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Papa, i giovani a San Pietro: Santo subito

Città del Vaticano, 23 apr. (askanews) – Ci sono tanti adolescenti e giovani arrivati a a Roma e in Vaticano per partecipare al Giubileo degli adolescenti. E oggi sono in piazza San Pietro per assistere al rito della traslazione della salma di Papa Francesco. Per molti di loro è già santo. “Si, sicuramente. Ha fatto tante cose, per la sua semplicità e umanità è già santo”, dice Fabiola, trent’anni di Monza, che accompagna un gruppo di una trentina di giovani. L’augurio è che “il nuovo Papa continui con lo stesso stile di Francesco. Che abbia la stessa grandezza e amore per la chiesa”.

D’accordo Silvia, 20 anni, di Cantù (provincia di Como). “Questo Papa è un simbolo per i giovani. Ci ha insegnato il sorriso e che nulla è gratis. L’amore è gratis. Con una giornata di sole come oggi, lui è presente qui in piazza”. Santo subito? “Diventerà santo sicuramente – risponde – nel cuore di noi giovani ha già l’aureola sopra la sua testa. Non è facile parlare a noi giovani, lui ci è riuscito ed è arrivato al cuore”.

Elia e Davide, 13 e 14 anni, stavano venendo a Roma per il Giubileo degli Adolescenti. “Abbiamo appreso la notizia in treno, mentre arrivavamo a Roma – raccontano – è stata una perdita importante”. Santo subito? “Sarebbe bello”.

Non solo italiani. In piazza anche tanti stranieri. Gli argentini hanno portato anche magliette di calcio, presenti anche dal Venezuela e dalla Colombia. “Era un santo, un grande, deve essere santo per la sua umiltà”, dice Victor.

Xi Jinping: dazi (di Trump) danneggiano l’ordine economico mondiale

Roma, 23 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha attaccato oggi, ricevendo nella Grande Sala del Popolo a Pechino il presidente azero Ilham Aliyev, la politica aggressiva di dazi del presidente Usa Donald Trump, accusandola di danneggiare “il sistema multilaterale e l’ordine economico mondiale”. Lo affermano i media cinesi.

Nel suo intervento, durante l’incopntro Xi ha “criticato le guerre commerciali e i dazi, affermando che danneggiano il commercio multilaterale, indeboliscono il sistema basato sull’Organizzazione delle nazioni unite e il diritto internazionale, oltre a destabilizzare l’ordine economico mondiale”. Ha inoltre espresso “la ferma determinazione della Cina a tutelare i propri legittimi interessi e, insieme all’Azerbaigian, a difendere l’equità e la giustizia a livello globale”.

Dai resoconti dei media cinesi, Xi pare non aver direttamente citato Trump o gli Stati uniti, mantenendo uno stile di comunicazione che solitamente evita i riferimenti diretti ed espliciti a specifici attori politici internazionali.

Le dichiarazioni del leader cinese vengono dopo che Trump ha dichiarato di voler risolvere la contesa sui dazi con Pechino attraverso il suo rapporto personale con Xi. “Mi aspetto che si raggiunga un accordo sui dazi”, ha dichiarato Trump parlando coi giornalisti a Washington. “Il mio rapporto con il presidente Xi è ottimo. Lo è da tempo. Abbiamo un rapporto molto buono. E penso che faremo un accordo con la Cina”, ha continuato. “Se non dovessimo raggiungere un accordo, fisseremo noi i dazi. Semplicemente stabiliremo il livello”.

In memoria di Francesco: la messa di suffragio nel Duomo di Milano.

Il Duomo di Milano ha ospitato ieri una toccante Messa di suffragio per Papa Francesco, presieduta dall’Arcivescovo mons. Mario Delpini. Durante la celebrazione è stato utilizzato il calice che il Pontefice aveva donato alla Diocesi in occasione della sua visita nella città, avvenuta il 25 marzo 2017.

La voce dell’Arcivescovo

Aprendo la celebrazione, mons. Delpini ha voluto esprimere i profondi sentimenti suscitati dalla scomparsa di Papa Francesco, sottolineando: “L`impatto emotivo della morte di Papa Francesco ha suscitato molti discorsi, molte analisi, molte confidenze di esperienze. In questi giorni sono pervenuti a tutti noi parole, immagini e riflessioni. Questa sera – ha continuato l`Arcivescovo – noi non siamo qui per una commemorazione, per una rievocazione della figura e del pontificato di Papa Francesco. Noi siamo qui questa sera a pregare per Papa Francesco, a chiedere alle scritture che verranno proclamate di imparare ad ascoltare, a vivere e a celebrare la Pasqua che Papa Francesco ha celebrato domenica e ha compiuto lunedì”.

Tre nodi di vivere la Pasqua

Ispirato dalle letture del giorno, l’Arcivescovo ha delineato tre modalità attraverso cui i cristiani possono vivere la Pasqua. In primis, ha affermato: “Un cristiano che ha fatto Pasqua è abitato da gioia e da timore: conosce il timore dell`esperienza indicibile di Dio e dell`inadeguatezza delle parole. Dovrebbe darne notizia e si domanda se ne sarà capace”.

In secondo luogo, mons. Delpini ha chiarito che “il cristiano che ha fatto Pasqua insiste, è tenace fino all`ostinazione, si affatica senza risparmio, si consuma fino all`esaurimento delle energie per sostenere nei fratelli e nelle sorelle la speranza che non delude”. Infine, ha notato, “un cristiano che ha fatto Pasqua è fastidioso perché porta un messaggio sconcertante e mette in discussione le consuetudini pigre, la prepotenza dei potenti. Tocca il cuore di quelli che hanno ascoltato la Parola e credono, ma suscita l`ostilità di coloro che non vogliono più sentir parlare di Gesù”.

L’eredità di Papa Francesco

Queste modalità di vivere e annunciare la Pasqua, secondo mons. Delpini, rispecchiano anche il cammino di vita di Papa Francesco: “Che cosa possiamo dire di Papa Francesco? In questi giorni si dice molto, si analizzano gli aspetti complessi del suo ministero da Vescovo di Roma, come servo dei servi nella Chiesa universale, come un uomo che si è fatto voce di coloro che non hanno voce, come un profeta che ha invocato ostinatamente (e a quanto pare inutilmente) la pace. Si può dire molto di Papa Francesco, questa sera però io credo che si possa dire semplicemente così: Papa Francesco è un cristiano che ha fatto Pasqua. Ha sperimentato il timore e la gioia grande e si è dedicato a sostenere la fede e la perseveranza dei fratelli. Ed è stato fastidioso, irritante per la sua parola che, in nome del Vangelo, ha proposto uno stile di vita, una attenzione ai più poveri, un doveroso cammino di conversione. È stato fastidioso, però così sono i cristiani che fanno Pasqua: lieti, timorosi, zelanti e irritanti”.

Le indicazioni per questi giorni di lutto

Al termine della Messa, mons. Delpini ha fornito indicazioni importanti per le parrocchie della Diocesi durante questi giorni di lutto per la perdita del Pontefice. Sul portale della Diocesi sono state pubblicate alcune disposizioni, tra cui l’invito a celebrare, in tutte le chiese e Santuari ambrosiani, una solenne Messa di suffragio per il Pontefice defunto in uno dei giorni dell’Ottava di Pasqua, secondo le modalità ritenute più adeguate da ciascuna comunità. Inoltre, a mezzogiorno di sabato 26 aprile, giorno dei funerali del Papa, le campane di tutte le chiese della Diocesi suoneranno a lutto.

Sfiducia e speranza: l’Italia tra antiparlamentarismo e democrazia

In Italia, la sfiducia verso le istituzioni rappresentative non è un fenomeno recente, né un’incrinatura passeggera: è una costante che affonda le sue radici nel cuore stesso del processo di costruzione nazionale. Tra storia, letteratura e società, l’antiparlamentarismo ha accompagnato l’evoluzione del Paese come un’ombra persistente, ricomparendo in nuove forme nei momenti di crisi, di trasformazione, o semplicemente di disillusione collettiva.

L’Italia unita nacque con una frattura. Mentre a livello istituzionale si celebrava il compimento del sogno risorgimentale, in ampie aree delle province meridionali il nuovo Stato veniva vissuto come una forza estranea, imposta da élite settentrionali distanti. Un fenomeno complesso come il brigantaggio, in questo scenario, fu interpretato anche come un’espressione di ribellione popolare: resistenza sociale, come suggeriva Molfese, o “rivoluzione mancata”, secondo Gramsci. È in questo contesto che si delinea una prima e profonda sfiducia nei confronti dello Stato centrale, un senso di estraneità che si sedimenterà nel tempo, alimentando una percezione delle istituzioni come entità distanti, quando non ostili.

A cavallo tra Otto e Novecento, il mondo politico italiano finisce sotto la lente acuminata della narrativa. Il cosiddetto “romanzo parlamentare” mette in scena un Parlamento lontano dall’ideale mazziniano: luogo di trasformismo, di corruzione, di ambizioni personali. “I moribondi di Palazzo Carignano” di Petruccelli Della Gattina, “La conquista di Roma” di Matilde Serao, “L’Imperio” di Federico De Roberto, solo per citare alcuni titoli, raccontano una politica opaca, autoreferenziale, incapace di rappresentare i bisogni della collettività. Tutto ciò si consuma in particolare dopo l’approvazione della nuova legge elettorale del 1882, con l’allargamento del suffragio elettorale, con tutte una serie di conseguenze che ne derivano. Questa satira letteraria, pur nell’intento artistico, assume il ruolo di una critica sociale tagliente, contribuendo a formare un immaginario diffuso in cui l’istituzione parlamentare appare inefficace, se non addirittura farsesca, dove emergono i valori del Risorgimento tradito e l’opportunismo della borghesia. “Rosso e nero a Montecitorio: il romanzo parlamentare della nuova Italia (1861-1901)” è un testo curato Carlo A. Madrignani (1980) che rivisita la produzione letteraria di questi intellettuali che, appunto, nei primi decenni dello Stato unitario avevano assunto come terreno di sperimentazione la descrizione dei costumi e delle istituzioni.

Eppure, vi fu un momento nella storia italiana in cui la politica seppe riconquistare autorevolezza. Nel secondo dopoguerra, i partiti non furono soltanto strumenti di potere, ma anche “scuole di democrazia”. La Costituente rappresentò un modello di confronto civile tra culture diverse, mentre le formazioni politiche – dalla DC al PCI – ebbero un ruolo fondamentale nella costruzione di una cittadinanza attiva. Era la politica come “pedagogia pubblica”, in cui la rappresentanza si nutriva del radicamento sociale e del coinvolgimento diffuso.

Ma la diffidenza non scomparve mai del tutto: il movimento dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini diede voce a un sentimento di estraneità nei confronti della “casta” e delle nuove istituzioni repubblicane. Un linguaggio diretto, populista, capace di parlare a un’Italia smarrita e alle prese con cambiamenti radicali. Quel malcontento, solo momentaneamente sopito, avrebbe trovato nuova linfa nei decenni successivi.

Nel XXI secolo, il populismo e il sovranismo hanno rispolverato – con strumenti nuovi – l’antica sfiducia nei confronti delle élite. Il Parlamento torna ad essere rappresentato come il teatro di un potere debole, mentre i leader populisti si pongono come interpreti diretti della volontà del “popolo puro”, contrapposto a una classe dirigente inadeguata. Il sovranismo, a sua volta, rilancia la retorica dell’autodeterminazione contro l’ingerenza delle istituzioni sovranazionali. Ma a cambiare davvero è il terreno comunicativo.

Con l’avvento dei social media, la partecipazione politica ha conosciuto una rivoluzione tanto potente quanto ambigua. Se la televisione del Novecento offriva una comunicazione relativamente centralizzata e moderata – un flusso selezionato, spesso pedagogico – la rete, oggi, ha abbattuto barriere, offrendo a tutti la possibilità di esprimersi. L’infosfera digitale ha accelerato una trasformazione del dibattito pubblico che spesso premia l’emozione sulla riflessione, la polarizzazione sul confronto. Gli algoritmi valorizzano contenuti virali, non necessariamente veritieri o equilibrati. In questo nuovo ecosistema, l’antiparlamentarismo si diffonde con facilità: una narrazione che trova terreno fertile in un pubblico disilluso, frammentato, iperconnesso ma spesso isolato.

L’Italia, nel suo percorso storico, ha conosciuto momenti di crisi ma anche fasi di rinascita democratica. L’attuale sfiducia richiede uno sforzo collettivo: recuperare la dignità del discorso pubblico, investire in educazione civica, riconnettere la politica alla realtà delle persone. Le istituzioni, per tornare a essere credibili, devono farsi prossime: capaci di ascoltare, di spiegare, di decidere. E i cittadini, a loro volta, devono riconoscersi non solo come destinatari ma anche come protagonisti del patto democratico.

In fondo, la storia italiana ci insegna che tra disincanto e ricostruzione, tra frattura e speranza, la democrazia è sempre stata – e può ancora essere – un’opera collettiva.

Sudan, una tragedia colossale ignorata da tutti

È davvero triste constatare come quella che viene definita “comunità internazionale” rimanga sostanzialmente insensibile di fronte a quanto sta accadendo, ormai da due anni, in Sudan.

Non solo l’occidente, tutto concentrato sui due conflitti principali che maggiormente lo coinvolgono e interessano, pure essi lontani da una sospensione anche solo minima, figurarsi da una conclusione. Anzi, con la chiusura della struttura USAid voluta dall’incommentabile Amministrazione Trump è venuta meno la principale fonte di aiuti alla disperata popolazione locale, i cui bambini sono ora privati dei già insufficienti programmi di assistenza alimentare e vaccinale.

Pure l’oriente in senso lato appare distante, e ciò solleva qualche interrogativo, dati gli investimenti – come sempre, interessati – che la Cina sta facendo da anni nel continente africano.

Così, gli unici stati coinvolti nella guerra civile sudanese sono gli Emirati Arabi, l’Egitto, l’Arabia, ma non certo per favorire una tregua. E infatti non hanno firmato la dichiarazione unificata che era stata predisposta dagli organizzatori (Regno Unito, Unione Europea e Unione Africana) della Conferenza di Londra, tenuta lo scorso 15 aprile, che avrebbe voluto aprire uno spiraglio di pacificazione e che invece è sostanzialmente fallita.

Gli Emirati, nonostante le smentite, stanno sostenendo (dietro pagamento in oro, di cui è ricca la regione del Darfur) le RSF, ovvero le Rapid Support Forces del generale Dagalo detto Hemetti, con droni e armamenti vari. Corrono voci inoltre circa un più consistente aiuto militare fornito da Egitto e Arabia all’altro protagonista negativo di questa faida, il generale al-Burhan, comandante l’esercito nazionale ufficiale (Sudanese Armed Forces – SAF).

Come già raccontato anche su questo giornale, la guerra è iniziata due anni fa quando Hemetti non ha acconsentito a inquadrare i suoi paramilitari presso la struttura dell’esercito nazionale. I due generali avevano collaborato alla caduta, nel 2019, del dittatore al-Bashir e poi, nel 2021 con un colpo di stato avevano troncato la difficile transizione verso un governo civile legittimato da libere elezioni, mai tenute. Nessuno dei due pare in grado di sconfiggere l’altro. Per riuscirci, stanno dando luogo a una carneficina fra le più sanguinose, subìta da una popolazione inerme e sopravvivente in condizioni sempre più miserevoli. Fra le varie atrocità, merita segnalare l’accusa (di provenienza USA) alle RSF di genocidio nei confronti della popolazione non araba del Darfur.

Negli ultimi due mesi le vittorie della SAF sui campi di battaglia a Omdurman e Wed Madam nella regione di Khartoum e soprattutto la riconquista della capitale parevano aver dato una svolta al conflitto. Anche in risposta all’annunciata alleanza fra RSF e un altro movimento di guerriglia denominato Splm-N comandato da un certo Abdelaziz al-Hila operante in una regione periferica intorno ai monti Nuba sinora rimasta estranea al conflitto.

Ma le ultime notizie arrivate raccontano di uno scontro assai pesante nella regione occidentale del martoriato paese vinto dalle RSF. La situazione rimane dunque in stallo, sui campi di battaglia.

Tragica, assolutamente tragica invece nelle città e ormai anche nelle campagne: la carestia – che secondo l’ONU colpisce quasi un milione di persone (che si aggiungono a milioni di sfollati e qualche decina di migliaia di morti, una contabilità peraltro difficile da tenere nelle condizioni date) – rischia ora di peggiorare ulteriormente con l’arrivo della siccità estiva, quando la gente comincia ad esaurire le scorte alimentari accumulate con gli ultimi raccolti. Ma al mondo – non solo occidentale – tutto ciò pare proprio non interessare più di tanto.

Mentre la guerra potrebbe estendersi ulteriormente a tutto il territorio sudanese, anche verso est, per il momento risparmiato in quanto controllato più saldamente dalle forze governative, e comincia a far sentire i propri effetti in Sud Sudan, la regione resasi indipendente e fattasi nazione nel 2011. Pochi anni fa, e quindi molto a rischio d’essere risucchiata nel vortice che attanaglia il suo settentrione.

Come ammonì Papa Francesco, che di quella povera terra africana non si era mai dimenticato, all’Angelus di domenica 26 gennaio scorso: “Il conflitto in corso in Sudan, iniziato nell’aprile 2023, sta causando la più grave crisi umanitaria nel mondo, con conseguenze drammatiche anche nel Sud Sudan. Sono vicino alle popolazioni di entrambi i Paesi e le invito alla fraternità, alla solidarietà, ad evitare ogni sorta di violenza e a non lasciarsi strumentalizzare. Rinnovo l’appello alle parti in guerra in Sudan affinché cessino le ostilità e accettino di sedere a un tavolo di negoziati”.

Un tavolo che, per il momento, nessuno vuole predisporre.

Tesla in difficoltà: utili e fatturato in calo nel primo trimestre

Il primo trimestre del 2023 si rivela un periodo difficile per Tesla, con un fatturato di 19,3 miliardi di dollari, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La flessione si accompagna a un crollo degli utili, che sono scesi del 71% a 409 milioni di dollari. Questi risultati evidenziano preoccupanti tendenze nelle vendite dei veicoli elettrici, influenzate da vari fattori, tra cui una gamma di prodotti considerata debole e la crescente reazione dei consumatori nei confronti del coinvolgimento di Elon Musk nella politica statunitense.

Un’analisi delle vendite

Il calo delle vendite è stato significativo: secondo i dati forniti dalla stessa azienda, le consegne sono diminuite del 13% nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo scorso anno, segnando così il peggior trimestre dal 2022. Oltre a ciò, Tesla ha perso il primato di maggiore produttore mondiale di veicoli elettrici a favore del rivale cinese BYD. Le vendite, già sotto pressione, riflettono le sfide che l’azienda deve affrontare in un mercato sempre più competitivo e affollato.

Le aspettative non rispettate

Gli utili netti rettificati hanno mostrato una caduta del 39%, attestandosi a 934 milioni di dollari, ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che avevano preventivato un risultato di circa 1,5 miliardi di dollari. Le notizie non si fermano qui: la rapida discesa del valore delle azioni Tesla sta destando preoccupazione nel settore. Dopo aver toccato il picco a metà dicembre, il prezzo delle azioni si è dimezzato, segnando un significativo cambiamento di direzione.

Fattori di mercato e reazioni

Molti analisti collegano questo declino ai recenti sviluppi politici e ai contraccolpi che hanno avuto ripercussioni sulla reputazione del brand. Il coinvolgimento di Musk nella politica di Donald Trump ha certamente innescato una reazione mista tra i consumatori, con alcuni che hanno rivalutato le loro scelte d’acquisto.

Futuro incerto

La situazione attuale pone interrogativi sul futuro di Tesla in un panorama automobilistico in evoluzione. La strategia dell’azienda dovrà adattarsi per affrontare le sfide emergenti e recuperare la fiducia dei consumatori. Con un mercato altamente competitivo e una base di clienti in mutamento, l’innovazione e l’attenzione alla qualità rimangono fondamentali per il rilancio del marchio e dei suoi prodotti.

Israele costringe i suoi ambasciatori a cancellare i post di condoglianze per Papa Francesco

Roma, 22 apr. (askanews) – Il ministero degli Esteri israeliano ha dato istruzione alle sue ambasciate in tutto il mondo di cancellare dei post di condoglianze pubblicati per la morte di Papa Francesco suscitando una rara indignazione tra gli ambasciatori israeliani, in particolare nei Paesi cattolici. Lo riporta il quotidiano israeliano Ynet.

I tweet, apparsi sugli account ufficiali della piattaforma X di diverse missioni israeliane in tutto il mondo, riportavano diverse varianti del messaggio: “Riposa in pace, Papa Francesco. Che il suo ricordo sia una benedizione”. Nel giro di poche ore, sono stati rimossi.

Il ministero, secondo Ynet, ha emesso una direttiva che intimava a tutte le missioni diplomatiche israeliane di cancellare qualsiasi post relativo alla morte del Papa, senza fornire alcuna spiegazione. Agli ambasciatori è stato successivamente anche intimato di non firmare libri di condoglianze presso le ambasciate vaticane in tutto il mondo.

Alcuni ambasciatori, che hanno espresso la loro frustrazione nei gruppi WhatsApp interni al ministero degli Esteri, hanno avvertito che la decisione potrebbe danneggiare gravemente l’immagine di Israele, in particolare tra le centinaia di milioni di fedeli cattolici in tutto il mondo.

Non è escluso che una tale decisione sia stata dettata dal fatto che Papa Francesco era stato particolarmente esplicito nel criticare le azioni di Israele a Gaza negli ultimi mesi. Anche i media ebraici hanno sottolineato la cancellazione del post del ministero degli Esteri, descrivendo la decisione come dura e sconcertante. Il primo ministro israeliano Nethanyahu non ha espresso una parola di cordoglio per la morte di Papa Francesco, mentre il presidente israeliano Isaac Herzog ha espresso le proprie condoglianza ai cristiani “per la perdita del loro grande padre spirituale, Sua Santità Papa Francesco”, definito “un uomo di profonda fede e sconfinata compassione”, sottolineando che “aveva giustamente riconosciuto grande importanza nel promuovere forti legami con il mondo ebraico e nel promuovere il dialogo interreligioso come via verso una maggiore comprensione e rispetto reciproco. Spero davvero che le sue preghiere per la pace in Medio Oriente e per il ritorno sano e salvo degli ostaggi trovino presto risposta che la sua memoria continui a ispirare atti di gentilezza, unità e speranza”.

Previste oltre 200mila persone per i funerali di Papa Francesco a San Pietro. Le delegazioni estere 170

Roma, 23 apr. (askanews) – Oltre 200mila persone sono attese per i funerali di Papa Francesco in programma sabato a San Pietro. E’ la stima emersa nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, presieduto ieri dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

I funerali si terranno alle ore 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa
Messa esequiale del Romano Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell`Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.

Sono previste in arrivo 170 delegazioni di stati esteri per le esequie di Papa Francesco sabato a Roma. Le forze di sicurezza e dell’ordine si stanno “calibrando” sulla base di quanto avvenuto in occasione dei funerali di Papa Giovanni Paolo II.  La maggior parte delle autorità dovrebbero arrivare a Roma sabato e ripartire nel giorno stesso.

“Abbiamo dato avvio a questo grande lavoro per i profili di sicurezza pubblica di questo evento molto impegnativo perché vede la concomitanza dei funerali del Papa, delle celebrazioni del 25 aprile e degli eventi del Giubileo già calendarizzati che prevedono l’arrivo di decine di migliaia di persone – ha detto il responsabile del Viminale – E’ importante che ci sia uno stretto raccordo tra le forze in campo”. “Ci stiamo calibrando in base a quanto avvenuto in passato, per 170 delegazioni tra capi di Stato e di governo, ci siamo attenuti a questa cornice di massima”. “Per il 25 aprile – ha aggiunto Piantedosi – ci sono manifestazioni che erano già previste e sono state confermate. Non ci sono motivi per preoccuparsi per la cosa in sé, certo è che aggiungono un impegno in più che affronteremo”.

Anche il mondo dell’informazione ha iniziato a confluire da tutto il mondo a Roma per le solenni esequie funebri dopo la morte improvvisa di Papa Francesco, che si concluderanno con la messa funebre di sabato in piazza San Pietro, e per il Conclave che si riunirà poco dopo per l’elezione del nuovo romano pontefice. Hanno già chiesto di potersi accreditare agli eventi oltre 1.500 giornalisti di diverse testate provenienti da tutto il mondo.

Previste oltre 200mila persone per i funerali di Papa Francesco a San Pietro. Le delegazioni estere 170

Roma, 22 apr. (askanews) – Oltre 200mila persone sono attese per i funerali di Papa Francesco in programma sabato a San Pietro. E’ la stima emersa nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

I funerali si terranno alle ore 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa
Messa esequiale del Romano Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell`Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.

Sono previste in arrivo 170 delegazioni di stati esteri per le esequie di Papa Francesco sabato a Roma. Le forze di sicurezza e dell’ordine si stanno “calibrando” sulla base di quanto avvenuto in occasione dei funerali di Papa Giovanni Paolo II. Lo ha detto il ministro dell’interno Matteo Piantedosi al termine del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto in Prefettura a Roma. La maggior parte delle autorità dovrebbero arrivare a Roma sabato e ripartire nel giorno stesso.

“Abbiamo dato avvio a questo grande lavoro per i profili di sicurezza pubblica di questo evento molto impegnativo perché vede la concomitanza dei funerali del Papa, delle celebrazioni del 25 aprile e degli eventi del Giubileo già calendarizzati che prevedono l’arrivo di decine di migliaia di persone – ha detto il responsabile del Viminale – E’ importante che ci sia uno stretto raccordo tra le forze in campo”. “Ci stiamo calibrando in base a quanto avvenuto in passato, per 170 delegazioni tra capi di Stato e di governo, ci siamo attenuti a questa cornice di massima”. “Per il 25 aprile – ha aggiunto Piantedosi – ci sono manifestazioni che erano già previste e sono state confermate. Non ci sono motivi per preoccuparsi per la cosa in sé, certo è che aggiungono un impegno in più che affronteremo”.

Anche il mondo dell’informazione ha iniziato a confluire da tutto il mondo a Roma per le solenni esequie funebri dopo la morte improvvisa di Papa Francesco, che si concluderanno con la messa funebre di sabato in piazza San Pietro, e per il Conclave che si riunirà poco dopo per l’elezione del nuovo romano pontefice.

Solo oggi, da quanto si apprende, hanno chiesto di potersi accreditare agli eventi oltre 1.500 giornalisti di diverse testate provenienti da tutto il mondo. Fatto sta che oggi è stata una giornata difficile per la Sala stampa della Santa Sede, situata in via della Conciliazione, letteralmente presa d’assalto da cronisti e cineoperatori. Una presenza così massiccia, quanto prevista, che sta facendo anticipare i tempi per l’apertura di un altro luogo, poco distante dalla stessa via della Conciliazione, dove ospitare i media.

Meloni annulla gli impegni, il governo: 5 giorni di lutto per Papa Francesco. E il 25 Aprile "sobrio"

Roma, 22 apr. (askanews) – Cinque giorni di lutto nazionale, da oggi a sabato, senza lo stop alle manifestazioni per il 25 aprile, ma con la raccomandazione di celebrare la ricorrenza con “sobrietà”. E’ questa la decisione del Consiglio dei ministri che si è riunito questa mattina a Palazzo Chigi per una seduta ‘lampo’ aperta da un momento di raccoglimento in memoria di papa Francesco.

Tra le ipotesi iniziali (tre giorni come fu per Giovanni Paolo II o cinque) ha prevalso la linea della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “condivisa da tutti”, come ha spiegato al termine il ministro Nello Musumeci. Le manifestazioni, comprese quelle per il 25 aprile, saranno consentite, ma dovranno tenersi in modo “sobrio e consono alla circostanza”, come recita il comunicato di Palazzo Chigi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà quindi venerdì mattina all’Altare della patria, insieme alla stessa premier, e poi a Genova. Confermato anche il corteo di Milano a cui parteciperanno, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo. Non mancano però le polemiche: “C’è poco da fare: è più forte di loro, anche stavolta – accusa Nicola Fratoianni di Avs – un’allergia alla liberazione dal fascismo e dal nazismo traspare da chi in questo momento occupa Palazzo Chigi. Non trovo altra giustificazione alle parole strampalate sulla sobrietà con cui celebrare il 25 aprile utilizzate da un ministro del governo Meloni”.

Disposto, in Cdm, anche l’incarico al capo del Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano di gestire gli arrivi e l’accoglienza tanto dei fedeli quanto, insieme al Ministero degli Esteri, dei numerosi leader attesi a Roma. Tra gli altri hanno già confermato la presenza Donald Trump e la moglie Melania; il premier inglese Keir Starmer; il presidente francese Emmanuel Macron; quello argentino Javier Milei (che in passato ha avuto parole molto dure contro Bergoglio); il presidente tedesco Franck-Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz; il leader ucraino Volodymyr Zelensky; il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva; il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la numero uno della Commissione Ursula von der Leyen.

Una parata di leader che potrebbe costituire anche l’occasione per alcuni contatti sull’agenda internazionale. Certo è difficile che possa essere intavolato un confronto sui dazi tra Trump e i vertici europei, non è il contesto giusto, ma potrebbe essere l’occasione – e su questo sta lavorando Meloni – almeno per un primo saluto, che non c’è mai stato dal momento dell’insediamento del tycoon, per ‘rompere il ghiaccio’. “Non posso escludere che ci siano incontri bilaterali ma per ora non ne abbiamo alcuno da annunciare”, ha precisato oggi la portavoce della Commissione Arianna Podesta. Secondo cui, comunque, è presto per organizzare un vertice ‘politico’ sulla questione dei dazi: “Sarebbe una buona idea incontrare la controparte statunitense” ma “una volta che è stato raggiunto un accordo nella sostanza”.

La presenza contemporanea di Trump e Zelensky potrebbe anche fornire l’occasione di un colloquio sullo stato di avanzamento dei tavoli per un eventuale accordo di pace, dopo l’incontro della Casa Bianca con la pubblica umiliazione del presidente ucraino.

Meloni, intanto, ha annullato le visite ufficiali che erano state fissate per venerdì a Samarcanda (Uzbekistan) e sabato e domenica ad Astana (Kazakhstan), dove avrebbe anche partecipato al vertice Italia-Asia Centrale con Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistanh. Gli appuntamenti saranno riprogrammati nelle prossime settimane. Tolto dall’agenda anche il premier question time in programma per domani pomeriggio al Senato: anche in questo caso sarà fissato in un’altra data.

TEF Taranto Eco Forum, Poggi: cambiamento ed evoluzione

Roma, 22 apr. – Patrick Poggi, presidente di Eurota Ets evidenzia la volont di cambiamento ed evoluzione di TEF Taranto Eco Forum 2025.

“Il TEF – Taranto Eco Forum, grazie al sostegno di tanti partner privati e istituzionali – dice Poggi – ci ha permesso di portare nella nostra citt un dibattito qualificato, competente e scientifico sui temi dell’ambiente e dell’innovazione. Grazie all’autorevolezza acquisita, il TEF oggi la frontiera pi avanzata in questo campo, ma anche lo strumento che ha consentito a tanti progetti di trovare concreta realizzazione nella nostra citt. il nostro pi grande orgoglio, che abbiamo cristallizzato nel titolo dell’edizione 2025 con il passaggio “dalla visione all’azione”. Il TEF oggi la voce di una citt in grado di fare un salto di qualit”.

TEF Taranto Eco Forum, Paparella: progetto cresce e si consolida

Roma, 22 apr. – L’edizione 2025 del “TEF – Taranto Eco Forum” sar quella della svolta. Le intenzioni degli organizzatori, ribadite durante la conferenza stampa di presentazione tenuta a Taranto, negli spazi del Castello Aragonese, sono apparse chiare sin dalla decisione di assegnare un titolo inequivocabile all’evento che si terr il 22 e 23 maggio: “Ambiente, societ ed economia: sostenibilit e innovazione, dalla visione all’azione”.

La svolta citata tutta in quel passaggio che richiama i temi centrali dell’evento, sostenibilit e innovazione, definendo l’evoluzione che toccher operare per dare ancora pi sostanza all’impegno posto da Eurota Ets e RemTech Expo in questi anni: trasformare la visione costruita con tanti partner privati e istituzionali, in un’azione che sappia lasciare concretamente il segno sul territorio.

Tra tutti questi partner, spicca la conferma di Eni come main sponsor dell’evento, legame confermato e consolidato a riprova di quanto il TEF sia evento di riferimento nazionale per l’approfondimento e il dibattito che riguardano le macro aree che riempiono le tavole rotonde della due giorni, quest’anno ampliate e declinate attraverso importanti novit.

Silvia Paparella, general manager di RemTech Expo e consigliere delegato di Ferrara Expo dichiara: “Siamo orgogliosi di annunciare la terza edizione del Taranto Eco Forum un progetto che continua a crescere e a consolidarsi come punto di riferimento nazionale sul fronte della sostenibilit ambientale, dell’innovazione e della transizione ecologica. Taranto rappresenta un simbolo di rinascita e di trasformazione, e ospitare qui un evento come il TEF significa mettere al centro un territorio che ha molto da raccontare e da offrire in termini di visione e competenze. Con RemTech Expo condividiamo la missione di creare connessioni concrete tra istituzioni, imprese, ricerca e cittadinanza attiva. Il TEF 2025 sar un’occasione per passare dalle parole ai fatti, favorendo un dialogo costruttivo e progettuale su temi fondamentali per il futuro del Paese”.

Meloni annulla impegni, 5 giorni di lutto per Francesco. E 25 Aprile "sobrio"

Roma, 22 apr. (askanews) – Cinque giorni di lutto nazionale, da oggi a sabato, senza lo stop alle manifestazioni per il 25 aprile, ma con la raccomandazione di celebrare la ricorrenza con “sobrietà”. E’ questa la decisione del Consiglio dei ministri che si è riunito questa mattina a Palazzo Chigi per una seduta ‘lampo’ aperta da un momento di raccoglimento in memoria di papa Francesco.

Tra le ipotesi iniziali (tre giorni come fu per Giovanni Paolo II o cinque) ha prevalso la linea della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “condivisa da tutti”, come ha spiegato al termine il ministro Nello Musumeci. Le manifestazioni, comprese quelle per il 25 aprile, saranno consentite, ma dovranno tenersi in modo “sobrio e consono alla circostanza”, come recita il comunicato di Palazzo Chigi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà quindi venerdì mattina all’Altare della patria, insieme alla stessa premier, e poi a Genova. Confermato anche il corteo di Milano a cui parteciperanno, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo. Non mancano però le polemiche: “C’è poco da fare: è più forte di loro, anche stavolta – accusa Nicola Fratoianni di Avs – un’allergia alla liberazione dal fascismo e dal nazismo traspare da chi in questo momento occupa Palazzo Chigi. Non trovo altra giustificazione alle parole strampalate sulla sobrietà con cui celebrare il 25 aprile utilizzate da un ministro del governo Meloni”.

Disposto, in Cdm, anche l’incarico al capo del Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano di gestire gli arrivi e l’accoglienza tanto dei fedeli quanto, insieme al Ministero degli Esteri, dei numerosi leader attesi a Roma. Tra gli altri hanno già confermato la presenza Donald Trump e la moglie Melania; il premier inglese Keir Starmer; il presidente francese Emmanuel Macron; quello argentino Javier Milei (che in passato ha avuto parole molto dure contro Bergoglio); il presidente tedesco Franck-Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz; il leader ucraino Volodymyr Zelensky; il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva; il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la numero uno della Commissione Ursula von der Leyen.

Una parata di leader che potrebbe costituire anche l’occasione per alcuni contatti sull’agenda internazionale. Certo è difficile che possa essere intavolato un confronto sui dazi tra Trump e i vertici europei, non è il contesto giusto, ma potrebbe essere l’occasione – e su questo sta lavorando Meloni – almeno per un primo saluto, che non c’è mai stato dal momento dell’insediamento del tycoon, per ‘rompere il ghiaccio’. “Non posso escludere che ci siano incontri bilaterali ma per ora non ne abbiamo alcuno da annunciare”, ha precisato oggi la portavoce della Commissione Arianna Podesta. Secondo cui, comunque, è presto per organizzare un vertice ‘politico’ sulla questione dei dazi: “Sarebbe una buona idea incontrare la controparte statunitense” ma “una volta che è stato raggiunto un accordo nella sostanza”.

La presenza contemporanea di Trump e Zelensky potrebbe anche fornire l’occasione di un colloquio sullo stato di avanzamento dei tavoli per un eventuale accordo di pace, dopo l’incontro della Casa Bianca con la pubblica umiliazione del presidente ucraino.

Meloni, intanto, ha annullato le visite ufficiali che erano state fissate per venerdì a Samarcanda (Uzbekistan) e sabato e domenica ad Astana (Kazakhstan), dove avrebbe anche partecipato al vertice Italia-Asia Centrale con Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistanh. Gli appuntamenti saranno riprogrammati nelle prossime settimane. Tolto dall’agenda anche il premier question time in programma per domani pomeriggio al Senato: anche in questo caso sarà fissato in un’altra data.

Noleggio a lungo termine, modello Azure per mobilit immediata

Roma, 22 apr. – Un numero sempre maggiore di persone rinuncia alla propriet dell’auto e si affida al noleggio a lungo termine. Un mercato in forte espansione, oggi gestito da pochi grandi operatori. Ma quando il servizio diventa troppo standardizzato, pu nascere l’esigenza di un’alternativa pi flessibile. Ne abbiamo parlato con Valerio Marinucci e Luca Di Gioia, rispettivamente Ceo e Direttore commerciale di Azure Srl.

“Quasi il 33% del parco circolante rappresentato dal noleggio a lungo termine, le aziende lo prediligono e ora anche i privati si stanno avvicinando a questo nuovo concetto di mobilit. Tuttavia, ci porta inevitabilmente a una standardizzazione delle procedure e delle modalit di richiesta dell’assistenza” afferma Marinucci.

Sempre pi utenti scelgono il noleggio anche per liberarsi dai vincoli della propriet e dall’incertezza legata all’evoluzione normativa su motorizzazioni e mobilit

“Il noleggio a lungo termine permette all’utente di liberarsi dalle responsabilit che possono insorgere dopo 3 o 4 anni relativamente al cambio della vettura e all’evoluzione normativa sulla circolazione – afferma Di Gioia – Una volta terminato il tempo di noleggio, infatti, non ci sono vincoli relativi alla propriet del bene”.

Chi sceglie il noleggio a lungo termine, tuttavia, si scontra spesso con interlocutori impersonali e canali automatizzati. Anche qui, Azure ha scelto una strada diversa:

“La problematica del noleggio a lungo termine la spersonalizzazione del rapporto umano, spesso in caso di necessit il confronto avviene attraverso una mail o un call center. Noi abbiamo scelto di offrire un servizio pi umano, in cui il cliente non ha un contatto diretto con la societ di noleggio ma ce l’ha con noi” prosegue Luca Di Gioia.

Un altro aspetto da considerare la tempistica di consegna della vettura, che per questioni tecniche non pu mai essere immediata, anche quando i veicoli risultano disponibili. Un problema concreto per chi ha bisogno di mobilit senza interruzioni:

“Noi di Azure abbiamo trovato una soluzione a questa problematica: siamo in grado di garantire la mobilit immediata, ci significa che nel momento della sottoscrizione del contratto, il cliente pu gi avere a disposizione una vettura pari canone e categoria, in attesa della consegna della propria” conclude Valerio Marinucci.

Approvato il decreto legge, ecco come il governo ha corretto (con 245,5 mln) la norma sugli acconti Irpef

Roma, 22 apr. (askanews) – Gli acconti Irpef per il 2025 saranno calcolati in base alle tre aliquote Irpef che oggi regolano il sistema dell’imposta sui redditi, e non in base alle precedenti quattro aliquote. Lo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri che corregge una ‘incongruenza’ della normativa. Un provvedimento che alleggerisce gli acconti Irpef e che si è reso urgente anche in vista delle dichiarazioni precompilate che l’Agenzia delle Entrate metterà a breve a disposizione.

Con il decreto, quindi, si modifica la disciplina per la determinazione degli acconti, dopo che l’ultima legge di bilancio ha reso strutturale la riduzione delle aliquote da quattro a tre. “Il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento per chiarire le regole sulla determinazione degli acconti irpef 2025. La nuova disposizione conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto irpef per il 2025, evitando così qualsiasi aumento del carico fiscale”, ha dichiarato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze.

“L’intervento si è reso necessario – spiega Leo – per correggere un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, attuativo della delega fiscale, che prevedeva per il solo 2024 la riduzione delle aliquote Irpefda 4 a 3 e la legge di bilancio 2025 che ha reso strutturale la predetta riduzione di aliquote”.

“L’obiettivo è sempre quello di tutelare i contribuenti e garantire una corretta applicazione della riforma fiscale. Abbiamo approvato il nuovo provvedimento in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi” conclude il viceministro che esprime “soddisfazione per la prontezza con la quale il governo ha risolto la questione”.

La correzione degli acconti irpef 2025, calcolati su tre aliquote anzichè quattro, e l’aumento della soglia di reddito della no tax area per i lavoratori dipendenti, anch’essa compresa nel decreto approvato oggi dal Conmsiglio dei Ministri, ha un costo pari a 245,5 milioni di euro. Nel complesso, a beneficiare dell’intervento sono essenzialmente lavoratori dipendenti e pensionati. I lavoratori autonomi, infatti, con redditi fino a 85.000 euro, hanno per larga parte optato per la flat tax, che non prevede l’applicazione delle aliquote progressive.

“Attendiamo la pubblicazione del provvedimento approvato in consiglio dei ministri, ma se, come annunciato, risolverà la questione degli acconti Irpef e delle detrazioni, consentendo che siano calcolati sulla base della normativa attuale e non di quella abrogata, che avrebbe costretto lavoratori e pensionati a pagare somme non dovute, saremmo di fronte a una buona notizia per chi vive di salario o di pensione”, ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, e Monica Iviglia, presidente del consorzio nazionale Caaf.

“Era questo l’obiettivo della denuncia di Cgil e Caaf – dicono – siamo soddisfatti di aver difeso i diritti delle persone che rappresentiamo. C’è però un altro impegno che si era assunto il Governo: rimediare all’ingiustizia che stanno subendo i redditi tra 8.500 e 9.000 euro annui che, a causa del meccanismo scelto per fiscalizzare il cuneo contributivo, stanno perdendo, a partire da gennaio, circa 100 euro al mese. Sollecitiamo nuovamente l’esecutivo a intervenire per risolvere questo problema”.

Jovanotti conferma i concerti a Roma, "dedicati a Francesco"

Roma, 22 apr. (askanews) – Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha annunciato sui Social che porterà avanti il tour nonostante la morte di Papa Francesco, avvenuta ieri 21 aprile. “Suoneremo a Roma a partire da stasera, moltissimi hanno programmato da tempo di partecipare a questi concerti, in molti arrivando a Roma da lontano. Suoneremo e realizzeremo i concerti romani con tutto il nostro slancio e la nostra passione di sempre e più di sempre. Volevamo bene a Francesco e soprattutto lui ne voleva a noi tutti 9 miliardi di abitanti del mondo, ce lo ha ripetuto ogni giorno del suo pontificato. La sua presenza e’ stata un dono per tutti, non lo dimenticheremo. Dedicheremo i nostri spettacoli a una delle parole che papa Francesco ha pronunciato piu’ spesso: gioia”, ha scritto l’artista.

Sotto pressione dalla Casa Bianca, Putin apre a negoziati per tregua

Roma, 22 apr. (askanews) – Il Cremlino attende già in settimana una nuova visita a Mosca dell’inviato presidenziale americano Steve Witkoff, negoziatore in capo non solo per il Medio Oriente ma anche alla ricerca di un accordo per un cessate-il-fuoco in Ucraina. La missione ucraina è in chiara accelerazione negli ultimi giorni, con la Casa Bianca che preme per un risultato concreto a breve e la Russia che dà segnali di apertura a contatti diretti con Kiev per concordare almeno una tregua parziale.

Witkoff, la settimana scorsa a Parigi assieme al segretario di Stato americano Marco Rubio ha avuto colloqui con il presidente Emmanuel Macron e con Yermak, il braccio destro del presidente Zelensky, ma anche con consiglieri alla sicurezza da Regno Unito e Germania. E domani a Londra dovrebbe incontrare funzionari europei e ucraini, assieme a Rubio e all’inviato speciale di Trump Keith Kellogg, ridimensionato a interlocutore solo della parte ucraina a causa dei malumori russi. Dal Cremlino ogni mossa è seguita con grande cautela e sospetto. “L’unica via per arrivare a una soluzione sono i colloqui tra Russia e Stati Uniti d’America”, ha detto il portavoce presidenziale Dmitri Peskov commentando le trattative in Europa. Sul piatto, la forza di interposizione da inviare dopo un cessate-il-fuoco, che la Russia non intende accettare se formata essenzialmente da Paesi Nato, ma anche e soprattutto le concessioni da parte ucraina per arrivare a un punto di caduta del conflitto che va avanti dall’invasione russa di febbraio 2022.

Sempre Peskov oggi ha confermato che da parte del presidente Vladimir PUtin c’è disponibilità a colloqui diretti con gli ucraini, quantomeno per una tregua degli attacchi su obiettivi civili. “Ma non è il caso di porre la questione di una soluzione riguardo l’Ucraina in un quadro temporale ristretto”, ha sottolineato il portavoce. In giornata l’assistente presidenziale Yuri Ushakov ha confermato il ritorno di Witkoff in settimana.

Per evitare una rottura con l’amministrazione Trump e non cedere totalmente ai ritmi incalzanti chiesti dagli americani, il Cremlino ha impostato un confronto ‘largo’, centrato su possibili accordi diretti con gli Usa, sia di natura economica che diplomatica. Mosca è interessata al ritorno di capitali occidentali nella sua economia, in particolare nei settori strategici dell’estrazione mineraria e di idrocarburi, per cui servono tecnologie avanzate. E starebbe discutendo anche il ritorno russo progressivo sui mercati europei, oltre alla revoca a tappe di parte delle sanzioni.

Secondo il Moscow Times, il Cremlino ha dato ordine a ministeri e grandi imprese di preparare dossier di collaborazione economica da presentare agli americani. Società come Rosatom, Rosneft e Rusal, così come il produttore d’oro Polyus, hanno già inviato proposte dettagliate, coordinate da alti esponenti del governo come Maxim Oreshkin e Kirill Dmitriev. Tra le varie idee da tasforamre in proposta ci sarebbe pure la costruzione di una Trump Tower a Mosca. I funzionari russi sentiti dal quotidiano in lingua inglese hanno ipotizzato la costruzione di una Trump Tower di 150 piani nel quartiere degli affari di Mosca, Moscow City. Il progetto potrebbe essere avviato rapidamente e Trump stesso potrebbe partecipare alla cerimonia di posa della prima pietra.

Fmi prevede che deficit-Pil Italia torni sotto il 3% nel 2026

Roma, 22 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale prevede che quest’anno il rapporto deficit/Pil dell’Italia cali al 3,3%, dal 3,4% del 2024, e poi che scenda ulteriormente al 2,8% nel 2026, sotto quindi la soglia del 3% stabilita dal Patto di stabilità e di crescita. Per il 2027 è prevista una ulteriore riduzione al 2,6% e per il 2028 al 2,4%, mentre sul 2029 è attesa una risalita al 2,5%, restando a quel valore nel 2030.

Sempre secondo il Fmi, in base alle tabelle previsionali aggiornate dopo l’ultimo World Economic Outlook, il rapporto tra debito pubblico e Pil dell’Italia salirebbe quest’anno al 137,3%, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,5% nel 2026 al 138,6% nel 2027, per poi tornare a limarsi al 138,1% nel 2028 e al 137,7% nel 2029 137,7% del 2030. (fonte immagine: IMF).

Cinema, ad "Anora" il David come Miglior film internazionale

Roma, 22 apr. (askanews) – “Anora” di Sean Baker si aggiudica il David come Miglior Film Internazionale: lo ha annunciato l’Accademia del Cinema Italiano, ricordando che il riconoscimento sarà assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione dei David di Donatello in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivùsat).

La conduzione dell’edizione 2025 dei David di Donatello è affidata a Elena Sofia Ricci e Mika. La serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con la conduzione di Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla piattaforma di RaiPlay.

“Anora” presentato in prima mondiale al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato la Palma d’Oro, racconta le vicende di una giovane sex worker di Brooklyn che incontra e sposa impulsivamente il figlio di un oligarca. La possibilità di vivere una storia da Cenerentola viene minacciata quando la notizia arriva in Russia e i genitori di lui partono per New York con l’obiettivo di far annullare il matrimonio.

“Anora” si è aggiudicato cinque Premi Oscar, tra cui quello per il Miglior Film. Sean Baker è stato premiato dall’Academy come Miglior Regista, per la Miglior Sceneggiatura Originale e per il Miglior Montaggio. Infine, la protagonista Mikey Madison ha vinto l’Oscar come Miglior Attrice.

Gli altri film candidati con Anora nella cinquina per il Premio David Miglior Film Internazionale erano “Conclave” di Edward Berger, Juror #2 (Giurato Numero 2) di Clint Eastwood, “The Zone of Interest” (La zona d’interesse) di Jonathan Glazer e “Perfect Days” di Wim Wenders.

Tra i riconoscimenti già annunciati della 70esima edizione dei Premi David di Donatello, il David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan Özpetek.

La 70esima edizione dei Premi David di Donatello è organizzata dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla Rai, in collaborazione con Cinecittà S.p.A. Piera Detassis è Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Giuliana Fantoni, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Alessandro Usai.

I Premi David di Donatello si svolgono sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA, con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.

Fmi, Gfsr: 5% probabilità che crescita globale cada sotto 0,4%

Roma, 22 apr. (askanews) – I rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati in maniera rilevante e un modello previsionale del Fondo monetario internazionale (Gar, acronimo di Growth-at-Risk) indica un 5% di probabilità che la crescita globale cada sotto lo 0,4% nei prossimi 12 mesi. Lo rileva il rapporto sulla stabilità finanziaria (Global Financial Stability Report), pubblicato dal Fmi in occasione delle assemblee primaverili.

In particolare, l’istituzione di Washington segnala tre vulnerabilità chiave per la stabilità finanziaria. La prima è che nonostante la recente turbolenza dei mercati “le valutazioni su alcuni segmenti azionari e obbligazionari restano elevate”. Al tempo stesso l’incertezza su politiche economiche e commerciali resta alta, lasciando la porta aperta ulteriori shock e correzioni dei prezzi, assieme a possibili inasprimenti delle condizioni finanziarie.

Secondo, prosegue il Gfsr, alcune istituzioni finanziarie potrebbero finire sotto tensione in un quadro di volatilità dei mercati, specialmente quelle che hanno fatto maggiore ricorso alla leva finanziaria. Il Fmi cita gli hedge fund e i giganti della finanza non bancaria, ove si vedessero piovere richieste di rimborso di quote.

Terza vulnerabilità, ulteriori turbolenze potrebbero trasmettersi ai mercati dei titoli di Stato, “specialmente nelle giurisdizioni dove i debiti pubblici sono elevati”. Peraltro nelle economie emergenti, i costi di finanziamento in termini reali sono già ai massimi da un decennio e ora potrebbero dover emettere ulteriore debito per finanziare le misure di gestione dell’impatto dei dazi commerciali. Mentre le economie avanzate in Europa emetteranno più bond per rifinanziare i titoli a scadenza in una fase in cui i mercati potrebbero essere messi alla prova.

“Le preoccupazioni degli investitori sulla sostenibilità dei debiti pubblici e su altre fragilità nel settore finanziario potrebbero rafforzarsi a vicenda”, dice il Fmi. (fonte immagine: IMF).

Pecoraro Scanio: “Papa Francesco, leader ecologista”

Roma, 22 aprile 2025 – “Papa Francesco stato un grande leader ecologista e spirituale per tutti, anche oltre i confini della Chiesa cattolica. La sua enciclica Laudato si’ rappresenta una testimonianza potente e profonda a difesa del creato, una vera enciclica di svolta”. Lo dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e gi Ministro dell’Ambiente, lanciando la proposta di inserire Laudato si’ nei programmi scolastici come testo formativo sui temi ambientali e della sostenibilit.

“Laudato si’ – prosegue Pecoraro Scanio – stata richiamata dalle Nazioni Unite e in infiniti contesti internazionali. la dimostrazione che si pu indicare una via diversa per il nostro pianeta: non il negazionismo becero che ancora vediamo in troppi ambiti, ma un impegno concreto per la pace, per l’ambiente, per la solidariet tra i popoli e le generazioni.”

“In questi giorni vediamo molti attestati di stima e affetto verso Papa Francesco. Ma il vero modo per onorarlo trasformare in azione il suo messaggio, partendo dall’educazione: iniziare davvero a insegnare Laudato s in tutte le scuole italiane sarebbe un passo fondamentale per costruire una coscienza ecologica e umana nei giovani.”

Fmi, Gourinchas: Trump? "Preservare indipendenza banche centrali"

Roma, 22 apr. (askanews) – Secondo il capo economista del Fondo monetario internazionale “è molto importante preservare l’indipendenza delle banche centrali”. Così Pierre Olivier Gourinchas, durante una conferenza stampa ha risposto a una domanda selle critiche rivolte dal presidente Usa, Donald Trump, al capo della Federal Reserve, Jerome Powell.

In questa fase è molto importante “assicurare che le aspettative di inflazione restino ancorate”. E per questo “un aspetto cruciale deriva dalla credibilità delle banche centrali. Le banche centrali devono restare credibili e parte di questa credibilità – ha detto durante la presentazione del World Economic Outlook – è costruita attorno alla loro indipendenza. Sotto questa prospettiva è molto importante preservarla”.

A STMicroelectronics primo premio di volontari@work di Terzjus

Roma, 22 apr. – Si svolta presso la Sala Mappamondo della Camera dei Deputati la Cerimonia di premiazione della II Edizione di volontari@work, il riconoscimento nazionale del Volontariato di Competenza, promosso dalla Fondazione Terzjus, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di Unioncamere e con il contributo di Forum Nazionale del Terzo Settore e Italia non Profit. Il premio nasce per valorizzare l’interconnessione tra imprese e Enti del Terzo Settore, attraverso la donazione di competenze delle une a favore degli altri, promuovendo insieme innovazione sociale e sostenibilit.

Per la categoria dedicata alle realt aziendali gi partecipanti in precedenti edizioni, si distinta Edison, premiata con il primo posto per l’iniziativa Good Idea, che ha coinvolto i dipendenti in un concorso di idee per progetti ad impatto sociale. Unicredit ha ottenuto il secondo posto, mentre KPMG il terzo.

Tra gli Enti del Terzo Settore, al primo posto AIRC – la Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – con il progetto AIRC Angels che ha coinvolto stabilmente 20 collaboratori; Opera della Provvidenza Sant’Antonio come seconda classificata, mentre il terzo riconoscimento stato attribuito all’Associazione Provinciale per i Minori di Trento.

All’Opera Salesiana Don Bosco, in particolare al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma la menzione speciale della giuria.

Per la categoria riservata alle aziende che hanno partecipato per la prima volta, secondo posto Luigi Lavazza e terzo Avio Aero. Il podio stato conquistato da STMicroelectronics, grazie a un progetto innovativo di alfabetizzazione digitale rivolto ai detenuti, ne parlano il Presidente della STMicroelectronic Foundation Pietro Plella e la ST Foundation Country Leader per l’Italia, Claudia Angelini.

Roma dona “La Penna d’Oca del Campidoglio”

Roma, 22 apr. – In un’era minacciata dall’uso eccessivo dell’intelligenza artificiale, saranno le emozioni, la cultura e i gesti del cuore a preservare la nostra vera essenza. La leggenda delle oche del Campidoglio, involontarie sentinelle che con il loro starnazzare salvarono Roma, si trasforma oggi in un gesto di riconoscenza: un tributo a coloro che fanno la differenza compiendo azioni in difesa degli animali e dell’ambiente. Ai nastri di partenza la seconda edizione del premio “La Penna d’Oca del Campidoglio” che il prossimo 30 aprile 2025, nella prestigiosa Sala della Protomoteca in Campidoglio, metter in risalto quelle “storie speciali” che meritano di essere conosciute e forse possono ispirare altri a fare la propria parte; ma anche progetti e laboratori educativi, campagne di sensibilizzazione o artistiche. A salire sul palco, volontari, forze dell’ordine, studenti, giornalisti, attori, cantanti, influencer e tanti altri. Un evento, ideato dall’associazione Pet Carpet presieduta dalla giornalista Federica Rinaudo e sostenuto dalla Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli, che per questa edizione si preannuncia ancora pi speciale grazie alla presenza di materiale fotografico inedito di due icone della cultura italiana, due giganti della comicit come Tot e Peppino De Filippo che, dietro la maschera del palcoscenico, nutrivano un immenso affetto per gli animali. Una piccola anteprima di una preziosa galleria fotografica, realizzata anche in collaborazione con l’Archivio Centrale dello Stato che conserva l’Archivio Peppino De Filippo e il benestare delle famiglie, che mostrer un aspetto meno esplorato della loro vita privata. Un cuore grande in un ponte tra passato e presente, messaggio che ha ispirato la statuetta creata dal giovane artista Leonardo Sebastiani, donato alla memoria anche per non dimenticare i grandi personaggi che hanno reso celebre il nostro paese, spesso non tramandati alle nuove generazioni. Il racconto storico dell’antica leggenda legata alle oche di Giunone che ha dato spunto al titolo del premio, realizzato con il patrocinio di Anas (Gruppo FS), Fnovi e in collaborazione con Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e con il sostegno di realt leader come Giulius l’amico degli animali e Pet Memory, si intreccia con le “storie” contemporanee per sottolineare un prezioso momento di riflessione e di celebrazione di un’umanit che non si rassegna, che agisce con cuore e ingegno per proteggere la bellezza e la fragilit del nostro mondo. Un evento, condotto dalla stessa Rinaudo insieme al compositore musicale, doppiatore, autore tv Mirko Fabbreschi e diretti dal regista Pietro Romano, che ricorda come anche i gesti pi piccoli, ispirati da un profondo rispetto per la vita in ogni sua forma, possano contribuire metaforicamente non solo a “salvare Roma” ma la terra che abitiamo. Nel corso della cerimonia sar lanciato anche il regolamento per la partecipazione gratuita alla nuova edizione del Pet Carpet Film Festival, l’unica kermesse cinematografica internazionale dedicata al mondo animale e all’ambiente, che da otto anni riunisce registi, videomaker, associazioni, scuole e che grazie alla proiezioni di cortometraggi e film riesce a dare voce a tutti gli animali sia “pet” che “wild”.

(In collaborazione con Associazione Pet Carpet)

Leolandia, per la primavera nuovi show e le camere d’hotel a tema

Milano, 22 apr. (askanews) – Con i ponti primaverili entra nel vivo la stagione di Leolandia, il parco a tema di Capriate pensato per i bambini fino a 12 anni e per le famiglie che con oltre un milione di ospiti l’anno uno dei tre parchi pi visitati in Italia. Una parte importante dell’offerta del 2025 legata agli spettacoli, dei quali debutta la nuova stagione. C’ attesa per il musical “Il Drago della Sorgente” o per l’inno ala diversit culturale de “La Festa dei Colori, ma non solo. “Noi offriamo tutti gli spettacoli rinnovati – ci ha spiegato David Tommaso, direttore Marketing e Vendite di Leolandia – parliamo di oltre sette produzioni con interpreti originali che prevedono la partecipazione di oltre 30 artisti italiani e internazionali. Solo nella stagione 2024 oltre 350.000 visitatori hanno potuto assistere a questi contenuti”.

Molti dei nuovi spettacoli avranno come protagonisti personaggi dei cartoni animati, come Masha e Orso o i Superpigiamini, ma oltre agli spettacoli Leolandia ha anche lanciato le prime camere a tema, in diverse strutture ricettive vicine al parco. “Sono delle family room con camere comunicanti – ha aggiunto il manager – dove all’interno si possa vivere l’esperienza di Leolandia fuori dagli orari e fuori dai confini del parco stesso”.

Leolandia offre otto aree tematiche e oltre 50 attrazioni, dalle soft alle adrenaliniche, dai giochi acquatici alle esperienze live e di animazione, e per il 2025 il parco ha annunciato una nuova area, il cui tema sar svelato nei prossimi mesi. “Una nuova area tematizzata con dieci attrazioni – ha concluso David Tommaso – di cui due completamente nuove, dedicata e pensata per i bambini e i ragazzi di et un po’ pi grande dai 7 ai 12 anni con l’ottica e lo spirito di offrire il giusto mix tra meraviglia e adrenalina”.

I numeri dei visitatori fanno considerare Leolandia il parco pi amato dalle famiglie con bambini fino ai 12 anni e questo equilibrio tra attrazioni pi avventurose e giochi a misura anche dei pi piccoli sembra essere l’aspetto pi caratterizzante e apprezzato.

Fmi taglia di mezzo punto crescita globale 2025, dazi "grande shock"

Roma, 22 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica globale, principalmente a seguito di dazi commerciali imposti dall’amministrazione Usa e delle rappresaglie decise da altri Paesi. Ora per quest’anno indica una espansione del Pil globale del 2,8%, cui dovrebbe seguire un più 3% nel 2026. I dati sono contenuti nel Word Economic Outlook, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili e segnano un taglio di 0,5 punti percentuali per quest’anno e di 0,3 punti percentuali per il prossimo, rispetto alle stime che l’istituzione internazionale aveva aggiornato lo scorso gennaio.

Nell’editoriale del rapporto, il Fmi afferma che dazi e contromisure rappresentano di per sé “un grande shock per l’economia”. Inoltre “l’imprevedibilità con cui queste misure si sono dipanate ha a sua volta avuto un impatto negativo sull’attività economica e sulle prospettive e, al tempo stesso, rende più difficile del consueto fare previsioni”.

Per gli Stati Uniti, il Fmi ha effettuato tagli alle previsioni di crescita di portata analoga a quelle globali, con cui ora indica una espansione dell’1,4% quest’anno e dell’1,5% il prossimo. Per l’eurozona il taglio è stato più limitato e pari a 0,2 punti percentuali per entrambi gli anni, con una espansione ora stimata allo 0,8% sul 2025 e all’1,2% sul 2026.

Per la Germania, il Fmi prevede crescita economica a zero quest’anno e un più 0,99% il prossimo, rispettivamente tagliate di 0,3 e 0,2 punti percentuali. Per la Francia è attesa una crescita dello 0,6% quest’anno e dell’1% il prossimo, tagliate rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali.

Per l’Italia, il Fmi prevede 0,4% di crescita quest’anno e 0,8% il prossimo, con tagli di 0,3 e 0,1 punti percentuali. La Spagna si conferma il tra le grandi economie dell’area euro quella che mantiene tassi di espansione più vigorosi, 2,5% quest’anno e 1,8% il prossimo, nel primo caso rivista rialzo di 0,2 punti percentuali mentre il dato 2026 è stato confermato.

Il Fmi ha poi nettamente tagliato le previsioni di crescita economica della Cina, al 4,5% quest’anno e al 4,6% il prossimo, rispettivamente 0,6 e 0,5 punti percentuali in meno. Per il Giappone prevede 0,6% di crescita quest’anno e il prossimo, sul 2025 un taglio di 0,5 punti percentuali sul 2026 di 0,2 punti percentuali.

L’India resta l’economia del G20 con i maggiori tassi di crescita, 6,2% quest’anno e 6,3% il prossimo, rispettivamente tagliate di 0,3 e 0,2 punti percentuali; per la Russia il Fmi prevede 1,5% di crescita quest’anno e 0,9% il prossimo, nel primo caso la stima è alzata di 0,1 punti, per il 2026 è tagliata di 0,3 punti. (fonte immagine: IMF).

Fmi taglia previsioni di crescita Italia, 2025 +0,4%, 2026 +0,8%

Roma, 22 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia, assieme a quelle sull’economia globale e dell’area euro, e ancor più degli Stati Uniti, a riflesso dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle rappresaglie adottate da altri paesi. Ora per la penisola il Fmi pronostica una espansione del Pil limitata allo 0,4% quest’anno, a cui dovrebbe seguire un più 0,8% nel 2026.

I dati sono contenuti nel Word Economic Outlook pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington e segnano una riduzione di 0,3 punti percentuali per quest’anno, rispetto a un aggiornamento parziale del Weo effettuato a gennaio, e una limatura di 0,1 punti percentuali per il prossimo.

Genovese batte Genovese, "Follemente" supera "Perfetti sconosciuti"

Roma, 22 apr. (askanews) – Dopo un percorso trionfale al botteghino “FolleMente” continua a conquistare pubblico e batte anche “Perfetti sconosciuti”. Paolo Genovese supera se stesso con la sorprendente commedia romantica che ha totalizzato 17.409.055 euro (Cinetel) e 2.387.306 spettatori confermandosi un vero e proprio evento cinematografico e il miglior successo di un film italiano al box office dal 2024 fino a oggi.

Il primo appuntamento di Piero e Lara – con Alfa, Giulietta, Scheggia, Trilly, il Professore, Eros, Romeo e Valium – si è trasformato in un appuntamento imperdibile per il pubblico, in un cult movie che continua a raccogliere consensi in Italia e che ha suscitato l’interesse dei mercati esteri, testimoniato dalle numerose richieste di remake già pervenute. Non solo fenomeno commerciale, ma anche potente strumento di condivisione emotiva grazie a una storia entusiasmante e universale che ha divertito e affascinato gli spettatori e al talento di un cast irresistibile: Edoardo Leo, Pilar Fogliati, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria.

FolleMente rappresenta inoltre il più grande successo di sempre per Lotus Production, una società Leone Film Group, per 01 Distribution e per Rai Cinema che hanno così commentato.

“I risultati straordinari di FolleMente – hanno dichiarato la Presidente e Ceo di Lotus Production Raffaella Leone e il Ceo Andrea Leone – hanno superato ogni aspettativa andando oltre perfino a quelli di Perfetti Sconosciuti. Un traguardo che ci riempie d’orgoglio e che è il frutto dell’eccezionale talento di Paolo Genovese, della forza di un cast incredibile, della bellissima scrittura degli sceneggiatori e del lavoro impeccabile della distribuzione di 01. Un grazie di cuore va anche al pubblico che ha accolto questo film con entusiasmo e calore rendendo tutto questo possibile”.

“Oltre a superare l’incasso di Perfetti Sconosciuti – ha sottolineato Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema – la commedia di Paolo Genovese segna un altro primato, consentendoci, proprio quest’anno, al compimento del 25esimo anno di attività di Rai Cinema, di tagliare un traguardo straordinario. Con FolleMente raggiungiamo il record di incasso mai conseguito prima da 01 Distribution, stabilendo un risultato unico nella nostra storia. Per noi è un motivo di grande orgoglio, che ci offre l’occasione di riguardare al nostro percorso come un lungo viaggio che ha attraversato il cinema nei suoi diversi mondi e che ci ha consentito di scrivere delle belle pagine insieme al pubblico, ai registi, agli autori e ai produttori. A tutti va il nostro ringraziamento. Ma oggi in particolare ringraziamo Leone Film Group, partner di grandi avventure produttive, Paolo Genovese e l’intera squadra di Rai Cinema e 01 Distribution che ci hanno permesso di arrivare fin qui. E grazie al pubblico che continua a rispondere e a premiare il cinema al cinema”.

Luigi Lonigro Direttore 01 Distribution ha così espresso la sua soddisfazione: “Primo film italiano per incassi dal 2024 ad oggi, primo film assoluto per incassi nella storia di 01 Distribution, primo film per incassi nella storia di Rai Cinema, primo film per incassi nella storia di Lotus/Leone Film Group. Questi e tanti altri sono stati i record battuti da FolleMente. Evviva Paolo, Pilar, Edoardo, Emanuela, Claudio, Claudia, Marco, Vittoria, Rocco, Maria Chiara, Maurizio, e Raffaella, Andrea e Paolo!”.

Da un soggetto originale di Paolo Genovese, regista e autore della sceneggiatura insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi, FolleMente è prodotto da Raffaella Leone e Andrea Leone, una produzione Lotus Production, una società Leone Film Group, con Rai Cinema e in collaborazione con Disney+ in associazione con Vice Pictures. L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

I funerali di Papa Francesco, ecco i leader che hanno confermato la presenza

Roma, 22 apr. (askanews) – Già prima della fissazione della data delle esequie solenni per Papa Francesco erano arrivate le prime conferme di presenza di leader stranieri, a partire dal presidente degli Stati uniti Donald Trump. Ecco di seguito la lista di quelli per i quali c’è al momento una conferma della presenza, quelli che dovrebbero esserci (ma non c’è ancora conferma ufficiale) e quelli che hanno confermato l’assenza.

PRESENTI

– Donald Trump (presidente Usa) – Javier Milei (presidente dell’Argentina) – Emmanuel Macron (presidente Francia) – Franck-Walter Steinmeier e Olaf Scholz (presidente e concelliere in carica della Germania) – Volodymyr Zelensky (presidente Ucraina) – Antonio Costa (presidente Consiglio europeo) – Ursula von der Leyen (presidente Commissione europea) – Luis Inacio Lula da Silva (presidente Brasile) – Taiwan (delegazione di alto livello, da definire) – Il principe William dovrebbe guidare la delegazione del Regno Unito la cui formazione non è stata ancora confermata

ASSENZA CONFERMATA

– Vladimir Putin (presidente Russia)

Continuano i raid israeliani a Gaza, tra le vittime donne e bambini. Da Qatar ed Egitto nuova proposta tregua

Roma, 22 apr. (askanews) – Nuova serie di raid israeliani a Gaza: almeno 24 i morti. Tra le vittime secondo i media arabi anche donne e bambini. I media arabi hanno riportato oggi che le Forze di difesa israeliane stanno conducendo attacchi nella Striscia di Gaza meridionale e centrale. Intanto Qatar ed Egitto hanno presentato nuova proposta di cessate il fuoco. I rappresentanti del Qatar e dell’Egitto, mediatori nei negoziati tra Israele e il gruppo militante Hamas, hanno proposto un nuovo accordo di cessate il fuoco, ha riferito la BBC, citando un alto funzionario palestinese. Secondo la fonte, la proposta prevede un cessate il fuoco per un arco di tempo tra cinque e sette anni, la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, la fine ufficiale della guerra e il completo ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza.

Il funzionario palestinese, informato sull’andamento dei negoziati, ha dichiarato che Hamas sarebbe disposto a cedere la gestione della Striscia di Gaza a qualsiasi organizzazione palestinese concordata a livello nazionale e regionale. Potrebbe trattarsi dell’Autorità Palestinese, che controlla la Cisgiordania, oppure di una nuova struttura amministrativa da creare. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è in passato opposto al ritorno dell’Autorità Palestinese nella gestione della Striscia, sotto il controllo di Hamas dal 2007.

Secondo la fonte, è ancora presto per valutare le possibilità di successo del piano proposto, ma Qatar ed Egitto avrebbero compiuto “sforzi di mediazione significativi” e Hamas avrebbe mostrato “una flessibilità senza precedenti”.

Sempre BBC riporta che una delegazione di Hamas è attesa al Cairo per consultazioni. Al momento, Israele non ha commentato la proposta presentata dai mediatori.

Papa, Musumeci: cerimonie 25 aprile consentite con sobriet

Roma, 22 apr. (askanews) – “Tutte le cerimonie” per il 25 aprile “sono consentite, naturalmente tenuto conto del contesto e quindi con la sobriet che la circostanza impone”. Lo ha detto il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, al termine del Consiglio dei ministri. I cinque giorni di lutto nazionale proclamati dal governo iniziano oggi e termineranno sabato. Lo ha spiegato il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, lasciando Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri.

La proclamazione di cinque giorni di lutto nazionale “sono scelte del presidente del Consiglio che tutti abbiamo condiviso”.

Musumeci: per la gestione esequie del Papa ci sar un commissario

Roma, 22 apr. (askanews) – Per la gestione delle esequie di papa Francesco e della cerimonia per l’inizio del ministero del nuovo pontefice “confermo che sar nominato un commissario, come avvenuto nel passato”. Lo ha detto il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, al termine della seduta lampo del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi durata circa 15 minuti. Il ministro ha annunciato che un primo provvedimento stato approvato per 5 milioni di euro. Il commissario – secondo quanto si apprende – dovrebbe essere il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano.

Papa, Mattarella celebra 25/4 come previsto: in agenda incontro a Genova

Roma, 22 apr. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrerà come previsto la festa della Liberazione. Il Consiglio dei ministri ha proclamato il lutto nazionale di cinque giorni, da oggi a sabato, per la scomparsa di Papa Francesco ma l’agenda del Capo dello Stato, tra i primi stamani a rendere omaggio, insieme alla figlia Laura, alla salma del Pontefice a Santa Marta, rispetterà gli impegni presi.

Per il 25 aprile, in particolare, è previsto, alle 9.30, il consueto omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona per l’80esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Poi Mattarella si sposterà a Genova dove, alle 16, al Teatro Ivo Chiesa parteciperà a un incontro sulla Liberazione.

Mattarella a Santa Marta ha reso omaggio alla salma di Papa Francesco

Roma, 22 apr. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, si è recato a Santa Marta dove ha reso omaggio alla salma di papa Francesco.

Ieri, in un messaggio profondamente commosso, il presidente aveva sottolineato il suo dolore personale per la scomparsa del Pontefice: “Accanto al dolore per la morte di Papa Francesco, avverto un senso di vuoto, il senso della privazione di un punto di riferimento cui guardavo. Ha conquistato il mondo, sin dal primo momento, già con la scelta del nome”. E ricordando il giorno di Pasqua, il giorno prima di morire, “con la benedizione al mondo e il giro in piazza tra i fedeli con il suo ultimo richiamo al principio di umanità come criterio di condotta per ciascuno”, Mattarella nel suo videomessaggio ha sottolineato la necessità di un nuovo impegno e assunzione di responsabilità: “Oggi appare come un saluto alla Chiesa e alle donne e agli uomini di tutto il mondo. La risposta a questo saluto da parte di tutti al mondo non deve limitarsi al ricordo e alla riconoscenza ma deve tradursi responsabilità nel far proprio nei comportamenti quotidiani le indicazioni dei suoi insegnamenti”.

Proclamati cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco

Roma, 22 apr. (askanews) – Il Consiglio dei ministri ha deciso di proclamare cinque giorni di lutto nazionale per la morte di papa Francesco. E’ quanto si apprende da fonti di governo. La decisione in una seduta lampo dei ministri a Palazzo Chigi: la riunione è durata circa 15 minuti. I cinque giorni di lutto nazionale proclamati dal governo iniziano oggi e termineranno sabato. Lo ha spiegato il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, lasciando Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri. Il ministro ha spiegato che la proclamazione di cinque giorni di lutto nazionale  è frutto di “scelte del presidente del Consiglio che tutti abbiamo condiviso”, aggiungendo che “tutte le cerimonie” per il 25 aprile “sono consentite, naturalmente tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone”. Invece, a causa del lutto nazionale “le partite di sabato” del campionato di calcio “sono sospese”.

Rava e molti altri big per il Torino Jazz Festival "Libera la musica"

Roma, 22 apr. (askanews) – Tredicesima edizione del Torino Jazz Festival, nel segno di ‘Libera la Musica’, sotto la direzione artistica di Stefano Zenni, in programma dal 23 al 30 aprile 2025. Otto giorni di programmazione, durante i quali sono previsti 71 concerti, con appuntamenti in 58 luoghi sparsi in tutta la città.

Il festival celebra anche quest’anno il 25 aprile, nell’anno in cui si festeggiano gli 80 anni dalla Liberazione, con alcuni appuntamenti da non perdere, a partire da ‘Il ballo della Liberazione’ proprio il 25 aprile. Fra gli omaggi – oltre alla consueta attenzione alla ‘Giornata Internazionale del Jazz’ UNESCO del 30 aprile – verrà celebrato quest’anno un torinese speciale: Enrico Rava, insignito della targa Torri Palatine della Città di Torino con la motivazione: “A Enrico Rava che ha portato la Torino del jazz nel mondo”. Tra gli eventi clou, il TJF celebra la forza liberatrice della Storia con il grande evento “Il Big Bang del Jazz” di Jason Moran, una produzione originale del TJF in esclusiva europea.

Al TJF XIII suoneranno 289 artisti nazionali e internazionali, dai musicisti emergenti alle grandi figure della scena mondiale. Centrale, come sempre, la qualità del cartellone, al fianco di ben otto produzioni originali TJF.

‘Libera la musica’ è il tema portante di quest’anno, esplorando fra le tante forme della danza (Il Ballo della Liberazione, Flamenco Criollo, Don Karate, la marching band), i grandi pianisti (Moran, Iyer, Pieranunzi, Freitas, Oswald, Rebaudengo, Ortiz), l’elettronica, il jazz classico e swingante (Rava, Di Castri, Benjamin, Moran), il rock (Calibro 35) o i suoni del mondo (Bang, Kouate, Remigi, Flamenco Criollo), il jazz e la classica (Pieranunzi, Pia, Koro, Rebaudengo) e tanto altro.

Ad aprire il TJF 2025, mercoledì 23 aprile alle 18 al Teatro Juvarra, una produzione originale del festival vedrà protagonisti il poeta Domenico Brancale e il batterista Roberto Dani in “Chi sono queste cose”. Il concerto, in collaborazione con Salone OFF Salone Internazionale del libro Torino, propone un viaggio attraverso la parola e il suono.

Si prosegue alle 21 al Teatro Colosseo con l’atteso omaggio a Enrico Rava in compagnia del suo quintetto “Fearless Five”, che di recente ha trionfato nel referendum della rivista Musica Jazz in due categorie: come miglior album, con Fearless Five, e come formazione dell’anno. Nel corso della serata il Maestro verrà insignito della targa Torri Palatine della Città di Torino.

Giovedì 24 aprile appuntamento doppio. Si parte alle 21 al Teatro Colosseo con i Calibro 35 nel progetto “Jazzploitation”, da una ricerca sulle colonne sonore italiane della golden age. Jazzploitation riscopre il repertorio di artisti ed etichette una volta bistrattati, ma divenuti ora di culto. Il progetto nasce in collaborazione con Jazz is Dead!

Alle 23 protagonista Don Karate al Bunker in un live caleidoscopico: il jazz si mescola con atmosfere pop, echi africani, groove spezzati, derive blues, colonne sonore alla Carpenter, spingendosi fino al clubbing di Detroit o all’hip hop anni ’90, senza dimenticare le commistioni con l’elettronica e la video art.

Venerdì 25 aprile, in occasione del Jazz della Liberazione TJF alle ore 11, un’altra produzione originale del festival al Teatro Vittoria, con la musicista sarda Zoe Pia al timone di un collettivo di giovani percussionisti provenienti dal mondo della classica: Eic Eden inverted Collective di Zoe Pia “Atlantidei”. Tra i vincitori del bando SIAE “Per chi crea 2024” nella sezione “Nuove opere” per il settore Musica, il progetto sarà presentato in anteprima al Torino Jazz Festival 2025.

Le celebrazioni dell’80esimo anniversario della Liberazione proseguono al MAUTO, alle ore 18 e alle 21, con una produzione originale TJF, in collaborazione con Balla Torino Social Dance. Due orchestre in pista per una sfida tra big band come nella Harlem degli anni ’30: Gianpaolo Petrini Big Band vs JcT Big Band di Valerio Signetto, guida la serata Mirko Volonnino. Il jazz divenne la colonna sonora della liberazione e il ballo del lindy hop l’espressione fisica di quella gioia. Ottant’anni dopo celebriamo la Liberazione con due delle migliori big band torinesi.

In esclusiva per TJF, alle ore 17 al Conservatorio Giuseppe Verdi, Vijay Iyer con “Piano Solo”. Il compositore e pianista newyorkese è una delle maggiori novità artistiche prodotte dal jazz degli anni 2000. Dopo premi e onorificenze, si sta imponendo in tutto il mondo per la sua forza innovativa. Alle 22, all’Hiroshima Mon Amour Jan Bang una produzione originale TJF guidata da uno dei producer e creatore di suoni più amati nel mondo dell’elettronica: Jang Bang Sextet “Alighting”. L’evento, in collaborazione con Jazz is Dead! è inserito nelle azioni del percorso di candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033. Sabato 26 aprile alle ore 11 una nuova esclusiva del TJF al Teatro Juvarra con la pianista franco-filippina Margaux Oswald. Un’altra figura emergente del pianoforte internazionale, sulla linea delle proposte del festival alla scoperta di nuovi talenti.

Alle 18 alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani, uno dei più gloriosi gruppi storici del jazz italiano con il trascinante progetto “Nexus Plays Dolphy”, nato dal desiderio di riportare al centro della scena un musicista straordinario, il cui lascito è stato fondamentale per l’evoluzione del jazz.

Alle 21 chiudono la serata al Conservatorio di Torino, Enrico Pieranunzi Trio & Orchestra Filarmonica Italiana con “Blues and Bach”, da un’idea del direttore e arrangiatore Michele Corcella. Un omaggio al grande pianista e compositore statunitense John Lewis che, innamorato della musica di Bach, intendeva fondere il linguaggio del compositore tedesco con il blues e l’improvvisazione jazzistica, aggiungendo al jazz suono da world music, swing e colori puri degli strumenti.

Domenica 27 aprile alle ore 11 al Teatro Vittoria, l’ensemble italo-coreano Korale, guidato dalla poliedrica batterista Francesca Remigi, vincitrice di Nuova Generazione Jazz 2021 e Top Jazz 2022. Nei complessi rapporti tra jazz e musica dell’Estremo Oriente, Korale spicca come un prodotto nuovo, non assimilabile né nel paradigma americano né nel facile esotismo.

Alle 18, al Conservatorio Giuseppe Verdi, l’astro nascente del jazz brasiliano Amaro Freitas crea una musica che è esplorazione della tradizione del suo paese nel progetto “Y’Y”, proposta originale che fonde i ritmi nordestini e la frenesia del frevo con le suggestioni dell’Amazzonia. Al Teatro Monterosa alle ore 21, una produzione originale TJF con Furio di Castri 8 in “Blowin’ in the wind”. Per il suo settantesimo compleanno, l’artista offre al pubblico una riflessione sulla guerra e la pace, accompagnato da un gruppo di strumentisti d’eccezione legati alla sua lunga carriera.

Lunedì 28 aprile alle ore 18 al Teatro Juvarra, un’altra produzione originale TJF con la formazione “Koro Almost Brass Quintet” in “Lonely House. La musica di Kurt Weill”. Questa singolare formazione rivisita l’idea del quintetto di musica classica “quasi” tutto di ottoni, come recita il nome del gruppo, con la presenza, a scompaginare le carte, del sassofono dell’arrangiatore del progetto Cristiano Arcelli. Al Teatro Colosseo, alle ore 21, la consegna della borsa di studio Memorial Sergio Ramella, voluta da AICS Torino APS, a uno studente del Dipartimento Jazz del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino prima del concerto di Lakecia Benjamin. La sassofonista e compositrice è una delle figure più interessanti emerse dal panorama americano degli ultimi anni con “Phoenix Reimagined”, travolgente sintesi di r&b, hip hop, jazz e funk che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo.

Martedì 29 aprile alle 18 al Teatro Vittoria una produzione originale TJF vede protagonista Andrea Rebaudengo in “Improvisers/Composers”, un programma di brani “classici” per pianoforte composti da jazzisti, tra cui – in prima assoluta – la serie dei preludi di Hurricane. Alle ore 21, al Teatro Colosseo, una esclusiva TJF con “Flamenco Criollo”, l’incontro tra flamenco e ritmi afrocubani. Il pianista cubano Aruán Ortiz guida una spettacolare performance, in cui dialogano sul palco le due sponde dell’Atlantico: musicisti e danzatori andalusi e i loro corrispettivi afrocubani. Mercoledì 30 aprile al Teatro Juvarra alle ore 18 un’altra esclusiva TFF con Dudù Kouate 4tet. Il gruppo di Dudù Kouate, percussionista senegalese/italiano, proietta le tradizioni africane in una dimensione globale. Grande chiusura per il TJF XIII, domenica 30 aprile, nella Giornata Internazionale Unesco del Jazz, con una produzione originale del TJF in esclusiva europea: Jason Moran Bandwagon & TJF All Stars con “Il Big Bang del Jazz. L’eroica storia di James Reese Europe”. Nel dicembre 1917 il direttore di banda afroamericano James Reese Europe, già celebre per aver divulgato il fox trot, salpava per l’Europa insieme al 369esimo reggimento, spedito sul fronte francese per combattere e per suonare. Nel 1919 Europe e gli eroi ribattezzati “Harlem Hellfighters” registrarono dischi che oggi ci rivelano il cuore pulsante di quella nuova musica. A poco più di cento anni di distanza, Jason Moran – uno dei pianisti piu’ celebrati della scena contemporanea, con lo storico trio Bandwagon – torna al repertorio di Europe e, nel racconto suggestivo per immagini e filmati storici, aggiorna blues, ragtime, New Orleans su ritmi contemporanei, in un’esplosione trascinante di colori di sax, clarinetti e ottoni. È la fantasmagorica All Stars del jazz italiano, riunita appositamente per questa occasione speciale, che su disco ha gia’ fatto gridare al capolavoro. Uno dei progetti piu’ importanti del decennio, in esclusiva europea al TJF.

Fra le novità di quest’anno Jazz Cinema, il filone del festival dedicato alle “pellicole musicali”, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. La rassegna cinematografica a firma Torino Jazz Festival prevede 7 proiezioni al Cinema Massimo, tra cui il film “Just Play and never stop.

Saranno 4 gli appuntamenti “special” ospitati in luoghi non convenzionali della città, a partire dalla JST Jazz Parade nel solco della tradizionale e sempre divertente marching band itinerante dal Mercato di Porta Palazzo a Piazza San Carlo, passando dal Museo Nazionale del Risorgimento con lo Swing della Liberazione alla GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Torino in compagnia del Picture Jazz Duo, fino all’Impianto Iren di accumulo del calore e solare termico Mirafiori Nord, dove si esibirà il Mama Trio + Mati, con la partecipazione straordinaria di Emanuele Cisi.

Il festival è un progetto della Città di Torino, realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Fondazione CRT, il contributo di Confartigianato Imprese Torino e in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e GTT – Gruppo Torinese Trasporti. Charity Partner Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Il TJF 2025, inoltre, partecipa attivamente alla candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033 – #versoTorino2033, contribuendo a rafforzare il profilo culturale della città attraverso la valorizzazione della scena jazz locale, nazionale e internazionale con Jang Bang Sextet “Alighting”, l’evento in programma venerdì 25 aprile alle ore 22 all’Hiroshima Mon Amour. Una produzione originale TJF, nata in collaborazione con Jazz is Dead!

Le ultime parole di Papa Francesco: grazie per avermi riportato in piazza

Città del Vaticano, 22 apr. (askanews) – “Grazie per avermi riportato in piazza”: sono le ultime parole che Papa Francesco ha rivolto al suo assistente personale e infermiere Massimiliano Strappetti. E’ quanto riferisce Vatican News.

Le parole sarebbero state pronunciate domenica dopo il giro in Papamobile fatto dal Pontefice al termine della Benedizione Urbi et Orbi di Pasqua. Il Papa, sempre secondo quanto riportato dai media vaticani, avrebbe prima chiesto a Strappetti: “Credi che possa farlo?”. Dopo il rientro il Papa ha trascorso un pomeriggio tranquillo, la sera la cena. Poi ieri mattina, all’alba il malessere, il coma, il decesso, il giorno dopo aver salutato il mondo dopo tanto tempo.

Il Papa non ha sofferto, è avvenuto tutto rapidamente. Intorno alle 5.30 del mattino le prime avvisaglie del malore, con il pronto intervento di chi vegliava su di lui. Più di un’ora dopo, fatto un gesto di saluto con la mano a Strappetti, sdraiato sul letto del suo appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta, il Pontefice è entrato in coma. E’ il racconto di Vatican News sulle ultime ore di Francesco, prima della morte.

Una morte discreta, quasi improvvisa – proseguono i media vaticani – senza lunghe attese e troppi clamori per un Papa che sulle sue condizioni di salute ha avuto sempre grande riserbo. Una morte avvenuta il giorno dopo la Pasqua, il giorno dopo aver benedetto la città e il mondo, il giorno dopo aver di nuovo, dopo tanto tempo, abbracciato il popolo.

Ucraina, il Cremlino conferma la disponibilità a colloqui diretti con Kiev

Roma, 22 apr. (askanews) – Il Cremlino ha ribadito la disponibilità a negoziare con l’Ucraina, sottolineando la necessità di discutere l’idea di un cessate il fuoco sugli obiettivi civili. Lunedì, Putin aveva affermato che la proposta di un “moratoria” sugli attacchi alle infrastrutture civili dovrebbe essere discussa in forma bilaterale con Kiev.

“Il presidente Putin ha più volte dichiarato la propria disponibilità a risolvere le questioni attraverso il dialogo. Questa è un’ulteriore conferma di tale disponibilità,” ha dichiarato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Peskov rispondendo a una domanda dei giornalisti su con chi, in Ucraina, potrebbe essere possibile avviare un simile dialogo, vista l’attuale posizione del governo di Kiev che proibisce ufficialmente qualsiasi trattativa con Mosca.

Le forze russe, intanto, hanno condotto un massiccio attacco con droni kamikaze sulla città ucraina di Odessa nella notte tra lunedì e martedì, causando almeno tre feriti e danni estesi a edifici residenziali e infrastrutture civili. Lo hanno riferito martedì mattina le autorità locali.

Anche la Cina esprime il suo cordoglio per la morte di Papa Francesco

Roma, 22 apr. (askanews) – Un grande Papa e il primo Pontefice gesuita, quindi con uno sguardo particolarmente acuto anche verso l’Asia dove l’ordine fondato da Ignazio da Loyola ha avuto uno storico radicamento. Tutto ciò, però, non è bastato a Bergoglio per riuscire a produrre una svolta nei rapporti tra la Santa Sede e Pechino.

“La Cina esprime il suo cordoglio per la morte di Papa Francesco. Negli ultimi anni, Cina e Santa Sede hanno mantenuto contatti costruttivi e avviato scambi proficui”, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun nella quotidiana conferenza stampa a Pechino. “La Cina – ha aggiunto – è disposta a collaborare con la Santa Sede per promuovere il continuo miglioramento delle relazioni sino-vaticane”.

Quando morì Benedetto XVI il 31 dicembre 2022, Pechino espresse il proprio cordoglio solo sei giorni dopo, il 6 gennaio successivo, tramite una nota del ministero degli Esteri.

La copertura mediatica, dopo la notizia del decesso di Bergoglio, nella Repubblica popolare, è stata in realtà piuttosto scarna: articoli nella versione in inglese dell’agenzia di stampa Xinhua, nella testata (sempre in inglese) ufficiale Global Times, un articolo sul portale in cinese The Paper. La notizia secca, non particolari commenti.

Francesco ci ha provato a intrattenere rapporti con la Cina, cercando una riconciliazione. Ha tentato di raccogliere l’eredità di Francesco Saverio, Matteo Ricci, Alessandro Valignano, i grandi gesuiti che nel XVI secolo tentarono di esportare nell’Asia orientale il messaggio cristiano.

Gli ostacoli si sono tuttavia dimostrati difficili da sormontare. La Santa Sede mantiene relazioni diplomatiche con Taiwan, non con la Cina continentale. Dopo che nel 1951 il Vaticano riconobbe il governo di Taiwan, Pechino – che sostiene il principio dell'”Unica Cina” e non riconosce Taiwan come Stato indipendente – ruppe le relazioni ufficiali e non ha mai più instaurato un canale diplomatico formale con la Chiesa cattolica.

La Repubblica popolare cinese, sebbene dichiari di garantire la libertà di culto, è uno stato fondamentalmente ateo e vieta ai membri del Partito comunista di professare qualsiasi religione. Ciononostante, in Cina si stima vi siano circa 12 milioni di cattolici. Non un gran numero, in un paese di 1,4 miliardi di abitanti, ma comunque una presenza rilevabile.

Un nodo particolarmente spinoso è il diritto di nominare i vescovi: Pechino, rifiutando di riconoscere l’autorità pontificia in materia, nomina vescovi autonomamente, provocando da decenni un conflitto con il Vaticano. Conflitti sono nati anche sulle politiche di repressione sistematica delle minoranze e delle religioni in regioni come lo Xinjiang e il Tibet.

In questo contesto, l’elezione di Francesco nel marzo 2013 fece nascere speranze di disgelo. Nel marzo 2014 il Papa rese noto di aver scambiato lettere con il presidente cinese Xi Jinping, citando quel momento come la prima menzione pubblica della questione cinese.

Nell’agosto dello stesso anno, durante la sua visita in Corea del Sud, Papa Francesco sorvolò per la prima volta lo spazio aereo cinese. Nel 1989 Giovanni Paolo II, in visita a Seoul, aveva dovuto aggirare la Cina passando per l’Unione sovietica perché Pechino aveva negato il sorvolo. Passando sopra la Cina, Francesco inviò, seguendo il protocollo, il suo saluto “al presidente Xi Jinping e al popolo cinese”, pregando per “pace e felicità in Cina”. Il ministero degli Esteri cinese rispose affermando di essere “impegnato a migliorare le relazioni con il Vaticano”.

Il Papa ha più volte espresso il desiderio di recarsi in visita in Cina: sul volo di ritorno dalla Corea del Sud disse che ci sarebbe andato “anche domani”. Al ritorno da un viaggio nelle Filippine nel gennaio 2015 ribadì di “essere pronto a visitare la Cina in qualsiasi momento”. Più di recente, lo scorso settembre, dopo un tour in Asia e Oceania, definì la Cina “una grande nazione e una promessa e una speranza per la Chiesa cattolica”.

Gli sforzi di Francesco hanno portato, nel settembre 2018, a un accordo ad interim biennale tra Santa Sede e Cina sul tema delle nomine episcopali, poi prorogato nel 2020, nel 2022 e infine per altri quattro anni a ottobre dello scorso anno. Il testo non è mai stato reso pubblico, ma si sa che la Cina riconosce il Papa come capo della Chiesa universale, mentre la Santa Sede approva i vescovi nominati da Pechino.

Critici interni ed esterni alla Chiesa hanno accusato la Santa Sede di essersi piegata al Partito comunista, lamentando la rinuncia a posizioni di principio. Tra i critici anche il cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong. Un dialogo imperfetto, tuttavia, è sempre meglio di nessun dialogo: questa la linea espressa da Bergoglio.

Risolta in parte la controversia sulle nomine, è cresciuta l’attenzione sulla possibilità di stringere relazioni diplomatiche formali tra Cina e Vaticano, ma a oggi lo scambio di ambasciatori non si è concretizzato. Il viaggio in Cina, lungamente auspicato da Francesco, non è mai avvenuto. Mai c’è stato l’auspicato incontro con Xi Jinping di persona, nonostante ripetute occasioni, come la partecipazione di Xi e del Papa a eventi internazionali nel 2015 e nel 2022, e la visita di Stato di Xi in Italia nel 2019.

Il principale tema del contendere, per Pechino, è il riconoscimento vaticano di Taiwan.

Il presidente taiwanese Lai Ching-te, non a caso, è stato rapido a esprimere cordoglio via X e inviato un messaggio ufficiale al Vaticano. Inoltre, Taipei si è già attivata per inviare “inviati speciali di alto livello” alle esequie papali, e ha proclamato due giorni di lutto nazionale esponendo le bandiere a mezz’asta.

Nel 2013, alla cerimonia d’inaugurazione di Bergoglio partecipò l’allora presidente di Taiwan Ma Ying-jeou, suscitando proteste formali di Pechino che chiese al Vaticano di recidere i rapporti con Taiwan. Analoghe tensioni si erano registrate nel 2005 ai funerali di Giovanni Paolo II: Pechino protestò per la partecipazione dell’allora presidente taiwanese Chen Shui-bian non solo con la Santa Sede, ma anche con l’Italia per aver concesso i visti. Anche per la morte di Benedetto XVI, la delegazione taiwanese guidata dall’ex vicepresidente Annette Lu poté partecipare alle esequie, con dure reazioni di Pechino.

(Città del Vaticano, foto di archivio del 2014: udienza del mercoledì, Papa Francesco saluta i fedeli che sventolano la bandiera della Cina)

L’ultimo messaggio di Francesco: la sepoltura a Santa Maria Maggiore

Roma, 22 apr. (askanews) – Non a San Pietro, ma una sepoltura semplice a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali, anche in questo Francesco si mostrato un papa diverso, confermando la sua linea di papato vicino alla gente comune. La cappella Paolina, vicino alla quale, secondo il testamento, vuole essere sepolto, era affollata la sera del 21 aprile, giorno dell’annuncio della sua morte, a 88 anni. Qui si trova l’icona mariana pi cara ai romani, la “Salus Populi Romani”. Il cardinale Gianfranco Ravasi, arrivando alla prima Congregazione dei cardinali che decider tempi e modalit della sede vacante.

“Santa Maria Maggiore come ha detto lui nel suo testamento con una semplicit particolare. Questo forse l’ultimo messaggio che lui d. Soprattutto ricordando che lui vuole essere sepolto sotto l’ombra di una donna, in questo caso di Maria”.

La salma del papa argentino sar esposta per tre giorni per la venerazione e l’omaggio dei fedeli. I funerali si terranno gi sabato 26. Il Conclave, invece, dovrebbe iniziare tra il quindicesimo e il 20esimo giorno dopo la morte, e quindi tra il 5 e il 10 maggio. Il cardinale Oscar Cantoni: “Ringraziamo Dio che ce lo ha dato e cerchiamo di utilizzare i suoi insegnamenti soprattutto”, ha commentato ad askanews.

Oro ancora da record, l’oncia sfonda quota 3.500 dollari

Roma, 22 apr. (askanews) – Oro ancora da record. L’oncia ha brevemente superato la soglia dei 3.500 dollari questa mattina, mentre persiste un quadro di volatilità e tensione sui mercati dopo il nuovo attacco del presidente Usa Donald Trump al capo della Federal Reserve, Jerome Powell. A tarda mattina, l’oncia rintraccia in parte ma resta leggermente in rialzo a 3.457 dollari.

Mi frattempo già ieri il dollaro è tornato a indebolirsi, con l’euro risalito sopra 1,15 sul biglietto verde per la prima volta dal novembre del 2021.

Sabato i funerali di Papa Francesco in piazza San Pietro, poi la sepoltura a Santa Maria Maggiore

Città del Vaticano, 22 apr. (askanews) – Si terranno sabato 26 aprile 2025, alle ore 10.00, i funerali di Papa Francesco. Lo riferisce una nota della sala stampa della Santa Sede, sottolineando che si terranno nel “primo giorno dei Novendiali, sul sagrato della Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa Messa esequiale del Romano Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 82-109).

La Liturgia esequiale sarà presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Al termine dei funerali – spiega la sala stampa della Santa Sede – “avranno luogo l’Ultima commendatio e la Valedictio. Di seguito il feretro del Romano Pontefice sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione”.

Domani alle 9 la traslazione della salma di Papa Francesco nella Basilica di San Pietro

Città del Vaticano, 22 apr. (askanews) – “Mercoledì 23 aprile 2025 alle ore 9.00, la bara con il defunto Romano Pontefice Francesco sarà portata dalla Cappella della Domus Santa Marta alla Basilica Papale di San Pietro, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 41-65)”. E’ quanto riferisce un bollettino vaticano.

“Dopo il momento di preghiera, presieduto da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa – prosegue la nota – ha inizio la traslazione. La processione percorrerà la Piazza Santa Marta e la Piazza dei Protomartiri Romani; dall’Arco delle Campane uscirà in Piazza San Pietro ed entrerà nella Basilica Vaticana attraverso la porta centrale. Presso l’altare della Confessione il Cardinale Camerlengo presiederà la Liturgia della Parola, al termine della quale avranno inizio le visite alla salma del Romano Pontefice”.

Francesco e la Cina, un incontro mancato per il Papa gesuita

Roma, 22 apr. (askanews) – Un grande Papa e il primo Pontefice gesuita, quindi con uno sguardo particolarmente acuto anche verso l’Asia dove l’ordine fondato da Ignazio da Loyola ha avuto uno storico radicamento. Tutto ciò, però, non è bastato a Bergoglio per riuscire a produrre una svolta nei rapporti tra la Santa Sede e Pechino.

“La Cina esprime il suo cordoglio per la morte di Papa Francesco. Negli ultimi anni, Cina e Santa Sede hanno mantenuto contatti costruttivi e avviato scambi proficui”, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun nella quotidiana conferenza stampa a Pechino. “La Cina – ha aggiunto – è disposta a collaborare con la Santa Sede per promuovere il continuo miglioramento delle relazioni sino-vaticane”.

Quando morì Benedetto XVI il 31 dicembre 2022, Pechino espresse il proprio cordoglio solo sei giorni dopo, il 6 gennaio successivo, tramite una nota del ministero degli Esteri.

La copertura mediatica, dopo la notizia del decesso di Bergoglio, nella Repubblica popolare, è stata in realtà piuttosto scarna: articoli nella versione in inglese dell’agenzia di stampa Xinhua, nella testata (sempre in inglese) ufficiale Global Times, un articolo sul portale in cinese The Paper. La notizia secca, non particolari commenti.

Francesco ci ha provato a intrattenere rapporti con la Cina, cercando una riconciliazione. Ha tentato di raccogliere l’eredità di Francesco Saverio, Matteo Ricci, Alessandro Valignano, i grandi gesuiti che nel XVI secolo tentarono di esportare nell’Asia orientale il messaggio cristiano.

Gli ostacoli si sono tuttavia dimostrati difficili da sormontare. La Santa Sede mantiene relazioni diplomatiche con Taiwan, non con la Cina continentale. Dopo che nel 1951 il Vaticano riconobbe il governo di Taiwan, Pechino – che sostiene il principio dell'”Unica Cina” e non riconosce Taiwan come Stato indipendente – ruppe le relazioni ufficiali e non ha mai più instaurato un canale diplomatico formale con la Chiesa cattolica.

La Repubblica popolare cinese, sebbene dichiari di garantire la libertà di culto, è uno stato fondamentalmente ateo e vieta ai membri del Partito comunista di professare qualsiasi religione. Ciononostante, in Cina si stima vi siano circa 12 milioni di cattolici. Non un gran numero, in un paese di 1,4 miliardi di abitanti, ma comunque una presenza rilevabile.

Un nodo particolarmente spinoso è il diritto di nominare i vescovi: Pechino, rifiutando di riconoscere l’autorità pontificia in materia, nomina vescovi autonomamente, provocando da decenni un conflitto con il Vaticano. Conflitti sono nati anche sulle politiche di repressione sistematica delle minoranze e delle religioni in regioni come lo Xinjiang e il Tibet.

In questo contesto, l’elezione di Francesco nel marzo 2013 fece nascere speranze di disgelo. Nel marzo 2014 il Papa rese noto di aver scambiato lettere con il presidente cinese Xi Jinping, citando quel momento come la prima menzione pubblica della questione cinese.

Nell’agosto dello stesso anno, durante la sua visita in Corea del Sud, Papa Francesco sorvolò per la prima volta lo spazio aereo cinese. Nel 1989 Giovanni Paolo II, in visita a Seoul, aveva dovuto aggirare la Cina passando per l’Unione sovietica perché Pechino aveva negato il sorvolo. Passando sopra la Cina, Francesco inviò, seguendo il protocollo, il suo saluto “al presidente Xi Jinping e al popolo cinese”, pregando per “pace e felicità in Cina”. Il ministero degli Esteri cinese rispose affermando di essere “impegnato a migliorare le relazioni con il Vaticano”.

Il Papa ha più volte espresso il desiderio di recarsi in visita in Cina: sul volo di ritorno dalla Corea del Sud disse che ci sarebbe andato “anche domani”. Al ritorno da un viaggio nelle Filippine nel gennaio 2015 ribadì di “essere pronto a visitare la Cina in qualsiasi momento”. Più di recente, lo scorso settembre, dopo un tour in Asia e Oceania, definì la Cina “una grande nazione e una promessa e una speranza per la Chiesa cattolica”.

Gli sforzi di Francesco hanno portato, nel settembre 2018, a un accordo ad interim biennale tra Santa Sede e Cina sul tema delle nomine episcopali, poi prorogato nel 2020, nel 2022 e infine per altri quattro anni a ottobre dello scorso anno. Il testo non è mai stato reso pubblico, ma si sa che la Cina riconosce il Papa come capo della Chiesa universale, mentre la Santa Sede approva i vescovi nominati da Pechino.

Critici interni ed esterni alla Chiesa hanno accusato la Santa Sede di essersi piegata al Partito comunista, lamentando la rinuncia a posizioni di principio. Tra i critici anche il cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong. Un dialogo imperfetto, tuttavia, è sempre meglio di nessun dialogo: questa la linea espressa da Bergoglio.

Risolta in parte la controversia sulle nomine, è cresciuta l’attenzione sulla possibilità di stringere relazioni diplomatiche formali tra Cina e Vaticano, ma a oggi lo scambio di ambasciatori non si è concretizzato. Il viaggio in Cina, lungamente auspicato da Francesco, non è mai avvenuto. Mai c’è stato l’auspicato incontro con Xi Jinping di persona, nonostante ripetute occasioni, come la partecipazione di Xi e del Papa a eventi internazionali nel 2015 e nel 2022, e la visita di Stato di Xi in Italia nel 2019.

Il principale tema del contendere, per Pechino, è il riconoscimento vaticano di Taiwan.

Il presidente taiwanese Lai Ching-te, non a caso, è stato rapido a esprimere cordoglio via X e inviato un messaggio ufficiale al Vaticano, Inoltre, Taipei si è già attivata per inviare “inviati speciali di alto livello” alle esequie papali, e ha proclamato due giorni di lutto nazionale esponendo le bandiere a mezz’asta.

Nel 2013, alla cerimonia d’inaugurazione di Bergoglio partecipò l’allora presidente di Taiwan Ma Ying-jeou, suscitando proteste formali di Pechino che chiese al Vaticano di recidere i rapporti con Taiwan. Analoghe tensioni si erano registrate nel 2005 ai funerali di Giovanni Paolo II: Pechino protestò per la partecipazione dell’allora presidente taiwanese Chen Shui-bian non solo con la Santa Sede, ma anche con l’Italia per aver concesso i visti. Anche per la morte di Benedetto XVI, la delegazione taiwanese guidata dall’ex vicepresidente Annette Lu poté partecipare alle esequie, con dure reazioni di Pechino.

Papa, Card. Ravasi: prossime Congregazioni scelte Conclave, non oggi

Roma, 22 apr. (askanews) – “Saranno le successive congregazioni, quando arriveranno i cardinali da tutto il mondo, a dare indicazioni, come avvenuto nel 2013, in cui saranno date le scelte per il futuro Conclave. Quella di oggi invece una Congregazione pi organizzativa”: lo ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, entrando in Vaticano per la prima Congregazione dei cardinali.

“Con Papa Francesco abbiamo collaborato in tutti questi 12 anni dal punto di vista della cultura – ha risposto Ravasi a chi gli chiedeva un ricordo di Francesco – e contrariamente a quanto qualcuno dice, posso dire che lui aveva una sensibilit istintiva per la cultura contemporanea, era molto attento al problema delle culture femminili e delle culture giovanili, della scienza, per esempio dell’Intelligenza artificiale e della comunicazione, la cultura digitale e soprattutto stato uno che ha innovato molto il linguaggio della Chiesa stessa”.

Papa, Card. Filoni: “Ora chiamati all’organizzazione poi si vedr”

Roma, 22 apr. (askanews) – “La cosa ora pi importante la preghiera, accompagniamo il Papa con la preghiera. Ora siamo chiamati a discutere dell’organizzazione poi si vedr: lo ha detto il cardinale Fernando Filoni, entrando in Vaticano per la prima Congregazione dei cardinali.

Exposed, il paesaggio delle Langhe contemporanee da CAMERA

Torino, 22 apr. (askanews) – Il paesaggio delle Langhe del Barolo raccontato visivamente e attraverso l’occhio del tempo o, meglio della storia della fotografia. In occasione del festival Exposed di Torino, CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, propone un progetto affascinante: “Cultus Langarum” di Olga Cafiero, con la curatela di Giangavino Pazzola.

” un’osservazione di paesaggio – ha spiegato il curatore ad askanews – che dimostra l’interazione tra uomo, attivit produttive, uso del territorio e le diverse idee di sostenibilit ambientale che possono o applicarsi o comunque maturare nel corso del tempo. A partire, diciamo cos, dalla ricerca sul primo trattato dell’enologia contemporanea scritto da Staglieno all’incirca nel 1840 e quindi facendo un parallelismo con l’evoluzione della fotografia, Olga Cafiero adotta cinque tecniche di stampa differenti per raccontare il paesaggio delle langhe contemporaneo”.

Un paesaggio che si intreccia con la storia del vino, con le metodologie produttive, con il modo in cui si sono catturate le immagini, ma anche con l’avvento dell’agronomia moderna e della necessit di difendere e tutelare il territorio. Una storia che guarda in modo diverso a qualcosa di molto noto e ci restituisce una possibilit di pensiero culturale stratificato. Dal quale emergono anche le caratteristiche di Olga Cafiero come fotografa. ” molto analitica nel processo di analisi del territorio – ha aggiunto Pazzola – ma poi applica un savoir-faire e un’artigianalit al processo di elaborazione formale delle opere che la porta ad astrarre in maniera poetica ogni tipologia di rappresentazione”.

E proprio questo elemento astratto quello che, simbolicamente, pu renderci pi vicino il sentimento di un territorio.

Papa, Meloni: lunedì l’ultimo incontro, mi ha detto "ci rida su"

Roma, 22 apr. (askanews) – “L’ultimo incontro lunedì scorso. L’ho visto molto affaticato, per questo non mi sono trattenuta a lungo con lui. Nonostante le condizioni di salute precarie, non aveva perso il consueto senso dell’umorismo. ‘Come sta?’, gli avevo chiesto tentando di mascherare la preoccupazione. E lui aveva risposto prontamente: ‘Bé, sono ancora vivo’, ed era scoppiato a ridere, e io con lui. Quella risata contagiosa, che era la sua cifra e che cercava di trasmettere a tutti. Tutti coloro che aveva intorno, tutti coloro che avevano la fortuna di condividere dei momenti preziosi con lui”. E’ quanto racconta al ‘Messaggero’ la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando papa Francesco.

“Quando lo avevo visto lunedì – aggiunge – era provato ma c’era, integro nel suo ruolo. Sdrammatizzando sulle sue condizioni di salute, con quel ‘sono ancora vivo’, si era poi raccomandato con me: ‘Non perda il senso dell’umorismo, mai. Mi raccomando, ci rida sempre un po’ su, un consiglio che amava ripetermi spesso. Ci davamo del lei, nonostante un rapporto ormai consolidato, un rapporto che, posso dirlo con una certa convinzione, andava oltre quello tra un Pontefice e un presidente del Consiglio”.

Il Papa umile sulle prime pagine di tutto il mondo (eccetto la Cina)

Roma, 22 apr. (askanews) – La morte di Papa Francesco è oggi in apertura di giornali e media di tutto il mondo, con l’eccezione della Cina, dove già ieri la notizia del decesso era stata tenuta in secondo piano, tuttavia oggi il Global Times la registra ella colonnina delle notizie più lette.

Omaggio da tutto il mondo per Papa Francesco dopo la sua morte all’età di 88 anni”, è l’apertura della Bbc, che sottolinea come leader religiosi e politici abbiano espresso profondo cordoglio per la scomparsa del pontefice, definendolo un simbolo di pace e giustizia sociale.

“Papa Francesco è morto per un ictus seguito da insufficienza cardiaca, riferisce il Vaticano”, titola il britannico The Guardian, sottolineando le richieste del Pontefice per le sue esequie, in linea con il suo papato vicino alla gente comune “di sepoltura semplice a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Papa ha rifiutato la sepoltura sotto San Pietro”.

The Times ha un’intera pagina del suo portale dedicata alla scomparsa di Francesco, alla sua eredità e agli ultimi momenti del Papa, con un’ampia riflessione sul pontificato e sulle sue ultime settimane, “vissute in preghiera e con determinazione”.

In Francia, Le Figaro si concentra sulla transizione verso il prossimo papato: “In Vaticano, tra due papi, una “vacanza” rigorosamente codificata”. Il quotidiano descrive dettagliatamente le regole del periodo di Sede Vacante, l’organizzazione del conclave e la gestione logistica temporanea della Chiesa.

“Morte del Papa: i dossier delicati che attendono il successore di Francesco” è il centro dell’attenzione di Le Monde sul suo sito, sottolineando che “il nuovo Papa dovrà affrontare questioni complesse: abusi, guerre, ruolo delle donne e spaccature interne alla Chiesa”.

Il quotidiano Clarín, dall’Argentina Paese Natale di Francesco, ricorda il primo Papa latinoamericano, con analisi sui possibili successori come Zuppi, Tagle e Parolin.

“Come Francesco, un Papa progressista, ha catalizzato la destra cattolica negli Stati Uniti”, osserva dagli Stati Uniti The New York Times, secondo cui durante il pontificato di papa Bergoglio si è rafforzata la fronda conservatrice americana, critica verso le sue riforme e posizioni su migranti e clima.

“Dopo la morte del Papa, i cattolici piangono la voce perduta degli emarginati”, scrive The Washington Post, evidenziando che “il suo ultimo messaggio, letto da un assistente, ha invocato misericordia per i vulnerabili” e che “il conclave si annuncia il più grande e imprevedibile di sempre”.

Nessun titolo in apertura del sito del cinese Global Times, il quotidiano in lingua inglese del Partito comunista cinese, in linea con la poca attenzione dedicata ieri alla morte del Papa, ma il trafiletto riservato alla scomparsa di Bergoglio (“La Cina esprime cordoglio per la morte di Papa Francesco e chiede di proseguire la cooperazione interreligiosa). Il quotidiano riporta che “il governo cinese ha lodato il contributo di Francesco al dialogo tra fedi e i passi avanti nei rapporti con il Vaticano”.

Il South China Morning Post oggi ospita un profilo del carmerlengo, “l’uomo che ora guida il Vaticano”.

Molta attenzione invece dalla Russia. Il quotidiano Kommersant tiene in primo piano sia la notizia della morte che analisi delle implicazioni geopolitiche e del ruolo del nuovo pontefice nei conflitti internazionali.

Il popolare Moskovskij Komsomolets propone un ritratto umano e spirituale del Papa, “vicino ai poveri, contrario alle guerre, e simbolo di umiltà”.

L’emittente saudita Al Arabiya descrive “Un uomo di profonda fede”, di grande umiltà, “apprezzato per il suo costante impegno nel promuovere la pace, la giustizia e il dialogo tra culture e religioni”.

Al Jazeera traccia un ritratto del pontificato di Papa Francesco, evidenziandone l’eredità spirituale, politica e sociale. Descritto come un riformatore con una visione pastorale, “il Papa ha cercato di modernizzare la Chiesa senza modificarne i dogmi fondamentali”.

Il Teheran Times mette in primo piano “il profondo rispetto” espresso dai vertici politici e religiosi dell’Iran per Papa Francesco, definendolo “una voce della pace e della giustizia nel mondo”. Il leader supremo Ali Khamenei e il presidente Ebrahim Raisi hanno lodato l’impegno del Papa contro l’ingiustizia globale, il militarismo e la povertà, sottolineando in particolare la sua solidarietà verso i popoli oppressi, inclusi i palestinesi.

I siti dei principali media israeliani riportano la notizia senza particolare rilievo, il quotidiano Yedioth Ahronot riserva però un lungo articolo alle reazioni di leader politici e religiosi israeliani, che ” hanno espresso grande dolore per la scomparsa di Papa Francesco, riconoscendone l’impegno nel promuovere il dialogo ebraico-cristiano”. Il presidente Isaac Herzog ha definito Francesco “un ponte tra le fedi”, ricordando le sue visite in Terra Santa e il suo rifiuto dell’antisemitismo. Anche il primo ministro Netanyahu ha lodato il Papa per aver costruito “rapporti di fiducia e rispetto” con il popolo ebraico”.

E anche la stampa indiana dedica spazio alla morte del Papa. Il Times of India descrive le fasi cerimoniali che seguono alla scomparsa di Papa Francesco, a partire dalla messa funebre fino agli atti che precedono il conclave. L’articolo illustra in dettaglio i rituali vaticani e spiega anche il ruolo del Camerlengo nella gestione della Sede Vacante e le tempistiche previste per il conclave. Oltre alle spiegazioni di riti poco noti al lettore indiano, grande evidenza al fatto che Francesco abbia chiesto un funerale sobrio e una tomba semplice, scelta che rifletteva il suo stile pastorale e umile.

Papa, tre giorni di lutto nazionale in Italia per Francesco

Roma, 21 apr. (askanews) – In Italia si osserveranno tre giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco a ridosso dei suoi funerali. La proposta della presidenza del Consiglio, riferiscono fonti di Governo, sarà all’esame domani della riunione del Consiglio dei ministri alle 11 che varerà anche le misure necessarie per garantire la sicurezza a Roma in occasione esequie Francesco e Conclave che richiameranno a san Pietro molti fedeli e capi di Stato e di Governo, oltre a tutti i Cardinali.