Non sbagliamo narrazione sulla guerra della Russia contro l’Ucraina

L’eventuale negoziato deve iniziare con l’approccio giusto. Le forze armate ucraine hanno retto all’offensiva della Russia. Un errore trasformare la sconfitta sul campo di Putin in una sua vittoria virtuale.

L’Ucraina ha vinto contro la Russia. Ha vinto dal punto di vista storico, del diritto e geopolitico. Ha arrestato la prepotenza Putin svelando la fragilita’ del sistema russo, sia politica che militare. Avendo però perso di vista il punto di partenza del conflitto si sta invece paradossalmente facendo largo la narrazione della vittoria dello Zar. Un regalo virtuale inaspettato derivante dalle convulsioni elettorali negli Usa e in Europa, dalle paure, dalla disinformazione e dalla perdita di memoria. 

Si dimentica che l’aggressione del gennaio 2022 aveva come obiettivo la conquista dell’intera Ucraina per farne uno stato teleguidato da Mosca come la Bielorussia ed avere il pieno controllo della Crimea e del Mar Nero – d’Azov.  Tutti pensavano ne avrebbe fatto un sol boccone e suggerivano la resa incondizionata e invece David ha reagito a Golia. L’inaspettata ed eroica resistenza ucraina, poi supportata dalla condanna di mezzo mondo e aiutata concretamente da Usa Europa e altri paesi, ha comportato la ritirata delle truppe russe arrivate già a Kiev. 

Il rinculo militare, economico e geopolitico per Putin è stato enorme. Non solo non ha preso l’Ucraina, ma ha accelerato il processo per il suo ingresso in Ue, ha spinto Finlandia e Svezia nella Nato (fino ad allora neutrali), e ha dovuto legarsi economicamente e militarmente alla Cina e altri paesi asiatici per reggere al peso delle sanzioni internazionali. Ha dovuto imporre al paese una economia di guerra. Ha perso la battaglia sul mare con il disastro della sua flotta. Il dispendio di uomini, mezzi e armi è stato enorme a fronte del poco territorio conquistato e ove ora è in stallo. Putin da li però non può venire via, costi quel che costi, perchè sarebbe allora una disfatta. 

Se ora quindi si deve chiedere all’Ucraina di negoziare è perchè ha vinto ma non può stravincere, perchè il prezzo della sofferenza per il suo popolo sarebbe ancor più straziante, e perché anche Usa e Europa sono forse giunti al limite degli sforzi possibili, anche tenuto conto del nuovo fronte aperto dal drammatico conflitto israelo-palestinese. 

La continua minaccia alla Nato di un possibile ricorso al nucleare forse nasconde l’appello agli Usa per il ripristino di zone di influenza politica e di pressione per la necessità dell’avvio di un negoziato. Nessuna resa, quindi, ma una lucida valutazione della vittoria sinora conseguita, del prezzo ulteriore da pagare per eventualmente proseguire nel conflitto e, infine, del rischio che tutto ciò possa tramutarsi in un assurdo boomerang. Pertanto, una realistica valutazione dei costi e benefici umani, di politica interna ed esterna. 

L’analista Alessandro Leonardi ha ben descritto la contraddittoria narrazione occidentale riguardo alla Russia, passando dall’idea di un paese a pezzi a una superpotenza pronta alla guerra contro la Nato. Le oscillazioni nelle percezioni sono alimentate dai media e dalla politica: “Nel luglio del 2023 il presidente Joe Biden aveva affermato che Putin aveva già perso la guerra. Passati appena 7 mesi, con una controffensiva ucraina fallita, una certa narrazione occidentale descrive ora la Russia come un impero in armi pronto ad attaccare i Baltici o la Polonia entro tot anni“. Insomma stiamo ben attenti a non trasformare la sconfitta sul campo di Putin in una sua vittoria virtuale. Mentre probabilmente la capacità analitica dei fatti della intelligenza artificiale non la riconoscerebbe, l’irrazionale e confusionaria intelligenza umana paradossalmente rischia di si.