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sabato, 2 Agosto, 2025
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Mediaset aumenta offerta per Prosieben: 4,48 euro e 1,3 azioni Mfe

Milano, 28 lug. (askanews) – Mfe-Mediaforeurope ha aumentato il il corrispettivo dell’offerta pubblica di acquisto volontaria sulla tedesca Prosiebensat.1. Il prezzo, da 4,48 euro in denaro e 0,4 azioni ordinarie Mfe di categoria A, viene alzato a 4,48 euro in denaro e 1,3 azioni Mfe A. Il periodo di adesione continuerà a scadere il 13 agosto 2025, alle ore 24 di Francoforte sul Meno, salvo ulteriori proroghe.

“Abbiamo deciso di alzare la nostra offerta su ProSiebenSat Non perché la proposta iniziale fosse inadeguata, ma perché crediamo nel progetto industriale che sosteniamo da anni come primi azionisti. Continuiamo a crederci, nonostante i risultati di ProSiebenSat rendano ancora più urgente agire e mettere in atto una nuova strategia”, ha detto Pier Silvio Berlusconi, CEO di Mfe Mediaforeurope.

Mfe ritiene che la stretta collaborazione con ProSieben portera a sbloccare significativi vantaggi strategici ed a creare valore. “L’unione dei due business, se e quando sara conseguita, derivante dalla creazione della combined entity e dal consolidamento degli asset di ProSieben offrirà significativi vantaggi strategici e consentirà di promuovere un importante progetto di valore per la combined entity principalmente nei settori della pubblicità, della tecnologia e dei dati”, si legge in una nota della società.

Gli effetti attesi da questo progetto di valore sono quantificati fino a 419 milioni di euro a livello di EBIT su base annuale entro 4 anni. Sono inoltre attesi costi one-off e investimento fino a 145 milioni di euro. “I vantaggi – ha aggiunto Berlusconi – sono oggettivi: sul fronte dei costi, sul fronte delle tecnologie e soprattutto sul fronte dei ricavi. Il tutto nel rispetto dell’autonomia editoriale e delle identità nazionali. Siamo molto convinti del nostro piano. È basato su azioni concrete e valutazioni prudenziali, sia sul fronte dei ricavi che su quello dei costi. Tutti gli azionisti di Mfe ne trarranno un beneficio significativo, con una crescita dell’utile per azione superiore al +50% e fino al +80% in caso di adesione totale all’Offerta”.

Sulla base dei prezzi storici di borsa del titolo ProSieben e del prezzo medio di chiusura delle Azioni MFE A in Borsa, il corrispettivo dell’offerta incrementata pari a 8,62 euro per azione ProSieben incorpora un premio del +22% rispetto al prezzo di chiusura XETRA del titolo ProSieben del 25 luglio 2025 (7,04 euro) e del +13% rispetto al prezzo target medio del titolo ProSieben pubblicato su Bloomberg al 25 luglio 2025 (7,61 euro). “Se esistono alternative migliori, siamo pronti ad ascoltarle. Ma ad oggi il nostro è l’unico progetto concreto per un broadcaster europeo indipendente, credibile e competitivo”, ha chiosato Berlusconi.

Dazi, un 15% che indebolisce Von der Leyen e imbarazza Meloni

Dopo mesi di negoziati serrati, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno siglato un accordo che allontana lo spettro di una guerra commerciale dentro l’Occidente. Ma il prezzo, per il Vecchio Continente, è alto: dazi al 15% su gran parte delle esportazioni verso gli USA, laddove Washington minacciava il 30%. Un “compromesso necessario”, secondo Ursula von der Leyen, che lo ha annunciato accanto a Donald Trump dal resort scozzese di proprietà del presidente americano: “Abbiamo stabilizzato su un unico dazio al 15%, che rappresenta un tetto chiaro e comprensivo”.

LAmerica incassa, lEuropa si impegna

Il patto prevede anche dazi zero su alcune categorie strategiche – aerospazio, microprocessori, prodotti chimici e risorse agricole – e impone all’UE impegni significativi: 750 miliardi di importazioni energetiche dagli USA in tre anni e 600 miliardi di investimenti nel paese. Trump, fedele al suo stile, ha celebrato l’accordo come una vittoria: “Le nostre auto non erano praticamente ammesse in Europa, ma ora gli europei potranno scoprire i nostri pick-up e Suv. Saranno felici”. Restano ambiguità su acciaio e alluminio, con tariffe oggi al 50% e nuove quote promesse ma non dettagliate.

La cautela del Governo italiano

L’Italia, stavolta, si è fatta trovare pronta con una nota ufficiale di Palazzo Chigi a tre firme – Meloni, Tajani e Salvini – che sa di tutela multipla. Una “formula trinitaria” non solo istituzionale, ma anche politica: evidentemente la premier ha voluto blindarsi rispetto ad alcune posizioni della sua stessa maggioranza, pronte a cavalcare – vedi la Lega – la polemica contro ogni ombra di cedimento all’Europa. Il governo giudica l’intesa “una soluzione negoziata che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all’Occidente”. E rivendica di aver contribuito al risultato “facendo squadra comune” e rifiutando “la trappola dello scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico”.

Von der Leyen sotto esame?

A colpire, nella nota, è la prudenza. Palazzo Chigi definisce “sostenibile” la soglia del 15% solo se non si somma ai dazi preesistenti – un punto su cui si attendono chiarimenti tecnici, ma che Trump a parole avrebbe garantito. Intanto a Bruxelles viene chiesto di rafforzare il Mercato Unico e diversificare i partner commerciali; ma anche di “attivare misure di sostegno a livello europeo per i settori più esposti”, lasciando intendere che le ricadute non saranno indolori.

In filigrana si legge un giudizio non entusiasta sull’operato della Commissione. Indubbiamente, il dossier dazi non ha migliorato la posizione politica di Ursula von der Leyen: l’ipotesi della sfiducia, benché non prevista dall’ordinamento, potrebbe farsi più concreta, magari per effetto di una certa moral suasion. D’altronde anche Weber, l’arcigno capogruppo del Ppe, ha rilasciato una dichiarazione ai limiti della freddezza.

La società concreta di Sturzo

Luigi Sturzo ci lascia un insegnamento tanto metodologico quanto politico: partire sempre dalla società concreta. Non da ciò che si idealizza, ma da ciò che si vive. Un ammonimento da rileggere con attenzione, soprattutto oggi.

La raccomandazione di Sturzo

Una costante raccomandazione metodologica del sacerdote e sociologo Luigi Sturzo è stata quella di darsi sempre da fare per osservare e studiare per bene la società… concreta.

La società concreta, per Sturzo, non era quella astratta o statica; quella che supponiamo e che ci piace. Oppure quella vissuta nel passato che rimpiangiamo.

Era invece quella dinamica, in cui si vive ogni giorno, e che è sempre frutto delle persone che ci vivono in un preciso momento storico, all’interno delle tre forme sociali: famiglia, Stato, religione.

Destra, sinistra e centro. Sperando sempre che si mantengano fermi i diritti dell’uomo assieme ad alcuni valori morali fondamentali, la società cammina. Ai nostri giorni anche velocemente. Trasformando e cambiando le cose e le idee.

Chi pensa ancora oggi, per esempio, alle categorie politiche di destra, sinistra e centro, non tiene conto di questa raccomandazione. Ricorre e usa questi termini per semplificare, banalizzando la realtà. Spesso a solo scopo propagandistico, per richiamare emotivamente collocazioni e schieramenti del passato. Ma senza mai chiarire e specificare concretamente cosa si vuole dire — oggi — con quei termini.

Così si commette il grave errore di polarizzare la politica con concetti superati e da ridefinire. Le differenze ci sono, sia chiaro. Ma non sono più quelle del passato.

La coscienza personale

In questa sua attenzione alle dinamiche sociali — diciamo meglio, in questo suo storicismo — Sturzo metteva però sempre al centro la coscienza della persona, concretamente immersa nella società del suo tempo.

Evitava la coscienza razionale del positivismo sociologico e dei suoi schemi teorici, che pure seguiva con attenzione, ma da cui prendeva le distanze.

Coscienza della storia, dunque. E della società, da studiare anche con l’aiuto dell’antropologia.

Quella riflessione personale, cioè, che deve consentirci valutazioni realistiche su tempi e luoghi. Sulle strutture associative, istituzionali ed economiche che aiutano od ostacolano le nostre esperienze e i nostri progetti.

Partendo dallo spazio comunitario e locale: come sta facendo la “Rete di Trieste”, che per promuovere partecipazione supera le categorie politiche e partitiche di destra, centro e sinistra, e realizza un dialogo “scandaloso” tra “amici e nemici”.

Saltando quei pregiudizi che, nell’ottica delle sfide dietro l’angolo, bisogna avere il coraggio di mettere tra parentesi prima delle nostre analisi, del nostro verdetto, e delle nostre opinioni — come ha suggerito qualche filosofo.

È un lavoro difficile. E comporta cancellazioni spiacevoli e imbarazzanti. Ma necessarie, per farci vivere concretamente nella storia presente, e prepararci a quella futura. Come chiede Sturzo.

Ricordando che ogni fase storica ha sue specifiche caratteristiche e pone specifici problemi.

Il centro cattolico e la lezione ignorata

Per questi e altri motivi, sono stato molto critico, anche se curioso, nei confronti dell’anelata ricomposizione politica di un tanto atteso centro cattolico, collocato nelle sole mani di decine di leader-promotori, ma con un totale vuoto analitico, sociale, culturale e strutturale.

Desiderato periodicamente col solo approccio teorico, in assenza di un concreto retroterra associativo, di una lettura delle nuove classi sociali, e di una presa d’atto della secolarizzazione senza precedenti.

Un partito di chiara natura sociale

A tale ultimo proposito, mi piace chiudere questo appunto con un noto discorso di Sturzo, che esprime bene cosa intendesse per “concretezza”:

«Per capire il rapido incontestato successo del Partito Popolare Italiano, dobbiamo ricordare che il movimento cattolico sociale — chiamato o no Democrazia Cristiana — si era sviluppato ininterrottamente nel corso degli anni di crisi e di guerra.

Perciò all’inizio del 1919, appena due mesi dopo l’armistizio, esistevano in Italia, nelle mani dei cattolici sociali, più di 4000 cooperative, qualche migliaio di enti assistenziali dei lavoratori, circa 300 banche popolari, molte società professionali (le quali si erano confederate nel settembre del 1918), raggiungendo in breve una partecipazione di almeno 800.000 membri (e nel 1920 un milione e duecentomila). Inoltre, molti studenti delle scuole secondarie e delle università erano stati educati per lungo tempo in associazioni cattoliche per la gioventù. Essi avevano dato, durante la guerra, un magnifico esempio di coraggio militare e di virtù cristiane. Entrarono spontaneamente a far parte del Partito Popolare, diventandone la leva intellettuale e morale, proprio come le masse operaie delle unioni cattoliche, delle leghe e cooperative rurali, erano le reclute più convinte e più disciplinate. E infine, la cooperazione delle classi medie e intellettuali — dottori, avvocati, professori, ingegneri, tecnici — si rivelò di importanza e respiro mai visti in un giovane partito di chiara natura sociale».

Democrazia cristiana: partito cancellato, postura rimpianta

C’è poco da fare. Al di là dei suoi storici detrattori, il ruolo, la cultura, il modello, il progetto e la stessa organizzazione di partito della Dc continuano a fare capolino nella politica italiana. Certo, si tratta di un modello e di un progetto che non hanno cittadinanza nei partiti radicali, populisti, sovranisti o estremisti. E quindi, per fare solo qualche esempio, negli attuali partiti di Conte, Salvini, Fratoianni/Bonelli e Schlein, per citare i principali.

Ma è indubbio che ogni qualvolta un partito rivendica una cultura di governo, una postura centrista, un approccio riformista e anche una organizzazione democratica al proprio interno, il riferimento alla Democrazia Cristiana è quasi d’obbligo.

Il centro come cultura di governo

E questo perché, come ricordava con insistenza uno degli ultimi leader storici della Dc, Guido Bodrato, “in Italia si vince al Centro ma soprattutto si governa dal Centro”. Dopodiché, come tutti sanno, quel partito è consegnato alla storia e, com’è altrettanto ovvio e scontato, non può più essere riprodotto nella cittadella politica italiana.

Ma quello che conta sotto il profilo politico, culturale e anche di metodo è che — a differenza di altri grandi partiti popolari e di massa del passato che sono culturalmente e politicamente falliti di fronte alla storia, come ad esempio il vecchio Pci — il modello e la stessa “mission” della Dc continuano ad essere concretamente richiamati anche nell’attuale stagione politica del nostro Paese.

Uneredità rivendicata altrove

Non è un caso, per fare un solo esempio, se quando si governa — e l’esempio di Giorgia Meloni è, al riguardo, paradigmatico — si invoca e si persegue un modello centrista, moderato e riformista a prescindere dalla stessa provenienza culturale e ideale del Premier di turno.

Non è un caso, per fare un altro esempio, se la “postura” di governo — e quindi la stessa “cultura di governo” — diventa quasi la cifra distintiva che caratterizza il comportamento politico di un partito.

E non è un caso, infine, se quando un partito vuole apparire realmente democratico, superando e archiviando la deriva dei “partiti personali” e dei “partiti del capo”, l’unico modello credibile che ancora oggi — seppur tra alti e bassi — continua ad avere una patente storica di democraticità, di collegialità, di serietà e di trasparenza era e resta quello della Democrazia Cristiana.

La lezione disattesa dai cattolici

Ecco perché, al di là della narrativa e della stessa interpretazione dei suoi detrattori storici — fortemente presenti tutt’oggi nel campo della sinistra politica, culturale, artistica, accademica ed editoriale italiana — il ruolo politico e la postura dello storico “partito di cattolici” continuano a fare discutere e ad essere, consapevolmente o meno, fonte di ispirazione anche per i grandi partiti che attualmente campeggiano nella politica italiana.

Stupisce, ed è questa una considerazione marginale ed amara, che siano proprio i cattolici attualmente impegnati in politica, e che non rinnegano, come ovvio, l’insegnamento e il magistero della Dc e dei suoi grandi leader e statisti, a non farsi carico direttamente di questa straordinaria ed inedita eredità. Politica, culturale, programmatica, etica ed anche organizzativa.

Assistiamo, cioè, a una strana e singolare eterogenesi dei fini. E cioè, sono partiti o esponenti politici sideralmente lontani dalla concreta esperienza della Dc a farsi carico della lezione e dell’insegnamento declinati dalla Dc per quasi 50 anni nella vita democratica del nostro Paese.

Un paradosso, certo, ma che conferma da un lato la modernità e l’attualità di quel modo d’essere in politica e, dall’altro — e purtroppo — la sostanziale insipienza ed irrilevanza del cattolicesimo politico italiano. O meglio, di coloro che vogliono essere protagonisti ed alfieri di un nuovo protagonismo politico dei cattolici ma sono soltanto gregari e spettatori di un gioco che viene condotto, deciso e praticato da altri.

Tutele ai lavoratori fragili: finalmente una legge chiara

Una legge attesa da tempo, che riconosce in modo netto e senza ambiguità i diritti essenziali dei lavoratori più esposti e vulnerabili. Il testo, approvato in via definitiva, pone fine a incertezze normative e disparità interpretative.

Una norma condivisa, frutto di un percorso trasversale

Approvata in sede deliberante in Senato l’8 luglio u.s, pubblicata sulla G.U. Serie Generale n.171 del 25/07/2025, la legge 18 luglio 2025 n.° 106 – “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche” – entrerà in vigore a far data dal 9 agosto p.v.

Attivata alla Camera su iniziativa dell’On.le Debora Serracchiani, con DDL n.153 del 25 marzo 2025, la proposta legislativa ha seguito tutto l’iter parlamentare fino all’approvazione in Senato con Atto n.1430, grazie alla premura della Senatrice Elena Murelli e la condivisione di tutte le forze politiche, unanimi nell’approvarla anche nelle Commissioni referenti.

I contenuti principali: assenze, certificazioni, limiti

L’articolato è breve (5 articoli), conciso, chiaro e dovrebbe rivelarsi di indubbia e immediata interpretazione.

Esaminiamo altrettanto succintamente i punti più rilevanti: conservazione del posto di lavoro, nessuna retribuzione, impossibilità a svolgere altra attività lavorativa, nessun computo del periodo di assenza nell’anzianità di servizio, fino a 24 mesi di assenza (anche non continuativi), fino a 10 ore annue aggiuntive per terapie e cure…

Un cambio di passo dopo lesperienza del Covid

Il provvedimento legislativo testè approvato chiude – temporaneamente – una lunga parentesi di norme spesso confuse, contradditorie e tardive emanate durante il periodo del Covid…

Ora che la legge c’è, chiara ed esplicita, saranno i sindacati e le associazioni di categoria (che in realtà non hanno fatto molto per addivenire ad un chiarimento perentorio e definitivo) a dover vigilare sulla sua corretta applicazione…

Insomma, la legge è un passo importante verso una civiltà del lavoro più attenta ai diritti e alle condizioni di fragilità. Ora la sfida si sposta sull’attuazione: sarà lo spirito della norma a prevalere, o prevarranno resistenze e cavilli?

Dazi, Meloni-Tajani-Salvini: accordo Ue-Usa scongiura guerra commercio

Roma, 27 lug. (askanews) – “Il Governo italiano accoglie positivamente la notizia del raggiungimento di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi e le politiche commerciali, che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all’Occidente, che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili”. Lo dichiarano con un comunicato congiunto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini.

“La soluzione negoziata è un risultato a cui le Istituzioni europee e gli Stati membri, inclusa l’Italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico”.

“L’accordo garantisce stabilità, aspetto fondamentale per i rapporti tra due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro – proseguono – come sono quelli dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Nelle more di valutare i dettagli dell’intesa, giudichiamo sostenibile la base dell’accordo sui dazi al 15%, soprattutto se questa percentuale ricomprende e non si somma ai dazi precedenti, come invece era previsto inizialmente”.

“Allo stesso tempo, continuiamo a lavorare a Bruxelles per rafforzare il Mercato Unico, semplificare le nostre regole, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze. Infine, siamo pronti ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, ma chiediamo che vengano attivate anche a livello europeo, per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi. Il Governo italiano – concludono Meloni, Tajani e Salvini – continuerà a perseguire l’obiettivo di mantenere salda l’unità dell’Occidente, con la consapevolezza che ogni divisione ci renderebbe tutti più deboli ed esposti alle sfide globali”.

Dazi, accordo Ue-Usa al 15% più maxi acquisti Ue di energia Usa

Roma, 27 lug. (askanews) – Dopo mesi di braccio di ferro, Stati Uniti e Unione Europea hanno raggiunto un accordo sullo spinoso nodo dei dazi commerciali. Prevede un livellamento al 15% per la maggior parte delle esportazioni Ue verso gli Usa, a fronte del 30% che era stato minacciato da Washington, dazi a zero sugli scambi di alcune limitate categorie – come aeronautica e alcuni microprocessori – ma anche l’impegno dei Paesi Ue a importare complessivamente 750 miliardi di energia dagli Usa su tre anni, e a investirvi 600 miliardi di dollari.

Lo hanno annunciato il presidente Usa Donald Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con una conferenza stampa congiunta al termine della bilaterale oggi in Scozia. Un incontro preceduto da un rush finale di negoziati nelle ultimissime ore delle delegazioni tecniche, “paracadutate” nel resort di golf di proprietà di Trump dove si è svolto l’incontro.

“L’accordo di oggi crea certezza in tempi incerti. Assicura stabilità e prevedibilità per cittadini e imprese di entrambi i lati dell’Atlantico”, ha poi affermato Von der Leyen in un successivo punto stampa. “Abbiamo stabilizzato su un unico dazio al 15% per la maggior parte delle esportazioni, tra cui auto, semiconduttori e farmaceutica e questo 15% è un chiaro tetto include tutto”. L’Ue ha anche avuto garanzie rispetto a possibili ulteriori sviluppi nel settore farmaceutico: “è stato concordato un dazio del 15%, qualunque siano le decisioni future del presidente degli Stati Uniti a livello globale”, ha detto.

“Abbiamo anche concordato dazi a zero su una serie di prodotti strategici, tra cui aerei e le componenti aeronautiche, alcuni prodotti chimici, alcuni semiconduttori, alcuni prodotti agricoli, alcune risorse naturali e continueremo a lavorare per aggiungere altri prodotti a questa lista”, ha proseguito.

“Su acciaio e alluminio Unione Europea e Stati Uniti fronteggiano la sfida comune dell’eccesso di capacità produttiva (globale). Lavoreremo insieme per assicurare una concorrenza globale equa e per ridurre le barriere tra di noi, i dazi saranno ridotti e verrà allestito un sistema di quote”. Von der Leyen non ha però precisato se su acciaio e alluminio i dazi saranno al 15% o a quale livello (al momento sono al 50%), né a quanto ammonteranno queste quote.

Per parte sua Trump ha rivendicato come un successo gli impegni plurimiliardari della Ue ad acquistare energia Usa e a investire negli Usa, sparando subito le cifre totali (Von der Leyen poi ha puntualizzato che l’import di energia è da 250 miliardi l’anno, resta non chiaro se si tratti di dollari o euro, domani ci saranno chiarimenti tecnici da parte della Ue).

Trump ha poi ha messo in risalto anche due settori merceologici chiave su cui rivendica maggiori aperture da parte della Ue. “Le auto (Usa) fondamentalmente non erano permesse” nell’Unione, ha sostenuto. “Ma noi abbiamo delle auto pazzesche. Dei pick-up e dei Suv, abbiamo ottime cose penso che gli europei avranno una certa diversificazione che li renderà felici. La seconda è l’agricoltura, per gli allevatori. E facciamo tutto in stretto coordinamento con la presidente” della Commissione Ue. Non è chiaro anche qui cosa significhi esattamente questa apertura Ue ai prodotti agricoli Usa.

“E loro verranno nel nostro Paese con grande vigore, penso che faranno tanti soldi con noi. E questo porterà tanta unità e amicizia e funzionerà molto bene”, ha detto Trump. “Penso che sarà un grande accordo per entrambe le parti. Penso che i vostri Paesi saranno molto contenti”.

Sui microprocessori, poi, se “tanti Paesi” stanno spostando le loro produzioni negli Stati Uniti per evitare i dazi commerciali, l’accordo appena raggiunto tra con l’Europa “è molto migliore e penso molto più redditizio – ha detto Trump -. Avrà tanti benefici da questo, che è stato un negoziato molto interessante”.

Secondo Von der Leyen il 15% di dazio base concordato sulla maggior parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti “era il meglio che potevamo raggiungere”. “Il negoziato è stato molto difficile, perché abbiamo iniziato da posizioni molto lontane entrambi. E’ stato duro – ha aggiunto – equo, ma è stato duro”. (fonte immagine: European Union).

Dazi, accordo Ue-Usa al 15% più maxi acquisti Ue di energia Usa

Roma, 27 lug. (askanews) – Dopo mesi di braccio di ferro, Stati Uniti e Unione Europea hanno raggiunto un accordo sullo spinoso nodo dei dazi commerciali. Prevede un livellamento al 15% per la maggior parte delle esportazioni Ue verso gli Usa, a fronte del 30% che era stato minacciato da Washington, dazi a zero sugli scambi di alcune limitate categorie – come aeronautica e alcuni microprocessori – ma anche l’impegno dei Paesi Ue a importare complessivamente 750 miliardi di energia dagli Usa su tre anni, e a investirvi 600 miliardi di dollari.

Lo hanno annunciato il presidente Usa Donald Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con una conferenza stampa congiunta al termine della bilaterale oggi in Scozia. Un incontro preceduto da un rush finale di negoziati nelle ultimissime ore delle delegazioni tecniche, “paracadutate” nel resort di golf di proprietà di Trump dove si è svolto l’incontro.

“L’accordo di oggi crea certezza in tempi incerti. Assicura stabilità e prevedibilità per cittadini e imprese di entrambi i lati dell’Atlantico”, ha poi affermato Von der Leyen in un successivo punto stampa. “Abbiamo stabilizzato su un unico dazio al 15% per la maggior parte delle esportazioni, tra cui auto, semiconduttori e farmaceutica e questo 15% è un chiaro tetto include tutto”. L’Ue ha anche avuto garanzie rispetto a possibili ulteriori sviluppi nel settore farmaceutico: “è stato concordato un dazio del 15%, qualunque siano le decisioni future del presidente degli Stati Uniti a livello globale”, ha detto.

“Abbiamo anche concordato dazi a zero su una serie di prodotti strategici, tra cui aerei e le componenti aeronautiche, alcuni prodotti chimici, alcuni semiconduttori, alcuni prodotti agricoli, alcune risorse naturali e continueremo a lavorare per aggiungere altri prodotti a questa lista”, ha proseguito.

“Su acciaio e alluminio Unione Europea e Stati Uniti fronteggiano la sfida comune dell’eccesso di capacità produttiva (globale). Lavoreremo insieme per assicurare una concorrenza globale equa e per ridurre le barriere tra di noi, i dazi saranno ridotti e verrà allestito un sistema di quote”. Von der Leyen non ha però precisato se su acciaio e alluminio i dazi saranno al 15% o a quale livello (al momento sono al 50%), né a quanto ammonteranno queste quote.

Per parte sua Trump ha rivendicato come un successo gli impegni plurimiliardari della Ue ad acquistare energia Usa e a investire negli Usa, sparando subito le cifre totali (Von der Leyen poi ha puntualizzato che l’import di energia è da 250 miliardi l’anno, resta non chiaro se si tratti di dollari o euro, domani ci saranno chiarimenti tecnici da parte della Ue).

Trump ha poi ha messo in risalto anche due settori merceologici chiave su cui rivendica maggiori aperture da parte della Ue. “Le auto (Usa) fondamentalmente non erano permesse” nell’Unione, ha sostenuto. “Ma noi abbiamo delle auto pazzesche. Dei pick-up e dei Suv, abbiamo ottime cose penso che gli europei avranno una certa diversificazione che li renderà felici. La seconda è l’agricoltura, per gli allevatori. E facciamo tutto in stretto coordinamento con la presidente” della Commissione Ue. Non è chiaro anche qui cosa significhi esattamente questa apertura Ue ai prodotti agricoli Usa.

“E loro verranno nel nostro Paese con grande vigore, penso che faranno tanti soldi con noi. E questo porterà tanta unità e amicizia e funzionerà molto bene”, ha detto Trump. “Penso che sarà un grande accordo per entrambe le parti. Penso che i vostri Paesi saranno molto contenti”.

Sui microprocessori, poi, se “tanti Paesi” stanno spostando le loro produzioni negli Stati Uniti per evitare i dazi commerciali, l’accordo appena raggiunto tra con l’Europa “è molto migliore e penso molto più redditizio – ha detto Trump -. Avrà tanti benefici da questo, che è stato un negoziato molto interessante”.

Secondo Von der Leyen il 15% di dazio base concordato sulla maggior parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti “era il meglio che potevamo raggiungere”. “Il negoziato è stato molto difficile, perché abbiamo iniziato da posizioni molto lontane entrambi. E’ stato duro – ha aggiunto – equo, ma è stato duro”. (fonte immagine: European Union).

Gaza, Schlein: Meloni ascolti ex ambasciatori, basta restare immobili

Roma, 27 lug. (askanews) – “La lettera dei 35 diplomatici a Giorgia Meloni in cui chiedono di riconoscere urgentemente lo Stato di Palestina è un’iniziativa importantissima: Meloni ascolti almeno loro, ascolti la loro voce e la loro professionalità. Lo dicono in modo chiaro: ci sono momenti della storia in cui non si può rimanere immobili, questo è uno di quelli. Giorgia Meloni schieri l’Italia dalla parte giusta della storia, non dalla parte del criminale Netanyahu e del suo complice Trump.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein

Iran, Trump: "Parlano di arricchire uranio. Non lo consentiremo"

Roma, 27 lug. (askanews) – Gli Stati Uniti non intendono consentire all’Iran di riprendere i programmi di arricchimento dell’Uranio. Lo ha affermato il presidente Usa Donald Trump, durante la conferenza stampa all’inizio della bilaterale in Scozia con la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.

Interpellato su Gaza, Trump ha riferito di aver parlato ieri con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Trump ha affermato che l’Iran è tra i Paesi che alimentano il conflitto tra Hamas e Israele. “Ho parlato con lui di tante cose. Dell’Iran che è molto malevolo nelle sue dichiarazioni. Hanno l’inferno che gli bussa alle porta e penso che non lo capiscano”, ha detto.

“L’Iran è stato colpito molto duramente per giuste ragioni. Non possiamo permettere che abbiano un’arma nucleare, ma stanno continuando a parlare di arricchimento, ma chi farebbe una cosa del genere? Come possono essere così stupidi da dire una cosa simile? Non lo consentiremo – ha sentenziato Trump -. Non lo consentiremo”.

Dazi, von der Leyen: 50-50 accordo, serve riequilibrio scambi

Roma, 27 lug. (askanews) – “Penso che il presidente Trump abbia ragione: abbiamo una probabilità del 50-50 percento di raggiungere un accordo. Si può chiamare equità, si può chiamare riequilibrare: noi abbiamo un surplus, gli Stati Uniti hanno un deficit e dobbiamo riequilibrarlo. Abbiamo un’eccellente relazione commerciale, è un volume di scambi enorme quello che abbiamo insieme e dobbiamo rendere la relazione più sostenibile”. Lo ha detto Ursula von der Leyen, in conferenza stampa con il presidente americano Donald Trump.

Dazi, Trump: possibilità intesa con Ue 50%, penso ci vorrà un’ora

Roma, 27 lug. (askanews) – “Penso che le possibilità” di fare un accordo sui dazi commerciali con la Ue “siano 50 a 50. Vorrei fare un accordo ma è 50 a 50”. Lo ha affermato il presidente Usa Donald Trump, nella conferenza stampa all’inizio della bilaterale in Scozia con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Trump non è voluto entrare nei dettagli, ma ha precisato che la questione più critica “è l’equità”.

“Penso che ci vorrà circa un’ora. È complicato ma non così complicato”, ha aggiunto.

Formula1, Piastri vince il Gp del Belgio, Leclerc terzo

Roma, 27 lug. (askanews) – Oscar Piastri signore della pioggia a Spa. L’Australiano vince un pazzo Gp del Belgio, sferzato dalla pioggia nelle fasi iniziali, grazie a un sorpasso studiato nei minimi dettagli e preparato all’Eau Rouge su Norris al primo giro lanciato. Il britannico paga psicologicamente la forza del compagno e non riesce più ad avvicinarlo. Vittoria e allungo nel Mondiale per l’australiano. Terzo Leclerc, che resiste agli attacchi di Verstappen. Settimo Lewis Hamilton, che ha rimontato undici posizioni dalla diciottesima iniziale: prima mago su pista bagnata, poi coraggioso a montare per primo le medie slick. Segnale incoraggiante dal sette volte iridato. La pioggia ha pesantemente condizionato la partenza della gara, effettuata con circa un’ora e mezza di ritardo e dietro Safety Car, rimasta in pista 4 giri.

Enac: i 5 aeroporti italiani dove ci si può imbarcare con oltre 100 ml

Roma, 27 lug. (askanews) – L’Enac ha fornito la lista degli aeroporti italiani che, disponendo di scanner di ultima generazione, consentono ai passeggeri di entrare in cabina con un quantitativo di liquidi superiore ai 100 ml, a seguito dell’ammorbidimento delle normative europee. Si tratta di Roma Fiumicino, Milano Linate, Milano Malpensa, Bologna e Torino, afferma l’Ente nazionale per l’aviazione civile con un comunicato.

Il tutto in riferimento alla decisione dell’Ecac (European Civil Aviation Conference), l’organizzazione paneuropea che riunisce le autorità dell’aviazione civile dei 44 Paesi membri, i 27 comunitari più 17 non comunitari, che consente di trasportare all’interno del bagaglio a mano liquidi in confezioni superiori ai 100 ml.

Gli aeroporti in cui questo è possibile, spiega l’Enac, sono quelli che hanno già in dotazione scanner di nuova generazione in grado di analizzare i contenuti, anche liquidi, dei bagagli a mano durante i controlli di security.

In tutti gli altri scali, precisa l’Enac, restano vigenti le regole che limitano il trasporto dei liquidi in cabina, ovvero devono essere contenuti in singoli contenitori di capacità non superiore a 100 millilitri o equivalente, inseriti in un sacchetto di plastica trasparente e richiudibile di capacità non superiore a 1 litro, e devono essere estratti dal bagaglio nel momento dei controlli di security.

Arrivano nuovi temporali, allerta gialla in 12 regioni

Roma, 27 lug. (askanews) – Una perturbazione atlantica in arrivo dall’Europa centrale porterà, a partire dalle prossime ore, un netto peggioramento del tempo sull’Italia. Rovesci e temporali colpiranno inizialmente il Nord, per poi estendersi domani al Centro e a parte del Sud. I fenomeni più intensi e persistenti sono attesi sul versante adriatico dell’Emilia-Romagna e del Centro. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it). L’avviso prevede dalla sera di oggi, domenica 27 luglio, precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, su Lombardia e Veneto, in estensione all’Emilia-Romagna e dalle prime ore di domani, lunedì 28 luglio, sono attese precipitazioni sparse, a prevalente carattere temporalesco, sulla Toscana, in estensione a Lazio, specialmente nelle zone interne, Umbria e Campania. Dal mattino di domani, inoltre, si prevedono precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, anche sulle Marche, in estensione ad Abruzzo e Molise. Infine, i fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani, lunedì 28 luglio, allerta gialla per rischio meteo-idrogeologico su parte di Lombardia e Liguria – al Nord – e di Campania e Puglia al Sud. Allerta gialla anche sull’intero territorio di Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche e Molise. Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo.

Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.

Nuoto, Italia d’argento nella 4×100: "Più di così impossibile"

Roma, 27 lug. (askanews) – “Siamo stati tutti bravissimi e abbiamo dato tutti il massimo. Abbiamo nuotato un tempo incredibile di grandissimo spessore mondiale. Il trend continua ad essere positivo per questa staffetta e sono veramente orgoglioso di esserne protagonista. Contento ovviamente della mia frazione”. Così il capitano della staffetta 4×100 stile azzurra, Lorenzo Zazzeri, tesserato per Esercito e RN Florentia al termine della gara “Io credo che più di così non potevamo fare onestamente – prosegue Ceccon, tesserato per Fiamme Oro e Leosport – Dispiace perché in genere con un crono del genere si vince. Complimenti all’Australia ma sono convinto che prima o poi l’oro arriverà”. Gli fa eco Frigo (Fiamme Oro/Team Veneto): “Ha ragione Thomas perché questo è un tempo che in passato ci avrebbe regalato l’oro. Siamo abbonati all’argento che per carità va benissimo ma qualche rimpianto c’è”. Chiusura affidata alla nuova leva D’Ambrosio (Fiamme Gialle/Fondazione Bentegodi): “Che dire prima finale mondiale della carriera e subito una medaglia: è incredibile per me. Sono felice della mia frazione, perché mi sono migliorato ulteriormente rispetto al mattino. Ringrazio i miei compagni perché sono stati eccezionali questa sera”.(Foto DBM / DeepBlueMedia)

Nuoto, Italia d’argento nella 4×100 stile con il record italiano

Roma, 27 lug. (askanews) – La Nazionale della 4×100 stile libero non scende giù dal podio iridato, si conferma per la terza volta consecutiva vice campione del mondo, battuta solo dalla Australia che vince in 3’08″97 e trascinata da una pazzesca ultima frazione di Kyle Chalmers in 46″53. Argento azzurro con il record italiano: 3’09″98. Terzi sono gli Stati Uniti in 3’09″64; battuta ancora una volta la Gran Bretagna quarta in 3’10″73.

Gara di altissimo livello degli azzurri. Il debuttante Carlos D’Ambrosio ritocca il primato personale e il record italiano juniores (47″78) e cambia terzo; Thomas Ceccon (47″10) mantiene la posizione ma a contatto con Usa e Aussie; poi il proscenio è tutto di capitan Lorenzo Zazzeri (47″36) che risale al secondo posto con una delle sue migliori frazione; lancia Manuel Frigo, come sempre fenomenale staffettista, che non può nulla su Chalmers ma è bravissimo a rintuzzare l’attacco dello statunitense Kulow e chiude in 47″34. Gli alfieri azzurri cancellano il 3’10″11 siglato dagli stessi Ceccon, Zazzeri, Frigo ma con Miressi al lancio per l’argento olimpico ai Giochi di Tokyo 2020. (Foto DBM / DeepBlueMedia)

Atletica, record del mondo nei 100mt U18 del giapponese Shimizu

Roma, 27 lug. (askanews) – Record del mondo Under 18 per il giapponese Sorato Shimizu che ha abbassato il limite nell’incontro tra le scuole superiori giapponesi tenutosi sabato (26 luglio) a Hiroshima.

Il sedicenne Sorato fatto fermare il cronometro in 10″ netti incredibile diventando il quinto atleta giapponese più veloce della storia nella distanza sprint.

Sorato, studente della Seiryo High School nella prefettura di Ishikawa, ha abbassato il precedente record mondiale di 10″06, detenuto congiuntamente dal thailandese Puripol Boonson e dallo sprinter americano Christian Miller. Miller aveva stabilito il record nel luglio 2023, prima che Boonson eguagliasse il suo risultato quasi tre mesi dopo.

Nel frattempo, Sorato ha anche battuto il record giapponese di 10.01 stabilito da Yoshihide Kiryu nel 2013.

Cinema, Sonia Bergamasco il 29 a Lucera per "Les Rencontres Du Sud"

Roma, 27 lug. (askanews) – Sarà Sonia Bergamasco, attrice e regista teatrale e cinematografica, ad aprire martedì 29 luglio, alle 19, la terza edizione de Les Rencontres du Sud, il format ideato e curato da Giada e Antonio Petrone, e prodotto da Carta Matta Studio, in cui donne e uomini dalla vita straordinaria raccontano la loro avventura creativa alla platea intima de Le Foglie di Acanto- Centro per le arti e struttura ricettiva di qualità a Lucera (Foggia). Sonia Bergamasco “battezza” artisticamente l’edizione 2025 de Les Rencontres du Sud (Gli incontri del Sud) che nelle precedenti edizioni hanno avuto ospiti illustri come Andrés Neumann – produttore teatrale di respiro mondiale, coi suoi racconti sul teatro convissuto con star del valore di Peter Brook, Kantor, Pina Busch, Gassman, Mastroianni e Fo -, Paolo Glisenti – giornalista e manager internazionale, ideatore e curatore del progetto milanese vincitore per EXPO 2015, e commissario generale per il padiglione Italiano di Expo Dubai 2020 – e l’attore Fabrizio Gifuni, che ha raccontato i suoi 30 anni carriera culminati con il suo secondo David di Donatello per la mirabile interpretazione di Aldo Moro in Esterno Notte di Marco Bellocchio. Sino ad arrivare ad una nuova figura dalla vita straordinaria, appunto Sonia Bergamasco, la quale, a Le Foglie di Acanto, nell’antica Lucera, verrà a raccontare la sua avventura creativa. La sentiremo probabilmente parlare dei suoi esordi con Carmelo Bene che l’ha diretta in Pinocchio; del ruolo della musica nel suo lavoro; del corpo e della voce di una attrice; delle opere come regista teatrale e cinematografica come il suo ultimo film documentario su Eleonora Duse. “Questo progetto lo abbiamo ideato e lo realizziamo per condividere con la comunità locale e internazionale i momenti di crescita e di ispirazione che l’incontro con questi maestri ci offre – dicono i due organizzatori, i fratelli Giada e Antonio Petrone – E ci piace l’idea che personaggi dalla vita straordinaria, possano raccontarsi nell’intimità di uno spazio domestico”. La biografia di Sonia Bergamasco Sonia Bergamasco (Milano, 1966), pianista diplomata al Conservatorio Verdi e attrice formatasi alla Scuola del Piccolo, vive da sempre l’incontro fra musica e parola. Debutta con Giorgio Strehler, poi con Carmelo Bene (Pinocchio) e, negli anni, è diretta da Antonio Latella, Thomas Ostermeier, Jan Fabre, Theodoros Terzopoulos. Premi Duse e Ubu l’accreditano fra le voci più radicali del palcoscenico europeo: indimenticabile Martha in Chi ha paura di Virginia Woolf? (Ubu, Le Maschere, Hystrio/Anct 2022). Da regista intreccia testo e partitura: Il ballo, L’uomo seme, Louise e Renée (Piccolo Teatro 2017) e Le nozze di Figaro per il Maggio Musicale 2019. Nel 2025 è Elettra al Teatro Greco di Siracusa e Pompei. Come cantante attrice Bergamasco è Elvira ne Il dissoluto assolto di Azio Corghi (Lisbona, Scala) e voce narrante del Fidelio diretto da Zubin Mehta. Al cinema si fa notare in L’amore probabilmente (Giuseppe?Bertolucci) e conquista il Nastro d’Argento con La meglio gioventù (2004). Seguono Riccardo va all’inferno, Come un gatto in tangenziale e il campione d’incassi Quo vado (Flaiano, Ciak d’oro?2016), fino a La vita accanto (Miglior attrice Mostra de Valencia 2024). Nel 2024 esordisce alla regia con Duse, The greatest, Premio alla Carriera e Miglior Documentario a Madrid e Opera Prima ai Nastri d’Argento 2025. Tra altri riconoscimenti più recenti conquistati: Federico Fellini Platinum Award 2023 e Premio Volonté 2024. Poi Sonia Bergamasco ha pubblicato Il quaderno (La Nave di Teseo, 2022) e Un corpo per tutti (Einaudi, 2023). Arte totale in cui rigore e immaginazione si danno appuntamento in ogni gesto. Eventi di Carta Matta Per accedere a questo primo appuntamento del III Les Rencontres du Sud e agli altri eventi in programma curati da Carta Matta Studio per Le Foglie di Acanto di Lucera, è necessario essere titolari della Carta Matta Card che si acquista in loco. Gli episodi di Les Rencontres du Sud possono essere rivisti anche da casa sul canale YouTube Le Foglie Di Acanto TV. Info e prenotazioni: 3403652912. In questo 2025 Le foglie di Acanto-Centro per le arti festeggia il suo ventennale con oltre 10 eventi che vanno dal teatro ai concerti, agli incontri straordinari alle lezioni di Storia dell’Arte e non solo. Per tenersi aggiornati sui prossimi appuntamenti si consiglia di visitare le pagine social de Le foglie di Acanto-Centro per le arti e di Carta Matta. (Segue)

A Gaza entrano camion con aiuti dopo la "pausa tattica" dell’Idf in 3 zone

Roma, 27 lug. (askanews) – L’esercito israeliano ha annunciato una “pausa tattica” delle operazioni militari in tre parti di Gaza: a Muwasi, Deir al-Balah e Gaza City. In un comunicato ha anche annunciato la creazione di corridoi umanitari per aiutare le agenzie a distribuire cibo e beni di prima necessità alla popolazione civile.

Come riferisce con un post su X Al Qahera News camion con aiuti umanitari dall’Egitto hanno iniziato oggi a entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, mentre le forze di difesa israeliane hanno ribadito nella nottata di aver paracadutato aiuti umanitari sulla Striscia.

Plauso dal Libano con il presidente Isaac Herzog che sempre su X afferma che “in coordinamento con i partner internazionali, Israele sta facendo tutto il possibile per migliorare il flusso di rifornimenti vitali attraverso corridoi designati, lanci aerei e zone umanitarie ampliate”. Poi Herzog attacca: “E’ inaccettabile che gli aiuti consegnati a Gaza non vengano distribuiti o siano dirottati da Hamas, nonostante accusino falsamente Israele di bloccarli”.

Meloni da oggi in Etiopia per un summit Onu sui sistemi alimentari

Roma, 27 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva oggi pomeriggio in Etiopia per co-presiedere, assieme al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali e alla vicesegretaria generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed il terzo Vertice Onu sui Sistemi Alimentari (UN Food System Summit Stocktaking Moment +4). Ad Addis Abeba sono attesi capi di Stato e di governo oltre a rappresentanti di organismi internazionali, rappresentanti della società civile, settore privato e mondo accademico.

Nella delegazione del presidente del Consiglio ci sono anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli.

Il Vertice si focalizzerà sulla valutazione dei progressi compiuti dall’ultimo Vertice sui Sistemi alimentari di Roma, sul rafforzamento degli impegni politici e sull’accelerazione degli investimenti pubblici e privati per garantire sistemi alimentari sostenibili, inclusivi e resilienti.

(SEGUE).Roma, 27 lug. (askanews) – La sessione di apertura del 28 luglio mattina sarà presieduta da Meloni assieme al primo ministro etiope e alla vicesegretaria Generale delle Nazioni Unite. L’avvio del Vertice Onu sarà preceduto, questa sera, da una cena offerta dal Primo Ministro della Repubblica Federale e Democratica d’Etiopia ai capi delegazione presso il Palazzo Nazionale di Addis Abeba. Nella capitale etiope, la premier avrà inoltre un bilaterale con il presidente della Commissione dell’Unione Africana Mohamoud Ali Youssouf, dopo l’incontro a Roma in occasione del Vertice “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: A common effort with the African Continent”.

La visita in Etiopia, la seconda di Meloni dopo quella di aprile 2023 – sottolineano fonti italiane – offrirà l’occasione per fare il punto con il primo ministro etiope Abiy sulle relazioni bilaterali, caratterizzate da un’ampia collaborazione politica, economica e di cooperazione e sui principali temi internazionali. L’Etiopia è uno dei principali partner dell’Italia nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa. Meloni e Abiy faranno una breve tappa a Jimma, nella regione dell’Oromia, per verificare lo stato di avanzamento degli interventi di riqualificazione delle strutture storiche della città e del progetto di risanamento ambientale del Lago Boye.

La visita in Etiopia offrirà, infine, alla presidente del Consiglio l’occasione per un incontro con operatori religiosi italiani attivi in Etiopia in numerosi progetti umanitari. Nel corso della visita saranno adottate intese nel campo della cooperazione allo sviluppo, con un nuovo programma triennale per il periodo 2026-2028.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva oggi pomeriggio in Etiopia per co-presiedere, assieme al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali e alla vicesegretaria generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed il terzo Vertice Onu sui Sistemi Alimentari (UN Food System Summit Stocktaking Moment +4). Ad Addis Abeba sono attesi capi di Stato e di governo oltre a rappresentanti di organismi internazionali, rappresentanti della società civile, settore privato e mondo accademico.

Nella delegazione del presidente del Consiglio ci sono anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli.

Il Vertice si focalizzerà sulla valutazione dei progressi compiuti dall’ultimo Vertice sui Sistemi alimentari di Roma, sul rafforzamento degli impegni politici e sull’accelerazione degli investimenti pubblici e privati per garantire sistemi alimentari sostenibili, inclusivi e resilienti.

(SEGUE).Roma, 27 lug. (askanews) – La sessione di apertura del 28 luglio mattina sarà presieduta da Meloni assieme al primo ministro etiope e alla vicesegretaria Generale delle Nazioni Unite. L’avvio del Vertice Onu sarà preceduto, questa sera, da una cena offerta dal Primo Ministro della Repubblica Federale e Democratica d’Etiopia ai capi delegazione presso il Palazzo Nazionale di Addis Abeba. Nella capitale etiope, la premier avrà inoltre un bilaterale con il presidente della Commissione dell’Unione Africana Mohamoud Ali Youssouf, dopo l’incontro a Roma in occasione del Vertice “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: A common effort with the African Continent”.

La visita in Etiopia, la seconda di Meloni dopo quella di aprile 2023 – sottolineano fonti italiane – offrirà l’occasione per fare il punto con il primo ministro etiope Abiy sulle relazioni bilaterali, caratterizzate da un’ampia collaborazione politica, economica e di cooperazione e sui principali temi internazionali. L’Etiopia è uno dei principali partner dell’Italia nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa. Meloni e Abiy faranno una breve tappa a Jimma, nella regione dell’Oromia, per verificare lo stato di avanzamento degli interventi di riqualificazione delle strutture storiche della città e del progetto di risanamento ambientale del Lago Boye.

La visita in Etiopia offrirà, infine, alla presidente del Consiglio l’occasione per un incontro con operatori religiosi italiani attivi in Etiopia in numerosi progetti umanitari. Nel corso della visita saranno adottate intese nel campo della cooperazione allo sviluppo, con un nuovo programma triennale per il periodo 2026-2028.

Gaza, Freedom Flotilla: urge un intervento politico e legale dall’Italia

Roma, 27 lug. (askanews) – “Ci rivolgiamo ora a tutte le istituzioni della Repubblica per denunciare con fermezza il gravissimo e illegittimo atto compiuto dalle autorità israeliane contro la nostra imbarcazione, avvenuto in acque internazionali. Chiediamo un immediato e deciso intervento politico e legale da parte dello Stato italiano”. E’ quanto si legge in una lettera appello firmata da Freedom Flotilla Italia e indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri, ai presidenti di Camera e Senato e ai governatori di Puglia e Sicilia dopo l’assalto all’imbarcazione Handala.

“Il fermo violento e l’assalto all’imbarcazione Handala, che trasportava attivisti internazionali nonviolenti – tra cui cittadini italiani partiti da porti italiani – costituisce una chiara violazione del diritto internazionale e, per modalità e contesto, può essere qualificato come un atto di pirateria. L’attacco ha non solo impedito lo svolgimento pacifico di una missione umanitaria legittima, ma ha anche messo in pericolo l’incolumità e la libertà personale dei cittadini italiani a bordo, violando i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e del diritto marittimo internazionale”, si osserva nella lettera.

Nella lettera Freedom Flotilla Italia chiede che le autorità italiane “avviino con urgenza azioni diplomatiche e legali nei confronti dello Stato di Israele, richiedendo spiegazioni formali, scuse ufficiali e garanzie per il futuro rispetto del diritto internazionale; promuovano l’apertura di un’indagine internazionale, tramite le Nazioni Unite o altri organismi competenti, per fare piena luce su quanto avvenuto; assicurino protezione giuridica e consolare ai cittadini italiani coinvolti, garantendo assistenza legale e ogni forma di tutela necessaria”.

Si chiede, inoltre, di “informare tempestivamente il Parlamento e l’opinione pubblica italiana, con la massima trasparenza, sugli sviluppi dell’accaduto, sulle sue implicazioni politiche e giuridiche e sulle misure che il Governo intende intraprendere”.

“Chiediamo inoltre ai Presidenti delle Regioni Puglia e Sicilia – dalle quali sono partiti cittadini coinvolti nella missione – di farsi interpreti delle istanze delle loro comunità, intervenendo pubblicamente e istituzionalmente per tutelare i propri concittadini. Quanto accaduto non può e non deve rimanere privo di risposta. È in gioco non solo la sicurezza dei nostri cittadini, ma anche la credibilità della Repubblica Italiana nel difendere i diritti fondamentali, il rispetto delle convenzioni internazionali e i valori di giustizia e solidarietà che animano la nostra democrazia”.

Papa: non si può pregare Dio ed essere duri e insensibili con gli altri

Roma, 27 lug. (askanews) – “Non si può pregare Dio come “Padre” e poi essere duri e insensibili nei confronti degli altri. Piuttosto è importante lasciarsi trasformare dalla sua bontà, dalla sua pazienza, dalla sua misericordia, per riflettere come uno specchio il suo volto nel nostro”. Lo ha detto, alla recita dell’Angelus con i fedeli, Papa Leone XIV.

“Cari fratelli e sorelle – ha aggiunto -, la liturgia oggi ci invita, nella preghiera e nella carità, a sentirci amati e ad amare come Dio ci ama: con disponibilità, discrezione, premura vicendevole, senza calcoli. Chiediamo a Maria di saper rispondere all’appello, per manifestare la dolcezza del volto del Padre” ha concluso.

Papa: Dio non ci volta mai le spalle, neanche dopo errori e fallimenti

Roma, 27 lug. (askanews) – “Dio non ci volta mai le spalle quando ci rivolgiamo a Lui, nemmeno se arriviamo tardi a bussare alla sua porta, magari dopo errori, occasioni mancate, fallimenti, nemmeno se, per accoglierci, deve “svegliare” i suoi figli che dormono in casa. Anzi, nella grande famiglia della Chiesa, il Padre non esita a renderci tutti partecipi di ogni suo gesto d’amore”. Lo ha detto, alla recita dell’Angelus con i fedeli, Papa Leone XIV.

“Il Signore ci ascolta sempre quando lo preghiamo, e se a volte ci risponde con tempi e in modi difficili da capire, è perché agisce con una sapienza e con una provvidenza più grandi, che vanno al di là della nostra comprensione. Perciò anche in questi momenti, non smettiamo di pregare e pregare con fiducia: in Lui troveremo sempre luce e forza”, ha aggiunto.

Nel pomeriggio l’incontro fra Trump e Von der Leyen sui dazi

Roma, 27 lug. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà nel pomeriggio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella località scozzese di Turnberry: lo ha reso noto la stessa Commissione, senza fornire ulteriori dettagli se non che il colloquio dovrebbe iniziare attorno alle 17.30.

Al suo arrivo in Scozia, venerdì sera, Trump si era detto ottimista parlando di un 50% di probabilità di accordo – “il più grande accordo di tutti” come lo ha definito – sulla base di un dazio del 15% ma aspettandosi qualche ulteriore concessione da parte di Bruxelles, sull’esempio di quanto fatto dal Giappone.

Un ulteriore segnale positivo arriva da quanto affermato ieri da fonti della Casa Bianca, secondo le quali l’incontro con Von der Leyen avrebbe avuto effettivamente luogo solo se i negoziatori avessero raggiunto un’intesa di massima – in sostanza, quando sarebbe mancata soltanto la firma.

Al momento tuttavia non è emerso ancora alcun dettaglio su quali concessioni Bruxelles sarebbe disposta ad accettare pur di ottenere uno sconto sui dazi, con il possibile obbiettivo di tornare all’inziale valore di default del 10%.

Freddie Mercury rivive nello storico show "Queen. Rock Montréal"

Milano, 27 lug. (askanews) – A 50 anni dall’uscita di “Bohemian Rhapsody”, il brano simbolo di un’epoca, Freddie Mercury rivive nello storico show del 1981 “Queen. Rock Montréal”, per la prima volta nei cinema italiani in esclusiva per Nexo Studios, solo dal 25 settembre all’1 ottobre (elenco sale a breve su nexostudios.it, prevendite aperte dal 29 agosto).

Restaurato in 4K e con audio Dolby Atmos, il film-concerto rappresenta l’opportunità unica per rivivere sul grande schermo il grande carisma di Freddie Mercury e dei Queen. Un’esperienza cinematografica che restituisce tutta l’energia e la magia del leggendario show del 1981 al Forum di Montréal, durante il celebre The Game Tour.

Nel novembre del 1981, mentre “Under Pressure” raggiungeva la vetta delle classifiche britanniche, i Queen approdavano a Montréal dopo una serie di concerti in Giappone e un trionfale tour da record in America Latina. Quel concerto fu l’unico della band mai registrato interamente su pellicola. Con la regia attenta delle camere e un suono impeccabile, la band offrì una delle sue performance più memorabili. In scaletta alcuni dei brani più amati del repertorio Queen: da “Bohemian Rhapsody” a “Somebody To Love”, da “Another One Bites The Dust” alla prima, storica esecuzione live di “Under Pressure”.

Un’occasione unica per vedere e ascoltare i Queen come mai prima d’ora sul grande schermo nella migliore qualità possibile, riscoprendo così l’immenso repertorio di una carriera straordinaria e irripetibile.

“Queen. Rock Montréal” è distribuito in esclusiva nei cinema italiani da Nexo Studios in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, Radio Capital, MYmovies e in collaborazione con Barley Arts.

Giubileo Giovani, 125 totem di Energy by Oscar per ricaricare i cellulari

Milano, 27 lug. (askanews) – Smartphone e tablet in carica durante il Giubileo dei Giovani 2025 con i totem di Energy by Oscar, la pmi innovativa barese che ha sviluppato torrette per la ricarica dei dispositivi elettronici. In occasione del Giubileo dei Giovani, la pmi innovativa fornirà 125 totem di presso il sito di Tor Vergata a Roma, in vista della Veglia e della Santa Messa presiedute da Papa Leone XIV nei giorni 2 e 3 agosto.

La fornitura, affidata da Giubileo 2025, società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, si legge in una nota, “rappresenta uno degli interventi più rilevanti nel campo dei servizi tecnologici per eventi pubblici e conferma il posizionamento di Energy by Oscar come leader nazionale nel noleggio e nella commercializzazione di totem di ricarica. I dispositivi, progettati e prodotti in Italia, offrono una soluzione inclusiva, ergonomica e sostenibile per la ricarica di smartphone e tablet, pensata per garantire piena accessibilità anche a persone con disabilità”.

“Siamo fieri di portare la nostra tecnologia al servizio di un evento internazionale così significativo, contribuendo a rendere gli spazi pubblici più funzionali, accessibili e digitali”, dichiara Giuseppe Spadone, fondatore e amministratore di Energy by OSCAR. “Questo progetto è anche un riconoscimento del lavoro svolto in questi anni e della nostra capacità di fare impresa nel Sud Italia, partendo da una startup per arrivare oggi a una PMI innovativa con ambizioni industriali concrete”.

Gaza, entrano camion con aiuti dopo "pausa tattica" Idf in tre zone

Roma, 27 lug. (askanews) – L’esercito israeliano ha annunciato una “pausa tattica” delle operazioni militari in tre parti di Gaza: a Muwasi, Deir al-Balah e Gaza City. In un comunicato ha anche annunciato la creazione di corridoi umanitari per aiutare le agenzie a distribuire cibo e beni di prima necessità alla popolazione civile.

Come riferisce con un post su X Al Qahera News camion con aiuti umanitari dall’Egitto hanno iniziato oggi a entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, mentre le forze di difesa israeliane hanno ribadito nella nottata di aver paracadutato aiuti umanitari sulla Striscia.

Plauso dal Libano con il presidente Isaac Herzog che sempre su X afferma che “in coordinamento con i partner internazionali, Israele sta facendo tutto il possibile per migliorare il flusso di rifornimenti vitali attraverso corridoi designati, lanci aerei e zone umanitarie ampliate”. Poi Herzog attacca: “E’ inaccettabile che gli aiuti consegnati a Gaza non vengano distribuiti o siano dirottati da Hamas, nonostante accusino falsamente Israele di bloccarli”.

Arte e alta cucina, una mostra da Cracco con Farsettiarte

Milano, 27 lug. (askanews) – Un dialogo a pi livelli tra alta cucina e arte. In Galleria Vittorio Emanuele a Milano il ristorante di Carlo Cracco ospita una mostra progettata insieme alla galleria Farsettiarte, con opere di grandi nomi come Giorgio de Chirico e Filippo de Pisis, Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani, insieme ad artisti contemporanei come come Flavio Favelli, Massimo Barzagli e Piero Gemelli.

Il gallerista Leonardo Farsetti ci ha raccontato la genesi del progetto pensato per la Cracco Galleria: “Sono andato a vedere prima il locale e vedendo il locale ho capito che forse era pi bello che ci fosse un dialogo tra gli artisti, che fosse interessante far dialogare artisti contemporanei viventi, tra fotografi e artisti bravi, e protagonisti del Novecento gi affermati e questa cosa l’abbiamo fatta poi insieme io gli ho portato una serie di opere e insieme a lui, e anche alla moglie Rosa, che una donna intelligente, abbiamo scelto quale dialogo migliore fosse tra le tra le opere esposte. E questo ha dato la possibilit che la mostra venisse pensata e concepita con degli artisti che avessero un confronto reciproco molto sensato”.

Grandi pittori e fotografi, Metafisica e ricerca sui materiali di scarto: la mostra presenta, a suo modo, una piccola storia dell’arte moderna italiana e, soprattutto, ambisce a portare in spazi diversi e davanti a pubblici diversi le opere degli artisti della galleria.

“Noi – ha aggiunto Farsetti – si cerca anche di sensibilizzare le persone che un po’ meno conoscono questo mondo, che andando a usufruire in un ambiente diverso rispetto alla nostra galleria, riesca a poter percepire cosa vuol dire mettere all’interno di un ristorante quel altro concetto di bello”.

Alla base del progetto anche l’idea di unire eccellenze italiane, attraverso due dei simboli della storica creativit del nostro Paese: la cucina e l’arte.

La Corte costituzionale salva le cooperative. Non basta un’inadempienza formale per scioglierle

Un principio di proporzionalità

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 116 del 2025, ha dichiarato l’illegittimità di una norma che prevedeva lo scioglimento per atto d’autorità delle cooperative che si sottraevano agli inviti dell’autorità di vigilanza, anche in assenza di una verifica sul loro effettivo operato. Non si tratta di giustificare le inadempienze, ma di affermare un principio: lo scioglimento è una sanzione sproporzionata, e l’ordinamento dispone di strumenti più idonei e meno invasivi. In questi casi, precisa la Corte, è sufficiente la nomina di un commissario ad acta, che si sostituisca temporaneamente agli organi amministrativi per consentire il regolare compimento degli adempimenti richiesti.

Una formula radicata nella storia italiana

La pronuncia ha un rilievo non solo giuridico ma anche culturale. La Corte ricorda che l’articolo 45 della Costituzione – che “riconosce la funzione sociale della cooperazione” – non ha eguali “nel panorama comparatistico”, giacché “una tale valorizzazione trova infatti la sua giustificazione negli strati profondi della società di allora, che metteva di fronte ai costituenti l’imponente movimento cooperativo sviluppatosi in Italia a partire dalla metà dell’Ottocento”.

Quel movimento, promosso da cattolici e socialisti, diede vita a una rete popolare di solidarietà concreta, che la Costituzione ha voluto proteggere anche sul piano formale, vincolando il legislatore a favorirne l’incremento “con i mezzi più idonei”.

Il rischio della deterrenza normativa

Il punto, secondo la Corte, è che oggi il modello cooperativo, “perdurante e attuale nella sua funzione sociale”, è in difficoltà: “sta attraversando una grave crisi, attestata dal tasso di crescita ormai da alcuni anni costantemente negativo, a dispetto di quello del totale delle imprese”. Tra le cause, accanto alla perdita di vantaggi fiscali, vi è anche “un assetto legislativo” che non favorisce lo sviluppo del settore.

“Invece che favorire l’incremento della cooperazione”, norme punitive “possono determinare un grave effetto di deterrenza”, persino nei confronti “di cooperative che, ove sottoposte a revisione, risulterebbero in possesso dei requisiti mutualistici”.

Non è una società benefit

La cooperazione non è un ibrido, né un modello superato. È “una forma avanzata di impresa anche in sistemi socialmente evoluti, che non è surrogabile dal nuovo fenomeno delle società benefit”. Essa si regge su “elementi del tutto peculiari: la mutualità, che ne costituisce la missione fondante, ricollegandosi ai principi di solidarietà e di sussidiarietà orizzontale, e la democraticità, che ne informa il modello di governance”, nonché sulla “creazione di ricchezza intergenerazionale, devoluta tramite i fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione”.

La sentenza rafforza, con parole misurate ma incisive, la necessità di non confondere la disciplina con la repressione e di non mortificare, in nome di una rigidità formale, una tradizione che ha ancora molto da dire.

Usa, il Partito Democratico al minimo storico: analisi di un tracollo annunciato

Il Wall Street Journal rileva in un sondaggio degli ultimi giorni che il Partito Democratico registra il peggior livello di gradimento degli ultimi 35 anni, con appena il 33 % di opinioni favorevoli a fronte di un 63 % di giudizi negativi. È un dato allarmante: i repubblicani vengono considerati più affidabili nella gestione dei principali dossier che determinano l’esito delle elezioni – economia, inflazione, immigrazione, politica estera – mentre i Democratici conservano una certa fiducia solo in ambito sanitario.

Approvazione in Congresso: ai minimi storici

Anche il giudizio sull’operato dei parlamentari democratici conferma il trend negativo. Secondo un sondaggio Quinnipiac, solo il 21 % degli elettori approva l’attività dei Democratici al Congresso, mentre il 68 % esprime una valutazione negativa. Si tratta di una bocciatura severa, che rende ancora più difficile la mobilitazione in vista delle prossime scadenze elettorali.

Tra ideologia e fratture interne

Molti analisti attribuiscono la crisi del partito al progressivo allontanamento dalle classi lavoratrici e dai settori meno istruiti della popolazione. Bernie Sanders ha parlato esplicitamente di un partito sempre più scollegato dagli interessi economici reali dei cittadini, eccessivamente concentrato su battaglie identitarie che parlano solo a una parte del Paese. Il risultato è una frattura interna tra progressisti radicali e centristi in cerca di una linea comune.

Serve una rifondazione

Secondo Time, il partito è oggi costretto a interrogarsi sulle sue priorità: serve un ritorno alla concretezza, una comunicazione più chiara sui temi economici e una nuova capacità di rappresentanza delle periferie geografiche e sociali degli Stati Uniti. Alcuni segnali di cambiamento emergono, ma il cammino resta accidentato e tutt’altro che scontato.

La crisi dei Democratici è profonda e non più congiunturale. Il sondaggio del Wall Street Journal suona come un campanello d’allarme: senza una revisione strategica, il partito rischia di perdere definitivamente la connessione con larghi strati dell’elettorato. E a quel punto, il ritorno di Trump non sarebbe più un’anomalia, ma una possibilità strutturale.

Il finale

Donald Trump, in questo contesto, gioca in casa. Si sente forte dell’appoggio dell’America profonda e sa di trovarsi di fronte a un’opposizione in crisi. Come nella stagione dei dazi, adotta una strategia spregiudicata, fatta di colpi a sorpresa e scommesse politiche. E proprio lo stupore, la sottovalutazione che spesso lo accompagna, si trasforma nel suo punto di forza: è la leva con cui destabilizza gli avversari. Un effetto bazar, dove il caos apparente diventa parte della strategia. E i democratici, sapranno reagire?

Gaza, la vetrina del disonore globale

Assai più di Tel Aviv, la cd. collina della primavera, Gaza, la fiera e la forte, la sta superando in appeal e c’è il rischio che un giorno diventi assai più gettonata turisticamente della città di grido di Israele. Sarà così quando si riscostruirà, per fantasia di alcuni, secondo progetti avveniristici o perché sarà lasciata come è ora, restando per sempre la testimonianza degli effetti di una guerra.

Nella seconda ipotesi, altri esempi al mondo di quello che hanno accolto bombe ed altri ordigni similari in quantità industriali non ce ne sono e neppure ne verranno. La mania degli uomini è sempre quella di rimettere tutto a posto. Invece Gaza potrebbe essere il magnifico cimelio di ciò che un tempo le è accaduto.

Una città che resiste nel tempo

Quella terra è destinata comunque a far per sempre parlare di sé. Se la sfolleranno resterà deserta, conservando l’odore acre della polvere delle armi che non avrà chi lavarla da dove si è posata.

In caso voglia avviarsi, al contrario, una ricostruzione da lasciare stupiti, si emulerà un progetto alla Las Vegas, un esempio di singolare gioia sulle fondamenta di migliaia di morti.

Da quelle parti la guerra è passata in second’ordine. Non sono raffiche di mitra o la marcia di carri armati o i fallimenti di una intesa di pace a far parlare della questione. Sarà iscritta nella “Hall the fame” della Storia per un altro motivo.

Ora è la fame a fare gazzarra a pieni polmoni, si è imposta sulla scena senza il fuoco di un colpo di pistola per farsi largo tra le pance dei suoi abitanti che hanno imparato a nutrirsi dell’aria che passa. Sempre più spesso a qualcuno rimane indigesta e ci lascia la pelle.

“Non è questo il mio nido Ove nudrito fui sì dolcemente?” poetava il Petrarca che se oggi passasse da quelle parti si direbbe di aver sbagliato tutto o almeno il luogo a cui affidare i suoi versi.

Per avere la coscienza a posto la comunità internazionale si dà scandalo per la mal nutrizione incombente che qualcuno osa chiamare carestia, una mancanza di grazia alla quale va aggiunto l’aggettivo “alimentare” per far intendere bene che non si tratta di questioni di spirito ma di stomaco.

 

Unelemosina lanciata dallalto

Ci sono conti che non tornano. Le nazioni del mondo e le organizzazioni internazionali, non ultima l’ONU, denunciano una situazione che non può andare più avanti in questo modo.

Gli Israeliani chiariscono di non avere responsabilità al riguardo. È la mafia di Hamas che sequestra gli aiuti di cibo imbastendone un mercato nero, facendo in modo di ingozzare, fino ad essere satolli, l’odio per il popolo eletto. È sempre Hamas che spara sulla folla che è in fila per un boccone di pane dando colpa al nemico e viceversa.

Si muore comunque forse di più per un buco nello stomaco ma non è a causa di proiettili vaganti. Anche i pensieri di quella gente hanno smesso di avere paura, dalla fame non si può scappare e quindi tanto vale restare dove sono.

Non è chiaro come sia possibile che la forza degli eserciti di tutti quelli che protestano nel mondo non sia almeno in grado di assicurare la distribuzione ordinata di un rancio agli impavidi che hanno deciso di sopravvivere.

Non si parla di una chissà quale operazione di Peace Keeping ma di presidiare soltanto aree in cui la gente possa riempirsi in modo ordinato la pentola per la giornata.

Sembra si stia invece adottando una soluzione ipocrita quanto inutile. Dall’alto del cielo pioveranno derrate, che saranno preda comunque di chi comanda su quella terra o che al meglio scateneranno una lotta tra loro di disperati per arraffare la speranza di arrivare forse al giorno dopo.

 

Dall’alto verso il basso

Si ha l’impressione di un timore a contaminarsi con quella plebe dabbasso, come non si voglia avere nessun contatto con i Gazawi che hanno qualcosa di repellente da cui debitamente guardarsi.

Dall’alto verso il basso, dal cielo verso terra è il gesto di una elemosina che racconta di non aspettarsi altro, di non eccedere in confidenza, di non illudersi di essere sullo stesso piano. Neanche la gazza ladra rischia di volare da quelle parti non sapendo cosa beccare. Lì anche la stessa Fame, per lo schifo, ha perso appetito.

Efilismo, o l’odio per la vita travestito da pietà

L’efilismo – neologismo anagrammatico di “life” – è un’ideologia nata in ambienti digitali, cresciuta nei forum nichilisti e diffusa a colpi di video, blog e saggi autoprodotti. La sua tesi di fondo è spietatamente lineare: la vita è intrinsecamente sofferenza, dunque è moralmente giusto – o addirittura doveroso – evitare la riproduzione e puntare all’estinzione dell’umanità. Non in nome dell’odio, ma della compassione. È il culto rovesciato della compassione, che assume l’eliminazione dell’essere come atto salvifico.

Non è solo misantropia. Non è semplice eco-ansia. È una teologia negativa travestita da razionalismo biologico, che ricorda da vicino l’eresia dei catari: anche per loro il mondo era corrotto, il corpo prigione dell’anima, la carne veicolo del male. L’unica salvezza? Il rifiuto della generazione, la purezza separata, la negazione del desiderio. Come i “perfetti” catari, anche gli efilisti si presentano come portatori di una rivelazione sconvolgente, ed eticamente assoluta: smettere di generare per smettere di soffrire.

Ma il salto dal pensiero alla violenza è breve. L’attentato di Palm Springs (California) – dove un giovane, lo scorso 17 maggio, ha aperto il fuoco in un centro per la natalità e la fecondazione assistita, lasciando un manifesto in cui si accusa l’umanità di “riprodursi per egoismo” – mostra la pericolosa torsione di queste idee. La cultura digitale accelera la radicalizzazione e la trasforma in gesto. È il segnale che l’efilismo non è solo una corrente estrema del pensiero, ma un virus culturale che può entrare nel corpo della società e provocare metastasi.

Le sue parole chiave – antinatalismo, estinzione volontaria, liberazione dalla sofferenza – seducono proprio perché sembrano razionali. In realtà, fondano una metafisica del rifiuto: del corpo, della storia, della relazione, persino della compassione vera, che implica accoglienza, cura, speranza. In sostanza, l’efilismo è una mutazione postmoderna del pessimismo gnostico, impresso, appunto, nel catarismo: il mondo non va redento, ma rifiutato; non trasformato, ma disattivato.

Forse non deve sorprendere che simili idee attecchiscano proprio in società dove il benessere è massimo, ma anche l’analfabetismo spirituale è radicale. Dove manca una grammatica del senso, il pensiero negativo conquista terreno, proponendo scorciatoie etiche al disagio esistenziale. Ma l’efilismo, se portato alle sue conseguenze ultime, non si limita a rinunciare alla vita: vuole che anche gli altri vi rinuncino, in nome di un’astratta (e terribile) compassione universale.

Per questo oggi serve un nuovo umanesimo, capace di dire sì alla vita senza rimuoverne la fatica. Non un ingenuo ottimismo, ma una cultura della responsabilità e della speranza. È tempo di riconoscere che certe dottrine, pur mascherate da razionalismo, sono eresie dell’umano. E come tali vanno contrastate. Con la forza della ragione, certo, ma anche con il coraggio spirituale di chi sa che la vita, pur ferita, vale la pena di essere vissuta.

Matteo Brambilla ha ricevuto il “Premio Segnalibro” 2025 con la pubblicazione del suo saggio Storia dei Catari tra predicazione e persecuzione (Progetto Arkès ETS).

Israele: stasera riprendono lanci aiuti, pronti a corridoi umanitari

Milano, 26 lug. (askanews) – Israele riprenderà nella notte di sabato 26 luglio i lanci aerei di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza. Lo ha comunicato l’Idf, precisando in una nota che la missione prevede sette pallet contenenti farina, zucchero e alimenti in scatola, forniti da organizzazioni internazionali.

Le forze armate israeliane hanno inoltre riferito che saranno istituiti corridoi umanitari per garantire il passaggio sicuro dei convogli dell’Onu incaricati della distribuzione di cibo e medicinali alla popolazione. È stata anche annunciata la disponibilità a introdurre “pause umanitarie” localizzate per facilitare le operazioni di soccorso, senza però specificare dove e quando.

Gaza, Conte a Fdi: ecco altre immagini denutriti, scaricate Netanyahu

Roma, 26 lug. (askanews) – “Cari Fratelli d’Italia, mi avete dedicato un post accusandomi di “sciacallaggio” per aver pubblicato sui miei profili social una foto, peraltro già mostrata da vari giornali, di un bambino di Gaza in evidente condizione di denutrizione. Obiettate che il bambino della foto è stato trasferito in Italia ed è in cura nelle nostre strutture sanitarie. E quindi questo, secondo voi, cosa dimostrerebbe? Che a Gaza non è in corso un genocidio ai danni della popolazione palestinese, perseguito con le bombe, la deportazione e la carestia? Che per questo non sono già morti 20.000 bambini? Vi parlo in tutta franchezza: non credo sia più una questione politica. Invito voi e Giorgia Meloni ancora una volta a considerare: non ha più senso disquisire di Netanyahu come di un vostro “alleato politico”, di un governo di “destra” e quindi affine a voi sul piano ideologico. A Gaza è in gioco il senso di umanità che non può non accomunarci tutti, a prescindere dalle casacche politiche. Come possiamo girarci dall’altra parte mentre scorrono in tutti i notiziari del mondo libero le immagini dei bambini di Gaza uccisi dalle bombe o destinati a morire per inedia? ”

Lo scrive in un post sui social diretto al partito della premier il presidente dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, postando nuove immagini di bambini di Gaza denutriti.

“Se quell’immagine a vostro dire nonva bene perché quel bambino è adesso curato in Italia – domanda Conte a Fdi- che dite di queste altre? Sono tutti bambini di Gaza. La prima foto, in particolare, è di Zainab Abu Hulaib, di sei mesi: è morta ieri per fame, come tanti altri nei giorni scorsi, come tanti altri nei giorni a venire se non fermeremo questo genocidio”.

Formula1, Norris in pole in Belgio

Roma, 26 lug. (askanews) – La pole position nel GP del Belgio di F1 è firmata da Lando Norris. Il pilota McLaren scatterà davanti a tutti grazie al tempo di 1’40″562. In prima fila ci sarà anche il compagno di squadra Oscar Piastri: il leader del Mondiale paga 85 millesimi. Ancora una volta la qualifica è ricca di alti e bassi per la Ferrari. Charles Leclerc inventa una magia e sale al terzo posto con 338 millesimi di distacco, tre in meno rispetto a Max Verstappen (Red Bull). Il compagno Lewis Hamilton, invece, esce nel Q1 proprio come Andrea Kimi Antonelli (Mercedes), replicando la brutta qualifica di ieri.

Ciclismo, Tappa a Groves: Pogacar ha le mani sul Tour

Roma, 26 lug. (askanews) – L’australiano Kaden Groves ha vinto la 20^ e penultima tappa del Tour de France, da Nantua a Pontarlier grazie a un’azione solitaria negli ultimi km della frazione. Quarto un bravissimo Simone Velasco. Tra Pogacar e il suo 4° Tour de France soltanto la passerella parigina di domani. Ma sorride anche l’Italia: Milan ha vinto la classifica a punti per la Maglia verde. Una tappa che ha incoronato Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) molto più di uno sprinter, come ha dimostrato più volte nella sua carriera, anche se mai prima al Tour de France. Già vincitore di sette tappe alla Vuelta e di due al Giro d’Italia, il corridore aussie è arrivato alla Grand Boucle per la prima volta quest’anno come apripista per Jasper Philipsen, uscito di corsa il terzo giorno. Dopo il ritiro di Mathieu van der Poel per malattia all’inizio della terza settimana, Groves è entrato in fuga oggi, dimostrando la sua versatilità in una tappa caratterizzata da una corsa aggressiva da Santa a Pontarlier, dove ha conquistato la sua prima vittoria di tappa al Tour. Parte di una fuga di 13 uomini, ha percorso gli ultimi 16 chilometri in solitaria per aggiudicarsi la vittoria davanti a Frank van den Broek (Picnic PostNL) e Pascal Eenkhoorn (Soudal Quick-Step). È il 114 ° corridore a vincere tappe in tutti e tre i Grandi Giri. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates-XRG) è in testa alla classifica generale prima dell’ultima tappa di domenica a Parigi. (© ASO / Billy Ceusters)

Massa, Sogesid completa messa in sicurezza ex Colonia Torino

Roma, 26 lug. – stata completata da Sogesid, la formazione di scogliera radente a protezione del confinamento del terrapieno, che presenta una superficie pari a circa 3.500 mq, oggetto dell’intervento di messa in sicurezza ambientale, antistante l’ex Colonia Torino a Massa. Sogesid, Societ di ingegneria dello Stato, ha concluso l’intervento nel rispetto dei tempi previsti e con il rilascio del certificato di ultimazione dei lavori. L’area, comprende un terrapieno realizzato circa 30 anni fa sulla spiaggia libera, dove furono scaricati negli anni materiali inquinanti, tra cui amianto inizialmente non previsto.

Con la conclusione dei lavori , l’intervento ha raggiunto l’obiettivo prioritario di prevenire la possibile diffusione di fibre di amianto nell’ambiente e garantire la sicurezza sanitaria della popolazione, in attesa della futura progettazione della bonifica integrale dell’area, finalizzata alla sua restituzione alla collettivit.

Calcio, il Milan batte 4-2 il Liverpool in amichevole

Roma, 26 lug. (askanews) – Dopo la sconfitta contro l’Arsenal sorride il Milan di Massimiliano Allegri che batte il liverpool 4-2 nell’amichevole disputata per l’Hong Kong Football Festival. Sblocca la partita nel primo tempo Leao che dedica il gol all’amico e compagno di Nazionale Diogo Jota recentemente scomparso. Pareggia Szoboszlai con un gran gol a giro che si infila all’incrocio imperdibile per Maignan. Nella ripresa, i rossoneri riescono passano 2-1 con un altro contropiede: Okafor lancia Leao, il portoghese trova Loftus Cheek. Al quarto d’ora di gioco Saelemaekers la mette al centro per Okafor che non sbaglia: 3-1. Nel recupero gol di testa di Gakpo per il 3-2. All’ultimo secondo il Liverpool sfrutta l’errore difensivo dei Reds e Okafor firma il poker e la doppietta personale. Finisce 4-2 e il Milan si aggiudica la seconda amichevole della tournée estiva dopo la sconfitta contro l’Arsenal.

Tuffi, Chiara Pellacani bronzo mondiale da 1 mt

Roma, 26 lug. (askanews) – Chiara Pellacani ha conquistato la medaglia di bronzo ai mondiali di tuffi nella categoria trampolino da un metro. L’azzurra con 270.80 punti, è stata battuta solo dalla australiana Maddison Keeney, che ha vinto l’oro, e dalla cinese Li Yajie, argento. Dopo una lunga interruzione per un temporale, si è chiusa anche la gara femminile dei tuffi dalle grandi altezze, con l’ottavo posto dell’azzurra Elisa Cosetti. La gara è stata vinta dalla australiana Rhiannan Iffland. Medaglia d’argento per la canadese Simone Leathead e bronzo per la statunitense Maya Kelly. (Foto di Andrea Staccioli / DBM)

Formula1, Hamilton: "Ho fatto errori"

Roma, 26 lug. (askanews) – “È stato molto utile fare dei giri. È la prima volta che ho girato con questo nuovo pacchetto sulla lunga distanza: per me ieri è stata la prima volta e oggi ho capito meglio cosa fare. Il passo in qualifica era buono senza i miei errori”. Lewis Hamilton è più in difficoltà rispetto al compagno di squadra, in Ferrari da più tempo. La Sprint in Belgio è stata condizionata da un errore in qualifica che l’ha costretto alla partenza dalla 18ª casella. Durante la gara breve a Spa-Francorchamps ha più volte lamentato nei team radio una SF-25 complicata da far girare. Considerando la nuova sospensione, è stato utile scendere in pista. Tornando all’errore commesso in qualifica che ha provocato il testacoda fatale durante il giro lanciato, Lewis spiega: “Avevo sbagliato le regolazioni e probabilmente ho applicato troppa pressione sul freno, quindi la mia responsabilità è chiara. Però sembrava quasi che non sapessi come frenare, non avevo mai avuto un bloccaggio al posteriore in carriera, quindi non è tutta una questione di abilità. Il bilanciamento era difficile da trovare perché c’erano sottosterzo e tante cose che non vuoi avere. Stavo cercando un compromesso tra la frenata in ingresso e quella in uscita di curva.”

Formula, impaziente Leclerc: "Ora voglio vincere"

Roma, 26 lug. (askanews) – Podio sfiorato per Leclerc nella Sprint del Belgio, che supera Norris nel primo giro per la terza posizione. Non passa molto che il britannico gli restituisce il sorpasso e scappa all’inseguimento di Piastri. Al traguardo Charles arriva quarto e, interrogato da Sky Sport, spiega come non sarebbe cambiato il risultato se fosse stato più aggressivo in partenza: “In partenza Verstappen e io abbiamo rischiato di più rispetto ai due piloti McLaren, ma non credo abbia cambiato molto. Sapevo che se Lando avesse difeso l’interno si sarebbe trovato in una posizione difficile con le macchine davanti, mentre ero più libero all’esterno”. La Ferrari è arrivata a Spa-Francorchamps con una nuova sospensione posteriore; per stabilirne l’efficacia però serve ancora tempo: “C’è ancora tanto lavoro da fare perché come abbiamo visto stavo spingendo ma eravamo comunque a 4 decimi ogni giro. Facciamo ancora fatica, ma impariamo tanto. Imparare va bene ma vorrei vincere”. È una frecciatina alla Ferrari? In un team radio durante la Sprint si sente il monegasco rivolgersi così: “Basta Bryan, dimmi solo quando è l’ultimo giro”. Il suo ingegnere di pista risponde: “Stiamo solo cercando di imparare.”

Operai morti al Vomero a Napoli, 4 indagati

Napoli, 26 lug. (askanews) – Sono quattro le persone iscritte nel registro degli indagati dai pm di Napoli dopo la morte ieri dei tre operai, nel quartiere Vomero di Napoli, durante lavori in un fabbricato. Due lavoratori erano ‘in nero’. La notizia è stata anticipata dai quotidiani Il Mattino e Repubblica. Nel registro degli indagati, come atto dovuto in vista degli accertamenti ancora da compiere, sono iscritti il titolare della ditta per la quale lavoravano i tre operai, il responsabile della sicurezza del cantiere, il noleggiatore del montacarichi e l’amministratore del condominio.

Formula1, Max Verstappen vince la Sprint in Belgio

Roma, 26 lug. (askanews) – Max Verstappen su Red Bull ha vinto la gara Sprint del Gran Premio del Belgio. L’olandese quattro volte campione del mondo, partito dalla prima fila ha superato al primo giro Oscar Piastri che partiva in pole e ha chiuso secondo, terza l’altra McLaren di Lando Norris. Quarta al traguardo la Ferrari di Charles Leclerc mentre non è riuscita la all’altra rossa di Lewis Hamilton: il pilota britannico, partito 18mo in griglia dopo la disastrosa qualifica Sprint del venerdì: non è andato oltre la 15^ posizione.

IA, Cina propone di creare un ente internazionale sulla governance

Roma, 26 lug. (askanews) – La Cina ha lanciato la proposta di creare una nuova organizzazione internazionale per il coordinamento delle politiche sull’intelligenza artificiale, nell’ambito dell’accesa concorrenza che si è aperta su questo fronte in particolare con gli Stati Uniti.

L’occasione è stata la conferenza internazionale sulla IA organizzata a Shanghai, dove il regime cinese ha invitato oltre 40 tre paesi e organizzazioni internazionali e in cui rappresentato un piano in 13 punti.

Secondo il Financial Times propone la creazione di due nuovi meccanismi di dialogo internazionale, uno sotto l’egida dell’Onu, mentre l’altro sarebbe un quadro sulle regole per la governance.

Pechino afferma di voler spingere per maggiore cooperazione in questo ambito e su tecnologie aperte (open source), tramite piattaforme transnazionali e comunità di sviluppatori, in modo da condividere software chiave e tecnologie come i semiconduttori.

Il tutto mentre si sono invece create strozzature nelle forniture di microprocessori, ha lamentato il premier cinese Li Qiang. Senza menzionarlo, secondo il Ft il riferimento era al monopolio tecnologico degli Stati Uniti su cui la Cina tema venga esercitata una forma di gioco a escludere altri protagonisti.

L’iniziativa peraltro giunge pochi giorni dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato un piano per sostenere il predominio statunitense sulla IA, focalizzato su l’innovazione, le tecnologie di punta, la riduzione di burocrazia e adempimenti amministrativi e sulla costruzione di una infrastruttura che metta si ponga all’avanguardia in ambito internazionale sulla sicurezza.

Se Pechino teme di essere estromessa dalle forniture Usa, il Ft ricorda che Washington guarda invece con crescente sospetto l’influenza delle imprese cinesi, spesso pilotate dallo Stato e dal regime comunista del Dragone, che operano con modalità lontane dai valori fondamentali Usa e condivisi a livello internazionale.

Arriva la pioggia, poi sarà burrasca

Roma, 26 lug. (askanews) – Nel corso di sabato 26 sono previste piogge e forti temporali su alcune delle nostre regioni poi, dopo una breve pausa, arriverà una vera e propria burrasca sull’Italia con venti forti e precipitazioni abbondanti. Secondo Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, il finale di luglio sarà nel segno dell’estrema dinamicità a causa di un’anomalia nel campo della pressione, una sorta di “ferita atmosferica che dal Nord Europa si estende fin sul bacino del Mediterraneo. Possiamo immaginarla come una specie di canale d’aria al cui interno fluiscono perturbazioni e fronti temporaleschi pronti ad innescare ondate di maltempo”.

“Nel corso di sabato 26 luglio ci aspettiamo una prima sfuriata temporalesca con la possibilità pure di locali grandinate in particolare su Alpi e Prealpi e vicine pianure del Nord Est; acquazzoni, seppur più localizzati, interesseranno anche Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche e Abruzzo. Domenica 27 luglio – aggiunge – le condizioni meteo sono previste in deciso miglioramento, avremo infatti maggiori spazi soleggiati da Nord a Sud con le ultime piogge solamente sull’arco alpino. Da segnalare, tuttavia, un deciso rinforzo dei venti dai quadranti settentrionali con raffiche burrascose di Maestrale ad oltre 60 km/h in particolare sulla Sardegna e su tutto il medio e basso Tirreno”.

La pausa dal maltempo sarà effimera, prevede Meteo.it: già da lunedì 28 luglio arriverà una vera e propria burrasca proprio nel cuore dell’Estate italiana. A causa della rapidità con cui avverrà l’irruzione e della tanta energia in gioco, nonché dei forti contrasti tra masse d’aria completamente diverse, si verranno a creare le condizioni ideali per lo sviluppo di celle temporalesche in grado provocare forti colpi di vento e locali nubifragi.

Non solo piogge, la burrasca farà crollare le temperature su buona parte dell’Italia, con i valori che si porteranno addirittura fin sotto la media del periodo su buona parte delle regioni. Questo continuo alternarsi di fenomeni così estremi (ondata di caldo anomale come quelle degli ultimi giorni, grandinate e nubifragi) non è più un’eccezione, ma sempre più la nuova normalità. È il segnale evidente di un’estremizzazione climatica in atto, un processo strettamente legato ai cambiamenti globali del clima. Il riscaldamento globale non si traduce soltanto in un aumento graduale delle temperature, ma soprattutto in una maggiore frequenza e intensità di eventi estremi. È ormai chiaro che dovremo abituarci a una nuova realtà climatica, dove l’adattamento e la prevenzione non saranno più opzioni, ma necessità.

NEL DETTAGLIO Sabato 26. Al Nord: temporali diffusi alternati a schiarite. Al Centro: temporali alternati a pause soleggiate, specie su Marche e Appennini. Al Sud: sole e ancora caldo.

Domenica 27. Al Nord: temporali sulle Alpi, sole altrove. Al Centro: prevalenza di sole, qualche rovescio su zone interne. Al Sud: prevalenza di sole.

Lunedì 28. Al Nord: temporali sulle Alpi, sole altrove. Al Centro: prevalenza di sole, qualche rovescio su zone interne. Al Sud: prevalenza di sole.

TENDENZA: intensa ondata di maltempo per l’arrivo di un nuovo ciclone con temporali e grandinate a partire dalle regioni del Centro Nord. Forti venti di burrasca lungo le coste.

Il Papa: gli sforzi per promuovere la non violenza sono necessari più che mai

Roma, 26 lug. (askanews) – “In mezzo alle tante sfide che il nostro mondo fronteggia in questi tempi, tra cui la diffusione di conflitti armati, le divisioni e le sfide della migrazione forzata, gli sforzi per promuovere la non violenza sono più che mai necessari. Ricordiamo bene che dopo la violenza della crocifissione le prime parole del Cristo risorto agli apostoli portarono pace, una pace ‘disarmata e disarmante, umile e perseverante'”. Lo si legge nel messaggio che il santo padre Leone XIV ha inviato ai partecipanti dell’assemblea nazionale di Pax Christi Usa, secondo quanto riporta una nota della sala stampa della Santa sede. Il messaggio cita la prima benedizione Urbi et Orbi dello stesso pontefice, nel maggio scorso.

“Gesù continua a inviare i suoi seguaci nel mondo per diventare creatori di pace nella loro vita quotidiana. Nei vicinati e specialmente nelle periferie è più che mai importante per una chiesa, capace di riconciliare, essere presente e visibile”, prosegue Papa Leone.

“Prego, in particolare che il vostro raduno ispiri tutti a lavorare per rendere le comunità locali ‘case della pace, dove uno impara come respingere l’ostilità tramite il dialogo, dove sono praticate giustizia e perdono'”. Leone XIV chiede l’intercessione di Maria, madre della chiesa inviando la sua benedizione apostolica all’assemblea nazionale Pax Christi Usa.

Capodimonte doppio Caravaggio, inaugurata la mostra-evento

Napoli, 25 lug. (askanews) – È stata inaugurata questa settimana dal direttore Eike Schmidt alla presenza del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, l’esposizione ‘Capodimonte doppio Caravaggio’: fino al 2 novembre l’Ecce Homo di Caravaggio, dipinto a Napoli quattro secoli fa e riscoperto nel 2021 a Madrid, è l’Ospite speciale del Museo e Real Bosco di Capodimonte, in dialogo con il capolavoro la Flagellazione di Cristo. Entrambe le opere furono realizzate nei soggiorni napoletani del Merisi (1606/1607 e 1609) e sono ora esposte nella sala 62 in un confronto di grande suggestione che pone accanto la celebre pala d’altare della Chiesa di San Domenico (di proprietà del Fondo Edifici di Culto in consegna al museo dal 1972 per ragioni di tutela) e il dipinto perduto, appartenuto a un viceré di Napoli – Garcia Avellaneda y Haro – alla metà del Seicento. ‘Capodimonte Doppio Caravaggio’ vuole essere anche un omaggio alle celebrazioni per i 2500 anni della città ed è un’iniziativa promossa in collaborazione con il Comune di Napoli.

La Flagellazione di Cristo, dopo il successo della grande mostra romana per il Giubileo (‘Caravaggio 2025’, 7 marzo – 20 luglio), è subito rientrata infatti al Museo e Real Bosco di Capodimonte, portando con sé un ospite d’eccezione: l’Ecce Homo spagnolo, dipinto che negli ultimi anni è stato al centro del dibattito scientifico e mediatico mondiale. Dopo l’attribuzione, il quadro era stato infatti subito esposto al Museo del Prado a Madrid, per volere del nuovo proprietario, e attualmente può lasciare la Spagna solo per eccezionali occasioni.

‘Appena abbiamo saputo che l’Ecce Homo sarebbe arrivato in Italia – spiega Eike Schmidt, Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte – ci siamo messi al lavoro per averlo a Napoli al termine della mostra del Giubileo per la quale ci era stata richiesta la Flagellazione. Le celebrazioni dei 2500 anni di Napoli sono stata un’ulteriore motivazione per la realizzazione di questa iniziativa. La nostra politica dei prestiti sarà sempre improntata al protagonismo di Capodimonte e all’esaltazione del suo patrimonio. In particolare, questo ospite speciale per il quale ringraziamo il Ministero della cultura spagnolo e il Museo del Prado, è anche un’occasione di confronto unica che illustra e documenta la fortuna napoletana del modello caravaggesco. Nella stessa sala i visitatori troveranno esposto infatti anche l’Ecce Homo di Battistello Caracciolo. ‘Doppio Caravaggio’ fa parte del ciclo ‘L’Ospite’ mostre piccole ma preziose che Capodimonte propone mentre completa i lavori di efficientamento energetico e quindi il rinnovamento degli spazi, in costante dialogo con i grandi musei italiani e internazionali’.

Negli ultimi mesi sono state ‘ospiti’ a Capodimonte importanti opere di Courbet, Carracci, Rubens, Baglione. ‘L’inaugurazione della mostra ‘Capodimonte Doppio Caravaggio’ – dichiara il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – segna, per la città, il ritorno di un’opera di grande interesse, realizzata durante i soggiorni napoletani dell’artista: l’Ecce Homo. Dal Museo del Prado di Madrid al Museo e Real Bosco di Capodimonte, unica tappa italiana prima del ritorno in Spagna, l’esposizione si inserisce, a pieno titolo, nelle celebrazioni per i 2500 anni di Neapolis. In un anno così speciale e ricco di stimoli, l’offerta culturale di Napoli si arricchisce di nuove contaminazioni. La Flagellazione di Cristo, già custodita al Museo, in dialogo con l’Ecce Homo di Caravaggio: un viaggio unico nel tempo e nello spazio, all’insegna della riscoperta dell’arte caravaggesca e della sua influenza in ambiente napoletano, come testimonia il lavoro di Battistello Caracciolo. Non posso che rinnovare il supporto del Comune di Napoli al Museo di Capodimonte, uno dei siti di maggiore interesse in città e, negli anni, promotore di iniziative di grande spessore e qualità’. “Lo spirito di Napoli2500 – sottolinea Laura Valente, Direttrice artistica di Napoli2500 – è perfettamente presente nell’idea stessa di questa esposizione a Capodimonte Il racconto della pittura del ‘600 napoletano si arricchisce di un dialogo unico che ci svela sempre nuovi tasselli della sua storia. Come Fringe festival proporremo qui in autunno appuntamenti performativi dedicati a Caravaggio e al suo legame ideale con alcuni geni contemporanei. E nel quadro della collaborazione con il Museo e Real Bosco, frutto dell’adesione entusiasta del direttore Schmidt alle celebrazioni per il compleanno di Neapolis, annunceremo a breve una mostra di arte contemporanea internazionale, dal messaggio potente, per il cartellone di fine anno”.

ECCE HOMO A CAPODIMONTE

Caso più unico che raro tra le attribuzioni di dipinti a Caravaggio dell’ultimo mezzo secolo, su questa tela di media grandezza il consenso della critica è stato pressoché unanime. L’Ecce Homo si trovava nel salotto di una casa privata, nel 2021 il quadro venne messo in vendita con una base d’asta di 1500 euro come opera di ‘scuola di Ribera’. La casa d’arte spagnola Ansorena pubblica allora un catalogo con l’opera e attraverso un tam-tam di segnalazioni attorno al dipinto in pochi giorni si riuniscono i principali esperti del pittore, inclusi mercanti d’arte e curatori di museo da tutto il mondo. Mentre il quadro consolidava sempre più la sua reputazione di originale perduto di Caravaggio, il governo spagnolo ne sanciva la non esportabilità, vincolandone, quindi, la permanenza sul suo territorio. Nell’estate del 2024 l’Ecce Homo, acquistato da un filantropo britannico, che vuole restare anonimo, residente in Spagna, è esposto in una sala dedicata del Museo del Prado di Madrid. Una storia appassionante narrata anche nel thriller documentaristico ‘Il Caravaggio perduto’ uscito quest’anno nelle sale italiane, recentemente trasmesso su Sky Arte.

Già Roberto Longhi, nei suoi studi fondativi sul pittore, aveva pubblicato un’immagine di una copia del quadro di Madrid, intravedendo, primo fra tutti, oltre le vernici ossidate e la banalizzazione di un mediocre copista tutta la forza di un’autentica idea caravaggesca ancora da rintracciare. Lo studio sulla storia del dipinto si deve, però, interamente a Maria Cristina Terzaghi che ne ha rintracciato il passaggio nell’Ottocento dall’Academia San Fernando di Madrid e che ha proposto di riconoscere lo stesso in un Ecce Homo di Caravaggio appartenuto a un viceré di Napoli – Garcia Avellaneda y Haro – alla metà del Seicento.

L’Ecce Homo – tra gli ultimi episodi della vita di Cristo precedente alla Crocifissione e successivo alla Flagellazione di Cristo – è un’iconografia che ebbe ampia diffusione, nell’intera penisola italiana, tra Quattrocento e Cinquecento. Nel quadro di Madrid, Caravaggio dispone le figure in profondità, suggerendo una loggia buia da cui si sporge Ponzio Pilato, il giudice che indica Cristo dolente alla folla, mentre un aguzzino con la bocca aperta lo spoglia (o forse lo ricopre dopo averlo spogliato) per mostrarne ulteriormente il corpo martoriato. Geniale e dal forte valore simbolico è la soluzione caravaggesca di rappresentare, sopra la fronte di Cristo, la sezione a mo’ di piccola fiamma di un ramo di rovi spiccato dal tronco principale, più chiara rispetto alla variazione di bruni della corona di spine.

Poiché, in tutta probabilità, fu realizzata a Napoli, è con i quadri dei due periodi napoletani che la tela madrilena può mettersi più facilmente in relazione ed è proprio a potenziare la suggestione che la pala di San Domenico maggiore del 1607 e il quadro da stanza di Madrid sono stati nuovamente messi in dialogo nella sala con i capolavori del Museo di Capodimonte. L’importanza del dipinto è attestata dalla ripresa di alcune pose nella pala della Stella del 1607-1608 di Battistello Caracciolo (1578-1635), tra i più fedeli seguaci di Caravaggio e che ebbe anche rapporti diretti con l’artista durante i suoi soggiorni napoletani. Su di una parete laterale, nella stessa sala, si è poi deciso di esporre proprio un’opera di Battistello proveniente dai depositi del museo: un altro Ecce Homo dal formato orizzontale. Capodimonte propone quindi una occasione di confronto unica che illustra e documenta anche la fortuna napoletana del modello caravaggesco. La prossimità stilistica con alcune opere finali del Merisi ha permesso di confermarne la realizzazione da parte di Battistello proprio negli anni in cui Caravaggio era a Napoli o in quelli compresi tra i suoi soggiorni.

Ed ecco che il ritrovamento dell’Ecce Homo di Madrid permette di dare nuovo significato alla suggestione dello studioso che in catalogo si chiedeva se all’opera di Battistello non potesse aver “sovrainteso” lo stesso Caravaggio. Rimane, tuttora, rischioso spingersi a dire di più, ma gli esperti e il grande pubblico potranno tornare a vedere con occhi nuovi opere della collezione permanente di Capodimonte, grazie a un prestito straordinario, anello intermedio di una catena che dalla Flagellazione di San Domenico maggiore muove verso l’Ecce Homo di Battistello e si spinge certamente oltre.

La Fondazione che non c’è: così si onora la memoria di Marini?

“L’organizzazione mi sta chiedendo di rimanere impegnato sicuramente con compiti di ricerca, studio, elaborazione e anche di recupero di un pezzo importante del patrimonio storico-documentale che la nostra organizzazione ha sviluppato negli anni. L’idea è proprio quella di costruire e realizzare una fondazione CISL che vorremmo anche dedicare e ispirare alla figura di Franco Marini…”.

Così dichiarò alla stampa l’ex segretario generale della CISL e attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luigi Sbarra, il giorno prima di lasciare l’incarico in via Po 21.

Tra annunci e silenzi: che ne è stato della Fondazione?

Da quel giorno abbiamo cercato di seguire da vicino il lavoro, le elaborazioni e gli studi di questa istituzione culturale della CISL, dedicata – nelle parole dello stesso Sbarra – a “un grande uomo della Repubblica, un grande sindacalista, un grande uomo di partito, un grande uomo delle istituzioni”.

Un impegno significativo e carico di riconoscenza verso una figura così centrale per il sindacalismo di ispirazione cristiana e per il cattolicesimo democratico e sociale.

Per questo, legittimamente, ci saremmo aspettati che qualcosa si muovesse intorno alla Fondazione Franco Marini. Invece, da allora, il nulla assoluto.

Una nomina, ma ancora nessun segno di vita

In un nostro articolo pubblicato su Il Domani d’Italia il 19 giugno scorso, disponibile a questo link, in occasione dell’ingresso di Sbarra nel Governo Meloni, auspicammo che la CISL individuasse una figura capace di garantire l’eredità di Marini, rappresentando “la tradizione culturale, politica e sociale che lui ha testimoniato per tutta la vita”.Ora, nella riunione del primo Consiglio Generale successiva al Congresso confederale CISL della scorsa settimana, la segretaria generale ha proposto – con voto unanime – la nomina di Ugo Duci a Presidente della Fondazione Franco Marini. Duci, già segretario generale della CISL Lombardia fino a febbraio, era stato successivamente “parcheggiato” presso Bibliolavoro, la biblioteca-archivio della CISL lombarda.

Non entriamo nel merito della nomina né della persona designata. Attendiamo però che qualcosa si muova, e che la Fondazione cominci finalmente a dare segni di vita e di attività, a partire dalla costituzione di un Comitato Scientifico di qualità.

È fondamentale recuperare e valorizzare la storia di Franco Marini e la tradizione che ha rappresentato nella vita politica e sociale del nostro Paese. “È ciò che merita la Fondazione ma, prima ancora, è ciò che merita Franco Marini”. Queste, appunto, le conclusioni del già citato nostro articolo del 19 giugno scorso.

L’Europa si arma fuori dall’Europa

In queste ultime settimane sono accaduti eventi di significativo peso nelle relazioni internazionali. Se da un lato si sta consumando uno scontro commerciale duro e inedito fra Stati Uniti e Unione Europea sull’applicazione reciproca dei dazi – una dinamica che va ben oltre il semplice interscambio di importazioni ed esportazioni, toccando normative cardine per i colossi digitali americani come il Digital Markets Act e il Digital Services Act (si vedano le sanzioni inflitte ad Apple e Meta dalla Commissione europea: Apple and Meta to be hit with first DMA fines, www.axios.com, 22/04/2025; Commission finds Apple and Meta in breach of the Digital Markets Act, www.europa.eu, 23/04/2025) – dall’altro si assiste alla nascita di nuovi accordi politico-militari fra Regno Unito, Polonia, Francia e Germania, al di fuori tanto della NATO quanto del Trattato sull’Unione Europea (TUE).

Le strettoie del TUE sulla difesa comune

Ricordiamo che l’art. 24 del TUE prevede la definizione progressiva di una “politica di difesa comune che può condurre a una difesa comune”. Tale politica è attuata dal Consiglio europeo e dal Consiglio, che deliberano all’unanimità, salvo i casi espressamente indicati nei trattati, ed è realizzata dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza (attualmente l’estone Kaja Kallas). Gli Stati membri, in questo quadro, devono astenersi da qualsiasi azione contraria agli interessi dell’Unione (art. 24.5), come, ad esempio, negoziare bilateralmente sui dazi. Un principio raramente ricordato nei dibattiti pubblici.

L’art. 42 del TUE prevede la creazione di una capacità militare operativa europea, lasciata però alla volontarietà degli Stati. La difesa comune, scrive l’art. 42.2, potrà scattare solo su decisione unanime del Consiglio europeo: un’ipotesi remota, viste le differenti tradizioni, geografie e culture strategiche degli Stati membri. Tuttavia, l’art. 42.7 obbliga tutti i membri ad assistere militarmente uno Stato UE oggetto di aggressione armata, in conformità con l’art. 51 della Carta ONU. Una clausola simile, se non più stringente, rispetto all’art. 5 della NATO.

L’accordo nucleare franco-britannico e le sue ricadute

Nonostante questi dispositivi, ciò che si è materializzato nelle ultime settimane rappresenta un passo ulteriore, autonomo rispetto all’architettura europea esistente. Il 9 luglio scorso, Regno Unito e Francia – riprendendo lo spirito della storica Entente cordiale del 1904 e degli accordi di Lancaster House del 2010 – hanno firmato la Dichiarazione di Northwood. Per la prima volta, le uniche due potenze nucleari europee hanno deciso di coordinare l’impiego delle rispettive forze atomiche attraverso un organismo congiunto, esterno sia alla NATO che all’UE. Pur mantenendo la sovranità sulle rispettive decisioni di impiego, Londra e Parigi si attribuiscono una “speciale responsabilità” verso la sicurezza continentale, anche in funzione di deterrenza rispetto a sfide globali e revisionismi regionali (Russia, Cina, Turchia, India, Arabia Saudita, Brasile).

L’accordo prevede anche una stretta cooperazione industriale nel settore della difesa. Si delinea così un nuovo paradigma strategico: un attacco a un Paese terzo che abbia aderito a questo patto potrebbe innescare una risposta atomica franco-britannica, indipendentemente dalle decisioni NATO.

Kensington, Nancy e il ritorno del Regno Unito sulla scena europea

Il Regno Unito rientra così a pieno titolo nel gioco politico-militare continentale, bilanciando il disimpegno statunitense. La Francia, dal canto suo, consolida la propria centralità strategica: verso le frontiere esterne (Russia, Turchia, Grecia) e verso l’equilibrio interno tra Berlino e Mosca. In questa cornice si inserisce il Trattato di Nancy, firmato da Francia e Polonia lo scorso maggio, che sancisce l’obbligo di mutua difesa tra le due nazioni. A Varsavia pesa l’incubo russo, ma forse anche il timore di rivendicazioni sui territori della ex Prussia orientale.

Ancora più significativa è la firma, questo luglio, del Trattato di Kensington tra Germania e Regno Unito: il primo accordo bilaterale militare tra i due Stati dal 1945. Oltre all’obbligo di assistenza in caso di aggressione, l’intesa prevede lo sviluppo congiunto di sistemi d’arma strategici. Per Berlino, si tratterebbe di un’assicurazione nucleare britannica che esclude – per ora – un proprio arsenale atomico. Ma per Parigi e Londra resta la necessità di vigilare sul riarmo tedesco e sulle sue possibili evoluzioni politiche.

E l’Italia? Il nodo del Mediterraneo

Mentre il sogno dell’“esercito comune europeo” resta confinato alla retorica, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia tessono una rete concreta di alleanze militari e industriali, dando forma a un “nocciolo duro” continentale, aperto ad altri Paesi. L’Italia ha firmato nel 2021 con la Francia il Trattato del Quirinale, che include anche la cooperazione in materia di sicurezza. La nostra collocazione geografica ci proietta nel Mediterraneo, ma anche verso il Mar Rosso, l’Africa e le rotte indo-mediterranee. Per sostenere questa proiezione strategica, servono alleanze. Da soli non possiamo riuscirci.

Oggi, più che mai, è il momento di partecipare al “gruppo di testa”. Chi entra per primo nella cabina di regia ne condivide anche i dividendi nel tempo. La posta in gioco non è solo la sicurezza: è il posizionamento dell’Italia nel nuovo equilibrio europeo che si sta formando – rapidamente, e fuori dalle cornici tradizionali.