Duplice sfida per i Popolari: ripartire dal basso e riordinare il centro.

Ripartire dai comuni significa rilanciare la qualità della democrazia e formare una nuova classe dirigente. Per le europee serve uno sforzo di unità tra le forze di centro. Basta con il bipolarismo selvaggio.

La necessità di riscoprire il Centro da un lato e di rilanciare “la politica di centro” dall’altro è diventato quasi un imperativo nella vita pubblica italiana. E questo non solo perchè il Centro è sempre più necessario ed indispensabile nella politica del nostro paese ma anche, e soprattutto, perchè è l’unica strada per ridare credibilità ed autorevolezza alla politica e per spezzare la violenta ed innaturale deriva bipolare che mina alle fondamenta la stessa qualità della nostra democrazia.

Ma anche per il Centro, soprattutto alla vigilia di una doppia sfida elettorale, arriva il momento di un rinnovato impegno e anche di una scelta netta e precisa. Innanzitutto si deve ripartire dal livello comunale e regionale. E cioè, dal rinnovo di moltissimi comuni e di alcune Regioni che andranno al voto. Ed è proprio ripartendo dal basso, come del resto ci ha insegnato la miglior cultura cattolico popolare, che si legittima la presenza politica e culturale del Centro. È persin inutile aggiungere al riguardo che l’apporto, soprattutto a livello comunale, dei cattolici popolari è decisivo e qualificante per costruire coalizioni e alleanze con una spiccata cultura di governo. Un apporto, quello dei cattolici popolari e sociali, che è presente e radicato nei territori anche se, purtroppo, non ancora strutturato in una “forma partito” autonoma e organizzata.

Tuttavia, ripartire dal basso, cioè dal primo livello istituzionale comunale, significa anche rilanciare la qualità della democrazia e, al contempo, creare le condizioni per formare e consolidare una nuova classe dirigente. In secondo luogo le elezioni europee. Lo sforzo, oggi più che mai, è quello di lavorare per far convergere in una unica lista le formazioni, i gruppi, i movimenti, i gruppi e i partiti che dichiarano di riconoscersi in una politica e in un progetto centrista. Superando le ridicole e grottesche divisioni o, peggio ancora, i rancori e le vendette di matrice personale. Del resto, è appena sufficiente gettare uno sguardo alle esperienze politiche del passato per rendersi conto che i grandi partiti, e le rispettive classi dirigenti, sapevano sempre anteporre gli interessi generali alle ripicche personali e alle stupide pregiudiziali. Atteggiamenti, questi, che evidenziano solo un comportamento profondamente impolitico destinato, di conseguenza, a far saltare un progetto politico. E cioè, un comportamento che evidenzia l’esatto contrario rispetto ai solenni pronunciamenti pubblici.

Occorre, quindi, accelerare il processo di unità di tutte le forze di centro in vista del delicato ed importante appuntamento europeo. Senza ulteriori divisioni, spaccature, frammentazioni e pregiudiziali di qualsiasi genere. Ecco perchè, adesso, occorre concentrare l’attenzione sul prossimo turno elettorale consapevoli che solo attraverso un buon risultato delle forze e dei partiti centristi si potrà mettere in discussione quel “bipolarismo selvaggio” che era e resta il nemico più insidioso se si vuole

rilanciare la qualità della politica e spezzare quella ingessatura e rigidità ideologica sempre più logora ed insopportabile.