Non più lo scempio della guerra ma la dignità per tutti

Rileggendo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (UDHR), si può restare colpiti da quanto idealistici e quasi “ingenui” appaiano ancora i suoi principi. Quanto ancora dobbiamo fare per garantirne la piena attuazione?

In un mondo dove tutto cambia rapidamente, sono poche le Dichiarazioni di principi che continuano a a risuonare con la stessa forza e urgenza del momento in cui furono concepite. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è uno di questi straordinari documenti, uno statuto che ha delineato la visione di un mondo basato sul rispetto reciproco e sulla dignità fondamentale di ogni individuo.

Settantacinque anni fa, il 10 dicembre 1948, ancora all’ombra dei conflitti devastanti e delle atrocità inimmaginabili della Seconda Guerra Mondiale, le nazioni si unirono per dichiarare che certi diritti erano inalienabili e universali,proponendo un ideale audace e senza precedenti: che ogni persona, indipendentemente dalla razza, dalla religione o dallo status sociale, meritasse la libertà, la giustizia e la pace.

Oggi, celebrando l’anniversario, dobbiamo chiederci: quanto siamo vicini a realizzare quella visione? La Dichiarazione ha ispirato costituzioni, leggi e trattati in tutto il mondo. Ha fornito ai difensori dei diritti umani un linguaggio comune e ha acceso la fiamma dell’attivismo in generazioni. Eppure, labattaglia per i diritti umani è lungi dall’essere vinta.

Rileggendo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (UDHR), si può restare colpiti da quanto idealistici e quasi “ingenui” appaiano ancora i suoi  principi. Il marcato divario tra le aspirazioni e la realtà ci ricorda quanto ancora dobbiamo fare per garantirne la piena attuazione. Infatti, l’ultimo rapporto “Freedom in the World” mostra che a livello globale gli spazi di libertà si sono ridotti per il diciassettesimo anno consecutivo.

La ricorrenza trascorrerebbe invano se non diventasse anche un’occasione di riflessione, un invito a prendere atto dei progressi compiuti come delle persistenti sfide e dell’emergere di nuove minacce, un promemoria per ricordarci che i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte, ma vanno esercitati con vigilanza costante e continuo coinvolgimento

Guardando al futuro, dobbiamo rinnovare il nostro impegno collettivo per difendere i principi della Dichiarazione. Dobbiamo lavorare insieme – governi, società civile, individui – per colmare il divario tra l’ideale e la reale, per rendere la promessa della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo una realtàdavvero universale.

Nella marcia verso la libertà, la giustizia e la pace nessuno resti indietro. Possano le lezioni del passato e la speranza di un futuro migliore guidarci nel nostro cammino verso il pieno riconosciemnto della dignità umana. 

 

Avv. Paolo Giordani

Presidente IDI 

Istituto Diplomatico Internazionale