l’esercito ucraino è oggi il meglio addestrato e tecnicamente più pronto nell’intero Vecchio Continente ed è tutto interesse dell’Alleanza Atlantica accorparlo per difendere l’Europa. Forse ancor più di quanto sia vero il contrario. Basti pensare che, usando F-35 e missili da milioni di euro ciascuno, i Paesi della NATO insieme hanno abbattuto appena il 21% dei 19 droni russi che hanno attaccato la Polonia (5 di essi erano diretti proprio alla base NATO di Rzeszów), mentre l’Ucraina da sola ha neutralizzato il 90% dei ben 458 vettori che, fra droni e altri missili di vario tipo, quella stessa notte la Federazione Russa aveva lanciato contro le sue città.

Se l’obiettivo russo era sfondare il fronte ucraino, si può dire che è miseramente fallito. Non si può tuttavia fare altrettanto per quello di mettere alla prova difese di un’Alleanza che da Kyiv ha ancora molto da imparare o di testare la tenuta del fronte mediatico della guerra. L’unico su cui Mosca continua ad avanzare.

Auto, Orsini: l’Ue ha fatto di tutto per distruggere l’industria

Roma, 12 set. (askanews) – In questi anni “l’Europa ha fatto di tutto per distruggere l’auto, l’automotive” e l’industria in generale, e anche ora che la Commissione Ue sembra voler correggere in parte la rotta la parola “neutralità tecnologica” e “libertà tecnologica” ancora non si vede. Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo a un dibattito alla festa dell’unità nazionale a Reggio Emilia.

“Abbiamo fatto di tutto per deindustrializzare l’Europa”, ha avvertito con “le scelte fatte dalla precedente Commissione europea” che “ci auguriamo, questa Commissione europea non continui, ma purtroppo non mi sembra così allineata alle nostre richieste”.

“Abbiamo fatto di tutto per distruggere il nostro primo prodotto, che è quello dell’automotive. Lo abbiamo fatto” in Europa, ha proseguito Orsini. E “su calzaturiero, pelletteria, farmaci stiamo facendo di tutto per far scappare le nostre imprese dall’Europa. Quindi anche qui serve fare una riflessione seria, perché la verità è che quando le norme vengono pensate in Europa non si pensa all’effetto che generano”.

“Sul tema dell’automotive dobbiamo dirci la verità. Abbiamo fatto di tutto” per distruggerla. Ora “si dice che l’oggetto (automotive) lo vogliamo mantenere. Ma non è possibile che oggi la parola neutralità tecnologica o libertà tecnologica per mantenere quell’oggetto non ci sia. Invece ci sono dei ragionamento dove dicono che impongo quel tipo di prodotto. Ma noi il litio (per fare le batterie-ndr) non ce l’abbiamo, lo acquistiamo. Io sono un europeista convinto ma questa Europa così, che non decide e genera incertezza sicuramente non la voglio”, ha concluso il presidente di Confindustria.

Auto, Orsini: da Von der Leyen ancora nessuna soluzione netta

Reggio Emilia, 12 set. (askanews) – “Ho appena letto le dichiarazioni di Von der Leyen sull’automotive, credo che ancora non ci siano delle soluzioni nette”. Occorre “puntare sulla neutralità tecnologica per raggiungere lo stesso obiettivo” della decarbonizzazione. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, a margine di un dibattito alla Festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia.

“Ho appena letto le dichiarazioni di Von der Leyen sull’automotive, io credo che ancora non ci siano delle soluzioni nette – ha spiegato Orsini -. Noi abbiamo detto che non siamo contrari all’auto elettrica, figuriamoci, che si facciano ben volentieri, però il vero capitolo è che noi dobbiamo puntare sulla neutralità tecnologica per raggiungere lo stesso obiettivo”. Quindi “benissimo la decarbonizzazione, siamo tutti d’accordo, benissimo l’ambiente, noi siamo l’industria europea più virtuosa al mondo, però da un certo punto di vista dobbiamo fare in modo che si possa continuare a produrre”.

“Ma io credo che sia importante” capire come sviluppare altre modalità: “mi risulta che si stiano studiando degli idrocarburanti che comunque arrivino a mettere meno del 99% degli attuali, io credo che quello sia un capitolo importante – ha aggiunto il presidente di Confindustria -. La ricerca e sviluppo deve essere messa al centro. Mi auguro che l’Europa e la nuova Legge di bilancio metta al centro la ricerca e sviluppo, perché quello sarà fondamentale”.

Milano, spettacolo tra danza e moda al lancio nuovo prodotto KIWI

Milano, 12 set. – A Milano, Garage 21 si trasformato per una sera nel palcoscenico del debutto di KIWI Air, nuovo dispositivo di sigaretta elettronica del brand italiano Kiwi. Non una classica presentazione, ma uno show a met tra moda e intrattenimento pensato per stampa, partner e community, con tanto di passerella e atti tematici.

Sul palco i Katakl Athletic Dance Theatre, che hanno interpretato gli elementi naturali, e il brand Calcaterra, che ha presentato una mini collezione di accessori realizzati per KIWI Air.

stata annunciata inoltre una borsa di studio in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design, collegata allo sviluppo di una linea di accessori prevista per il 2026. Lo Ied, partner del progetto, ha sottolineato la dimensione formativa e culturale dell’iniziativa. La serata proseguita con i DJ set di Lele Sacchi e Davide Squillace.

Pur centrato sul lancio di un prodotto di sigaretta elettronica – settore che resta al centro del dibattito sanitario ed etico – l’appuntamento ha puntato sull’incrocio tra linguaggi artistici e creativi e ha presentato Milano come palcoscenico di sperimentazione tra moda, spettacolo e design.

L’azienda, nata nel 2019, dichiara di aver venduto 4 milioni di dispositivi. Mattia Sparacino, Ceo e Founder di Kiwi: “Noi attualmente abbiamo venduto i nostri prodotti in 45 paesi. Siamo arrivati anche in Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Per. Di certo l’Italia La Francia e la Germania sono le nazioni pi importanti per Kiwi e abbiamo dei piani di espansione importanti per l’Europa. Quindi, nonostante vendiamo e abbiamo venduto i nostri prodotti in 45 paesi, l’Europa comunque il nostro il nostro focus principale”.

(servizio pubbliredazionale)

Regionali, Tajani: per Fi no problemi, è Lega che deve risolverli

Roma, 12 set. (askanews) – Per quanto riguarda i candidati governatori per le prossime elezioni regionali che il centrodestra non ha ancora indicato “per Forza Italia non ci sono problemi, è la Lega che li deve risolvere e appena vorrà siamo pronti a discutere e a trovare i candidati unitari per il Veneto, per la Campania, per la Puglia. Io credo che in Puglia e in Campania servano candidati civici, poi si vedrà in Veneto cosa fare”. Lo ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine dell’evento ‘Azzurra Libertà’, in corso a San Benedetto del Tronto.

A Elisa il Green Gardians 2025 per suo impegno (reale) per l’ambiente

Roma, 12 set. (askanews) – Dopo il successo di San Siro che in queste ore ha portato Elisa a conquistare anche il Green Guardians 2025 (prestigioso premio internazionale assegnato dalla rivista inglese IQ Magazine agli artisti che si sono distinti per un impegno reale e concreto nel campo della sostenibilità ambientale. Un riconoscimento importante, che arriva dopo anni di progetti, azioni e scelte consapevoli), la cantautrice annuncia un nuovo capitolo del suo viaggio live.

Alla tournée “Elisa Palasport Live 2025”, che prenderà il via a novembre, si aggiungono nuovi appuntamenti nella primavera del 2026.

Prodotto e organizzato da Friends and Partners, il tour segna il ritorno di Elisa nei palazzetti a sette anni di distanza dall’ultima volta. Un ritorno atteso, che si è trasformato in un vero e proprio abbraccio da parte del pubblico: molte città raddoppiano, nuovi appuntamenti si aggiungono.

Le nuove date annunciate toccheranno alcune tra le principali città italiane e, per la grande richiesta, vedranno numerosi ritorni: Jesolo (24 aprile), Milano (26 aprile), Torino (29 aprile), Bologna (2 maggio), Firenze (3 maggio), Roma (5 maggio), Bari (7 maggio) e Eboli (9 maggio). Un’estensione naturale di un tour già attesissimo, che nell’autunno 2025 toccherà: Mantova, Firenze, Roma, Bologna, Bari, Eboli, Milano e Torino.

Le prevendite per i nuovi appuntamenti saranno disponibili in anteprima per il fanclub a partire dalle 14 di sabato 13 settembre. La vendita generale si aprirà invece alle 14 di lunedì 15 settembre, su ticketone.it e in tutti i punti vendita abituali.

Ue, von der Leyen: vogliamo che le auto del futuro siano realizzate in Europa

Milano, 12 set. (askanews) – “Vogliamo che il futuro dell’auto – e le auto del futuro – siano realizzate in Europa. Per questo stiamo lavorando fianco a fianco con l’industria per trasformare questa visione in realtà. Oggi abbiamo tenuto il nostro terzo Dialogo Strategico con il settore automobilistico e il nostro Piano d’Azione Industriale sta già producendo risultati”. Così su X la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

“Stiamo proteggendo le imprese europee dalla concorrenza sleale, migliorando l’accesso alle materie prime critiche e sostenendo i lavoratori attraverso programmi di riqualificazione”.

“Abbiamo anche ascoltato le preoccupazioni del settore e garantito la flessibilità necessaria. Combineremo decarbonizzazione e neutralità tecnologica”.

“Ora che la tecnologia sta trasformando la mobilità e la geopolitica ridisegna la competizione globale, non possiamo limitarci al business as usual. Insieme, garantiremo che l’Europa rimanga all’avanguardia dell’innovazione automobilistica”, conclude von der Leyen.

Marche, A.Meloni: io scaramantica ma Acquaroli ha lavorato bene

Roma, 12 set. (askanews) – Il sondaggio sulle Marche che dà il centrodestra in vantaggio “mi ha fatto piacere, ma non mi ha sorpreso perché credo che Francesco Acquaroli abbia fatto un ottimo lavoro, è un militante, ha fatto tantissimo per le Marche, è una persona seria e concreta, di quelle che concretizzano i proprio progetti. Io credo che i cittadini, nonostante gli strilli di qualcuno, se ne siano resi conto. Io sono sempre molto scaramantica, quindi continueremo a raccontare tutto quello che abbiamo fatto nelle Marche”. Lo afferma Arianna Meloni, responsabile Adesioni e segreteria politica di Fdi, intervistata nel corso dell’evento ‘Il tempo delle donne’ organizzato a Milano dal ‘Corriere della Sera’.

I tempi “lunghi” nel centrodestra per la scelta dei candidati alle Regionali? “La sinistra deve ricordare che non devi scegliere solo il candidato ma anche il governatore, perché puoi pure scegliere il candidato” ma servono “delle persone che sappiano non solo fare una bella campagna elettorale ma domani anche governare una Regione”, ricorda Arianna Meloni.

“Quindi ci stiamo mettendo più tempo perché vogliamo trovare i candidati migliori, ma siamo molto lucidi”, conclude.

Rutte: dopo droni in Polonia, Nato rafforza fianco orientale

Milano, 12 set. (askanews) – “Oggi, il generale Grynkewich e io siamo qui per annunciare che la NATO sta lanciando un’operazione ‘Eastern Sentry’ per rafforzare ulteriormente la nostra posizione lungo il fianco orientale. Questa attività militare inizierà nei prossimi giorni e coinvolgerà una serie di risorse degli alleati, tra cui Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Germania e altri”. Lo ha detto Mark Rutte, segretario generale della Nato in una conferenza stampa a Bruxelles con il massimo ufficiale militare, il Comandante Supremo Alleato in Europa Alexus Grynkewich.

“Non c’è dubbio che l’impegno dell’America sia fermamente nella Nato in ogni senso.”, ha rassicurato Rutte. E Grynkewich, generale dell’Aeronautica Militare statunitense, a sua volta ha aggiunto: “Per quanto riguarda le risorse militari statunitensi, sono qui e sono coinvolto, e l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della struttura militare integrata dell’alleanza rimane”. Il generale ha anche ammesso che anche se le forze Usa non erano in volo a difendere la Polonia “l’altro giorno” questo dipendeva dalla “rotazione delle forze che abbiamo per le nostre diverse missioni all’interno dell’Alleanza, quindi è semplicemente una questione di programmazione più che altro”.

“Non è tardi, stiamo imparando” ma “è tempo di guardare la cosa da una nuova prospettiva”, ha poi risposto il generale a chi gli chiedeva se l’operazione Eastern Sentry non arrivi in ritardo alla luce della minaccia rappresentata dalla Russia già da tempo, siccome anche prima gli alleati chiedevano un rafforzamento ad Est. “Mi riferirei alla performance che abbiamo avuto l’altra sera durante l’incursione in Polonia, e al fatto che eravamo ben posizionati”, ha detto.

Secondo l’alto ufficiale le autorità che il Consiglio Nord Atlantico aveva fornito, “erano state ulteriormente delegate, e l’equipaggio è stato in grado di agire con decisione, con una tempistica tattica significativa per eliminare gran parte della minaccia che si stava dirigendo verso la Polonia. Quindi non credo che stiamo recuperando terreno. Penso che fossimo abbastanza ben posizionati per quell’evento”, ha detto il generale.

Omicidio Charlie Kirk, arrestato il 22enne Tyler Robinson. Trovatifucile e bossoli con scritte antifasciste

Roma, 12 set. (askanews) – Tyler Robinson, il 22enne sospettato dell’omicidio dell’influencer di destra Charlie Kirk, avvenuto mercoledì a Orem, nella Utah Valley University, avrebbe agito da solo. Lo ha dichiarato il governatore dello Utah, Spencer Cox, nella conferenza stampa convocata oggi sul fermo del ragazzo.

Alla domanda di un giornalista se le autorità ritengano che Tyler Robinson abbia agito da solo, Cox ha risposto: “Sì, ma le indagini sono ancora in corso”, anche se “al momento non disponiamo di informazioni che possano portare a ulteriori arresti”.

“La sera dell’11 settembre – ha ricostruito il governatore dello Utah -, un familiare di Tyler Robinson ha contattato un amico di famiglia, il quale a sua volta ha contattato l’ufficio dello sceriffo della contea di Washington informandolo che il ragazzo aveva confessato o lasciato intendere di essere stato lui a commettere l’incidente”.

Secondo quanto riportato da un funzionario delle forze dell’ordine, sarebbe stato il padre di Robinson a identificare il figlio grazie alle foto diffuse dall’Fbi. A quel punto il padre avrebbe intimato al figlio di costituirsi. Il papà del sospettato dell’omicidio ha anche chiamato un pastore per i giovani affinché lo assistesse. A sua volta il pastore ha chiamato gli U.S. Marshals, che hanno arrestato il sospettato.

Robinson, ha aggiunto il direttore dell’Fbi Kash Patel, è stato arrestato giovedì alle 22 ore locali dello Utah. “In meno di 36 ore, 33 per la precisione, grazie al pieno sostegno del governo federale e alla collaborazione con lo Stato dello Utah e con il governatore Cox, il sospettato è stato arrestato in tempi record”, ha dichiarato Patel.

Gli investigatori, ha aggiunto il governatore dello Utah, hanno scoperto un fucile avvolto in un asciugamano e delle iscrizioni incise sui bossoli trovati insieme al fucile. “Alcune iscrizioni sui tre bossoli non sparati recitano ‘Ehi, fascista!, Prendi!”, ha detto Cox. Tyler Robinson non era uno studente della Utah Valley University, “viveva, e aveva vissuto a lungo con la sua famiglia nella contea di Washington”, ha precisato il governatore.

L’Fbi oggi aveva pubblicato un nuovo video del sospetto assassino dell’attivista conservatore Charlie Kirk mentre fugge dopo la sparatoria rinnovando l’appello di aiuto al pubblico. Il video mostra un uomo con cappellino da basket, occhiali da sole neri e una maglietta nera a maniche lunghe che corre su un tetto, scende dal bordo dell’edificio e cade a terra. Si ritiene che il sospetto sia fuggito nel quartiere dopo aver sparato un colpo e non è ancora stato identificato. Gli investigatori avevano spiegato di aver alcuni indizi, tra cui un’impronta palmare, un’impronta di scarpa e un fucile da caccia ad alta potenza rinvenuti in una zona boscosa lungo il sentiero da cui il killer è fuggito.  Ieri l’Fbi di Salt Lake City aveva condiviso foto dello stesso sospetto. Kirk era una delle principali voci MAGA pro-Donald Trump negli Stati Uniti.

Mara Sattei, il singolo "giorni tristi" apre una nuova fase creativa

Roma, 12 set. (askanews) – Trasformare il dolore nascosto in luce, mostrare il contrasto tra ciò che si sente dentro e l’apparente leggerezza che si mostra agli altri, riconoscersi cambiati rispetto al passato. Dopo Casa Gospel, il joint album realizzato con thasup, il primo progetto discografico dei fratelli Mattei insieme, Mara Sattei torna con nuova musica: “giorni tristi” (https://epic.lnk.to/giornitristi), il suo nuovo singolo, il primo che porta la firma di Epic Records Italy/Sony Music Italy, è fuori ora ovunque.

Il titolo “giorni tristi” è emblematico e in netta contrapposizione con il mood sonoro della canzone, fatto di leggerezza, ritmo e una freschezza che lo rende immediatamente riconoscibile. Il testo, però, introduce una dimensione emotiva più profonda e mette al centro il contrasto tra ciò che si prova interiormente e l’immagine che si mostra agli altri.

In questo brano non troviamo una resa all'”inverno che ho dentro”, ma piuttosto un percorso di consapevolezza: il dolore non viene vissuto come un punto di arrivo, bensì come una sfida necessaria per crescere, sia a livello personale che artistico. La ricerca di sé, il guardarsi allo specchio e affrontare le proprie fragilità diventano elementi centrali. Ci si accorge che, metabolizzando il dolore, arriva un momento in cui si sceglie di stare bene e di andare avanti, con una maturità nuova e una forza ritrovata.

A rendere questo progetto ancora più speciale è stata la modalità di lancio: qualche mese fa, infatti, Mara Sattei aveva condiviso sui propri canali social tre estratti inediti – “abbey road”, “e chissà se ricordo” e, appunto, “giorni tristi”, lasciando che fossero i fan a decidere quale pubblicare per primo. I tre contenuti, usciti a giugno, erano tra loro collegati da uno storytelling che raccontava una sua giornata tipo: dal momento in cui sale in macchina per andare in studio, alle sessioni di registrazione, fino a una cena con gli amici. Una scelta inusuale, lontana dalle logiche discografiche tradizionali, che conferma quanto per l’artista sia fondamentale il legame con chi la segue e quanto la dimensione del live e della condivisione restino centrali nel suo percorso.

Semplicità, freschezza, una grande trasversalità che la rende capace di unire pop e urban, tradizione e continua evoluzione, caratteristiche che contraddistinguono Mara Sattei. Iniziata a soli 13 anni, la sua carriera ha già raggiunto 18 dischi di platino e 6 d’oro, grazie a successi fenomenali e collaborazioni prestigiose. Nel suo repertorio spiccano feat memorabili: Spigoli (con Carl Brave e thasup, triplo platino), Altalene (con Coez e thasup, triplo platino), Dilemme Remix (con Lous and the Yakuza e thasup, platino), la malinconica Parentesi con Giorgia, e il tormentone estivo La dolce vita con Fedez e Tananai (sei volte platino). Inoltre, ha partecipato artisticamente al remix di Il mio nome con Ernia.

Droni russi in Polonia, Rutte: incursione pericolosa e inaccettabile. La Nato rafforza il fianco orientale

Milano, 12 set. (askanews) – “Pericoloso e inaccettabile” l’ingresso di droni russi in Polonia. Lo ha detto Mark Rutte, segretario generale della Nato in una conferenza stampa a Bruxelles con il massimo ufficiale militare, il Comandante Supremo Alleato in Europa Alexus Grynkewich, generale dell’Aeronautica Militare statunitense.

Il tutto dopo che la Polonia ha respinto l’ipotesi di Donald Trump secondo cui le incursioni dei droni russi nel suo spazio aereo potrebbero essere state un errore. “Oggi, il generale Grynkewich e io siamo qui per annunciare che la NATO sta lanciando un’operazione ‘Eastern Sentry’ per rafforzare ulteriormente la nostra posizione lungo il fianco orientale. Questa attività militare inizierà nei prossimi giorni e coinvolgerà una serie di risorse degli alleati, tra cui Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Germania e altri”, ha detto Rutte.

“Non c’è dubbio che l’impegno dell’America sia fermamente nella NATO in ogni senso”, ha aggiunto il segretario generale della Nato, sottolineando: “Per quanto riguarda le risorse militari statunitensi, sono qui e sono coinvolto, e l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della struttura militare integrata dell’alleanza rimane”.

Il generale ha anche ammesso che “per le risorse dell’altro giorno, non ce n’erano, questa era una funzione della rotazione delle forze che abbiamo per le nostre diverse missioni all’interno dell’Alleanza, quindi e semplicemente una questione di programmazione più che altro, mentre guardiamo al futuro”.

Renzi: riconoscimento Palestina solo slogan, prima disarmare Hamas

Milano, 12 set. (askanews) – “Il dibattito sul riconoscere lo Stato di Palestina riempie le pagine dei giornali italiani ed europei esattamente come l’inazione, la sterilit, la mancanza di politica estera e diplomatica dell’Unione Europea riempie della propria assenza il teatro del Medio Oriente. Detta in un altro modo: noi continuiamo a chiacchierare, a parlare di slogan”. Lo afferma Matteo Renzi, parlando con i giornalisti al suo arrivo alla Triennale di Milano per l’evento del Corriere della Sera “Il tempo delle donne”.

“La mia posizione che ha ragione la Lega Araba, cio i paesi del Golfo e i paesi vicini che dicono disarmiamo Hamas e creiamo un’autorit palestinese che abbia una funzione statale, cio creiamo lo Stato di Palestina. Disarmare Hamas e creare lo Stato di Palestina vuol dire riconoscere lo Stato di Israele. Siamo pronti a fare questa doppia partita? Bene. Se siamo pronti domani mattina, la soluzione due popoli, due Stati”.

“Il punto per qual ? Uno, che Hamas continua ad essere forte a Gaza. Due, che Israele non sta semplicemente cercando l’occupazione di Gaza. Israele sta andando avanti con le colonizzazioni in Cisgiordania e ha bombardato il quartier generale di Hamas a Doha. Allora su questi temi – afferma il leader di Italia Viva – occorrerebbe la politica estera. Dov’ la politica estera in questo Paese? Nel dibattito sul riconoscere lo Stato di Palestina? Non serve a niente, un dibattito del tutto teorico. Il vero argomento che servirebbe : perch non c’ una politica estera diplomatica in Europa? Non c’ in Palestina, non c’ in Ucraina, non c’ in Sudan e non c’ nel Sud-Est asiatico. Quindi io ammetto la mia stanchezza nel sentire dibattiti sul niente che sono buoni soltanto per gli slogan”.

Si chiede Renzi: “Qual la capitale dello Stato di Palestina? Qual il punto di partenza? Per me si parte dall’Autorit nazionale palestinese. L’Autorit nazionale palestinese qual ? quella che detesta Hamas, non quella di Gaza. Tutte queste discussioni si possono fare in un posto civile con un po di calma? A me piacerebbe. Dopodich, se aspettiamo che la faccia il ministro Tajani, che su queste cose, poverino, ha dimostrato la propria imperizia… Tajani prezzolato, ma da chi? Ma chi volete che gli dia due lire…”.

Renzi: Tajani incapace ma onesto, e poi chi volete che lo paghi?

Milano, 12 set. (askanews) – “Io non credo che Tajani sia prezzolato: per me un incapace ma una persona onesta. Posso tranquillamente dire che non prezzolato e soprattutto, ma chi che va a prezzolare Tajani? Non conta niente, quindi il problema non si pone…”. Matteo Renzi commenta con il sarcasmo la polemica sull’accusa rivolta dalla senatrice M5s Maiorino al ministro degli Esteri, ieri durante il dibattito in Senato. “Ma chi se lo fila, chi volete che gli dia due lire a Tajani… proprio un’accusa assurda”.

Arrivando alla Triennale di Milano per l’evento Il tempo delle donne, Renzi osserva: “I Cinque Stelle hanno uno stile nella comunicazione che non il mio, devo dire che non nemmeno quello di 10 anni fa quando urlavano e picchiavano i pugni sul tavolo, ma dieci anni fa lo faceva anche Meloni, ma ve ne siete dimenticati tutti”.

“Vedo reazioni molto stupite, forse non ricordate cosa dicevano a noi 10 anni fa, i Cinque Stelle… Influencer prezzolato 10 anni era un complimento rispetto anche a quello che ci diceva la destra: se andate a vedere le frasi che ci rivolgeva Meloni quando era all’opposizione, non che fossero frasi diverse da quelle di ieri, anzi erano molto pi dure”.

Fondazione FAIR, proteggere giovani da rischi del gioco

Roma, 12 set. (askanews) – In Italia il 51% dei giocatori Under 25 dichiara di avere familiarit con il concetto di “gioco responsabile”, che in un terzo dei casi viene, per, percepito come inutile o inefficace. quanto emerso dalla ricerca, dal titolo “Gioco responsabile e giovani under 25: motivazioni, contesti e strategie di intervento”, condotta dall’Unit di Ricerca in Psicologia Economica dell’Universit Cattolica del Sacro Cuore e promossa da FAIR (Fondazione per l’Ascolto, l’Innovazione e la Ricerca sul Gioco Responsabile). Dati che evidenziano tra i giovani una scarsa conoscenza degli strumenti di prevenzione e protezione, un campanello d’allarme che fa riflettere sull’importanza di mettere in atto azioni pi decise per promuovere la cultura del gioco responsabile. Numeri che influenzano anche le politiche per la tutela delle nuove generazioni.

La Senatrice Elena Murelli, Capogruppo Commissione Affari Sociali del Senato, ha dichiarato: “Come istituzioni dobbiamo porci la domanda che cosa fare, quali sono gli strumenti che gi esistono e come andare ad applicarli. Ecco quindi che bisogna andare a informare, educare e anche riprendere quelli che sono i comportamenti illeciti. Dobbiamo insegnare ai giovani a gestire i soldi in modo responsabile e a divertirsi e svagarsi, sia nel gioco fisico che nel gioco online, facendolo sempre in modo responsabile. Dobbiamo quindi diffondere la cultura di questa responsabilit”.

Maurizio Benzi, Segretario Generale Fondazione FAIR, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: ” chiaro che un percorso, questo primo passo l’inizio di questo percorso in cui ci auspichiamo una collaborazione tra operatori e regolatori per riuscire a fare in modo di approfondire sempre di pi le tematiche del gioco responsabile. La generazione Z passa la sua vita nell’ambito digitale e naturalmente il gioco rischia di avere problematiche non controllate. Auspichiamo perci un’evoluzione per quanto riguarda l’approfondimento e l’ascolto dei giovani perch ci chiedono loro stessi di riuscire ad avere maggiore capacit di comprendere le loro esigenze”.

La ricerca dimostra come il concetto di “gioco responsabile” sia ancora poco compreso dai giovani spingendo cos all’utilizzo di una comunicazione nuova, ancora pi efficace.

“Occorre ripensare alla comunicazione interpretando bene quelli che sono i canali, gli stili comunicativi di questo target, ovvero dei giovani dai 18 ai 25 anni, rispondendo alle loro esigenze che emergono dalla ricerca in cui ci chiedono fondamentalmente strategie di autocontrollo” – afferma Edoardo Lozza, Professore presso Universit Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Direttore scientifico della ricerca – “Questo un tema importantissimo, i giovani ci chiedono di conoscere meglio quali sono i rischi del gioco e quindi qual il confine fra un gioco responsabile e un gioco invece problematico. Credo ci sia un dato molto rilevante che quello che circa il 50% dei giovani interessato a conoscere meglio che cosa significa il gioco responsabile”.

Dati concreti che portano FAIR ad avviare un percorso che promuove lo sviluppo della cultura del gioco sano, attraverso l’ascolto delle nuove generazioni, riconoscendone i bisogni ed offrendo loro risposte concrete per proteggerli da comportamenti rischiosi.

Export, Di Maio incontra 60 top imprenditori

Roma, 12 set. (askanews) – Si svolta presso la sede romana di MsDesk, una giornata di grande rilievo istituzionale e strategico che ha visto protagonista l’On. Luigi Di Maio, gi Ministro degli Esteri e attuale rappresentante dell’Italia presso l’UE per il Golfo, insieme a 60 tra i pi influenti imprenditori italiani attivi nell’export. L’incontro, definito da molti dei partecipanti come una giornata epocale, ha rappresentato un momento cruciale di confronto sulle sfide e le opportunit legate all’internazionalizzazione del Made in Italy.

Al centro del dialogo, la necessit di rafforzare cooperazione internazionale, interazione tra pubblico e privato e strategie concrete per contrastare l’alienazione vissuta da molte imprese italiane sui mercati esteri, spesso isolate di fronte a burocrazie complesse e contesti geopolitici instabili. A sottolineare l’importanza e il respiro internazionale dell’iniziativa, la presenza di autorevoli rappresentanti diplomatici: S.E. Sig. Abdirahman Sheikh Issa, Ambasciatore della Repubblica Somala in Italia S.E. Abdulla Ali Ateeq Obaid Alsubousi, Ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti nella Repubblica Italiana Tariq Khaddam Alfayez, Vice Ambasciatore del Regno dell’Arabia Saudita a Roma

La partecipazione degli ambasciatori ha evidenziato l’interesse strategico dei Paesi esteri nel rafforzare i legami economici con l’Italia, offrendo nuove prospettive di cooperazione e sviluppo commerciale.

Nel suo intervento, Luigi Di Maio ha ribadito l’urgenza di costruire una rete strutturata a sostegno dell’export, riconoscendo alle imprese italiane il ruolo di ambasciatrici dell’eccellenza nazionale nel mondo. Ha inoltre sottolineato la necessit di strumenti pi agili e accessibili per affrontare le complessit dei mercati internazionali, con particolare riferimento alla trasformazione in atto in Arabia Saudita. Proprio Riyad, infatti, emersa durante il confronto come una frontiera strategica per l’export italiano, grazie alle grandi opportunit che si stanno aprendo nei settori dell’innovazione, infrastrutture e sostenibilit. Di Maio ha incoraggiato gli imprenditori a guardare con pragmatismo e visione a questi nuovi scenari, facendo leva su una diplomazia economica forte e una presenza strutturata nei territori.

A chiudere l’incontro, l’intervento del Presidente di MsDesk, Giuseppe Lepore, che ha dichiarato: “Oggi pi che mai, fondamentale creare spazi di dialogo autentico tra imprese e istituzioni. L’export italiano ha bisogno di essere ascoltato, compreso e supportato. MsDesk nasce proprio con questa missione: essere un ponte tra chi opera quotidianamente sui mercati internazionali e chi definisce le politiche economiche del nostro Paese. Solo attraverso cooperazione e visione condivisa possiamo superare le barriere che isolano le nostre eccellenze.”

L’iniziativa si inserisce in un pi ampio percorso promosso da MsDesk per rilanciare la competitivit del Made in Italy a livello globale, puntando su innovazione, sostenibilit e diplomazia economica. La giornata di ieri ha segnato un passaggio fondamentale verso una nuova stagione di protagonismo dell’Italia nel commercio internazionale.

Poste Italiane, 300 nuovi mezzi green

Roma, 12 set. (askanews) – Nei primi sei mesi del 2025 Poste Italiane ha introdotto 300 nuovi mezzi green. Salgono cos a 28.700 i mezzi a basse emissioni in dotazione al Gruppo, che conferma l’impegno nella transizione ecologica e nella tutela dell’ambiente, pilastri del piano industriale “The Connecting Platform”.

Trump: la pazienza con Putin si sta esaurendo velocemente

Roma, 12 set. (askanews) – “C’è un odio tremendo” fra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. “La pazienza con Putin si sta esaurendo velocemente”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla trasmissione Fox & Friends su Fox Channel.

“La pazienza con Putin sta finendo, e sta finendo in fretta, ma ci vogliono due persone per ballare il
tango. Quando Putin voleva farlo, Zelensky non l’ha fatto. Quando Zelensky voleva farlo, Putin non l’ha fatto. Ora Zelensky vuole farlo, e Putin è un punto interrogativo. Ma dobbiamo essere
molto, molto forti, perché ho sempre avuto un ottimo rapporto con Putin. Questa è l’unica guerra che non ho risolto”. Ora, ha proseguito Trump, il modo di ostacolare i piani di Putin
è con un “duro colpo, con sanzioni alle banche, petrolio e dazi. Ma l’ho già fatto. Ho fatto molto. L’India era il loro principale cliente. Ho imposto un dazio del 50% all’India perché compra
petrolio dalla Russia. Non è una cosa facile da fare. È una cosa importante. E crea una frattura con l’India, sai. E ricorda: questo è un problema dell’Europa molto più che nostro”, ha sottolineato Trump.

Jovanotti mette all’asta i "Fiori" del PalaJova per beneficenza

Milano, 12 set. (askanews) – Un’asta speciale a sostegno di dieci realtà impegnate in prima linea per i bambini, la salute e la solidarietà.

Trident, in collaborazione con CharityStars, annuncia l’Asta dei Fiori del PalaJova, un’iniziativa unica che porta oltre il palco l’energia floreale che ha caratterizzato il tour di Lorenzo Jovanotti. I fiori, che hanno colorato e reso inconfondibile lo spettacolo, diventano ora simbolo concreto di solidarietà per raccogliere fondi destinati a importanti progetti umanitari.

Un’idea che segue la scia di un’esperienza di grande successo: nel 2018, al termine del tour nei palasport, i lampadari che facevano parte della scenografia erano stati messi all’asta e avevano contribuito a raccogliere fondi preziosi per diverse cause benefiche.

Anche questa volta, i proventi, al netto delle spese operative, di revisione e spedizione del fiore, saranno devoluti a dieci organizzazioni che da anni operano a livello nazionale e internazionale per la cura, la tutela e il futuro dei più piccoli e per la ricerca in ambito sanitario.

Emergency @emergency.ong https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-6

Medici Senza Frontiere @medicisenzafrontiere https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-7

Save the Children @savethechildrenitalia https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-1

Terre des Hommes @terredeshommesitalia https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-2

Flying Angels @flying.angels.foundation https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-8

Alice for Children @aliceforchildren https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-3

Fondazione Mission Bambini @missionbambini https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-5

IRALZH @airalzh https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-4

Associazione Bambino Gesù @associazione_bambinogesu https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-10

Fondazione IEO Monzino @fondazione_ieomonzino https://www.charitystars.com/product/fiore-meccanico-di-palajova-colore-9

L’asta sarà online su CharityStars.com a partire da oggi, 12 settembre, aperta a tutti coloro che vorranno partecipare e aggiudicarsi un pezzo unico dello show, trasformando un frammento della scenografia del PalaJova in un gesto collettivo di responsabilità e speranza.

Mario Biondi celebra i 20 anni di "This Is What You Are"

Milano, 12 set. (askanews) – Sono passati 20 anni da quando la voce calda e profonda di Mario Biondi ha conquistato il grande pubblico all’estero e in Italia con il singolo “This Is What You Are”, diventato poi uno dei suoi brani più iconici e un classico contemporaneo del soul-jazz internazionale.

Per celebrare questo importante traguardo, esce il 12 settembre su tutte le piattaforme digitali una nuova versione del brano “This Is What You Are (20Th Anniversary)” (etichetta Beyond/ distribuzione The Orchard) risuonato da importanti e famosi musicisti della scena jazz internazionale quali Dennis Chambers (batteria), John Patitucci (basso), Antonio Faraò (pianoforte), Till Brönner (tromba), Chase Baird (sassofono) e da due suoi storici musicisti Massimo Greco (tastiere aggiunte), Marco Fadda (percussioni).

Una prima versione di “This Is What You Are” risale al gennaio 2004, uscita con lo pseudonimo Wes-a-Bee come parte del progetto destinato a lanciare Mario Biondi sul mercato giapponese. Nello stesso anno il singolo arriva al celebre DJ britannico Norman Jay, che fece circolare il brano nelle playlist di BBC 1 e BBC 6. Il brano entra e rimane in “alta rotazione” e nelle classifiche per molto tempo e viene scelto dallo stesso Norman Jay per essere inserito nella compilation Good Time 5. Così il 2005 consacra il successo di Mario Biondi in UK e nel frattempo il brano inizia ad avvicinarsi all’Italia grazie al contributo di Radio Monte Carlo che scelse il brano come base dello spot ufficiale della radio. A gennaio 2006, Mario incide una nuova versione di “This Is What You Are”, con la storica formazione degli High Five Quintet. La registrazione viene poi inclusa nell’album “Handful of Soul” pubblicato nell’ottobre 2006, che consacra il successo internazionale del brano, dell’album e della carriera di Mario, ad oggi uno degli artisti italiani con maggior riscontro all’estero. Il progetto Crooning Undercover ha collezionato oltre 120 concerti in 25 paesi nel mondo oltre all’Italia, e nel 2025 Mario ha raggiunto il numero record di 50 paesi in cui si è esibito da inizio carriera.

I 20 anni di “This Is What You Are” saranno celebrati anche nel corso dei Tim Music Awards in diretta e in onda su Rai 1 il 13 settembre dallo splendido scenario dell’Arena di Verona con uno speciale premio SIAE.

I festeggiamenti live iniziano nel 2026 con un tour organizzato e prodotto da Friends&Partners nei teatri delle più importanti città italiane che proseguirà con concerti in estate e culminerà in uno speciale evento live previsto in autunno che andrà a celebrare la ventennale uscita dell’album Handful of Soul che sancì la definitiva consacrazione della carriera internazionale di Mario Biondi.

Il tour partirà il 5 maggio dal Teatro EuropAuditorium di Bologna e proseguirà l’8 e 9 maggio al Teatro Arcimboldi di Milano, l’11 maggio al Teatro Colosseo di Torino, il 13 maggio al Teatro Verdi di Firenze, il 16 maggio al Teatro Team di Bari, il 17 e 18 maggio all’Auditorium Conciliazione di Roma, il 19 maggio al Teatro Augusteo di Napoli, il 21 maggio al Teatro Metropolitan di Catania.

I biglietti del tour sono in prevendita su TicketOne dalle ore 18:00 del 12 settembre.

Ma le sorprese non finiscono qui. Ad un anno dall’eccezionale evento che ha visto protagonista Mario Biondi al Teatro Antico di Taormina insieme a tantissimi ospiti, tra cui il grande “Grammy Award” Gregory Porter, la sua band storica e un’orchestra di 60 elementi, sempre il 12 settembre, uscirà in versione CD e LP “Crooning Special Night – 14 settembre 2024 – Teatro Antico di Taormina” (etichetta Beyond/distribuzione Sony Music Italy), ricordo indelebile di una serata magica.

Si concludono nel 2025 le date internazionali di Mario Biondi, prodotte e organizzate da International Music & Arts & Beyond e sono già annunciate le prime per il 2026 legate all’anniversario:

11 Ottobre 2025: Berna – Kursaal Theatre 12 Ottobre 2025: Zurigo – X-Tra 10 Novembre 2025: Leverkusen – Leverkusener Jazztage 14 Novembre 2025: Straubing – Joseph-von.Fraunhofer-Halle 10 Marzo 2026: Madrid – Teatro Capitol 11 Marzo 2026: Barcellona – Teatro Paralel 19 Marzo 2026: Tallin – Cultural Center 20 Marzo 2026: Praga – Hybernia Theatre

Armani, comitato esecutivo: Fondazione mai sotto il 30%, continuità

Milano, 12 set. (askanews) – Con il testamento di Giorgio Armani “appare chiaro fin da una prima lettura che rimane confermato in ogni passaggio l’intento del signor Armani di garantire continuità strategica, compattezza societaria e garanzia finanziaria per uno sviluppo di lungo termine, in linea con quanto aveva più volte condiviso con la stampa e con i collaboratori più stretti”. Lo sottolinea in una nota il Comitato esecutivo della Giorgio Armani.

“In quest’ottica si legge quindi l’apertura legata alla quotazione in borsa ma anche l’apertura a un socio di minoranza di riconosciuta levatura e genuino interesse sul marchio. Il tutto lasciando sempre, su impulso della Fondazione, al signor Dell’Orco e alla famiglia le decisioni e la gestione di tale percorso, nell’ambito però dei principi e delle regole definite dal signor Armani nella Fondazione che oggi detiene (in piena e in nuda proprietà) il 100% delle azioni. Si nota anche che qualunque soluzione societaria venisse attuata, la Fondazione, che avrà tra l’altro come suo primo compito quello di proporre il nome del nuovo amministratore delegato, non scenderà comunque mai sotto il 30% del capitale, proprio come garante del rispetto ‘per sempre’ dei principi fondanti oggi confermati e ribaditi”.

Il comitato esecutivo evidenzia anche che “ogni scelta strategica nel breve e nel medio termine è demandata alla guida del signor Dell’Orco e alla famiglia, con il supporto della Fondazione; scelte indirizzate però dallo stesso signor Armani sia in termini di missione del marchio, sia di possibili azioni con implicazioni sull’assetto societario di medio e lungo termine”.

Gaza, solidaerietà Conte a Di Battista: minacce da fanatici

Roma, 12 set. (askanews) – “La solidarietà non può mai essere una colpa. Non lo è, soprattutto, quella che migliaia di persone stanno manifestando a favore della popolazione civile palestinese, vittima del genocidio firmato Netanyahu. Per questo l’attentato incendiario subito questa notte dal centro sociale ‘La Strada’ di Roma, oltre ad essere un segnale preoccupante, è un atto vergognoso che condanno con fermezza”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

“E voglio mandare – ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio – anche un caloroso abbraccio da parte mia e del Movimento 5 stelle ad Alessandro Di Battista, divenuto oggetto di minacce di qualche fanatico che ha paura delle sue parole e del suo impegno su Gaza. Mi auguro che la premier Giorgia Meloni e il Governo non rimangano afoni come spesso accade quando il bersaglio di violenze e intimidazioni è la solidarietà con il popolo palestinese. Da parte nostra non faremo un passo indietro”, ha concluso Conte.

Teatro, Mattarella: è motore libetà e pensiero, le chiusure rammaricano

Roma, 12 set. (askanews) – “Il teatro come veicolo come motore di tempi di libertà , di pensiero critico, di pensiero libero , così il teatro accompagna la vita sociale, sollecita a riflettere “. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale i finalisti e la giuria del premio “Le maschere del teatro italiano”.

“Il teatro è parte essenziale della cultura e della storia del nostro come di qualunque altro paese” ha detto il capo dello Stato ricordando gli esordi di Visconti, Eudardo e Streheler nell’immediato e dopoguerra: “il teatro è stato protagonista della ripresa del paese e lo ha accompagnato e lo accompagna”.

“Esprimo riconoscenza al complesso del teatro nel nostro paese e anche un motivo di rammarico nel vedere che alcuni teatri chiudono”, ha aggiunto “Ma il complesso del mondo teatrale rimane per il nostro paese un punto di riferimento” per la vita culturale e sociale.

Meloni: boom occupati al Sud da 2004. E ci dicevano che avremmo spaccato Italia…

Roma, 12 set. (askanews) – Oggi i dati dell’Istat certificano il numero di occupati nel Mezzogiorno più alto mai registrato dal 2004. La strada è giusta, e continueremo a percorrerla, per costruire finalmente un’Italia nella quale tutti abbiano le stesse opportunità”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Ci accusavano – aggiunge – di voler spaccare l’Italia, ma la verità è che abbiamo scelto di credere nelle energie, nel talento e nella forza del Sud. Abbiamo avuto il coraggio di dire basta alla stagione dell’assistenzialismo, che per troppo tempo ha alimentato l’idea di un Mezzogiorno condannato a restare indietro. Abbiamo investito in infrastrutture, lavoro, merito. Lavoriamo per mettere il Sud in condizione di competere ad armi pari e di dimostrare, finalmente, tutto il suo valore”.

Russia e Bielorussia hanno avviato esercitazioni militari congiunte

Roma, 12 set. (askanews) – Russia e Bielorussia hanno avviato esercitazioni militari congiunte, ha annunciato l’esercito russo. “Le manovre strategiche congiunte delle forze armate russe e bielorusse sono iniziate”, ha annunciato il ministero della Difesa russo in un comunicato.

Queste esercitazioni, che si svolgono mentre l’esercito russo avanza sul fronte ucraino, stanno suscitando grande preoccupazione tra i Paesi della Nato.

Soprannominate “Zapad-2025” (“Ovest-2025”), in riferimento al fatto che si svolgono nella parte occidentale dell’alleanza russo-bielorussa, queste manovre sono le prime dall’inizio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022. Le esercitazioni del 2021 hanno mobilitato circa 200.000 soldati russi, pochi mesi prima dell’offensiva di Mosca.

Papa Leone ai nuovi vescovi: gli abusi del clero vanno affrontati, non messi in un cassetto

Roma, 12 set. (askanews) – Il Papa ha esortato i nuovi vescovi a affrontare con prontezza le questioni che riguardano comportamenti inappropriati da parte del clero: “Non possono essere messi in un cassetto, vanno affrontati, con senso di misericordia e vera giustizia, verso le vittime e verso gli accusati” e ha ringraziato i nuovi vescovi di aver accettato il ministero: “Prego per voi, la Chiesa apprezza il vostro sì, non siete soli, portiamo insieme il peso e annunciamo insieme il Vangelo di Gesù Cristo'”. Lo riferisce una dichiarazione del Vaticano, sottolineando che ieri – al termine dell’udienza del Papa ai nuovi vescovi – li ha incontrati rivolgendo loro alcuni inviti.