BRICS, dal summit in Sudafrica via libera alle nuove adesioni.

I BRICS chiedono pace, e ne chiedono conto anche a Putin, un nuovo sistema di governance globale più inclusivo, equo e adeguato al mondo odierno, nel segno della collaborazione con l'Occidente.

Oggi a Johannesburg la giornata conclusiva del XV vertice BRICS prevede l’incontro dei leaders dei cinque Paesi del Coordinamento (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) con i rappresentanti dei Paesi “amici dei BRICS”, una quarantina  di stati, interessati all’adesione o a stipulare accordi di partenariato con i BRICS.

A conferma del fatto che questo vertice oltre a rappresentare un evento di oggettivo interesse mondiale, sta contribuendo ad aprire una nuova fase nelle relazioni internazionali caratterizzata da un approccio multilaterale ai problemi globali. E quindi, indirettamente, finisce per interpellare anche il nostro mondo occidentale sulle principali questioni.

Lo si è visto nella giornata di ieri, dedicata all’incontro dei presidenti dei cinque Paesi. Nella sessione pubblica di questo incontro in cui vi sono stati gli interventi di tutti e cinque i leader, il tema della pace è stato uno dei più toccati negli interventi, soprattutto in quelli del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa e in quello del presidente del Brasile, Lula, costringendo il presidente russo Putin, intervenuto in videoconferenza, ad assumersi la propria parte di  responsabilità e permettendo al presidente cinese Xi Jinping di ribadire che il mondo attuale necessità di coordinamento e non di conflitto, e di chiedere il riconoscimento del diritto di ogni popolo a un equo sviluppo.

In questa implicita denuncia di un deficit di politica vi è a ben vedere anche una delle ragioni principali della nascita e del consolidamento dei BRICS, che non si sono sentiti adeguatamente rappresentati nelle istituzioni globali al crescere del loro peso economico e geopolitico. Un raggiante Narendra Modi soddisfatto del successo di Chandrayaan-3 la prima missione spaziale indiana atterrata sulla luna, ha sciolto le riserve del proprio Paese all’allargamento, dando così il via libera alla definizione dell’iter per le nuove adesioni ai BRICS,  le quali consentiranno in un tempo breve al Coordinamento che già oggi rappresenta oltre tre miliardi di esseri umani e una quota di Pil equivalente a quella dei Paesi G7,  di divenire rappresentativo della maggioranza della popolazione mondiale. Un altro tema sul quale si è registrato il consenso di tutti i cinque leaders è quello dell’incentivazione dei pagamenti in valuta locale fra Paesi BRICS e con i  Paesi partners, anche attraverso la Nuova Banca di Sviluppo, la banca dei BRICS con sede a Shanghai. Nel corso dell’incontro è arrivato pure l’annuncio dato da Putin in qualità di presidente della Russia che deterrà la presidenza di turno il prossimo anno, che il prossimo vertice dei BRICS si terrà a ottobre del 2024 (in pratica a ridosso delle elezioni americane) nella città di Kazan.

Nella prima giornata del Summit quella di martedì scorso, si è tenuto il Business Forum con rappresentanti della gran parte degli Stati dell’Africa e molti altri del Sud Globale. Di particolare rilievo il fatto che le intese firmate presentano tempi di avvio assai brevi – si parla di poche settimane – e il fatto che, come ha rilevato uno dei delegati cinesi al Forum, Wu Peng, i Paesi africani chiedono ora che la priorità per le loro economie passi dalle infrastrutture all’industrializzazione locale. Ciò per consentire ai Paesi produttori e estrattori di partecipare in misura maggiore alla creazione del valore aggiunto dalle loro risorse naturali, come chiede, fra gli altri, Félix Tshisekedi, presidente della Repubblica Democratica del Congo.

L’evento che oggi si conclude a Johannesburg fa parte di quella transizione geopolitica che è interesse di tutti avvenga in modo pacifico e inclusivo. Il fatto di sforzarsi di valutare l’iniziativa dei BRICS nelle sue effettive dimensioni può aiutare a inquadrare un tale processo nella direzione auspicata da tutti.