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mercoledì, 25 Giugno, 2025
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Ue, Salvini: “Totale fiducia in Meloni, sinistra divisa e nervosa”

Roma, 20 mar. (askanews) – “Mi sembra che a sinistra siano un po’ divisi e nervosi. Detto questo mi pagano per risolvere i problemi e unire i territori. Abbiamo totale fiducia in Giorgia (Meloni) e nel governo. Quello che certo che, se fino a ieri ci hanno detto che non potevamo fare neanche 10 euro di debito per investire nella sanit, nelle scuole e nelle strade, adesso che qualcuno si svegli e mi dica che possiamo spendere 800 miliardi per comprare armi qualcosa che non mi convincer mai”: lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell’inaugurazione del Ponte dell’industria a Roma.

“Leggevo questa mattina che se il commissario (Kaja) Kallas chiede di investire 5 miliardi per comprare proiettili… Ecco con 5 miliardi io metto a posto tante strade”, ha aggiunto Salvini. “Meloni ha la totale nostra fiducia”, ha ribadito.

“Le uniche divisioni sono a sinistra. Abbiamo votato la risoluzione insieme. Penso che la Lega sia il collante della ma maggioranza e a volte serve di stimolo per dire o fare quello che altri non possono dire o fare”, ha detto ancora.

Cinema, nasce l’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano

Roma, 20 mar. (askanews) – Nasce l’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano, un progetto di digitalizzazione, catalogazione e creazione di una piattaforma online open source e partecipativa, dove gli utenti potranno non solo consultare i materiali, ma anche dare vita a un proprio profilo, commentare i film, aggiungere informazioni, segnare parole chiave nei singoli frame, creare liste personalizzate di filmati o scene, condividere post.

I primi lavori di Luca Guadagnino e quelli di Michelangelo Frammartino, i primi cortometraggi di Giorgio Diritti, Costanza Quatriglio, Francesco Costabile, Giacomo Abruzzese o ancora Simone Massi e Susanna Nicchiarelli, presente con le opere “La Madonna nel frigorifero” (2002) o “Giovanna Z., Una storia d’amore” (2005) e l’esordio alla regia nel cortometraggio di Paolo Cognetti. Pellicole, ma anche cataloghi, testi, corrispondenze, pubblicazioni, fotografie. E poi un’ampia collezione di materiale inedito, tra cui ad esempio la registrazione del monologo che Alessandro Baricco tenne nel 2001. Un patrimonio unico di film e documenti del cinema indipendente italiano che, da oggi, è accessibile a tutti.

Fondato ufficialmente nel 1990, ma concepito già alla fine degli anni ’80, quando il “Bellaria Film Festival” (fino al 2005 noto come “Anteprima per il cinema indipendente italiano”) era diretto da un “triumvirato” d’eccezione composto da Morando Morandini, Enrico Ghezzi e Gianni Volpi, l’Archivio si apre così a un pubblico più ampio grazie alle moderne tecnologie digitali.

Promosso dal Comune di Bellaria Igea Marina e Approdi srl con il sostegno del ministero della Cultura, il progetto è stato presentato oggi nel corso della conferenza stampa al Ministero della Cultura alla presenza del Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, del sindaco di Bellaria Igea Marina e presidente dell’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano Filippo Giorgetti e di Sergio Canneto, Amministratore Approdi, ente gestore dell’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano.

Il progetto ha visto la digitalizzazione di oltre 5.000 titoli sotto la supervisione di Alessandro Gagliardo, ricercatore e progettista, restituendo uno spaccato storico e culturale prezioso del cinema italiano. L’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano, completamente digitalizzato, raccoglie tutti i film selezionati e non selezionati nelle passate edizioni del “Bellaria Film Festival”. Tra gli autori presenti in archivio, oltre ai già citati, ad esempio Daniele Gaglianone, Alina Marazzi, Agostino Ferrente, Corso Salani, Antonio Rezza, Flavia Mastrella.

Ad arricchire il catalogo anche tanto materiale inedito, che verrà svelato agli utenti con nuove pubblicazioni a cadenza settimanale e che ha per protagonisti artisti di caratura internazionale. Ci sarà inoltre una wiki ufficiale dedicata all’Archivio, dove chiunque potrà contribuire liberamente aggiungendo informazioni, ricostruendo la storia del Festival e offrendo nuovi spunti di lettura.

Non si tratta solo di conservazione, dunque, ma di un archivio in continuo movimento, proprio come il cinema indipendente che rappresenta. Alla base c’è infatti un percorso lungo più di trent’anni, attraverso la raccolta di documenti che oggi vengono condivisi come contributo iniziale per un’indagine aperta e in incessante evoluzione sul cinema indipendente italiano, in formato digitale e accessibile a tutti. All’interno dell’archivio sarà possibile ripercorrere anno per anno questo lungo percorso, ricostruendo la memoria del Festival e le sue molteplici traiettorie artistiche.

La piattaforma è stata realizzata grazie alla collaborazione con il Circolo Cinematografico Linea d’Ombra, attraverso i fondi Next Generation EU destinati al PNRR. Tra i partner anche Hera, Romagna Acque e 4/Terzi APS.

“La tecnologia al servizio della conservazione e della valorizzazione della memoria. Grazie a questo progetto di digitalizzazione sostenuto dal ministero, finalmente, viene assicurato un futuro al patrimonio raccolto negli anni dal Bellaria Film Festival e ancor più al percorso di ricerca artistica sviluppatosi lungo le traiettorie attraversate dal cinema indipendente italiano, intercettate dalla manifestazione. Ma non solo. La grande storia del nostro Paese – immortalata nelle tante piccole storie raccontate nei film protagonisti delle diverse edizioni della kermesse – viene così trasmessa alle nuove generazioni. Una ricchezza unica, che da oggi è a disposizione di tutti” ha affermato il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni.

Ucraina, Consiglio Ue: la Russia mostri reale volontà di pace. Pronti a nuove sanzioni contro Mosca

Bruxelles, 20 mar. (askanews) – “Il Consiglio europeo accoglie con favore la dichiarazione congiunta di Ucraina e Stati Uniti a seguito del loro incontro in Arabia Saudita dell’11 marzo 2025, comprese le proposte per un accordo di cessate il fuoco, gli sforzi umanitari e la ripresa della condivisione di intelligence e dell’assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti. Il Consiglio europeo invita la Russia a mostrare una reale volontà politica di porre fine alla guerra”. E’ quanto si legge nelle conclusioni sull’Ucraina del summit Ue, approvate a 26 senza l’Ungheria.

“Un percorso credibile verso la pace deve includere sforzi di soccorso umanitario, in particolare lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di civili e il ritorno di tutti i bambini ucraini e di altri civili deportati e trasferiti illegalmente in Russia e Bielorussia”, si legge ancora.

pronti a nuove sanzioni contro Russia E “l’Unione Europea resta pronta ad aumentare la pressione sulla Russia, anche attraverso ulteriori sanzioni e rafforzando l’applicazione delle misure esistenti, compresi ulteriori mezzi e misure per contrastare la loro elusione, al fine di indebolire la sua capacità di continuare a condurre la sua guerra di aggressione”. E’ quanto si legge nelle conclusioni sull’Ucraina del summit Ue, approvate a 26 senza l’Ungheria.

“Fatti salvi i diritti dell’Ue – si legge ancora – i beni della Russia dovrebbero rimanere immobilizzati finché la Russia non cesserà la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non la risarcirà per i danni causati da questa guerra”.

Il segretario Onu Guterres: scioccato da nuovi attacchi a Gaza. Rispettare il cessate il fuoco

Roma, 20 mar. (askanews) – “Sono scioccato dai nuovi attacchi a Gaza. I palestinesi hanno sofferto già abbastanza. Ribadisco il mio appello al rispetto del cessate il fuoco, a far arrivare gli aiuti a Gaza, al rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi. E’ assolutamento essenziale lasciare la porta aperta alla soluzione di uno Stato di Palestina a fianco dello Stato di Israele”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a margine del Consiglio europeo.

Consiglio Ue approva conclusioni a 26 (senza l’Ungheria): continuare sostegno anche militare all’Ucraina

Bruxelles, 20 mar. (askanews) – Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles ha approvato le conclusioni sull’Ucraina a 26 (senza l’Ungheria), utilizzando la stessa formula dell’ultimo summit. Lo riferiscono fonti europee.

Nella sessione di questa mattina ha partecipato in collegamento dalla Norvegia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Zelensky ha informato i leader degli ultimi sviluppi sul campo, i suoi ultimi contatti con l’amministrazione statunitense e i prossimi passi verso un cessate il fuoco verificabile e le negoziazioni per un accordo di pace.

I 27, riferiscono fonti europee, “hanno discusso della situazione sul campo in Ucraina e dello stato di avanzamento dei colloqui guidati dagli Stati Uniti. C’è stata una visione comune che al momento non si stanno svolgendo vere negoziazioni. I leader si sono anche confrontati sui modi migliori per influenzare il processo”. E’ emerso “forte accordo, come riflesso nelle conclusioni a 26, sulla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina politicamente e militarmente” e “molti leader hanno anche sottolineato la necessità di accelerare i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue”.

Ucraina, Consiglio Ue approva conclusioni a 26 senza Ungheria

Bruxelles, 20 mar. (askanews) – Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles ha approvato le conclusioni sull’Ucraina a 26 (senza l’Ungheria), utilizzando la stessa formula dell’ultimo summit. Lo riferiscono fonti europee.

Nella sessione di questa mattina ha partecipato in collegamento dalla Norvegia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Zelensky ha informato i leader degli ultimi sviluppi sul campo, i suoi ultimi contatti con l’amministrazione statunitense e i prossimi passi verso un cessate il fuoco verificabile e le negoziazioni per un accordo di pace.

I 27, riferiscono fonti europee, “hanno discusso della situazione sul campo in Ucraina e dello stato di avanzamento dei colloqui guidati dagli Stati Uniti. C’è stata una visione comune che al momento non si stanno svolgendo vere negoziazioni. I leader si sono anche confrontati sui modi migliori per influenzare il processo”. E’ emerso “forte accordo, come riflesso nelle conclusioni a 26, sulla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina politicamente e militarmente” e “molti leader hanno anche sottolineato la necessità di accelerare i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue”.

Rai, approvate a maggioranza dal Cda le nomine alle testate

Roma, 20 mar. (askanews) – Approvate oggi a maggioranza le nomine proposte in Cda Rai, già trapelate lunedì. Alla direzione di RaiNews va quindi Faderico Zurzolo (quota Forza Italia). Paolo Petrecca (vicino a Fratelli d’Italia) passa a Rai Sport, mentre Roberto Pacchetti (quota Lega) e Pierluca Terzulli (vicino ai Dem) sono stati confermati rispettivamente alla guida della Tgr e del Tg3. Oltre all’amministratore delegato Giampaolo Rossi, hanno votato a favore il presidente facente funzioni Antonio Marano, Simona Agnes e Federica Frangi. Hanno invece votato contro i due consiglieri indicati dall’opposizione Alessandro Di Majo e Roberto Natale, oltre al consigliere eletto dai dipendenti Davide Di Pietro.

Via libera dal Cda Rai anche alle nomine alle direzioni di genere. Stefano Coletta lascia la Distribuzione a Maurizio Imbriale e passa alla nuova direzione Coordinamento Generi. Williams Di Liberatore prende la guida dell’Intrattenimento di Prime time, al posto di Marcello Ciannamea che passa ai Contenuti Digitali e Transmediali. Fabrizio Zappi va alla direzione Cultura ed Educational al posto di Silvia Calandrelli, Luigi Del Plavignano prende il posto di Zappi a Rai Documentari. Maria Rita Grieco passa alla direzione Offerta Estero Rai, al posto di Fabrizio Ferragni ora in pensione, mentre Roberto Genovesi viene indicato al posto di Luca Milano, che va in pensione, alla direzione Rai Kids.

Cdp, dal CdA via libera a nuove operazioni per 3,2 miliardi

Roma, 20 mar. (askanews) – Il Consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell’amministratore delegato e direttore generale, Dario Scannapieco, ha deliberato nuove operazioni per un valore complessivo di oltre 3,2 miliardi di euro a sostegno di grandi, medie e piccole imprese, investimenti sul territorio, cooperazione internazionale, export e infrastrutture chiave.

Secondo quanto riporta un comunicato, in linea con il Piano Strategico 2025-2027, il CdA ha poi approvato il nuovo framework per sostenere una maggiore e mirata assunzione di rischio su operazioni ad elevato impatto con l’obiettivo di dare impulso a crescita, competitività e innovazione del Paese.

Inoltre, è stato dato il via libera a ulteriori strumenti per facilitare l’accesso al credito delle aziende di minori dimensioni e per sostenere le Pubbliche Amministrazioni nell’utilizzo delle risorse europee.

Il Consiglio, si legge, ha approvato nuovi finanziamenti per sostenere le filiere produttive del Paese, favorendo i piani delle aziende per dare slancio all’internazionalizzazione, all’export e all’innovazione. Sono stati anche autorizzati interventi per accelerare i programmi di investimento di gruppi attivi in settori chiave come quelli delle infrastrutture e dei trasporti.

A conferma della vicinanza del Gruppo CDP alle Istituzioni locali, prosegue il comunicato, è stato inoltre dato il via libera alla concessione di risorse dedicate allo sviluppo e alla realizzazione di progetti da parte della Pubblica Amministrazione, con particolare focus sul potenziamento degli investimenti e dei servizi dedicati alla cittadinanza, all’abitare sociale e alla mobilità sostenibile sul territorio.

Russia, Zakharova: Kiev mostra mancanza di volontà politica per la pace

Roma, 20 mar. (askanews) – L’Ucraina mostra una totale mancanza di volontà politica per la pace e una risoluzione diplomatica del conflitto, ha detto oggi la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando gli attacchi alle infrastrutture russe da parte delle forze armate ucraine.

“È assolutamente chiaro che stiamo parlando di un’altra provocazione preparata appositamente dal regime di Kiev volta a interrompere le iniziative di pace, comprese quelle avanzate dal presidente degli Stati Uniti” Donald Trump, ha detto Zakharova, aggiungendo che “in realtà, il regime di Zelensky … ha dimostrato una totale mancanza di volontà politica per la pace e una risoluzione diplomatica del conflitto”.

Mosca spera che gli Stati Uniti siano convinti che la condizione chiave per prevenire l’escalation del conflitto e lavorare verso la sua risoluzione attraverso mezzi politici e diplomatici dovrebbe essere la completa cessazione degli aiuti militari stranieri e la fornitura di informazioni di intelligence a Kiev, si legge nella dichiarazione della portavoce della diplomazia russa.

Tpl, revocato sciopero 1 aprile, sottoscritto accordo per Ccnl

Roma, 20 mar. (askanews) – “Sciolti finalmente i nodi presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per il rinnovo del ccnl Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità – TPL) e conseguentemente viene revocato lo sciopero proclamato per il prossimo 1 aprile”. A riferirlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, al termine dell’incontro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti convocato “per verificare la disponibilità delle risorse economiche a copertura del rinnovo del contratto collettivo tpl”.

“Il contenuto della pre-intesa siglata l’11 dicembre scorso con le associazioni datoriali – ricordano le organizzazioni sindacali – prevede l’immediata erogazione dell’una tantum di 500 euro e l’incremento economico medio mensile a regime tra i 220 ed i 240 euro. Questo contratto rispetta la decorrenza 2024-2026 e con esso le previsioni definite trovano coerente applicazione”.

“Ora – affermano infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – bisogna continuare a lavorare agli altri obiettivi della categoria. Serve una più attenta conciliazione tra vita e lavoro, la garanzia della sicurezza nell’esercizio della professione per le operatrici e gli operatori di front line e una migliore qualità del servizio. È infine indispensabile l’adeguamento del Fondo nazionale trasporti attraverso risorse congrue e un riassetto del sistema che preveda la riforma normativa di settore e una riorganizzazione industriale, in grado di assicurare la presenza di imprese sane nella realtà del trasporto pubblico locale”.

Gb, Banca d’Inghilterra conferma i tassi sulla sterlina al 4,50%

Roma, 20 mar. (askanews) – La Banca d’Inghilterra confermato i tassi di interesse di riferimento per il Regno Unito al 4,50%. Secondo quanto riporta un comunicato, la decisione è stata assunta dal direttorio della Bank of England con una ampia maggioranza, 8 favorevoli a fronte di 1 componente che avrebbe preferito un nuovo taglio.

Il tutto mentre a dispetto dei progressi l’inflazione nel regno Unito, al 3% secondo gli ultimi dati, resta di un intero punto percentuale al di sopra del livello obiettivo dell’istituzione, che peraltro si attende una risalita nei prossimi mesi (al 3,75% circa nel III trimestre). (fonte immagine: Bank of England).

Formula1, Norris: "Mi aspetto una Ferrari migliore in Cina"

Roma, 20 mar. (askanews) – Lando Norris è il favorito anche per il secondo gp della stagione in programma in Cina, a Shanghai. In conferenza stampa il britannico della McLaren ha evidenziato però le insidie del prossimo impegno: “È un weekend diverso, quindi non siamo sicuri che le cose andranno esattamente come sono andate a Melbourne. Mi aspetto una maggiore concorrenza da parte della Ferrari qui. E abbiamo visto quanto è stata veloce la Red Bull. Penso che in condizioni perfette, come quelle trovate in qualifica, abbiamo un vantaggio, ma i rivali non sono certo lontani”. La modifica del regolamento sull’ala posteriore, poi, non lo spaventa: “Non ci impone dei cambiamenti. La nostra auto va bene. Se questa direttiva tecnica fosse stata applicata lo scorso fine settimana, saremmo andati bene. Non è rivolta a noi, ma ad altri team. E probabilmente significa che dovremmo spingere un po’ di più”. Infine, sugli ordini di scuderia: “A Melbourne hanno detto a Piastri di non attaccarmi per due o tre giri, io non ne sapevo nulla. Erano condizioni rischiose e avremmo fatto la figura degli idioti se avessimo tentato di correre e fossimo finiti entrambi fuori pista – o peggio, fuori dalla gara – quando avevamo un ottimo risultato in mano. Ci hanno chiesto di mantenere la posizione solo per un paio di giri, poi lui è stato libero di correre di nuovo. Ma sì, dal punto di vista della squadra, non si trattava di me o di Oscar, ma della McLaren: siamo il primo e il secondo, non facciamo sciocchezze quando non è necessario”.

Formula1, la Ferrari verso la Cina: siamo più vicini alle McLaren

Roma, 20 mar. (askanews) – Dopo l’avvio disastroso a Melbourne la Ferrari punta ad un weekend migliore in Cina per il secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Charles Leclerc ai microfoni di Sky Sport ha parlato così alla vigilia del weekend di Shanghai: “Anche in Australia abbiamo dimostrato il nostro potenziale, purtroppo non sono stati i momenti giusti di quel weekend. Ma vuol dire che la performance c’è e quanto successo non ci fa assolutamente essere delusi per tutta la stagione”. Sul gap con la McLaren ha poi aggiunto: “Dopo tanto rumore nella off-season, non siamo ancora al livello della McLaren però siamo molto più vicini a loro di quanto visto a Melbourne”. Come Charles Leclerc, anche il nuovo compagno di squadra Lewis Hamilton pensa di poter voltare pagina in Cina. Dopo il pessimo esordio (10°) con la Rossa, il britannico che a Shanghai vanta il primato di successi (6) spera in un miglior piazzamento. Ai media ha sottolineato la necessità di acquisire familiarità con il team e la monoposto: “Questo fine settimana imposteremo la macchina in modo un po’ diverso. Devo ancora capire come lavora il team e in quale maniera si procede per la preparazione della tre giorni. Man mano che conosco meglio la vettura, posso iniziare a prendere più decisioni e dire quali sono le modifiche che voglio per il mio stile di guida. Già questo weekend potrò avere questo approccio e sfrutterò un po’ di più la mia esperienza”. E la “falsa partenza” in Australia non deve condizionare il resto della stagione: “Non è stato il GP che volevamo, ma non è tutto da buttare. Una piccola cosa avrebbe potuto fare una grande differenza nel nostro risultato. Ma andiamo avanti. Tutti sono ancora motivati. Siamo tutti molto concentrati e penso che l’energia nel garage sia tanta. Non può essere una gara a buttarci giù”.

Difesa Ue, Meloni a Von der Leyen: servono strumenti comuni

Bruxelles, 20 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato questa mattina la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Il colloquio – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha consentito di approfondire i temi all’ordine del giorno del Consiglio europeo, a partire dal rilancio della competitività e dal rafforzamento della difesa in tutti i suoi ambiti, concentrandosi in particolare sugli aspetti relativi al finanziamento degli investimenti. A questo riguardo, il presidente Meloni ha ribadito la necessità di porre l’accento sulla partecipazione del capitale privato, per esempio attraverso il modello Invest-EU, come proposto da parte italiana, e su strumenti europei davvero comuni che non pesino direttamente sul debito degli Stati”.

Calcio, Dybala stagione finita: si opererà al tendine lesionato

Roma, 20 mar. (askanews) – La stagione di Paulo Dybala è finita. L’argentino, in accordo con la Roma, ha deciso infatti di sottoporsi ad intervento chirurgico a seguito della lesione del tendine semitendinoso sinistro rimediata contro il Cagliari domenica scorsa e che si è rivelata più grave del previsto. Come si legge nella nota del club: “il calciatore e la società hanno deciso di comune accordo che fosse la strada corretta per un recupero ottimale dall’infortunio. A Paulo i migliori auguri di pronta guarigione, ti aspettiamo!”.

L’infortunio di Dybala ha smosso anche i Friedkin (ieri Dan presente a Bruxelles per il meeting dell’ECA), che si sono mossi personalmente per mostrare la loro vicinanza al ragazzo in un momento difficile e mettere a disposizione le loro cliniche private. Lo stop sarà di almeno due mesi, e di conseguenza Dybala non tornerà in campo in questa stagione.

“Vi ringrazio di cuore per l’affetto – ha scritto la Joya in un post sui social -. Dopo i risultati degli esami e aver valutato diverse opzioni ho deciso di sottopormi a questo intervento ora per tornare il prima possibile. Anche se sarò momentaneamente lontano dal campo continuerò a sostenere i miei compagni in questa fase cruciale del campionato e della nostra nazionale. Seguirò come un tifoso in più queste partite di qualificazione. Tornerò presto, ancora più forte. Promesso. Ci vediamo in campo”. La Roma dovrà affrontare dunque questo rush finale di stagione nella corsa a un posto in Champions senza la sua stella più lucente.

MIA Photo Fair, Rischa Paterlini presenta il FOCUS sulla Svizzera

Milano, 20 mar. (askanews) – La sezione FOCUS dell’edizione 2025 di MIA Photo Fair curata da Rischa Paterlini e dedicata alla Svizzera. Prosegue la tradizione di porre l’attenzione su un paese straniero o un’area geografica specifica come avvenuto con l’Iran nel 2023 e il Mediterraneo nel 2024. La sezione, patrocinata dal Consolato Svizzero, pone in relazione gallerie e artisti svizzeri con esponenti internazionali, fornendo uno spaccato del contesto culturale elvetico e delle sue influenze sulle pratiche fotografiche contemporanee. Il filo rosso della sezione offrire una visione dall’interno del panorama artistico svizzero e come questo venga percepito al di fuori dai confini nazionali, ponendo l’enfasi sulla recente emersione della Svizzera come snodo cruciale per la fotografia. La curatrice ha raccontato la sezione FOCUS ad askanews.

Difesa Ue, Meloni a von der Leyen: servono strumenti comuni

Bruxelles, 20 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato questa mattina la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

“Il colloquio – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha consentito di approfondire i temi all’ordine del giorno del Consiglio europeo, a partire dal rilancio della competitività e dal rafforzamento della difesa in tutti i suoi ambiti, concentrandosi in particolare sugli aspetti relativi al finanziamento degli investimenti. A questo riguardo, il presidente Meloni ha ribadito la necessità di porre l’accento sulla partecipazione del capitale privato, per esempio attraverso il modello Invest-EU, come proposto da parte italiana, e su strumenti europei davvero comuni che non pesino direttamente sul debito degli Stati”.

“Vite al fronte”, Luca Steinmann racconta le guerre in prima persona

Milano, 20 mar. (askanews) – Un diario di guerra che indaga il grande intreccio dei conflitti che negli ultimi dieci anni hanno sconvolto il mondo. Lo ha scritto il giornalista Luca Steinmann nel libro “Vite al fronte” raccontando storie spesso inesplorate dai media in diversi scenari bellici: a cominciare da Israele, Palestina e Donbass, ma anche Libano, Siria, Nagorno Karabakh, Armenia e Azerbaidjan.

“In questo libro io racconto questi conflitti vissuti appunto in prima persona cercando per di mettere al centro le persone che incontro per raccontare attraverso le persone questi conflitti, cercando di mostrare come tutti questi sono interconnessi e si alimentano l’uno con l’altro”.

Una visuale unica e senza filtri, che raccoglie le testimonianze di uomini e donne, civili e combattenti che si sono ritrovati a vivere in guerra.

“C’ un effetto domino, un filo conduttore che lega tutte queste guerre sul piano alto a livello geopolitico ma anche sul piano pi basso proprio attraverso le tantissime storie di persone semplici che per spiegano molto”.

Luca Steinmann racconta anche come cambiato il modo di fare la guerra in un momento in cui l’Europa sta cominciando a riarmarsi. “L’illusione di un mondo che poteva vivere in una sorta di pace perpetua dopo la caduta del Muro di Berlino s e infranta contro la rinascita dei conflitti globali” aggiunge.

“Dunque le guerre sono sempre pi tecnologiche e io ho visto per esempio la guerra in Ucraina cambiare progressivamente e passare dall’essere un conflitto di trincea nel 2022 a un conflitto di droni fino ai giorni nostri, fino al 2024-2025. Quindi l’apporto che le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiali, satelliti hanno su quello che avviene sui campi di battaglia fortissimo e potentissimo, ricordiamo anche che le guerre non si combattono solo sui campi di battaglia ma anche in forma ibrida, esempio, attraverso la comunicazione sui social”.

Cruciale infine per Steinmann il ruolo della ricerca del consenso interno da parte degli Stati che porta inevitabilmente la guerra al centro dei dibattiti.

“Le guerre lasciano sempre ferite- ricorda infine il giornalista – e da queste germogliano i semi che conducono allo scoppio di nuovi conflitti”.

In Senato riesplode lo scontro sulle parole di Meloni sul Manifesto di Ventotene

Roma, 20 mar. (askanews) – Esplode anche in Senato lo scontro tra maggioranza e opposizione sulle parole pronunciate alla Camera dalla premier Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene. La prima a intervenire è stata la capogruppo di Iv Raffella Paita, la quale ha stigmatizzato quanto avvenuto a Montecitorio, un fatto “grave per la democrazia e l’Europa”. Seguita a ruota dagli altri gruppi di minoranza. Ma dal centrodestra è giunta un replica secca con Claudio Borghi della Lega che è arrivato a definire “ripugnanti” le parole del Manifesto, un “testo – ha detto – tra i più orribilmente antidemocratici” e con il presidente dei senatori di Fdi Lucio Malan che ha rivendicato il ‘diritto’ a “dissociarsi da quelle idee”.

“Estrapolare da un manifesto scritto da persone al confino”, degli “eroi” solo alcune parti è “quanto di più grave e vergognoso”, ha detto Paita nel suo intervento. Immediate le proteste tra i banchi della maggioranza, con la vicepresidente Licia Ronzulli (Fi) che ha cercato di riportare la calma scampanellando: “non siamo allo stradio, silenzio”.

Il manifesto è un testo “di cui dobbiamo andare tutti orgogliosi – ha proseguito Paita – Noi dovremmo tutti unirci, so che è un appello che viene da tutte le opposizioni”. Il discorso di Meloni “non rende giustizia all’antifascismo e penso che questa sia una pagina brutta che testimonia qualcosa di recondito nei vostri pensieri”, ha sottolineato.

Marina Rei, il ricordo del padre nel nuovo brano "Domenica dicembre"

Roma, 20 mar. (askanews) – Venerdì 21 marzo Marina Rei torna sulla scena discografica con l’inedito “Domenica dicembre”, disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali.

Il singolo, prodotto da Riccardo Sinigallia, segna il suo ritorno e anticipa l’uscita di un nuovo album, in uscita il 16 maggio, che arriva a distanza di nove anni dal suo ultimo disco di inediti.

Nella canzone, densa e autobiografica, Marina ricorda il padre, e a lui si rivolge in prima persona, esprimendo con delicatezza il profondo senso di assenza. “Non perdo mai un’occasione / Per ricordarti in ogni tua espressione / Non è solo la forza a renderti invincibile”: i ricordi riempiono il vuoto con forza e determinazione, i sogni mantengono vivo il legame risvegliando la realtà.

“Come stai, io non mi abituo mai” è il cuore del brano: un sussurro che supera il tempo e la distanza. Qui la voce di Marina rivela una profonda sensibilità creativa, aggiungendo forza e autenticità alle parole.

“Domenica dicembre” è un piccolo gioiello soul che vede il ritorno della collaborazione con Sinigallia. Marina Rei conferma la grande sincerità delle sue emozioni, delle sue esperienze e del mondo che la circonda, mettendo sempre al centro dell’attenzione la sua autenticità.

Il nuovo album sarà presentato in anteprima live a Largo Venue a Roma il prossimo 15 maggio.

Ocse: totale globale titoli Stato e bond società supera 100.000 mld

Roma, 20 mar. (askanews) – Lo scorso anno, complessivamente a livello globale, Stati e imprese hanno preso a prestito dai mercati 25.000 miliardi di dollari, quasi il triplo dell’ammontare di indebitamento che era stato emesso nel 2007. Secondo un rapporto pubblicato dall’Ocse, questo aumento è in ampia misura l’eredità della crisi finanziaria globale del 2008 e, più di recente, delle misure operate nell’ambito di lockdown e restrizioni imposti dai governi a motivo del Covid.

Contemporaneamente la stretta normativa e regolamentare sul ricorso al credito bancario ha spinto sempre più le imprese a far ricorso ai mercati obbligazionari. Secondo l’Ocse nel 2024 il valore totale di emissioni di titoli pubblici e di obbligazioni societarie ha superato un ammontare totale di 100.000 miliardi di dollari, sempre a livello globale.

“I mercati dell’indebitamento globali fronteggiano delle prospettive difficili. Le dinamiche antecedenti al 2022, con tassi di interessi bassi e sostegno da parte delle banche centrali, non sono tornate nel 2024. I rendimenti in diversi mercati chiave dei titoli di Stato sono aumentati nonostante i cali dei tassi ufficiali, mentre l’indebitamento sia pubblico che privato è aumentato”, rileva l’Ocse nel sommario dello studio.

“Questa combinazione di costi più elevati e maggiori rischi limita la capacità di futuro indebitamento in una fase in cui gli investimenti sono più che mai necessari”, avverte l’Ocse nello studio (Global Debt Report). (fonte immagine: OECD).

Eritrea, Ft: "Il paese che 20 anni fa cacciò Usaid"

Roma, 20 mar. (askanews) – “Il paese che cacciò l’Usaid”: così viene descritta l’Eritrea in un articolo in cui il Financial Times rimarca che “due decenni dopo la decisione di Asmara di espellere l’agenzia americana, altri paesi devono trovare alternative per sopravvivere” ai tagli decisi dall’amministrazione di Donald Trump.

“L’Eritrea era un’anomalia in Africa nel 2005 quando cacciò Usaid, chiuse altre agenzie di sviluppo e impose tasse sulle importazioni di aiuti, accelerando intenzionalmente la fine del sostegno della maggior parte dei donatori occidentali”, scrive il quotidiano della City, riportando anche le dichiarazioni rilasciate allora al Ft dal presidente eritreo, Isaias Afewerki, per spiegare la propria decisione: “Se hai bisogno di qualcosa e nessuno te lo dà, lotti ancora di più per farlo da solo”.

La scorsa settimana, il segretario di Stati Usa, Marco Rubio, ha ufficializzato il taglio dell’83% dei programmi di Usaid, dopo la revisione agli aiuti all’estero ordinata lo scorso gennaio dall’amministrazione Trump con il conseguente congelamento del bilancio annuale di 43 miliardi di dollari di Usaid. Negli scenari peggiori previsti da alcuni think-tank e agenzie di sviluppo, milioni di africani rischiano ora di morire per morti evitabili o di ripiombare in condizioni di povertà estrema. Ma ci sono anche molti funzionari e analisti africani che intravedono, come fece Afewerki nel 2005, un lato positivo, ha sottolineato il Ft.

“È chiaro che gli aiuti si stanno esaurendo e, qualunque sia la cifra, dovrà essere utilizzata in modo molto più strategico – ha detto al Ft Ngozi Okonjo Iweala, direttore generale nigeriano dell’Organizzazione mondiale del commercio ed ex direttore generale della Banca mondiale – dobbiamo assumerci il più possibile la responsabilità della nostra salute”.

L’Eritrea è stata quindi risparmiata, in quanto unico paese africano a non ricevere aiuti dagli Stati Uniti, e negli ultimi due decenni, coltivando resilienza e autosufficienza, ha fatto registrare progressi rispetto ad alcuni indicatori di sviluppo alla stregua di altri paesi che hanno beneficiato di miliardi da parte dei donatori. Stando ai dati Onu, l’aspettativa di vita a 68 anni è la stessa del Rwanda, che riceve ogni anno oltre un miliardo di dollari di aiuti. Inoltre, più eritrei hanno accesso all’elettricità, secondo la Banca Mondiale, rispetto agli ugandesi, sebbene Kampala abbia ricevuto nel 2022 circa 2,1 miliardi di dollari dalle agenzie Onu contro i 55 milioni andati ad Asmara.

“Fin dall’inizio, l’approccio dell’Eritrea è stato ancorato all’idea di evitare la dipendenza strutturale”, ha rimarcato il ministro dell’Informazione eritreo, Yemane Gebremeskel, spiegando come questo approccio abbia reso il paese “immune dai capricci e alle richieste dei donatori”. Ma “l’aspetto più importante – ha aggiunto – è che gli aiuti soffocano l’iniziativa e la capacità locale”.

Assicurazioni, Assigeco lancia l’intelligenza artificiale di Assai

Milano, 20 mar. (askanews) – Assigeco, uno dei principali intermediari assicurativi indipendenti italiani ora lancia Assai, un nuovo sistema di intelligenza artificiale per il suo canale digitale retail Assaperlo.com.

“Assigeco – ci ha spiegato Attilio Stigliano, Manager Public Bodies and Lloyd’s Unit di Assigeco e responsabile di assigeco.com – un broker grossista, vale a dire che opera sul mercato nella distribuzione dei prodotti assicurativi. Da questa esperienza fatta ormai da oltre vent’anni nata l’idea di creare un network digitale che potesse dare un servizio in pi rispetto al tradizionale distribuzione, tant’ vero che Assaperlo unisce un po’ il mondo assicurativo al mondo dei servizi offrendo un po’ una vasta scelta all’utente finale. Assai nasce dall’esperienza fatta dalla distribuzione tramite Assaperlo. questo applicativo consente di fornire tutte le informazioni che qualsiasi utente, professionista o casalinga ha bisogno in sede di acquisto di un prodotto o di un servizio”.

Assai un sistema di intelligenza artificiale che vuole aiutare l’utente nel trovare le soluzioni pi adatte alle sue necessit, senza perdere tempo ad analizzare singolarmente tutti i prodotti esposti. Il servizio, che descritto come semplice e immediato, funziona in modo simile a una chat. E per Assigeco alla base del progetto ci sono due caratteristiche dell’azienda. “L’informatica – ha detto Osvaldo Rosa, Managing Director di Assigeco – che sempre stata un nostro importantissimo cavallo di battaglia e, secondo punto, la preparazione di personale adeguato: oggi abbiamo raggiunto la cifra di pi di 100mila assicurati con un nucleo di persone molto ristretto, siamo circa venticinque”.

A dicembre 2024 Assigeco ha ricevuto per il settore assicurativo il Premio Visionari d’Impresa, che viene assegnato a quegli imprenditori che, per visione e capacit d’innovazione, si sono distinti nel proprio settore contribuendo allo sviluppo economico del territorio. Un riconoscimento che deriva anche dalle buone performance economiche. “Come societ – ha concluso Rosa – siamo di medio-alto livello, ma siamo tra i top 5 come utili societari”.

Numeri che, per Assigeco, sono anche la prova di un progetto digitale che in Italia ha rappresentato una significativa innovazione del comparto.

Euro digitale, Lagarde (Bce): ci serve per non essere vulnerabili

Roma, 20 mar. (askanews) – Posto che alla Bce “dobbiamo essere pronti a tutto”, “eviterei di prendere posizioni” su speculazioni di stampa di quelli che potrebbero essere ipotetici (e sconosciuti) piani degli Stati Uniti e dell’amministrazione Trump sul predomionio del dollaro nel sistema economico mondiale. “Noi come Banca centrale dobbiamo essere molto focalizzati nell’essere forti, nell’attuare il nostro mandato, nel difendere la nostra valuta e nell’assicurare che non siamo vulnerabili, in nessun modo”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, rispondendo ad una domanda durante una audizione al Parlamento europeo.

“E questo nella mia prospettiva prende la forma nello spingere velocemente sull’euro digitale, sia per i pagamenti al dettaglio che per quelli all’ingrosso”, ha affermato. “Ovviamente sarà assoggettato a tutti voi (eurodeputati-ndr), perché non accadrà senza un quadro legislativo in cui farlo. E onestamente conto su di voi molto per dare priorità al tema. Perché c’è una serie di sfide”, tra cui la linea Usa “di forte incoraggiamento alle Stablecoin” e questo progetto serve a “ridurre le nostre vulnerabilità”.

Inoltre bisogna “rimuovere le barriere che ci imponiamo stupidamente tra di noi. E sviluppare ulteriormente, a un tasso accelerato, l’Unione dei mercati dei capitali – ha proseguito – per finanziarci a tassi che sarebbero sicuri”.

“Tutto il resto direi che è altamente speculativo, ma penso che dobbiamo essere pronti a tutto”. Il riferimento era alla domanda di un parlamentare Ue sulle speculazioni di stampa in merito a ipotetici piani degli Usa, che Lagarde ha definito una sorta di “ufo: questo oggetto non identificato manca di sostanza, di definizione, di descrizione e di quadro operativo. E’ tutto un derivato di assunzioni che risultano da uno o due report fatti dai economisti prima delle elezioni di novembre e poi elaborati da giornalisti competenti. E quindi eviterei di prendere posizioni su queste ipotesi speculative, perché non sappiamo di cosa si tratti”.

Ad ogni modo “dobbiamo prestare particolare attenzione a qualunque cosa che passi sugli schermi Usa al momento, che siano le Stablecoin o le cripto. Dobbiamo stare attenti. E dobbiamo monitorare in particolare i quadri normativi in cui avviene – ha sottolineato – perché sarà un tema dei legislatori Usa su quelli che, al momento, restano asset altamente speculativi”. (fonte immagine: European Parliament).

MIA Photo Fair, Emanuela Mazzonis racconta la sezione sul reportage

Milano, 20 mar. (askanews) – Reportage Beyond Reportage approda per il terzo anno a MIA Photo Fair con la curatela di Emanuela Mazzonis e invita il pubblico a un viaggio visivo tra le opere di fotografi di diverse generazioni e nazionalit, alcuni dei quali presentati a Milano per la prima volta. A partire dalle tesi di Susan Sontag che nel 1977 scriveva che fotografare significa appropriarsi di ci che si fotografa, la sezione punta i riflettori sulla necessit di ristabilire un rapporto autentico tra fotografo ed evento e su come il concetto tradizionale di reportage risulti superato, esplorando una fotografia documentaria che racconti storie personali e collettive in grado di stimolare interrogativi piuttosto che offrire risposte definitive.

Il tema dell’edizione trova molteplici connessioni con l’universo fotografico, focalizzandosi in particolare sul rapporto tra fotografo e soggetto, tra uomo e natura, tra memoria e identit. Emanuela Mazzonis ha presentato la sezione ad askanews.

Sanità, Mattarella: SSN fondamentale per la dignità e la coesione sociale

Milano, 20 mar. – “Il Congresso della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche è un’occasione importante di confronto e di proposta per confermare il ruolo fondamentale del sistema sanitario nel perseguimento degli obiettivi di dignità e coesione sociale indicati dalla Costituzione della Repubblica”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, Barbara Mangiacavalli, in occasione del Congresso Nazionale “Infermiere – Innovazione, sfide e Soluzioni”.

La ricerca scientifica, le trasformazioni del nostro tempo, ci pongono di fronte a opportunità inedite di cura, ma anche a criticità. Il Servizio sanitario nazionale, con il suo carattere universalistico, non può che poggiare su una capacità di innovazione, di radicamento territoriale, di crescita delle competenze. L’impegno delle Istituzioni a ogni livello, così come le migliori soluzioni organizzative risulterebbero, tuttavia, inefficaci senza un coinvolgimento pieno, un protagonismo, i saperi e la dedizione delle professionalità sanitarie. Al fondo di tutto c’è, infatti, la dimensione umana dei servizi di cura e di assistenza che, mentre non può fare a meno di risorse adeguate – ha rimarcato il Capo dello Stato – si esprime nel servizio alle persone, alle famiglie, alle comunità”.

Mattarella ha poi ricordato come “il personale sanitario ha offerto in questi anni prova non comune di sacrificio. L’opportunità mi è grata per esprimere la riconoscenza della Repubblica per il contributo delle professioni infermieristiche alla salute degli italiani in occasione della drammatica pandemia che ha colpito il mondo, così come per ribadire il valore di ogni azione diretta a contrastare gli inaccettabili episodi di aggressione e vandalismo avvenuti nei confronti degli operatori. A tutti i partecipanti al Congresso rivolgo il saluto più cordiale, nell’auspicio che contribuisca al rafforzamento dell’ulteriore impegno verso la prossimità nei confronti dei cittadini, a partire – ha concluso Mattarella – da chi si trova in condizioni di fragilità”.

In libreria "Sull’Acqua", la "rivistalibro" del Touring club

Milano, 20 mar. (askanews) – Un viaggio lungo i sensi dell’acqua, risorsa preziosa, energia violenta, simbolo di identità culturali, idea di assoluto ed epifania di bellezza. E’ il filo rosso che collega il quarto volume della rivistalibro Mappe, la nuova collana del Touring club Touring Club italiano, attraverso reportage, racconti, interviste, portfolio e graphic novel.

Sul nostro pianeta – si legge nella presentazione della “rivistalibro” c’è vita perché c’è acqua, le civiltà antiche sono fiorite sfruttando i grandi fiumi per l’agricoltura e per il trasporto, per secoli le esplorazioni più avventurose hanno attraversato gli oceani, l’uomo stesso è fatto d’acqua per il 65%. Per millenni la ricerca di accesso all’acqua ha scandito la vita delle persone, e quando – almeno in Occidente – abbiamo preso a darla per scontata ecco che torna a scarseggiare. E per via del cambiamento climatico diventa una minaccia.

In questo numero di Mappe propone un testo da leggere e decifrare, un grande palinsesto di tracce fisiche, segni, motivi, colori e odori, superfici e increspature, luci e suoni. Messa in prospettiva, l’acqua diventa una finestra attraverso la quale interpretare il mondo organico e inorganico, trasforma un panorama in veduta, è soggetto intenso e ricorrente in letteratura, arte, filosofia e allo stesso tempo oggetto evanescente, idea o cosa che ci permette di parlare indirettamente delle cose, di avvicinare la materia del mondo di traverso, in modo obliquo, una deviazione che fornisce un accesso. Uno spazio liminare “sempre in bilico tra mancanza ed eccesso, vita e morte, siccità e uragano, annuncio e minaccia, salvezza purificatrice che eleva e distruzione di fango che seppellisce”, come scrive il direttore editoriale del Touring Club Italiano Ottavio Di Brizzi nell’editoriale che apre il numero.

Hanno scritto per questo numero di Mappe: Carola Barbero, Edoardo Borgomeo, Stefano Brambilla, Enrico Camanni, Giacomo Di Girolamo, Stefano Fenoglio, Barbara Gallucci, Alberto Grandi, Franco La Cecla, Paolo Madeddu, Dario Mangano, Tino Mantarro, Eleonora Marangoni, Andrea Marcolongo, Piero Martin, Luca Martinelli, Stefano Medas, Jean-Denis Pendanx, Antonio Perazzi, Leonardo Piccione, Arianna Porcelli Safonov, Emiliano Ruiz Parra, Chiara Schiavano, Antonio Spadaro, Nick St.Oegger, Wu Ming 1.

In libreria "Prove tecniche di estinzione" di Mario Tozzi edito dal Touring

Milano, 20 mar. (askanews) – Il pianeta è sull’orlo del collasso. Non tutto è perduto. Scrivere una storia diversa è possibile, cambiare il corso degli eventi attraverso scelte responsabili. E’ in libreria da febbraio “Prove tecniche di estinzione”, il secondo titolo della collana Arcipelago edito dal Touring club italiano nata lo scorso novembre insieme ad Andante, Agorà e Fuoricampo, altre tre nuove collane di non fiction e saggistica narrativa.

L’opera di Mario Tozzi è una bussola tra le contraddizioni e le assurdità della nostra epoca che indica nuove coordinate e tentare di invertire la rotta: “È necessario abbandonare la retorica della crescita a tutti i costi e riconoscere che il nostro futuro dipende da una convivenza armoniosa con la natura”.

La nostra relazione con l’ambiente è profondamente malata, abbiamo ridotto la natura a risorsa da saccheggiare. Ma non tutto è perduto. Dagli incendi nella foresta amazzonica alla plastica nei mari, dagli sciami di zanzare ai branchi di lupi, Mario Tozzi sprona a ripensare il nostro posto tra i viventi, abbandonando la presunzione che collocherebbe l’uomo in cima a un’immaginaria gerarchia delle specie. E a fare pace con il territorio che abitiamo e deprediamo, l’Italia del dissesto idrogeologico, delle grandi opere di dubbia utilità, del turismo incontrollato e del consumo di suolo che non risparmia nemmeno i ghiacciai.

La resa non è un’opzione: ci sono soluzioni concrete che vanno attuate subito, come l’espansione delle aree protette, la conversione alle rinnovabili e una transizione energetica pagata dalle lobby dei combustibili fossili, non dai cittadini. Un invito a scegliere un domani diverso e rinnovare il nostro patto con l’ambiente.

Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, è primo ricercatore presso il CNR e membro della Comunità scientifica del WWF. Ha una lunga esperienza televisiva e dal 2019 conduce Sapiens – Un solo pianeta su Rai 3. Collabora con diverse testate, tra cui «La Stampa». Tra i suoi libri: Italia segreta (2008), Pianeta Terra ultimo atto (2012), L’Italia intatta (2018), Uno scomodo equilibrio (2021), Oltre il fango (2023).

Ue, Tajani: Meloni non ha mai offeso Altiero Spinelli

Bruxelles, 19 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio “ha criticato alcuni contenuti del manifesto di Ventotene ma non ha mai offeso Altiero Spinelli. Mi pare che la polemica sia fuori luogo”.

Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine della Vinitaly Preview a Bruxelles. “Io rispetto tutti – ha aggiunto – ma la mia Europa quella di De Gasperi, Schuman e Adenauer, non una visione socialista dell’Europa. Non condivido alcuni contenuti del Manifesto di Ventotene, ne condivido altri ma rispetto gli autori, il loro coraggio e la voglia di combattere per la libert”.

Ue, Fico: pronti al veto su nuove sanzioni a Mosca se ostacolono la pace

Roma, 20 mar. (askanews) – La Slovacchia potrebbe non sostenere nuove sanzioni contro la Russia se ostacolassero i colloqui di pace sull’Ucraina, ha affermato oggi il primo ministro Robert Fico.

“Sì, ammetto che se intendiamo il tentativo di ulteriori sanzioni come qualcosa che dovrebbe interrompere il processo di pace, siamo pronti a porre il veto”, ha affermato Fico durante una riunione della commissione parlamentare per gli Affari europei prima di volare a Bruxelles per il vertice dell’Ue.

Le sanzioni sono state imposte alla Russia a causa del conflitto in Ucraina, ma ora c’è una ricerca di una soluzione pacifica a questa situazione e le sanzioni dovrebbero essere considerate da questo punto di vista, ha aggiunto Fico.

“Sì, potrebbe accadere che arriverà il momento in cui diremo: non siamo d’accordo” con le sanzioni, “perché pensiamo che ciò sia contrario ai passi pacifici che vengono intrapresi ora”, ha concluso Fico.

Ue, Fico: pronti al veto su nuove sanzioni a Mosca se ostacolono la pace

Roma, 20 mar. (askanews) – La Slovacchia potrebbe non sostenere nuove sanzioni contro la Russia se ostacolassero i colloqui di pace sull’Ucraina, ha affermato oggi il primo ministro Robert Fico.

“Sì, ammetto che se intendiamo il tentativo di ulteriori sanzioni come qualcosa che dovrebbe interrompere il processo di pace, siamo pronti a porre il veto”, ha affermato Fico durante una riunione della commissione parlamentare per gli Affari europei prima di volare a Bruxelles per il vertice dell’Ue.

Le sanzioni sono state imposte alla Russia a causa del conflitto in Ucraina, ma ora c’è una ricerca di una soluzione pacifica a questa situazione e le sanzioni dovrebbero essere considerate da questo punto di vista, ha aggiunto Fico.

“Sì, potrebbe accadere che arriverà il momento in cui diremo: non siamo d’accordo” con le sanzioni, “perché pensiamo che ciò sia contrario ai passi pacifici che vengono intrapresi ora”, ha concluso Fico.

Lagarde: con guerra dazi -0,5% a Pil eurozona e +0,5% a inflazione

Roma, 20 mar. (askanews) – Con una guerra commerciale con gli stati uniti, secondo la Bce l’area euro perderebbe mezzo punto percentuale di crescita e si ritroverebbe con mezzo punto di inflaizone in più. “Le analisi della Bce suggeriscono che dazi statunitensi al 25% sulle importazioni dall’Europa abbasserebbero la crescita economica dell’area euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno”. Lo ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde durante la sua audizione al parlamento europeo, precisando che dato l’evolversi della situazione qualunque stima è soggetta considerevole incertezza.

Peraltro le rappresaglie europee ai dazi Usa “aumenterebbero ulteriormente questo effetto a mezzo punto percentuale”, ha aggiunto.

Il grosso dell’impatto si concentrerebbe nel primo anno dopo l’adozione dei dazi e poi diminuirebbe nel corso del tempo. Contestualmente le prospettive di inflazione “diventerebbero molto più incerte. Nel breve termine – ha detto Lagarde – le rappresaglie e l’indebolimento dell’euro risulterebbe in meno domanda di beni europei da parte degli Usa potrebbe alzare l’inflazione di mezzo punto percentuale. Questo effetto si attenuerebbe nel medio termine”.

Secondo un portavoce dell’ospedale oltre 710 morti nelle ultime 48 ore a Gaza

Roma, 20 mar. (askanews) – Più di 710 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi aerei messi a segno dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza nelle ultime 48 ore, mentre i feriti sono circa 900. Lo ha detto un portavoce dell’ospedale dei Martiri di al-Aqsa, nel centro della Striscia, all’emittente Al Arabiya.

Secondo il portavoce, oltre il 70% dei feriti sono donne e bambini, molti dei quali stanno morendo negli ospedali dell’enclave palestinese per la mancanza delle forniture mediche.

MIA Photo Fair, la 14esima edizione tra tradizione e contemporaneo

Milano, 20 mar. (askanews) – Si aperta a Superstudio Pi a Milano la 14esima edizione di MIA Photo Fair BNP Paribas, la fiera italiana dedicata alla fotografia, in dialogo con l’arte. La manifestazione organizzata da Fiere di Parma ha come tema per l’edizione 2025 quello dei dialoghi ed diretta per il secondo anno da Francesca Malgara. “Siamo molto felici di essere di nuovo qui al Superstudio dopo 14 anni – ha detto la direttrice – siamo tornati alle origini, gi essere in questo spazio ci fa sentire bene, ci caratterizza: luminoso, spazioso, dinamico, la fotografia che troverete qui cos: dinamica ma anche storica”.

Negli stand si trovano proposte diverse, c’ molto colore e sente la voglia di collocare la fotografia al centro della contemporaneit. Ma con uno sguardo che tiene in grande considerazione anche i fotografi che lavorano con uno stile pi classico. E ovviamente, essendo una fiera, guarda anche ai potenziali acquirenti delle opere. “Io credo che i collezionisti devono partire dalla tradizione – ha aggiunto Malgara – studiare e vedere tutti gli esempi per poi farsi una loro idea di quello che c’. Qui abbiamo cercato di mettere insieme la qualit, quindi gli artisti pi conosciuti, gli artisti che forse oggi rappresentano per me quello che sia la tradizione che la contemporaneit”.

Il team curatoriale della fiera ha selezionato 77 gallerie, di cui 56 italiane e 21 internazionali; a queste si aggiungono 37 espositori suddivisi tra editoria, progetti speciali ed istituzioni, che portano il numero totale degli espositori a 114 di cui 25 dall’estero.

E tra le varie iniziative che ogni anno caratterizzano la fiera c’ anche il Premio BNL BNP Paribas, che stato assegnato al fotografo Nick Brandt per una fotografia immaginifica e potente ambientata sotto il mare.

Ucraina, Kuleba: Zelensky ha fatto bene ad accettare le proposte di Trump

Roma, 20 mar. (askanews) – “Il nostro presidente Volodymyr Zelensky ha dimostrato intelligenza e flessibilità, direi che ha fatto benissimo ad accettare le proposte di Donald Trump”: è quanto ha detto l’ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un’intervista al Corriere della Sera. “Zelensky molto saggiamente ha accettato il cessate il fuoco parziale riferito alle infrastrutture energetiche e però segnalando apertamente tutti i dubbi sulla sua fattibilità”, ha commentato. “Lui deve rimanere costruttivo, deve adattarsi al processo diplomatico così da evidenziare senza ombra di dubbio la riluttanza di Putin a terminare la guerra. Deve essere una strategia negoziale ben studiata, affinché le mire aggressive del presidente russo vengano progressivamente a galla. E tutto ciò evitando di rischiare un altro congelamento di Trump agli aiuti militari e all’intelligence per l’Ucraina. Nel frattempo Kiev continuerà a premere sull’Europa affinché aumenti il suo sostegno alla nostra causa”, ha commentato.

Secondo Kuleba, “Putin non è affatto disposto ad accettare e rispettare un piano concreto di cessate il fuoco”. “Anzi, al contrario, lui si sta posizionando per lanciare nuove offensive militari di lungo periodo. Putin è stato l’aggressore nel passato e continua a esserlo. Direi che non ci possono essere dubbi in merito. Quanto agli aspetti negativi, è ormai evidente che per l’ennesima volta Trump dimostra platealmente che non è disposto a esercitare serie e fattuali pressioni sulla Russia. E ciò anche quando Mosca sfida apertamente il suo obbiettivo del cessate il fuoco completo, proponendo quello limitato alle infrastrutture energetiche”, ha precisato l’ex capo della diplomazia di Kiev.

Houti rivendicano il lancio di un missile contro l’aeroporto di Tel Aviv

Roma, 20 mar. (askanews) – Il movimento Houthi dello Yemen ha rivendicato la responsabilità del lancio di un missile verso Israele nelle prime ore di oggi, affermando che l’obiettivo era colpire l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato poco dopo l’attivazione delle sirene nel centro di Israele di avere intercettato il missile al di fuori del territorio dello Stato ebraico.

Le sirene antiaeree si sono attivate nel centro di Israele. Secondo quanto riportato da Ynet, l’attacco missilistico partito dallo Yemen avrebbe preso di mira diverse città, tra cui Tel Aviv, Rishon LeZion e Ramat Gan. Un portavoce degli Houthi ha detto che il missile lanciato questa mattina presto in risposta alla ripresa dei combattimenti di Israele a Gaza, “ha raggiunto con successo il suo obiettivo”.

“Le forze armate yemenite hanno condotto un’operazione militare di qualità prendendo di mira l’aeroporto Ben Gurion nella regione occupata di Jaffa con un missile balistico ipersonico Palestine 2. Questa operazione ha raggiunto con successo il suo obiettivo, grazie ad Allah”, ha detto un portavoce degli Houthi citato da Haaretz in forma anonima.

Il portavoce ha aggiunto che in seguito agli attacchi dell’amministrazione Trump in Yemen negli ultimi cinque giorni, il gruppo ha “intensificato i suoi attacchi alle navi da guerra nemiche nel Mar Rosso”.

“Le forze armate continueranno, affidandosi ad Allah, a impedire la navigazione israeliana e a sostenere il nostro popolo a Gaza finché l’aggressione non cesserà e l’assedio al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non verrà revocato”, ha aggiunto.

Ucraina, Orban: bloccherò la proposta di adesione di Kiev all’Ue

Roma, 20 mar. (askanews) – L’Ungheria si opporrà all’adesione dell’Ucraina all’Unione europea durante il Consiglio Ue: lo ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban, spiegando che ciò comporterebbe un costo di oltre 1.300 euro alle famiglie ungheresi solo nel primo anno. Secondo il capo del governo di Budapest, inoltre, colloqui su questo non potranno essere tenuti fino a quando non saranno disponibili i risultati di un sondaggio nazionale in Ungheria sull’ammissione di Kiev.

“Se l’adesione dell’Ucraina all’Ue avrà luogo, cosa che non consiglierei, e chiedo agli ungheresi di impedirlo congiuntamente, allora apparirà un altro assegno che dovremo pagare ogni anno. Ogni famiglia ungherese pagherà 500.000 fiorini a nucleo familiare (più di 1.300 euro) per l’adesione dell’Ucraina. Nuovi paesi possono essere ammessi nell’Unione Europea se tutti gli stati membri lo sostengono. E noi non lo sosteniamo. E bloccherò le proposte pertinenti”, ha affermato Orban in un messaggio video su Facebook.

Meta AI arriva in Europa, rilascio graduale anche in italiano

Milano, 20 mar. (askanews) – L’intelligenza artificiale di Meta arriva progressivamente anche in Europa. Inizia il roll out di Meta Ai in 41 Paesi, compresi quelli dell’Unione europea. Si tratta della “più grande espansione globale di Meta Ai fino ad oggi”, fa sapere l’azienda.

Si parte con una funzione di chat intelligente disponibile in sei lingue, compreso l’italiano. Le app coinvolte quelle di messaggistica come Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. L’Ai si potrà utilizzare anche nelle chat di gruppo: sarà sufficiente digitale @MetaAI seguito da un prompt o da una domanda nella chat di gruppo scelta e attendere la risposta.

“Ci è voluto più tempo di quanto avremmo desiderato per portare la nostra tecnologia AI nelle mani delle persone in Europa, dato che continuiamo a navigare nel suo complesso sistema normativo”, scrive la società. “Guardando al futuro – sottolinea Meta – la nostra ambizione è rendere i prodotti di intelligenza artificiale accessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il mondo. Abbiamo continuato ad aggiungere nuove funzioni intelligenti negli Stati Uniti, tra cui le capacità di personalizzazione e memoria, oltre a estendere le funzionalità creative, come AI Studio, in più mercati a livello globale. Siamo entusiasti di vedere come Meta AI plasmerà il futuro delle esperienze social in Europa”.

Meloni incontra europarlamentari Fdi: grande compattezza

Bruxelles, 20 mar. (askanews) – E’ terminato dopo due ore e mezza in un hotel della zona commerciale di Bruxelles l’incontro a cena tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i parlamentari di Fdi. E’ stato un incontro “conviviale e informale” sottolineano fonti presenti alla riunione, c’è “grande compattezza”. Non si è parlato di temi specifici ma naturalmente il dibattito si è soffermato sui temi dell’attualità, a partire dal piano ‘ReArm Europe’.

Quello di stasera è stato il primo incontro tra la premier e i parlamentari europei del partito, più volte rimandato per impegni istituzionali. Tra i temi anche la polemica sul Manifesto di Ventotene, innescata dalle parole di oggi della premier. “Come per la corazzata Potemkin di Fantozzi, 92 minuti da applausi”, sottolinea sorridendo uno dei partecipanti.

La premier e leader di Fdi, secondo quanto si apprende, avrebbe ringraziato i parlamentari italiani di Ecr per il lavoro che stanno facendo in aula e in commissione. Un intervento breve, quello della presidente del Consiglio, durato circa tre minuti minuti. A fine cena, foto opportunity e rito dei selfie. Menu a base di roast beef e poi tagliata, con dolce al cioccolato alla fine.

Ue, Benigni: servono difesa e politica estera comune

Milano, 21 mar. (askanews) – All’Europa “servono una difesa e una politica estera comune. Facendo un esercito comune non si perde sovranità, si recupera. Avremmo l’esercito più forte al mondo e risparmieremmo tanti soldi. Invece tanti piccoli eserciti da soli non contano nulla”. Lo ha detto Roberto Benigni nello spettacolo Il Sogno, su Rai1.

“Ci vogliono deboli e divisi perché hanno paura: in Europa siamo 500 milioni, 100 milioni più degli Usa, quasi 4 volte la Russia. La nostra moneta diventerebbe la prima valuta negli scambi commerciali”, ha aggiunto. In Europa bisognerebbe dare più potere al Parlamento e abolire il diritto di veto nelle votazioni del Consiglio, ha detto Roberto Benigni nello spettacolo Il Sogno su Rai1 “Il Parlamento europeo non ha poteri, in particolare sugli esteri e sull’economia. I deputati possono discutere ma non prendono decisioni. E’ come avere un diamante che non vale niente”.

“Chi ha davvero i poteri è il Consiglio europeo dove siedono i capi di governo che si preoccupano solo dei loro interessi. Bisogna dare più poteri al Parlamento. Siamo noi, l’abbiamo votato, ma per loro non conta nulla”.

Sul diritto di veto, “si decide all’unanimità nel Consiglio, tutti devono essere d’accordo, se uno dice no si ferma tutto e infatti siamo quasi sempre fermi. E’ una cosa decisiva, dipende tutto da questo”, ha detto.

Né con Meloni né con la Schlein: riflessioni sul Manifesto di Ventotene

Dopo lo scontro di ieri in Parlamento, torna utile analizzare il significato e la rilevanza del Manifesto di Ventotene. Il documento è attraversato da due differenti sollecitazioni: una è quella federalista, che ha ispirato generazioni di europeisti; l’altra, invece, è quella che immaginava una nuova Italia fondata su una Costituzione avanzata, a trazione demicratico-socialista, come auspicato dal Partito d’Azione. In parte questa visione federalista ha contribuito, sebbene in maniera indiretta, al successo dell’iniziativa politica di De Gasperi, Adenauer e Schuman. In particolare, il  “nostro” De Gasperi seppe avvalersi dello spirito informatore del federalismo, ottenendo da Altiero Spinelli l’apprezzamento per la sua limpida vocazione europeista.

Ieri la Presidente Meloni ha innescato abilmente una polemica “anti Ventotene” per sostenere una visione confederale dell’Europa.  Al limite, si potrebbe scorgere dietro questa polemica un’immagine che ricalca alla lontana la filosofia del Congresso di Vienna (1814), con gli Stati sovrani al centro della scena politica e diplomatica. L’attacco al Manifesto di Ventotene ha fatto leva sugli aspetti “rivoluzionari”. Per tutta risposta, il Pd è parso incapace di enucleare il messaggio più originale del Manifesto, lanciandosi in una sua difesa dogmatica. Così ci troviamo nuovamente alle prese con una contrapposizione anacronistica tra destra e sinistra

È evidente che alcune idee e proposte hanno subito il logoramento della storia. Da cattolico democratico potrei dire che anche i Codici di Malines e di Camaldoli, così come alcune indicazioni tratteggiate nelle “Idee ricostruttive” della Democrazia Cristiana, presentano elementi che oggi non sono più proponibili, come ad esempio alcune reminiscenze del corporativismo. Ciò vale egualmente per il Manifesto di Ventotene: mitizzarlo o idealizzarlo in maniera astratta porta a conclusioni sbagliate.

In conclusione, per affrontare le sfide del nostro tempo e costruire un’Europa che risponda alle giuste aspettative dei cittadini, è fondamentale ritornare al metodo del dialogo costruttivo e della critica rispettosa, evitando la riduzione delle idee a slogan e all’uso strumentale della storia. Solo attraverso questa strada potremo veramente onorare l’eredità dei Padri Fondatori dell’Europa.

Sergio Paronetto, lo “stratega” del codice di Camaldoli

Il nome di Sergio Paronetto è sconosciuto ai più, ma la sua figura e il suo pensiero sono stati determinanti per la storia d’Italia nel secondo Dopoguerra.

Prematuramente scomparso nel 1945 (all’età di 34 anni), Paronetto non farà in tempo a vedere la ricostruzione post-bellica e il boom economico italiano, ma ne è stato – in qualche modo – l’ispiratore e colui che ne ha fornito le basi “ideologiche” e culturali. Responsabile dell’ufficio studi dell’IRI (dove collabora con Donato Menichella e Pasquale Saraceno), da questo punto d’osservazione privilegiato Paronetto approfondisce il rapporto tra politica economica e impresa pubblica, preoccupandosi di adattare il sistema di economia “mista” (pubblico e privato insieme) alla particolare situazione italiana. Pensiamo solo all’esperienza tedesca di economia sociale di mercato, che ha avuto nel cancelliere Ludwig Erhard uno dei suoi ispiratori.

Cresciuto nella FUCI di Montini (caratterizzata dal primato dell’amicizia e da una formazione esigente della propria coscienza), Paronetto è tra le persone più influenti dei Laureati di Azione Cattolica, nonché amico personale e consulente di Alcide De Gasperi. Interessante il rapporto tra i due considerando che, alla caduta del fascismo, lo statista trentino aveva già 65 anni mentre Paronetto era ancora un ragazzo. 

Principale estensore del Codice di Camaldoli (una delle fonti più significative della Costituzione italiana), redattore del programma economico della Democrazia Cristiana nonché consigliere della Santa Sede. In questa occasione, Paronetto fornisce alla Segreteria di Stato vaticana un quadro obiettivo della situazione finanziaria del Paese, che sarà trasmesso a Myron Taylor, inviato speciale in Italia del presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt.

I suoi articoli “programmatici” comparsi sulla rivista Studium nel 1943-1944, rispettivamente intitolati “Morale professionale del cittadino” e” Professione e Rivoluzione”, suscitano una vasta eco, per il coraggio nel trarre un bilancio della formazione intellettuale della classe dirigente che si appresta a prendere le redini dell’Italia, come pure sulla necessità di una vera e propria rivoluzione del concetto di partecipazione civica per tendere a una compiuta democrazia politica ed economica.

Due studiosi come Giovanni Farese (economista, docente di storia del pensiero economico all’Università Europea di Roma) e Tiziano Torresi (storico, docente di storia delle istituzioni politiche all’Università di Roma Tre) hanno voluto riprendere il pensiero e l’opera di Paronetto per adattarla al contesto attuale. 

Per approfondire

  • Giovanni Farese (con Stefano Baietti) “Sergio Paronetto e il formarsi della Costituzione economica italiana” Rubbettino, Soveria Mannelli, 2012.
  • Tiziano Torresi “Sergio Paronetto: intellettuale cattolico e stratega dello sviluppo” Il Mulino, Bologna, 2018.

Il Senato ricorda Marco Biagi nel 23° anniversario dell’assassinio

Nell’aula del Senato si è tenuta ieri la commemorazione di Marco Biagi, assassinato il 19 marzo 2002 a Bologna da un gruppo di terroristi delle Nuove Br, mentre stava lavorando alla riforma da lui promossa, tesa a realizzare una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro.

Pier Ferdinando Casini (Indipendente – Pd) è stato il primo a prendere la parola, esprimendo un pensiero alla famiglia e ai figli in “giorno della festa del papà”, e ha esortato il “Senato e le istituzioni” a “non perdere la memoria” e a ricordare “sempre il sacrificio di un uomo giusto che ha pagato a causa del fatto che lo Stato non è stato in grado di difenderlo, una ferita non sanata per tutti noi”.

Anna Maria Furlan (Iv) ha poi aggiunto: “Ricordiamo un grande uomo, un grande professore e un grande giuslavorista, uno studioso” che “fu lapidato con ferocia. Non era un uomo di parte, come spesso è stato definito. Ma era uno studioso rispettoso, aperto e inclusivo”. Ha inoltre paragonato Biagi a “Tarantelli e D’Antona, servitori dello Stato che hanno messo la propria cultura al servizio del Paese e proprio per questo, riformisti veri, sono stati uccisi per le loro idee”.

Luigi Nave (M5S) ha sottolineato che con l’omicidio di Marco Biagi è stato “inferto” un “colpo non solo alla sua persona ma al dibattito democratico, alla possibilità di un dialogo costruttivo sul lavoro, sui diritti e il futuro del nostro sistema produttivo”. Ha continuato dicendo che il mondo del lavoro è “oggi come allora, un campo di battaglia tra istanze. La sfida è trovare un possibile equilibrio tra diritti e flessibilità, tra dignità e sviluppo” e che “abbiamo il dovere di proseguire, di confrontarci senza pregiudizi, senza ideologie cieche, senza quelle stesse contrapposizioni che hanno portato al suo sacrificio”.

Forza Italia ha partecipato al ricordo di Marco Biagi con il capogruppo Maurizio Gasparri, seguito da Elena Murelli della Lega, la quale ha voluto mettere in evidenza il “legame significativo, nel contesto delle riforme del lavoro in Italia, seppur con ruoli diversi” tra Marco Biagi e Roberto Maroni, “che portò avanti e attuò le proposte legislative di Biagi nel 2003”.

Infine, Paola Mancini di Fratelli d’Italia ha affermato che, a distanza di ventitré anni, “nessuno mette più in dubbio che il suo contributo alla riforma del mercato del lavoro abbia rappresentato un elemento fondamentale e sia stato incredibilmente modernizzante per la nostra Nazione” e che “i semi del suo lavoro non sono mai andati persi. Anzi, ci hanno garantito dei frutti che noi tutti i giorni andiamo a cogliere”.

La disputa sulla storia del colonialismo russo in Asia Centrale

Come ha comunicato nei giorni scorsi il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, la Russia e il Kazakistan hanno formato un gruppo misto di lavoro per la “custodia della memoria storica”, per cercare di placare le polemiche che a vari livelli riecheggiano nelle discussioni della società kazaca. La questione principale è quella del “colonialismo russo” in Asia centrale, il modo in cui viene diversamente presentata sui manuali scolastici russi e kazachi, e anche in quelli cinesi.

Spesso infatti la Russia viene presentata sui testi scolastici centrasiatici come uno Stato colonizzatore, che ha oppresso i popoli dei territori occupati e annessi, cosa che i russi ritengono causa dello “sviluppo della xenofobia e della russofobia”, presentando un’immagine falsata della Russia. Gli esperti di Mosca citano una pagina del manuale di storia della 10° classe scolastica (seconda superiore), in cui si afferma che “la politica dell’impero russo nei confronti del Kazakistan si caratterizza come espansione territoriale, protettorato e politica coloniale… una politica aggressiva e inefficace”, usando come esempio i programmi del primo ministro di inizio Novecento Petr Stolypin, che “avevano innescato una catena di conflitti sociali e rivolte popolari”.

L’analista russo Arkadij Dubnov, studioso dei processi politici in Asia centrale fin dai tempi della perestrojka di Gorbačev, conferma a Orda.kz che “il tema del colonialismo può alimentare le tensioni tra Russia e Kazakistan, nonostante le tante dichiarazioni di amicizia”, che cercano di evitare la discussione storica. Egli ricorda che alcuni anni fa, ai tempi del ‘presidente-eterno’ Nursultan Nazarbaev, ci fu una dichiarazione polemica di Vladimir Putin al forum giovanile di fine agosto 2014 sul fatto che “il Kazakistan non ha mai avuto una propria statualità”, suscitando reazioni indignate in tutto il mondo politico-sociale kazaco. Dopo un paio di mesi lo stesso Nazarbaev trovò l’occasione per rispondere durante i festeggiamenti dei 550 anni del Khanato kazaco, affermando che “forse non ci fu un concetto dello Stato come quello delle società moderne, ma i Khan avevano già allora formato strutture che si possono tranquillamente definire come Stati”.

Un altro studioso kazaco, Ajdar Amrebaev, indica un altro ambito di tensione nei dibattiti tra i ricercatori dei due Paesi, che spesso indagano “non con criteri scientifici, ma soltanto politici e ideologici”. Egli ricorda come il “funzionario Lavrov” abbia definito spesso il crollo dell’Unione Sovietica come una “catastrofe geopolitica”, in consonanza con le affermazioni del suo presidente. Per i centrasiatici e in primis gli stessi kazachi, invece, “l’ottenimento della sovranità è una svolta che ristabilisce la giustizia storica, altro che una catastrofe”. Anche Amrebaev ricorda i tempi dell’Orda d’Oro, fino alle autonomie delle regioni di Alaša, Turkestan e Kokand ai tempi della rivoluzione, e suggerisce di “evitare la discussione tra storici e ideologi o politici”.

In effetti in Kazakistan è attivo nel parlamento del Mažilis un eminente storico, Erkin Abil, noto per aver proposto la tanto discussa unificazione del fuso orario in tutto il Paese, che è alla guida di un gruppo di ricercatori che si dedica proprio alla conservazione della memoria storica, creato nel 2018 per lavorare insieme agli storici russi. Il lavoro comune di ricerca si era interrotto per via del coronavirus, e nonostante le dichiarazioni di Lavrov non si vede per ora un nuovo formato di incontri, il che “probabilmente dipende da una serie di incomprensioni”, ammette lo stesso Abil, ricordando che “noi siamo specialisti indipendenti, e tali vogliamo rimanere”.

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https://www.asianews.it/notizie-it/La-disputa-sulla-storia-del-colonialismo-russo-in-Asia-Centrale-62712.html

Fed taglia stime crescita Usa e le alza su inflazione: pesano dazi

Roma, 19 mar. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha confermato come da attese i tassi di interesse sul dollaro. Il riferimento ufficiale sui fed funds resta così a una forchetta del 4,25%-4,50%. L’istituzione ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, ma non al punto da pronosticare una recessione (secondo la Fed l’economia resta “solida”). Ha invece alzato le attese di inflazione, che sta già risentendo dei nuovi dazi commerciali annunciati o decisi dall’amministrazione Trump, anche se è difficile quantificarne l’effetto.

In generale “l’incertezza attorno alle prospettive è aumentata”. E in particolare sui dazi “sarà molto difficile avere una valutazione precisa di quanta inflazione” supplementare stiano causando. “Ma è già così – ha rilevato il presidente Jerome Powell, ripetutamente interpellato su questo aspetto nella conferenza stampa post direttorio (Fomc) -: l’inflazione sui beni si è mossa sensibilmente negli ultimi due mesi, capire quanto sia dovuto ai dazi però è molto impegnativo”.

“Chiaramente una buona parte di questo arriva dai dazi, ci lavoreremo il meglio possibile”. Inoltre “è troppo presto – ha aggiunto – per dire se questa inflazione sia transitoria o meno. Penso che dipenderà anche dall’ancoraggio delle attese di inflazione”. Precedentemente, sul ritorno del caro vita al valore obiettivo (2%) “stavamo facendo progressi – ha notato -. Penso che con i dazi si creerà un po’ di ritardo”. Posto che sul tutto c’è appunto un quadro di “incertezza inusualmente elevata”.

Peraltro i prezzi sono saliti anche su beni non coinvolti dai dazi, Powell ha fatto l’esempio delle lavatrici (con dazi) e delle asciugatrici (esentate). “Semplicemente i produttori vanno dietro alla massa e alzano i prezzi”.

La Fed ha anche deciso di smorzare il ritmo della sua manovra di riduzione della mole del bilancio, in particolare limitando a 5 miliardi di dollari al mese, invece dei precedenti 25 miliardi, il livello di riduzione degli stock di titoli pubblici (Treasuries), mentre la riduzione mensile degli altri titoli è stata confermata a 35 miliardi di dollari al mese. Rimodulazioni decise “per motivi tecnici”, ha spiegato Powell, che ha fatto una analogia con quando all’avvicinarsi dell’atterraggio il pilota riduce la velocità. Comunque “le riserve restano abbondanti”, ha precisato.

Intanto la Fed ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, ora per quest’anno è atteso un più 1,7% del Pil, a fronte del più 2,1% stimato a dicembre. Per il 2026 è atteso un più 1,8% e per il 2027 una espansione analoga, tre mesi fa era atteso, rispettivamente, +2% e +1,9%.

“Non prevediamo una recessione”, ha chiarito Powell. E in generale nel settore privato, in queste ultime settimane si sono un po’ alzate le previsioni di recessione “ma restando sempre a livelli moderati”. Mediamente negli ultimi anni davano 1 probabilità di recessione su 4 (25%) e restano su questi valori. Per l’inflazione, l’istituzione monetaria stima ora un 2,7% quest’anno e un 2,2% il prossimo, a fronte di 2,5% e 2,1% indicati a dicembre. Per il 2027 è confermata l’attesa di un ritorno pieno all’obiettivo del 2%.

I banchieri centrali degli Stati Uniti continuano ad attendersi almeno due tagli ai tassi di interesse nel corso di quest’anno. Secondo la tabella con le previsioni degli stessi componenti del direttorio sui tassi (dot plot), 4 si attendono tassi (invariati) al 4,4% quest’anno, altri 4 al 4,12% (un taglio), 9 componenti al 3,87% (2 tagli) e 2 componenti li prevedono al 3,62% (3 tagli). Positiva la reazione iniziale a Wall Street, che in serata vede il Dow Jones accelerare al più 1,13%, mentre il Nasdaq balza dell’1,81%. Il dollaro si è lievemente rafforzato con l’euro che cala 1,0897.

Buona parte delle domande hanno riguardato le svolte e i provvedimenti decisi dall’amministrazione Trump, tra cui i dazi. Powell ha cercato di divincolarsi come poteva. Ma poi, a una domanda più generale sul clima di fiducia del pubblico, ha replicato che il principale motivo di malcontento è legati ai forti aumenti dei prezzi visti durante 2021, 2022 e 2023 (durante la presidenza Biden, che non ha citato). “Ora l’inflazione ha molto rallentato e l’economia cresce in maniera solida, il mercato del lavoro è positivo”. Il problema resta il livello assoluto dei prezzi, dopo i rincari degli anni passati (negli Usa come del resto in Europa). (fonte immagine: Federal Reserve).

Commercio Italia-Germania tiene, tra sfide globali e opportunit

Milano, 19 mar. (askanews) – Nonostante un contesto internazionale e geopolitico complesso e una flessione del 4 per cento rispetto all’anno precedente, la partnership commerciale tra Italia e Germania resta solida, con un interscambio che si mantiene su livelli elevati.

Jorg Buck, Consigliere delegato Camera di Commercio Italo-Germanica, AHK Italien, spiega “Ci muoviamo a livelli record ancora, quindi osserviamo un volume totale di 156 miliardi euro del volume interscambio, quindi export/import tra Italia e Germania e questo il terzo miglior risultato da sempre”.

I settori pi promettenti sono quelli classici: “Vediamo una crescita anche in questi anni nel settore alimentare, vediamo una crescita anche nella elettrotecnica, vediamo un consolidamento in anche nella chimica e la vera sfida l’automotive, ma comunque con le nuove politiche a livello che vediamo adesso o vedremo adesso in Germania, ma anche a livello europeo, ci auguriamo anche un miglioramento, una decisione ancora pi forte verso la trasformazione anche del settore automobilistico dove abbiamo tanta fornitura italiana e in quel senso abbiamo capito negli ultimi mesi che questo settore un settore chiave per il nostro partenariato, per l’Europa e quindi il sostegno verso una elettrificazione, verso una tecnologia neutrale in quel settore ci porter sicuramente avanti”.

La relazione tra Italia e Germania dovr ora concentrarsi su temi strategici come il costo dell’energia, la semplificazione burocratica e la ricerca. Per Monica Poggio, presidente della Camera di Commercio italo-germanica e Ad di Bayer, “Energia il punto primo, costi dell’energia, contenimento dei costi e lavorare insieme su energia, su fonti di energie alternative e ovviamente tenendo ben presente la transizione ecologica; snellimento della burocrazia e lavorare sugli investimenti. La Germania ieri ha approvato una modifica della Costituzione importantissima perch significa che la Germania ricomincer a investire. Mi piace dire che lo pu fare perch stata molto frugale e attenta prima, quindi naturalmente ha la capacit di investire, per questo slancio degli investimenti sar sicuramente un traino di cui beneficeranno anche le aziende italiane e per dobbiamo lavorare anche su attrazione di investimenti verso l’Europa, quindi Italia, Germania va verso l’Europa, lavorando anche su settori pi innovativi e investendo su settori come le intelligenze artificiali e comunque puntando molto su ricerca e sviluppo, dobbiamo far ripartire moltissimo la capacit di ricerca anche dell’Europa”.

L’introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una sfida significativa. Poggio spiega, “Sicuramente dell’export dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti il 42%, 42,5 se ricordo bene italo-tedesco verso gli Stati Uniti, quindi saremmo i pi colpiti, soprattutto in settori come per esempio la siderurgia. Insieme dobbiamo lavorare, chiaro che a un muro non si pu rispondere con un muro, per cui i dazi non sono, cio sappiamo che insomma sono stati annunciati, vedremo di che entit saranno e dall’altra parte quello che possiamo fare mantenere naturalmente il dialogo con gli Stati Uniti, ma magari aprirci anche ad altri settori geografici del mondo, rimodulare un po’ i rapporti sulla scena internazionale”.

Meloni ripudia l’Europa di Ventotene. E la Camera s’infiamma

Roma, 19 mar. (askanews) – “La mia Europa non è quella del manifesto di Ventotene”. Detta così, l’affermazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, fatta nell’aula della Camera al termine della sua replica al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, avrebbe sicuramente amareggiato quanti nel testo scritto nel ’41 dagli oppositori del regime fascista al confino nell’isola, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, e poi pubblicato da Eugenio Colorni che ne firmò la prefazione, hanno sempre visto un testo fondante per la costruzione di “un’Europa libera ed unita”. Ma la premier, affermando di sperare che quanti avevano partecipato alla manifestazione di sabato scorso a piazza del Popolo “in realtà non avessero mai letto” il manifesto di Ventotene, “perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa”, e, soprattutto, scegliendo di leggerne in aula solo quei passaggi che, a distanza di tanti anni, e considerato il particolare momento storico in cui furono scritti, appaiono molto distanti dalla sensibilità democratica contemporanea, è stata interpretata dalle opposizioni come un’inaccettabile provocazione.

La premier ha infatti citato i passaggi: “Per rispondere alle nostre esigenze la rivoluzione europea dovrà essere socialista”; “la proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta”; “nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente” e “la metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”. Un modo per rivelare il modello rivoluzionario-socialista che Spinelli e Rossi pensavano servisse a realizzare l’Europa unita. Al che le opposizioni sono andate su tutte le furie.

Dopo una prima interruzione della sua replica, quando Meloni ha terminato il suo intervento e il capogruppo di Azione Matteo Richetti ha preso la parola per spiegare che la premier non poteva strumentalizzare un manifesto scritto dopo anni di “dittatura fascista”, il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami si è alzato in piedi dicendo: “Basta, piantala”, suscitando ulteriori proteste delle opposizioni che hanno reagito in maniera rumorosa gridando “fuori, fuori”. I deputati del Pd Debora Serracchiani e Peppe Provenzano si sono avvicinati ai banchi del governo per dire a Meloni che “se siamo qui è anche merito del manifesto di Ventotene”. A quel punto è scattata la bagarre e il presidente della Camera Lorenzo Fontana si è visto costretto a sospendere la seduta e a convocare i capigruppo. I quali poco dopo hanno deciso che la seduta sarebbe ripresa solo nel pomeriggio, al termine del Question time.

“La polemica su Ventotene è stata creata ad arte dalla presidente Meloni”, ha sottolineato il leader del M5s Giuseppe Conte alla ripresa dei lavori. “Voi – ha aggiunto l’ex premier – sfiorate l’irriconoscenza. Se Meloni siede al Consiglio europeo, se si fa le foto e dialoga con altri leader europei è grazie a quei fondatori, a Spinelli, Colorni, Rossi. Tutta l’Europa ci riconosce che quello è stato il progetto fondativo dell’Europa”, ha tuonato Conte.

Ancora più duro l’intervento della segretaria del Pd Elly Schlein: “Meloni oggi ha deciso di oltraggiare la memoria europea. Il ‘Manifesto di Ventotene’ è riconosciuto in tutta Europa come la base su cui si è fondata l’Unione e quel documento fu scritto da dei giovani mandati al confino dai fascisti, che non risposero all’odio con altro odio, ma con la visione di un’Europa federale che superasse i nazionalismi che producono soltanto guerre, come oggi”. Dunque, “non permetteremo che riscriviate la storia”.

La bagarre alla Camera, ha sintetizzato la capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi, è servita solo a coprire le divisioni della maggioranza: “Abbiamo assistito all’ennesimo show dell’influencer Meloni: dopo un intervento scialbo, il grande colpo di teatro finale, l’attacco al manifesto di Ventotene che serve per stare sui giornali domani”, per evitare che si occupino “delle divisioni della maggioranza e della mancanza di una linea chiara al Consiglio europeo”.

Di sicuro, il manifesto di Ventotene è un testo molto apprezzato dal Capo dello Stato Sergio Matterella, il quale nel 2021, in occasione dell’80esimo anniversario del libro, aveva affermato che “quella sollecitazione a difendere la libertà e la democrazia, che allora veniva fatta in quelle condizioni, in quel contesto così difficile che richiedeva coraggio e determinazione, vale ancora oggi pienamente”. “E non a caso – aveva detto Mattarella al 40esimo seminario per la formazione federalista europea – si accompagnava allora e si accompagna anche adesso all’esortazione di percorrere più velocemente la strada dell’integrazione europea. Come presidio, anche quello, dei valori di libertà, democrazia, di diritti. E’ questo che rende quel Manifesto, per quello che allora rappresentò, per quello che oggi rappresenta, un punto di riferimento”, aveva sottolineato il presidente della Repubblica.

Forse è per questo che oggi, nel corso del tradizionale pranzo di lavoro al Quirinale che segue ogni comunicazione del premier in vista del Consiglio Ue, non c’è stato un faccia a faccia tra Mattarella e Meloni. In passato il Capo dello Stato e la premier avevano colto l’occasione per uno scambio a due, ma oggi questo non è accaduto.

Meloni ripudia l’Europa di Ventotene. E la Camera s’infiamma

Roma, 19 mar. (askanews) – “La mia Europa non è quella del manifesto di Ventotene”. Detta così, l’affermazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, fatta nell’aula della Camera al termine della sua replica al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, avrebbe sicuramente amareggiato quanti nel testo scritto nel ’41 dagli oppositori del regime fascista al confino nell’isola, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, e poi pubblicato da Eugenio Colorni che ne firmò la prefazione, hanno sempre visto un testo fondante per la costruzione di “un’Europa libera ed unita”. Ma la premier, affermando di sperare che quanti avevano partecipato alla manifestazione di sabato scorso a piazza del Popolo “in realtà non avessero mai letto” il manifesto di Ventotene, “perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa”, e, soprattutto, scegliendo di leggerne in aula solo quei passaggi che, a distanza di tanti anni, e considerato il particolare momento storico in cui furono scritti, appaiono molto distanti dalla sensibilità democratica contemporanea, è stata interpretata dalle opposizioni come un’inaccettabile provocazione.

La premier ha infatti citato i passaggi: “Per rispondere alle nostre esigenze la rivoluzione europea dovrà essere socialista”; “la proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta”; “nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente” e “la metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”. Un modo per rivelare il modello rivoluzionario-socialista che Spinelli e Rossi pensavano servisse a realizzare l’Europa unita. Al che le opposizioni sono andate su tutte le furie.

Dopo una prima interruzione della sua replica, quando Meloni ha terminato il suo intervento e il capogruppo di Azione Matteo Richetti ha preso la parola per spiegare che la premier non poteva strumentalizzare un manifesto scritto dopo anni di “dittatura fascista”, il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami si è alzato in piedi dicendo: “Basta, piantala”, suscitando ulteriori proteste delle opposizioni che hanno reagito in maniera rumorosa gridando “fuori, fuori”. I deputati del Pd Debora Serracchiani e Peppe Provenzano si sono avvicinati ai banchi del governo per dire a Meloni che “se siamo qui è anche merito del manifesto di Ventotene”. A quel punto è scattata la bagarre e il presidente della Camera Lorenzo Fontana si è visto costretto a sospendere la seduta e a convocare i capigruppo. I quali poco dopo hanno deciso che la seduta sarebbe ripresa solo nel pomeriggio, al termine del Question time.

“La polemica su Ventotene è stata creata ad arte dalla presidente Meloni”, ha sottolineato il leader del M5s Giuseppe Conte alla ripresa dei lavori. “Voi – ha aggiunto l’ex premier – sfiorate l’irriconoscenza. Se Meloni siede al Consiglio europeo, se si fa le foto e dialoga con altri leader europei è grazie a quei fondatori, a Spinelli, Colorni, Rossi. Tutta l’Europa ci riconosce che quello è stato il progetto fondativo dell’Europa”, ha tuonato Conte.

Ancora più duro l’intervento della segretaria del Pd Elly Schlein: “Meloni oggi ha deciso di oltraggiare la memoria europea. Il ‘Manifesto di Ventotene’ è riconosciuto in tutta Europa come la base su cui si è fondata l’Unione e quel documento fu scritto da dei giovani mandati al confino dai fascisti, che non risposero all’odio con altro odio, ma con la visione di un’Europa federale che superasse i nazionalismi che producono soltanto guerre, come oggi”. Dunque, “non permetteremo che riscriviate la storia”.

La bagarre alla Camera, ha sintetizzato la capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi, è servita solo a coprire le divisioni della maggioranza: “Abbiamo assistito all’ennesimo show dell’influencer Meloni: dopo un intervento scialbo, il grande colpo di teatro finale, l’attacco al manifesto di Ventotene che serve per stare sui giornali domani”, per evitare che si occupino “delle divisioni della maggioranza e della mancanza di una linea chiara al Consiglio europeo”.

Di sicuro, il manifesto di Ventotene è un testo molto apprezzato dal Capo dello Stato Sergio Matterella, il quale nel 2021, in occasione dell’80esimo anniversario del libro, aveva affermato che “quella sollecitazione a difendere la libertà e la democrazia, che allora veniva fatta in quelle condizioni, in quel contesto così difficile che richiedeva coraggio e determinazione, vale ancora oggi pienamente”. “E non a caso – aveva detto Mattarella al 40esimo seminario per la formazione federalista europea – si accompagnava allora e si accompagna anche adesso all’esortazione di percorrere più velocemente la strada dell’integrazione europea. Come presidio, anche quello, dei valori di libertà, democrazia, di diritti. E’ questo che rende quel Manifesto, per quello che allora rappresentò, per quello che oggi rappresenta, un punto di riferimento”, aveva sottolineato il presidente della Repubblica.

Forse è per questo che oggi, nel corso del tradizionale pranzo di lavoro al Quirinale che segue ogni comunicazione del premier in vista del Consiglio Ue, non c’è stato un faccia a faccia tra Mattarella e Meloni. In passato il Capo dello Stato e la premier avevano colto l’occasione per uno scambio a due, ma oggi questo non è accaduto.

Stellantis, Elkann: Italia centrale, rispettiamo impegni Piano Italia

Milano, 19 mar. (askanews) – L’Italia è centrale per Stellantis, il gruppo si impegna a rispettare gli impegni presi a dicembre con il Piano Italia e continuerà ad investire nel paese “soprattutto perché ci crediamo”. Lo ha detto il presidente di Stellantis, John Elkann, durante l’audizione davanti alle comissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato, esprimendo gratitudine al paese per lo “straordinario” percorso del gruppo, passato dal rischio fallimento di 20 anni fa a essere uno dei primi costruttori al mondo.

Elkann ha poi elencato una lunga serie di numeri e dati tratti da un rapporto commissionato all’Università Luiss per spiegare come, nel periodo 2003-2024 in cui è entrato e ha preso la guida del gruppo, Stellantis ha dato più di quello che ha ricevuto. “Negli ultimi 20 anni il mercato domestico è calato del 30%, mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione” e che “per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia”, frutto anche dei 6 miliardi l’anno di acquisti da fornitori italiani che il gruppo incontrerà insieme a quelli europei il 2 aprile a Torino. E ancora il saldo della Cig è negativo per 528 milioni, pari all’1,4% del valore degli stipendi pagati da Stellantis.

“Spero che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più un tema divisivo, ma un’opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme”, ha detto Elkann.

Riguardo il futuro, il 2025 “sarà un anno ancora difficile. Dal 2026 invece è previsto un aumento della produzione grazie al lancio di 10 aggiornamenti prodotto, ma i livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi”, ha detto. A pesare i costi dell’energia che in Europa “sono 5 volte superiori a quelli della Cina che ha un vantaggio del 40% in termini di costi produttivi”. “Produrre un’auto in Spagna mi costa 516 euro, in Italia 1.414, l’elemento chiave su cui intervenire è l’energia”, ha detto il responsabile Europa, Jean Philippo Imparato presente all’audizione.

Sul fronte europeo, il settore “è un esempio chiave della mancanza di pianificazione”. Il futuro sarà elettrico ma le recenti modifiche al regolamento di CO2 “sono interventi di corto respiro, che non danno la necessaria certezza di cui il mercato ha bisogno”. Bisogna “definire una politica industriale dell’auto che sappia conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale” e “potenziare l’infrastruttura di ricarica” la cui carenza scoraggia dall’acquisto di elettriche. In tema di riconversione della produzione alla Difesa “il futuro del settore non è l’industria bellica”, ha tagliato corto.

Fra i politici presenti a fare domande la leader del Pd, Elly Schlein, che ha chiesto conto dei segnali di disinvestimento del gruppo, come l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino (M5S). Carlo Calenda di Azione, invece, ha chiesto a Elkann un’assunzione di responsabilità per il crollo della produzione in Italia. Critica la Lega che ha definito le parole di Elkann “una vergognosa presa in giro”. La ministra del Lavoro Marina Calderone invece ha definito “importanti” le parole di Elkann: “evidenziano un impegno per il futuro dell’automotive e degli stabilimenti in Italia. Vigileremo”. “Diciamo che era quello che mi aspettavo. Siamo sulla strada giusta”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Critici i sindacati che hanno bollato come “nulla di nuovo” il discorso di Elkann sottolineando che sono mancate indicazioni su tasselli importanti fra cui Maserati, “il suo futuro è indissolubilmente legato all’Italia” ha detto il presidente Stellantis, e la Gigafactory di Termoli.

Assalti Frontali, fuori il video di "Notte Immensa" (e nuove date)

Roma, 19 mar. (askanews) – È uscito il videoclip di “Notte Immensa”, title track del nuovo album di inediti degli Assalti Frontali, pubblicato lo scorso 13 dicembre. Il video è stato trasmesso in anteprima il 18 marzo all’interno del programma Blob di Rai 3, in contemporanea alla sua pubblicazione online; una piccola opera d’arte cinematografica che immerge lo spettatore nell’oscurità di Roma, restituendo l’atmosfera di un tempo sospeso tra disperazione e speranza. Un’opera da vivere nel buio, e proprio per questo presentata nelle ore serali, dove la musica e il cinema si fondono, regalando una narrazione di più ampia interpretazione.

In contemporanea con il lancio di Notte Immensa, la storica crew romana svela anche nuove date del tour in Italia e all’estero: dopo il live del 14 febbraio a Vienna, gli Assalti Frontali si preparano a tornare in Europa, con due concerti – il 20 marzo a La Deskomunal di Barcellona e il primo maggio a Bellinzona. Gli Assalti Frontali si esibiranno anche a Bologna (Festival Partirò per Bologna) il 29 marzo, il 5 aprile a Marghera (Venezia) al Centro Sociale Rivolta, il 24 aprile a Biella (Concertone della Liberazione), iol 23 maggio a Bari (Experimenta Music Club) e il 30 maggio a Tolentino (MC) per Panza Marche Beer Fest.

Militant A parla del video: “Sono le generazioni che lottano e alimentano il fuoco della resistenza e della comunità. The Old Man: Daniele, Daniele Pifano, fa la legna e rappresenta la vecchia generazione, quella che ha messo le basi, la fermezza e la solidità. Assalti Frontali, Er Tempesta, Piaga, banditi nella notte, gettiamo rime e benzina sulle fiamme. Sirin: generazione meticcia, corre verso il futuro, fuggendo da un mondo che schiaccia. Noi possiamo guardarla passare e continuare ad alimentare il fuoco. Cercando un contatto nella notte immensa. Ringrazio Mirko De Angelis e Fabio Colazzo, i due registi che hanno dato una fotografia, una luce, una visione alla nostra notte immensa”.

Icone dell’Hip Hop Old School e pionieri di un rap politicizzato in Italia, gli Assalti Frontali hanno sempre fatto della musica un veicolo di protesta e consapevolezza. Con le loro liriche profonde e l’attivismo costante, hanno segnato la scena musicale nazionale, portando la loro voce anche oltre i confini italiani.

“Notte immensa” è il decimo album del gruppo, l’undicesimo se si considera “Batti il tuo tempo” con l’Onda Rossa Posse, il primo disco rap in italiano in assoluto. Scritto e rappato da Militant A, affiancato dal fido Pol G, il disco vede la partecipazione di giovani talenti della grande famiglia Assalti Frontali, come Er Tempesta, ormai membro stabile della band dal vivo, Piaga, noto anche come la Cazzo di Piaga o Snoop Dog di Ciamarra, ed Ellie Cottino, una delle rapper emergenti più promettenti e impegnate della scena torinese.

A curare la produzione artistica, Luca D’Aversa presso l’Albero Recording Studio, con la collaborazione di Dsastro, una figura leggendaria delle produzioni Old School italiane, noto per il suo lavoro con Lou X e per aver contribuito alla realizzazione di alcuni dei brani più iconici degli anni ’90. Il progetto è stato supervisionato anche da Bonnot, storico produttore degli Assalti Frontali, ora residente a Tenerife.

“Notte immensa” è stato anticipato dal singolo e video “Fanculo ci siamo anche noi”, dedicato alla resistenza dei bambini di Gaza.