Elaborare il male, il contributo della Psicoanalisi.

Freud aveva fatto riferimento alle atrocità perpetrate nella storia, sostenendo che molto spesso erano stati addotti motivi “ideali” al fine di giustificarne la messa in atto.

C’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra? È la domanda che Albert Einstein pose a Freud, nel contesto del carteggio avviato tra il Giugno e il Settembre 1932, su  incarico del Comitato Permanente delle Lettere della Società delle Nazioni, allo scopo  di avviare un franco scambio di opinioni su di un problema divenuto  questione di vita o di morte per la civiltà: la guerra.

Einstein sostiene che sarebbe in grado di individuare una possibile soluzione sul piano organizzativo – la creazione di un’autorità legislativa e giudiziaria sovranazionale, con il mandato di comporre tutti i conflitti – e di essere nel contempo consapevole dei fattori psicologici contrari a tali sforzi, come la sete di potere della classe dominante e lo smodato desiderio di promuovere gli  interessi personali. Due in particolare sono le questioni sulle quali intende interpellare Freud, persona assorbita nella ricerca scientifica…capace di discernere gli oscuri recessi  della volontà e del sentimento umano:

-Perché l’uomo ha dentro di sé il piacere di odiare e di distruggere?

 E ancora:  

-Vi è una possibilità di dirigere l’evoluzione psichica degli uomini in modo che diventino capaci di resistere alle psicosi dell’odio e della distruzione? 

Nel primo stasimo dell’Antigone di Sofocle il coro recita: molte sono le cose deinon (termine che si può tradurre con “tremendo”, “terribile”, “mirabile”), ma niente lo è di più dell’essere umano.

Nella cultura greca si dice che è imperfetto, manchevole, in disarmonia con la natura; in Psicologia che nasce incompleto. Il suo sviluppo si realizza in un arco temporale lungo, durante il quale necessita di accudimento, di un’educazione. A differenza degli altri animali non è regolato da codici istintuali precisi, rigidi.

È l’unico animale che uccide i membri della sua specie, sostengono gli etologi.

Anche Freud aveva utilizzato nei suoi primi scritti la parola istinct, istinto, poi sostituita da trieb, tradotta con pulsione, che a differenza dell’istinto è una spinta a meta indeterminata. È dunque plastico, sottoposto a influenze di diversa natura. È una figura che si colloca a metà fra la possibilità del bene e quella del male. La risposta del fondatore della Psicoanalisi ai quesiti di Einstein è netta: non vi è speranza di sopprimere le tendenze aggressive degli uomini, si può solo cercare di deviarle. 

Lo scoppio della Prima guerra mondiale aveva suscitato in Freud un doloroso smarrimento, un’amara delusione, orientando il suo pensiero a un radicale pessimismo. Nella lettera espone in maniera sintetica le conclusioni alle quali è pervenuto circa la dinamica delle pulsioni: Noi presumiamo che le pulsioni dell’uomo siano soltanto di due specie, quelle  che tendono a conservare e a unire – da noi chiamate sia erotiche (esattamente nel senso di Eros  nel Convivio di Platone) sia sessuali – estendendo intenzionalmente il concetto popolare di sessualità – e quelle che tendono a distruggere e a uccidere; queste ultime le comprendiamo tutte nella denominazione di pulsione aggressiva o distruttiva…si tratta soltanto della dilucidazione teorica della contrapposizione tra amore e odio universalmente nota, e che forse è originariamente connessa con la polarità di attrazione e repulsione che interviene anche nel Suo campo di studi.

 

Per leggere il testo integrale

 

Riferimenti bibliografici
Perché la guerra? Carteggio Albert Einstein – Sigmund Freud (1932)

Arendt H. La banalità del male Feltrinelli, 1999
Jung C.G. Ricordi, sogni, riflessioni Bur Rizzoli, 2023

Elaborare il male GRAZIA MAZZOLA
Psicologa Psicoterapeuta
Psicoanalista CIPA – IAAP Istituto di Milano e dell’Italia Settentrionale
In precedenza Dirigente Psicologa I.P.A.S e Professore a Contratto- Università di Pavia