Eurozona, peggioramento Germania zavorra manifatturiero eurozona

Roma, 1 mar. (askanews) – Un deterioramento del quadro in Germania a febbraio ha trainato al ribasso la performance dell’insieme del manifatturiero dell’area euro, che altrimenti avrebbe avuto spunti di attenuazione del calo. Invece a febbraio l’indice Pmi sull’attività nel comparto di tutta la zona euro ha subito una limatura a 46,5 punti, dai 46,6 punti di gennaio segnando il livello più debole da due mesi a questa parte, secondo S&P Global.

Il Purchasing managers index relativo alla produzione manifatturiera è rimasto invariato a 46,6 punti punti e secondo questa indagine, che viene condotta presso i responsabili degli approvvigionamenti, nuovi ordinativi nuovi e attività di acquisto hanno mostrato i livelli di calo più contenuti dal marzo del 2023.

In questa indagine i 50 punti sono la soglia di neutralità e, con un comunicato, S&P riporta che il calo “è stato interamente causato dalla Germania, che ha registrato il più forte peggioramento da quattro mesi”, con un relativo indice Pmi a 42,5 punti (anche se rivisto in meglio rispetto alla stima preliminare di 42,3 punti). Il dato sulla Francia è risalito a 47,1 punti (in questo caso rivisto in meglio rispetto alla stima preliminare di 46,18 punti), sui massimi da 11 mesi.

Sulla Spagna l’indice Pmi manifatturiero è in territorio di espansione con 51,5 punti, massimo da 20 mesi, sull’Olanda con 49,3 punti è ai massimi da 13 mesi, in Italia con una lieve risalita a 48,7 punti è ai massimi da 11 mesi.

Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, citato nello studio “la recessione che da un anno affligge il settore manifatturiero dell’eurozona sembra non avere fine. La produzione si è contratta ancora una volta, ed è principalmente attribuibile alle maggiori economie, la Germania e la Francia. La Spagna invece, è, tra le quattro nazioni principali, la prima a ritornare a crescere. Con una nota leggermente positiva, il calo dei nuovi ordini dell’eurozona in qualche modo si è indebolito, e offre un barlume di speranza”.

“Gli attacchi da parte degli Houthi a danno delle navi mercantili nel Mar Rosso hanno avuto un impatto temporaneo, che ha causato a gennaio un allungamento dei tempi di consegna, seguito dai lunghi ritardi di febbraio. Le prospettive sull’attività futura rimangono cautamente ottimistiche – prosegue – anche se l’indice è ancora un po’ al di sotto della media a lungo termine, e riflette un contesto economico prevalentemente debole”.

La tenuta dei livelli occupazionali, apparentemente segnala che “le imprese manifatturiere stiano mantenendo le loro operazioni, e sono pronte a rientrare in azione quando i segnali di miglioramento saranno concreti. In questo momento infatti sono in una sorta di posizione di attesa”.