Navalny, La Russa: morto in un gulag che ricorda tempi bui Urss

Roma, 21 feb. (askanews) – L’aula del Senato ha osservato, su richiesta del presidente Ignazio La Russa, “qualche attimo di silenzio” in memoria di Alexei Navalny, l’oppositore russo recentemente morto in carcere, “morto in maniera tragica mentre era privato della libertà in una maniera che comunque la si voglia giudicare è frutto di una carcerazione piena di stenti, o forse peggio, che ha lasciato sbigottito il mondo intero”, ha sottolineato.

“Di una cosa penso non possa esservi dubbio, che Navalny fosse prigioniero per le sue idee. Come ha detto il presidente della Repubblica, per le sue idee e il suo desiderio di libertà in un carcere, un gulag che – ha proseguito il presidente del Senato – ricorda i tempi più bui della storia e in particolare della stessa Russia allora Unione sovietica. Credo non ci debbano essere dubbi e polemiche sulla vicinanza che tutte le forze politiche debbano manifestare a un uomo che è tornato nella sua terra, nella sua nazione, sapendo che la sua sorte potesse con estrema probabilità essere quella che poi si è tragicamente verificata. Un uomo che ha combattuto per un anelito di libertà e che oggi diventa il simbolo della presenza anche nella Russia di una possibilità di riscatto. L’Italia che si è schierata senza se e senza ma dalla parte dell’Ucraina contro l’invasione russa non può che inchinare le proprie bandiere di fronte ad Alexei Navalny”.

Al termine del momento di silenzio hanno preso la parola, con un intervento per ciascuno, i gruppi parlamentari per il ricordo della personalità scomparsa.