Roma, 6 giu. (askanews) – Il leader di Azione, Carlo Calenda, non crede che la decisione del governo di sottrarsi al controllo della Corte dei conti sul Pnrr riveli la propensione a una ‘svolta autoritaria’ della maggioranza. “Macché, si tratta di un controllo ridondante rispetto alla Ue” dice in una intenvista al Corriere della Sera. “Qµello di costruire controlli su controlli per poi ottenere la paralisi della pubblica amministrazione è uno dei tanti mali italiani. Il governo ha fatto bene. E in tal senso si sono espressi anche autorevoli amministrativisti. Il punto del Pnrr non è questo”. E spiega: “Il punto è che noi non riusciamo a spendere i soldi perché in questo Paese i politici non sono in grado di far accadere le cose perché non hanµo esperienza di gestione. E’ un problema trasversale. Con il Pnrr questo aspetto si evidenzia in modo clamoroso. Sono bravissimi a fare le leggi e a regalare bonus, per il resto, dalla sanità all’immigrazione e all’istruzione, niente di strutturale cambia mai. E gli italiani si ritrovano a dover spendere 40 miliardi di euro l’anno per curarsi mentre solo l’uno per cento dei fondi del Pnrr è stato speso per la sanità”.