La Voce del Popolo | Il territorio è il grande dimenticato.

C’è un vuoto di rappresentanza politica che almeno in parte dovrebbe essere colmato dall’impronta  squisitamente locale delle contese. Invece prevale la loro “nazionalizzazione”, con ricadute perlopiù modeste sui vincitori.

Ora che l’Abruzzo è archiviato, e la Sardegna pure, chiuse le urne con un vantaggio ora degli uni e ora degli altri, si vorrebbe offrire un consiglio di quelli che raramente vengono fatti propri. Il consiglio è questo: occorrerebbe smettere di cercare il nostro Ohio dappertutto e sancire ogni volta che un voto locale somiglia sempre alla batta- glia di Armageddon e che dall’esito di quella contrada discendono effetti inesorabili e fantasmagorici per i destini del paese.

Il centrodestra sognava di vincere in Sardegna quasi passeggiando e come si è visto s’è trovato poi a perdere. Il centrosinistra a sua volta sognava di doppiare in Abruzzo il voto sardo e l’esito è stato l’opposto.

Così, la smania di “nazionalizzare” ogni contesa finisce spesso per non arrecare grandi vantaggi alla propria causa. Ma soprattutto snatura il carattere della sfida. Che verte, o almeno dovrebbe, sui luoghi. E che invece finisce per essere spersonalizzata ogni volta che la si strappa dalle sue radici e la si riveste di significati quasi cosmici.

Il territorio è il grande dimenticato dei nostri giorni. Soprattutto all’indomani di una legge elettorale che sembra scritta apposta per disancorare i parlamentari dai luoghi nei quali vengono eletti.

C’è un vuoto di rappresentanza che dovrebbe essere almeno in parte colmato dalle contese con una più forte impronta locale. Ma se invece ogni paesello diventa la prova generale di una sfida cosmica da cui vengono fatte discendere le sorti del governo e quelle dell’opposizione, quel divario si accentua a dismisura. Regalando a chi vince di volta in volta soddisfazioni che sono sempre più magre di quel che si proclama.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 14 marzo 2024.

Titolo originale: Il territorio è il grande dimenticato di oggi.

[Testo qui riproposto per gentile concessione dal Direttore responsabile del settimanale della Diocesi di Brescia]