Chiara Bersani e Lorenzo Giusti in HangarBicocca: parole di oggi

Milano, 27 gen. (askanews) – Ci sono tanti modi per parlare di arte oggi, e uno di questi farlo guardando in faccia i corpi e il mondo, togliendo ogni forma di piedistallo per calarsi in ci che vero, e difficile, e libero. Come hanno fatto in Pirelli HangarBicocca un’artista, Chiara Bersani – performer, danzatrice, scrittrice – e un curatore, Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC di Bergamo. Due teste interessanti che hanno collaborato al progetto “Deserters” e che nel museo milanese si sono confrontate sul titolo “Del curvare il tempo”.

E il tempo lo si curva solo usando i propri corpi.

“Se sei un artista con disabilit in un Paese che non prevede artisti con disabilit – ha dato Chiara Bersani alla platea – ti ritrovi dal lato con l’enorme fatica di doverti ritagliare degli spazi, dall’altro lato, per, anche con l’enorme possibilit di muoverti in modo anche incoerente. Poi ci sono tanti modi di essere incoerente, ma a livello di linguaggi ti puoi spostare e ti sposti in base alle relazioni, non ti sposti in base a una coerenza linguistica, perch tanto non esiste un linguaggio che ci accolga realmente a braccia aperte”.

Accoglienza, parola decisiva del nostro presente, che si declina poi nel concetto di accessibilit: fisica e museale, certo, ma se vogliamo parlarne sul serio poi l’idea va ampliata ed estesa. “Per estenderlo veramente – ha aggiunto Lorenzo Giusti – bisogna portarlo sul piano della produzione, bisogna portarlo sul piano delle traiettorie di scrittura. E questo naturalmente lo possiamo fare principalmente attraverso il contributo degli artisti, In questi anni abbiamo visto delle esperienze importanti, anche con il lavoro di Chiara e di Giulia Traversi che ne stanno monitorando parecchi, perch partecipano a questa esperienza internazionale e stanno creando una sorta di osservatorio”.

Quello che si vede che, fuori da ogni retorica e giochetto comunicativo o politico, l’arte contemporanea di questo parla: di vita, persone, diritti, diversit. Del poter essere ancora liberi.