Fmi, Gaspar: ecco perché abbiamo scelto Italia come "caso" su conti

Roma, 17 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha scelto l’Italia come esempio per illustrare le potenziali problematicità sui conti pubblici “perché è una economia avanzata con una elevata incidenza del debito sul Pil, è un paese dove ci sono state storicamente delle preoccupazioni sugli sviluppi dei mercati dei titoli pubblici e dei differenziali (spread)”. Lo ha spiegato Vitor Gaspar, direttore del dipartimento conti pubblici e fiscali del Fondo monetario internazionale, rispondendo ad una domanda sulla Penisola durante la conferenza stampa di presentazione del Fiscal Monitor.

Il quesito è stato sollevato in merito al fatto che il Fmi ha pubblicato nel Fiscal Monitor, il rapporto semestrale di analisi sulle finanze pubbliche, un grafico previsionale che assegna meno del 50% di probabilità al Paese di successo nello stabilizzare il debito pubblico sui prossimi due anni, raccomandando per questo sforzi di risanamento supplementari.

“Forse – ha aggiunto Gaspar – potrei esser anche stato influenzato dalla mia esperienza personale, perché ricordo di aver fatto parte di comitati europei alla fine degli anni 90 e all’epoca l’elevato debito pubblico italiano era già una questione. Il livello del debito è aumentato in maniera significativa da allora”.

Gaspar – precedentemente al suo incarico al Fmi, iniziato nel 2014 – tra 2011 e 2013 è stato ministro delle Finanze del Portogallo, sotto il governo socialdemocratico guidato da Pedro Passos Coelho, negli anni dell’eurocrisi. Era lui in carica quando il Portogallo dovette far ricorso a un pacchetto di aiuti Ue da 78 miliardi di euro, accettando i programmi e i controlli della “Troika” (Commissione Ue, Bce e Fmi).

“Nelle nostre previsioni – ha proseguito – abbiamo una situazione in cui, come in altre diverse economie avanzate, c’è stato calo del debito-Pil in Italia nel 2021 e nel 2022, ha continuato a calare fino a recentemente ma sul 2024 è previsto raggiungere quasi il 140% del Pil e andando avanti è previsto salire ancora fino a quasi il 145% del Pil alla fine delle nostro periodo previsionale. Negli ultimi anni l’Italia ha effettivamente registrato una ripresa relativamente forte che assieme all’inflazione ha aiutato il declino dell’incidenza del debito, ma andando avanti le dinamiche non sono favorevoli, con l’economia prevista rallentare e poi riprendersi ma restando sottotono e al tempo stesso i costi di rifinanziamento che saliranno”. (fonte immagine: Fmi).