Il cardinale Parolin: "Mosca cessi fuoco, poi i negoziati con l’Ucraina"

Milano, 12 mar. (askanews) – È “ovvio” che creare le condizioni di un negoziato spetti a entrambe le parti in conflitto, Russia e Ucraina, che la “prima condizione” sia di “mettere fine all’aggressione” e a cessare il fuoco debbano essere “innanzitutto gli aggressori”, cioè Mosca. Così il cardinale Pietro Parolin, 69 anni, Segretario di Stato vaticano al Corriere della Sera, invocando “maggiore considerazione per la vita umana”.

“Come ricordato dal direttore della sala stampa vaticana, citando le parole del Santo Padre del 25 febbraio scorso, l’appello del Pontefice è che ‘si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura’. In tal senso è ovvio che la creazione di tali condizioni non spetta solo ad una delle parti, bensì ad entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all’aggressione. Non bisogna mai dimenticare il contesto e, in questo caso, la domanda che è stata rivolta al Papa, il quale, in risposta, ha parlato del negoziato e, in particolare, del coraggio del negoziato, che non è mai una resa” spiega Parolin che poi prosegue: “La Santa Sede persegue questa linea e continua a chiedere il ‘cessate il fuoco’ – e a cessare il fuoco dovrebbero essere innanzitutto gli aggressori – e quindi l’apertura di trattative. II Santo Padre spiega che negoziare non è debolezza, ma è forza. Non è resa, ma è coraggio. E ci dice che dobbiamo avere una maggiore considerazione per la vita umana, per le centinaia di migliaia di vite umane che sono state sacrificate in questa guerra nel cuore dell’Europa. Sono parole che valgono per l’Ucraina come per la Terra Santa e per gli altri conflitti che insanguinano il mondo”