Gravina e l’inchiesta: "Falsità, ora i nomi dei mandanti"

Roma, 7 mar. (askanews) – “A livello personale c’è amarezza, mi dispiace. Quando rivesti un ruolo istituzionale e ti colpiscono sul personale è chiaro che soffri. Colpendo e attaccando me sul piano della credibilità si mette in difficoltà il nostro sistema. Qualcuno da un po’ di tempo cerca di minarne la stabilità, crede di poter arrecare danno e l’arreca, ma chi mi conosce sa che sono forte nelle mie reazioni”. E’ l’amarezza del presidente della Figc Gabriele Gravina, a margine dell’incontro tra gli arbitri e il designatore Gianluca Rocchi, in merito all’inchiesta della Procura di Roma che da ieri lo vede iscritto nel registro degli indagati con ipotesi di reato di autoriciclaggio e connessa appropriazione indebita. Dopo l’amarezza l’affondo: “In tutta l’attività di dossieraggio che sta emergendo sono stato parte lesa. Quando si fa attività dossieraggio ci contenuti falsi. Pur non essendo indagato ieri ho chiesto di esserlo, una cosa che può apparire anche una contraddizione. Ma era indispensabile da parte mia. Non per difendermi dai magistrati che non mi hanno mai rivolto accuse, nemmeno ieri, tanto che non ci sono imputazioni per il momento. Mi sono dovuto far indagare per potermi difendere contro il secondo dossieraggio, che sono le falsità di qualcuno che si diverte con veline anonime… Immagino che la fonte sia sempre la stessa. Ho esibito documenti ufficiali con data certa. Tutto ha avuto risposte e riscontro. Ho chiesto l’accertamento verità. Se ci sono responsabilità voglio capire chi ha predisposto il dossieraggio. Voglio sapere i nomi dei mandanti”.