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sabato, 26 Luglio, 2025
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Saggistica, le nuove sedi e le rassegne di "Passaggi Festival 2025″

Roma, 7 mag. (askanews) – Saranno dodici le sedi di Passaggi Festival, in programma a Fano (PU) dal 25 al 29 giugno, di cui quattro inedite per l’evento dedicato alla saggistica che animerà il centro storico e il lungomare con incontri con gli autori, spettacoli teatrali, laboratori, mostre, tutto a ingresso gratuito.

I luoghi che ospiteranno per la prima volta gli appuntamenti del festival sono in centro storico: la Corte Malatestiana con gli appuntamenti teatrali; il Giardino Radicioni con i graphic novel e la libreria Passaggi Libri e Caffè con una mostra d’arte; il Chiostro di San Paterniano con una nuova rassegna dedicata all’editoria religiosa; Piazza Marcolini che, insieme all’ex Chiesa di San Francesco, ospiterà saggi tematici dalla filosofia all’economia, dalla storia allo sport, dalle scienze alla politica.

Gli autori che attirano più pubblico saranno ospiti come sempre in piazza XX Settembre e al Pincio, dove saranno protagoniste le nuove generazioni con la rassegna “Music & Social”; la Mediateca Montanari con libri e laboratori per bambini; il Bastione Sangallo, terrazza-giardino sui tetti della città, con la rassegna “Mente Corpo Anima” ovvero libri su benessere e crescita personale; la Sala da tè L’Uccellin Bel Verde che ospiterà le conversazioni scientifiche dell’Università di Camerino.

Sul lungomare del Lido, al Bon Bon Art Cafè torneranno i libri all’ora di colazione, per iniziare bene la giornata, e a Bagni Elsa di Fosso Sejore all’ora dell’aperitivo, mentre a Bagni Torrette saranno presenti i laboratori per i più piccoli.

www.passaggifestival.it.

La rivoluzione del marketing immobiliare con l’IA

Roma, 07 Mag. – L’intelligenza artificiale sar un potente alleato anche del settore immobiliare, la stima che possa essere capace di generare tra i 110 e i 180 miliardi di dollari di valore, secondo le analisi di McKinsey.

Andrea Ballato, un pioniere nel settore, ha sviluppato strumenti innovativi come E-stimalytics e Portalytics, che stanno attirando l’attenzione di importanti gruppi internazionali, tra cui un unicorno europeo.

Ballato, con un passato decennale nel settore immobiliare, ha deciso di abbracciare il digitale e l’innovazione, creando soluzioni che risolvono problemi storici del settore. “Abbiamo due software, uno si chiama Portalytics e l’altro E-stimalytics, che hanno funzionalit uniche in Italia, se non in Europa”, afferma Ballato.

Questi strumenti non solo facilitano l’acquisizione di immobili, ma trasformano anche i contatti dei portali immobiliari in lead qualificati, migliorando l’efficienza delle agenzie.

L’impatto positivo sulla societ evidente: il 30% degli utenti afferma che l’intelligenza artificiale e gli strumenti di automazione stanno gi facendo risparmiare loro tempo nel contesto dei social media immobiliari.

Inoltre, l’automazione elimina i rischi dell’immissione manuale dei dati, aumentando la precisione delle operazioni. “Stiamo creando uno standard di 80-100 valutazioni automatiche al mese con budget ridotti”, spiega Ballato, sottolineando come queste tecnologie stiano rivoluzionando il modo di operare delle agenzie.

Le prospettive future sono promettenti. Con l’aumento dell’adozione di queste tecnologie, si prevede un incremento delle possibilit lavorative nel settore, grazie alla necessit di nuove competenze per gestire e ottimizzare questi strumenti. “Il nostro obiettivo che a un certo punto il nostro sistema valuti ogni 10 secondi un immobile in automatico”, dichiara Ballato, evidenziando l’ambizione di espandere ulteriormente l’uso di queste tecnologie.

Inoltre l’interesse di una multinazionale, presente in 8 paesi europei, per le soluzioni di Ballato dimostra il potenziale di esportazione di queste tecnologie innovative.

“Siamo stati contattati da un importante gruppo internazionale che ci ha chiesto se possiamo esportare le nostre soluzioni fuori dall’Italia”, rivela Ballato, indicando un futuro di espansione internazionale.

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il marketing immobiliare, offrendo soluzioni pratiche e innovative che migliorano l’efficienza e la precisione delle operazioni. Con l’adozione crescente di queste tecnologie, il settore immobiliare destinato a evolversi, creando nuove opportunit e sfide per i professionisti del settore.

Meloni su Gaza: sì al piano arabo e ai 2 Stati

Roma, 7 mag. (askanews) – “In Medio Oriente continuiamo a lavorare per la fine permanente delle ostilità e siamo attenti e appoggiamo il lavoro che i Paesi arabi stanno portando avanti. Credo che i paesi arabi siano la chiave di volta nella soluzione permanente del conflitto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del premier time al Senato.

“C’è un piano di ricostruzione – ha spiegato – che hanno portato avanti, e dal mio punto di vista è credibile, a Gaza e anche per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza. Quadro che chiaramente lo ribadisco a nostro avviso deve includere anche la prospettiva dei due Stati”.

Ucraina, Meloni: Russia dimostri volontà pace, sosteniamo sforzi Usa

Roma, 7 mag. (askanews) – “Siamo e continueremo a essere sempre al fianco dell’Ucraina, oggi sosteniamo gli sforzi dell’amministrazione americana per una pace giusta e duratura che non può prescindere dalle garanzie di sicurezza efficaci per la nazione aggredita”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del premier time al Senato.

“Rinnoviamo l’urgenza – ha aggiunto – di un cessato del fuoco immediato, incondizionato, e l’auspicio che la Russia voglia dimostrare concretamente la volontà di costruire la pace perché l’Ucraina lo ha già fatto”.

Gli arbitri di serie A: Lazio-Juve a Massa

Roma, 7 mag. (askanews) – Resi noti gli arbitri della 36esima giornata di serie A, stagione 2024/25: turno spalmato su 4 giorni con 1 gara al venerdì, 3 gare al sabato, 4 gare di domenica e due di lunedì. Si parte venerdì alle 20.45 con Milan-Bologna, che sarà diretta da Marinelli, sabato alle 15 c’è Como-Cagliari, arbitra Fourneau, alle 18 c’è Lazio-Juve, diretta da Massa, alle 20.45 Empoli-Parma, arbitra Fabbri. Domenica alle 12.30 c’è Udinese-Monza, arbitra Crezzini, alle 15 c’è Verona-Lecce, dirige Maresca, alle 18 c’è Torino-Inter, dirige La Penna, alle 20.45 Napoli-Genoa diretta da Piccinini. Lunedì alle 18.30 c’è Venezia-Fiorentina, arbitra Marchettu e alle 20.45 c’è Atalanta-Roma, Sozza.

Milan-Bologna (venerdì 9 maggio, ore 20.45): Marinelli di Tivoli Como-Cagliari (sabato 10 maggio, ore 15): Fourneau di Roma Lazio-Juventus (sabato 10 maggio, ore 18): Massa di Imperia Empoli-Parma (sabato 10 maggio, ore 20.45): Fabbri di Ravenna Udinese-Monza (domenica 11 maggio, ore 12.30): Crezzini di Siena Verona-Lecce (domenica 11 maggio, ore 15): Maresca di Napoli Torino-Inter (domenica 11 maggio, ore 15): La Penna di Roma 1 Napoli-Genoa (domenica 11 maggio, ore 20.45): Piccinini di Forlì Venezia-Fiorentina (lunedì 12 maggio, ore 18.30): Marchetti di Ostia Lido Atalanta-Roma (lunedì 12 maggio, ore 20.45): Sozza di Seregno

Referendum, Schlein: Meloni invita a astensione perché ha paura

Roma, 7 mag. (askanews) – “Evidentemente Giorgia Meloni e il governo, che invitano a non partecipare al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno, hanno paura”. Lo afferma la segretaria Pd Elly Schlein.

“Perché – spiega la leader democratica – finalmente gli italiani saranno chiamati a esprimersi sulla cittadinanza e sul lavoro, che la destra in questi due anni e mezzo ha reso sempre più precario, scegliendo di stare dalla parte dei più forti e dimenticando i più ricattabili”.

Conclude Schlein: “Non solo, l’invito all’astensione è un tradimento dei principi costituzionali che fissano il voto come un ‘dovere civico’. Un governo che teme che il popolo possa esprimersi, è un governo che teme il popolo stesso. Noi, come partito democratico, ribadiamo il nostro impegno per i 5 sì ai referendum”.

Nato, Meloni: Italia raggiungerà il target del 2% del Pil nel 2025

Roma, 7 mag. (askanews) – “Tutti i governi hanno confermato” l’impegno del 2% del Pil per la difesa per la Nato e “l’Italia raggiungerà questo target nel corso del 2025”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel question time in Senato. “Nel 2014 al vertice Nato di Washington
– ha ricordato – gli Stati membri dell’Alleanza Atlantica si sono impegnati a raggiungere in dieci anni spese per la difesa pari al 2% del prodotto interno lordo. Da allora tutti i governi hanno
confermato questo impegno senza eccezione di colore politico. L’Italia finalmente raggiungerà questo target nel corso del 2025 perché c’è un governo che sa mantenere gli impegni presi. Lo
faremo e lo facciamo sia rilanciando la traiettoria di potenziamento delle nostre capacità di difesa sia inserendo nel computo delle spese rilevanti quelle voci che sono in linea con i parametri dell’Alleanza Atlantica che altre nazioni già considerano. Spese che rientrano nell’approccio allargato multidimensionale della difesa che è proprio sia del concetto strategico NATO sia del libro bianco dell’Ue quindi è un percorso coerente con gli impegni internazionali dell’Italia ma anche con
la posizione che l’attuale maggioranza di governo ha consacrato nel programma con il quale si è presentata agli italiani perché senza difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà”.

“L’Italia e l’Europa devono rafforzare le proprie capacità difensive per poter far fronte alle sfide geopolitiche in atto, per poter rispondere alle responsabilità a cui sono chiamate anche in ambito NATO. Lo ribadisco anche in questa sede con la coerenza di chi da patriota ha sempre sostenuto un principio semplice cioè che la libertà ha un prezzo che se fai pagare a qualcun altro la tua sicurezza devi sapere che non sarai tu a decidere pienamente del tuo destino e questo ha ricadute che vanno molto oltre la questione della sicurezza che coinvolgono anche le materie economiche e coinvolgono le materie commerciali in poche parole la possibilità stessa di difendere a pieno i propri interessi nazionali”, ha detto Meloni, nel question time in Senato.

“Questa convinzione – ha aggiunto – mi ha spinto e ci ha spinto a credere sempre nella necessità di costruire un pilastro europeo dell’alleanza atlantica, da affiancare a quello nordamericano in un’ottica di complementarietà strategica, capace di incentivare anche la formazione di una solita base industriale europea”.

Francesco Gheghi candidato ai David: “Un sogno da vivermi”

Roma, 7 mag. (askanews) – “Sono felice di poter rappresentare il film, un film importante, portato nelle scuole, 8 candidature portano un bel rispetto al film”. Francesco Gheghi ha raccontato tutta la sua emozione entrando al Quirinale per la presentazione dei candidati ai David di Donatello, fra cui c’ anche il suo nome, come miglior attore protagonista per “Familia”.

“Mi fa molto piacere, ho sempre guardato i David negli anni e sognavo con mio padre sul divano un giorno di essere qua, non pensavo di essere qua e invece ci sono e me la vivo”, ha aggiunto.

Secondo Gheghi “Familia”, ” un film che parla al futuro, parla d’amore, noi saremo le mamme e i pap del futuro quindi cerchiamo di fare passi avanti verso una certa umanit”, ha aggiunto.

Ancora attacchi israeliani a Gaza, colpite anche due scuole. Tra i morti donne e bambini

Roma, 7 mag. (askanews) – Gli attacchi israeliani a Gaza hanno ucciso almeno 59 persone, tra cui donne e bambini, da ieri notte. Lo hanno annunciato oggi ufficiali sanitari palestinesi.

Gli attacchi includono un raid ieri notte contro una scuola che ospitava centinaia di sfollati palestinesi, che ha ucciso 27 persone, secondo i responsabili dell’ospedale di al Aqsa, tra cui nove donne e tre bambini. E’ la quinta volta dall’inizio della guerra che la scuola nel centro di Gaza viene colpita.

Un attacco nelle prime ore del mattino contro un’altra scuola trasformata in rifugio a Gaza City ha ucciso 16 persone, secondo i responsabili sanitari dell’ospedale di al Ahli, mentre attacchi contro obiettivi in altre zone hanno ucciso almeno altre 16 persone.

Mattarella: viviamo tempi come Babele, cinema aiuta a comprendere

Roma, 7 mag. (askanews) – “Viviamo un tempo in cui tutto si sussegue con tale rapidità da risultare a volte quasi incomprensibile, come una Babele. Ma quel che si deposita, quel che riesce a fermarsi nelle coscienze trasmette valori, significati, pensieri che acquistano, se possibile, ancora maggiore importanza. La cultura e, in essa, il cinema è capace di lasciare tracce sotto la superficie. E dunque può essere uno strumento decisivo, un alleato della libertà dei singoli e delle comunità nell’affrontare il cambiamento d’epoca, nel comprenderlo, e dunque viverlo senza subirlo passivamente”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia al Quirinale per la presentazione delle candidature dei David di Donatello 2025.

L’attore Di Leva: a Gaza un genocidio del popolo palestinese

Milano, 7 mag. (askanews) -“E’ un genocidio, questo mi interessa pi che i dazi che stanno avendo un effetto su tutti quanti noi, che inevitabile. Vorrei andare l, vorrei resistere l, ma so che la mia presenza sarebbe alquanto inutile. Quindi mi viene da dire, cos come la penna ha dato tanto in Italia contro la camorra, contro la mafia, allora dico che la parola pu fare tantissimo, la poesia pu fare tantissimo, non una cosa n scontata, n una cosa retorica”. Lo ha detto l’attore Francesco Di Leva, a margine dell’incontro in Quirinale col presidente Mattarella, prima della cerimonia dei David di Donatello ai quali Di Leva candidato come migliore attore non protagonista per il film “Famialia”. “Ci credo veramente, non toglieranno mai dalla mia bocca, che quel popolo si chiama il popolo palestinese, non toglieranno mai dalla mia bocca che quella che la Striscia di Gaza”.

Operazione Sindoor, la tensione fra India e Pakistan preoccupa il mondo

Il raid che l’India ha lanciato questa notte contro obiettivi in Pakistan, che rischia di  innescare una escalation militare tra le due potenze nucleari (con sullo sfondo la Cina, stretta alleata di Islamabad ma che attribuisce importanza strategica a buone relazioni  con l’India), suscita grande preoccupazione in tutto il mondo.

Dal segretariato generale dell’Onu, dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna sono giunti appelli alla moderazione ad entrambe le parti.

Già nelle ore successive agli sconti, Cina e Russia si sono dichiarate disponibili e pronte a svolgere un ruolo costruttivo per la de-escalation fra India-Pakistan. Si profila da subito la parte che i Brics potrebbero svolgere nel ridurre le tensioni fra Pakistan e India e per stabilizzare l’intera area dell’Asia meridionale occidentale. Dall’Iran all’India, passando per Afghanistan e Pakistan, sono all’ordine del giorno gli incidenti alle frontiere, non di rado provocati da gruppi armati di incerta natura. Ciò ha spinto i governi dei suddetti quattro Paesi, due dei quali membri Brics, a intensificare le proprie relazioni bilaterali al fine di prevenire o di gestire in tempo reale sempre possibili, e fabbricabili, malintesi e provocazioni.

In questo quadro i problemi alla frontiera indo-pakistana presentano aspetti comuni con gli altri Paesi della regione, come la presenza di gruppi armati jihadisti che ancora operano anche in Pakistan e che in qualche modo sfuggono al controllo del governo, e aspetti particolari, come le motivazioni di carattere etnico e religioso, addotte strumentalmente per giustificare le ostilità fra estremisti “islamici” e “induisti”.

L’attacco indiano di questa notte, denominato “operazione Sindoor”, il cui nome evoca la polvere rossa nella scriminatura dei capelli delle spose indù (e delle vedove degli attacchi terroristici), per Nuova Delhi è un attacco mirato contro campi terroristici all’interno del territorio controllato dal Pakistan, condotto dall’aeronautica militare indiana senza violare lo spazio aereo pakistano. Si tratta di un’operazione militare, ritenuta dall’India moderata e proporzionata all’attacco terroristico avvenuto il 22 aprile scorso nella valle di Baisaran, vicino a Pahalgam nel Kashmir indiano, dove sette uomini armati, appartenenti ad una branca del Lashkar-e-Taiba (LeT), un gruppo militante islamista noto per le sue attività terroristiche in Kashmir e in altre regioni dell’India (responsabile degli attacchi di Mumbai del 2008 con 160 morti) hanno ucciso a sangue freddo 27 persone fra un gruppo di turisti indù, composto da famiglie e  coppie in luna di miele, dopo averli costretti a recitare preghiere islamiche per dimostrare la loro religione.

Da parte indiana, dunque il senso dell’odierna operazione è “non abbiamo dimenticato” ma anche “non vogliamo cominciare una guerra vera e propria”.

Diametralmente  opposta la versione pakistana che in una dichiarazione del ministero degli Esteri di Islamabad ha parlato di “un atto di guerra indiscutibile e immotivato”:e di violazione  della sovranità del Pakistan.

Cinema, a Mattarella il premio speciale David Donatello: è un punto riferimento

Roma, 7 mag. (askanews) – “A Sergio Mattarella il Premio speciale del 70esimo anniversario dei David di Donatello: per essere stato in questi anni punto di riferimento solido e speciale del cinema italiano. Grazie Presidente per averlo accettato”. Lo ha annunciato Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del cinema italiano, nel corso della cerimonia al Quirinale per la presentazione delle candidature ai David di Donatello 2025. “Il cinema ha contribuito a formare
l`identità degli italiani; ha aiutato a sviluppare una lingua comune, a far maturare una coscienza civica, e dunque a rafforzare le basi della nostra libertà e della nostra democrazia”, ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la presentazione delle candidature dei
David di Donatello al Quirinale, aggiungendo: “Le istituzioni hanno bisogno di prestare attenzione al settore del cinema. Il cinema è importante per la cultura, la società, l`economia e l`immagine dell`Italia. Attenzione confermata dal ministro Alessandro Giuli, che ringrazio”.

Ozeptek: il David dello Spettatore un premio puro e importante

Milano, 7 mag. (askanews) -“E’ un premio molto importante: oltre 2 milioni e 300mila spettatori, poi sta uscendo in tutto il mondo”. Cos il regista Ferzan Ozpetek, all’ingresso al Quirinale, prima della cerimonia di premiazione dei David di Donatello, a proposito del premio David dello Spettatore al suo film “Diamanti”. “In Italia in 27 anni di carriera non ho mai avuto una accoglienza cos forte e questo mi fa molto piacere. E’ un premio molto puro. Ho vinto un premio e ho due candidature. Non importante quanti uomini hai avuto nella vita, ma quanta vita c’ in loro, diceva Mae West. E in questo caso posso applicare questo ai premi”. Il film “Diamanti” candidato nelle categorie migliore attrice non protagonista (Geppi Cucciari) e migliore canzone originale.

Di Leva: candidato per un film che ho amato e sofferto

Milano, 7 mag. (askanews) – ” una candidatura importante, la quarta, per un film che ho amato e sofferto pi che da attore che come personaggio, perch poi credo che l’attore comunque si deve divertire quando affronta anche dei personaggi cattivi”. Cos l’attore Francesco Di Leva, candidato ai David di Donatello come migliore attore non protagonista per il film “Familia”.

“C’ stato un divertimento, non bellissimo, ma c’ stato, e sapevamo di raccontare una storia necessaria, una storia cruda, vera, che successa ad un giovane ragazzo di pi di 20 anni che l’ha pagata con il carcere. Stare qua e rappresentare quei film necessari e d’autore, che in Italia tante volte incassano poco ma i distributori e la produzione hanno il dovere di raccontare, qualcosa di importante. Quindi resistiamo al cinema d’autore, con un grande film raccontato da un grande regista italiano, che Francesco Costabile”.

David, Valeria Bruni Tedeschi: “Nessuna ansia, questa una festa”

Roma, 7 mag. (askanews) – “Sono molto emozionata e molto commossa e piena di gratitudine. Per me va gi tutto bene, tutto molto allegro, non ho quest’ansia, n di vincere, sono felice di essere qui con tutta la troupe dell’Arte della Gioia. una festa, c’ un periodo per lavorare e un periodo per… questo il periodo della festa”: cos arrivando al Quirinale per la cerimonia dei David di Donatello, l’attrice, regista e sceneggiatrice franco-italiana Valeria Bruni Tedeschi, candidata come miglior attrice non protagonista per il ruolo della principessa Gaia Brandiforti nella miniserie televisiva “L’Arte della Gioia”.

“Per me un film, io l’ho visto al cinema, trovo che sia un grande film da cinema, poi che esca in pi come serie tanto meglio cos c’ pi gente che lo pu vedere nelle case, ma per me un grande film cinematografico”, ha aggiunto.

Pedicini (Cosmo Italiano-Wdr): per Merz partenza da “anatra zoppa”

Roma, 7 mag. (askanews) – Una partenza da “anatra zoppa” per il neo-cancelliere tedesco Friedrich Merz, la cui elezione al Bundestag marted 6 maggio avvenuta solo al secondo turno con 325 voti sui 316 necessari e dopo la bocciatura “choc” alla prima votazione, quando a votare s sono stati 310 deputati. Eppure l’Unione Cdu-Csu (208 voti) e la Spd (120) insieme dispongono di 328 seggi, quindi i cosiddetti “franchi tiratori” sono stati 18 al primo turno e 3 nel secondo. “C’ dello scontento” tra le file dei partiti che compongono il governo nero-rosso, spiega ad askanews Tommaso Pedicini, caporedattore di Cosmo Italiano-Wdr, podcast e trasmissione in lingua italiana della radio pubblica tedesca, e non si esclude che “potrebbero esserci problemi” in altre questioni “anche solo nei prossimi mesi”.

“Nessuno si sarebbe aspettato una partenza da anatra zoppa prima ancora di iniziare a governare. Tutti sapevano che i voti erano relativamente risicati”, ha commentato Pedicini da Colonia.

“Ci dice innanzitutto che stata la seconda votazione, non era mai successo che un cancelliere dai tempi della Repubblica federale di Germania, quindi dal dopoguerra, dovesse attendere la seconda votazione per essere eletto”, ha aggiunto.

“Ed stato eletto, per anche qui sono mancati anche in questi 325 voti, tre meno dei parlamentari che costituiscono i gruppi parlamentari di Spd e Unione dei cristiano-democratici e dei cristiano-sociali bavaresi. Quindi significa che Merz ha dei franchi tiratori, ha una serie di scontenti nelle fila probabilmente di tutti e due i partiti”, ha sottolineato il responsabile di Cosmo Italiano.

“In realt l’ipotesi pi probabile che si tratti di gruppuscoli o di individui di entrambi gli schieramenti, sia di Spd che di Cdu-Csu, scontenti per vari motivi: possiamo pensare a persone che magari ambivano a un posto ministeriale che magari non hanno avuto, possiamo pensare a gente molto vicina alla sinistra della Spd, che magari vede come fumo negli occhi un’alleanza con un arci-conservatore come Merz”, ha affermato.

“Si pu immaginare che in futuro ci saranno delle votazioni su temi molto controversi come la migrazione, dove la Spd e la Cdu hanno posizioni molto diverse. Ora ci si chiede come potr reggere questo governo 4 anni se gi alla partenza ha questo tipo di difficolt. Penso che questa sia un’enorme palla al piede per Merz e il suo governo, sapendo che se si parte con queste aspettative, con questo choc iniziale, potrebbero esserci problemi su contesti reali anche solo nei prossimi mesi”.

“Passato questo primo momento in cui Merz, che non proprio un campione di simpatia per tutti i tedeschi, stato punito, penso che alla fine abbia prevalso un sospiro di sollievo perch questo Paese, che ha una serie di crisi da affrontare, che in crisi economica ormai da anni, deve trovare un po’ la via d’uscita da questo labirinto”, ha concluso .

Intervista di Stefania Cuccato

Montaggio Claudia Berardicurti

A Bologna "Bazar", la mostra di Francesca Ghermandi e Gianluigi Toccafondo

Roma, 7 mag. (askanews) – In occasione del suo trentennale sabato 10 maggio alle 19.30 la galleria Squadro di Bologna inaugura BAZAR, una mostra di Francesca Ghermandi e Gianluigi Toccafondo.

Il titolo BAZAR suggerisce fin da subito la natura vivace e caleidoscopica del progetto in cui i due artisti, per la prima volta insieme nello stesso spazio espositivo, mettono in dialogo due poetiche visive molto differenti ma complementari: la linea netta e tagliente dei fumetti di Ghermandi e il colore ricco e materico delle animazioni di Toccafondo. In un contesto che richiama il gioco, il teatro e l’arte applicata, il pubblico potrà esplorare un universo visivo e dinamico grazie alla raccolta di materiali eterogenei che spaziano dalle piccole ceramiche realizzate in collaborazione con Crete, al film d’animazione dedicato alle Sirene realizzato per Arte France, video e maschere per il teatro di Bumboz di Raffaello Baldini per Arboreto, disegni originali, pupazzi, libretti, gadget, magliette, tessuti e naturalmente serigrafie realizzate per l’occasione da Squadro.

L’inaugurazione sarà arricchita dalla performance sonora di Valeria Sturba e Vincenzo Vasi che con i giocattoli sonori daranno voce alla mostra, enfatizzandone l’aspetto ludico e multisensoriale. OPENING

Sabato 10 maggio ore 19.30 BAZAR mostra di Francesca Ghermandi e Gianluigi Toccafondo in mostra sarà visitabile fino al 14 giugno

squadro.it

BIOGRAFIE Francesca Ghermandi è nata a Bologna. Le sue storie a fumetti e illustrazioni sono state pubblicate da riviste italiane e straniere a partire dalla metà degli anni ’80 fra cui: Frigidaire, Echo des Savanes, Linus, Zero Zero, Il Manifesto, L’unità, La Repubblica, Internazionale. Tra i libri a fumetti e illustrati usciti: The Wipeout, Hiawata Pete, Helter Skelter, Grenuord, Cronache dalla Palude, Un’estate a Tombstone; Pronto -Soccorso e Beauty-Case di S. Benni e Le Avventure di Ulisse di R. Piumini. Nel 2006 ha realizzato la sigla animata per la Biennale Cinema di Venezia, nel 2022 le animazioni per lo spettacolo di danza di Silvia Gribaudi, Mon Jour e negli ultimi anni sta lavorando con pupazzi e animazioni allo spettacolo Il Teatro di Bumbòz- Da Raffaello Baldini per L’Arboreto-Teatro Dimora. Nel 2024 per la casa di modellini giapponese Tamiya ha ideato personaggi, immagini e loghi. Tra i suoi ultimi libri a fumetti: I Misteri Dell’Oceano Intergalattico (Eris, 2023, premiato al Treviso Comic Book Festival, al festival Lucca Comics & Games e al Premio Bertoldo), Pastil – Tutte le Avventure (Eris, 2024) e Babbo, dove sei? (Canicola, 2025). Gianluigi Toccafondo nasce a San Marino nel 1965, ha studiato all’Istituto d’Arte di Urbino, vive a Bologna. Dal 1989 realizza cortometraggi di animazione: La coda, La pista; dal 1992 con Arte France: Le criminel, Pinocchio, La Piccola Russia, La voix des Sirènes. Dal 1993 disegna sigle animate per Rai: Tunnel, Stracult; loghi animati e sigle per il cinema: More Cinema More Europa, Biennale di Venezia, Scott Free, Fandango, Cineteca Bologna; pubblicità: Levi’s (Foote, Cone & Belding, San Francisco), Sambuca Molinari con la regia di Pietro Follini (Ata Tonic Milano), United Arrows coautore Kaoru Kasai (Sun-Ad, Tokio). Dal 1999 al 2011 è l’autore delle copertine Fandango Libri. Tra i libri illustrati: Il richiamo della foresta di Jack London (Mondadori) Jolanda la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari (Corraini) La favola del pesce cambiato di Emma Dante (L’arboreto edizioni) Padre Marella di Alberto Sebastiani (Bononia University Press, Bologna), Favola del gattino che voleva diventare il gatto con gli stivali di Ugo Cornia (Galleria civica, Modena) Los girasoles ciegos di Alberto Méndez (editorial Edelvives) Tango del ritorno di Julio Cortazar (Gallucci) Vorrh di Brian Catling (Safarà editore). È stato l’aiuto regista di Matteo Garrone per il film Gomorra; ha disegnato i titoli animati per Robin Hood di Ridley Scott (Acme Filmworks per Universal Pictures Imagine Entertainment). Dal 2014 al 2021 collabora con il Teatro dell’Opera di Roma disegnando i manifesti delle stagioni liriche e balletti; scene, video e costumi per Figaro! Don Giovanni , Rigoletto Opera Camion regia di Fabio Cherstich. Nel 2022 realizza la sigla Luciano Pavarotti la stella (Albedo production). Nel 2022 insieme a Francesca Ghermandi, Nicoletta Fabbri e Rosanna Lama, comincia lo progettazione del Teatro di Bumboz, un piccolo spettacolo a pupazzi dedicato alle poesie di Raffaello Baldini, (Arboreto). Nel 2024 disegna i titoli animati per Gladiator 2 di Ridley Scott (Acme Filmworks per Paramount Pictures, Scott Free). Nel 2024 inizia la collaborazione con il Maggio Fiorentino per i manifesti delle stagioni liriche. Ha collaborato con diversi musicisti per video e copertine di dischi: C’mon Tigre, Giorgio Battistelli, Vasco Brondi, Fratelli Mancuso, Canarie, Laura Catrani, Cesare Cremonini, Rodrigo D’Erasmo e Bob Angelini.

A Bologna "Bazar", la mostra di Francesca Germandi e Gianluigi Toccafondo

Roma, 7 mag. (askanews) – In occasione del suo trentennale sabato 10 maggio alle 19.30 la galleria Squadro di Bologna inaugura BAZAR, una mostra di Francesca Ghermandi e Gianluigi Toccafondo.

Il titolo BAZAR suggerisce fin da subito la natura vivace e caleidoscopica del progetto in cui i due artisti, per la prima volta insieme nello stesso spazio espositivo, mettono in dialogo due poetiche visive molto differenti ma complementari: la linea netta e tagliente dei fumetti di Ghermandi e il colore ricco e materico delle animazioni di Toccafondo.

In un contesto che richiama il gioco, il teatro e l’arte applicata, il pubblico potrà esplorare un universo visivo e dinamico grazie alla raccolta di materiali eterogenei che spaziano dalle piccole ceramiche realizzate in collaborazione con Crete, al film d’animazione dedicato alle Sirene realizzato per Arte France, video e maschere per il teatro di Bumboz di Raffaello Baldini per Arboreto, disegni originali, pupazzi, libretti, gadget, magliette, tessuti e naturalmente serigrafie realizzate per l’occasione da Squadro.

L’inaugurazione sarà arricchita dalla performance sonora di Valeria Sturba e Vincenzo Vasi che con i giocattoli sonori daranno voce alla mostra, enfatizzandone l’aspetto ludico e multisensoriale.

OPENING

Sabato 10 maggio ore 19.30

BAZAR

mostra di Francesca Ghermandi e Gianluigi Toccafondo

in mostra sarà visitabile fino al 14 giugno

squadro.it

BIOGRAFIE

Francesca Ghermandi è nata a Bologna. Le sue storie a fumetti e illustrazioni sono state pubblicate da riviste italiane e straniere a partire dalla metà degli anni ’80 fra cui: Frigidaire, Echo des Savanes, Linus, Zero Zero, Il Manifesto, L’unità, La Repubblica, Internazionale. Tra i libri a fumetti e illustrati usciti: The Wipeout, Hiawata Pete, Helter Skelter, Grenuord, Cronache dalla Palude, Un’estate a Tombstone; Pronto -Soccorso e Beauty-Case di S. Benni e Le Avventure di Ulisse di R. Piumini. Nel 2006 ha realizzato la sigla animata per la Biennale Cinema di Venezia, nel 2022 le animazioni per lo spettacolo di danza di Silvia Gribaudi, Mon Jour e negli ultimi anni sta lavorando con pupazzi e animazioni allo spettacolo Il Teatro di Bumbòz- Da Raffaello Baldini per L’Arboreto-Teatro Dimora. Nel 2024 per la casa di modellini giapponese Tamiya ha ideato personaggi, immagini e loghi. Tra i suoi ultimi libri a fumetti: I Misteri Dell’Oceano Intergalattico (Eris, 2023, premiato al Treviso Comic Book Festival, al festival Lucca Comics & Games e al Premio Bertoldo), Pastil – Tutte le Avventure (Eris, 2024) e Babbo, dove sei? (Canicola, 2025).

Gianluigi Toccafondo nasce a San Marino nel 1965, ha studiato all’Istituto d’Arte di Urbino, vive a Bologna. Dal 1989 realizza cortometraggi di animazione: La coda, La pista; dal 1992 con Arte France: Le criminel, Pinocchio, La Piccola Russia, La voix des Sirènes. Dal 1993 disegna sigle animate per Rai: Tunnel, Stracult; loghi animati e sigle per il cinema: More Cinema More Europa, Biennale di Venezia, Scott Free, Fandango, Cineteca Bologna; pubblicità: Levi’s (Foote, Cone & Belding, San Francisco), Sambuca Molinari con la regia di Pietro Follini (Ata Tonic Milano), United Arrows coautore Kaoru Kasai (Sun-Ad, Tokio). Dal 1999 al 2011 è l’autore delle copertine Fandango Libri. Tra i libri illustrati: Il richiamo della foresta di Jack London (Mondadori) Jolanda la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari (Corraini) La favola del pesce cambiato di Emma Dante (L’arboreto edizioni) Padre Marella di Alberto Sebastiani (Bononia University Press, Bologna), Favola del gattino che voleva diventare il gatto con gli stivali di Ugo Cornia (Galleria civica, Modena) Los girasoles ciegos di Alberto Méndez (editorial Edelvives) Tango del ritorno di Julio Cortazar (Gallucci) Vorrh di Brian Catling (Safarà editore).

È stato l’aiuto regista di Matteo Garrone per il film Gomorra; ha disegnato i titoli animati per Robin Hood di Ridley Scott (Acme Filmworks per Universal Pictures Imagine Entertainment). Dal 2014 al 2021 collabora con il Teatro dell’Opera di Roma disegnando i manifesti delle stagioni liriche e balletti; scene, video e costumi per Figaro! Don Giovanni , Rigoletto Opera Camion regia di Fabio Cherstich. Nel 2022 realizza la sigla Luciano Pavarotti la stella (Albedo production). Nel 2022 insieme a Francesca Ghermandi, Nicoletta Fabbri e Rosanna Lama, comincia lo progettazione del Teatro di Bumboz, un piccolo spettacolo a pupazzi dedicato alle poesie di Raffaello Baldini, (Arboreto). Nel 2024 disegna i titoli animati per Gladiator 2 di Ridley Scott (Acme Filmworks per Paramount Pictures, Scott Free). Nel 2024 inizia la collaborazione con il Maggio Fiorentino per i manifesti delle stagioni liriche.

Ha collaborato con diversi musicisti per video e copertine di dischi: C’mon Tigre, Giorgio Battistelli, Vasco Brondi, Fratelli Mancuso, Canarie, Laura Catrani, Cesare Cremonini, Rodrigo D’Erasmo e Bob Angelini.

Von der Leyen: l’adesione rapida dell’Ucraina all’Ue è garanzia di pace

Bruxelles, 7 mag. (askanews) – Il modo in cui finirà la guerra in Ucraina “plasmerà il nostro continente per le generazioni a venire”, perché c’è una posta in gioco enorme: il futuro dell’Europa, non solo quello degli ucraini. Un accordo sbagliato porterebbe maggiore instabilità e insicurezza, mentre una pace giusta e duratura “potrebbe inaugurare una nuova era di prosperità per l’Ucraina e aiutarci a costruire una nuova architettura di sicurezza in Europa”. E per arrivare a questo due elementi chiave sono la fine dell’era della dipendenza dell’Ue dalle importazioni di energia russa che finanziano la guerra di Putin, e l’adesione rapida di Kiev all’Ue, come migliore garanzia di sicurezza per l’Ucrana.

Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, oggi a Strasburgo, intervenendo davanti alla plenaria del Parlamento europeo. “Questa settimana – ha ricordato von der Leyen – celebriamo 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’8 maggio 1945, decine di migliaia di francesi, uomini e donne, scesero in piazza sugli Champs-Élysées a Parigi, travolti dalla gioia. Celebrazioni si tennero in tutta Europa, da Londra, ai Paesi del Benelux, a Copenaghen. L’incubo era finalmente finito. Gli eventi di quel periodo ebbero profonde conseguenze per tutti gli europei. Per metà del nostro continente, segnò l’inizio del processo di ricostruzione e riconciliazione. Ma per l’altra metà – ha sottolineato -, la liberazione dal nazismo non portò la libertà. Fu seguita dall’occupazione e dall’oppressione” da parte dell’Unione Sovietica. “Fu un vero punto di svolta per l’Europa”.

“Ottant’anni dopo – ha continuato la presidente della Commissione -, ci troviamo di fronte a un altro momento decisivo nella storia del nostro continente. La guerra in Ucraina finirà, ma il modo in cui finirà la guerra plasmerà il nostro continente per le generazioni a venire. Il futuro degli ucraini è in gioco, ma – ha avvertito – lo è anche il nostro: un accordo sbagliato potrebbe incoraggiare la Russia a cercare di ottenere di più. Sarebbe la ricetta per una maggiore instabilità e insicurezza. Invece, una pace giusta e duratura potrebbe inaugurare una nuova era di prosperità per l’Ucraina e aiutarci a costruire una nuova architettura di sicurezza in Europa. Una pace giusta e duratura, che garantisca la sovranità dell’Ucraina, ne rispetti l’integrità territoriale e ne sostenga le aspirazioni europee”. “Questo – ha indicato von der Leyen – è il bivio che ci troviamo di fronte. E per l’Europa è una posta in gioco enorme. Dobbiamo fare tutto il possibile per rafforzare la posizione dell’Ucraina. Perché abbiamo visto come negozia la Russia: bombarda, intimidisce, seppellisce le promesse sotto le macerie. Putin vuole costringere l’Ucraina ad accettare l’inaccettabile. Perciò, il compito che ci troviamo di fronte è aiutare l’Ucraina a rimanere forte, a impegnarsi in colloqui di pace basati sulle sue condizioni e a sfidare le intimidazioni di Putin”.  Per fare questo, ha spiegato la presidente della Commissione, “dobbiamo avere tre priorità per la nostra azione: primo, sostenere la difesa dell’Ucraina; secondo, completare l’eliminazione graduale dell’importazione di combustibili fossili russi; e terzo, accelerare il percorso di adesione dell’Ucraina alla nostra Unione”.

Innanzitutto, riguardo all’aspetto militare, von der Leyen ha perorato la cosiddetta “strategia del porcospino” per l’Ucraina e per l’Europa. “La Russia – ha avvertito – rappresenta una minaccia permanente per l’intera Europa. Pertanto, l’Ucraina deve essere sufficientemente forte da scoraggiare qualsiasi attacco futuro, con la deterrenza. L’Europa ha già sostenuto l’Ucraina con 50 miliardi di euro di aiuti militari. Ma ora – ha indicato la presidente della Commissione – dobbiamo passare da una logica di aiuti a una logica di integrazione delle nostre industrie della difesa.
Incoraggiamo i nostri Stati membri a effettuare ordini direttamente all’industria della difesa ucraina. Perché questo è il modo più efficace ed economicamente vantaggioso per sostenere
gli sforzi militari dell’Ucraina. Il nostro obiettivo, insieme all’Ucraina, è essere così forti da rendere l’Ucraina indigeribile per potenziali invasori”. Passando al secondo punto, la presidente della Commissione ha osservato che “mentre sosteniamo l’Ucraina, dobbiamo anche continuare a minare la capacità della Russia di condurre una guerra. I proventi dei combustibili fossili rimangono una fonte chiave di finanziamento per la macchina da guerra russa. All’inizio della guerra, spendevamo 12 miliardi al mese in combustibili fossili russi, 12 miliardi al mese! Oggi siamo scesi
a 1,8 miliardi al mese. Smettere di finanziare questo fondo di guerra per Putin è nostro interesse primario per la sicurezza. E per questo, dobbiamo smettere di spendere miliardi in
importazioni di energia russa”. “So che c’è una netta maggioranza favorevole a questo nel
Parlamento europeo, che lo scorso novembre ha votato per vietare tutte le importazioni di combustibili fossili russi. E si sta impegnando a fondo in questo senso anche la presidenza polacca”
di turno del Consiglio Ue. “Ma so anche che alcuni continuano a sostenere che dovremmo riaprire il rubinetto del gas e del petrolio russi. Questo – ha rilevato von der Leyen – sarebbe un errore di proporzioni storiche. E non lo permetteremo. Anche questo deve essere molto chiaro. La Russia ha dimostrato più e più volte di non essere un fornitore affidabile. Putin ha già tagliato i flussi di gas verso l’Europa nel 2006, 2009, 2014, 2021 e durante tutta la guerra. Quante altre volte deve succedere prima che si impari la lezione? La dipendenza dalla Russia non è dannosa solo per la nostra sicurezza, ma anche per la nostra economia. I nostri prezzi dell’energia non possono essere dettati da un vicino ostile”.

Dall’inizio della guerra, ha rivendicato la presidente della Commissione, “abbiamo compiuto progressi incredibili: grazie al risparmio energetico e alle energie rinnovabili, abbiamo già
ridotto le nostre importazioni di gas dalla Russia di 60 miliardi di metri cubi all’anno. E grazie ai nostri partner, abbiamo diversificato le nostre importazioni: non abbiamo dimenticato
come gli Stati Uniti siano immediatamente intervenuti con il Gnl (gas naturale liquefatto, ndr) quando ne avevamo bisogno, durante la crisi energetica. E come abbiamo ricevuto ulteriore gas via i
gasdotti dalla Norvegia. E come paesi più lontani, come il Giappone e la Corea del Sud, abbiano collaborato a stretto contatto con noi sui mercati globali, per garantire la nostra immediata sicurezza energetica. Così, siamo passati dal 45% delle nostre importazioni di gas provenienti dalla Russia all’attuale 13%”. Inoltre, “siamo passati da un barile di petrolio russo su cinque a un barile su cinquanta, una riduzione di dieci volte”.

“Ma – ha affermato von der Leyen – dobbiamo andare oltre. Dobbiamo anche ammettere che dall’inizio dell’anno scorso le importazioni di energia dalla Russia hanno registrato una leggera
ripresa. Quindi abbiamo bisogno di un ultimo sforzo per eliminare gradualmente i combustibili fossili russi. E questo è l’obiettivo della ‘Roadmap’ che abbiamo presentato ieri. Nel suo ambito,
proporremo il divieto di nuovi contratti energetici con la Russia, nonché il divieto dei contratti sul mercato spot, al più tardi entro la fine del 2025. Lavoreremo per vietare tutte le restanti importazioni di gas russo, sia tramite gasdotti che come Gnl, entro la fine del 2027. E rafforzeremo anche i controlli sulla flotta ombra russa. Quindi, per essere molto chiari: l’era dei combustibili fossili russi in Europa sta volgendo al termine”. L’ultimo punto indicato dalla presidente della Commissione è la necessità di “accelerare il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione. Questa – ha spiegato – non è solo un’aspirazione ucraina. L’adesione all’Unione europea può
rappresentare la più solida garanzia di sicurezza. Ed è stato al centro del mio ultimo incontro con il Presidente Zelensky a Roma”.  “Stiamo lavorando intensamente con l’Ucraina – ha riferito von
der Leyen – per avviare il primo ‘cluster’ di negoziati di adesione e per avviare tutti i ‘cluster’ entro il 2025. L’adesione dell’Ucraina alla nostra Unione – ha sottolineato – è la massima garanzia di una pace giusta e duratura. Perché sappiamo, nella nostra storia, che pace e integrazione europea
sono sempre andate di pari passo. Quindi – ha concluso -,  portiamo l’Ucraina nella nostra Unione, percorriamo insieme la via della pace”.

Biden avverte l’Europa: la resa a Putin è una nuova Monaco

Joe Biden lancia un allarme che non possiamo ignorare. In una rara intervista concessa alla BBC, l’ex presidente degli Stati Uniti ha definito “una moderna forma di pacificazione” le pressioni esercitate dall’amministrazione Trump sull’Ucraina perché accetti di cedere territori alla Russia. Un parallelo storico chiaro: come nel 1938 a Monaco, si cede nella speranza che l’aggressore si fermi. Ma l’aggressore non si ferma. E, ammonisce Biden, “chiunque pensi che Putin si accontenterà è semplicemente uno sciocco”.

Nelle sue parole, pesanti come pietre, c’è una diagnosi netta: Putin considera l’Ucraina parte integrante della Russia e, se non viene fermato, continuerà. Per Biden, cedere porzioni di territorio in nome della pace significa illudersi che un dittatore possa mai essere soddisfatto con l’ingiustizia. “Non capisco – ha detto – come si possa pensare che, dando a un delinquente ciò che vuole, lo si plachi”.

Il riferimento all’atteggiamento di Donald Trump è evidente. L’incontro di febbraio tra l’ex presidente americano e Volodymyr Zelensky è stato, secondo Biden, “al di sotto degli standard americani”. Non solo per la forma, ma per il contenuto: Trump non garantisce solidarietà alla resistenza ucraina, ma considera lo scambio territoriale una via accettabile. È una deriva pericolosa, che potrebbe spaccare l’Occidente.

Biden ha anche espresso forte preoccupazione per il deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti ed Europa sotto la guida di Trump. “Se Trump vincesse di nuovo – ha detto – sarebbe un evento capace di cambiare la storia moderna del mondo”. Una dichiarazione che suona come un appello: l’Europa non può aspettare passivamente il corso degli eventi americani. Deve scegliere da che parte stare.

 

Il Conclave, dopo la Messa Pro eligendo Pontifice i cardinali entreranno nella Cappella Sistina

Città del Vaticano, 7 mag. (askanews) – Inizia oggi il Conclave che porterà all’elezione del nuovo Romano Pontefice, il 267.mo, dopo la morte di Papa Francesco. Un atto che è stato fin nei dettagli normato e stabilito dalla Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” di Papa Giovanni Paolo II.

Una giornata per certi versi storica dentro e fuori la Chiesa cattolica che inizierà alle ore 10 nella Basilica di San Pietro con la messa “Pro eligendo Romano Pontifice” presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio con la partecipazione, come la stessa Costituzione impone, di tutti i cardinali presenti a Roma.

Una funzione liturgica che anticiperà, poi, nel pomeriggio alle ore 16.30, l’ingresso nella Cappella Sistina dei 133 cardinali che eleggeranno il nuovo Papa. Per raggiungerla la Costituzione apostolica indica con precisione che i porporati dovranno ritrovarsi nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico vaticano, attigua alla Cappella Sistina, “in abito corale” per quindi recarsi verso la Cappella Sistina “in solenne processione e invocando col canto del ‘Veni creator’ l’assistenza dello Spirito Santo”.

L’elezione sofferta di Merz a Cancelliere interroga la democrazia tedesca.

Il nuovo Cancelliere della Germania è Friedrich Merz. Un esito incerto, raggiunto solo alla seconda votazione grazie alla tenuta dell’accordo tra i cristiano democratici (CDU-CSU) e i socialdemocratici (SPD). Un evento mai prima registrato dal 1949 ad oggi: sei voti mancanti alla prima chiamata – diciotto rispetto alla potenzialità della coalizionne – a causa dei franchi tiratori. Un campanello d’allarme, ancora persistente nell’esito della seconda seduta per la residua manifestazione di tre irreducibiki dissidenti nascosti.

Dietro a questo voto travagliato si intravedono le tensioni che attraversano oggi il cuore d’Europa. La Germania resta la locomotiva dell’Unione, ma è nel mirino degli Stati Uniti, soprattutto nella versione muscolare e revanscista dell’Amministrazione Trump. Da oltreoceano arrivano accuse paradossali, fino a mettere in dubbio la democraticità del sistema tedesco. Inaspettatamente viene messa sotto accusa, da parte di Washington, l’operazione che ha portato gli stessi servizi segreti federali a definire l’AfD un pericolo per l’ordine costituzionale. Proprio mentre la destra estrema guadagna terreno, a sinistra qualcuno gioca con il fuoco.

Il riferimento è a quei deputati socialdemocratici che, nel segreto dell’urna, hanno votato contro Merz, mettendo a rischio la formazione del nuovo governo. Un comportamento che ricorda il “cretinismo politico” di cui parlava Lenin, una malattia infantile che spinge certi progressisti – usiamo questo sostantivo più adeguato al lessico dei nostri giorni – a sentirsi sempre “più a sinistra” degli altri. È il complesso del primo della classe: ideologico, moralista, ma politicamente irresponsabile.

Anche noi italiani ne sappiamo qualcosa. Non serve risalire a un secolo fa, quando divisioni e settarismi favorirono l’ascesa dei totalitarismi. Basta ricordare la caduta del primo governo Prodi, affossato dalla sinistra radicale di Bertinotti, con il risultato di riconsegnare il Paese a un Berlusconi politicamente spompato.

Ieri in Germania è successo qualcosa di simile. Invece di riflettere sulle cause del malcontento nei Länder orientali – il Mezzogiorno tedesco  – si preferisce colpire alle spalle un governo appena nato, mentre l’onda nera avanza.

La battaglia politica in corso riguarda tutti, non solo la Germania. È una sfida che interpella chiunque creda nella democrazia e nella responsabilità di governo. Chi non lo capisce, è già fuori gioco.

Dazi, Usa e Cina avvieranno negoziati in Svizzera

Roma, 7 mag. (askanews) – Cina e Stati Uniti avranno colloqui commerciali in Svizzera tra il 9 e il 12 maggio. Lo si è chiarito Washington e Pechino in diverse comunicazioni.

Il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent si recherà in Svizzera l’8 maggio, secondo quanto ha dichiarato il Dipartimento del Tesoro in un comunicato. Oltre a incontrare i vertici elvetici, “durante la sua permanenza in Svizzera, il segretario Bessent incontrerà anche il rappresentante principale per le questioni economiche della Repubblica Popolare Cinese (RPC)”, ha specificato il comunicato.

“Non vedo l’ora di avere colloqui produttivi mentre lavoriamo per riequilibrare il sistema economico internazionale in modo da servire meglio gli interessi degli Stati Uniti”, ha detto Bessent.

Il ministero del Commercio cinese, dal canto suo, ha affermato che la Cina ha accettato di avviare contatti commerciali con gli Stati Uniti basandosi sulle aspettative della comunità internazionale, sugli interessi della Cina e sulle istanze delle imprese statunitensi, ha dichiarato mercoledì il ministero del Commercio cinese.

Il ministero degli Esteri cinese ha reso noto che il vicepremier He Lifeng visiterà la Svizzera dal 9 al 12 maggio, dove, in qualità di coordinatore per i rapporti commerciali ed economici tra Cina e Stati Uniti, terrà colloqui con il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent.

“Di recente, alti funzionari statunitensi hanno continuato a diffondere voci sull’adeguamento delle misure tariffarie e hanno anche inviato messaggi alla Cina per loro iniziativa attraverso vari canali, auspicando di avviare negoziati con la Cina su dazi e altre questioni”, si legge in una nota del ministero.

La dichiarazione rileva che la Cina “ha esaminato seriamente le informazioni provenienti dagli Stati uniti e, basandosi su una piena considerazione delle aspettative dell’intera comunità internazionale, degli interessi della Cina, nonché delle richieste dei circoli imprenditoriali e dei consumatori americani”, ha deciso di accettare i contatti con Washington.

l’India attacca il Pakistan: "Colpiti i terroristi". Il primo ministro Sharif. "Atto di guerra, risponderemo"

Roma, 7 mag. (askanews) – L’India ha lanciato nella notte attacchi contro obiettivi nella parte del Kashmir controllata dal Pakistan, a dire del ministero della Difesa di Nuova Delhi contro la leadership dei gruppi terroristici Jaish-e-Mohammed e Lashkar-e-Taiba, che sarebbero responsabili dell’attacco terroristico di Pahalgam.

L’esercito pachistano ha affermato che nei raid indiani nella notte – 24 contro sei obiettivi – sono rimaste uccise 26 persone e ferite 46. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

Secondo il generale Ahmed Chaudhry, sono stati colpiti sei siti in Pakistan in Kashmir. Tra le persone uccise, ci sarebbero 13 civili, “tra i quali due bambine di tre anni” in una moschea di Bahawalpur, nel Punjab pachistano.

Il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif, dal canto suo, ha dichiarato che l’aeronautica pachistana ha abbattuto cinque caccia indiani respingendo il raid indiano, ha riferito mercoledì il portale Geo.t v.

“L’astuto nemico ha compiuto vili attacchi in cinque località del Pakistan. Il Pakistan ha tutto il diritto di rispondere con forza a questo atto di guerra imposto dall’India, e una risposta forte è stata data. L’intera nazione è al fianco delle forze armate pakistane e il morale e lo spirito dell’intera nazione pakistana sono alti. La nazione e le forze armate pakistane sanno come affrontare il nemico. Non permetteremo mai al nemico di raggiungere i suoi obiettivi nefasti”, ha scritto su X il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif.

L’India ha affermato di aver colpito esclusivamente “infrastrutture terroristiche” e non postazioni dell’esercito pachistano. Sarebbero stati usati sistemi d’arma di precisione, in base a coordinate fornite dai servizi d’intelligence indiani.

Le reazioni internazionali sono state dure. Il portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato di essere “molto preoccupato per le operazioni militari indiane lungo la Linea di Controllo e il confine internazionale”. E ha aggiunto: “Il mondo non può permettersi uno scontro militare tra India e Pakistan”, ha aggiunto, ricordando come Guterres “invita entrambi i Paesi a dare prova di moderazione militare”.

Il presidente Usa Donald Trump ha definito l’escalation militare tra India e Pakistan “una vergogna”. La Cina, attraverso il ministero degli Esteri, ha definito “deplorevole” la situazione tra India e Pakistan.

Šefčovič: “I dazi Usa sono ingiustificati. L’Europa reagirà con fermezza”

In un clima internazionale segnato da tensioni commerciali e incertezza, l’Unione Europea prova a rilanciare il dialogo con Washington. Ma Bruxelles non nasconde più la preoccupazione.

Davanti alla plenaria del Parlamento europeo, il commissario al Commercio Maroš Šefčovič ha lanciato un severo monito sulle politiche protezionistiche statunitensi, definite “tasse all’importazione ingiustificate” che “danneggiano le aziende, i lavoratori e gli agricoltori dell’Ue e degli Stati Uniti”.

Il riferimento è ai dazi doganali introdotti durante l’amministrazione Trump e ancora oggi in vigore su circa 380 miliardi di euro di esportazioni europee verso gli Usa. Ma il quadro potrebbe aggravarsi: “Se le ulteriori sei indagini in corso portassero all’imposizione di nuovi dazi – ha avvertito Šefčovič – il totale colpito salirebbe a 549 miliardi, ovvero il 97% delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti”.

Inoltre, ha sottolineato, nel solo 2024 gli Usa hanno già riscosso circa 7 miliardi di euro di dazi su prodotti europei, con il rischio che la cifra possa salire fino a 100 miliardi se le indagini americane si concludessero con nuove misure tariffarie.

“Non possiamo permetterci di restare inerti”, ha detto Šefčovič, spiegando che la Commissione “si sta preparando a tutte le opzioni”, inclusi strumenti di difesa commerciale, misure di riequilibrio e un eventuale contenzioso multilaterale.

Il commissario ha parlato anche della proposta europea per rilanciare il dialogo: “Abbiamo offerto la riduzione delle barriere commerciali, fino all’opzione di dazi zero su tutti i beni industriali, incluse auto e componenti. Ma serve una reale disponibilità americana”. Allo stesso tempo, ha precisato, “la Commissione è pronta a reagire rapidamente con tutti gli strumenti disponibili”.

Šefčovič ha poi evidenziato l’impegno dell’Ue nella diversificazione: “Il 13% del commercio mondiale riguarda gli Stati Uniti, ma c’è un 87% su cui possiamo investire. Per questo stiamo accelerando gli accordi con Mercosur, Messico, India, Sud-Est asiatico e Africa”.

Ha concluso con un appello all’unità: “È il momento di agire in modo inequivocabile nell’interesse dell’Ue. La nostra competitività e coesione dipendono dalla capacità di affrontare insieme queste sfide”.

“Mai più la guerra!”: un grido che attraversa ottant’anni di storia

L’8 maggio 1945, ottant’anni fa, finiva la Seconda guerra mondiale in Europa. Il Vecchio Continente usciva dal terribile conflitto con intere città ridotte a cumuli di macerie e contava milioni di morti, di feriti, di dispersi, di sfollati. Nel Radiomessaggio del giorno successivo, Pio XII affermava: «Se noi ci restringiamo a considerare l’Europa, ci troviamo già dinanzi a problemi e a difficoltà gigantesche, di cui bisogna trionfare, se si vuole spianare il cammino a una pace vera, la sola che possa essere duratura. Essa non può infatti fiorire e prosperare se non in una atmosfera di sicura giustizia e di lealtà perfetta, congiunte con reciproca fiducia, comprensione e benevolenza. La guerra ha suscitato dappertutto discordia, diffidenza ed odio. Se dunque il mondo vuol ricuperare la pace, occorre che spariscano la menzogna e il rancore e in luogo loro dominino sovrane la verità e la carità».

Queste parole di Papa Pacelli sono quanto mai attuali. In questo nostro tempo, caratterizzato da nubi oscure e dal rimbombo del suono sinistro delle armi più distruttive, non è possibile costruire la pace, la pace vera, la sola che possa essere duratura, senza sicura giustizia, lealtà, reciproca fiducia, comprensione e benevolenza. La pace vera necessita di verità e di carità, non della volontà di dominio e sopraffazione, non della volontà di aggredire e di schiacciare l’avversario. L’anniversario che celebriamo rappresenta un invito a non dimenticare ciò che le generazioni dei nostri padri e dei nostri nonni hanno costruito con sacrifici immensi: ottant’anni di sostanziale pace in un continente che per secoli è stato squassato da ogni tipo di conflitto fratricida. Quel sacrificio assume oggi un significato particolarissimo e di grande attualità. Nazioni che si erano combattute aspramente dando origine a due tremendi conflitti mondiali, riprendevano un cammino insieme, quel cammino che ha portato all’Unione europea. La generazione dei padri fondatori dell’Europa unita aveva negli occhi le scene raccapriccianti della devastazione provocata dalla guerra.

A questa generazione di fondatori possiamo ascrivere idealmente anche Giovanni Paolo II: anch’egli aveva conosciuto gli orrori della guerra, il martirio della sua Polonia, le persecuzioni patite dagli ebrei, la divisione del mondo in due blocchi che aveva fatto ricadere la nazione polacca sotto il dominio sovietico. Rimangono scolpite nella storia le parole che il santo Pontefice, già malato e tremante, aveva pronunciato a braccio al termine dell’Angelus del 16 marzo 2003, quando stava per avere inizio la seconda guerra del Golfo con la spedizione militare di alcuni paesi occidentali in Iraq: «Io appartengo a quella generazione che ha vissuto la seconda Guerra Mondiale ed è sopravvissuta. Ho il dovere di dire a tutti i giovani, a quelli più giovani di me, che non hanno avuto quest’esperienza: “Mai più la guerra!”, come disse Paolo VI nella sua prima visita alle Nazioni Unite. Dobbiamo fare tutto il possibile!».

È la voce di quella generazione che oggi è importante riascoltare; è la testimonianza di quei sopravvissuti che oggi è utile ricordare; è il sacrificio di quegli uomini e di quelle donne che torna a noi potente anche attraverso le prime pagine di giornali ingialliti eppure così vivi e così carichi di speranza. Risuona forte il grido degli ultimi papi: «Mai più la guerra!». Solo una generazione che dimentica può pensare che la pace si custodisca preparando la guerra, può illudersi di costruire la pace riempendo gli arsenali di armi sofisticate e distruttive, come se quelle già esistenti — basti pensare soltanto agli ordigni nucleari — non fossero già sufficienti a distruggere più volte l’umanità intera. È di disarmo che abbiamo bisogno, non di una nuova corsa agli armamenti. È di negoziato e creatività diplomatica che abbiamo bisogno, come ha ripetuto tante volte Papa Francesco. Anche se questa espressione rischia di ridursi soltanto a uno slogan, rimane profondamente vero che al principio del “diritto alla forza” deve sostituirsi “la forza del diritto”. […]

Non strumentalizziamo la fede, ritorniamo alla laicità della politica

Tra i non pochi meriti che vanno ricordati quando si parla della Democrazia cristiana – “il partito italiano” per eccellenza, per dirla con lo storico cattolico Agostino Giovagnoli – non possiamo non annoverare una sana e credibile laicità dell’azione politica. Una laicità non solo predicata nei consessi pubblici ma autenticamente praticata dai suoi principali leader e statisti. Sia quelli che avevano più dimestichezza con le alte gerarchie ecclesiastiche e sia coloro che si limitavano anche solo ad una formazione culturale, etica e politica ricevuta dall’impegno nell’associazionismo giovanile cattolico. Perché di questo si tratta. Una laicità che, purtroppo, in questi ultimi tempi è quantomai scarsa per non dire addirittura latitante. E lo abbiamo sperimentato, in modo persino plateale, proprio in queste settimane dopo la scomparsa del Papa argentino e in attesa di ciò che dirà il Conclave.

Ora, il punto centrale non è quello di commentare – o di impadronirsi – i singoli pezzi dell’insegnamento della Chiesa. Un’operazione di “taglio e cuci” che, comunque sia, è apparsa addirittura ridicola e grottesca quando è stata messa in atto da alcuni capi partito durante il recente dibattito parlamentare sull’eredità spirituale e pastorale di Francesco. Semmai, e al contrario, quello che emerge è la radicale assenza di quella laicità dell’azione politica che, invece, ha sempre caratterizzato il comportamento concreto della stragrande maggioranza dei leader della Dc. E anche di alcuni partiti che sono succeduti alla Dc stessa. Ovvero, e senza scivolare nella scorciatoia integralistica o, peggio ancora, di natura confessionale, la laicità politica dei leader democristiani è sempre stata ispirata a due criteri di fondo.

Innanzitutto il progetto politico di quel partito, e soprattutto le singole scelte politiche, non erano mai la mera e passiva traduzione dell’insegnamento della Chiesa. E parlavamo della Dc…E questo perché l’autonomia dei laici impegnati in politica è sempre stata un punto cardine dell’azione politica dei cattolici italiani che si riconoscevano nella Dc e nei partiti che sono nati dopo l’esaurirsi di quel soggetto politico.

In secondo luogo non era una prassi richiesta ed usuale quella di manifestare pubblicamente l’adesione a singoli pezzi del magistero della Chiesa a conferma della non ostilità rispetto all’insegnamento della Chiesa stessa. Una prassi, questa, che ha trovato piena cittadinanza con l’esperienza dei cosiddetti “atei devoti” – presenti, purtroppo, in quasi tutti i partiti contemporanei – e, soprattutto, in coloro che sono radicalmente estranei alla cultura e alla tradizione del cattolicesimo politico italiano ma che poi fingono di impossessarsi di singoli valori trasmessi alla Chiesa per essere più realisti del re, come si suol dire.

Due condizioni basilari che erano, e restano, centrali e decisivi anche nell’attuale stagione politica italiana. Perché anche se oggi manca un partito popolare e di ispirazione cristiana, a maggior ragione si può e si deve declinare una vera, trasparente e credibile laicità dell’azione politica. Insomma, non può essere la sub cultura degli ‘atei devoti’ la stella polare che caratterizza il comportamento di chi è impegnato in politica nei confronti della Chiesa e del suo insegnamento.

Ecco, la Dc, con i suoi leader e statisti, era tutt’altra cosa.

Dibattito | Meloni marcia, l’opposizione si guarda allo specchio

Dibattito | Meloni marcia, l’opposizione si guarda allo specchio

 

La forza del governo non sta solo a Palazzo Chigi: sta nella debolezza dei suoi avversari. Se il centrosinistra non diventa competitivo, la maggioranza si conserverà fino al 2032.

 

Marco Paolucci

 

Abbiamo oltrepassato da poco il giro di boa dell’attuale legislatura e il governo Meloni non sembra dare segnali di cedimento, nonostante alcune fibrillazioni interne, né sembra esser scalfito il suo consenso tra i cittadini italiani, quanto meno in coloro i quali si riconoscono nella destra.

Questa è una novità per la politica italiana della Seconda Repubblica, durante la quale tutte le maggioranze hanno vissuto un’erosione del consenso, negli ultimi anni con repentini cambiamenti. Mi spingo a fornire qualche spiegazione.

Innanzitutto, va riconosciuto alla Presidente del Consiglio una capacità di leadership e intelligenza politica che forse mancavano ad altri leader populisti, adottando al governo uno spirito più moderato ed istituzionale rispetto a quello presentato nelle campagne elettorali. Oggi Giorgia Meloni

appare come una figura che anche in Europa, lei che fino a qualche anno fa voleva uscire dall’euro, è capace di costruire alleanze non euroscettiche.

Chi scrive non è un suo elettore, tuttavia bisogna riconoscere che ha saputo tenere la barra dritta sul sostegno all’Ucraina, sul mantenere in ordine i conti pubblici, sul frenare pulsioni sovraniste dell’alleato leghista e portare avanti le bandiere dell’europeismo e dell’atlantismo (storiche istanze delle forze moderate di governo) anche di fronte a chi, come il Presidente USA Trump, ha intenzione di distruggerle.

Riscontrando la debolezza delle attuali leadership europee si potrebbe anche immaginare per lei un ruolo di guida, in stile Angela Merkel, ma per arrivare ad un tale risultato dovrebbe prima fare ordine nel suo gruppo europeo, tagliare i ponti con l’alleato leghista e sostituirlo con le altre forze popolari e liberali presenti nel panorama centrista italiano. In questo modo la Presidente del Consiglio avrebbe la possibilità di costruire così un vero fronte di centro destra moderato e di proiettare lo stesso schema anche sull’Europarlamento.

Per compiere questo passaggio dovrebbe però forse rinunciare ad alcuni punti del programma come il premierato, che potrebbe diventare un cancellierato, i centri per i migranti in Albania e l’autonomia differenziata (ma credo che su questo punto sarebbe la prima ad essere contenta). Questa mossa aiuterebbe anche Forza Italia a togliere quel velo di ipocrisia ad un partito che si definisce popolare in Europa ma che in Italia governa con i sovranisti alla Vannacci.

Dopo quasi tre anni di legislatura, però, possiamo dire che il vero punto di forza che fa apparire la Presidente Meloni come invincibile sono le forze di opposizione, in particolare i suoi leader. Incapaci di far fronte comune, interessati maggiormente a rubare un elettore al possibile alleato, impegnati nel litigare tra di loro, preoccupati solo di sapere chi potrebbe diventare il candidato Presidente del Consiglio di una coalizione che non esiste, le forze d’opposizione rappresentano oggi il miglior alleato della leader di Fratelli di Italia.

Emerge infatti con sempre più forza l’immagine di partiti di opposizione che sono competitivi nelle realtà locali, spesso a guida di personalità riformiste (tal volta senza l’appoggio del Movimento 5 Stelle ma con l’appoggio delle liste centriste), mentre a livello nazionale oggi non riescono nemmeno ad impensierire l’attuale maggioranza di governo.

Riguardo a ciò le maggiori colpe si indirizzano al Nazareno. Non perché le altre forze di opposizioni siano innocenti ma perché il PD dovrebbe essere il perno di una coalizione alternativa. Questo ruolo spetta ai democratici sia per il loro posizionamento politico, come forza intermedia tra le formazioni populiste e/o di sinistra e le liste centriste di ispirazione popolare e/o liberale, sia per i voti che il PD ha rispetto alle altre forze.

Non basta più dire che la leadership del PD è testardamente unitaria, il punto di domanda infatti deve essere: unitari ma per fare cosa? E soprattutto, unitari con chi? Perché sinora la posizione dell’onorevole Schlein sembra voler dire: farò di tutto per fare un’alleanza con 5Stelle e AVS, degli altri me ne importa il giusto, se ci sono bene altrimenti se ne farà una ragione. Un esempio di questo comportamento è il posizionamento del PD sui prossimi referendum, lo stesso degli alleati più estremisti.

La verità è che sembra che la leader del PD si trovi a suo agio con le istanze degli alleati di sinistra e molto meno con le posizioni centriste. Ma attenzione se si pensa che le elezioni si vinceranno senza aprire agli elettori centristi e alle loro idee, allora l’esecutivo Meloni avrà ottime possibilità di governare per due legislature consecutive. Né si può immaginare che un’alleanza di sinistra con un programma di governo fortemente sbilanciato potrà attirare il voto degli elettori di centro, anche se ci dovessero essere delle liste acchiappa voti.

D’altra parte, se Enrico Letta, profilo sicuramente più centrista per storia personale dell’attuale segretaria PD, non è riuscito ad aggregare attorno a sé gli elettori centristi con un programma riformista e senza allearsi con i 5 Stelle, come si può pensare che una coalizione ancora più sbilanciata potrà raccogliere più voti o potrà toglierli all’attuale maggioranza?

A poco più di due anni dalle prossime elezioni, è arrivato il momento in cui le opposizioni facciano chiarezza ed inizino a costruire un programma di governo capace di raccogliere i consensi e le istanze anche di chi non si sente di sinistra.

Se la leader del PD è in grado di affrontare questa sfida, lo dimostri il prima possibile, senza perdere altro tempo, altrimenti è il caso che qualcun altro, dal PD, si faccia avanti come figura in grado di fare sintesi tra tutte le forze di opposizione, altrimenti l’attuale maggioranza governerà fino al 2032.

Meloni tende la mano a Merz, Tajani gioisce mentre Salvini tace

Roma, 6 mag. (askanews) – Congratulazioni “istituzionali” da Giorgia Meloni, molto calorose da Antonio Tajani, silenzio da Matteo Salvini. Così il governo italiano ha reagito all’elezione “thrilling” del nuovo cancelliere tedesco Friederich Merz. Un via libera al governo al secondo tentativo (caso unico per la Germania), probabilmente a causa di un voto dimostrativo di franchi tiratori della Cdu. Anche nel suo partito, infatti, non pochi non gradiscono la figura di Merz e tra i principali detrattori c’è l’ex leader Angela Merkel.

Il primo a congratularsi è stato Antonio Tajani, compagno di famiglia politica europea – il Ppe – di Merz. “Congratulazioni al nuovo Cancelliere tedesco e mio amico Friedrich Merz. È l’inizio di una nuova stagione politica, con il pragmatismo dei nostri governi rafforzeremo ancora di più i legami tra Italia e Germania. Unendo le nostre capacità industriali renderemo più forte l’Europa”, ha scritto su X il ministro degli Esteri.

A stretto giro è arrivata anche la dichiarazione di Meloni, certo non dispiaciuta per il nuovo interlocutore. Merz, infatti, ha mostrato posizioni molto simili alle sue in particolare sui migranti e sul Green Deal e per lei rappresenta sicuramente un miglior partner rispetto al socialdemocratico Olaf Scholz. Con una Germania più ‘pragmatica’ e non più legata a politiche di austerity, è il ragionamento, anche per l’Italia ci sono più spazi di manovra. La speranza, non detta, è quella di allentare lo storico legame tra Berlino e Parigi. Operazione che, però, al momento non sembra alle viste. Basti pensare che già domani il cancelliere sarà per le prime visite in Polonia e in Francia, da quell’Emmanuel Macron che oggi ha sentito telefonicamente nell’intervallo tra le due votazioni. “Ora tocca a noi rendere l’asse franco-tedesco più forte che mai e accelerare la nostra agenda europea per la sovranità, la sicurezza e la competitività”, ha scritto nel suo messaggio di congratulazioni il presidente francese.

L’obiettivo della presidente del Consiglio (che nelle ultime ore si è anche congratulata con il conservatore di Ecr George Simion, dato come favorito al ballottaggio in Romania), comunque, è cercare di trovare la sponda tedesca su alcuni dei temi che le stanno maggiormente a cuore, a partire – come detto – dalle questioni dei migranti e della revisione del Green Deal, in particolare sul settore automotive. “Credo – la convinzione di Meloni – in particolare che Germania e Italia, le due più importanti economie manifatturiere d’Europa, possano fare la differenza per il rilancio della competitività, in particolare del settore automobilistico, così come per la costruzione di partenariati paritari con l’Africa e per il contrasto all’immigrazioneáirregolare”. Di certo, Antonio Tajani si è già candidato a essere la cinghia di trasmissione in virtù della comune appartenenza di Merz alla famiglia del Ppe di cui Forza Italia fa parte. In più occasioni, durante il recente congresso di Valencia, infatti, il leader azzurro ha sottolineato che la sua nomina a Cancelliere avrebbe rafforzato i rapporti tra Roma e Berlino.

Un silenzio eloquente viene, al momento da Matteo Salvini, che si era schierato apertamente per il superamento della “Grosse Koalition” a favore di un governo che includesse l’estrema destra di Alternative fur Deutschland. “Gravissimo. Dopo Francia e Romania, un altro furto di democrazia? Solidarietà ad Afd e al popolo tedesco che, stando ai numeri, oggi li sceglierebbe come primo partito”, aveva scritto nei giorni scorsi il leader leghista, alla notizia dell’inserimento di Afd nella lista delle organizzazioni considerate estremiste.

Yemen, Trump: gli Usa fermeranno gli attacchi contro gli Houthi, hanno annunciato di non voler più combattere

Roma, 6 mag. (askanews) – Gli Stati Uniti cesseranno i bombardamenti nello Yemen contro gli Houthi, dal momento che il movimento sciita avrebbe annunciato di voler smettere di combattere. Lo ha sostenuto oggi il presidente Usa Donald Trump.

“Abbiamo ricevuto una notizia molto buona ieri sera. Gli Houthi hanno annunciato che non vogliono più combattere. Semplicemente non vogliono più combattere. E noi rispetteremo la loro parola, e cesseremo i bombardamenti. Accetterò la loro parola, e da subito cesseremo i bombardamenti contro gli Houthi”, ha dichiarato Trump durante un incontro con il primo ministro canadese Mark Carney alla Casa Bianca.

Incidente a Pantelleria durante addestramento Frecce Tricolori: jet finisce fuori pista, illeso il pilota

Roma, 6 mag. (askanews) – Un aereo delle Frecce Tricolori è andato fuori pista durante l’atterraggio sulla pista dell’aeroporto di Pantelleria. Il pilota del jet è stato immediatamente soccorso, ma “non ha riportato alcun problema di salute”, sottolinea l’Aeronautica Militare L’incidente, precisa l’Aeronautica Militare, è avvenuto nel primo pomeriggio di oggi durante un volo di addestramento acrobatico delle Frecce Tricolori, organizzato all’aeroporto di Pantelleria all’indomani dell’airshow di Catania. Il programma acrobatico è stato interrotto a causa di “una separazione anomala della formazione avvenuta durante la manovra del cardiode”.

“Quattro velivoli della seconda sezione, il cosiddetto ‘rombetto’, dimostrando padronanza delle procedure, si sono separati dal resto della formazione. Tre dei quattro jet si sono diretti per l’atterraggio sull’aeroporto di Pantelleria, mentre gli velivoli della formazione sono atterrati all’aeroporto militare di Trapani”, rende noto l’Aeronautica Militare, spiegando che “durante l’atterraggio a Pantelleria un velivolo, a causa di un problema tecnico di controllabilità al ruotino anteriore, è uscito fuori pista al termine della corsa di decelerazione al suolo”. E il pilota “non ha riportato alcun problema di salute”.

A Milano “Compliance, Cyber Intelligence e Investigazioni”

Milano, 6 mag. (askanews) – Sottolineare l’importanza della sicurezza digitale, donando al tema un approccio multidisciplinare. con questo intento che a Milano andata in scena la conferenza “Compliance, Cyber Intelligence e Investigazioni: la tutela del know-how nell’era digitale”.

L’evento, svoltosi nei pressi di Piazza Affari e promosso da Detego Investigazioni, ha posto al centro il valore della multidisciplinarit nella difesa del patrimonio informativo e nella protezione di cittadini, PMI e Pubblica Amministrazione.

A parteciparvi sono stati alcuni dei principali esperti del settore, a partire da Francesco Sathya Cali, CEO di Detego, che ha posto l’accento sull’importanza di questa tipologia di tematiche: “Molte aziende ignorano le opportunit legittime di difesa che la legge offre, anche attraverso l’attivit investigativa privata. Il nostro obiettivo fare chiarezza, sfatare miti e condividere strumenti concreti per affrontare le sfide digitali, tutelando asset intangibili come reputazione, strategie e informazioni riservate”.

Fra i relatori della mattinata ci sono stati anche Guido Scorza, componente del Collegio del Garante della Privacy, Miriam Ieraci, Funzionario Area Industria Energia e Innovazione di Assolombarda, Vittorio Provera, dello Studio Legale Trifir & Partners, Marco Bacini, Professore dell’Universit LUM, e Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico per la Trasformazione Digitale di Regione Lombardia, e Pietro Di Maria, General Manager Meridian Group.

Fra i temi di giornata c’ poi stato il modo in cui si pu agire quando si ha il sospetto di una violazione aziendale in termini di sicurezza sul know-how: “Un’agenzia investigativa autorizzata – ha spiegato ancora Sathya Cali – pu intervenire in modo strategico per individuare chi ha sottratto informazioni riservate, ricostruire le dinamiche della fuga di dati e raccogliere prove utilizzabili in sede giudiziaria, elemento cruciale per difendere il know-how aziendale in caso di spionaggio industriale, concorrenza sleale o violazione contrattuale.

Ma come si deve agire, allora, in questi casi? Sathya Cali ha risposto anche a questo: “In determinati casi, pu rivolgersi subito a un’agenzia investigativa qualificata per attivare tempestivamente un’indagine, ricostruire i fatti e raccogliere evidenze documentabili, anche digitali, utili a sanzionare i responsabili e tutelare il patrimonio informativo. Questo affiancando, non sostituendo, le misure IT di contenimento e prevenzione”.

La conferenza, infine, ha messo in luce come la sicurezza digitale sia oggi una sfida che richiede competenze integrate e collaborazione tra pubblico e privato, come sottolineato anche dai recenti avvenimenti nei black-out in Spagna e Portogallo. Solo attraverso un approccio multidisciplinare e una costante formazione sar possibile costruire una societ digitale resiliente, capace di proteggere il patrimonio informativo, la competitivit e la sicurezza del nostro Sistema Paese.

La Roadmap Ue per porre fine all’import di energia russa al 2027

Bruxelles, 6 mag. (askanews) – L’Ue porrà fine alla sua dipendenza energetica dalla Russia interrompendo l’importazione di gas e petrolio ed eliminando gradualmente l’energia nucleare di provenienza russa, e garantendo al contempo la stabilità dell’approvvigionamento energetico e dei prezzi in tutta l’Unione. E’ quanto prevede la “Roadmap” (tabella di marcia) del piano “REPowerEU”, adottata oggi a Strasburgo dalla Commissione europea, e presentata in conferenza stampa dal commissario Ue all’Energia, Dan Jorgensen.

“Oggi l’Ue mostra forza e determinazione. Il messaggio alla Russia è chiaro: non ricatterete più i nostri Stati membri. Non verserete più i nostri euro nelle vostre casse. Il vostro gas sarà vietato. La vostra flotta ombra sarà fermata”, ha dichiarato Jorgensen. “Lo facciamo per preservare la nostra sicurezza. Ma è anche un passo importante verso l’indipendenza energetica, per produrre la nostra energia pulita e accessibile invece di importare costosi combustibili fossili”, ha osservato il commissario.

Nonostante i significativi progressi compiuti nell’ambito del piano REPowerEU e attraverso le sanzioni imposte dopo l’invasione russa dell’Ucraina, nel 2024 l’Ue ha registrato una ripresa delle importazioni di gas russo. Sono pertanto necessarie azioni più coordinate, poiché l’eccessiva dipendenza dell’Ue dalle importazioni di energia dalla Russia rappresenta una minaccia per la sicurezza, spiega una nota dell’Esecutivo comunitario.

La tabella di marcia prevede una graduale eliminazione del petrolio, del gas e dell’energia nucleare russi dai mercati dell’Ue, che avverrà, secondo la Commissione “in modo coordinato e sicuro, man mano che avanziamo nella nostra transizione energetica. Le misure sono state concepite per preservare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ue, limitando al contempo qualsiasi impatto su prezzi e mercati”.

A partire dal 2025, si prevede che le forniture globali di gas naturale liquefatto (Gnl) cresceranno rapidamente, mentre la domanda di gas diminuirà. Con la piena attuazione del quadro per la transizione energetica e del Piano d’azione per l’energia accessibile, si prevede che l’Ue sostituirà fino a 100 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, il che si tradurrà in una riduzione della domanda di 40-50 miliardi di metri cubi entro il 2027. Allo stesso tempo, si prevede che la capacità relative al Gnl aumenterà di circa 200 miliardi di metri cubi entro il 2028, ovvero cinque volte di più rispetto alle attuali importazioni di gas russo dall’Ue.

La tabella di marcia approvata oggi sarà seguita da proposte legislative della Commissione il mese prossimo. La Commissione collaborerà con gli Stati membri per garantire che l’eliminazione graduale delle importazioni di energia russa a livello Ue sia graduale e ben coordinata in tutta l’Unione. Entro la fine dell’anno, gli Stati membri saranno invitati a elaborare piani nazionali che definiscano le modalità con cui contribuiranno all’eliminazione graduale delle importazioni di gas, energia nucleare e petrolio russi.

Tutte le misure saranno accompagnate da continui sforzi per accelerare la nostra transizione energetica e diversificare gli approvvigionamenti energetici, anche attraverso l’aggregazione della domanda di gas e un migliore utilizzo delle infrastrutture (in particolare quelle relative al Gnl), al fine di eliminare i rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento e la stabilità del mercato.

Per quanto riguarda il gas, le proposte attese a giugno miglioreranno la trasparenza, il monitoraggio e la tracciabilità delle importazioni russe nei mercati dell’Ue. Fondamentalmente, saranno impediti nuovi contratti con i fornitori di gas russo (via i gasdotti o importato come Gnl) e i contratti spot esistenti saranno sospesi entro la fine del 2025. Questa misura garantirà che già entro la fine di quest’anno l’Ue abbia ridotto di un terzo le rimanenti forniture di gas russo. La Commissione proporrà inoltre di bloccare tutte le restanti importazioni di gas russo entro la fine del 2027. (Segue)

We Will Rock You, nei teatri italiani il musical dei Queen

Roma, 6 mag. (askanews) – We Will Rock You è uno degli spettacoli musicali più rappresentati e amati al mondo. Da gennaio il musical torna nei teatri italiani. Musical di Queen & Ben Elton per la regia di Michaela Berlini.

Nato dalla penna irriverente di Ben Elton, in collaborazione con Roger Taylor e Brian May dei leggendari Queen, questo straordinario musical, da considerarsi una vera e propria opera Rock, ha conquistato le scene internazionali con la sua energia travolgente, il suo messaggio universale e, soprattutto, con la potenza senza tempo delle canzoni della band britannica. Dopo il clamoroso successo delle passate tappe italiane, We Will Rock You torna più potente che mai con una nuova tournée destinata a infiammare i teatri del nostro Paese, riportando in scena gli iconici brani dei Queen, cantati in lingua originale e suonati rigorosamente dal vivo.

Uno spettacolo ormai cult, capace di travolgere e coinvolgere il pubblico sin dalla prima nota, grazie a una selezione esplosiva di brani leggendari che raccontano la storia di un gruppo di giovani impegnati nella ricerca della propria libertà di espressione in un mondo dove l’omologazione è legge e i gusti, i sogni, persino la musica, sono imposti dall’alto.

Questi giovani, molto diversi tra loro, ma uniti dal desiderio di cambiamento, trovano la forza di ribellarsi, di fare gruppo e di dar vita a una battaglia collettiva per recuperare la propria voce e immaginare un futuro più libero, più umano. Ed è proprio sulle note dei Queen che i giovani ribelli, i Bohemians, scrivono la loro rivoluzione. Se il futuro non è scritto, allora il futuro appartiene a chi osa sognarlo. Un racconto epico e sempre attuale, in cui si intrecciano temi di libertà, identità, coraggio, sogno e ribellione, accompagnati da un’ironia pungente e da un linguaggio visivo accattivante e coinvolgente.

Questa nuova versione non è una semplice replica: come da tradizione, il copione viene completamente aggiornato per riflettere i linguaggi, i riferimenti e le sfide del nostro presente. Ogni edizione è unica attuale e viva proprio come la musica che la anima: le canzoni immortali dei Queen.

We Will Rock You è una storia senza tempo, un viaggio personale e collettivo. Un percorso di scoperta di sé, un risveglio dello spirito ribelle che spinge a lottare per i propri sogni sfidando il potere grazie alla forza autentica della musica. In We Will Rock You è la musica Rock a tenere viva la memoria, a alimentare la rivoluzione, a dare voce a chi vuole cambiare il mondo. In questa storia la ribellione non è solo contro un regime: è contro tutto ciò che spegne, la creatività, l’unicità e la vita stessa. È un invito a celebrare le differenze, a riconoscere la diversità come ricchezza, a condividere una visione comune per costruire insieme un futuro più equo, più vero e condiviso. Non serve un eroe, serve la forza di credere insieme in qualche cosa di grande, perché come amo ricordare la forza di We Will Rock You è tutta nel We, nel Noi, e ci ricorda che da soli non si va da nessuna parte”, racconta Michaela Berlini regista e autrice del nuovo adattamento.

La produzione si distingue per il suo impatto visivo e sonoro: coreografie travolgenti, costumi futuristici, luci spettacolari, scenografia avvolgente e una cura maniacale per il suono. Ogni sera, il palco prende vita grazie a una band di musicisti straordinari e a un cast di performer dal talento incredibile, che con voci potenti e una presenza scenica magnetica restituiscono tutta la forza emotiva e fisica del repertorio dei Queen. È un’esperienza dal vivo autentica, coinvolgente, totale.

WE WILL ROCK YOU 2025-2026 (Presto nuove date in aggiunta)

Ven 16-Dom 18 Gennaio 2026 – TORINO – Teatro Colosseo | Ticketone Ven 30 Gennaio 2026 – MONTECATINI (PT) – Teatro Verdi | Ticketone Sab 7 Febbraio 2026 – VARESE – Teatro di Varese | Ticketone Gio 19 Febbraio 2026 – LEGNANO (MI) – Teatro Galleria (prossimamente in vendita) Sab 21 Febbraio 2026 – BERGAMO – ChorusLife Arena | Ticketone Mer 25 Febbraio-Dom 1° Marzo 2026 – ROMA – Teatro Olimpico | Ticketone Mar 3 Marzo 2026 – NAPOLI – Teatro Augusteo | Ticketone Ven 6 Marzo 2026 – LECCE – Politeama | Ticketone / Vivaticket Dom 8 Marzo 2026 – BARI – Palatour | Ticketone Ven 20 Marzo 2026 – BASSANO DEL GRAPPA (VI) – CMP Arena | Ticketone / Vivaticket Ven 27-Dom 29 Marzo 2026 – GENOVA – Politeama Genovese (prossimamente in vendita) Gio 9-Dom 19 Aprile 2026 – MILANO – Teatro Nazionale Italiana Assicurazioni | Ticketone

Israele colpisce lo Yemen, i caccia dell’Idf distruggono l’aeroporto di San’a

Roma, 6 mag. (askanews) – Gli attacchi aerei lanciati oggi da Israele contro lo Yemen hanno preso di mira l’aeroporto internazionale della capitale San’a, la centrale elettrica di Haziz, a sud di San’a, e una fabbrica di cemento nel governatorato di Amran, a nord della capitale. Lo riporta l’emittente yemenita Al Masirah, legata al gruppo Houthi.

I caccia delle Idf (Forze di Difesa israeliane) “hanno colpito e smantellato le infrastrutture terroristiche Houthi presso l’aeroporto principale di San’a, rendendolo completamente inutilizzabile”. “L’attacco – ha riferito l’esercito israeliano in una nota – è stato effettuato in risposta all’attacco lanciato dal regime terroristico Houthi contro l’aeroporto Ben Gurion. Piste di volo, aerei e infrastrutture dell’aeroporto sono stati colpiti”.

In modo simile al porto di Hudaydah, colpito ieri, secondo l’idf, “l’aeroporto agiva da hub centrale per il regime degli Houthi per il trasferimento di armi e agenti. È stato utilizzato regolarmente dal regime Houthi per scopi terroristici”. Inoltre, “diverse centrali elettriche sono state colpite nell’area di Sana’a. Il regime terroristico sfrutta le infrastrutture energetiche, un ulteriore esempio dell’uso da parte del regime Houthi delle infrastrutture civili yemenite per scopi terroristici”. Inoltre, le Idf hanno colpito “l’impianto di cemento “al Imran”, situato a nord di Sana’a, che rappresenta una risorsa significativa per il regime terroristico Houthi ed è utilizzato per la costruzione di tunnel sotterranei e altre infrastrutture terroristiche. Questo attacco compromette ulteriormente le capacità di sviluppo economico e militare del regime Houthi”.

Gli attacchi “sono stati effettuati con previsione e sono state adottate misure per mitigare i danni ai civili e alle infrastrutture civili”, ha aggiunto la nota dell’esercito israeliano, che ha aggiunto che “questa operazione è stata approvata dal comandante delle Idf e dal capo di stato maggiore”.

Le Idf, ha concluso la nota, “sono determinate a continuare a operare, a qualsiasi distanza, contro tutte le minacce che pongono ai cittadini dello stato di Israele”.

E’ il secondo giorno consecutivo che Israele colpisce lo Yemen, dopo che domenica scorsa gli Houthi hanno rivendicato un attacco missilistico contro l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, che ha causato disagi al trasporto aereo.

Ieri, secondo quanto riferito dallo stesso esercito israeliano, “circa 20 caccia hanno condotto attacchi con 50 munizioni, prendendo di mira decine di obiettivi terroristici appartenenti al regime Houthi lungo la costa yemenita”. Secondo le autorità yemenite, gli attacchi di ieri hanno causato quattro morti e 39 feriti.

Merz vince la sfida ma perde ancora voti nella elezione a Cancelliere

La Bild, il quotidiano popolare più letto della Germania ha pubblicato sul suo sito la foto di un sorridente Merz sovrastata dalla scritta: Il lieto fine dopo il tradimento. Forse è la sintesi migliore, quella più efficace,

Andiamo per ordine. Si è giunti alla seconda votazione in un clima di ansia e timori malcelati. Poco prima dellinizio, lallarme era stato lanciato dal presidente della Camera di commercio e dell’industria tedesca (DIHK), Peter Adrian, il quale aveva detto: “In un momento in cui il nostro Paese si trova ad affrontare enormi sfide economiche e geopolitiche, la capacità politica di agire è essenziale. Invece della chiarezza, continua a prevalere l’incertezza”.

Comunque, grazie alla mozione presentata dalla Sinistra (Die Linke) è stato possibile procedere al secondo turno nella stessa giornata. Anche lAfD si è espressa a favore anche se, a caldo, aveva messo a verbale la richiesta di un rapido ritorno alle urne.

Dunque, il leader della Cdu/Csu Friedrich Merz è stato eletto Cancelliere al secondo scrutinio: dopo la bocciatura di stamattina, il Bundestag ha approvato la sua nomina con nove voti in più della maggioranza richiesta. Nel dettaglio: hanno votato sì 325, hanno votato no 289, si sono astenuti 1. In realtà al neo Cancelliere sono mancati 3 voti rispetto al potenziale della sua maggioranza (Cdu-Csu e Spd). Segno, evidentemente, di un sordo dissenso nei confronti di uno dei leader meno empatici del panorama politico tedesco.

Subito dopo il Presidente federale Steinmeier ha proceduto alla nomina, confermando a norma della Legge Fondamentale lindicazione del Bundestag. E appresso sono piovuti i primi messaggi augurali, in particolare da Bruxelles. Congratulazioni per la tua elezione, caro Friedrich Merz. Con te arriva alla Cancelleria un grande amico e conoscitore dellEuropa, ha scritto su X Von der Leyen. Ci impegneremo insieme – ha proseguito – per un`Europa più forte e più competitiva. Non vedo lora di una proficua collaborazione!.

Secondo il detto popolare, si potrebbe affermare che è tutto bene quel che finisce bene. Sta di fatto però che lincidente di stamane, il primo nella storia della Germania dal 1945 ad oggi, rivela una difficoltà che il sistema politico, ovvero la maggioranza incardinata su una Cdu-Csu non stabile e non affidabile, fatica a governare. Con tutto ciò che questo implica per il resto dellEuropa.

Germania, Meloni si congratula con Merz: insieme per fare differenza

Roma, 6 mag. (askanews) – “Congratulazioni a Friedrich Merz per la sua elezione a Cancelliere federale tedesco. La collaborazione tra Italia e Germania è fondamentale per affrontare le sfide che caratterizzano l’attuale contesto internazionale. Sono certa che sapremo raggiungere insieme risultati importanti non solo a livello bilaterale ma anche a livello UE, G7 e NATO e sui principali dossier internazionali”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Credo in particolare – aggiunge – che Germania e Italia, le due più importanti economie manifatturiere d’Europa, possano fare la differenza per il rilancio della competitività, in particolare del settore automobilistico, così come per la costruzione di partenariati paritari con l’Africa e per il contrasto all’immigrazione irregolare”.

Sciopero treni, i sindacati: adesione quasi totale. Cancellazioni e ritardi, forti disagi per i passeggeric

Roma, 6 mag. (askanews) – “Una massiccia adesione, quasi totale, nel rispetto della normativa, dei lavoratori delle ferrovie e degli appalti allo sciopero nazionale di 8 ore indetto per il rinnovo del contratto nazionale”. A riferirlo sono Filt, Fit e Uiltrasporti, sottolineando che “si sono registrate molte cancellazioni in partenza e ritardi dei treni che sono partiti”.

“Siamo disponibili da subito – spiegano le organizzazioni sindacali – a riprendere la trattativa per raggiungere un’intesa per il rinnovo che dia una risposta adeguata in termini di salario, di normativa, con la garanzia di turni di lavoro che prevedano un incremento sostanziale dei riposi, che valorizzino le indennità per i circa 100mila lavoratori a cui si applica il contratto. Molto partecipati anche i presidi – aggiungono – organizzati nelle principali stazioni a sostegno della mobilitazione per lo sciopero”.

Il Conclave, i riti e i segreti dei cardinali custoditi nella Capella Sistina

Città del Vaticano, 6 mag. (askanews) – Domani la Cappella Sistina tornerà ad ospitare il Conclave, un rito antico e solenne che da secoli accompagna la “nascita” dei nuovi Papi. Un evento di portata mondiale che sarà accompagnato anche da misure di massima segretezza nei luoghi in cui si svolgerà. Un fatto questo per nulla nuovo come lo stesso nome indica: dal latino “cum clave”, cioè “chiuso con la chiave” o “sottochiave”.

Per quanto riguarda la Cappella Sistina questa, ha spiegato la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Iatta sarà arredata con sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun Cardinale Elettore, e tavoli di legno grezzo, coperti da un panno beige e satin bordeaux, disposti su due file di diverso livello. Davanti all’altare, sotto il Giudizio Universale affrescato da Michelangelo, un tavolo per l’urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti, e un leggio con il Vangelo sul quale i porporati presteranno giuramento”.

I 133 Cardinali chiamati ad eleggere il 267° successore di Pietro non cammineranno sul pavimento cosmatesco della Cappella Sistina, ma su una struttura piana in legno coperta da un panno beige, alta 50-60 centimetri da terra ed in linea con il secondo gradino dell’altare. “Per ogni porporato – ha poi aggiunto la Iatta – sono previsti anche un sacchetto in velluto per ritirare le schede e i segnaposti con il loro nome, insieme ad una penna, una cartellina rossa d’appoggio e una scheda per lo scrutinio”.

Come detto, per tutti è fatto divieto assoluto di utilizzare qualsiasi dispositivo elettronico o mettersi in contatto con l’esterno e gli stessi cardinali saranno obbligati a lasciare fuori dalla cappella telefonini e qualsivoglia sistema elettronico mentre il Governatorato vaticano ha già annunciato che, con lo scattare del Conclave nell’area della Città del Vaticano tutti i ripetitori per le comunicazioni saranno schermati.

I riti del Conclave per l’elezione del successore di Francesco saranno aperti nella Basilica di San Pietro dalla messa solenne “Pro eligendo Pontifice”, al termine della quale tutti i Cardinali Elettori si recheranno in Cappella Sistina per l’inizio del vero e proprio Conclave. Sarà solo al termine del giuramento – e con la frase conclusiva “extra omnes” (“fuori tutti”) pronunciata dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, mons. Diego Ravelli – che prenderà il via ufficialmente il Conclave, e quindi l’inizio delle operazioni di voto.

Nel primo giorno si terrà una sola votazione, mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio. Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase “Eligo in Summum Pontificem”, ogni singolo Cardinale Elettore si avvierà verso l’altare con la scheda piegata e ben visibile, la adagerà su un piatto d’argento poggiato su un’urna e poi la lascerà scivolare all’interno.

L’ormai celebre fumata che annuncerà al mondo l’elezione del nuovo Romano Pontefice sarà prodotta da una stufa che, dal 1939, è parte integrante dell’arredo della Cappella Sistina. La stufa, in realtà due strutture simili collegate, dalla cui canna fumaria uscirà la “fumata”, renderà noto a tutti i risultati delle votazioni, resi visibili dal colore delle fumate stesse che usciranno dal comignolo installato sulla copertura della Cappella: fumata nera nei casi di non raggiunta maggioranza, fumata bianca per la elezione del nuovo Sommo Pontefice. La stufa, in ghisa, di forma cilindrica rastremata, ha un’altezza pari a 1 metro circa ed è di diametro medio pari a 0.45
metri, dotata di uno sportello inferiore per l’accensione dell’innesco, con valvola manuale di regolazione del tiraggio e di uno sportello superiore per l’introduzione dei documenti da
bruciare. Le fumate nere saranno ottenute con la bruciatura delle schede; la fumata bianca con la bruciatura delle schede e di paglia umida. Il tutto “aiutato” con l’introduzione nel luoghi di bruciatura di alcuni agenti chimici che renderanno i colori più marcati per una visione più chiara.

Nel conclave del 2005 venne anche utilizzata per la prima volta un’apparecchiatura ausiliaria a fumogeni per incrementare la visibilità delle fumate. Per migliorare il tiraggio, la canna
è preriscaldata mediante resistenze elettriche ed è dotata di un ventilatore da avviare in caso di necessità.

Il Conclave, i riti e i segreti dei cardinali custoditi nella Capella Sistina

Città del Vaticano, 6 mag. (askanews) – Domani la Cappella Sistina tornerà ad ospitare il Conclave, un rito antico e solenne che da secoli accompagna la “nascita” dei nuovi Papi. Un evento di portata mondiale che sarà accompagnato anche da misure di massima segretezza nei luoghi in cui si svolgerà. Un fatto questo per nulla nuovo come lo stesso nome indica: dal latino “cum clave”, cioè “chiuso con la chiave” o “sottochiave”.

Per quanto riguarda la Cappella Sistina questa, ha spiegato la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Iatta sarà arredata con sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun Cardinale Elettore, e tavoli di legno grezzo, coperti da un panno beige e satin bordeaux, disposti su due file di diverso livello. Davanti all’altare, sotto il Giudizio Universale affrescato da Michelangelo, un tavolo per l’urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti, e un leggio con il Vangelo sul quale i porporati presteranno giuramento”.

I 133 Cardinali chiamati ad eleggere il 267° successore di Pietro non cammineranno sul pavimento cosmatesco della Cappella Sistina, ma su una struttura piana in legno coperta da un panno beige, alta 50-60 centimetri da terra ed in linea con il secondo gradino dell’altare. “Per ogni porporato – ha poi aggiunto la Iatta – sono previsti anche un sacchetto in velluto per ritirare le schede e i segnaposti con il loro nome, insieme ad una penna, una cartellina rossa d’appoggio e una scheda per lo scrutinio”.

Come detto, per tutti è fatto divieto assoluto di utilizzare qualsiasi dispositivo elettronico o mettersi in contatto con l’esterno e gli stessi cardinali saranno obbligati a lasciare fuori dalla cappella telefonini e qualsivoglia sistema elettronico mentre il Governatorato vaticano ha già annunciato che, con lo scattare del Conclave nell’area della Città del Vaticano tutti i ripetitori per le comunicazioni saranno schermati.

I riti del Conclave per l’elezione del successore di Francesco saranno aperti nella Basilica di San Pietro dalla messa solenne “Pro eligendo Pontifice”, al termine della quale tutti i Cardinali Elettori si recheranno in Cappella Sistina per l’inizio del vero e proprio Conclave. Sarà solo al termine del giuramento – e con la frase conclusiva “extra omnes” (“fuori tutti”) pronunciata dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, mons. Diego Ravelli – che prenderà il via ufficialmente il Conclave, e quindi l’inizio delle operazioni di voto.

Nel primo giorno si terrà una sola votazione, mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio. Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase “Eligo in Summum Pontificem”, ogni singolo Cardinale Elettore si avvierà verso l’altare con la scheda piegata e ben visibile, la adagerà su un piatto d’argento poggiato su un’urna e poi la lascerà scivolare all’interno.

Coopservice, welfare, contrattazione e sostenibilit

Roma, 6 mag. – Mentre il Governo si prepara a incontrare gioved i sindacati a Palazzo Chigi per discutere delle morti sul lavoro e delle politiche per la sicurezza, Coopservice lancia da Roma un messaggio chiaro: la sicurezza non si risolve solo con le norme, ma integrando welfare, contrattazione collettiva e sostenibilit all’interno dei processi aziendali.

Al convegno “Sostenibilit, Sicurezza e Innovazione nei servizi di Facility Management”, organizzato nell’ambito della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, ha lanciato il suo messaggio il presidente del Cnel Renato Brunetta e sono intervenuti accademici ed esperti. Al centro, una nuova visione della sicurezza, come leva per un lavoro pi dignitoso, inclusivo e sostenibile.

Siamo una cooperativa che mette al centro la persona e il lavoro buono – ha dichiarato Roberto Olivi, presidente di Coopservice – Applichiamo i contratti collettivi nazionali a tutti i nostri 13.000 lavoratori (20.000 considerando il gruppo), oltre il 90% a tempo indeterminato, il 62% donne e il 20% stranieri. Investiamo in formazione e risorse per costruire ambienti sicuri e inclusivi. Non solo per ridurre gli infortuni, ma per costruire un nuovo modello di welfare integrato .

Un modello premiato dai numeri e dai risultati concreti: dal 2018 al 2024 l’indice di frequenza degli infortuni in Coopservice calato del 27%. Un risultato ottenuto grazie a progetti innovativi come Think Safe, Safety Talk, One-page Safety Lesson e la gara “Zero Accident Race” che ha premiato i cantieri senza infortuni, riconoscendo incentivi economici ai 548 addetti dei siti vincitori: 1 posto: Azienda Sanitaria Provinciale di Messina (227 addetti), 2 posto: Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia (167 addetti) e 3 posto: Ospedale Niguarda di Milano (154 addetti).

Hanno inoltre ricevuto una menzione i cantieri con zero infortuni e piena conformit normativa, tra cui: Ospedale di Ascoli Piceno, Ospedale di Summano, Ospedale di Castelfranco Veneto, Universit di Firenze, Citt Metropolitana di Firenze.

Durante l’evento stata presentata una ricerca di ASviS che propone una visione integrata della sicurezza sul lavoro e della sostenibilit ambientale, evidenziando la necessit di rafforzare la contrattazione collettiva per accompagnare la transizione ecologica e digitale senza lasciare indietro i lavoratori. La ricerca chiede incentivi per le imprese che adottano pratiche pi sostenibili e la promozione di un nuovo Accordo Governo-parti sociali ispirato all’Agenda 2030, per costruire un sistema produttivo pi sicuro, inclusivo ed ecologico.

Promuovere un confronto aperto e qualificato sui temi della sicurezza sul lavoro, del welfare e dell’innovazione tecnologica un contributo fondamentale per costruire ambienti di lavoro pi sicuri, inclusivi ed efficienti, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 – ha dichiarato il presidente del Cnel Renato Brunetta – La svolta nella sicurezza sul lavoro passa dalla partecipazione attiva dei corpi intermedi e delle rappresentanze sociali, per arrivare a una strategia nazionale accompagnata da un piano d’azione concreto, in grado di allineare il nostro Paese alle esperienze europee pi virtuose .

Il messaggio lanciato da Coopservice arriva proprio nei giorni in cui il tema della sicurezza torna al centro del dibattito politico, alla vigilia del tavolo con i sindacati convocato dal Governo per gioved a Palazzo Chigi.

Deloitte e ISPI con i leader del futuro a NEXT Milan Forum

Milano, 6 mag. (askanews) – All’Universit Bocconi di Milano la seconda edizione del NEXT Milan Forum, promossa da ISPI, Bocconi e OECD con Deloitte, nel ruolo di Knowledge partner ufficiale, accende i riflettori sulle sfide globali con i giovani che si fanno promotori del cambiamento. NEXT un’occasione preziosa per dare spazio e ascolto a una nuova generazione di leader che vuole contribuire in modo attivo alla costruzione di un futuro pi equo, sostenibile e inclusivo. Abbiamo parlato con Fabio Pompei, CEO Deloitte Central Mediterranean:

“Le imprese da sole o le istituzioni da sole non possono affrontare sfide cos complesse, c’ bisogno di lavorare insieme, di mettersi al tavolo insieme, e come Deloitte cerchiamo di essere dei facilitatori di questi momenti d’incontro, di questi momenti di dialogo, perch solo attraverso questo dialogo che potranno venire delle soluzioni efficaci”.

L’iniziativa porta a Milano circa 1.000 giovani (20-35 anni) da oltre 60 Paesi del mondo. poi intervenuto Antonio Villafranca Vice Presidente per la Ricerca dell’ISPI:

“Abbiamo 1000 giovani da oltre 60 paesi del mondo, tutti i continenti coperti, che affronteranno, dialogheranno tra di loro e si confronteranno con personalit di primo piano a livello internazionale sulle grandi questioni globali, e quindi ovviamente le questioni legate alla sostenibilit e al climate change, le questioni legate all’intelligenza artificiale e alla transizione digitale, ma anche la grande conflittualit che contraddistingue appunto il contesto internazionale, conflittualit da un punto di vista geopolitico, ma anche da un punto di vista economico, e quindi anche la questione dei razzi”.

NEXT 2025 si conferma dunque una piattaforma strategica per la co-creazione del futuro, dove giovani leader, istituzioni e imprese collaborano per affrontare insieme le principali sfide globali, promuovendo un dialogo strutturato tra diverse generazioni e settori. In questo contesto Deloitte pone l’attenzione sul nuovo Centro di Public Policy & Stakeholder Relations. Infine intervenuto Andrea Poggi, Head of Deloitte PP&SR Centre:

“Come Deloitte crediamo che c’ un fattore critico di successo in questo confronto tra istituzioni, societ civile e imprese e con protagonisti giovani, che l’attenzione all’innovazione, all’innovazione sostenibile. Sono le nuove tecnologie, le tecnologie GLEAN, l’attenzione all’intelligenza artificiale e a tutto quello che ne consegue, che possono fornire le giuste risposte ai giusti mezzi e che, mi permetto di dire, sono chiaramente nel DNA dei giovani e delle giovani generazioni”.

L’intento dell’evento quello di generare un impatto concreto e duraturo, che possa leggere e anticipare il futuro di cui questi giovani sono protagonisti.

Germania, Merz eletto Cancelliere al secondo scrutinio

Roma, 6 mag. (askanews) – Il leader della Cdu/Csu Friedrich Merz è stato eletto Cancelliere al secondo scrutinio: dopo la bocciatura di stamattina, il Bundestag ha approvato la sua nomina con 325 voti, nove in più della maggioranza richiesta.

In teoria i voti a disposizione della coalizione Cdu-Spd sono 328, dodici in più della maggioranza:
all’appello mancano quindi tre voti – esattamente il numero delle schede non valide, cui si è aggiunta un’astensione. Merz è quindi riuscito a ricucire nel giro di poche ore quello che gli analisti hanno interpretato come uno strappo all’interno del suo partito, dove una frangia di deputati sarebbe stata più incline a trattare con l’ultradestra dell’Afd piuttosto che con i socialdemocratici; resta da vedere se e con quali concessioni.

Politecnico di Milano, presentata “JRP NUCLEARE”

Milano, 6 mag. (askanews) – Una piattaforma di cooperazione pensata per affrontare le sfide energetiche del futuro attraverso l’analisi e l’innovazione scientifica e tecnologica. con intenti innovativi che, luned 5 maggio, a Milano stata presentata la nuova Joint Research Partnership (JRP). Nata su iniziativa del Politecnico di Milano con la Fondazione Politecnico di Milano e AIN Associazione Italiana Nucleare, insieme a quattro aziende fondatrici: Enel, ENI, Edison e Ansaldo Nucleare si tratta di un ecosistema di collaborazione, dove imprese, istituzioni, ricercatori e stakeholder si uniscono per sviluppare soluzioni all’avanguardia nel campo dell’energia nucleare.

L’evento di presentazione si svolto proprio all’interno dell’Aula Magna dell’Ateneo, che stato designato come Centro di Collaborazione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).

Per questo, ad aprire i lavori stata Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, che ha sottolineato il valore che la JRP Nucleare avr: “Il lancio di questa iniziativa (JRP) nel campo dell’ingegneria nucleare rappresenta un’occasione importante per il Politecnico di Milano che, con l’aiuto della Fondazione, mira a creare una comunit di riferimento intorno a un tema centrale nelle politiche di sviluppo dell’Unione Europea e del governo italiano. – ha sottolineato Sciuto – La decisione di includere o meno il nucleare nel mix energetico, di investire in innovazione e in nuove competenze dipende da diversi fattori: da una valutazione equilibrata dei rischi e dei benefici; dalle priorit politiche e ambientali; dalla disponibilit di risorse economiche e tecnologiche. Ecco perch, intorno a questo tema, altamente complesso e polarizzante, necessario puntare sulla relazione con le imprese e con gli enti protagonisti del settore per tracciarne insieme le dinamiche evolutive.”

A commentare la nascita di JRP Nucleare stato anche Stefano Monti, Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, che ha fatto il punto sull’accoglienza del settore inerente la nuova piattaforma. “L’Associazione Italiana Nucleare accoglie con entusiasmo questa nuova iniziativa – ha spiegato Monti – che contribuisce in maniera concreta a porre il nucleare per usi pacifici sempre pi al centro del dibattito italiano – sottolinea Stefano Monti presidente di AIN. I soggetti coinvolti rappresentano una parte importante ed essenziale del nucleare italiano e saranno dunque fondamentali per portare avanti in maniera sinergica azioni concrete nelle varie aree di interesse industriale ed istituzionale. Come nella tradizione AIN e POLIMI, l’interazione continua con gli altri stakeholder nazionali ed il raccordo coi contesti europei ed internazionali pi rilevanti saranno garanzia di visione prospettica e, in definitiva, di successo dell’iniziativa”.

Il tema del nucleare sar centrale nei prossimi anni e nel favorire la transizione energetica, con la nascita del Joint Research Partnership che intende favorire i processi. Una piattaforma aperta e autorevole dove imprese, ricercatori, policy maker estakeholder possono confrontarsi, condividere analisi e visioni, progettare insieme strategie e soluzioni tecnologiche avanzate per contribuire alla transizione energetica: quella appena nata pu essere una soluzione modello per l’Italia e per l’Europa, come evidenziato dal professor Marco Ricotti, Responsabile scientifico del JRP Nucleare:

“Il tema legato al nucleare importante perch rappresenta, per l’Italia e l’Europa una possibile risposta a tre grandi sfide che stiamo affrontando – chiarisce Ricotti – la decarbonizzazione, la dipendenza energetica da altri paesi, che diventata drammaticamente evidente con la guerra in Ucraina e la competitivit industriale, la quale senza un’energia sicura e a costi sostenibili rischia seriamente di indebolirsi. tempo di affrontare il nodo dell’autonomia, della sicurezza e della solidit del nostro sistema produttivo. In questo quadro, il nucleare torna al centro del dibattito, non come unica soluzione, ma come una delle leve da considerare con pragmatismo e visione”.

La nascita della JRP pu segnare, dunque, un importante punto di svolta nel mercato del nucleare in Italia, donando al settore un fondamentale luogo di interconnessione fra i soggetti coinvolti nel suo sviluppo.

Ascolti la7 aprile 2025, +15% in prime time terza dopo Rai1 e Canale5

Roma, 6 mag. (askanews) – Eccellenti ascolti ad aprile 2025 (1-30) per La7, che – fa sapere l’emittente del Gruppo Cairo – cresce in prime time (20:30/22:30) attestandosi al 6,6% (+15%) con 1,3 milioni di spettatori (+10%), facendo segnare il terzo posto assoluto dietro solo a Rai1 e Canale5 e ottenendo la miglior share di sempre.

Ottima anche la giornata (07.00/02.00), dove la tv del Gruppo Cairo Communication si attesta al 4,7%, (+ 18%), risultando il canale generalista che cresce di più.

Eccellenti i risultati come sempre anche sui target pregiati. Nella fascia di prime time (20.30/22.30) la Rete diretta da Andrea Salerno è seconda nella CSE alta (classe socioeconomica elevata) con il 13,5% (+15%) e sui laureati con il 15,2% (+15%).

In crescita i podcast sulle varie piattaforme, compreso YouTube, pari a 1,3milioni, (+242%).

Sui social network sono 8,3 milioni i follower dei profili de La7 e dei suoi programmi (+14%), e 4,8 milioni le interazioni social (+41%).

Crescono gli audiolibri in Italia: 11,4 milioni di ascoltatori

Milano, 6 mag. (askanews) – Nel 2025 continua a crescere il numero di persone che ascoltano gli audiolibri. quanto emerge dall’ultima ricerca di NielsenIQ per Audible, la societ Amazon tra i maggiori player nella produzione e distribuzione di audio entertainment, che ogni anno misura il gradimento del pubblico italiano.

“A oggi in Italia – ha detto ad askanews Francesco Bono, Content director Italia, Francia e Spagna di Audible – ci sono 11,4 milioni di persone che ascoltano audiolibri ed un numero estremamente interessante. Innanzitutto cresce di circa 300 mila persone anno su anno: rispetto al 2024 ci sono 300 mila nuovi ascoltatori di audiolibri in Italia. Ma ancora pi interessante se lo vediamo in una prospettiva temporale pi lunga: nel 2021 erano circa 10 milioni vuol dire che in questi 4 anni c’ stata una crescita di 1,4 milioni di persone che hanno imparato a utilizzare gli audiolibri per seguire, appassionarsi alle storie e agli autori che amano”.

Secondo la ricerca gli audiolibri piacciono perch consentono di essere multitasking e sale la percentuale di chi li ascolta negli spostamenti, per combattere la noia e intrattenersi. I generi preferiti dagli italiani nel 2025 sono: narrativa, fantasy, thriller, seguiti a poca distanza da crime e classici. Ma qual l’identikit dell’ascoltatore italiano? “L’ascoltatore di audiolibri – ha aggiunto Francesco Bono – tendenzialmente un lettore, tendenzialmente forte o fortissimo. I due segmenti di et pi comuni tra gli ascoltatori di libri sono 45-54 anni e 25-34 anni. Non assolutamente vero, sfatiamo un mito che il lettore di audiolibri abbandona i libri, non vero, un lettore che continua a leggere non solo, ma continua ad acquistare i libri”.

In questo senso la ricerca evidenzia che il 52% degli intervistati dichiara di avere comprato il libro cartaceo dopo aver ascoltato l’audiolibro e circa il 55% ascolta un libro che ha gi letto mentre il 48% compra un libro dopo averlo ascoltato.

Simeone: la comunità italiana in Perù è molto importante

Roma, 6 mag. (askanews) – (di Pierluigi Allotti) Antonio Simeone, 80 anni, sardo di Iglesias, vive in Perù dalla fine degli anni Sessanta. Punto di riferimento della comunità italiana locale, è titolare di un’azienda metalmeccanica e da due anni è Presidente del Com.it.es Perù. I Comites – Comitati per gli italiani all’estero – sono organi rappresentativi elettivi che si possono costituire per legge nelle circoscrizioni consolari con oltre 3 mila italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Askanews ha incontrato Simeone.

Parlaci della tua esperienza. Quando sei arrivato in Perù.

Sono venuto qua tra la fine del ’67 e l’inizio del ’68, sono qui in Perù da 57 anni: 23 anni li ho passati in Italia e 57 qua. Compio quest’anno 80 anni. Sono nato a Iglesias, in Sardegna, il centro minerario italiano più importante a quell’epoca. Sono perito minerario. Ho lavorato due anni in miniera, come perito appunto. La miniera era a 150 chilometri da casa mia. Andavo la domenica o il lunedì e il fine settimana tornavo a casa. Avevamo solamente 12 giorni di vacanza e non è che ci fosse molto da fare nel mio paese e anche l’Italia non offriva molto sul continente. Avevo 21-22 anni e non era la vita che volevo fare. Decisi di andare via dall’Italia. Da perito minerario potevo fare ricerche petrolifere, feci richiesta all’Agip per andare in Libia, ma quello era il periodo in cui Gheddafi stava cacciando gli stranieri. I miei genitori si sono opposti e mi hanno impedito di partire. Un mio lontano parente aveva un fratello che viveva in Perù dal 1947 e così mi sono licenziato e sono partito. Ho trovato lavoro in un’azienda metalmeccanica di un italiano che cercava proprio un giovane italiano. Ho fatto esperienza e dopo alcuni anni, insieme a un socio peruviano, che ora purtroppo è morto, ho messo su una piccola azienda metalmeccanica, che oggi, dopo 45 anni, è una realtà affermata. Abbiamo più di 70 dipendenti e 40 macchine utensili. In Perù ho conosciuto anche mia moglie, una donna peruviana. I miei genitori non poterono venire al matrimonio. Mia moglie andò lei a conoscerli in Sardegna con il mio primo figlio di due anni, e poi i miei genitori vennero a trovarci nel 1974. Scoprirono che Lima è una città bella e accogliente, che avevo un bel gruppo di amici, e si sono così tranquillizzati.

Quando è grande la comunità italiana in Perù?

È una comunità importante. Quelli con passaporto e nazionalità italiana sono tra i 40 e i 50 mila, ma i discendenti italiani in Perù, di quarta e di quinta generazione, sono più o meno un milione. Di prima generazione siamo pochi, l’emigrazione dall’Italia dopo il 1968 cessò perché il Paese aveva conosciuto il benessere. Io mi considero uno degli ultimi veri emigranti. Molti italiani vengono qui per ragioni di lavoro ma dopo quattro o cinque anni tornano in Italia. Il Perù ha avuto un’emigrazione importante molto prima degli anni Sessanta, prima della guerra e un po’ dopo la guerra. Alcuni italiani hanno fatto la storia economica del Paese, ci sono aziende importanti che hanno ancora il nome italiano anche se sono state vendute nel frattempo a gruppi multinazionali. Penso a Nicolini, una grossa impresa del settore alimentare, o anche D’Onofrio, azienda dolciaria ormai in mano a Nestlé. Il gruppo Brescia è molto grande e opera in più settori (miniere, hotel ecc.), ma anche la banca più grande del Perù, il BCP, prima era il Banco italiano, fondato da italiani venuti al principio del Novecento. Ci sono inoltre i Larco, che avevano la famosa azienda Roma, un’azienda enorme che operava nella Sierra nella Selva e lungo la Costa, cioè era una striscia che prendeva il Perù completo. Poi anche questa è passata dai Larco ai Gildemeister. Infine non possiamo non ricordare Antonio Raimondi, il più grande naturalista del Perù vissuto nel XIX secolo, a cui è stato intitolato il Colegio Raimondi. Diciamo quindi che la storia degli italiani è molto importante e molto conosciuta e riconosciuta qui in Perù. Gli italiani, non solo in Perù sono benvoluti perché sono socievoli e riescono a integrarsi bene.

E l’attività con il Comites quando è cominciata?

Cominciamo dall’inizio. In principio mi sono inserito più nella comunità peruviana, per il motivo che mi sono sposato con mia moglie. Non avevo parenti, amici, qualche collega di lavoro. Dopo diversi anni ci siamo riuniti con persone della comunità italiana, però discendenti di sardi, della Sardegna. Quindi abbiamo creato la prima associazione sarda del Perù, che ho presieduto per diversi anni, poi sono stato consultore regionale per più di cinque anni presenti qua. Sono stato presidente dell’Associazione italiana del Perù, per quattro anni, ho partecipato a diversi consigli direttivi come quello del Colegio Raimondi, sono Presidente Onorario del Patronato Inca, che è il Patronato della Cgil, e da due anni sono presidente del Comites.

Quali sono le funzioni del Comites.

Il Comites svolge essenzialmente una funzione di raccordo e coordinamento tra le diverse istituzioni, e fa da filtro tra la comunità italiana e l’Ambasciata. Spesso arrivano tantissime richieste di aiuto per quanto riguarda la cittadinanza o per altri problemi specifici. Molto spesso il lavoro che fa il Comites è quello di mettere in contatto il cittadino, il connazionale, o il possibile connazionale, con l’Ambasciata. A volte sono arrivate anche richieste di aiuto per problemi molto gravi e qui credo sia molto utile la funzione del Comites, perché l’Ambasciata comunque ha un numero di dipendenti che non è altissimo, le richieste che arrivano all’Ambasciata sono tantissime, sono oberati di lavoro, e quindi spesso il Comites è utile perché aiuta nella segnalazione di determinati casi che l’Ambasciata può verificare e prendere in carico. Il lavoro diplomatico e di assistenza ai cittadini italiani non è facile in Perù, questo Paese ha un territorio enorme e i collegamenti fra le varie zone non sono ottimali. Molte persone raggiungono con difficoltà la capitale e bisogna anche considerare che il Perù è un Paese molto centralizzato e tutto confluisce verso la città di Lima.

In questo momento stiamo cercando di salvare una scuola italiana, il Colegio Santa Margarita, la prima scuola italiana latino-americana fondata 152 anni fa. Versa in una profonda crisi finanziaria e stiamo intervenendo. Vorremmo che qualche istituzione, come il Colegio Raimondi, ricordato prima, un collegio di élite, se ne faccia carico. Durante il periodo del Covid – dall’inizio della pandemia fino al 2023 – erogammo un aiuto economico ai connazionali in difficoltà, un’attività a mio giudizio molto importante. Il Comites formò una commissione di aiuto finanziata da una istituzione italiana e poi successivamente anche dall’Ambasciata. Inoltre, ogni anno – o quasi ogni anno, dipende dalla risorse a disposizione – il Comites organizza due eventi a cui teniamo molto: il premio all’eccellenza italiana, nel quale noi selezioniamo una serie di personalità – italiani madrelingua o italo-peruviani – che si sono distinti in ambito imprenditoriale, artistico e sociale, e un altro evento importantissimo è il Congresso dei giovani italiani del Perù, nel quale ci si riunisce e si fanno delle conferenze su determinate tematiche.

Come tutti i Comites, noi realizziamo anche progetti integrativi, con fondi messi a disposizione dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Nel corso degli anni ne abbiamo realizzati diversi: mostre, eventi culturali, abbiamo fatto anche un canale YouTube, che ha raggiunto ottimi risultati in termini di diffusione. Un tema che come Comites abbiamo molto a cuore e che abbiamo promosso con diversi progetti integrativi nel corso degli anni, è la diffusione e l’insegnamento della lingua e della cultura italiana. Questi progetti sono stati destinati, in particolar modo, ai discendenti che volevano connettersi alle proprie radici. Adesso abbiamo presentato nuovi progetti e siamo in attesa di vedere se li approvano.

La comunità italiana come vive il proprio legame con l’Italia? C’è interesse per ciò che avviene in Italia?

Ovviamente c’è un profondo legame e si seguono con interesse le vicende italiane. Ad esempio il calcio italiano, tra i più rinomati, è molto seguito. L’importante però è che la Rai mantenga il suo segnale perché sulla Rai si possono trovare programmi culturali, sportivi, sulle varie regioni italiane. È importante per gli italiani che vivono qui, è uno strumento per conoscere l’Italia da lontano, oltre ad essere fondamentale per chi studia italiano in quanto è un modo per fare pratica con la comprensione della lingua. Purtroppo qui in Perù il segnale della Rai è in sospeso, ancora arriva ma se non rinnovano il contratto con Telefonica non lo avremo più. Un altro problema riguarda la modalità di acquisizione della cittadinanza, in particolare per i coniugi stranieri di cittadini italiani. Qui ci sono coppie miste, italiani e peruviani, sposate anche da molti anni e con figli, epperò il coniuge straniero non riesce a ottenere il passaporto perché magari non parla l’italiano, ma se sono matrimoni effettivi e non fittizi andrebbero agevolati.

Troppe armi e coltelli in giro (anche a minori). Pdl Pd a Camere

Roma, 6 mag. (askanews) – Troppe armi da fuoco in giro, troppi minorenni che hanno in tasca un coltello: per arginare questo fenomeno “preoccupante” e l’equazione “più armi, più sicurezza” il Pd ha presentato una proposta di legge alla Camera, sulla vendita, in particolare e anche on line, delle armi ai minori, e una al Senato, sull’acquisto delle armi ad uso privato, per mettere in campo norme di prevenzione e di contrasto a possibili episodi di violenza.

“Era necessario intervenire anche sul piano normativo per colmare un vuoto e mettere l’accento su un’esigenza di prevenzione. Con la pdl vogliamo informare e formare i ragazzi, ma anche coloro che vendono armi e in particolare i coltelli ai minori” ha osservato la deputata del Pd e responsabile Giustizia del partito Debora Serracchiani durante una conferenza stampa alla Camera, alla quale hanno partecipato anche i senatori Dem Filippo Sensi e Walter Verini. “La risposta non è mai solo lo strumento penale – ha sottolineato Serracchiani -, tant’è vero che siamo contrari al decreto Sicurezza varato da governo che fa mera repressione e talvolta è repressione al dissenso, abbiamo affrontato, invece, i temi dell’acquisto di armi a uso privato e della vendita on line delle armi ai minori con norme che puntano alla prevenzione”.

La proposta di legge presentata alla Camera prevede, tra l’altro, l’istituzione di corsi gratuiti nelle scuole, in collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura, nei quali si possa spiegare ai ragazzi cosa significa girare con un’arma, in particolare con un coltello, e quali conseguenze ci sono nel caso la si usi visto che, tra l’altro, “molti ragazzi non sanno che quelle che a loro possono sembrare bravate compiuti i 14 anni diventato reati, sono comportamenti che vengono puniti e che hanno conseguenze sulle loro vite”. C’è poi l’altra faccia della medaglia, quella delle imprese commerciali che vendono, spesso on line, i coltelli ai minori e qui, ha spiegato Serracchiani, “attraverso la modifica di un articolo di legge si punta ad adottare modelli organizzativi che le aiutino ad evitare di vendere armi o coltelli a minori”.

Dopo la prevenzione “c’è lo strumento penale con l’introduzione di una contravvenzione che copre il vuoto legislativo sulla vendita di armi e coltelli ai minori”: si prevede “l’arresto fino a 3 anni” e una multa che può raggiungere i 10mila euro. Una proposta di legge sullo stesso tema dell’acquisto di armi per uso privato è incardinata nella prima commissione del Senato. E’ una proposta che chiaramente esclude l’attività venatoria, spiega il senatore Walter Verini, ma si concentra su un fenomeno che desta allarme sociale sperando che il percorso parallelo, a Camera e Senato, possa garantire di “aggredire e contrastare il problema”.

“Ci sono troppe armi in giro e il Pd vuole dire basta a questa situazione drammatica. Non è nemmeno possibile quantificare con esattezza la platea dei meri detentori di armi”, osserva Verini, ma “sappiamo che molte risse banali tra vicini o in famiglia sfociano in tragedia perchè c’è arma” e allora, nella pdl si prevede che “se un cittadino va in un negozio di armi e chiede di acquistare un’arma viene immediatamente trasmessa la richiesta alla Questura e alle forze di polizia e comunicata anche ai familiari e ai conviventi di quella persona. La Questura incrocia i dati e verifica se ci sono carichi pendenti… Questo è un primo alert per prevenire”. Inoltre per detenere legalmente un’arma “non basta una visita medica una tantum, prevediamo organi collegiali medici che verifichino annualmente” le condizioni psicofisiche della persona che la possiede e ci sarà anche un a “intensificazione dei controlli” per chi compra un’arma per esercitarsi al poligono.

Secondo alcune stime, ha osservato il senatore Dem Filippo Sensi “ci sono più di 5 milioni di armi in giro per il paese, un italiano su dieci ha un’arma, una famiglia su cinque possiede un’arma. Quindi la nostra proposta di legge non nasce sulla base dell’emotività suscitata dagli ultimi fatti di cronaca. Sappiamo che tutte le città italiane conoscono questo tipo di episodi e c’è un allarme che viene dalle forze di sicurezza sulla diffusione delle armi da taglio tra i ragazzini. Portando un coltello non sei più sicuro, ma più esposto a reazioni e controreazioni. La pdl non è allarmistica né repressiva ma di contrasto e di prevenzione” e si distingue dalla “guerra privata del governo nei confronti dei giovani, noi non vogliamo punire i giovani ma la questione della sicurezza va presidiata”.

Sulle due proposte di legge, hanno spiegato gli esponenti Dem, si cercano “più convergenze possibili tra le opposizioni” e ce ne sono di già – la proposta al Senato è stata firmata anche da senatori di Italia Viva, Avs e M5s – ma anche tra le frze della maggioranza. “La proposta del Pd – ha concluso Verini – è aperta a tutti i gruppi politici di maggioranza e opposizione. Temo che la maggioranza sia prigioniera dell’idea più armi e più sicurezza, ma è il contrario e quando hai un’arma può capitare che la usi anche a un veglione di Capodanno…”.

Gas, prezzi per famiglie Ue ai massimi e Italia terzo Paese più caro

Roma, 6 mag. (askanews) – L’Italia è il terzo paese più caro di tutta l’Unione europea – dove i prezzi medi sono saliti a nuovi massimi storici – in termini di costo del gas per le famiglie, con 15,86 euro ogni 100 kWh. Peggio fanno solo la Svezia, a 18,93 euro e l’Olanda, a 16,71 euro ogni 100 kWh. Lo riporta Eurostat, con uno studio che mette in rilievo le ampie divergenze di prezzi tra paesi dell’Unione sul gas per le utenze domestiche.

I prezzi più contenuti si registrano in Ungheria, con 3,20 euro per 100 kWh, il paese che più di tutti nella Ue sta mantenendo forniture dalla Russia, seguita dalla Croazia (4,60 euro) e dalla Romania (5,40 euro).

Secondo l’ente di statistica comunitario, l’Italia risulta addirittura il secondo paese più caro per il gas alle famiglie in base ai prezzi espressi a parità di potere d’acquisto (Pps) con 16,49 euro ogni 100 kWh, dietro Portogallo (16,60 euro) e Svezia (16,08 euro). Anche in questo caso il prezzo più basso si registra in Ungheria (4,72 euro), ma in questo caso a seguire è il Lussemburgo (5,57 euro) e poi la Croazia (6,67 euro).

Eurostat riporta che nella seconda metà del 2024 i prezzi medi del gas per le utenze domestiche nella Ue hanno registrato il primo aumento dopo una serie di cali, che avevano seguito che l’impennata innescata dalla crisi con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le sanzioni contro le forniture da Mosca. Il prezzo medio è salito a 12,33 per 100 kWh nel periodo in esame, da 11,04 euro nella prima metà dell’anno ed è il più elevato nelle serie storiche, che iniziano nel 2008.

Secondo Eurostat, il livello attuale dei prezzi è perfino più alto del picco che era stato segnato nel primo semestre del 2023, poco sotto 100 kWh. Proprio oggi la Commissione europea intende presentare un piano per azzerare totalmente gli approvvigionamenti di gas della Russia dal 2027. (fonte immagine: Eurostat).